Barbara. Avevo 16 anni, ero un bel ragazzo, alto 1.80 di quelli per i quali le ragazzine sbavavano; andavo fiero di questa condizione e cambiavo e scambiavo ragazza con il solo intento di scopare, molte di loro le avevo fatte piangere per questo, poiché le illudevo e poi alla fine le mollavo. Un giorno si mentre stavo per fatti miei in piazza vennero da me due delle ultime mie conquiste, che avevo fatto litigare tra loro ed erano Katiusha ed Imma che tanto avevo fatto piangere: “Si sono riappacificate” pensai e mi vennero incontro portandosi dietro un’altra ragazza, molto carina, alta circa 1.75, dai capelli neri lunghi e due bellissimi occhi castani. Come vidi Barbara non rimasi per niente insospettito dall’atteggiamento di Katiusha ed Imma che erano stranamente sorridenti visto che ogni volta che mi incontravano avevano un volto cupo ed arrabbiato. “Ciao Ugo questa è Barbara, una nostra amica, è molto timida e frequenta la nostra stessa classe e vogliamo farle conoscere qualche ragazzo”, “BENISSIMO” pensai in testa a me, Barbara era veramente molto bella ed appena mi allungò la mano per stringermela e per presentarsi abbassò lo sguardo e mi strinse la mano in maniera molto blanda, “Questa è la mia prossima preda” già fantasticavo una bella notte di sesso con questa ragazza, provavo ad immaginarla nuda, ma potevo fantasticare poco visto che indossava una lungo cappotto grigio per proteggersi dal vento freddo invernale. Quella era l’unica nota stonata della giornata, Barbara indossava un cappotto lungo, una sciarpa e dei jeans con ai piedi delle scarpette da ginnastica, era gennaio, ma non era certo quello l’abbigliamento per esaltare la bellezza di quella adolescente. Dopo i convenevoli, due chiacchiere, ci lasciammo con la promessa che ci saremo rivisti quanto prima, in tutto ciò non rivolsi più la parola alle altre due ragazze che rimasero comunque sempre sorridenti vedendomi colloquiare con la loro amica. Il giorno dopo uscii di casa col mio motorino per andare a fare un giro e mentre svoltavo vs. destra uscendo dal vialetto di casa vidi Barbara passare in direzione opposta ed allora senza farmi notare decisi di seguirla senza però farmi notare; dopo circa 5 minuti vidi Barbara svoltare in un vicoletto e dirigersi verso un cancello che aveva all’interno una casa con un giardino; molte volte avevo fatta quella strada e visto quel cancello, ma non avevo mai visto uscire o entrare nessuno, lei entrò ed il cancello si chiuse, ma decisi che il giorno dopo avrei fatto di nuovo quella strada in senso inverso ed alla stessa ora per vedere di beccarla; così feci ed il mio istinto mi diede ragione, la vidi arrivare e le corsi incontro per incontrarla proprio all’altezza del cancello. “Ugo che fai qui?” mi disse con un magnifico sorriso, “Niente facevo un giro” risposi, “Ma tua abiti qui?” aggiunsi e lei abbassando lo sguardo mi disse “ no è dove vengo a studiare e a rilassarmi è una proprietà della mia famiglia, vengo per stare tranquilla, non è che vorresti entrare, te la mostro” già mi venne l’acquolina alla bocca ed accettai senza batter ciglio. Entrammo c’era un bel giardino ben mantenuto, lasciammo i motorini all’ingresso e ci dirigemmo verso casa; entrammo e lei mi mostrò la casa, io non volevo fare la prima mossa perché vedevo sempre quel sorrisino e che non l’abbandonava mai, ma ancora non si levava da dosso quel cappotto grigio che aveva indossato anche il primo giorno. “Ora ti faccio vedere un posto speciale” mi disse “scendiamo nel sotterraneo” “Finalmente” pensai io; scendemmo una scala a chiocciola ed arrivammo nel sottoscala finalmente e già ero eccitato ma per mia delusione non trovai un letto ad aspettarmi bensì c’era una palestra anche ben attrezzata che mi lasciò un po’ interdetto: “sai qualche volta mi vengo ad allenare” disse Barbara, “ora vieni” aggiunse, indicandomi di andare verso una porta aperta dove era tutto buio. Mi fece entrare, poi accese le luci ed in contemporanea chiuse la porta, “E COS’E’ QUESTO?”di fronte a me c’era un ring con le luci accese sopra, “Che significa questo ?” dissi a Barbara e lei rispose: “Hai fatto del male alle mie amiche Imma e Katiusha ed ora devi essere punito, combatterai su questo ring adesso contro un avversario speciale” “E chi sarebbe?” borbottai con un po’ di paura “Contro di me caro” rispose; rimasi ancora più interdetto per quello che stava succedendo sembrava tutto uno scherzo, ripresi fiato e dissi “Come contro di te?” “Saliremo su questo ring e faremo un vero e proprio incontro di wrestling fino allo sfinimento e se perderò sarò tua ogni volta che mi vorrai” allora mi rinfrancai anche perché non la ritenevo molto forte anche se qualche dubbio ancora lo avevo. “Nello spogliatoio troverai body e scarpe ci vedremo sul ring e non tentare di scappare che la porta si apre solo con un codice che solo io so” Nello spogliatoio fui avvolto da molti dubbi sul perché di questo incontro e come mai lei avesse tutta quella sicurezza, ma ero certo della mia vittoria anche perché non credevo che una ragazza di 15 anni potesse essere molto sviluppata. Scelsi di indossare un pantaloncino corto aderente ed un paio di scarpette nere e senza pensare più uscii fuori e salì sul ring, nemmeno 30 secondi si aprì la porta dello spogliatoio di Barbara e la vidi arrivare che indossava un accappatoio celeste che le arrivava fino alle caviglie, a differenza mia lei era scalza e subito le notai quei bellissimi piedi con delle unghie molto ben curate. Avanzava lentamente e una volta salita sul ring si girò di spalle e si fermò dicendomi: “ Desidereresti che io fossi nuda sotto questo accappatoio vero? Ma non è così e ti ridurrò in poltiglia, hai finito di fare il gradasso” e detto questo si sfilò l’accappatoio. Una cosa pazzesca!!!!!! Indossava un minibikini rosso ed un filo interdentale come perizoma, ma la cosa assurda è che era una fiera di muscoli che lei non si fece pregare a mostrarmi con pose da capogiro. Il sangue mi si gelò nelle vene iniziai ad avere una paura assurda e avevo voglia di scappare ma la visione mi eccitava incredibilmente. Aveva una schiena definita come ed uscivano muscoli dorsali come se fosse una cartina geografica tridimensionale, un sedere di marmo e quando si girò di faccia mostrò bicipiti enormi con addominali a guscio di tartaruga e due gambe che sembravano fosse fatte di marmo. “Co- Come mai hai tutti questi muscoli” riuscì a balbettare a stento, “Body Building mio caro” rispose “ sei ore di allenamento al giorno con i pesi, ormai devo decidere a comprare nuovi bilancieri, quelli che ho sono diventati troppo leggeri” la paura continuava a salire fino a che lei disse con aria di sfida “ avanti verme schifoso fatti sotto, fammi vedere che sai fare” allora ebbi uno scatto di orgoglio ma rimasi lucido, mi avvicinai tentando di rimanere lucido e mi misi in guardia come un pugile. “Avanti!”continuava, cercai di colpirla con un pugno volendo sfruttare un minimo di agilità che avevo, ma lei mi schivò facilmente ed allora continuai a cercare di colpirla ma lei schivava o parava facilmente i miei colpi, allora provai con qualche calcio ma il risultato era sempre identico, “Mi fai ridere” esclamò con aria disgustata “E’ tutto quello che sai fare? Mi sto scocciando”, accecato da quella sua presunzione, mi scagliai contro di lei volendola colpire con un pugno al volto, ma l’esito fu terribile, lei si abbassò schivandomi e mi colpì di incontro con un destro in pieno stomaco che mi piegò in due dal dolore. Mi mancava il fiato e dovetti inginocchiarmi chinando il capo per cercare di riprendermi, ma lei venne e poggiò il suo piede destro sul mio capo schiacciandomi la testa sul tappeto del ring. Sentivo il suo piede freddo sul mio volto che premeva sempre più e quando disse che da quel momento si faceva sul serio iniziai a lacrimare per la paura, non riuscivo ad immaginare quella massa indefinita di muscoli cosa avrebbe potuto farmi. Ancora dolorante mi aiutò a rialzarmi poi afferrandomi il polso mi lanciò contro le corde facendomi rimbalzare e poi fui investito da un calcio volante in pieno volto, il piede destro si stampò all’altezza degli occhi mentre il sinistro sulla bocca, un gesto atletico non indifferente che mostrava l’agilità di quella ragazza potentissima. Ero ancora a terra intontito e di nuovo Barbara arrivò per sollevarmi da terra, mi mise in ginocchio e pose la mia testa tra le sue potentissime gambe e messomi le mani sotto la pancia mi sollevò tenendomi a testa sotto; non capii nulla il mondo girava tutto intanto lei mi teneva in quella posizione senza sforzo nonostante i miei 75 kg poi facendo un saltino e sedendosi mi schiacciò la testa sul pavimento; il dolore al collo era fortissimo e mi rotolavo a terra sperando in un gesto di pietà da parte sua che non arrivò. Volle dimostrare la sua immane forza e rialzandomi da terra mi strinse in un abbraccio mortale talmente forte che in quegli attimi credevo di morire soffocato. Quando le forze mi stavano per abbandonare, lasciò la presa dicendomi che non aveva ancora finito e che voleva giocare ancora un po’ con me; detto questo, mentre ancora ero a terra, mi prese le gambe facendo in modo che il mio bacino si sollevasse mentre la schiena era ancora a terra ed iniziò a ruotare su se stessa. Ero diventato una trottola lei girava su se stessa ed io non vedevo l’ora che finisse questo giro della morte, ad un tratto mi mollò ed io rotolai sul ring fino a che non mi fermai contro le corde. Speravo che ne avesse avuto abbastanza ma mi sbagliavo; venne incontro a me e mi sollevò per l’ennesima volta, mantenendomi con una mano per il collo, si abbassò e portando la mano destra all’altezza dell’inguine, spinse con le sue potenti gambe e poi con uno strappo mi sollevò sopra la sua testa e mi tenne così per svariati secondi camminando per il ring e tenendomi fiera come se fossi un trofeo fino a che mi lasciò cadere pesantemente al suolo dove sentì dolori fortissimi. Poco dopo svenni dal dolore ma ebbi ancora il tempo di vedere Barbara che mi poggiava il piede sul petto e mi mostrava i bicipiti in segno di netta superiorità. Quando mi svegliai, tutto indolenzito, non c’era nessuno ma ancora memore della paura cercai anche se claudicante di fare il più presto possibile, volevo solo scappare; arrivato al motorino trovai poggiato sul sediolino un DVD che vidi una volta arrivato a casa. Rividi tutte le mosse e le prove di forza che Barbara mi aveva inflitto ed alla fine delle scene comparve una scritta che diceva “Posso fare di peggio, non dimenticartelo!”