Susanna. By A. Letizia, bobbo_27@hotmail.com Un travolgente incontro erotico tra un uomo e una culturista. Susanna. Era estate e stavo tornando a casa in macchina dopo una dura giornata di lavoro in ufficio. Percorrevo un tratto di strada piuttosto isolato in una zona signorile e tranquilla. A un certo punto, in lontananza, vidi una ragazza che faceva l'autostop. Generalmente, evito di dare passaggi in macchina, ma quella volta decisi di fare un'eccezione. Mentre mi avvicinavo, mi accorsi che l'affascinante silhouette di quella donna aveva qualcosa d'insolito. Era alta circa un metro e ottanta, aveva lunghi capelli castano scuri con qualche colpo di sole. Aveva indosso una canottiera rosa molto aderente, che le lasciava scoperto lo stomaco e una gonna corta dello stesso colore, con sopra una cinta alta di cuoio, chiusa da una grossa fibbia; infine, scarpe nere a punta con il tacco alto. Poggiata per terra, vicino a lei, c'era una grossa borsa da ginnastica. Quando le fui vicino con la macchina, potei osservare meglio il suo bel viso, leggermente abbronzato; ma cio' che mi fece rimanere sbalordito fu il suo fisico atletico: braccia e spalle erano un groviglio di muscoli e sullo stomaco nudo facevano bella mostra di se' le striature degli addominali, perfettamente definiti. Il seno non era enorme, ma dava l'impressione di essere incredibilmente sodo. Avevo sempre sognato una donna cosi'! Con la voce strozzata dall'emozione, le chiesi: "Ciao, dove sei diretta?" "A Piazza ???.... La mia macchina non parte e ad agosto gli autobus..." "Eh, lo so. Comunque, io passo proprio di la', ti posso dare un passaggio, se vuoi. Dammi la borsa, ecco, sali." "Ottimo, grazie, io mi chiamo Susanna..." Sali' in macchina e si mise a sedere; io rimasi imbambolato a guardare quel corpo magnifico, gonfio di muscoli, eppure cosi' aggraziato e femminile: una cosa veramente incredibile! Com'era possibile che una donna avesse dei bicipiti cosi' grossi? E quelle gambe! Cosce muscolose, polpacci tosti e nervosi, caviglie sottili: tutto perfettamente proporzionato, ma con una sensazione di potenza indescrivibile. "Ehm..., dicevo, io mi chiamo Susanna e tu?" "Eh? Ah, scusa, Alberto, piacere! Scusa, sai, ma..." "Ha, ha, si', lo so, con i vestiti estivi, certe volte provoco qualche problema..." Piu' eccitato che mai, rimisi in moto e partii. Dopo qualche attimo di silenzio, le chiesi: "Ma, scusa Susanna, che sport fai?" "Culturismo. Bodybuilding, insomma." "Ah, ecco, mi pareva!" "Ti sembro in forma? Sai, mi sto preparando per una gara e... ehi, attento! Uff, per un pelo! Senti, ma guidi sempre cosi'?" "Ehm, no, scusa, ma..." Non riuscivo a tenere gli occhi sulla strada: quelle braccia robuste, quelle cosce potenti e quel seno! Quei capezzoli turgidi che quasi bucavano la canottiera! Non poteva portare il reggiseno, non si sarebbero visti in trasparenza in quel modo, eppure il seno stava su cosi' bene! Ero eccitato e imbarazzato: attraverso i boxer, contro la stoffa chiara e leggera dei miei pantaloni estivi, si era fatta strada un'erezione fenomenale e sicuramente visibile. "Ti stavo dicendo, c'e' questa gara e ... attento, Alberto, accidenti! Senti, forse dovresti accostare e..." Mentre diceva cosi', facendo la mossa di poggiare una mano sulla mia gamba per calmarmi, incontro' il "bozzo" che si era formato dalle parti della patta dei miei pantaloni. "Oh, oh, e questo cos'e'? Vai in giro armato?" - e scoppio' a ridere, cominciando ad accarezzarmi l'uccello. Accostai la macchina e, preso il coraggio a due mani, la baciai sulla bocca. Poi le accarezzai quelle belle cosce muscolose e le sfiorai i capezzoli, che diventarono ancora piu' eretti, mentre lei continuava a massaggiarmi il cazzo. Continuammo a baciarci e a pomiciare per qualche minuto, finche' Susanna non si stacco' da me dicendo: "Uh, che furia, lasciami respirare, dai!" "Scusa Susanna, ma tu sei cosi' stupenda, cosi' eccezionale, sei..." "Sono...?" "Be', ecco, sei... sei la donna dei miei sogni..." "Davvero? Uhm, be' anche tu non sei niente male, sai, e qui hai proprio qualcosa d'interessante! Senti, qui vicino c'e' un alberghetto tranquillo, che ne diresti?" Partii come un razzo e arrivammo rapidamente a destinazione. Dopo aver espletato le formalita' di rito sotto lo sguardo invidioso e voglioso del portiere, salimmo in camera. Appena entrati, Susanna si scosto' leggermente da me e mi disse: "Senti, Alberto, lo hai mai fatto con una donna...come me?" "N-no..., ma perche'? Cosa intendi dire?" "Vedi, per te sara' un'esperienza molto eccitante, ma non mi dovrai contrariare mai, capisci?" "Va...va bene, io..." "Tu potresti cominciare a spogliarti, mentre poso per te!" Mi andai a sedere sul bordo del letto e mi spogliai velocemente, mentre mi divoravo con gli occhi Susanna che posava sensualmente per me, gonfiando i muscoli e alternando pose da culturista a gesti un po' piu' lascivi. Cominciai a masturbarmi. Dopo un po' mi alzai e andai verso di lei. Cominciai ad accarezzarla mentre lei continuava a flettere quei muscoli stupendi. Le sfiorai i bicipiti, le accarezzai le spalle e quel ventre piatto e muscoloso. Poi le infilai una mano sotto la canottiera per toccarle i seni; cominciai a sfiorarle e pizzicarle i capezzoli mentre avevamo ricominciato a baciarci; si sfilo' la canottiera e mi abbraccio' forte, facendomi sentire sul petto il turgore dei suoi capezzoli. Il mio cazzo eretto le premeva contro il pube; si stacco' leggermente da me per togliersi la gonna e gli slip e potei ammirare lo splendore del suo corpo muscoloso completamente nudo. Aveva indosso solo quelle belle scarpe nere con il tacco alto. Con le gambe leggermente divaricate e le mani sui fianchi, mi disse: "Allora, ti piaccio? Era questo il tuo sogno?" "Oh, Susanna..." Mi avvicinai per ricominciare a baciarla e toccarla, ma lei mi disse: "Aspetta!" Senza sforzo apparente, mi prese in braccio e mi scaravento' a sedere sul letto. Ero sbalordito. "Adesso chiudi gli occhi e riaprili solo quando te lo diro' io!" Obbedii e dopo aver riaperto gli occhi al suo comando, non potei fare a meno di lanciare un urlo: "Aaaah! Cos'e' quello?" Susanna aveva indossato, con una cinta di pelle nera, un cazzo finto di proporzioni notevoli e se lo accarezzava, simulando di masturbarsi. "Non ti piaccio ancora di piu', adesso? Cosi' sono proprio una donna virile, no?" "Si', ma..." "Niente ma, ricordi? Ora girati e mettiti in ginocchio, voglio infilartelo in quel bel culetto peloso!" - e comincio' ad avvicinarsi al letto. "Che cosa? No, no, senti Susanna, forse ci siamo sbagliati, rivestiamoci e amici come prima, va bene?" "No, non va bene, ormai sei mio, voglio scoparti. Vedrai, sara' bellissimo e se farai il bravo, ti faro' godere in un modo incredibile." "Ma, Susanna, perche'? Che gusto ci provi a mettermi nel culo quell'arnese? Dai, lasciami andare!" "Be', vedi, e' fatto di due parti uguali, una sta gia' dentro la mia fichetta, e quando ti muoverai sotto i miei colpi..." "Basta!" - urlai. "Non urlare, non serve a niente, il padrone dell'albergo e' un mio caro amico e nessuno verra' ad aiutarti. Su, fai il bravo, altrimenti dovrai fare i conti con questi!" - cosi' dicendo, comincio' a flettere i bicipiti, che si gonfiavano in modo mostruoso. Ero in trappola: dovevo tentare di fuggire da quella energumena. Approfittando del fatto che si stava guardando compiaciuta i suoi muscoli, tentai il tutto per tutto e scesi dal letto, correndo verso la porta. "A-ha! Bene, peggio per te, stronzetto!" In un secondo, mi balzo' addosso e mi avvolse un braccio al collo; non feci neanche a tempo a rendermi conto di cosa stava succedendo, che mi ritrovai per terra, con le sue gambe serrate in una morsa contro il mio torace; stringeva cosi' forte che non riuscivo a respirare. "Basta...lasciami..." Allento' la presa e salto' a sedere sul mio petto, con la punta del cazzo finto a pochi centimetri dalla mia bocca. "Allora, farai il bravo o devo cominciare a picchiarti sul serio?" "Susanna, basta adesso! Lasciami andare, ti prego!" "No, sei in mio potere, ormai e farai tutto quello che ti dico! Leccami il cazzo, avanti!" Cosi', fui costretto a prendere in bocca quell'arnese e a simulare un pompino. "Bene, proprio cosi'! Mmmm, come mi piaci col cazzo in bocca! Ha, ha! Va bene basta, adesso; girati, ti voglio inculare, sbrigati o ti ammazzo a calci e pugni!" Pensavo che fosse finita. Quell'enorme cazzo mi avrebbe squarciato le viscere e sarei morto dissanguato su quel letto. D'altra parte lottare contro quella donna cosi' forzuta era impossibile. Susanna mi fece mettere in ginocchio, poggiando le sue ginocchia sulle mie gambe per tenermi fermo, mentre, con la mano sinistra, mi stringeva la nuca e mi costringeva a poggiare la fronte per terra. Cominciai a sentire qualcosa che si strofinava sul mio culo. La situazione era molto preoccupante, eppure..., pur non avendo mai provato o desiderato niente del genere, quello stato di assoluta sottomissione a una donna mi eccitava, in qualche modo. Se ne accorse anche Susanna, che con la mano destra comincio' a masturbarmi il cazzo, che si era lentamente drizzato. "Aah, vedi che ti piace, stronzetto? E ora viene il bello! Mmmm, sii! Che bel culetto che hai!" Accadde qualcosa che non riuscivo a capire. Sentivo qualcosa di caldo e umido sul buco del culo, ma non poteva essere quel cazzone. Comunque la sensazione era gradevole e mi eccitavo sempre di piu', tanto che Susanna si decise ad allentare la sua stretta. Ansimando sempre di piu' e muovendo il bacino in maniera sempre piu' forte, stava arrivando quasi all'apice del piacere. "Alberto...tieni duro...non venire...voglio bere il tuo sperma!" Dopo di che, raggiunse l'orgasmo, con un certo sollievo da parte mia. Mi fece stendere sul letto; prima che mi prendesse il cazzo in bocca e desse inizio a un breve ma intenso pompino, feci a tempo ad accorgermi che non aveva piu' indosso il cazzo finto. Ma, allora cosa mi aveva messo sul culo? La curiosita' lascio' presto lo spazio a un intenso piacere quando le schizzai in bocca un violento getto di sperma, che Susanna ingoio', completamente in estasi, prolungando il suo godimento con due dita nella fica. Si alzo' dal mio membro e con le labbra sgocciolanti di sperma e uno sguardo tra il sadico e il lascivo, si avvicino' alla mia bocca. "Mmmmm, che buon sapore che hai! Vuoi assaggiarlo?" Prima che mi potessi opporre, comincio' a baciarmi profondamente, distesa su di me, con la fica umida che si strofinava sul mio pene. Poi, vedendo che rimaneva moscio, mi disse: "Intanto che ti riprendi, potresti fare conoscenza con il mio amichetto. Guarda!" - e, cosi' dicendo, si sedette di nuovo sul mio petto, sbattendomi in faccia un clitoride lungo qualche centimetro, che mi affrettai a leccare e a succhiare con volutta', sperando...di essere ricambiato! Infatti, dopo un po', Susanna, dicendomi: "Bravo, continua cosi', dai..." - si giro' e diede inizio a un delizioso "sessantanove" che me lo fece nuovamente indurire. "Ecco, adesso sei al punto giusto..." - cosi' dicendo, smise di succhiarmi il cazzo e se lo piazzo' dentro la fica. Comincio' a cavalcarmi velocemente, dandomi le spalle. Che sensazione meravigliosa! Vedevo i muscoli della sua schiena che si contraevano, potevo ammirare il suo culo sodo che andava su e giu' sempre piu' in fretta, potevo accarezzarle quei bei polpacci duri. Aveva ancora quelle bellissime scarpe ai piedi e questo contribuiva ad aumentare la mia eccitazione. Riuscii ad alzarmi un po' per poterle accarezzare le spalle e le braccia e poter sentire sulle mie palme il turgore di quei seni fantastici. Susanna si muoveva in modo forsennato, i muscoli delle braccia e delle gambe si gonfiavano, si distendevano e poi si gonfiavano di nuovo, in uno spettacolo incredibilmente eccitante. Molti minuti erano passati ormai e cominciavo a temere di non riuscire a resistere al massaggio della sua fica, quando, per fortuna, Susanna raggiunse nuovamente l'orgasmo e potei lasciarmi andare e sborrare nuovamente. Mi distesi esausto sul letto, ma non ebbi il tempo di riprendermi, perche' Susanna con le sue braccia possenti mi afferro' e, distesasi supina sul letto, mi mise sopra di lei. In qualche modo, riusci' a far scivolare dentro di lei il mio membro, che non era molto duro, in quel momento. Stavo sopra di lei, ma non riuscivo in nessun modo a condurre il gioco. Susanna mi avvolgeva con le sue gambe e stringeva le mie spalle con un braccio, mentre con una mano sulle mie chiappe mi guidava dentro di lei. Non capivo bene cosa succedeva; ero troppo stanco, anche se mi piaceva sentirmi tra le braccia di quella donna cosi' forte e il mio uccello comincio' lentamente a diventare nuovamente duro. Susanna aveva l'aria di divertirsi molto e a un certo punto persi il conto dei suoi orgasmi; quando fu al culmine del suo piacere, mi rivolto' supino sul letto e comincio' a cavalcarmi furiosamente. Benche' fossi sfinito, la vista del suo corpo, con i seni sodissimi, scolpiti sul suo torace muscoloso e i colpi violenti della sua fica in fiamme riuscirono a farmi venire un'altra volta. Ero stanchissimo, ma nonostante cio' l'intensita' del mio orgasmo mi provoco' una sensazione che non avevo mai sperimentato in precedenza. Desideravo solo dormire, ma cercai di resistere, temendo una brutta reazione da parte di Susanna, che, in preda a un altro intensissimo orgasmo, continuava a scoparmi violentemente. Per fortuna, dopo qualche minuto, sembro' finalmente appagata e si sdraio' accanto a me, riprendendosi lentamente dall'eccitazione dell'orgasmo. Dopo un po' di silenzio, fu lei a riprendere la conversazione: "Pero'! Sei riuscito a resistermi, complimenti! Molti uomini, dopo che vengono la prima volta, non ce la fanno piu'!" "Eh? Ah, si',... grazie... ma, senti, c'era bisogno di tutta quella... messinscena iniziale? Sai... se mi dicevi subito che mi volevi strofinare il clitoride sul culo... forse..." "Ha, ha, lo scherzo del cazzone, dici? Be', quella era una scusa per poter lottare un po' con te! Sai, prima di scopare mi eccita tantissimo far sentire al mio uomo la potenza dei miei muscoli..., ma non ti ho fatto molto male, no? In effetti, ho usato solo una piccola parte della mia forza... comunque, e' stato divertente! Adesso, e' meglio che ti riposi un po'." Cosi' dicendo, si alzo' dal letto e porto' il suo magnifico corpo sotto la doccia. Quando mi risvegliai, la trovai rivestita e pronta ad andarsene. Era in piedi davanti al letto, con le braccia conserte, in una posizione assolutamente normale per chiunque, ma che sul suo corpo aveva un effetto straordinario perche' metteva in evidenza la larghezza delle spalle e le proporzioni straordinarie dei bicipiti. Sorridendo, mi disse: "Ti volevo salutare, prima di andare via. Addio, Alberto." "Ma,... non potremo...rifarlo..., magari un'altra volta..." "No! Non vado a letto con lo stesso uomo piu' di una volta! Ma sono contenta che ti sia piaciuto, anche se ti ho un po'...violentato. Sei proprio un bel maschietto, sai? Bye, bye!" - e cosi' dicendo, prese in mano la borsa e usci' dalla stanza e dalla mia vita. A. Letizia - 14 gennaio 1998 E-mail address: bobbo_27@hotmail.com