Study For any comments sendan e-mail to cl1t0 --> mplfm@yahoo.com ************************************************************* Sono sempre stato attratto da donne pi— grandi di me, ma questa volta e' capitata la cosa che ho sempre sperato mi accadesse. Frequento l'universit… da 4 anni ed ho sempre lasciato da parte una materia perchŠ ritenevo che la prof. fosse una rompi palle, in effetti questa era la voce che girava in facolt…. Una volta, per•, parlando con un collega che aveva sostenuto l'esame con lei mi disse:"la prof. che tutti odiano non e' poi cos male, e se le sei simpatico ti fara' fare pi— di un esame...". Io non capivo, e gli chiesi di spiegarsi meglio. Disse:"Non c'Š tanto da dire, ma io ti consiglio di andare a trovarla per qualche spiegazione ogni tanto." Ovviamente la cosa m'incurios ed allora preparai qualche domanda ed andai a trovarla nelle ore di ricevimento per gli studenti. Mentre attendevo il mio turno vedevo uscire quelli prima di me molto seccati perch‚ la prof., dicevano, li aveva un po' maltrattati. Finalmente arriv• il mio turno, ero impaziente. Entrai nella stanza e dietro la scrivania c'era seduta la prof, fumava, stranamente il piano del tavolo era di vetro, gli altri professori avevano tutti delle grandi scrivanie di legno. Lei stava con le gambe accavallate e la gonna le arrivava quasi al ginocchio. Aveva lunghi capelli neri ed un paio di occhiali rotondi, a guardarla da vicino non era per nulla male, anzi era proprio una bella donna. Indossava delle calze color carne e delle scarpe con dei tacchi molto alti. All'inizio mi fece accomodare con un gentilezza che non mi aspettavo, ma si accorse che ero pi— attratto dalle sue gambe che dal ricevimento mi disse fermamente:"Non siamo qui per quello!, se ha delle domande da fare le faccia altrimenti vada via!". Subito pensai che tutte le voci su di lei non erano cos sbagliate visto la durezza delle sue parole, ma infondo aveva ragione. Mi ripresi dicendo che ero l per delle domande e gliene posi subito una. Durante la nostra discussione i miei occhi cadevano spesso sulle sue gambe, ma in queste occasioni non sembr• infastidita, anzi inizi• a spostarle ed accavallarle molto lentamente in modo che il rumore del naylon che le sue cosce producevano strofinando reciprocamente fosse come un sottofondo per quella danza... I nostri "incontri" erano quasi sempre uguali e diventarono sempre pi— frequenti, infatti andavo ogni volta che lei fissava l'incontro con gli studenti. Mi sembrava una donna strana e pi— la conoscevo pi— mi eccitava il pensiero di poterla incontrare di nuovo. L'incontro durava circa 20 minuti ogni volta il "gioco" che facevamo andava sempre avanti di un piccolo passo. E' inutile dire che i ricevimenti furono parecchi anche perch‚ trovavo eccitante guardarla ed essere rimproverato bruscamente quando il mio sguardo restava fisso pi— di quanto lei gradiva. Alcune volte la trovavo molto brusca quando mi rimproverava per qualche errore anche banale, ma questo m'intrigava; voleva assolutamente avere il dominio delle situazione per farmi eccitare e quando si accorgeva di esserci riuscita tornava indietro per poter ricominciare non appena mi fossi "calmato". Negli ultimi incontri mentre restavo seduto lei si alzava e mi camminava intorno; se percaso mi voltavo per seguirla con lo sguardo lei alzava la voce dicendomi frasi molto pesanti. Adoravo per• il suo modo di camminare e quando la incontravo per i corridoi la seguivo ad una certa distanza. Mi piaceva troppo il suo modo di ondeggiare. Era troppo eccitante vederla ancheggiare su quei tacchi altissimi e soprattutto quando alzava il piede vedere gonfiare quei polpacci stupendi. Si gonfiavano ritmicamente ed erano cos perfetti che avrei voluto toccarli e baciarli. Una volta ad un ricevimento mentre ero seduto e le domandavo un ennesimo chiarimento lei si alz• venne dalla mia parte e si sedette sul bordo della scrivania, alz• leggermente la gonna che adesso le arrivava a met… gamba ed accavall• le sue lunghe gambe. Il mio sguardo era fisso, ma niente rimprovero. Continuavo a guardarle le gambe e a parlare; lei mentre mi ascoltava si massaggiava il polpaccio sinistro che era quello della gamba accavallata, la gamba destra invece restava quasi distesa ed a causa dei tacchi le faceva tendere tutti i muscoli che sembravano costretti da quelle calze. Ero eccitatissimo ed il mio cazzo ormai bello duro mi premeva contro i pantaloni, non riuscendo a sopportare quella pressione, volevo saltarle addosso. Non avendo il coraggio di farlo interruppi quell'incontro dicendole che dovevo andare perchŠ era tardi. Lei a quel punto disse:"Adesso rimani qui perch‚ sto iniziando a divertirmi io!". Feci per alzarmi, ma lei mi spinse sulla sedia e mi ordino di continuare con quello di cui stavamo parlando prima. La spinta fu molto energica e ne rimasi un po' sorpreso, ma feci come mi impose di fare. Lei si rimise davanti a me e sbotton• 2 bottoni della sua camicia. Rimasi impressionato nel vedere due belle tettone rotonde che facevano bella mostra dalla profonda scollatura. Volevo scopare con lei, ero eccitatissimo e lei finalmente si era scoperta, avevo capito che cosa intendeva il mio collega, forse aveva subito lo stesso trattamento. Continuava a massaggaiarsi i polpacci e a poco a poco si tir• su la gonna fino quasi a farmi vedere le mutande. Adesso si toccava anche le cosce ed io ormai non dicevo pi— nulla davanti a quello spettacolo. Aveva le unghie lunghe con lo smalto rosso e quando saliva su per quelle cosce da sballo era come se volesse graffiarsi. Ero completamente fuori di me volevo andar via ma ogni volta che tentavo di uscire lei mi strattonava e mi faceva risedere. Dopo circa 20 minuti il mio cazzo mi faceva cos male che dovetti aggiustarmelo allora lei che intanto si era sbottonata un altro bottone della camicia si ricompose e come se nulla fosse stato mi prese da un braccio e mi avvi• verso la porta dicendo che era stanca e che il ricevimento era e che non avrebbe tollerato mai piu' un simile atteggiamento da uno studente che si tocca durante i ricevimenti. Ero esterrefatto dal suo comportamento, aveva cambiato umore in una frazione di secondo; pose cos fine a quell'incontro terribilmente eccitante. Quel suo comportamento non fece altro che farmi intestardire, forse era quello che lei voleva, non so, pero' non vedevo l'ora di andare ad un altro ricevimento, cos quando stabil l'incontro mi presentai, come sempre tra l'altro. Arrivato il mio turno entrai, ma lei mi mand• via perchŠ disse che non aveva nulla da spiegarmi e che non poteve perdere del tempo, a quel punto me ne andai. Non tornai ai successivi incontri per circa una settimana, ero disorientato. Un giorno la incontrai nell'ascensore: Aveva i soliti tacchi alti, le calze di naylon nere, una gonna che le arrivava poco sopra il ginocchio ed ovviamente le unghie lunghe e rosse. In una mano teneva degli appunti e con l'altra la sua borsa, ad un tratto fece cadere gli appunti e siccome eravamo soli mi inchinai per prenderli, poi lei disse:"resta l piegato davanti a me!". Feci come mi chiese, butt• la borsa a terra e si alz• la gonna divaricando le gambe. Irrigid tutti i muscoli e mi disse:"toccami!". Io non aspettavo altro e cos iniziando dai polpacci cominciai a toccarla, tentavo di stringere le dita attorno a quel fascio di muscoli ma non ci riuscivo, era di marmo. Avevo un erezione completa, lei se ne accorse e mi disse "vedo che hai un problemino, voglio vedere come farai ad uscire di qui". Pur ascoltando, non riuscivo a staccarmi da lei; ero il mio sogno. Eravamo quasi arrivati al piano quando ci ricomponemmo, mentre usciva dalla porta dell'ascensore mi disse:"Venga a trovarmi per quel suo problema, così ne discuteremo un po'." Aspettai l'ora dell'incontro fantasticando su quello che avrebbe potuto chiedermi di fare, ma quando fui da lei l'unica cosa che mi disse fu: "Come mai lei e' qui?"; io risposi che pensavo che le facesse piacere ricevere una visita da me. Sorridendo disse che dovevo essere pazzo e mi ordino di andar via. Stavo diventando davvero pazzo, volevo vederla e toccarla ma ogni volta era come una lotteria: non sapevo come avrebbe preso i miei atteggiamenti e soprattutto quale sarebbe stata la sua reazione. Continuavo ad immaginare quella donna stupenda che mi "torturava" in questo modo, la volevo, perché quello che mi aveva fatto "scoprire" fino a quel momento era la cosa più eccitante che avessi mai toccato era cosi' dura e nello stesso tempo soffice e profumata, una cosa da impazzire. Ovviamente intendo quelle sue gambe muscolose, non avrei mai pensato di poter essere attratto da una donna muscolosa, ma stava accadendo ed era una attrazione veramente forte. Ormai era quasi arrivata la data dell'esame e così decisi di presentarmi all'ultimo ricevimento, stranamente quella volta non c'era nessuno e la sua porta era aperta. Prima di bussare diedi uno sguardo, lei era li seduta nella poltrona accanto al tavolo, aveva le gambe accavallate e le scarpe con il tacco alto, come al solito, ma aveva solo la camicia con i primi due bottoni aperti. Mi vide e mi disse di entrare, allora smise di leggere e mi chiese con la sua "normale" arroganza cosa volevo. Le dissi che era l'ultima spiegazione che avrei domandato prima dell'esame, allora mi chiese di chiudere la porta e si alzo' per lasciarmi il posto su quella poltrona. Mentre le facevo le domande pensavo se avrei potuto godere per l'ultima volta di quello spettacolo straordinario che erano le sue gambe, in effetti quel pensiero mi fece eccitare un po' e lei se ne accorse per cui si sposto' davanti a me e inizio' a toccarsi un seno con una mano mentre con l'altra si alzo' la gonna. Non pensavo che saremmo arrivati subito a questo livello, ma se lo voleva lei, io di certo non aspettavo altro che poterla toccare di nuovo. Non riuscivo più a dire nulla ed intanto lei iniziava a masturbarsi. Fregandomene di quello che poteva pensare tirai fuori il mio uccello ed cominciai a farmi una sega. Ad un tratto si strappo i vestiti di dosso, rimanendo il reggiseno e tanga, si avvicino' e si volto' di spalle, poi con le gambe dritte si piego' in avanti, si mise una mano in mezzo alle gambe, si toccava la fica con il suo dito medio che poi si mise in bocca. Eravamo entrambi sudati e con il sole che entrava dalla finestra quel suo sudore faceva risaltare in modo pazzesco il suo corpo da atleta. Le braccia erano davvero incredibili, era molto definita, ed aveva un addome scolpito in 6 lussuriosi "pacchetti". Fece qualche posa da bodybuilder e poi avvicinandosi mi guardo' in modo che avrebbe potuto farmi venire solo con lo sguardo. Non passo infatti più di qualche secondo che le venni addosso, su una gamba. Lei allora mi disse:"adesso lo lecchi tutto!", io un po' sorpreso le dissi: "Cosa devo fare? Leccarlo?", allora lei mi prese per io capelli e mi tiro' giù dalla poltrona e mi mise in ginocchio davanti a lei e mi strofino' la faccia proprio dove avevo sborrato. Poi mi disse di sdraiarmi completamente a terra e lei con un piede inizio' a toccarmi il cazzo, mentre con le mani si toccava i capezzoli che sembravano due chiodi, tanto erano dritti. Quando mi venne sù bello duro lei si mise addosso a me, con il mio cazzo dentro, mi cavalcava violentemente, non avrei resistito a lungo. Mentre "la pompavo" si abbassò verso di me in modo che le postessi leccare quelle due grosse tettone, intanto con le mani le toccavo quelle chiappe dure e sode. Come ho detto non passo molto tempo che raggiunsi l'orgasmo. Lei sembrava indiavolata e anche se molto eccitata non sembrava avesse avuto ancora neanche un orgasmo. Continuammo per un pezzo ed alla mia quinta volta ero stremato, non ne potevo più, solo che lei non era dello stesso parere. Mentre mi lasciava qualche momento per riprendermi la guardavo mentre si faceva un bel ditalino e si toccava le coscie, era insaziabile; ed anche se ero distrutto dalla violenza con cui mi scopava ogni volta che si avvicinava riusciva sempre a farmi tirare nuovamente l'uccello per continuare a scoparmi. Per l'ennesima volta, ormai non riuscivo piu' a contarle, mentre mi guardava come se fossi la sue preda, si mise accanto a me e mi disse:"voglio che usi il tuo cazzo come un pennello, voglio che tocchi tutti questi muscoli con la punta del tuo cazzo." Si mise in piedi di fronte a me e aspettava... Mi inginocchiai ed iniziai dai polpacci, quando appoggiai la punta lei tese i muscoli ed io potevo sentire l'acciaio sotto la sua pelle. In men che non si dica mi divenne duro, continuai a strofinarle il cazzo addosso poi, quando arrivai alla sua figa le apri' le labbra e fece venire fuori il clitoride allora con la punta del mio cazzo iniziai a strofinare sempre piu' forte fin quando non vennimo contemporaneamente. Quell'incontro duro' un bel pezzo ed io ricordo che mi fece male per una settimana, dato lo "stress" a cui fu' sottoposto. Lei comunque sembro' soddisfatta dalla mia risposta, infatti al contrario di quanto era solita' fare mi diede la possibilita' di rincontrarla per la seconda ed ultima volta.