Il compleanno di Giacomino (FF/M - foot-dom) by JP Parte 3^ - Giacomino finisce sotto i piedi di Luisa, la mamma di Annalisa Giacomino riprese i sensi e fu immediatamente riportato alla realta' dal dolore ai testicoli che gli ricordo' cosa fosse successo. Qualcosa premeva sulla sua faccia che, dall'odore "familiare" che penetrava su per il naso, riconobbe immediatamente nel piede della sorella. Emise un debole lamento e cerco' di muoversi. Cosi' come diede segni di vita, Claudia rimosse il piede. Giacomino apri' gli occhi per scoprire le facce di sua sorella e della sua amica Annalisa che lo osservavano. "Visto!" esclamo' Claudia "Mi basta fargli odorare un po' il mio piede ed il mio fratellino torna subito in vita". "Ci credo!" disse Annalisa "Visto come usi i piedi su di lui, ormai il suo cervello deve averli collegati a qualcosa di estremamente pericoloso, percio' gli basta solo sentirne l'odore e nella sua testa scatta un allarme tipo `Svegliati Giacomino perche' devi fuggire dai piedi di tua sorella`". La ragazza sottolineo' l'ultima frase con una voce profonda come ad imitare qualcosa che giungeva da un luogo invisibile. "Ma che sciocchezze dici" ribatte' Claudia, "piuttosto aiutami a rimetterlo in piedi ed a rivestirlo" "Certo che pero' sei strana tu" continuo' l'amica mentre tirava su Giacomino, "prima dici di non voler fare tardi e poi dai un pestone alle palle di tuo fratello, lo fai svenire e devi perdere tempo a fargli riprendere i sensi". "Gli ho dato solo quello che meritava e poi non era mica un pestone forte" cerco' di giustificarsi Claudia mentre sistemava la canottiera e gli slip al fratello, strappandogli un mugolio per il dolore nei genitali. "Altre volte gliene ho dati di piu' forti" continuo' la ragazza, "e l'unica conseguenza era che si metteva a strillare peggio di un'aquila". "Gia', ma dimentichi il fatto che stamattina non era certo il primo che questo poverino riceveva" obietto' Annalisa, "avresti dovuto immagginare che la sua capacita' di resistenza era minore" e dicendo questo sorrise a Giacomino mentre gli abbottonava la camicia. Il ragazzino rimase interdetto: non era stata Annalisa che, solo pochi minuti prima, non si era fatta alcuno scrupolo nel mettergli i piedi sulla faccia? Che aveva raccontato della prima volta che aveva dato un calcio nelle palle al fratello? E di come lo aveva poi ricattato costringendolo a pratiche umilianti (e dolorose) sotto i suoi piedi ed a quelli di sua sorella Titti? Eppure adesso si mostrava comprensiva, quasi premurosa, nei suoi confronti. E Giacomino, nonostante tutto, ricambio' timidamente il sorriso che, pero', si tramuto' rapidamente in una smorfia di dolore quando Claudia gli alzo' i pantaloni senza alcun riguardo per i suoi genitali. "Vacci piano" disse Annalisa rimproverando Claudia e poi, rivolgendosi a Giacomino, aggiunse: "Dimmi un po', ti fanno molto male i tuoi gioiellini che quella cattiva di tua sorella voleva distruggere?" "Ehi!" protesto' Claudia, "parli proprio tu che, da quello che hai raccontato, non hai usato certo metodi piu' gentili con tuo fratello". "Si, ma mio fratello era grande e grosso mentre il tuo e' ancora piccolo" obietto' Annalisa. Nel frattempo le 2 ragazze e Giacomino erano usciti di casa per andare a casa di Annalisa. Il ragazzino veniva praticamente trascinato dalla sorella che giudicava la sua andatura, compatibile con il dolore ai genitali, troppo lenta. "Dimmi un po' Giacomino" esordi' Annalisa "ti piacciono di piu' i miei piedi o quelli di tua sorella?" Claudia scoppio' a ridere: "Era per questo che te lo stavi coccolando! Volevi influenzare la sua risposta alla domanda che hai fatto" "No" rispose Annalisa "sto cercando di capire perche' poco fa, mentre Giacomino stava sotto i nostri piedi, si era eccitato". "Pensi che mio fratello appartenga alla categoria di uomini che sono sessualmente attratti dai piedi delle donne?" domando' Claudia. "E se no, perche'?" replico' l'amica. "Non lo so" rispose Claudia "non era mai capitato che si eccitasse ... Giacomino, ti piacciono i piedi delle donne?" Il ragazzino non sapeva cosa rispondere perche' non riusciva a darsi una spiegazione di quanto gli fosse successo. Annalisa, vedendo la sua indecisione, lo incalzo' di nuovo: "Non c'e' niente di male a dire che ti piacciono i piedi delle donne. Saremmo ben ben felici di accontentarti". "Ti piace forse essere preso a calci nelle palle dalle donne?" intervenne Claudia. Il fratello spalanco' gli occhi inorridito: il ricordo degli ultimi colpi era ancora dolorosamente presente. "O forse preferisci che una donna ti calpesti, che cammini sul tuo corpo, che ti usi come un tappetino?" continuo' la sorella. Giacomino continuo' a tacere: ogni volta che Claudia o la mamma salivano in piedi sul suo corpo, gli risultava difficile persino respirare e temeva sempre di morire con il suo corpo schiantato sotto il loro peso. "Sono sicura invece che Giacomino si eccita con l'odore o con il sapore dei piedi" intervenne Annalisa. Il ragazzino ebbe una smorfia di disgusto: specialmente la sera, quando i piedi di sua mamma o sua sorella, dopo essere stati per tutto il giorno all'interno delle scarpe, finivano sulla sua faccia, l'odore che emanavano era nauseabondo e, se era costretto a leccarli o a succhiarli, il sapore era sgradevolmente salato. "Allora Giacomino?" sollecito' Claudia. "Non lo so ... a me non piacciono i piedi" rispose infine il fratello. "Vuol dire che dovremo accertarci di persona su cosa eccita Giacomino" disse con un'espressione rassegnata Annalisa rivolgendosi a Claudia. Lo scopo della ragazza era pero' solo di divertirsi nel vedere la faccia impaurita del ragazzino al solo pensiero che avrebbero ricominciato a massacrarlo sotto i piedi. Anche perche', nel frattempo, erano arrivati davanti la porta di casa di Annalisa. Fu percio' sorpresa che l'amica la fermasse prima che aprisse la porta con la chiave. "Aspetta!" esclamo' Claudia. Poi, rivolgendosi al fratello: "Poiche' non hai detto tutta la verita', sai qual'e' la punizione in questi casi". Giacomino si porto' istintivamente la mano a protezione davanti alla bocca come quando la si vuole tappare. "Che punizione?" domando' Annalisa. "Lascia fare me" rispose Claudia, "anzi avrai l'onore di punire tu stessa questo mascalzone". "Cosa devo fare?" domando' Annalisa eccitata per il nuovo gioco che si preannunciava. "Stai ferma cosi'" disse Claudia, "E tu, stenditi a terra a faccia in giu' dietro Annalisa!" ordino' a Giacomino. Il ragazzino comincio' a piagnucolare: "Ma io ho detto la verita' ... a me non piace stare sotto i vostri piedi ...". "Vuol dire che, se hai mentito, godrai pure tu" rispose la sorella, "mentre se hai detto la verita' saremo solo noi a godere ...". Detto questo alzo' il braccio e guardo' l'orologio aggiungendo "Hai 10 secondi per obbedire". Giacomino fece come gli era stato comandato sapendo che, in caso contrario, la sorella avrebbe avuto ben altro modo di "godere" a sue spese. Una volta steso a terra, Claudia disse: "Annalisa solleva un tallone in modo da creare un po' di spazio tra il tuo piede e la scarpa, aspetta che questo piccolo bugiardo vi abbia infilato la lingua e poi schiacciala senza pieta'". Annalisa commento' entusiasta: "Woh! Non avevo mai pensato ad una punizione simile". Sollevo' quindi il tallone del piede destro di quel tanto che bastava per far entrare la lingua di Giacomino ma, allo stesso tempo, in modo che cio' non potesse avvenire senza che la lingua toccasse il suo tallone. Quando senti' che la lingua del ragazzino era penetrata sufficientemente, di colpo abbasso' il tallone schiacciandola con tutto il peso tra tallone e scarpa. Contemporaneamente Claudia, per evitare che Giacomino potesse sfuggire alla presa, gli poggio' un piede sulla nuca impedendo che il fratello potesse tirare all'indietro la testa. Un dolore acuto invase la lingua di Giacomino incapace, con la sola forza muscolare, di tirarla via da quella penosa posizione. Il ragazzino mugolo' per tutto il tempo della punizione, che, per sua fortuna, duro' poco perche' Claudia, dopo solo qualche secondo, fece cenno all'amica di rialzare il tallone e liberare cosi' la lingua di Giacomino. "Basta cosi' Annalisa" disse Claudia "il resto lo continueremo stasera". Quindi diede dei colpetti con il piede al fratello che era rimasto a terra: "Su Giacomino, alzati, non possiamo mica aspettare i tui comodi." Annalisa apri' la porta di casa ed introdusse Claudia e Giacomino nella cucina dove trovarono Luisa, la mamma di Annalisa, seduta alla tavola mentre faceva colazione. "Ciao mamma" esordi' Annalisa, "siamo arrivati". "Buongiorno signora" saluto' Claudia mentre Giacomino rimase in silenzio perche', anche volendo, il dolore alla lingua gli impediva di articolare qualsiasi parola intelligibile. "Ah, siete qui? Pensavo che aveste cambiato idea perche' non vi vedevo arrivare" "Sai, oggi e' il compleanno di Giacomino" rispose con allegria Annalisa, "cosi' siamo rimaste un po' a festeggiare". Luisa sorrise a Giacomino guardandolo con curiosita': non aveva per niente l'aspetto di un ragazzino felice per il proprio compleanno. "Comunque ora scappiamo. Ciao mamma" aggiunse Annalisa quindi, chinatosi verso il ragazzino, lo bacio' sulla guancia: "Grazie Giacomino, non mi ero cosi' divertita da un sacco di tempo". Quindi filo' via trascinandosi l'amica Claudia che a malapena riusci' dire "Arrivederci" all'indirizzo della mamma di Annalisa. Giacomino, colto di sorpresa dal bacio, arrossi' di piacere nonostante tutto, dimenticando persino che l'attuale dolore in bocca era opera di quella sadica ragazza. Rimasti soli, ci fu un attimo di silenzio tra Luisa e Giacomino che, di sottecchi, guardava la donna. Aveva la stessa corporatura minuta di Annalisa ma era piu' bruna della figlia. L'attenzione si concentro' sui piedi della donna che, dal racconto di Annalisa, Giacomino sapeva essere altrettanto pericolosi per la sua incolumita': erano bianchissimi, piccoli e affusolati e calzavano dei sandali con zeppa abbastanza alta con il tallone completamente aperto. "Vieni a sederti" invito' Luisa "non vorrai rimanere per tutto il tempo in piedi aspettando Titti". Giacomino con cautela si avvicino alla tavola. Luisa, con noncuranza, continuando a fare colazione senza neanche guardare Giacomino, disse: "Giornata dura, vero?" Giacomino la guardo' senza comprendere. La donna, ricambiando lo sguardo, aggiunse: "Si vede lontano un miglio, da come cammini, che qualcuno ti ha colpito forte in mezzo alle gambe ... e da come guardi i miei piedi intuisco in che modo sei stato colpito". Il ragazzino si blocco' impaurito che anche Luisa abusasse di lui: "Ma ... Annalisa ... mi ha ... raccontato ..." disse balbettando. Aveva riacquistato un po' di forza per parlare, sia pure a fatica. La donna gli sorrise: "Immagino che Annalisa ti abbia detto di come veniva punito Alessandro. Non devi pensare male, e' solo il modo piu' efficace che una mamma ha per educare un figlio". Poi, vedendo che Giacomino esitava ancora, continuo': "A chi si comporta bene non farei mai niente di simile, percio' non hai niente da temere perche' mi sembri un ragazzino ben educato". Giacomino era ancora incerto se fidarsi o meno: a casa non gli bastava cercare di comportarsi bene per evitare di essere punito severamante. "Mi promette che non mi fara' del male?" oso' domandare con un filo di voce. "Hai la mia parola", rispose Luisa, "a patto che mi racconti cosa ti e' accaduto stamattina". In realta' la donna non aveva affatto rinunciato all'idea di sottomettere quel ragazzino; se aveva fatto quella promessa non era certo perche' era stata intenerita dall'aspetto indifeso di Giacomino, ma solo perche' sarebbe stato cosi' facile metterselo sotto i piedi con la forza da privare cio' di qualsiasi piacere nel farlo. 'Sarebbe stato molto piu' eccitante trovare un modo per invogliare Giacomino a mettersi volontatiamente sotto i miei piedi ...' stava pensando la donna. Nel frattempo Giacomino, rassicurato, si era seduto di fronte a Luisa. '... e, a giudicare da come e' ingenuo a fidarsi ancora delle donne, neanche questo sara' molto complicato' concluse tra se' e se' la donna. Giacomino inizio' ad esporre, con doviza di particolari, le vicissitudini di quella mattina. Man mano che il racconto si dipanava, il ragazzino si tranqullizzo' ulteriormente vedendo la mimica con cui Luisa atteggiava il volto, accompagnata da opportune espressioni verbali, che manifestavano tutta la compassione della donna in corrispondenza dei momenti piu' cruenti del pestaggio da lui ricevuto. Se pero' avesse potuto vedere sotto il tavolo, Giacomino sarebbe stato molto meno tranquillo nello scorgere il movimento dei piedi della donna che sottolineavano gli stessi momenti in ben altro modo, ovvero simulando di dare loro stessi i colpi ricevuti dal ragazzino. Alla fine del racconto, un piano diabolico si era gia' formato nella mente di Luisa ... una cosa inventata ma verosimile. "E cosi' ti sei eccitato mentre stavi sotto i piedi di tua sorella e di mia figlia ..." affermo' Luisa. Giacomino fece cenno di si' con la testa. "... e non sai perche' e' avvenuto ..." continuo' la donna. Il ragazzino scosse il capo. "... perche' a te non piace stare sotto i piedi delle donne, vero?" concluse Luisa. Giacomino scosse nuovamente il capo. "Pero' forse ti piacciono i piedi di Annalisa ... perche' sono di Annalisa" disse la donna. Giacomino la guardo' senza capire. "Ora ti spiego", continuo' Luisa, "Mi hai detto che ti piace mia figlia quindi puo' essere il semplice contatto con Annalisa ad eccitarti.". "Cioe' mi sarei eccitato se mi avesse toccato con qualsiasi parte del corpo?" domando' il ragazzino. "Non proprio ... perche' con i piedi e' piu' facile ... pero' lasciami continuare se no perdo il filo del ragionamento" rispose la donna mentre in realta' stava pensando 'Devo stare attenta a quello che dico altrimenti addio piano ...'. "Vedi, il corpo umano emette delle sostanze chimiche, chiamate ferormoni" inizio' Luisa, "Quando il nostro odorato capta queste sostanze, puo' capitare che ci eccitiamo se sono di nostro gradimento". "La puzza dei piedi e' un ferormone?" interruppe nuovamente Giacomino. "Certo che no, i ferormoni sono inodori" rispose la donna ridendo, ma continuando a pensare a come aggiustare, strada facendo, la sua strategia. Aveva notato infatti che il ragazzino era perplesso. "Devi immaginare i ferormoni come tessere di un puzzle" riprese Luisa. "Ognuno di noi ha una tessera diversa e nel nostro naso c'e' come un puzzle incompleto. Quando la tessera si accoppia bene con il puzzle, scatta l'attrazione chimica tra le persone". "E perche' e' piu' facile con i piedi?" obietto' Giacomino. "Perche' noi ci laviamo, mettiamo profumo sul nostro corpo, oppure delle creme, cioe' tutte sostanze che interferiscono con la chimica del nostro corpo." rispose la donna. E, per prevenire ogni obiezione, domando': "E tu, hai mai visto mettere il profumo che si usa per il corpo anche sui piedi?" Il ragazzino scosse il capo. "Oppure qualcuno lavarsi i piedi con la stessa frequenza con cui ci si lava le mani?" Giacomino scosse nuovamente il capo. Luisa era molto soddisfatta: era riuscita a portare la conversazione dove voleva riuscendo perfino a convincere il ragazzino sulla bonta' del suo argomentare. Ora non restava che l'ultima tappa ... "Pero' c'e' un modo per scoprire se sono stati i ferormoni di Annalisa ad eccitarti" disse la donna dopo qualche secondo di pausa. Giacomino la guardo' con aria interrogativa: "Ma Annalisa non c'e' ...". "Si', ma ci sono io ..." rispose la donna, "Vedi, anche se ciascuno di noi produce ferormoni diversi, c'e' sempre una componente ereditaria, cioe' e' come dire che possono esserci tessere di puzzle quasi uguali che vanno ugualmente bene per riempire il pezzo mancante. Percio', per esempio, se ti ecciti anche con i miei piedi, significa che sono proprio i ferormoni". La prospettiva, vista l'esperienza che finora aveva avuto con i piedi delle donne, era tutt'altro che allettante, per cui il ragazzino, quasi piagnucolando, domando': "Ma perche' proprio con i piedi? Non si puo' fare in un altro modo?" L'occasione era troppo ghiotta per lasciarsela scappare e Luisa subito ne approfitto': "Depravato che non sei altro!" invei' contro Giacomino fimgendosi adirata, "Cosa vorresti, che mi spogliassi nuda e ti strofinassi il mio sesso sulla faccia?" Giacomino balbetto' una risposta: "Non volevo dire questo ... " Ma la donna incalzo': "E dire che mi sembravi un bravo ragazzino ... se e' cosi' la promessa che ti ho fatto non vale piu' ...". Il ragazzino, sempre piu' spaventato, cerco' ancora di dire: "No, no, per favore, non ho mai pensato ...". Ed arrivo' la stoccata vincente di Luisa: "Se non lo hai pensato, hai un solo modo di dimostrarlo, cioe' ti sottoporrai volontariamente al test dei miei ferormoni" disse togliendo le gambe da sotto il tavolo e sollevandone una in modo da mostrare un piede a Giacomino. "E per credere che non hai voluto mancarmi di rispetto, devi farlo in modo convincente" concluse la donna. Giacomino sapeva quello che doveva fare. Si alzo' ed ando' verso Luisa che, nel frattempo aveva girato la sedia in modo che le gambe non stessero piu' sotto il tavolo. Il ragazzino si infilo' sotto la sedia in modo che ne uscisse solo la testa che, alla fine, si trovo' giusto tra i piedi della donna. Luisa guardo' in basso e sorrise a Giacomino (ma in realta' era compiaciuta di essere arrivata allo scopo prefisso) poi spinse indietro i piedi in modo che, facendo leva sulle spalle del ragazzino, si sfilassero i sandali. Quindi poggio' i piedi sulla faccia di Giacomino coprendola completamente. Ancora una volta, quella mattina, il ragazzino si trovo' con la sua faccia sotto i piedi di una donna. Passo' un paio di minuti ma, nonostante l'odore dei piedi di Luisa fosse sopportabile, Giacomino non provo' alcuna eccitazione. Anche la donna non era molto eccitata. Nonostante fosse riuscita a mettersi sotto i piedi Giacomino senza usare la forza non ne aveva ricavato tutto il piacere che aveva immaginato. Forse era stato troppo facile o probabilmente c'e' bisogno di qualcosa di sempre piu' "forte" e nuovo per continuare ad eccitarsi. Tolse percio' i piedi dalla faccia del ragazzino e domando': "Niente?" Giacomino scosse il capo. "Forse bisogna riprodurre piu' fedelmente le condizioni in cui ti sei eccitato ..." suggeri' maliziosamente Luisa "Se ti sposti piu' avanti, ti lascero' un piede sulla faccia e l'altro lo strofinero' sui tuoi genitali cosi' potro' anche accorgermi subito quando ti ecciti". Ma il ragazzino pensava che per quella mattina avesse gia' dato in merito e non aveva alcuna intenzione di farsi schiacciare nuovamente pene e testicoli, pero' non trovo' di meglio che dire: "Proviamo ancora un po', forse e' questione solo di tempo" e, afferrate le caviglie della donna, si riporto' i piedi sulla faccia. Luisa scoppio' a ridere: "Va bene, ti do' tempo ancora un minuto e poi faremo come ti ho detto". Ma un minuto passa rapidamente e, se pure ci fosse stata una minima probabilita' di eccitarsi, la tensione crescente con cui Giacomino visse il trascorrere del tempo, con la previsione che i suoi genitali finissero sotto i piedi di una donna, era tale che avrebbe spento qualsiasi fantasia erotica. Era ormai quasi rassegnato quando una voce assonnata fece capolino nella cucina: "Buongiorno mamma". Giacomino tiro' un sospiro di sollievo: si era completamente dimenticato di Titti ma ora, il suo ingresso, veniva in suo soccorso. Ed invece ... (3. Continua)