Il compleanno di Giacomino (FF/M - foot-dom) by JP Parte 2^ - Annalisa, l'amica della sorella, festeggia anche lei Giacomino Quando Giacomino senti' la voce di Annalisa, fu preso dal panico: finora nessun estraneo sapeva che lui, in casa sua, era trattato peggio di uno zerbino e, se mai qualcuno avesse scoperto la cosa, per lui era la fine di qualsiasi parvenza di dignita': avrebbe perso la faccia di fronte al mondo intero. A peggiorare le cose era che a scoprirlo sarebbe stata l'amica della sorella che a lui piaceva tanto: cosa avrebbe pensato nel vederlo steso a terra, nudo, sotto i piedi di Claudia ? Avrebbe sicuramente riso di lui o lo avrebbe guardato con disprezzo. Percio' il ragazzino raddoppio' gli sforzi per cercare di spostare il piede di Claudia che gli premeva sul collo: sperava che anche la sorella avrebbe voluto tenere il segreto e che lo avrebbe liberato cosi' lui avrebbe avuto il tempo di recuperare un minimo di compostezza o di nascondersi ... ma quel piede non si spostava di un millimetro. Anche Claudia stava valutando la situazione: fin da quando, con il consenso della mamma, aveva cominciato a mettere sotto i piedi Giacomino, non aveva mai detto niente a nessuno (neanche alle amiche del cuore) per paura di essere giudicata male. Infatti la mamma le aveva imposto di tacere perche' sosteneva che, se la cosa fosse trapelata, qualcuno avrebbe potuto avvertire la polizia e per loro sarebbero stati guai seri. Claudia, pur non capendone il motivo, aveva preso sul serio quanto affermato dalla mamma ed era stata zitta nella convinzione di fare qualcosa di anormale che nessun'altro poteva capire e, tanto meno, approvare. Come avrebbe potuto giustificare il fatto che a lei piaceva mettere sotto i piedi Giacomino perche' trovava eccitante sentire il suo corpo vivo sotto i suoi piedi, umiliarlo mettendogli i piedi sulla faccia o schiacciandogli i genitali e, soprattutto, che tutto cio' rappresentava simbolicamente, per lei, la vittoria delle donne sugli uomini ? Poi, grazie ad Internet, aveva scoperto che questo piacere non era poi cosi' raro e che, addirittura, c'erano uomini che desideravano stare sotto i piedi delle donne. Questo fatto, da un lato, le aveva permesso di liberarsi dal senso di colpa di essere "diversa" ma, dall'altro, le aveva fatto capire i motivi per cui la mamma le aveva imposto di stare zitta. Infatti, quando aveva cominciato a frequentare siti dove c'erano storie di "trampling", "ball-busting", "fem-dom" (ormai era diventata esperta del gergo) ed averne ricavato spunti per rendere piu' divertente la dominazione di Giacomino, aveva imparato anche che queste cose venivano tollerate solo se fatte tra adulti consenzienti. Ma Giacomino era solo un ragazzino: qualsiasi tribunale avrebbe condannato lei e la mamma, percio' era meglio tacere ed aspettare che il fratello diventasse maggiorenne. A quel punto non ci sarebbero stati piu' problemi: anche se non consenziente, quale uomo avrebbe mai denunciato una donna per il fatto di essere da lei preso a calci nelle palle o calpestato ? Avrebbe sicuramente messo a repentaglio la propria "mascolinita'": che uomo poteva mai essere chi si faceva battere da una donna fino a diventarne il suo tappetino ? Eppure mai come ora le sarebbe piacuto condividere quel divertimento con qualcuno che non fosse la mamma. E chi meglio di Annalisa, con la quale andava cosi' d'accordo ? Cosi' ora si trovava davanti ad un bivio: liberare Giacomino che si stava dibattendo come non mai per cercare di liberarsi (cosa che rendeva la sua dominazione ancora piu' eccitante) oppure lasciare che Annalisa vedesse ? E cosa avrebbe detto la mamma che, solo qualche minuto prima, l'aveva rimproverata per paura che qualcuno potesse sentire le grida di Giacomino ? Ma, alla fine, l'istinto prevalse sulla ragione: "Vieni Annalisa, siamo in cucina" fu la risposta che Claudia diede. A sentire la risposta della sorella, Giacomino intensifico' ulteriormente gli sforzi ma la sorella gesti' senza problemi il tentativo di ribellione del fratello continuando a tenerlo bloccato a terra sotto i suoi piedi. "Ho incontrato tua madre all'ingresso e mi ha detto che, forse, avevi bisogno di una mano ...". La frase di Annalisa si interruppe non appena, facendo ingresso nella cucina, vide la scena: c'era Claudia in piedi vicino al lavello con le mani poggiate sul suo bordo per reggersi meglio e, per terra, sotto i suoi piedi nudi, giaceva il fratello che si agitava inutilmente per cercare di scuotersi quel peso di dosso. Annalisa resto' per un attimo a bocca aperta: il suo sguardo era attirato da cio' che stava in basso: Giacomino era completamente nudo e c'era un piede di Claudia che stava sul suo collo e, soprattutto, c'era l'altro piede premuto sui suoi genitali. "Come vedi e' tutto sotto controllo ..." disse Claudia fissandola per carpirne ogni minima reazione: dalla frase che aveva detto Annalisa aveva inoltre capito che la mamma, nonostante tutto, aveva in qualche modo messo lei nelle condizioni di decidere se Annalisa era o meno degna di fiducia al punto tale da rivelarle il loro segreto. L'attesa duro' solo qualche secondo... "Beh, forse tua mamma ha sbagliato a dire" rispose Annalisa riprendendosi rapidamente dalla sorpresa "non hai bisogno di una mano ma di un piede ... o anche due" concluse ridacchiando. Giacomino non credeva alle proprie orecchie: non solo Annalisa non era disturbata da cio' che vedeva ma sembrava perfino gradirlo. "Quando mi hai telefonato la seconda volta per dirmi che saresti venuta prima non pensavo sarebbe stato cosi' presto" osservo' Claudia felice della reazione di Annalisa: alla fine tutte le sue paure si erano rivelate infondate. "Come ti avevo detto, anche mia sorella Titti deve andare a teatro percio' avevo pensato che tuo fratello poteva venire a casa mia, cosi' mia madre poteva accompagnare entrambi mentre noi eravamo libere di andare per fatti nostri" rispose Annalisa. "Pero' ... quando mi hai risposto che non c'erano problemi e che stavate festeggiando il compleanno di Giacomino mi sono incuriosita del fatto che sentivo te e tua madre ridacchiare, cosi' mi sono anticipata e ... tutto sommato ... penso di aver fatto bene" continuo' la ragazza. Giacomino ricordo' immediatamente la telefonata che era arrivata un attimo prima che la mamma lo colpisse con un calcio nei testicoli e che, quando riprese i sensi, la mamma e la sorella stavano ancora ridendo. "Cosi' ... visto che non c'e' tutta questa fretta ... puoi continuare con calma quello che stai facendo con Giacomino mentre io staro' qui' a guardare. O forse devo dire 'su' Giacomino?" concluse sorridendo del gioco di parole. Giacomino era sbalordito: Annalisa stava invitando Claudia a continuare a calpestarlo e voleva stare pure a guardare! "Oh, non e' niente di importante" finse di minimizzare Claudia, "stavamo recitando 'La principessa sul pisello' ma quando, per sbaglio, gli ho calpestato le palle, non c'e' stato verso di farlo stare zitto e poi, come hai visto, ha cercato pure di ribellarsi". "Mi pare normale che tuo fratello gridi quando gli premi le palle" disse Annalisa che nel frattempo si era avvicinata e stava guardando la zona dei genitali di Giacomino. "A giudicare dal loro aspetto pare che siano state strapazzate ben bene e quindi deve essere molto doloroso per lui quando le tocchi". "Vedo che te ne intendi" disse compiaciuta Claudia. "Sai, fin da quando avevo 12 anni, mia madre Luisa mi ha insegnato alcune regole fondamentali su come far vedere agli uomini che a comandare sono le donne" confido' Annalisa. "La prima", continuo' la ragazza, "e' che il punto debole degli uomini e' in mezzo alle loro gambe, quindi non devi avere paura se sono fisicamente il doppio di te perche' devi confrontarti solo con la grandezza dei loro genitali. A questo punto il tuo tallone e' piu' che sufficiente per schiacciargli le palle ed al tuo piede basta un semplice calcio per fargliele arrivare fino in gola". "Mi pare un'ottima regola", osservo' Claudia, "e su chi l'hai applicata ?" "Ho fatto esperienza per anni su mio fratello maggiore Alessandro prima che si sposasse: adesso a lui ci pensa mia cognata" rispose maliziosamente Annalisa facendo capire che, ora, era sua moglie a dominarlo. Claudia rimase sorpresa dalla risposta: Annalisa le aveva presentato una volta Alessandro e quindi sapeva che era molto piu' alto e robusto della sorella, che invece era una ragazza minuta. Come aveva fatto Annalisa a battere il fratello, per di piu' da quando era appena una ragazzina ? A confronto dominare Giacomino era una passeggiata ... anche in senso letterale. Il ragazzino, nel frattempo, aveva smesso di agitarsi (tanto ormai era inutile) ed ascoltava sempre piu' terrorizzato quanto diceva Annalisa. L'aver saputo che altri uomini subivano un trattamento simile a quello che era riservato a lui da sua mamma e sua sorella non era un sollievo perche' voleva dire che d'ora in poi doveva considerare tutte le donne che incontrava come potenzialmente pericolose e non era quindi sufficiente vivere fuori casa per essere al sicuro. Il ragazzino comincio' ad immaginare scenari apocalittici: cosa sarebbe accaduto se tutte le donne si fossero parlate (come ora stavano facendo Claudia ed Annalisa), scoprendo di poter condividere la dominazione degli uomini ? Una cosa sola: che dovunque fosse andato (a scuola, per strada, sui mezzi pubblici, nei negozi) qualunque donna si sarebbe ritenuta in diritto di usarlo come una pezza per i piedi (e non solo metaforicamente ...). Ma la realta' era gia' un incubo ... "In ogni caso tuo fratello ti avra' dato un bell'impegno visto che e' molto robusto e quindi avrai penato un po' a ridurlo alla ragione" stava dicendo Claudia. "Solo all'inizio" replico' Annalisa "perche' poi mia madre mi insegno' la seconda regola fondamentale ... ora ti faccio vedere" aggiunse guardandosi intorno e dirigendosi poi verso il centro della cucina inseguita dagli sguardi interrogativi (ma con stato d'animo ben diverso!) di Claudia e Giacomino. "Cosa stai facendo?" disse infine Claudia che non sapeva piu' trattenere la sua curiosita' quando vide Annalisa prendere una sedia. "Quando la mamma mi insegno' che per sconfiggere gli uomini bastano pochi calci ben assestati alle palle" rispose Annalisa, "mi disse anche che per dominarli bisogna distruggerli psicologicamente senza dargli la possibilita' di riprendersi: a quel punto saranno cosi' docili, come agnellini, che non avrai piu' bisogno neanche di colpirli". "E allora?" domando' Claudia. "E allora" rispose Annalisa, "dopo aver steso a terra mio fratello a calci, prendevo una sedia, la sistemavo vicino a lui ... come sto facendo ora, mi sedevo e mettevo i miei piedi sulla sua faccia ... cosi'" concluse Annalisa sfilando i sandali e coprendo la faccia di Giacomino con i suoi piedi nudi (i talloni all'altezza degli occhi e le dita all'altezza della bocca). "E cosi' obbligavo mio fratello a respirare l'odore dei miei piedi" continuo' Annalisa, "minacciandolo che, se non avesse obbedito, gli avrei schiacciato le palle". "Non ci credo neanche se lo vedo" ribatte' Claudia "Tu mi nascondi qualcosa ..." "Ma come sei diffidente!" replico' Annalisa, "Scommetto che tuo fratello mi crede ad occhi chiusi..." aggiunse ridacchiando e calcando di piu' i piedi sulla faccia di Giacomino a sottolineare il fatto che il ragazzino non poteva certo vedere con gli occhi coperti in quel modo. Giacomino avrebbe voluto rispondere che non aveva bisogno di vedere per credere ma stava soffocando. Non era certo la prima volta che la sorella sadicamente gli premeva il collo con un piede, ma questa volta era diverso: infatti, con i piedi di Annalisa sulla faccia del fratello, Claudia non poteva regolare la pressione del piede basandosi sull'espressione del viso di Giacomino. In piu', la ragazza era cosi' interessata a quanto stava raccontando l'amica che non stava certo badando allo stato di salute del fratello. Giacomino comincio' a temere per la propria vita ma fu salvato proprio dalla curiosita' di Claudia: infatti, per guardare Annalisa mentre questa parlava, la ragazza, data la sua posizione, doveva girare il viso quasi di 90 gradi, percio', per stare piu' comoda, si sposto' con entrambi i piedi sulla pancia di Giacomino e ruoto' su se stessa in modo da poter guardare l'amica direttamente di fronte a se'. Il ragazzino cosi' pote' ricominciare a respirare a pieni polmoni e gli sembro' di rinascere nonostante l'aria gli arrivasse "arricchita" dell' odore dei piedi di Annalisa. Quando riacquisto' abbastanza lucidità, presto' di nuovo attenzione al racconto della ragazza. ".... Mi finsi svenuta sul divano e, ad un certo punto, Alessandro si preoccupo' che mi avesse fatto male sul serio e si avvicino' senza sospettare nulla. Ero quasi rannicchiata ed aspettai finche' non arrivo' a portata e WHAM! distesi con tutta la potenza possibile la gamba colpendolo in pieno nell' inguine con la pianta del piede. Ero a piedi nudi perche' nella colluttazione precedente avevo perso le pantofole cosi', nonostante avesse il pantalone, sentii distintamente uno dei suoi testicoli sotto il tallone. Rimase paralizzato per un attimo con un'espressione del viso che sembrava piu' di sorpresa che di dolore. Tirai dietro la gamba e lo colpii di nuovo nello stesso posto con un'altra fortissima pedata. Si accascio' al suolo senza un grido: era stato piu' facile del previsto. Guardai mio fratello: si trovava disteso su un fianco parallelo al divano e non dava segno di vita. Mi spaventai pensando di averlo ucciso e lo girai in modo che fosse di schiena. Quando vidi che respirava capii che era solo svenuto e tirai un sospiro di sollievo. Ero molto fiera di cio' che avevo fatto cosi' decisi di aspettare mia madre per farle vedere il risultato dimenticandomi che sarebbe tornata a casa insieme a mia sorella Titti che, all'epoca, aveva solo 8 anni. Mi sedetti sul divano, accesi la televisione e poggiai i piedi nudi sul corpo di Alessandro in modo da potermi accorgere subito qualora fosse rinvenuto" "E poi ?" la incalzo' Claudia che, nel frattempo, si era poggiata con un fianco al piano della cucina spostando tutto il peso su una gamba mentre il piede dell'altra, piegata all'indietro, finiva, quasi casualmente, per poggiarsi sul pene di Giacomino bloccandolo nuovamente sotto di se'. "Dopo pochi minuti torno' mia madre" riprese Annalisa "e con lei c'era anche mia sorella Titti. Mia madre capi' subito la situazione ma finse di essere sorpresa (a causa proprio della presenza di Titti) e chiese cosa stesse accadendo. Esitai un attimo ma, per fortuna, mi venne in mente di dire, ed in fondo un po' era vero, che Alessandro aveva perso una scommessa e quello era il pegno che stava pagando. Mia madre allora disse che bisognava festeggiare e mando' Titti a prendere la macchina fotografica per immortalare la scena. Nel frattempo che mia sorella era uscita dalla stanza, mia madre volle sapere tutti i dettagli mentre dava dei piccoli schiaffi ad Alessandro per farlo rinvenire. Mio fratello riprese i sensi poco prima che Titti rientrasse e mia madre gli disse di stare tranquillo se non voleva avere conseguenze piu' gravi cosa che lui fece visto che non era certo nelle condizioni di potersi ribellare. Facemmo un sacco di foto con pose di vittoria sul corpo di Alessandro. Mia sorella si mostro', con mio stupore, particolarmente entusiasta: si tolse le scarpe e partecipo' con foga al calpestamento di Alessandro. Me ne ricordo ancora una dove ci stava mia madre in piedi sul torace di mio fratello che teneva per le mani Titti che stava in piedi sulla sua faccia." "Si', ma ancora non ho capito come hai fatto ad evitare la vendetta di tuo fratello" sbotto' Claudia mentre il suo piede si muoveva impaziente strofinandosi sul pene di Giacomino. Una strana idea intanto si stava facendo strada nella mente del ragazzino: essendo mingherlino, era sempre stato vessato dagli altri ragazzi piu' grandi di lui, per cui scoprire che anche il piu' grande di loro poteva essere sconfitto facilmente gli aveva fatto nascere una sorta di gratitudine nei confronti delle donne. Immaginava tutti i ragazzi che a lui erano antipatici picchiati da qualche donna e messi sotto i piedi da loro: era quasi come se fosse una vendetta per interposta persona. Paradossalmente Giacomino sembrava aver dimenticato che, in quel momento, era lui a trovarsi sotto i piedi di due donne. Anzi, sara' stato questo nuovo "sentimento" verso le donne, oppure sara' stata l'esplosione di vitalita' che nasce quando si arriva ad un passo dalla morte e la si scampa od infine sara' stato quel piede di Claudia che, una volta tanto, non stava strapazzando i suoi genitali ma veniva strofinato quasi con delicatezza sul suo pene, fatto sta che il ragazzino, con sconcerto, scopri' che stava avendo un'erezione. Cerco' allora in tutti i modi di pensare a qualcosa che bloccasse l'eccitazione ma il racconto di Annalisa ed il piede di Claudia continuavano imperterriti a fare il loro lavoro. Infatti, nel frattempo, Annalisa stava rispondendo a Claudia: "Come, non hai capito ? Fu facile ricattarlo che se non avesse obbedito a tutti i miei desideri avrei messo in piazza tutte quelle foto. Cosi', non solo non temevo una sua vendetta, ma potevo divertirmi ad umiliarlo come piu' mi pareva. Fu cosi' che, di nascosto a mamma (secondo cui mia sorella era ancora piccola per fare certe cose), iniziai a far partecipare pure Titti al gioco. Come ti dicevo, ero rimasta impressionata dall'entusiasmo con cui mia sorella aveva messo sotto i piedi Alessandro quando avevamo fatto le foto percio' avevo deciso di usare anche lei per umiliare di piu' mio fratello. E devo dire che Titti supero' in pieno ogni piu' rosea previsione e si rivelo' subito un piccolo demonio. Pensa che il suo divertimento maggiore era quello di camminare sulle palle di Alessandro mentre io le tenevo le mani stando in piedi sul suo corpo per tenerlo bloccato a terra". "Woh!" esclamo' Claudia, "pensavo di essere perfida ma tu e tua sorella battete di gran lunga me e mia madre. Quando cominciai a mettere sotto i piedi Giacomino mi accontentavo di mettergli i piedi sulla faccia anche perche', a quel tempo, mio fratello era troppo piccolo per sopportare il mio peso in piedi su di lui. Ancora oggi, la punizione quotidiana (perche' una ragione per punire Giacomino la troviamo sempre) consiste nell' obbligarlo a stare sotto il tavolo mentre ceniamo oppure disteso davanti al divano mentre guardiamo la televisione e, a turno, una di noi usa la sua faccia per poggiarci i piedi mentre l'altra usa le sue palle ..." "Cosa succede ?" domando' Annalisa vedendo che l'amica aveva improvisamente smesso di parlare. "Guarda questo pervertito!" esclamo' Claudia togliendo il piede da sopra il pene del fratello e mostrando cosi' ad Annalisa l'erezione che il ragazzino non era riuscito a trattenere. "Bene, bene" commento' Annalisa "vuol dire che ora ci divertiamo di piu'". "Purtroppo dobbiamo rimandare" replico' Claudia "perche' abbiamo esaurito tutto il tempo". Continuando a stare in piedi sul corpo del fratello, la ragazza fece un cenno d'intesa all'amica che tolse i piedi dalla faccia di Giacomino e si riinfilo' i sandali. Non appena il ragazzino pote' ricominciare a vedere, incrocio' lo sguardo della sorella che, con un sorriso malizioso, aggiunse: "Una cosa deve pero' essere chiara, il piacere deve essere solo il nostro ...". E detto questo sollevo' una gamba e colpi' violentemente Giacomino con un pestone sui genitali. Il ragazzino svenne di nuovo. "Presto" disse Claudia ad Annalisa "aiutami a prepararlo cosi' lo portiamo a casa di tua madre" e scese dal corpo del fratello. "Ho paura che anche li' sarai festeggiato per bene" disse Annalisa rivolta verso il corpo privo di sensi del ragazzino ... (2. Continua)