IL PASSATO DI HANNAH Tredicesimo episodio di DAVIDMUSCOLO Baines aveva fatto alcuni passi avanti ed aveva assistito a quella che lui credeva l'esecuzione di Eugenij. Qualcosa di misterioso lo aveva quasi obbligato a guardare. Aveva visto quella bellissima fanciulla sollevare lo sgherro di Baltyfiev e poi tirarglielo addosso facendolo cadere, proprio come fa un giocatore di bowling. E poi l'aveva ammirata quando si era tramutata nella dea vendicatrice picchiandolo senza pieta'. Lo aveva anche ucciso? Sembrava proprio di si e del resto era altamente probabile. Sciarada non lasciava testimoni. Solo allora, osservando quella giovane ragazza disporre di quell'uomo in modo cosi' semplice, aveva capito cosa fosse quella forza misteriosa, aveva compreso di cosa si trattasse quando si rivolgeva a lei in tono sottomesso, avvolgendola in una specie di aurea di superiorita'. Lo aveva capito quando nel vederla, nell'osservare quel corpo scolpito e senza difetti, quella muscolatura eccezionale che pero' lei riusciva spesso a mascherare tramutandosi in una normale ragazza, la sua eccitazione sessuale raggiungeva il parossismo. L'amava, era fuori di dubbio. L'amava come dea ma anche come giovane donna, ammirando non solo le sue caratteristiche fisiche ma anche la sua intelligenza e persino quel suo modo particolare di vedere la giustizia. Occhio per occhio, senza pieta', era stato questo il suo motto e se ne era riappropriata quando era stata costretta. L'amava e sorrise tristemente. Lei non avrebbe mai contraccambiato. Il sogno di Hannah era quello di vivere normalmente e per questo aveva abbandonato Sciarada per poi perdere la testa per un ragazzo semplice, un uomo che probabilmente non aveva nessun requisito per stare a fianco ad una meraviglia del genere ma che forse, proprio per questo, era da lui attratto incondizionatamente. Se ne era accorto in quei pochi momenti che avevano trascorso insieme, nel modo in cui lei guardava Keller, nella speranza, che lei considerava vana, di riallacciare quel rapporto. E lui, Leonard Baines, era destinato a scomparire dalla sua vita. Ma intanto, poteva osservarla di nuovo nelle vesti implacabili di giustiziera. Aveva afferrato Baltyfiev con una mano per la gola e lo aveva sollevato come un fuscello. Aveva provato sulla sua pelle una cosa del genere. Malgrado fossero trascorsi cinque anni, gli sembrava ancora di risentire quella potenza inaudita, il terrore di dover dire addio alla vita senza poter far nulla e sapeva perfettamente cosa passasse per la testa del kazako in quel momento. Con una piccola ma sostanziale differenza. A Baltyfiev non sarebbero bastate delle scuse per aver salva la vita. Si avvicino' ancora un po', riuscendo a scorgere il viso del kazako, un viso trasfigurato dal terrore per la potenza che quella giovane donna dimostrava. Hannah getto' il corpo di Baltyfiev addosso all'aereo e poi lo colpi' con un pugno tremendo alla bocca dello stomaco. L'uomo si piego' in due, rigettando cio' che aveva mangiato ma era solo l'inizio per lui. Altri poderosi colpi si infransero sul corpo del rapitore ed erano colpi tremendi, ognuno dei quali andava sistematicamente a rompere le ossa del malvivente. Poi lo afferro' di nuovo per il collo. Baines poteva scorgere l'eccellente muscolatura della ragazza mentre questa compiva quello sforzo e ne rimase affascinato. Era una visione crudele, quella di un uomo che sta per morire ma l'agente non riusciva a non trovarla anche misteriosamente eccitante. La mano della giovane si strinse sul collo dell'uomo sempre di piu' mentre lo sollevava a ridosso della carlinga dell'aereo e, inconsciamente, si avvicino' ancora di piu' per osservare quella superba prova di potenza assoluta. Vedeva Hannah solo di spalle ma poteva osservare abbastanza bene il viso di Baltyfiev e ne ebbe quasi pieta'. Hannah intanto, era giunta al momento fatidico. Aveva salvato la vita ai due scagnozzi dell'uomo che ormai penzolava miseramente stretto nella sua presa d'acciaio. Le sarebbe bastato stringere appena un po' e l'uomo sarebbe spirato per mancanza di aria nei polmoni. Lo voleva morto. Aveva vissuto tutta la sua giovinezza per questo, per uccidere persone che non meritavano di vivere e Baltyfiev era una di quelle persone. Aveva rapito una bambina di tre anni che forse nemmeno avrebbe restituito a suo padre. Meritava di morire, glie l'aveva promesso e la sua mano, quella che reggeva il kazako si irrigidi' per una frazione di secondo. L'uomo tossi'. L'afflusso di aria ai suoi polmoni si era interrotta completamente ma poi la sua mano allento' la presa. No, quella che uccideva, l'assassina, era un'altra Hannah. Non ce la faceva, non poteva. Per Simon che in punto di morte l'aveva implorata di cambiare vita e per il suo nuovo amore, per Jonathan, anche se quell'amore probabilmente non le sarebbe stato contraccambiato a causa del suo passato. La sua mano, quella mano che stava per soffocare Baltyfiev, si apri' completamente rilasciando il kazako che cadde a terra. Ricominciava a respirare e la cosa non gli sembrava possibile. Striscio' ai piedi della giovane donna, ancora incredulo di essere vivo e la guardo' sconsolato " Finiscimi, Sciarada. Ti prego, non farmi soffrire ancora" la imploro' pensando di essere soltanto all'inizio della sua tortura. Hannah lo osservo'. La sua rabbia sembrava sbollita ma non poteva andarsene e lasciarlo con la possibilita' che potesse fuggire. Lo sollevo' e lo colpi' con un altro pugno rendendolo incosciente e poi si volto'. Leonard Baines aveva osservato tutta la scena ed ando' incontro alla ragazza che stava tornando indietro quasi barcollando. Le prese il braccio aiutandola a fare quei pochi metri che la separavano da Jonathan. Appena di fronte a lui, Hannah scoppio' a piangere e si mise quasi in ginocchio con le mani sul suo bel viso " Non potevo farlo, non potevo" disse ai due uomini. Jonathan rimase in silenzio mentre Baines guardo' la giovane donna quasi incredulo " Vuoi dire che non li hai uccisi'" " No Baines, non li ho uccisi. L'unico morto e' quello colpito dai tuoi uomini, io li ho risparmiati" " Forse e' meglio cosi'" " Tu mi avresti supportata anche se li avessi uccisi?" " Si Hannah. Avevo degli ordini ben precisi ma sono felice che tu non abbia ricominciato a macchiarti le mani di sangue" " E adesso? Cosa farete di questi uomini?" Leonard Baines sorrise maliziosamente " Hanno talmente tanti peccati sulla coscienza che non se ne andranno di nuovo in giro a rapire bambine americane. Ci penseremo noi a loro. Puoi stare tranquilla" Jonathan, che fino a quel momento aveva osservato in silenzio, poso' la piccola Sarah che aveva ancora in braccio ed aiuto' la ragazza a rialzarsi " Sono felice che tu non li abbia uccisi. Adesso e' tutto finito" " No, non e' finito. Tu lo sai, vero Baines?" " Si lo so" rispose l'agente " E mi supporterai ancora?" " Ho l'ordine di farlo fino alla fine di questa storia" " Mi dirai mai il perche' Baines?" " Non posso farlo ma posso dirti di provare a riandare indietro con la memoria, a tanti anni fa', a quando probabilmente eri una bambina della stessa eta' di Sarah" " Non mi ricordo" " E' meglio cosi', credimi. Sappi allora che qualcuno aveva un debito con te ed ha voluto ripagare quel debito" " Quando avevo l'eta' di Sarah uccisero mia madre. C'entra qualcosa con la sua morte?" Baines sorrise " Chissa', puo darsi" " Non ricordo proprio. Ero cosi' piccola. Ma quella persona che aveva un debito con me deve essere un pezzo grosso della tua agenzia per averti permesso di aiutarmi fino a questo punto. Si tratta di Baustein, non e' cosi' Baines?" " Ti ho detto tanto, Hannah. Posso solo aggiungere che sono contento di esserti potuto essere d'aiuto e, se fosse dipeso da me, l'avrei fatto anche senza quell'ordine venuto dall'alto" " Perche'? Almeno questo me lo puoi dire" Leonard Baines guardo' la giovane donna di fronte a lui. Era ancora sconvolta ma non aveva perso nulla della sua straordinaria bellezza. Le sorrise. Cosa avrebbe potuto dirle? Che l'avrebbe aiutata anche se non avesse ricevuto un ordine perche' ne era ammaliato? Perche' l'amava? Non poteva farlo. Si schiari' la voce " Perche' lo ritengo giusto" " E' solo per questo? Per un tuo senso di giustizia?" " E cos'altro potrebbe essere? Piuttosto, invece di cercare di trovare una giustificazione ad ogni costo sul mio operato, sarebbe piu' giusto pensare a come muoverci. Vuoi finire tutto entro oggi?" " Si, e' meglio di si. E qui'? Hai detto che ci penserete voi?" " Si. Siamo della C.I.A. e siamo specializzati nell'eliminare ogni tipo di prova. Ci sono anche i soldi del riscatto. Quelli sono vostri" " Dateli a Jonathan, per il momento. Quando tutto sara' terminato mi occupero' io di darli in beneficienza. Non li voglio. Sono soldi che grondano sangue" " Ottima scelta. Non mi rimane che dirti addio Hannah. Credo che ci risentiremo solo per telefono" " Addio Leonard. Non credevo che avrei potuto sentire la tua mancanza ed invece mi fa male sapere che non ci vedremo piu'" " Aspettate prima degli addii" intervenne Jonathan "Credo che ci rivedremo, invece" " Non capisco" obietto' la giovane "Tu ora andrai a casa con Sarah mentre io ho ancora un lavoro da fare e ... " " Abbiamo un lavoro da fare. Io non lascio sola la mia donna" Hannah sobbalzo' " Ma io e te ... .Tu non ti rendi conto" Jonathan afferro' per un braccio la ragazza e si allontanarono di alcuni metri " Cosa c'e' che non mi rendo conto?" " Io sono un'assassina, io non sono degna di vivere accanto ad un bravo ragazzo come te. Tu hai bisogno di una ragazza per bene, non di una come me" " E chi sei tu per decidere al posto mio? Se permetti, lo decido io chi scegliere ed io voglio te" Jonathan allungo' il collo e bacio' la ragazza sulla bocca e poi prosegui' "Io ti amo e ti lascero' solamente se tu mi guarderai negli occhi e mi dirai che invece tu non mi ami" " Non potrei mai farlo perche' anch'io ti amo. Ma non sono la ragazza adatta a te. Ed io voglio la tua felicita'" " Io so che potrei essere felice soltanto se tu rimarrai accanto a me. Quanto al fatto che che tu potresti non essere la donna giusta per me, chi lo dice? Tu? Perche' nel tuo passato hai ucciso degli uomini? Era feccia, l'hai detto tu stessa. Quanto a questi bastardi che tu hai lasciato in vita, forse al posto tuo non sarei riuscito a trattenermi. Non pensavo di poter dire una cosa del genere fino a pochi giorni fa' ma ho trascorso dei giorni infernali che mi hanno cambiato. Tu non sei un'assassina ma una giustiziera e la differenza e' sostanziale" Hannah scosse la testa " Molti non sarebbero d'accordo su questa osservazione" " Non m'importa nulla di quelle che penserebbero gli altri. Io so soltanto quello che penso io ed io so che tu non sei un'assassina, anche se hai ucciso diversi uomini. Lo so ed e' il mio cuore a dirmelo" Due lacrime scivolarono sulle guance di Hannah che le tolse con il dorso della sua mano destra " Non e' solo per questo. Mi hai vista, Jonathan? Hai visto cosa sono in grado di fare?" " L'ho visto ma se pensi di dissuadermi con questa scusa, sei in errore. In grosso errore" " Ragionaci Jonathan. Sono piu' forte di te e a lungo andare questa situazione ti pesera'. Pensa, prima di litigare con me ci penserai un milione di volte e questo un uomo non lo puo' sopportare a lungo. Non sarai mai te stesso. Anche se io non ti costringessi, tu ti sentirai in obbligo di fare cio' che ti chiedo perche' mi vedrai sotto una luce diversa rispetto a come qualunque uomo vede la propria donna" " E chi te l'ha detto questo? Leggi per caso nella mia mente? Se pensi che le tue straordinarie doti mi possano impaurire, sei fuori strada. Certo, ovviamente ti vedro' come una persona che ha delle qualita' eccezionali. Ma questo e' un male?" " Non lo so" " No, non e' un male, secondo me. Vedere la propria compagna nel modo in cui io vedo te e' semplicemente un atto d'amore. E' stima, e' ammirazione. Non e' paura. Possibile che tu non capisca?" Hannah accarezzo' dolcemente Jonathan " Io avrei voluto essere una donna normale per te" " Tu non saresti mai potuta essere normale. Pensi che prima, quando ti accarezzavo, quando mi perdevo nella perfezione del tuo corpo, io ti vedessi normale? Non credi che adesso non dovrai piu' fingere di compiacermi ma che puoi essere finalmente te stessa?" " Io sono cosi' confusa. L'ultima cosa alla avrei pensato era quella che tu mi richiedessi di tornare insieme" Jonathan la prese tra le braccia " E' confuso anche il tuo amore?" " No, quello e' limpido" " E allora smettila di mettere delle scuse. Del tuo passato non mi importa niente. E per quanto riguarda la tua forza fisica, la tua bravura ... .Hai per caso intenzione di picchiarmi a sangue?" " Oh no, che dici? Io non ti metterei mai una mano addosso" " Nemmeno se ti facessi arrabbiare, se io dovessi fare qualcosa che non ti va?" " Non dirlo nemmeno per scherzo" rispose la ragazza "Ti tirerei addosso dei piatti. Questo almeno me lo concedi?" " Oh no. Con la tua forza potresti tagliarmi la testa. Ti concedo pero' di sbatterli per terra e di urlarmi contro. Sei d'accordo, amore mio? " " Oh si, sono d'accordo, tesoro. Sono completamente d'accordo con te" termino' la giovane rispondendo finalmente al bacio di Jonathan" Fletcher Drive, Los Angeles Sabato 11 maggio 2013 Ore 15. 38 Hannah e Jonathan avevano appena oltrepassato il quartiere di Silver Lake ed erano entrati in Atwater Village. Ad ovest, c'era il fiume Los Angeles che divideva il quartiere da Griffith Park. La nebbia mattutina che infestava la citta' ad ogni inizio estate aveva lasciato il posto ad un sole caldo ma non asfissiante. Parcheggiarono la vettura a cento metri dal loro obiettivo e si incamminarono velocemente. La gente era scarsa, come ogni sabato e molti degli abitanti del quartiere erano andati probabilmente a godersi l'arrivo dell'estate a Venice. Jonathan si rimbocco' le maniche della camicia e poi diede la mano alla sua donna. Nessuno poteva immaginare chi fossero e cosa stessero per compiere. Avevano lasciato la piccola Sarah dalla mamma di Jonathan e i trenta milioni da Baines e poi si erano avviati. Trovare l'indirizzo era stato facile come bere un bicchier d'acqua ed ora stavano per mettere l'ultimo tassello al loro posto. Il quartiere era una giusta via di mezzo tra le ville holliwoodiane faraoniche e la poverta' dei bassifondi, con piccole villette aggraziate abitate da tranquille famiglie della media borghesia, mentre la zona che costeggiava il fiume era famosa per i suoi ristorantini di pesce. Oltrepassarono una rivendita di tacos desolatamente vuota considerando l'ora e arrivarono finalmente all'indirizzo esatto. Non si trattava propriamente di una villa ma di una casa ad un solo piano e Hannah busso' decisa. Ci vollero alcuni minuti prima che la persona che ci abitava venisse a rispondere. Era un uomo, ancora insonnolito, che guardo' fuori dallo spioncino sbadigliando e poi apri' manifestando entusiasmo " Hannah, ma come diavolo hai fatto a trovarmi?" " Non ci fai entrare, Mark?" " Ma certo, che sbadato. Il fatto e' che mi sono svegliato adesso. Sai, per via del locale, io non vado mai a dormire prima che si sia fatto giorno" I due giovani non risposero e seguirono Mark Jennings in una stanza che sembrava essere una specie di ufficio. Jennings si mise seduto dietro ad una scrivania di legno e sorrise ai suoi ospiti " Allora, Hannah. In cosa posso esserti utile?" " Sono riuscita a mettere le mani su Baltyfiev" Mark Jennings sbianco' in volto " Davvero? Lo hai ... ..Lo hai ... .." " L'ho ucciso? Avrei dovuto perche' e' cosi' che ha sempre fatto Sciarada. Ma vedi, in questi anni sono cambiata" " Capisco. Come hai fatto a rintracciarlo?" chiese l'uomo piuttosto innervosito " E' una storia complicata. Piuttosto, mi interessava sapere quanto ti hanno pagato" " Cosa diavolo stai dicendo?" L'uomo era diventato ancora piu' pallido. Cerco' un respiro profondo, visibilmente scosso " Quando l'ho avuto tra le mani, mi avrebbe raccontato anche la storia della sua famiglia, pur di aver salva la vita ma non ce ne e' stato bisogno. Sapevo gia' da tempo che eri stato tu a tradirmi. Solo tu conoscevi la mia vera identita'. Hai fatto una sciocchezza, Mark" " Hannah, tesoro, ma davvero pensi una cosa del genere? Ci sono molti altri modi per cui potevano rintracciarti. Io non lo avrei mai fatto. Simon aveva una fiducia enorme in me" " Meno di quello che immagini. Ma se i dubbi mi sono venuti subito, sei stato poi tu a tradirti completamente. Ricordi quando ci siamo incontrati al locale? Mi hai detto scherzando che ce l'avevi con me perche' dopo tutti quei mesi che abitavo a Los Angeles, soltanto allora mi ero decisa a venirti a trovare. E come facevi a sapere che sono sei mesi che abito a Los Angeles? Io non te l'avevo detto e questo significa che tu mi tenevi sotto osservazione. Tu o gli uomini di Baltyfiev, ovviamente. Infine, ho riscontrato certe discordanze su quello che mi hai raccontato di Baltyfiev e quella che era la realta'" " Hannah, io no ... ... Non puoi credere che ti abbia tradita" la ragazza sorrise ma non era un sorriso che prometteva bene per Mark Jennings " Ed invece lo credo, anzi, ne sono sicura" " Come puoi esserne sicura? Se te l'ha detto lui forse ha mentito per cercare di salvarsi la pelle" " Caso mai e' il contrario. Avrebbe detto la verita' pur di salvarsi. Tra l'altro, durante lo scambio che poi quel bastardo non ha rispettato, mi ha anche detto che da allora in poi io sarei dovuta stare ai patti. Capisci? Da allora in poi. Come se sapesse che prima mi ero rimossa senza rispettare i patti che erano di non cercarlo. E sai qual e' l'unica cosa che ho fatto a sua insaputa? E' stato il venire a cercare informazioni su di lui da te, mio caro Mark. E quindi, soltanto tu potevi dirgli che mi ero mossa al di fuori dei patti stabiliti" " No Hannah, queste non sono prove" balbetto' Jennings " Oh, per me lo sono, eccome. Chi altri poteva tradirmi se non tu. E tu sai anche che io non faccio sconti, Mark. Mi conosci, mi hai vista crescere e sai che sono proprio come Simon. Sono Sciarada, come lo era lui, ma c'e' una sostanziale differenza. Io non ho nessun debito di riconoscenza verso di te. E' tutto, Mark, Sciarada ti condanna a morte" Jennings rabbrividi'. Sapeva che Hannah lo avrebbe ucciso. Glie lo leggeva negli occhi. Quella ragazza non avrebbe provato nessuna pieta' nei suoi confronti e si rese conto che aveva un'unica via di salvezza disponibile. Velocemente, apri' un cassetto sotto la scrivania ma la sua mossa non era passata inosservata ad Hannah che, come un fulmine, spinse la scrivania addosso all'uomo facendolo urlare dal dolore, con la sua mano dentro il cassetto. Mentre Jennings si contorceva dal dolore, la ragazza si alzo' fece il giro ed apri' il cassetto traendone la pistola che Jennings voleva utilizzare " E questa e' la prova definitiva Mark, semmai ci fossero ancora dubbi sulla tua colpevolezza" " Ascolta Hannah, mi avrebbero ammazzato. Loro sapevano che io conoscevo Sciarada" " Non mentire, Mark. Loro non lo sapevano. Baltyfiev mi ha raccontato tutto. Lui e' venuto da te in cerca di informazioni su di me, promettendoti un sacco di soldi. Tu vendi informazioni ed era logica una tappa da te. Ma non sapevano che proprio tu eri al corrente della verita' su di me e sei stato tu ad offrire la mia vita a Baltyfiev su un piatto d'argento. La mia vita e quella di una una bambina di tre anni. Che ne dici? Meriti la morte?" " No Hannah, io posso ancora esserti utile, posso fare qualunque cosa tu mi richieda" " Mi dispiace ma e' troppo tardi" " Hannah, ti prego. Hai risparmiato la vita a loro, fallo anche con me" " Baltyfiev ed i suoi scagnozzi sconteranno i loro peccati, in qualche modo, ma tu? Di cosa potrei accusarti di fronte alla legge? Tu meriti di morire. Sei un bastardo traditore. Hai tradito una persona che conoscevi da sempre soltanto per un po' di soldi" Jennings si copri' il volto con le mani senza proferire parola e la ragazza prosegui' "Fammi una cortesia, Mark. In nome del nostro passato, non mi costringere ad ucciderti. Sarebbe troppo doloroso per te" La ragazza prese la pistola, ne trasse tutti i proiettili tranne uno e lascio' l'arma sulla scrivania, poi si rivolse a Jonathan "Amore, esci dalla stanza e aspettami" L'uomo obbedi' e la ragazza ando' verso un divano afferrando un cuscino che diede quindi a Jennings rivolgendosi di nuovo a lui "Adesso prendi la pistola e sparati, Mark, usando il cuscino come silenziatore" " Non puoi chiedermi una cosa simile, ti prego Hannah" La ragazza afferro' la mano sinistra dell'uomo mettendogli in bocca l'altra mano per non farlo urlare e poi strinse. Ancora una volta, la visione dei suoi muscoli che si gonfiavano era qualcosa di impressionante. Le ossa della mano sinistra di Jennings si sbriciolarono come se fossero schiacciate da una pressa d'acciaio e le sue lacrime avevano ormai invaso tutta la sua faccia mentre i suoi singhiozzi scuotevano l'intero suo corpo. Hannah attese qualche istante che l'uomo si calmasse e poi lo guardo' con disprezzo " Per ora, ti ho soltanto spezzato le ossa di una mano ma ripetero' questa operazione ogni volta con una parte del corpo diverso. Non ti rimarra' un solo osso sano e soffrirai le pene dell'inferno. Passero' al braccio, poi alle gambe ed infine alla cassa toracica e ti lascero' sano soltanto il braccio destro col quale tu ti sparerai. Mi conosci, Mark, tu sai che io non ho pieta' per la gente come te. Ti ho dato una chance per non soffrire ma se tu non la coglierai, la tua morte sara' dolorosa oltre ogni immaginazione" La ragazza si allontano' di circa un metro e Mark Jennings cerco' il suo sguardo. Sapeva che non mentiva, sapeva che comunque lei lo avrebbe ucciso e decise di abbreviarsi quella sofferenza che, altrimenti, sarebbe stata lunga e soprattutto inutile. Aveva un solo colpo in canna e sapeva che non avrebbe fatto in tempo a puntare l'arma verso Hannah. L'aveva vista spesso allenarsi, conosceva la sua velocita' di esecuzione e la sua precisione. No, lui non poteva niente contro quella ragazza, nemmeno armato. Afferro' la pistola, mise il cuscino davanti alla sua guancia destra ma esito'. Una lacrime scese sulla sua guancia. Era stato un idiota. Doppiamente idiota. Prima quando aveva deciso di vendere Sciarada. Dopo la morte di Simon quella ragazza era inutile. Non avrebbe ricavato un soldo da lei e venderla a Baltyfiev gli era sembrata la cosa piu' ovvia. Ci aveva ricavato un bel gruzzoletto. Ma poi si era tradito come un ragazzino, anzi, come un idiota. La sua seconda idiozia. Guardo' di nuovo la ragazza di fronte a lei e sbircio' l'uomo che era uscito dalla stanza ma che faceva capolino per assistere alla scena. E la scena era quella finale. Per un attimo ancora penso' di voltare la pistola verso Hannah ma poi desistette. Quella ragazza era un concentrato di muscoli pronti ad esplodere e lo guardava per assicurarsi che compisse quello che doveva fare " Hai vinto tu, Hannah" disse e poi premette il grilletto. Un colpo sordo anticipo' la scena di Mark Jennings che si afflosciava come una marionetta senza fili, con la testa rivolta all'indietro. La pistola cadde invece sulla scrivania e quello fu l'unico impercettibile rumore che si senti' in quella stanza. Hannah usci' senza voltarsi indietro. Avevano lasciato un mucchio di tracce e di impronte ma da li' a pochi minuti sarebbe intervenuta la squadra di Baines per eliminare tutto, compreso il corpo. In questo, la C.I.A. sapeva fare il proprio lavoro come meglio non sarebbe possibile. Prese la mano di Jonathan, lo accarezzo' e lo bacio' sulla bocca " Questa e' l'ultima volta che hai visto in azione Sciarada, amore. D'ora in poi vedrai solo Hannah. Te lo prometto" " So che lo farai" " Voglio dirti che a volte potro' tentennare vedendo le tante ingiustizie che ci circondano ma stavolta ci riusciro'. E sai qual'e' la ragione che mi porta a fare questa promessa?" Jonathan osservo' Hannah rimanendo in attesa che questa terminasse "Sei tu la ragione" L'uomo l'abbraccio' e la accarezzo' a sua volta " Andiamo a riprenderci la bambina e torniamo a casa" concluse Fine tredicesimo episodio Per suggerimenti e critiche inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it