IL PASSATO DI HANNAH Decimo episodio di DAVIDMUSCOLO La serata era trascorsa in modo piacevolissimo. Jonathan pensava che Hannah era davvero un'ottima cuoca, oltre ad essere una ragazza molto bella, intelligente e ironica. Come poteva una donna del genere essere attratta da lui? Eppure lei sembrava essere piacevolmente interessata ai suoi discorsi e rideva alle sue battute che i suoi amici invece detestavano. Penso' che forse era solo l'affetto che lei nutriva per Sarah. Era abbastanza normale che giovani donne non ancora sposate potessero nutrire un certo sentimento nei confronti di una bambina che ha perduto la propria madre e riversare parte di quel sentimento sul padre di quella bambina. Qualunque fosse il motivo, Jonathan sentiva il cuore battergli forte nel petto guardando quella bellissima ragazza. Ed ora, dopo aver trascorso un'intera giornata a mille all'ora, la piccola Sarah si era placidamente addormentata sul divano con la testa sulle gambe di suo padre ed i piedini sul grembo di Hannah. Jonathan tolse delicatamente la testa della bimba e si alzo' " E' stata veramente una bella serata. Ora pero' debbo andare. Sarah e' cotta a puntino" " Lo credo. Non e' stata un attimo ferma" " Si, e' un terremoto. Ma ringrazio Dio ogni momento per averla" Hannah osservo' l'uomo mentre prendeva in braccio sua figlia e poi si avvicino' a lui " Ti dispiace se sono io a metterla a letto? Dovrebbe essere una sensazione dolcissima" Jonathan porse la bambina alla ragazza senza dire una parola, piacevolmente colpito dal suo animo dolce. Aveva sempre pensato che ragazze cosi' belle fossero interessate solo al divertimento ed invece Hannah gli stava dimostrando che oltre all'involucro extra lusso c'era molto altro, a cominciare da un cervello notevolissimo fino ad arrivare al suo animo sensibile. Fece strada, facendo entrare la ragazza nella sua casa e poi nella cameretta della bimba e poi osservo' la giovane che sistemava il letto e rimboccava le lenzuola a sua figlia con dolcezza e tenerezza " Sei nata per essere mamma" le disse appena usciti dalla camera di Sarah " Mi piacerebbe ma prima devo trovare la materia prima" " Una ragazza bella come te? Come e' possibile? Immagino che tu abbia una sfilza di spasimanti" " Forse di uomini che vorrebbero divertirsi. O forse sono io che cerco qualcosa di impossibile" " Cosa cerchi, Hannah" " Cerco ... ..Oh lascia perdere" Come dire a quel giovane che cercava un uomo come lui, dolce e sensibile, per vivere una vita normale e per dimenticarsi di quel passato che ogni tanto affiorava nella sua mente? Rivedeva le facce di Jim Block, di Carri�re, di Kolopenko e di tutti quelli che aveva ucciso, facce stampate nella sua memoria. No, non c'erano sensi di colpa ma quel malessere era ancora dentro di lei, a cinque anni di distanza. Jonathan la osservava. Avrebbe voluto fermarla, il desiderio di baciarla e di stringerla tra le sue braccia era enorme ma sembrava che una forza misteriosa gli impedisse di farlo. Non si sentiva adeguato a lei, aveva paura di perdere la sua amicizia appena trovata, temeva che un solo giorno di conoscenza fosse veramente poco per un approccio e non fece nulla Hannah si avvio' verso l'uscita, apri' la porta ma poi torno' indietro " E' destino che gli uomini che mi interessano non prendano mai l'iniziativa con me" disse porgendo le sue labbra a Jonathan che ricambio', ovviamente, all'inizio quasi con incredulita' e poi con passione. Sempre continuandosi a baciare entrarono nella camera di lui. Le fotografie di sua moglie che avevano fatto compagnia a Jonathan in tutto quel tempo erano ancora dentro quella stanza e Hannah ne fu colpita " Forse e' meglio non farlo in quella che e' stata la vostra stanza. Mi fa sentire in colpa" " Ruth mi amava e sarebbe felice di sapere che forse ho trovato una donna che possa farmi desiderare di nuovo di vivere" La giovane penso' alle ultime parole di Simon, al suo desiderio di vederla insieme ad una brava persona e sorrise " Si, hai ragione. Forse da lassu' Ruth e Simon potranno finalmente stare piu' tranquilli" West Adams Boulevard, Los Angeles. Domenica 5 maggio 2013. Ore 0.15 Uno dei due uomini a bordo della Chevrolet Camaro blu del 1990, parcheggiata a cento metri dalla casa di Hannah, prese il telefonino dalla tasca della giacca sorridendo in modo truce " Forse ci siamo. La ragazza non e' rientrata a casa. Se la sta facendo col suo nuovo amichetto a casa di lui. Cosa facciamo?" " Non vi muovete" fece la voce dal cellulare "Continuiamo ad osservarla senza intervenire fino a che non saremo sicuri della situazione. Mi raccomando, nessuna azione. Ricordate con chi abbiamo a che fare" " Tranquillo capo. Non prenderemo iniziative" L'uomo dall'altro capo del filo sorrise. Finalmente, quella lunga e snervante attesa stava per terminare. Ma dovevano stare attenti. Le notizie che aveva avuto su quella ragazza erano frammentarie ma tutte sembravano essere precise su un argomento: con lei c'era poco da scherzare. Molto poco. Ma chissa', forse erano solo dicerie. In fondo, si trattava solo di una ragazza. West Adams, Los Angeles Giovedi' 9 maggio 2013. Ore 20.12 Hannah Kolb, seduta per terra insieme a Sarah Keller, posiziono' la Barbie nella sua casa e poi chiese alla bimba di inserire anche Ken all'interno, cosa che Sarah si affretto' a fare. Per una manciata di secondi, Hannah osservo' la deliziosa bambina ma poi si alzo' di scatto " Oddio, le patate al forno. Tu continua a giocare, Sarah. Io debbo fare qualcosa altrimenti va tutto a fuoco e dobbiamo andare al ristorante" La donna prese le patate dal forno, ne getto' alcune troppo bruciate e le mise a farle freddare. Entro un paio di minuti, il suo uomo sarebbe rientrato e lei voleva fargli trovare tutto pronto. Era felice, felice di quella normalita', di essere una donna come tante altre e, mai come in quel momento, il suo passato sembrava lontanissimo. Intanto, Jonathan parcheggio' la sua macchina proprio di fronte casa di Hannah. Della sua Hannah. Non vedeva l'ora di rivedere le sue donne, sua figlia ovviamente, ma anche quella giovane che era entrata di colpo nella sua vita cambiandola completamente, stravolgendola e facendolo risentire di nuovo vivo. Ancora si chiedeva come fosse potuto accadere che una donna cosi' attraente avesse potuto scegliere lui tra milioni di uomini pronti a qualunque cosa pur di avere a fianco una ragazza del genere, una donna intelligente ma non altera ma soprattutto di una bellezza sconvolgente. Era rimasto quasi scioccato la prima volta che avevano fatto l'amore, quando l'aveva vista interamente nuda, quando aveva potuto ammirare quel corpo scolpito, quei seni granitici, quelle braccia che emanavano potenza e femminilita', quelle gambe quasi senza fine. E lui aveva toccato ogni centimetro di quel corpo ricevendone in cambio un piacere inimmaginabile. Si stava innamorando o forse lo era gia', malgrado fossero trascorsi soltanto pochi giorni, e questo lo rendeva un uomo felice. Poco lontano da lui, quattro uomini dentro una macchina osservavano l'evolversi di quella serata. Un'altra serata all'insegna della noia. Quei tre avrebbero mangiato e poi sarebbero andati a dormire a casa di lui. Sembravano inseparabili. A parte l'uomo nei momenti in cui andava al lavoro, impossibile coglierli da soli. La bambina, ad esempio, sembrava vivere in simbiosi con la donna. Veniva accompagnata da Hannah a scuola insieme alla tata e ripresa sempre dalle due, trascorrendo poi il resto della giornata assieme alla ragazza. Cinque giorni con la vana speranza di trovare la bambina senza la presenza opprimente ma soprattutto molto pericolosa di quella donna. Forse, dovevano cambiare obiettivo. L'uomo poteva andar benissimo. Era un semplice dentista e non avrebbe fatto troppa resistenza. Ma il loro capo era stato categorico. Voleva la bambina e dovevano trovare un momento in cui non ci fosse Hannah insieme a lei. Troppo pericolosa. Non l'avevano mai vista in azione ma avevano ricevuto notizie su cosa fosse capace e quelle notizie erano alquanto inquietanti. Talmente inquietanti da sembrare irreali. All'interno della casa intanto, la cena era ormai terminata. Hannah si avvicino' a Jonathan " Pulisco la cucina e poi andiamo a casa tua" L'uomo sorrise baciandola sulla bocca " Che intenzioni hai?" domando' " Mmmmm. Sapessi. E tu invece che intenzioni hai?" " Le stesse intenzioni di ieri, di ieri l'altro eccetera. Voglio fare l'amore con la ragazza piu' bella del mondo" " E chi sarebbe questa ragazza?" chiese Hannah con malizia " Quella che ho di fronte" Un ennesimo bacio tronco' quella conversazione banale dei due innamorati. La ragazza inizio' a pulire la cucina dai resti della cena mentre Jonathan si mise seduto su una poltrona a guardare una partita di basket ma dopo alcuni minuti la piccola Sarah comincio' a lamentarsi " Non mi va piu' di giocare con Barbie. Voglio vedere i cartoni" " Aspetta qualche minuto e andremo a casa nostra dove potrai vedere i cartoni animati. Sai che Hannah non possiede il canale a pagamento dei cartoni" " Ma io voglio vederli adesso" " Non fare i capricci, Sarah" Dalla cucina la voce allegra di Hannah li interruppe " E tu non fare il padre brontolone. E' una bambina di tre anni ed i capricci a quell'eta' sono leciti. Dai, portala a casa. Tempo dieci minuti e vengo da voi" Jonathan prese la mano della bimba arrivando alle spalle della giovane donna " Se continuo a stare con te, la farai diventare viziatissima" La ragazza si volto' baciando sulla bocca il suo uomo " E' proprio quello che mi piace fare. Ora va. Io arrivo subito" All'interno della macchina, l'uscita di Jonathan e di sua figlia non era passata inosservata. Uno dei quattro prese il suo cellulare " Forse ci siamo. L'uomo e sua figlia sono soli in casa" " Bene! Agite immediatamente. La donna potrebbe entrare da un momento all'altro" I quattro scesero dalla macchina e camminarono ad andatura veloce coprendo gli oltre cento metri che li separavano dalla casa di Jonathan in pochissimo tempo. Entrarono nella casa proprio mentre l'uomo stava accendendo il televisore per soddisfare sua figlia. Le loro armi in pugno annichilirono il giovane dentista " Che cosa volete? Vi prego, prendete quello che volete ma non fate del male alla bambina" L'uomo guardo' poi i quattro. Non sembravano ladri. Ben vestiti, due in giacca scura, uno con una t-shirt nera aderentissima che mostrava un fisico palestrato ed un altro con una camicia di jeans. Tutti alti sopra la media, con dei tratti somatici che denotavano una provenienza dall'est Europa. Ma il suo cuore batteva alla velocita' della luce. Paura, innanzi tutto. Non per lui ma per sua figlia. Ando' di fronte ai quattro con le mani alzate per far capire loro che non avrebbero trovato nessuna resistenza. Uno dei quattro, quello che sembrava il piu' autorevole, fece un semplice gesto della testa ad un suo compagno che si precipito' a prendere la bambina mettendole la mano sulla bocca per non farla urlare. Jonathan si getto' sulla piccola Sarah " No lei no. Per favore, e' tutto quello che ho" si dispero' l'uomo ma fu colpito alla testa dal calcio della pistola che gli procuro' un taglio che lo fece sanguinare " Stai buono ed alla bambina non succedera' nulla" disse quello che sembrava il capo Nella casa accanto, Hannah fischiettava gioiosamente. Era allegra come non era mai stata nella sua vita. Pensava a Jonathan. Era amore? Oh si, ne era sicura. Amore diverso da quello che aveva avuto per Simon ma non per questo meno intenso. Il suo cuore palpitava di nuovo e non vedeva l'ora di recarsi a casa sua. Avrebbero giocato con Sarah, vedendo insieme un po' di televisione, dopodiche' avrebbero messo la bimba a letto, stremata da una lunga giornata e sarebbero andati nella camera da letto dove avrebbero fatto di nuovo l'amore. E Jonathan era un amante tenero e appassionato. Le piaceva sentirsi dire quanto fosse bella, le piaceva quando lui le toccava il suo corpo, meravigliandosi di quanto fosse tonico, perfetto sotto ogni punto di vista, quando le baciava i seni chiedendole come mai fossero cosi' duri e le massaggiava le braccia e le gambe in modo erotico senza avere la minima idea di quanto fossero potenti. Beh, qualcosa era stata costretta a dire. Non era normale un corpo cosi' allenato ed allora c'era la solita scusa: era stata una nuotatrice. Ovviamente, non poteva dirgli del suo passato ma non le andava di confessargli nemmeno il vero motivo della sua eccellente muscolatura che comunque riusciva a tenere sotto controllo senza mai mostrarla in tutta la sua magnificenza. In quegli anni appena passati, non aveva smesso nemmeno un giorno di allenarsi, intensificando ogni volta quegli allenamenti, badando attentamente a non stravolgere la femminilita' del suo corpo ma divenendo sempre piu' potente. Gli insegnamenti del suo mentore erano stati tali che ormai poteva fare tutto da sola ed il piano sottostante la sua abitazione era diventata la sua palestra personale, tenuta segretamente nascosta agli occhi di tutti, compreso ovviamente Jonathan. Si sentiva in colpa di questo ma aveva preferito in tal senso. Chissa' come ci sarebbe rimasto male il suo uomo se gli avesse confessato la sua passione, se gli avesse detto che in realta' lei era molto piu' potente di lui. Gli uomini ... ..Temeva la sua reazione, quell'orgoglio che li obbliga a sentirsi superiori alle loro donne e lei non voleva rischiare di perderlo, di sentirlo meno vero al suo cospetto o, peggio ancora, di vederlo titubante e timoroso. Allo stesso tempo pero', non intendeva nemmeno abbandonare la sua passione. Rinunciare ad essere Sciarada era stato complicato. Troppe le ingiustizie che osservava per poterci passare sopra sapendo che aveva le doti per farne smettere almeno qualcuna ma aveva dato la sua parola a Simon ed intendeva mantenerla anche in quel momento, dopo che aveva terminato il college, ma non voleva privarsi anche di quelle ore passate ad allenarsi, ore in cui si sentiva bene con se stessa come non le accadeva in nessuna altra parte. Certo, dopo aver conosciuto Jonathan, le cose erano cambiate ma quegli allenamenti intensi che l'avevano fatta diventare una giovane donna dalle capacita' quasi irreali erano rimasti l'unico collegamento con la sua vita passata oltre ad essere un piacevole diversivo quando il suo amore era al lavoro e la piccola Sarah invece all'asilo. Questi erano i pensieri di Hannah mentre continuava la sua opera di pulitura della cucina. Oh, al diavolo la cucina. L'avrebbe riassettata il giorno seguente. In quel momento, aveva solo voglia di accoccolarsi accanto al suo uomo. Sorrise al pensiero e lascio' tutto come era, spense la luce e corse verso la casa di Jonathan che si trovava a pochi metri di distanza dalla sua. Continuava a sorridere mentre rallentava la sua corsa per sistemarsi i capelli. L'attendeva un'altra sera all'insegna delle tenerezze e del sesso dolce e appagante. Era felice Hannah e pensava che nulla al mondo avrebbe potuto scalfire questa felicita' La ragazza riprese a camminare di buona lena ed apri' la porta con tutto l'entusiasmo di una donna innamorata " Tesoro, sono arri ... .." Il quadro che era visibile ai suoi occhi era completamente diverso da quello che si aspettava di trovare. Il suo uomo giaceva a terra con la testa sporca di sangue mentre quattro uomini si trovavano nell'ingresso dell'abitazione e stavano fuggendo con la piccola Sarah tra le loro mani. La sua reazione fu istintiva. Il calcio arrivo' sulla testa del primo che si trovava sulla sua strada senza che questi si rendesse minimamente conto di cio' che fosse accaduto. L'uomo stramazzo' pesantemente a terra ma gli altri tre fecero in tempo a tirarsi indietro. L'uomo che sembrava il capo strinse la pistola verso la testa della bambina " Ferma! Non fare nemmeno un passo altrimenti faccio saltare la testa a questa bella e dolce bimba" Hannah indietreggio' " Chi siete? Cosa volete? E' solo una bambina, lasciatela stare" " Saprai tutto a suo tempo. Sul tavolo ti abbiamo lasciato un telefonino. Tra poco una persona si mettera' in contatto con te. Tu ora ci farai uscire senza avere altre reazioni. Se ti avvicini solamente di un passo, io ammazzo la bambina. Sappiamo chi sei e cosa sei capace di fare e quindi non pensare di coglierci di sorpresa" " Ok, faro' quello che volete ma non fate del male alla bambina" fece Hannah che poi sorrise in direzione di Sarah "E' tutto a posto, tesoro, e' solo un gioco. Ricordati che e' solo un gioco e ci divertiremo un mondo. Adesso questi signori ti nasconderanno ed io e tuo padre ti ritroveremo. Vedrai quanto sara' divertente" " Che dolce mammina" fece ironico il capo dei rapitori che poi prosegui' rivolgendosi ai due suoi scagnozzi rimasti in piedi "Dai ragazzi, prendiamo quell'idiota di Igor e andiamocene di qua'. Questa e' piu' pericolosa di un serpente a sonagli. Aveva ragione il capo" Jonathan, intontito ma ancora sveglio cerco' di gettarsi verso i rapitori ma fu bloccato dalla ragazza " Vi prego. Mia figlia nooooo" " Stai calmo, amore, non possiamo fare niente" cerco' di calmarlo Hannah mentre due degli uomini trascinavano il corpo svenuto di quello colpito dalla ragazza mentre l'altro teneva sempre saldamente la bimba coprendole la bocca e minacciandola con la pistola. Pochi secondi ancora e la casa era sgombra dai rapitori ma anche della piccola Sarah. Jonathan si divincolo' da Hannah e la guardo' quasi con ferocia " Perche' hanno rapito mia figlia? E tu chi sei? Chi cazzo sei tu? Come hai fatto a colpire in quel modo un uomo che e' grosso il doppio di te?" Hannah si mise per un attimo le mani davanti al viso. Aveva voglia di piangere ma doveva vincere quell'emozione. Il passato era ritornato, piu' crudo che mai e avevano colpito le due persone che piu' amava al mondo. Doveva spogliarsi delle fattezze della dolce Hannah e tornare Sciarada " Fra un po' sapremo. Fammi vedere cosa ti hanno fatto, piuttosto" " Sto bene. Dobbiamo telefonare alla polizia" rispose prendendo la cornetta del telefono. Hannah corse verso di lui e gli afferro' il polso costingendolo a lasciare la presa " Ascoltami bene, Jonathan Keller. Questo non e' un problema che la polizia puo' risolvere. Se provi a contattarla, uccideranno Sarah. La ritroveremo, te lo prometto. Quelli vogliono qualcosa da me. Io glie lo daro' e loro rilasceranno tua figlia ma adesso piantala di fare le tragedie. Cosi' non otterremo nulla" " Tu ... .Per colpa tua mia figlia e' in pericolo. Tu hai messo a repentaglio la nostra vita" Hannah cerco' per un attimo quella dolcezza che sembrava ormai scomparsa nei gesti, nelle parole e persino nei suoi lineamenti. Lascio' la presa sull'uomo che si massaggio' il polso stupito dalla potenza di quella donna " Non immaginavo. Mi devi credere. L'ultima cosa che avrei voluto e' quella di mettere a rischio la vostra vita" " Ma e' accaduto. Non m'importa chi sei. Io ti giuro che se non riavro' mia figlia, ti ammazzo. In qualche modo ma lo faro'" " Se non riuscissi a salvare Sarah, posso garantirti che mi faro' ammazzare volentieri. Non riuscirei a vivere con un peso del genere" fu la risposta della giovane i cui pensieri furono bruscamente interrotti dal trillo del telefonino. Jonathan si affretto' a prendere il cellulare ma Hannah gli afferro' di nuovo il polso " Vogliono me. Non costringermi a farti del male" L'uomo senti' la ferrea presa della ragazza sul suo polso e lascio' il cellulare alla ragazza " Metti il viva voce. Ho il diritto di sentire anch'io" La giovane accetto' la richiesta e spinse il tasto per mettersi in comunicazione con colui che era probabilmente il capo dei rapitori " Pronto" " Finalmente! "fece una voce allegra con un inconfondibile accento dell'Europa dell'est " " Finalmente ho il piacere di parlare con Sciarada in persona " Chi sei e perche' hai rapito la bambina?" " Vuoi andare subito al nocciolo della questione, a quanto vedo. Bene. Vuoi che ti chiami Sciarada o preferisci Hannah?" " Vedo che non ho segreti per te. Preferisco Hannah" " Perfetto. Noi non ci conosciamo ma io e te abbiamo avuto degli amici in comune. Ti ricordi Amsterdam? Carri�re, Kolopenko? Te li ricordi? Beh, uccidendo Carri�re mi hai privato di un socio in affari ma Kolopenko era anche un mio amico" " Sergei Baltyfiev" " Oh, ma che brava. Hai buona memoria. Vedi Hannah, tutto sommato non ho pianto tante lacrime quando sono venuto a sapere che avevi ucciso Kolopenko ma non posso negare che sono rimasto sconcertato. Hai ammazzato dodici uomini a mani nude. Roba da non credere" " Non credo che tu mi abbia telefonato per parlare del mio passato. Vieni al dunque" " Ci arrivo. Dicevo che non mi sono strappato i capelli per Kolopenko ma il problema e' che ti sei impadronita di una cosa che mi apparteneva" " La chiavetta l'ho restituita alla Gran Bretagna. Non ce l'ho piu'" " Ma chi se ne importa della chiavetta. Dopo cinque anni non saprei cosa farci e non ha piu' mercato. Ma i dollari che erano dentro la valigia sono sempre validi. 25 milioni di dollari, ricordi?" " E' questo che vuoi? D'accordo, venticinque milioni di dollari in cambio della bambina" " Facciamo trenta. Sai, gli interessi ... " " Vada per i trenta milioni" " Mi piace fare affari con le persone ragionevoli. Ora ascoltami bene. Non provare a venirmi a cercare. Dovrai sempre portare con te il telefonino che ti hanno lasciato i miei uomini in modo che io potro' sapere sempre dove ti trovi. Sono proprio simpatici questi aggeggi moderni. Riescono subito a capire la tua posizione e se vedo che tu ti stai avvicinando a me, io bang, un buchetto nella testa della bambina. Se sento che non mi rispondi, ancora bang. Come vedi, non hai alcuna possibilita' di liberarla" " Va bene Batyfiev. Ma voglio, dirti io una cosa. Sappi che quando io avro' di nuovo in mano la bambina, ti uccidero'. Se alla piccola non verra' fatto niente, io ti uccidero' senza farti soffrire ma se le verra' torto un solo capello, ti faro' soffrire cosi' tanto che sarai tu stesso a chiedermi di ucciderti" Un attimo di silenzio e Balyfiev riprese " Credo che il tuo rimarra' un desiderio inespresso. Non mi avrai mai" " Vedremo. Hai altri ordini prima che riattacchi?" " Quello che dovevo dirti, te l'ho detto. Mi faro' vivo di nuovo io per preparare lo scambio. Comincia a mettere da parte i soldi e stai bene attenta, Hannah, La vita di quella bambina sta nelle tue mani" La conversazione s'interruppe e Jonathan guardo' la ragazza in modo interrogativo " Chi diavolo sei? Chi e' Sciarada?" " E' una storia lunga e adesso non ho il tempo e la voglia di raccontartela" " Tu hai veramente trenta milioni di dollari?" " Si, ce li ho e con quelli libereremo la bambina anche se ho dei dubbi che quello sia il reale interesse di quell'uomo" " Lo conosci?" " Non lui personalmente ma gli ho ammazzato il suo braccio destro quasi cinque anni fa" " Come e' possibile. Quanti anni avevi a quel tempo?" " Diciannove. Sono sempre stata piuttosto precoce. Ora smettila di far domande. Non ho tempo da perdere se voglio salvare tua figlia" L'uomo guardo' la donna di fronte a se. Gli sembrava un'estranea. La ragazza che pensava di amare non esisteva piu'. Hannah afferro' la maniglia della porta per uscire ma fu presa a sua volta dalla spalla da Jonathan " Non m'importa chi sei, non m'importa se hai ammazzato degli uomini e se puoi ammazzare anche me. Quando mi hai stretto il polso mi sono reso conto che non sei una ragazza normale. Ora capisco tante cose, a cominciare dai motivi per cui hai un fisico stratosferico. Ma non me ne frega niente con chi ho a che fare ma qualunque cosa tu hai intenzione di fare la farai con me. Per impedirmelo dovrai uccidermi. Chiaro?" La ragazza scosse la testa " Mi sarai solo d'impaccio ma capisco che non posso impedirtelo. E' tua figlia. Ma si fara' a modo mio. Senza alcun tipo di obiezioni. E' chiaro Jonathan?" disse duramente la ragazza e l'uomo la guardo' con un misto di rabbia e ammirazione " Si, e' chiarissimo, Hannah. Faro' quello che tu mi ordinerai di fare ma io staro' accanto a te come un ombra. Non staro' con le mani in mano mentre quei bastardi hanno in mano mia figlia" " Bene. Ora seguimi" I due uscirono dalla casa ed entrarono in quella di Hannah. La ragazza prese una chiave da un cassetto e poi si diresse verso la porta del ripostiglio, scanso' alcuni oggetti ed un'altra porta, nascosta dalla carta da parati a fiori, apparve all'esterrefatto Jonathan. Quindi, dopo aver aperto la porta e acceso la luce, la ragazza scese alcuni gradini sempre seguita da Jonathan. Una piccola ma funzionale palestra apparve agli occhi sempre piu' meravigliati dell'uomo " E' qui che ti alleni, suppongo" " Supposizione corretta. Ma non e' la palestra cio' che mi interessa ora" La giovane si diresse verso un angolo dove c'erano alcuni armadietti e ne apri' uno. Diversi oggetti di elettronica di ultima generazione apparvero agli occhi dell'uomo. Hannah prese dalla tasca il telefonino lasciato dai rapitori e lo mise sul ripiano davanti agli armadietti, lo apri' e poi fece altrettanto con il suo telefono cellulare, cominciando ad armeggiare su entrambi " Che cosa stai facendo?" chiese " Un piccolo accorgimento per fare in modo di non far sapere ai rapitori dove siamo esattamente. Sto collegando i due telefoni in modo da poter rispondere al cellulare ma senza che la cella telefonica ci possa rintracciare" " Non capisco" " E' semplice. Io mi collego col mio telefonino a quello che mi hanno lasciato i rapitori. Se loro telefonano, io posso rispondere e, pure se mi trovassi in capo al mondo, loro rintracceranno quell'altro che lasceremo a casa. In parole semplici, questa microspia che consente di rilevare le locazioni geo-referenziali e gli spostamenti la lascio nel telefonino dei rapitori che rimarra' sempre in questa casa, tranne alcuni logici piccoli spostamenti che dovremo effettuare e di cui loro possono tranquillamente venire a conoscenza, ma collego il numero telefonico al mio, a quello cioe' che mi portero' appresso. In questo modo, possiamo muoverci senza che loro lo vengano a sapere perche' io potro' rispondere dovunque ma loro intercetteranno il segnale dentro questa casa" " E se ci stessero spiando. Non lo avevi preso in considerazione?" " Se ci stessero spiando non ci avrebbero lasciato un telefono per rintracciarci. Adesso che io sono a conoscenza della loro esistenza, staranno bene attenti a non fare mosse false come potrebbe essere metterci sotto osservazione" La ragazza completo' la sua opera sotto lo sguardo attento di Jonathan dopodiche' risalirono al piano superiore " Che intenzioni hai?" chiese il giovane " Andiamo a fare visita ad un vecchio amico con la speranza che possa darci qualche notizia su Baltyfiev. Il tempo di cambiarmi e mettermi qualcosa di piu' consono alla situazione" Hannah si diresse verso la sua camera ed apri' uno dei suoi armadi. Gli indumenti traboccavano ed in tutti quegli abiti c'erano le due anime della ragazza. L'animo dolce comprendeva i jeans, alcune deliziose gonnelline, le t-shirt colorate o le camicette larghe e innumerevoli paia di scarpe da ginnastica. E poi c'era la parte aggressiva, quella violenta, quella che aveva tentato di nascondere in tutti quegli anni. E proprio di quella aveva bisogno quella sera, a dimostrazione che gli abiti sono esattamente lo specchio della propria anima, il modo in cui, in quel preciso momento, ci si vuole porre dinanzi agli altri. Il pantalone di pelle super aderente, la camicetta elasticizzata striminzita, il giubbetto di pelle corto e gli stivali con il tacco alto che la ragazza indosso' erano cio' che lei voleva essere in quel momento: Sciarada era tornata dal passato. Fine decimo episodio Per suggerimenti e critiche inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it