NELLE MANI DI KAYTLIN Ottavo episodio di DAVIDMUSCOLO Ancora una volta il cigolio della porta mi avverte che Kaytlin sta scendendo. Ormai, ho imparato a riconoscere quel rumore e credo che me lo portero' appresso per tutta la vita. Stavolta pero', non debbo attendere il rumore dei suoi tacchi altissimi per capire come e' vestita. Stavolta c'e' la luce accesa e la noto subito mentre richiude la porta dietro di lei. Scende le scale lentamente, aiutandosi con il corrimano di ferro mentre l'altra mano tiene il solito borsone. E' un incedere maestoso, come quello di una vedette del varieta' degli anni quaranta e cinquanta, particolarmente sensuale nel suo ancheggiamento dovuto sicuramente a quegli stivali col tacco altissimo. Probabilmente, ha dovuto imparare a muoversi su quei trampoli per apparire ai nostri occhi ancor piu' gigantesca di quanto lo sia effettivamente. Sono ai piedi della breve scalinata, ad ammirarla in tutto il suo splendore, quasi dimenticando che quel suo abbigliamento, quella sua catsuit in latex, e' foriera di cattive notizie per me " Spostati" mi dice semplicemente prima di scendere l'ultimo scalino. Le obbedisco ma continuo a guardarla mentre si avvicina al solito tavolaccio per depositare il suo borsone. Non ha timore, e' sicura, incurante del fatto che adesso mi da di nuovo le spalle. Si siede e si accende una sigaretta. Mi osserva. Forse anche lei cerca di capire qualcosa su di me ed io a mia volta la scruto. Nei suoi occhi non vedo quell'odio che ha espresso quando si e' messa in azione nei confronti dei miei ex compagni di scuola. No, odio proprio no, almeno per il momento. Ma neanche apatia, come e' capitato in alcuni momenti. Mi sembra piuttosto curiosita'. Una curiosita' intrisa di sicurezza, di quella sicurezza che possedeva quando mi ha rimorchiato, conscia della sua bellezza, o quando mi ha picchiato, altrettanto conscia della sua forza. Mi avvicino. E' una situazione paradossale. Io completamente nudo e infreddolito di fronte ad una donna dalla bellezza esplosiva vestita in un modo particolare, una donna che mi tiene in scacco e che puo' fare qualunque cosa con me " A cosa pensi, Kaytlin?" le chiedo. Lei da una boccata alla sua sigaretta, espelle il fumo soffiando verso l'alto e mi sorride " Che la vita e' strana. Che noi esseri umani siamo strani" " Perche' ti ho detto che ti amo? Ci ho riflettuto a lungo. Vuoi che ti dica perche'" " Non ha importanza il perche'. Ed il bello e' che io ti credo" " Ma da come sei vestita, temo che il mio amore non ti fara' rinunciare alla tua vendetta. Mi sbaglio?" " No, non sbagli" " Cosa mi farai Kaytlin? Cos'altro mi farai?" gemo. Lei si alza e mi viene di fronte. Mi afferra i polsi " Hai paura, Andrea?" " Si, tanta" ammetto " Non hai detto che ritenevi giusta la mia vendetta e, di conseguenza, le tue torture?" " Si, l'ho detto e lo ribadisco. Ma questo non attenua la mia paura" " Sai, e' una sensazione di potere incredibile quella che tu e quei tre bastardi mi avete regalato. Guardati. Stai tremando come una foglia dinanzi a me. Ed io posso farti tutto. Tutto, capito?" " Non e' piu' solo una questione di vendetta, allora. Tu godi nel vedere la nostra paura" " Oh, mio caro Andrea, e' molto piu' complicato. Hai semplicemente banalizzato le mie sensazioni. Si, e' eccitante, non lo posso negare, ma non e' per questo che lo faccio. Non sono pazza fino al punto di torturare degli innocenti solo per il mio gusto personale. La mia vendetta e' ancora la parte essenziale, altrimenti non avrei rilasciato i tuoi amici e li farei ancora soffrire come cani" " Non sono miei amici" ribatto "Non lo sono piu' da secoli" " Da dodici anni. Ma so che sembrano secoli. A me sono sembrati millenni. Mi sembra quasi che quella ragazza che ha subito violenza appartenga ad una vita passata. Ma adesso basta chiacchiere. Hai ancora da soffrire, Andrea" Indietreggio. Ho paura di lei. Paura e ammirazione. E, assurdamente, eccitazione. E tutte queste sensazioni si mescolano all'interno di me e mi sconvolgono. Sto forse per essere stuprato di nuovo e umiliato eppure c'e' qualcosa all'interno di me che non disdegna questa situazione ma che ne prova addirittura il desiderio. Oh non certo il desiderio del dolore fisico, non certo di essere picchiato e stuprato ma il desiderio di avere timore nei confronti di una donna del genere. E piu' la paura aumenta, piu' aumenta quella strana eccitazione. E la paura adesso e' tanta perche' Kaytlin avanza verso di me e so che non ho i mezzi fisici per difendermi. Ora, eccitazione e ammirazione scompaiono e rimane soltanto la paura. Sto per trascorrere di nuovo un brutto momento. Continuo ad indietreggiare intimorito e completamente frastornato. Vorrei, anzi, dovrei andarle incontro, baciarla e toccarla. Si, toccarla. Dio quanto vorrei prenderla per i fianchi e poi lasciar scivolare una mano sul suo sedere, afferrarlo e poi salire sulla sua schiena e prenderla per il collo, accarezzandoglielo dolcemente per poi sfiorarle l'orecchio mentre la mia bocca si sfrega sulla sua e la mia lingua penetra dapprima per poco e poi sempre piu' a fondo e mi consente di assaporare in una volta sola il dolce delle sue labbra intrise di rossetto e la sua bocca vera e propria. E mentre la sentirei fremere di piacere, scivolerei poi con tutte e due le mani sui suoi seni cosi' rigogliosi, prima massaggiandoli dolcemente e poi pizzicandole i capezzoli fino a farli diventare turgidi. A quel punto, smetterei di baciarla e scenderei con la mia bocca di nuovo sui seni, sostituendola alle mani. Si, vorrei tutto questo perche', mentre avanza verso di me, mi sto accorgendo di non aver mai desiderato una donna in questo modo. Ed invece, quello che sto vivendo e' apparentemente l'antitesi della sensualita'. Quella bella donna non vuole fare l'amore, non vuole essere toccata e toccarmi ma vuole soltanto la sua vendetta che deve passare attraverso pratiche ben definite che sono a base di violenza ed umiliazione. Mi guardo intorno. Cosa mai posso fare? Per quanto tempo posso scappare? Mi reggo in piedi a malapena mentre lei, pur con le difficolta' di andatura a causa dei tacchi altissimi, e' spedita e sembra giocare al gatto e al topo. Con me nei panni del topolino destinato alle sue fauci. Inciampo in qualcosa e rotolo a terra. Kaytlin mi solleva prendendomi per il braccio. E' forte e mi fa male. Non certo una forza sovrannaturale ma per me e' come se mi trovassi di fronte ad una supereroina. Sono cosi' debole, cosi' prostrato. Lo schiaffo non mi coglie di sorpresa ma non posso fare nulla per evitarlo. E poi ancora un altro. Mi lascia e cado di nuovo in terra " Avanti Kaytlin, finisci la tua vendetta. Sono nelle tue mani" le dico " Si, sei nelle mie mani come ho sognato per tutti questi anni" Mi afferra per il collo e mi trascina in mezzo a quella stanza delle torture e mi ordina di rialzarmi. Le obbedisco e lei mi viene di fronte. Mi afferra per la gola e mi avvicina al suo viso. Deve chinare la testa a causa della netta differenza di altezza e poi un rutto. Interminabile. Sembra una deflagrazione ed il silenzio di quel luogo rende il rumore ancora piu' assordante " Che ne dici, Andrea? E' abbastanza umiliante? E' umiliante sapere che non puoi fare nulla per impedirmelo?" Scuoto la testa e lei mi spinge, sempre tenendomi per la gola, addosso al muro. Un pugno allo stomaco mi spezza il respiro e sono costretto a piegarmi in due. Ne approfitta per mettermi il suo tacco in bocca. Non mi da ordini ma so che debbo leccarlo. Ho le forze di stomaco ma proseguo ininterrottamente. Non voglio darle la scusa per infliggermi dolori ed umiliazioni ancora maggiori. Cambia la gamba e poi mi lascia li' piangente addosso al muro. Dalla sua borsa fa uscire il fallo di gomma. Lo guardo sconvolto e ripenso al tremendo dolore del giorno precedente. Kaytlin se lo mette ed avanza di nuovo verso di me " Leccalo. Fai come ho fatto io quel pomeriggio. Ti ricordi? Te l'avevo fatto con tanto amore anche se per me era uno choc essere obbligata in quel modo. Sarebbe bastato che me l'avessi chiesto con dolcezza, con tenerezza e te l'avrei fatto. Sono una donna, ero una ragazza e poteva anche essere normale prenderlo in bocca. Ma tu l'hai fatto con sfregio. E adesso te lo impongo nella stessa maniera in cui me l'hai obbligato tu. E tu spompinerai questo fallo con lo stesso amore con cui io l'ho fatto a te. Avanti Andrea. Hai detto che mi ami e quindi fallo per amore mio" Mi chino su quel fallo e lo accolgo nella mia bocca. Anche se mi sta obbligando con la forza e se ho le forze di stomaco, lo faccio con quello stesso amore con cui lei lo aveva fatto a me. Non mi piace ma riesco a sopportarlo meglio. Ma so che questo sara' solo l'antipasto. Dopo diversi minuti, Kaytlin mi toglie quel pene di gomma dalla bocca ma solo per rigirarmi e poi prendermi dietro. Risento ancora quel dolore incredibile, anche se in misura minore rispetto a ieri, ma stavolta posso ammortizzarlo stringendomi la mia mano tra i denti, visto che mi ha lasciato completamente libero. Passa il tempo ma non il dolore. Quel corpo estraneo mi fa schifo ma non posso fare nulla. E' una sensazione di impotenza inaudita che pero', lungi dall'annichilirmi psicologicamente, mi provoca delle strane sensazioni. Quali? Vorrei far smettere immediatamente questa violenza e, nello stesso tempo, mi dico che devo star zitto ed accettarla perche' lei lo vuole ed io ho il dovere di fare quello che mi ordina. Sono frastornato. Pensieri assurdi per la mia mentalita' ma che non riesco ad evitare, che mi sconvolgono ma che, assurdamente, mi aiutano a non pensare a quel dolore che continua a lacerarmi. Sento il suo alito sul mio collo. Sa di buono, di dentifricio alla menta. Sento anche il profumo della sua pelle e mi piace. Tutto mi piace di lei, tranne il dolore che mi provoca ma ora i suoi movimenti si sono rallentati e rialza il busto ma mantiene il suo braccio guantato sul mio collo. Le afferro la mano. Non so cosa io voglia fare con quel gesto, forse comunicarle i miei assurdi sentimenti ma non riesco a fare altro che a provocarle altra rabbia che sfoga imprimendo di nuovo un aumento della velocita' delle sue ancate e, di conseguenza, del mio dolore. Di nuovo un rallentamento e stavolta sembra davvero terminato. Estrae dal mio culo quel fallo di gomma e si mette di fronte a me. Temo che voglia farmelo leccare di nuovo, sporco com'e' dei rimasugli dei miei escrementi ma invece la vedo slacciarselo e poi andarlo a posare sul tavolo " Adesso sdraiati" mi ordina ed io non posso fare a meno che obbedirle. Si posa col suo sedere sopra la mia faccia. Attendo impaziente che termini anche questa tortura. Ci siamo. Parte il suo peto. Lo respiro tutto mentre il rumore di quella scoreggia deflagra di nuovo il silenzio irreale di quella stanza. Ma il suo bel culo, che tanto avevo ammirato nei suoi abiti di lattice, sta diventando una morsa fatale per me. Non posso respirare piu' e non ho la forza necessaria per toglierla da quella posizione. Sento che sto per mancare ma non svengo. Kaytlin si rialza ed i miei polmoni riprendono a respirare in modo quasi normale. Ma e' solo un attimo in quanto si rimette seduta sulla mia faccia. Attende qualche istante, forse per farsi venire lo stimolo e poi un altro peto. Sento le mie labbra vibrare ed i miei occhi riempirsi di nuove lacrime per questa ennesima umiliazione " Rimani sdraiato in questa posizione" mi intima rialzandosi. Non ci vuole molto per capire cosa mi aspetta adesso. Prende infatti l'imbuto e me lo getta vicino. E' l'ora di bere la sua urina e lo faccio senza che lei mi dica nemmeno una parola. Raccatta l'imbuto, lo rimette prima dentro una busta di plastica e quindi nella sua borsa dopodiche', facendo il classico gesto col dito indice della mano destra, mi fa cenno di rialzarmi. Con immane fatica, riesco a farlo, appoggiandomi al muro. Lei si mette seduta e mi fa segno di avvicinarmi. Si accende una sigaretta. E' incredibilmente sensuale mentre fuma ma so che non e' certo per sedurmi che lo sta facendo. Dopo alcune boccate di fumo mi deposita la cenere in bocca e mi viene da pensare che forse ha iniziato a fumare proprio per questo, per la sua vendetta e per ripagarci con la stessa moneta. Finalmente, termina di fumare e vedo Kaytlin alzarsi ed avvicinarsi " E' finita, Andrea" mi dice. La sua mano destra e' aperta a taglio sopra la mia testa e credo che mi voglia uccidere. Riesco appena a vedere quella mano scendere con violenza sopra il mio collo e poi tutto si annebbia. Quando riapro gli occhi, il bellissimo viso di Kaytlin e' sopra di me e sta innaffiando col solito tubo dell'acqua tutta la stanza, me compreso. Il getto freddo dell'acqua mi ha risvegliato ma sono ancora completamente tonto mentre osservo la giovane torturatrice. E' ancora vestita come prima ma non ho la piu' pallida idea di quanto tempo io sia rimasto svenuto. Poi mi ricordo di aver ancora l'orologio al polso. Dopo tutto quel tempo in cui ero rimasto incatenato, mi ero quasi dimenticato di averlo. Sono le 12 e qualche minuto e devo aver dormito per almeno un'ora. Il colpo di taglio di Kaytlin mi ha dato l'ennesima dimostrazione di come lei possa disporre di me come e quando vuole. La giovane continua ad innaffiarmi e brividi di freddo cospargono il mio intero corpo " Basta, ti prego Kaytlin. Ho freddo. Debbo avere la febbre" la supplico. Stavolta la mia supplica sembra essere stata accolta. Getta il tubo dell'acqua e si inginocchia vicino a me toccandomi la fronte " Si, credo anch'io. Sei caldo ed hai i brividi. Tanto ormai e' tutto finito. Pochi minuti ancora e sarai libero. Ora alzati e vieni di sopra in modo che potrai farti una doccia calda. La mia vendetta e' terminata" " Oh Dio, ti ringrazio" Kaytlin sorride " Ringrazi me o l'Onnipotente?" " Tutti e due" rispondo cercando di rialzarmi. E' sempre piu' difficile per me riuscire a farlo. Le mie energie sono praticamente terminate. Sono in riserva. Anzi, ho praticamente finito la benzina. Per un po' ce la faccio ma appena mi allontano dal muro, crollo di nuovo a terra. Kaytlin mi osserva " Non credo che tu ce la faccia a fare le scale" " E come faccio ad uscire da questa sala delle torture?" Mi sorride di nuovo " Ho fatto dodici anni di allenamenti intensi e credo di poterti aiutare io" mi dice. Mette le sue mani sotto di me e poi divarica leggermente le gambe. Pian piano mi alza. Oh Cristo, peso quasi ottanta chili ma lei sembra sicura di potercela fare. Si, ce la fa e si rialza con me in braccio e guarda la mia faccia meravigliata con un sorriso ancora piu' largo "Non sono wonder woman. Posso sollevarti facilmente perche' riesco a distribuire il peso del tuo corpo in modo tale che sembri molto piu' leggero" La guardo ammirato " Non credo che sia soltanto questo. Tu sei molto forte, molto piu' di me" le dico e riesco a farla sorridere " Non so se io sia veramente piu' forte di te. Non come forza fisica, almeno. Di sicuro, posso sconfiggerti facilmente" " Oh, questo lo sapevo gia'. Me ne sono reso conto sulla mia pelle" " In questi dodici anni non ho solo praticato arti marziali ma mi sono allenata in maniera quasi maniacale, rinforzando il mio corpo per quello che avevo da compiere. Sapevo che avrei dovuto fronteggiare quattro uomini giovani ed in forma e non volevo correre rischi. Non ho piu' un grammo di grasso. Strano per una che pesava oltre centoventi chili, non trovi Andrea?" " Sei stupefacente Kaytlin" rispondo " Si, come qualche grammo di cocaina" Vorrei dirle "battutaccia" ma poi noto il suo sguardo posarsi sul mio pene. E' in erezione. Mi dico che e' normale stando praticamente a contatto con una stangona di un metro e ottantadue che farebbe resuscitare un morto ma io so che non e' solo quello. Lei volta poi lo sguardo verso di me e prosegue "E quello come mai sta dritto? Sei senza forze ma quello sembra averne abbastanza" Sono preoccupato. E se prendesse questa mia reazione come una mancanza di rispetto?. Considerando la mia posizione, anche una situazione del genere puo' essere pericolosa per me. Sono nelle sue mani, e stavolta lo sono non solo in senso metaforico. Le sue reazioni, che sono assolutamente imprevedibili, possono essere letali per me. E sarebbe il colmo della iella, proprio quando sto ad un passo dall'essere liberato. Per mia fortuna, non sembra essere arrabbiata ma semplicemente incuriosita. Cerco di trovare le parole giuste per giustificare quella mia reazione erotica " Sei molto bella Kaytlin. Molto" le dico " Solo per quello?" Perche' questa domanda? Ha capito quali sono le mie vere sensazioni? Che il mio amore per lei e' dovuto anche al suo modo di porsi, che l'ammiro per la sua forza di volonta' e per la sua forza fisica che me la fa sembrare una donna dalle caratteristiche eccezionali? " Oh no Kaytlin" le rispondo dopo qualche attimo di esitazione "Non e' solo per quello anche se la tua bellezza rimane di fondamentale importanza. Ma e' che quello che hai appena fatto.....Quello che stai facendo..... Kaytlin, mi hai sollevato come se fossi un fuscello e mi stai tenendo in braccio come se fossi un bambino. E' una situazione.... molto intrigante" Non risponde. Inizia a salire quei pochi scalini e deve essere un'impresa considerando il mio peso e quei tacchi altissimi. Ma non mi sembra affatto in difficolta' ed i suoi passi sono sicuri e decisi. Arriviamo finalmente al piano di sopra. La luce del giorno che filtra da una finestra mi fa male agli occhi. Dopo tutti questi giorni di segregazione, di buio totale e al massimo di luce artificiale, il sole mi da quasi fastidio. Lei scansa con un piede la porta che immette in quella stanza dove ho trascorso questi terribili giorni e ci troviamo nell'appartamento. Kaytlin non mi lascia e mi tiene ancora con le sue forti braccia quasi completamente ricoperte da quei lunghi guanti. Vorrei baciargliele, vorrei baciarle di nuovo quella bella bocca che ora � estremamente sensuale, disegnata con un rossetto acceso. E' il suo look da vendicatrice, sexy e prorompente, ma il suo sguardo ha perso la durezza di quei momenti. Per fortuna. Continua a tenermi saldamente in braccio ancora per qualche metro poi, con estrema delicatezza, mi fa scendere. Sono costretto di nuovo ad aggrapparmi a qualcosa e approfitto della maniglia di una porta " Questo e' il bagno. Vai a farti una doccia e vedrai che starai meglio. Ti ho portato anche lo spazzolino ed il dentifricio che hai gia' usato e ti ho messo un accappatoio pulito. In piu' ho aggiunto i tuoi vestiti. Li ho fatti lavare e profumano. Ce la fai a fare tutto? Se hai bisogno di aiuto, chiamami" La guardo esterrefatto " Perche' queste attenzioni Kaytlin? Sono sempre io, Andrea, lo stronzo che ti ha rovinato la vita, il bastardo che si e' divertito con te, che ti ha fatta diventare una donna assetata di vendetta" " L'ho avuta la vendetta ed ora quella sete si e' spenta. Per me ora sei semplicemente una persona che non si regge in piedi e che ha bisogno di aiuto. Niente di piu'. Ora va. Prima farai e prima sarai completamente libero. Avrai bisogno di alcuni giorni di riposo assoluto ma dovresti recuperare abbastanza presto, almeno da un punto di vista fisico" Si, forse il mio fisico ritornera' allo stato ottimale in breve tempo, ma dubito che riusciro' a farlo anche da un punto di vista psicologico. Per guarire anche quelle ferite, credo proprio che non mi bastera' il resto della mia vita. Fine ottavo episodio Per dialogare su questo racconto, inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it