SEGRETI DI FAMIGLIA Settimo e ultimo episodio di DAVIDMUSCOLO Dopo la morte di Carlo, la mia vita era drasticamente cambiata. Avevo i miei figli, e' vero, ma loro ormai avevano una loro vita ed io rimasi da sola. Non facevo trasparire nulla dei miei sentimenti e chiunque incontrassi avra' pensato che la morte di mio marito mi fosse scivolata addosso. Ed invece mi mancava da morire. Tutto mi mancava di lui. I nostri giochi, il sesso che avevamo fatto quasi fino alla fine dei suoi giorni, in barba a chi pensa che le persone anziane non hanno una propria sessualita', i suoi sguardi. Tutto. Ma soprattutto il suo amore. La vita andava comunque avanti e la nostra famiglia fu allietata dalla nascita della piccola Bea. Ero diventata nonna. Che magnifico nonno sarebbe stato mio marito! Quante volte ho immaginato che Carlo portasse la piccola Beatrice al parco, sedendo su una panchina e leggendo il giornale, mentre al suo fianco un altro vecchio gli sedeva accanto. E cominciavano a parlare e Carlo raccontava all'anziano signore la sua vita, la gioia di essere stato accanto ad una donna come me che lui reputava straordinaria fino a che il suo interlocutore, seccato, si alzava sbuffando. Chissa' perche' mi immaginavo spesso una scena del genere. Forse perche' ho sempre pensato che mio marito avrebbe voluto gridare al mondo quale fosse il suo reale rapporto con me, sbandierandolo orgogliosamente. Oh, tanto lo sapevano tutti chi comandava a casa mia. Potevo limitarmi e certo non davo degli ordini perentori a Carlo e tantomeno gli mettevo le mani addosso ma tutti i nostri conoscenti sapevano chi portava i pantaloni e questo, anziche' umiliare mio marito, lo ha sempre reso orgoglioso. No, le umiliazioni sono ben altre. Le umiliazioni esistono quando qualcuno e' costretto a fare qualcosa contro la sua volonta' mentre Carlo ha sempre e soltanto desiderato sottomettersi a me e non ha mai provato vere umiliazioni nel farlo bensi' eccitazione, desiderio e appunto orgoglio. Per qualche tempo non accadde nulla di rilevante. Io continuavo nella mia vita che, improvvisamente, era diventata piatta e monotona anche se continuavo a fare tutto cio' che avevo sempre fatto: le riunioni con il solito e ristretto gruppo di amiche, i tornei di burraco, le cene per rimediare soldi da elargire poi in beneficienza, i viaggi, persino gli allenamenti, anche se l'eta' avanzava inesorabilmente. Facevo pero' tutto senza di lui, senza il mio schiavo, senza mio marito e questo non mi regalava alcuna soddisfazione. Qualcosa in me stava comunque cambiando. Cominciai a far fatica nello svolgere cose che prima mi riuscivano semplicissime. In un primo momento pensai che fosse la mia eta'. E' inutile fingere di sentirsene trenta se poi ne hai quasi settanta. Ma purtroppo non era solo l'eta'. Come nel caso di Carlo, anche io iniziai la trafila delle visite e delle analisi e la diagnosi e' stata ancora una volta cancro. Questa volta ai polmoni. Il classico cancro del fumatore ed io ero stata una fumatrice, uno dei miei tanti vizi. Per un po' me l'hanno tenuto nascosto ma io l'avevo capito subito, figuriamoci quando ho iniziato a fare le cure. Ho lottato come il mio solito, anche se ho subito capito che stavolta avevo di fronte qualcuno contro il quale nemmeno io avrei potuto vincere. Pero' quando mi hanno proposto la chemio mi sono ribellata. A fanculo il cancro. Se devo morire lo faro' con tutti i miei capelli. Quando ho iniziato a scrivere mi mancavano tre mesi di vita e adesso me ne e' rimasto solo uno ma ancora il mio cervello funziona perfettamente. La mia giornata tipo e' meno monotona di quanto pensassi. Ho sempre qualcuno che mi viene a trovare tra i miei figli e quei pochi amici che mi sono fatta nella mia vita. Gioco a burraco e scrivo. Insomma, niente male per una che ha di fronte trenta giorni di vita, giorno piu' o giorno meno.> Ormai io e Laura leggevamo quelle righe rimanendo abbracciati. Non riuscivamo piu' a dire una parola e le lacrime avevano riempito il letto che era stato il talamo dei nostri genitori cosi' particolari. Vidi che mancavano solo poche pagine. Dovevo assolutamente finirle subito. < Oggi finalmente e' venuta a trovarmi Gaia, la ragazza che vorrebbe farsi mio figlio Federico. Oh non e' il termine giusto. Vuoi vedere che il cancro mi ha fatta divenire sboccata? Comunque, era da tempo che la volevo incontrare. Federico e' grande e grosso ma e' ancora un bambinone e se sua madre non l'aiuta mi rimarra' scapolo a vita. La ragazza si e' presentata tutta timida, come e' sua natura. Ci eravamo gia' conosciute in passato ed avevo notato come la signorina avesse una cotta tremenda per Fede che cercava ingenuamente ed inutilmente di mascherare. Povera ragazza. Pero' mi piace. Ed ho deciso di aiutare lei e naturalmente il mio Federico. Sono andata subito al dunque cogliendola di sorpresa " Insomma Gaia, ti piace molto mio figlio?" " Ma ... .. Signora Serra, veramente ... ." " Ehi ragazza, pochi balbettamenti. Non ho molto tempo da sprecare. Ti piace o no?" " Si, mi piace molto ma lui non si decide" " Benedetta ragazza, ma possibile che tu non riesca a capire quello che e' sotto la luce del sole?" " Non capisco. Vuole dire che io non gli piaccio?" " Certo che gli piaci. Sei una bella ragazza ma e' il tuo carattere a non fare presa su di lui" Mi ha guardata attonita " Non capisco, signora Serra. Il mio carattere? Mi hanno sempre detto che ho un ottimo carattere, che sono dolce e comprensiva. Che cosa c'e' in me che non va?" " Esatto. Sei dolce e comprensiva e potresti conquistare qualsiasi ragazzo. Ma non Federico" " Perche' lui no?" " Perche' lui e' diverso e mi fa specie che una ragazza della tua sensibilita' non se ne sia accorta" " Continuo a non capire. Anche Fede mi sembra un ragazzo dolce ed ho sempre pensato di essere la donna giusta per lui" " Oh ragazza mia quanto sei ingenua. Fede e' si un ragazzo dolcissimo ma non lo conquisterai in questo modo" " E come allora?" " Semplice. Se tu lo vuoi conquistare, devi cambiare atteggiamento. Devi diventare dura, autoritaria, sicura di te stessa, devi quasi farlo soffrire e vedrai che lui si innamorera' di te" " Ma io non sono quel tipo di ragazza" mi ha risposto quasi scandalizzata " E allora scordatelo. Federico ha bisogno di una ragazza come quella che ho descritto. Ricordati che per amore si puo' cambiare. L'amore ci spinge a fare cose che nessun'altra motivazione potrebbe riuscirci. E' mio figlio ed io so quello che cerca. Lui e' cresciuto con donne come me e come la sua gemella Laura e aspira a quel tipo di donna. Lui non puo' scegliere perche' e' la sua natura. Noi donne invece, siamo piu' forti, possiamo farcela a cambiare e diventare quello che non vorremmo per amore del nostro uomo" " Lei pensa che se io ... " " Si, penso che se tu diventassi autoritaria e lo facessi filare dritto, lui ti cadra' ai piedi. Ci puoi scommettere. Ma non devi mai mollare questo atteggiamento, ricordatelo, nemmeno quando l'avrai conquistato. Anzi, dovrai aumentare sempre piu' la durezza e l'autorita' . Ricordati quello che ti dice Flavia Serra" Gaia e' rimasta qualche istante in silenzio e poi mi ha guardata in modo interrogativo " Ma come faccio ad essere dura con l'uomo che amo?" " Te l'ho detto. Per amore. Se e' vero amore, dovrai pensare prima di tutto a lui. Tu vorresti abbracciarlo mentre invece dovrai sgridarlo, tu vorresti baciarlo ed invece dovrai schiaffeggiarlo, vorresti mettere la tua testolina sulle sue grosse spalle ed invece dovrai dimostrarti sicura di te stessa, altera, dovrai tenerlo sulle spine, farlo sospirare d'amore" Gaia mi ha guardato sorridendo " E lei sa di cosa parla, vero signora Serra?" Le presi la mano " Diciamo che sono un'esperta in materia. Ma questo deve rimanere il nostro piccolo segreto" " Puo' contare su di me" " Ne ero certa. Dunque, cosa hai deciso? Vuoi essere felice accanto a Federico o no?" " Io lo amo, signora e faro' del tutto per conquistarlo, anche se mi sembra tutto cosi' assurdo" " Brava ragazza. Ah, un altro consiglio. Per il momento non esagerare. Ora lui e' molto preso dalla mia malattia ma quando moriro' ... ." " No signora, non dica questo" " Sciocca. Lo so che devo morire. Dopo che questo fatto increscioso sara' avvenuto, lui sara' piu' debole ed avra' bisogno di te. Quello sara' il momento di tirare fuori gli artigli e di mettergli il laccio al collo. Ma ci riuscirai solo se farai quanto ti ho detto" " Sara' difficile per me" " Non ho mai detto che sia facile. Ma quando vedrai l'adorazione nei suoi occhi, quando sentirai l'ammirazione che prova per te, quando percepirai il suo amore quasi toccandolo con mano, tutto, anche cio' che adesso ti sembra impossibile, diventera' possibile" Mi ha guardato e mi ha sorriso di nuovo. E' bella, veramente una bella ragazza meritevole di accalappiarsi il mio Federico " Lo faro' signora Flavia, lo faro'. Ancora non so come ma ci riusciro'" " Bene! E mettiti qualche minigonna di pelle, fallo sudare freddo, eccitalo anche con l'abbigliamento. Se vesti sempre da suorina, quando mai riuscirai a dominarlo" " Dominarlo?" " Si tesoro. Dominarlo. Forse non mi sono spiegata bene ma stiamo parlando di pura e semplice dominazione. Lui non lo sa ma e' quello che cerca. Ma ricordati sempre che lo stai facendo per la sua felicita' oltre che per il tuo piacere. Perche' troverai anche un tuo piacere personale nel farlo. Ci scommetto qualsiasi cosa. Ci scommetto questo mese che mi e' rimasto da vivere" " Deve essere molto eccitante avere un uomo ai propri piedi" " Oh, lo e', eccome se lo e'. Basta ricordarsi di non lasciarsi fuorviare da quel potere, altrimenti andrai dritta in una casa per malattie mentali a fare compagnia a quelle che credono di essere Cleopatra o la Madonna in persona. E' un potere enorme. Puo' dare alla testa e solo una donna intelligente puo' gestirlo. Fai tesoro di questo avvertimento" " Ma come faro' a capire quello che gli piace? Come faro' a capire fin dove posso spingermi?" La guardai sorridente " Sai perche' ti ho raccontato tutto questo? Perche' so che tu sei una ragazza sveglia e intelligente. Dovrai capirlo tu stessa. E' difficile ma non impossibile. Sta alla tua sensibilita' di donna riuscire a comprendere quali sono i suoi limiti. Non tutti gli uomini con le attitudini di Federico trovano piacere con le stesse situazioni e soltanto tu potrai capirlo. Dovrai informarti e comprendere. Col tempo e con l'amore che provi per lui lo capirai e lo farai felice. No, non farai felice solo lui ma sarete felici entrambi" Gaia si e' alzata e mi ha dato un bacio sulla guancia " Grazie, signora Flavia" " Conto su di te per la felicita' di mio figlio. So che non mi deluderai" " Non la deludero' signora Serra. Puo' stare tranquilla. Ora so cosa dovro' fare> Ora capivo. Ora era tutto chiaro. Il cambiamento di Gaia, dalla ragazza acqua e sapone a quella decisamente piu' autoritaria dell'ultimo periodo era dovuto a mia madre. Era stata lei. Sapeva dei miei turbamenti e dei miei desideri ed aveva deciso di agire. Era entrata nella mia vita privata ma, stranamente, non ce l'avevo con lei. Mia sorella Laura mi sorrise e mi accarezzo' i capelli " E' giusto quello che ha scritto la mamma, vero Fede?" " Io ... .. Io credo di si" " Non devi vergognartene. Lo sapevamo entrambi ma riuscivamo soltanto a guardare l'apparenza. Tu sei come papa' ed io sono come la mamma. E' inutile nascondercelo. Tu e lei lo avete sempre saputo mentre io invece no, ma e' la verita'. Ora me ne rendo conto. Forse e' anche per questo che ci amiamo tanto io e te, oltre al fatto che siamo gemelli" " Ed ora che dovro' fare, Laura? Che dovro' fare con Gaia?" " Per questa volta non ti diro' io quello che dovrai fare. Questa volta lo deciderai da solo anche perche' io so che tu hai gia' deciso? Non e' cosi'?" Sorrisi " Si, Laura. Credo di si. Mi piace Gaia. Mi piace quella Gaia che e' uscita dopo l'incontro con la mamma. Non so fino a che punto lei possa essere dominante e nemmeno quanto io possa essere sottomesso ma voglio provarci. Sento che lei puo' essere quella giusta. Ho la tua benedizione? Ho il permesso della mia gemella dominante?" " Permesso accordato, tesoro. Gaia ti fara' felice, ne sono sicura. E' intelligente e sembra proprio aver proprio compreso le parole della mamma anche se non puoi pretendere che diventi come lei" " Non l'ho mai chiesto e d'altronde io non sono come papa'. Non completamente, almeno" " Vedrai che sapra' trovare il modo giusto. Ricordi le parole della mamma? Una donna innamorata riesce a fare qualunque cosa e Gaia ti ama, su questo non c'e' dubbio" Si, ne ero convinto anch'io e le parole che aveva detto alla mamma avvaloravano le nostre sensazioni. Ed io? L'amavo? Sembrava assurdo ma sapevo che me ne sarei innamorato, che me ne stavo innamorando. Non per la dominazione che avrebbe effettuato su di me che sarebbe stata la ciliegina sulla torta ma per cio' che stava facendo pur di starmi al fianco e adesso che stavo pensando a lei mi rendevo conto che i battiti del mio cuore si acceleravano e che l'avrei voluta al mio fianco. Sorrisi mentre Laura mi guardo' increspando la fronte " Quando avrai finito di sognare ad occhi aperti, finiamo di leggere, dai. Sembra che manchi molto poco" Si, mancava molto poco e volevo sapere anch'io quali altre sorprese mi avrebbe regalato quella storia < Sono trascorsi quindici giorni dalla visita di Gaia. Credo che finiro' questo mio diario cosi'. Non ho piu' nulla da raccontare. Cosa dovrei scrivere ormai? Che non mi alzo piu' dal letto? Che sono ridotta ormai ad un vegetale? No, una cosa voglio dirla ancora. Non ho paura di morire. Non devo avere paura. Il cancro mi uccidera' ma non tremero' al suo cospetto, non mi spaventera'. Voglio vederla in faccia la Signora in nero e dirle che se aspetta di vedere una lacrima dal mio volto ha sbagliato di grosso. Ha vinto lei, come era normale ma si prendera' soltanto il mio corpo e non certo la mia anima. Ora e' veramente tutto. Chissa' se qualcuno un giorno scoprira' queste mie righe. Forse ne uscirebbe un aspetto inedito della Flavia Serra che tutti hanno conosciuto ma credo che ormai sia troppo tardi. Mi dispiace per Laura, soprattutto. Non sapra' mai che in fondo avevo un cuore e che questo cuore era occupato da mio marito Carlo, oltre che ovviamente dai miei due tesori, lei e suo fratello. Peccato. Ecco, questa e' l'unica cosa che cambierei della mia vita. Avrei dovuto capirlo che non potevo comportarmi nella stessa maniera con Federico e con Laura, con i miei amati gemelli cosi' diversi in tutto ed invece l'ho fatto. Ho creduto erroneamente che quel tipo di educazione sarebbe andata bene per tutti e due. Mi sono sopravvalutata e questa e' la punizione che lassu' qualcuno mi ha dato> C'e' un'interruzione e poi altre righe < Non volevo piu' raccontare niente. Mi mancano le forze ma oggi ho voluto riprendere il computer perche' lo devo scrivere. Vorrei dirlo a qualcuno ma so che nessuno mi crederebbe. La badante che mi hanno messo sta sghignazzando chiedendosi cosa mai potra' avere di tanto importante da scrivere una vecchia moribonda come me ma non lo sapra' mai, anche se ogni tanto cerca di dare una sbirciata allo schermo. Ah si, devo scrivere cio' che mi e' accaduto. E' che sono confusa e non piu' lucida ma su questo sono sicura, non era la mia immaginazione. Oggi l'ho visto. Si, ho visto Carlo. Avevo appena chiuso gli occhi ed ho pensato di star sognando ma li ho riaperti e lui era ancora li'. Era giovane come quando l'ho incontrato la prima volta, quando lo sedussi a quella festa. Era semplicemente adorabile, con quel suo smoking impeccabile e tutte le ragazze che gli svolazzavano intorno. Ma lui non ha occhi per le altre donne. Non gli interessano le altre perche' lui ha me. E con me ha tutto quello che lui potrebbe desiderare. E lo vedo anche adesso, mentre sto scrivendo. E' in cima ad una scala e sorride. E' li' che mi attende. Carlo, mi senti? Lo so che mi senti ma non puoi rispondermi. Sto arrivando, Carlo. Lo sai vero? Mi manca poco e poi ci ritroveremo. Aspettami. Aspettami in ginocchio, come ti compete. Aspettami schiavo. Aspettami amore mio. Ma stavolta ti obbligo a non lasciarmi mai piu'. Guai a te se lo farai di nuovo. Sono felice, mi sento nuovamente tutte le mie forze e mi sembra di essere tornata giovane e bella. Ora ti lascio. Ma per poco. Per molto poco perche' sento delle voci che mi stanno chiamando. Ti amo, schiavo, ti amo amore mio. Ti amo come nessuna donna potrebbe amare il suo uomo e sto venendo a riprenderti. E stavolta sara' per sempre. Perche' tu sei mio. Lo sei sempre stato. Mio e solo mio> Era finito. Il lungo racconto della vita di mia madre era terminato. Le ultime parole risalivano a due giorni prima della sua morte, prima che entrasse in coma. Aveva avuto la forza di scrivere i suoi ultimi pensieri. Ci asciugammo gli occhi e ci avviammo verso l'uscita in silenzio. Guardai Laura che mi sorrise pur continuando a piangere. Io tirai su il naso e presi il mio telefonino. Dovevo assolutamente fare una cosa. Gaia mi rispose immediatamente " Federico? Come mai? Dovevamo vederci domani mattina" " Lo so ma ... .. Ho bisogno di te, Gaia. Puoi venire a casa mia, ti prego" Sentii un attimo di silenzio " Ripetimelo" " Cosa?" " Che mi preghi per venire a casa tua e che hai bisogno di me" " Si, ti prego. Farei qualunque cosa per convincerti perche' ... .Perche' ... . " Me lo dirai in faccia perche'. E cerca di trovare le parole giuste" " Le trovero, Gaia, le trovero' " " Ah, la cena la prepari tu. Non crederai che mi metta a cucinare per te" " Certo Gaia. Tutto purche' tra poco tu ti possa trovare accanto a me" Altri attimi di silenzio poi sentii di nuovo la sua voce " Ci saro' Se proprio hai questo bisogno, ci saro'. Ah Federico. Volevo dirti che tua madre era veramente una gran donna. Forse nemmeno tu lo sai quanto ti amasse" Riattaccai il telefonino e guardai Laura. Invece, lo sapevamo quanto ci amava e quanto avesse amato nostro padre. Ora lo sapevamo. Si, Flavia Serra era veramente una gran donna. Ed era mia madre. FINE I nomi dei personaggi sono fittizi. Ogni omonimia e' puramente casuale Per osservazioni e critiche su questo racconto, inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it