IL PASSATO DI HANNAH Quinto episodio di DAVIDMUSCOLO Barcellona, Claris hotel, domenica 29 giugno 2008. Ore 20.47 Hannah Kolb, seduta sul bordo del letto si stava allacciando le sue scarpe da ginnastica mentre in piedi Simon la osservava pensieroso. Al termine dell'operazione, la ragazza balzo' in piedi. Aveva un jeans elasticizzato che fasciava il suo corpo in modo delizioso ed un top blu molto aderente. L'uomo si avvicino' e la bacio' dolcemente sulla labbra " Assicurati che tu sia in grado di poterti muovere con disinvoltura" " Stai tranquillo. I jeans sono elasticizzati e non mi precludono alcun movimento. Piuttosto tu. Con questa camicia nera sui jeans sei divino ma non andrebbe meglio qualcosa di piu' comodo?" " Ci mancava anche la mammina che mi da i consigli" disse ironicamente l'uomo che poi si fece serio "Sei sicura, Hannah? Finora e' stato un gioco ma da stasera si fa sul serio" " Io voglio condividere con te tutto. Ce la faro', non temere" " Tesoro, dovrai uccidere. Hai la minima idea di cosa possa significare?" " Lo scopriro'. Mi hai insegnato che uccidere queste persone e' un atto di giustizia ed io voglio percorrere questa strada pensando di fare delle azioni meritevoli e non di dover togliere la vita a qualche disgraziato. Tu hai addestrato il mio corpo e la mia anima, Simon, ed io ormai sono quella che sono. Ma per scoprire se ce la faccio devo vivere questi momenti. Ti prometto che se dovessi avere delle difficolta' mi riterero' in buon ordine e sarai da solo. Come hai sempre fatto" " Bene, Hannah. E' il momento, allora. Andiamo" La ragazza si alzo' e s'incammino' verso l'uscita della camera con passo fermo. Ma era davvero cosi' sicura? Ora che era giunto il momento tanto atteso e tanto temuto, sarebbe stata veramente in grado di combattere e di uccidere? Oh certo, le sue capacita' erano eccelse ma non si trattava di combattere contro Simon per allenarsi. Aveva pero' alle spalle un paio di precedenti. Uno era fresco e risaliva al giorno precedente quando aveva ridicolizzato i due uomini della C.I.A ma c'era stata anche un'altra occasione in cui aveva dovuto far sfoggio della sua bravura. Era accaduto un anno prima e lo ricordava come se fosse accaduto il giorno precedente. Stava percorrendo la River Road per tornare a casa dopo la scuola. La solita passeggiata che per lei era anche un ottimo allenamento. Poi, d'improvviso, quel rumore come se avessero sparato e lei che perdeva il controllo della sua bicicletta ed infine l'inevitabile caduta. Si rialzo' dolorante. La parte superiore della sua tuta era strappata e se la tolse quasi con rabbia gettandola di lato alla bicicletta che a sua volta era quasi distrutta. E tutto per una banale foratura. Ai gomiti aveva varie escoriazioni ma era tutta intera. Tornare a pedalare era impossibile considerando lo stato della sua bici. E poi senti' i freni di una macchina e quei due scendere. Erano due ragazzi bianchi, un po' piu' grandi di lei, intorno ai 25 anni e le loro facce non erano per niente rassicuranti. Lo aveva capito subito. Ambedue scesero dalla macchina e mentre uno si avvicinava a lei, l'altro si poggio' sulla vettura a guardare " Ehi, tesoro, guai con la bici?" " Si ma non c'e' problema. Abito a due passi da qui'" menti'. In realta' c'erano ancora diversi chilometri da fare " Se vuoi, ti aiutiamo noi. Mettiamo la bici nel portabagagli e ti accompagnamo" " Grazie ma faccio da sola" " Sei scortese" le disse il tipo "Ma come, noi vogliamo aiutarti e tu rifiuti?" Ricordava che si guardava intorno, nella vana speranza di vedere qualcuno che si fermasse. Ed invece niente. Le pochissime macchine che passavano lo facevano quasi di corsa. Tutti si facevano gli affari propri e quel giovane stava per cominciare ad essere piu' pressante " Andiamo, bellezza, sii carina con noi. Hai due tette da urlo e sarebbe un peccato non usarle come si deve" " Piantatela ragazzi. Voglio solo andarmene per i fatti miei" rispose, rendendosi conto che l'apprezzamento sui suoi seni era dovuto al fatto che si era tolta la parte superiore della tuta ed era rimasta con una canottiera bianca semi-trasparente. Il giovane pero' cominciava ad agitarsi, cerco' di afferrarla per un braccio e lei riusci' a non fargli avere quella presa ma nel frattempo si era avvicinato anche l'altro che cerco' di prenderla alle spalle " Avanti, non farti pregare" Si guardava intorno. A fianco alla strada, sulla sua destra scorreva il fiume mentre sulla sua sinistra c'era il bosco ed ambedue i posti erano l'ideale per le intenzioni depravate dei due, fuori dagli sguardi dei pochi automobilisti e praticamente privi di ogni altro passaggio umano " Non voglio farvi del male, non costringetemi" Era quasi una preghiera la sua. Le raccomandazioni di Simon erano state chiare. Per nessun motivo avrebbe dovuto lottare e mettersi in mostra agli occhi di estranei ma per tutta risposta quei due imbecilli scoppiarono a ridere ed il primo si getto' quasi su di lei che agilmente lo evito' e poi gli diede una spinta per allontanarlo " Brava, cosi' ci fai divertire di piu'" disse il secondo che cerco' di prenderle il braccio da dietro, Per lei fu quasi un gioco da ragazzi togliere quella presa, roteare il braccio e poi, in modo semplice, utilizzare la stessa forza dell'avversario per farlo cadere. A quel punto, sapeva di non potersi piu' nascondere anche se continuava a non voler impiegare il suo addestramento per due tizi mezzi ubriachi. Si, erano due potenziali violentatori ma lei era stata scelta per cose ben piu' grandi di questa. Per alcuni istanti ancora evito' i loro attacchi ma poi non pote' esimersi e fu costretta a sferrare un calcio ad uno dei due. Lo colpi' in pieno petto, non per rompergli qualche costola, come era ampiamente nelle sue possibilita', ma solo per fargli male e per avvertirlo che stava correndo un grosso pericolo contro di lei. Aveva quasi sentito il rumore dell'aria che si svuotava dai polmoni del giovane ma l'altro, anziche' desistere, si stava facendo ancora piu' minaccioso. Istintivamente, flesse le braccia per mettersi in posizione da combattimento e solo allora vide il suo contendente guardare le sue braccia con una faccia strana. La sua tonicita' muscolare lo stavano intimorendo. Ma era troppo stupido per capire. Provo' un paio di volte a colpirla e lei dovette agire. Gli afferro' il braccio, glie lo contorse fino ad averlo con la sua schiena dinanzi a se, con l'altra mano lo prese per il collo e lo spinse a forza verso l'automobile di quei due giovinastri " Ora comincio a farti dare testate contro questa macchina fino a che si rompe la tua testa o la macchina" " No, ferma, abbiamo capito. Ce ne andiamo" urlo' impaurito il giovane impossibilitato a muoversi. Era tutto finito e le sue doti le avevano permesso di aver ragione di quei due in modo semplicissimo. Davvero un gioco da ragazzi e a quel punto avrebbe dovuto lasciarli andare. Aveva fatto del tutto per non lottare contro quei due ma adesso sentiva che non poteva nemmeno lasciarli andare via senza dar loro una vera lezione. Ne sentiva il bisogno mentre teneva facilmente la testa di uno dei due e mentre l'altro era ancora piegato in due dopo il suo calcio. Fu tutto molto spontaneo per lei che guardo' il giovane con un sorriso strano " Ora non ho piu' voglia che ve ne andiate. Non prima di avermi chiesto scusa in ginocchio" gli disse. Il giovane volto' la testa, almeno per quel poco che poteva, sempra preso nella ferrea presa di Hannah " Cosa? Ma sei pazza?" La giovane non rispose. Muovendosi velocissima assesto' due calci all'uomo che fu costretto ad allargare ancor di piu' le sue game e quindi, voltandolo improvvisamente, lo colpi' con un pugno allo stomaco. Come per il suo compare, anche per lui venne l'impossibilita' di respirare in modo normale e poi la ginocchiata fece il resto. Il naso e la bocca si ruppero simultaneamente ed il sangue zampillo' copiosamente, costringendo Hannah a scansarsi. Gli afferro' quindi la testa e lo costrinse in ginocchio, mentre l'uomo incredulo non riusciva a contrastare quella giovane ragazza. Gli afferro' contemporaneamente il polso torcendolglielo ed impedendogli ogni via di fuga e quindi lo trascino' per un paio di metri dove si trovava il suo compare che cominciava intanto a sentirsi meglio. La maestosa figura di Hannah di fronte a lui gli fece sbarrare gli occhi " Vuoi essere costretto anche tu con le cattive o mi obbedisci senza provare a fare l'idiota?" L'uomo aveva appena visto come la giovane aveva ridotto il suo amico e malgrado cio' cerco' ugualmente di colpire Hannah che paro' il pugno con estrema disinvoltura replicando a sua volta con esiti diametralmente opposti. Il pugno si abbatte' pesantemente sull'uomo che cadde a terra. Provo' a rialzarsi ma la gamba della ragazza lo tenne giu' " Siete veramente idioti se ancora non avete capito che e' meglio per voi fare quello che vi ho ordinato. In ginocchio, fate le vostre scuse e ve ne andrete con le vostre gambe, altrimenti ... ... ." Stavolta i due non si fecero ripetere l'invito e chiesero mestamente scusa alla ragazza che sorrise. Era meraviglioso sapere di poter disporre di due o piu' uomini e far far loro qualunque cosa lei avesse voluto. Vide i due risalire in macchina di corsa e sgommare allontanandosi e sorrise pensando al piacere che aveva provato nel manovrare a suo piacimento quei due ma ricaccio' quel pensiero ritrovandosi di nuovo da sola con il problema della sua bicicletta. Avrebbe potuto telefonare a Simon ma penso' che quello poteva essere un buon allenamento supplementare. Si mise in spalla la sua bici rotta e s'incammino' tranquillamente verso casa. Simon non avrebbe dovuto sapere nulla di quell'aggressione e tantomeno delle strane sensazioni che aveva provato. Quello era il suo unico trascorso. Un po' poco per una persona che doveva affiancare il mitico Sciarada. Sorrise e accetto' la mano che Simon le offriva appena usciti dalla stanza. Un silenzio irreale li accolse. Velocemente scesero dalle scale senza attendere l'ascensore ed uscirono dal Claris. Quel silenzio irreale era ancora maggiore nelle strade di Barcellona, strade quasi completamente deserte malgrado si trovassero in pieno centro. La macchina presa a noleggio era distante un centinaio di metri che i due percorsero senza incontrare anima viva a parte un gruppo di turisti giapponesi che si guardavano intorno spaesati, sorpresi da quell'assurdo e spettrale silenzio interrotto solamente dal rumore dei milioni di televisori accesi. Hannah e Simon entrarono nella macchina, con l'uomo al posto di guida. Mentre si allontanavano dal centro, le strade si spopolavano sempre di piu'. Pochissime persone in giro. La sera ideale per quello che dovevano fare. Hannah guardo' il suo compagno " Strani questi spagnoli. Una citta' completamente deserta e spopolata per vedere una partita di soccer" " Gli europei vanno pazzi per questo strano sport. Nemmeno io capisco come si possa fermare una nazione per vedere una cosa del genere ma a noi fa comodo" " Oh certo" acconsenti' Hannah "Ma di cosa si tratta esattamente?" " Si gioca la finale del campionato europeo Spagna-Germania. Posso assicurarti che in questo momento, non esiste uno spagnolo o un tedesco che non e' davanti al televisore. E se non c'e' vorrebbe esserci per fare il tifo per la squadra che rappresenta la propria nazione" " Beh, e' un po' come facciamo noi con il basket o l'hockey" " C'e' differenza, Hannah. Noi viviamo soprattutto la parte agonistica e comunque lo facciamo con gioia. Loro lo vivono in modo quasi drammatico. E' per questo che non amo il soccer. Adesso pero' abbiamo altri problemi che pensare al soccer o al calcio, come lo chiamano gli europei. Posiamo la macchina qui'. Abbiamo circa cinquecento metri da farci a piedi. E' tutto chiaro? Ti ricordi cosa devi fare?" " Ti prego Simon, non trattarmi come una bambina. So quello che debbo fare" " Bene. Incamminiamoci, allora" Sant Marti' Barcellona. Domenica 29 giugno 2008. Ore 21.10 La villetta era immersa nel silenzio, come tutta la citta' del resto, e gli unici rumori erano, anche in quel quartiere residenziale, quelli dei televisori che trasmettevano la finale del Campionato Europeo. Tutta Barcellona e tutta la Spagna era intenta ad ammirare le gesta di campioni come Xavi e Iniesta contrapposti ai giocatori tedeschi. L'uomo che si trovava in veranda seduto sulla sedia aveva la faccia annoiata e lo sguardo fisso sulla strada deserta. Indossava dei jeans ed una camicia bianca a maniche lunghe ed in testa aveva un cappellino da baseball e all'orecchio si poteva notare un auricolare. A fianco a lui, nascosto da eventuali sguardi indiscreti una sdraio a fiori sopra il quale si trovava un kalasnikov 47, un arma micidiale nelle mani di un uomo esperto come lui. Guardo' l'orologio che segnava le 21.11. Altre due ore e cinquanta e poi avrebbe avuto il cambio e sarebbe andato finalmente a dormire. Maledi' il fatto che quel turno di guardia fosse toccato proprio a lui. Se si fosse trovato all'interno avrebbe potuto almeno dare uno sguardo alla partita. D'altronde, nella villetta si era liberi di fare cio' che si desiderava in quanto l'unico accesso era proprio davanti a lui. Ai due lati c'erano delle casette identiche e non ci sarebbe stato verso di passare da quelle parti e dalla parte opposta non c'erano finestre e chiunque avesse voluto fare un bliz sarebbe dovuto per forza entrare dall' unico ingresso disponibile ovvero quello principale. Era anche da escludere un attacco a distanza sul tipo di un cecchino. Non esistevano palazzi alti e di fronte, dalla parte opposta della strada, c'erano semplicemente altre villette sul tipo di quella che loro avevano preso in affitto ed erano abitate da tranquille famiglie della borghesia di Barcellona. Insomma, potevano stare tranquilli. Altri minuti interminabili. Si sporse per osservare meglio cio' che accadeva in strada e pote' assicurarsi che non c'era nessuno. No, qualcuno si intravvedeva. Da lontano, dalla sua destra, due figure stavano per avvicinarsi e man mano che si avvicinavano pote' rendersi conto che erano un uomo ed una donna. Due tizi molto alti che sfioravano il metro e ottantacinque. Notevole soprattutto per la donna. Si avvicinavano mano nella mano, fermandosi ogni tanto per scambiarsi effusioni e cominciavano a sentirsi i gridolini di lei quando lui le baciava il collo. Due innamorati, penso' l'uomo sorridendo, due tipi per niente interessati alla partita e che continuavano ad avvicinarsi. Si affaccio' incuriosito. Ora i due erano piuttosto vicini e poteva osservarli meglio. Erano decisamente una bella coppia anche se il suo sguardo si soffermo' soprattutto sulle procaci forme della ragazza ben delineate dal jeans elasticizzato e dal top. Sorrise leccandosi le labbra. Quella ragazza aveva due tette strepitose. Beato quell'uomo che se la stava sbaciucchiando anche se, fosse stato al posto suo, se la sarebbe portata in un posto discreto invece che in mezzo alla strada. Ormai i due erano proprio sotto di lui. L'uomo prese per i fianchi la ragazza sbattendola quasi sul muro e continuando a baciarla imperterrito e incurante di lui che stava alcuni metri sopra ad osservare la scena. Si affaccio' alla balaustra e decise di intervenire " Ehi ragazzi, perche' non ve ne andate da qualche altra parte?" chiese nel suo spagnolo arrangiato e imperfetto. I due alzarono lo sguardo mettendosi a ridere e poi ripresero a baciarsi come prima. L'uomo col cappellino da baseball stavolta comincio' ad irritarsi. Ma guarda se questi due idioti dovevano mettersi proprio la' sotto a fare i loro porci comodi " Ehi, sto parlando con voi. Siete sordi o cosa?" Incalzo' l'uomo e per tutta risposta ebbe nuovi sorrisi ironici dalla coppia che riprese tranquillamente a baciarsi. Era troppo. Ma cosa fare? Lasciarli fare? No, gli ordini erano stati tassativi e nessuno doveva fermarsi sotto la villetta. Tramite l'auricolare chiamo' un altro uomo all'interno della villa " C'e' un problema. Puoi venire?" Un altro uomo usci' di corsa dalla casa e poi si guardo' intorno preoccupato " Cosa c'e'?" " Quei due che stanno limonando qua' sotto" " Ah! E' questo il problema?" fece il nuovo arrivato senza omettere del sano sarcasmo " Gia'. Che facciamo con quei due? Lasciamo che facciano i cavoli loro?" " Potremmo chiamare la polizia" continuo' con sarcasmo " Si certo, come no?" tronco' il primo " Aspettiamo alcuni secondi e poi li mandiamo via" disse il secondo facendosi serio. Alcuni metri piu' sotto, la coppia continuava a baciarsi con trasporto anche se ogni tanto l'uomo guardava l'orologio. La ragazza fermo' il polso dell'uomo e guardo' anche lei l'ora. L'orologio era ormai posto sulle 21.13. Mordicchio' il labbro del giovane dinanzi a se e poi gli sussurro' all'orecchio " Fra poco finisce il primo tempo. Dobbiamo agire" " Si, ci penso io. No aspetta, uno sta scendendo: Questo e' tuo, io penso all'altro" L'uomo col cappello da baseball aveva perso ormai la pazienza. Aveva proprio intenzione di dirgliene quattro. Scese rapidamente le poche scale che lo separavano dalla coppia e si mise di fronte all'uomo, senza pero' rinunciare di dare una sbirciata alle procaci forme della giovane " Ora prendi la tua ragazza e te ne vai. Ok?" I due sorrisero senza rispondere. Provo' in inglese ma anche in questa lingua non ottenne risposta. La ragazza si allontano' leggermente dal suo compagno mettendosi quasi di fianco all'uomo col berretto e poi gli mise il suo braccio sinistro sulle spalle. Per una frazione di secondo l'uomo non capi' ed anzi, inconsciamente accetto' quel piacevole contatto provando un notevole piacere. Ma fu questione di un attimo. Il partner della ragazza prese da una tasca un coltello e poi, veloce come un fulmine, lo lancio' verso l'altro uomo rimasto sulla veranda. La lama si conficco' nella gola senza far emettere un solo verso al poveretto che fu ucciso all'istante. Solo allora l'uomo col, berretto si rese conto di cio' che stava accadendo ma ormai era troppo tardi per qualsiasi azione. Il braccio potentissimo di Hannah gli cinse la gola mentre Simon sali' velocemente gli scalini. La ragazza senti' l'uomo diventare inerme nelle sue mani. Tentenno' un istante ma poi guardo' il suo uomo ormai sopra la veranda e rammento' le sue parole ripetute quasi di continuo Si, feccia. Questi uomini erano al soldo di uno dei peggiori terroristi che si conoscevano e doveva morire. Era giusto che morisse. Dieci morti tra cui un bambino e la rabbia percorse l'intero corpo della giovane. Sospiro' e poi aumento' la sua forza e per il terrorista fu la fine. Hannah senti' il collo del terrorista spezzarsi sotto la sua azione e solo allora smise di esercitare tutta quella pressione. Per chi avesse visto la scena dal di fuori, poteva sembrare semplicemente una donna che metteva un braccio sopra le spalle di un uomo ma quello era stato un vero e proprio abbraccio mortale. Erano alla meta' dell'opera. Hannah afferro' l'uomo che aveva appena ucciso da sotto le ascelle e, cercando di non dare nell'occhio, lo sollevo' quel tanto da fargli fare le scale, proprio come si aiuta una persona che sta male. Il tutto naturalmente, per toglierlo dalla vista di un eventuale curioso. Simon intanto, aveva estratto il suo coltello dalla gola dell'altro uomo e attese la sua compagna per immettersi direttamente nella casa. La prima impressione che ebbero fu che i due uomini rimanenti non erano a vista ed erano quindi dentro una delle cinque stanze della casa. Afferrarono quindi i corpi dei primi due e li portarono all'interno per toglierli ad eventuali occhi indiscreti. Simon osservo' e ammiro' la sua compagna mentre depositava il corpo dell'uomo col berretto con facilita'. L'aveva allenata lui e conosceva le sue potenzialita' ma non pote' fare a meno di pensare che aveva creato un vero e proprio capolavoro. Ma non era quello il momento di perdersi nelle grazie della ragazza o di ammirarne la potenza assoluta che emanava quel corpo. Dovevano scovare ed uccidere i due uomini rimasti per terminare il lavoro ed uno di quei due era proprio il famigerato Jim Block. Osservarono l'interno di quell'abitazione. C'erano diverse stanze accese in quella villa e Simon era indeciso su quali direttive dare alla sua compagna. Avevano studiato la planimetria della villa e sapevano perfettamente come era strutturata la casa. Percorsero pochi metri di un corridoio e quindi Simon si immise in quello che doveva essere il salone principale, situato alla sua destra, mentre Hannah percorse ancora alcuni metri. La prima stanza era vuota mentre nella seconda fu piu' fortunata. Un uomo era intento a scrivere qualcosa sul computer. Ce l'aveva di fronte e non poteva prenderlo di sorpresa ma non fu questo a farla perdere d'animo. Estremamente cosciente delle sue capacita', Hannah corse per quei pochi metri che la dividevano dal tavolino sopra il quale era poggiato il computer. L'uomo non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa stesse accadendo che gia' la giovane e atletica donna era in volo per atterrare proprio sul tavolo. Un potente calcio lo colpi' in pieno volto e per l'uomo fu notte. Sbalzo' un paio di metri piu' indietro fin contro il muro mentre Hannah scese dal tavolo con un salto che denotava la sua agilita'. Forza fisica e agilita', velocita' e perfetta conoscenza delle arti marziali, un mix esplosivo che ne faceva una persona quasi invincibile. L'uomo, resosi conto della pericolosita' della persona che aveva di fronte, striscio' a ridosso del muro. Le sue armi erano troppo lontane per poterle prendere e doveva accettare il combattimento corpo a corpo. Il colpo l'aveva stordito ed il suo volto era una maschera di sangue. Era evidente che fosse un'esperta di arti marziali ma era pur sempre una donna anzi, una ragazza giovanissima, Fece ricorso a tutta la sua buona volonta' e poi si alzo' per gettarsi addosso all'intrusa. Hannah sorrise vedendo quella reazione scoordinata. Si scanso' appena e poi lo colpi' prima con un terrificante calcio alla bocca dello stomaco e quindi, avvicinatasi all'uomo ormai inerme, gli alzo' il viso con la mano sinistra e poi fece partire un pugno con la mano destra. L'uomo cadde ormai svenuto ma ancora vivo. Hannah lo rialzo' prendendolo per la camicia. Doveva finirlo. Sciarada non lasciava testimoni. Il colpo dato con la mano aperta alla base del collo lo uccise all'istante. Erano trascorsi solo pochi istanti ed il rumore era stato praticamente nullo. Ora doveva raggiungere Simon che alcuni secondi prima era entrato nel salone dove un distratto Block, seduto su una comoda poltrona, osservava una partita di calcio meravigliandosi della passione che vedeva sugli spalti per uno sport che non riusciva a prenderlo del tutto. Ma il clima del match che aveva vissuto la Spagna intera in quei giorni passati aveva un po' contagiato anche lui. Ed il soccer stava cominciando a piacere anche negli U.S.A. ed anche se lui non si sentiva affatto americano da un punto di vista nazionalistico, i suoi gusti sportivi facevano parte di quelli della maggior parte degli abitanti della nazione a stelle e strisce e aveva una predilezione per il baseball e soprattutto per i Philliies, la squadra della sua citta' natale. Simon aveva gattonato all'interno del salone dove Block dava le spalle e poi, quando era pronto per sferrare l'attacco decisivo, qualcosa lo blocco'. Non riusciva a respirare bene e la vista si stava appannando. Si sentiva svenire e i suoi battiti erano estremamente accelerati, proprio come era accaduto quando aveva combattuto contro Hannah. Si alzo' cercando di vincere quella strana e orrenda sensazione ma ando' a sbattere contro un mobile facendo cadere gli oggetti che erano posti sopra di esso e destando Block. Era questa la visione che ebbe Hannah quando fece il suo ingresso nella stanza. Osservo' l'uomo che amava e corse verso di lui " Simon, mio Dio Simon, che ti sta succedendo?" " Non guardare me, pensa a lui. Finisci il lavoro" disse Kolb quasi sussurrando. Hannah guardo' poi in direzione di Block che era riuscito a prendere il kalashnikov che era poggiato sul divano accanto a dove era seduto. Non ebbe il tempo di riflettere. L'istinto la fece correre proprio contro il terrorista che stava per prendere la mira ed un attimo prima che questi iniziasse a sparare spicco' un balzo prodigioso e riusci' a disarmarlo con un potente calcio. L'uomo rimase alcuni secondi con gli occhi sbarrati, meravigliato di tanta velocita' e potenza ma era un uomo addestrato. Diversi anni in Sudan ne avevano fatto un combattente completo in grado di sconfiggere a mani nude qualunque avversario. Non Hannah, pero'. La ragazza roteo' su se stessa e colpi' con un paio di calci volanti Block che cadde all'indietro addosso al divano che si rovescio' per la violenza della caduta. Un altro calcio dato mentre era ancora a terra lo misero completamente a terra. L'uomo striscio' ai piedi della giovane " Chi sei? Cosa vuoi da me?" " Io sono Sciarada" " Non e' possibile. Sciarada e' un uomo e tu sei una ragazza" " Noi siamo Sciarada" ripete' la ragazza come un automa. Afferro' la testa del terrorista e lo alzo' come se si trattasse di un oggetto di pochi chili e non di un uomo di oltre novanta. I muscoli straordinari dei suoi bicipiti si gonfiarono mettendo dinanzi agli occhi dell'uomo, ormai completamente spaventato, uno spettacolo inenarrabile. Ma Hannah doveva terminare il lavoro. Continuo' ad alzare il terrorista a ridosso del muro fino a quando i suoi piedi lasciarono completamente il terreno e poi inizio' a stringere. Block aveva ormai compreso che stava per morire. Anche lui conosceva di nome Sciarada e sapeva che non aveva pieta'. Certo, non si sarebbe immaginato che a quel nome corrispondesse una bellissima ragazza, ma quella giovane possedeva una forza straordinaria. Tento' di commuoverla " Ti prego, non uccidermi. Abbi pieta'" riusci' a dire. Hannah squadro' Block ed il suo bellissimo volto si deturpo' in un ghigno " E tu hai avuto pieta' di quelle dieci persone morte? Hai avuto pieta' di quel bambino? Mi dispiace ma Sciarada non ha pieta', proprio come non ne hai avuta te" Hannah respiro' a lungo e poi strinse ancora, con quella stessa mano che lo stava sollevando. La vita di quell'uomo dipendeva da lei e questo le stava dando delle sensazioni incredibili e straordinari, proprio come quando aveva sconfitto quei due ragazzi obbligandoli ad inginocchiarsi a lei. Poi guardo' il corpo dell'uomo amato ancora appoggiato al mobile e si rese conto che doveva affrettare i tempi. Un'ulteriore aumento della pressione sul collo del terrorista e Block esalo' l'ultimo respiro. Il lavoro era compiuto ma ora doveva occuparsi di Simon, del suo Simon. Si avvicino' all'uomo " Simon, amore mio, che cosa hai?" " Non lo so, piccola. Mi sono sentito male. Sto cominciando ad essere vecchio. Ora portami via da qua' in fretta. Il primo tempo potrebbe terminare da un momento all'altro e allora potrebbero essere guai" " No, tu non sei vecchio. Sei ancora giovane ed ho molta paura per te" rispose la ragazza mettendosi il corpo del suo amato teneramente in braccio. Scavalco' i corpi dei primi due terroristi che avevano ucciso e poi fece scendere Simon, sempre sorreggendolo con amore. Scesero le scale e poi si incamminarono verso la macchina. Sembrava che sorreggesse un ubriaco ma la strada era completamente deserta e non incontrarono nessuno, proprio come era nelle previsioni. Erano trascorsi meno di cinque minuti da quando avevano messo piede dentro la villetta di Block e tutto era finito, nel silenzio quasi assoluto, come era nello stile di Sciarada. Finalmente, riuscirono a raggiungere il veicolo e Hannah aiuto' Simon a mettersi seduto e quindi si pose al volante. L'uomo diede un telefonino alla ragazza " Telefona agli uomini della C.I.A. Devono venire a ripulire la scena" Hannah afferro' il cellulare e fece quanto le era stato chiesto dopodiche' avvicino ' il suo bel viso a quello dell'uomo " Come ti senti, amore mio?" " Sto meglio" " Cosa hai avuto? Sono tanto preoccupata" " Non lo so, piccola. Faro' degli accertamenti ma vedrai che non e' nulla di serio. Tu piuttosto. Sei stata magnifica. Se non ci fossi stata tu per me sarebbe stata la fine" " Si, per fortuna che ti ho rotto tanto fino a farmi portare con te" " Gia', per fortuna. E tu invece come ti senti, adesso?" " Non lo so, Simon. Da una parte sto malissimo anch'io. Ho ucciso tre uomini ed anche se so che erano pericolosi terroristi la cosa non mi fa stare meglio ma al contempo ho provato strane sensazioni, amore mio e questo mi fa stare ancora peggio" " Quali sensazioni?" Hannah chiuse gli occhi per un istante " Quasi di onnipotenza. Capisci Simon?" " E' normale anche questo, stai tranquilla. Uccidere a mani nude da una sensazione particolare. L'importante e' sapere che si sta portando a termine una missione e tu sei troppo intelligente per non capirlo e non metterla sul personale" " E si riesce a convivere tranquillamente con questa sensazione?" " Tranquillamente no ma ci si convive anche se ogni volta ti lascia un po' di amaro in bocca che ci mette un po' a svanire. Passera', vedrai. Ma la prossima volta sentirai di nuovo tutte queste sensazioni" Un boato assordante proveniente da tutte le finestre fece sussultare la ragazza " Oh mio Dio. Cosa e' accaduto? Sembra il terremoto" " Credo che la Spagna abbia fatto gol. Andiamocene, piccola, prima di trovarci in mezzo ad un fiume di gente in festa" Fine quinto episodio Per suggerimenti e critiche inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it