IL PASSATO DI HANNAH Quarto episodio di DAVIDMUSCOLO Barcellona, Claris Hotel Sabato 28 giugno 2008 ore 21.30 Il ristorante Stella, situato all'interno dell'hotel Claris era pieno di commensali intenti a mangiare le tipiche specialita' catalane. Pesce in primo piano, ovviamente. La coppia seduta a pochi metri dalla grande vetrata, ad esempio, aveva appena mangiato dell'ottimo e ed il cameriere aveva appena servito loro il dolce cercando, senza farsi notare, di gettare uno sguardo nelle generosa scollatura della ragazza. L'uomo, vestito con una camicia bianca sotto una giacca celeste di lino e con pantaloni bianchi di cotone aveva optato per il , mentre la ragazza, deliziosamente avvolta in un abito nero di seta senza maniche che faceva risaltare le sue forme perfette e scollato quel tanto da mettere in mostra dei seni rigogliosi, aveva deciso per una piu' adatta crema catalana. Hannah sorrise a Simon prendendogli una mano " E cosi' tu volevi privarmi di tutto questo? Dovrei essere in collera con te" L'uomo sorrise a sua volta " Forse, inconsciamente volevo tenerti tutta per me e non dividerti con tutti questi maschi che stanno sbavando per te" " Geloso?" " Si. Gelosissimo" " Guarda che anch'io sono gelosa, mio caro. E stai bene attento, Simon Kolb. Se tu ti azzardi semplicemente a guardare una di quelle stronze che non ti tolgono gli occhi di dosso, io ti uccido. E lo faccio con le mie mani" L'uomo sbarro' gli occhi fingendo paura " E la cosa piu' assurda e' che tu saresti tranquillamente in grado di farlo" Hannah allungo' il suo lungo collo per cercare la bocca di Simon " Sono una ragazzina sciocca, lo so, ma sono pazzamente innamorata di te" " Lo so perche' e' esattamente quello che provo io, te l'ho appena detto. Ora pero' sbrigati a mangiare quel dolce. Fra poco piu' di mezz'ora abbiamo un appuntamento di lavoro" " E' il mio primo appuntamento di lavoro. Saro' pronta per quel momento, puoi giurarci" concluse la ragazza portando alla bocca un cucchiaio di ottima crema catalana Barcellona. Pau Claris. Sabato 28 giugno 2008. Ore 21.45 Leonard Baines si aggiusto' il nodo della cravatta mentre il suo uomo finiva di bere una bevanda fresca. Malgrado fosse ormai sera, il caldo era ancora impietoso e Baines rimpianse la temperatura piu' fresca della Virginia che aveva lasciato il giorno precedente. Di fronte a lui la maestosita' del Claris Hotel e le sue luci. Baines fece un paio di metri avanti verso il grande albergo e poi ritorno' indietro verso l'altro agente " Fra poco incontrero' Sciarada. Dio, che voglia di mettere la sua testa dentro un pacco e spedirlo a Langley" " Come una valigia?" sorrise l'altro uomo " Esatto, Cassidy, come una valigia. E invece gli diamo un sacco di soldi per fare quello che dovremmo fare noi" " Il problema, signore, � che non e' facile fare quello che fa lui. Soprattutto nel modo in cui lo fa. Ma a noi cosa importa, scusi? L'importante e' che faccia le cose per noi e non contro di noi" " Mi sembri Baustein. Lui lo ha definito un uomo con mentre per me e' solo un assassino a pagamento" " E a quanto pare si fa pagare molto bene se si puo' permettere un albergo del genere. Io nemmeno con lo stipendio di dieci anni riuscirei a trascorrerci una settimana" aggiunse l'agente Cassidy " Non esageriamo. Beh, andiamo. Si e' fatta l'ora. Andiamo ad incontrare il famoso Sciarada" concluse Baines afferrando una cartella dove erano contenute una decina di foto e mettendosela sotto il braccio. I due uomini entrarono quindi nell'albergo e si diressero verso la hall. Il lusso era evidente e questo metteva ancor piu' a disagio Leonard Baines. Non perche' non fosse abituato ai grandi alberghi ma perche' riteneva che quel lusso fosse pagato dai cittadini americani per far vivere comodamente un killer e questo lo riteneva un errore di dimensioni gigantesche. Ma lui doveva solo attenersi agli ordini. Alla hall, una ragazza decisamente di bell'aspetto, con i capelli molto scuri raccolti in una coda alta sorrise ai due uomini e chiese loro in spagnolo quale fosse il loro bisogno. Baines sorrise e poi in inglese chiese se la ragazza conoscesse la sua lingua " Certamente" rispose la bella ragazza "In cosa posso aiutarvi?" " Ho un appuntamento col signor Carl Lewis" La donna fece un mezzo sorriso ed osservo' sul computer le disposizioni ricevute e poi sorrise piu' ampiamente " In effetti, il signor Lewis vi attende. Quarto piano, suite 419. Gli ascensori sono alla vostra sinistra" " Grazie" rispose laconicamente Baines mentre Cassidy sorrise " Carl Lewis? Perche no Jesse Owens?" " Affari suoi come si fa chiamare. Dai, andiamo Cassidy, non facciamo attendere il signor Lewis" I due agenti camminarono in direzione degli ascensori. Il via vai era ancora abbastanza frenetico all'interno dell'albergo. Uomini d'affari, soprattutto, spesso accompagnati da donne bellissime, ma anche vacanzieri ricchi in compagnia della famiglia. Baines e Cassidy erano pero' immersi in altri pensieri. Gli uomini della C.I.A. stavano per incontrare un uomo misterioso, un assassino che era diventato quasi una leggenda in certi ambienti ed erano notevolmente nervosi. Mentre salivano in ascensore, in compagnia di una coppia di mezza eta', si tastarono quasi contemporaneamente l'interno della propria giacca per assicurarsi di essere armati e finalmente giunsero al quarto piano. La suite 419 si trovava alla loro destra e camminarono una decina di metri prima di trovarsi di fronte la porta della camera. Baines busso' non prima di aver emanato un profondo respiro. I passi che provenivano dall'interno stavano a testimoniare che qualcuno stava per venire ad aprire e rimasero alquanto sconcertati nel vedere il giovane uomo di aspetto molto gioviale che li accolse con un largo sorriso " Prego, accomodatevi, vi attendevo" L'uomo era vestito completamente di bianco, con la camicia arrotolata che metteva in mostra braccia dotate di muscoli decisamente notevoli. I folti capelli neri erano leggermente arruffati, gli occhi azzurri denotavano un'intelligenza viva mentre il mento squadrato lo rendevano molto affascinante. Decisamente un uomo di bell'aspetto. I due agenti osservarono il lusso e le comodita' che si trovavano in quella splendida suite e seguirono l'uomo che si accomodo' su una sedia dove era appoggiata una giacca di lino celeste. Squadro' poi i due uomini senza perdere il sorriso. Aveva notato il rigonfiamento delle loro giacche ma non lo fece notare e fece segno ai due di sedersi a loro volta " Come devo chiamarla?" esordi' Baines mentre Cassidy continuava a guardare ammirato la bellezza di quella camera d'albergo grande come una casa di medie dimensioni " Come vuole. Sciarada o Carl Lewis. Se vuole puo' fischiarmi come farebbe col cane. I nomi hanno poca importanza nel nostro mondo" " Perche' Carl Lewis?" " Oh bella. Perche' sono un suo ammiratore. Nella mia carriera ho usato i nomi di molti atleti famosi. Sono stato Mark Spitz, Edwin Moses, Michael Jordan. Non puo' immaginare la sorpresa della gente nel vedere il documento con nomi del genere. Diciamo che e' il mio marchio di fabbrica, un po' come la zeta per zorro" Baines cerco' di capire dal modo di parlare dell'uomo la sua provenienza ma l'aitante giovane parlava senza alcuna inflessione dialettale. Poteva essere di qualunque posto, forse inglese. No, penso'. Doveva trattarsi di un americano. Aveva appena detto di scegliere nomi di atleti famosi e quelli appena menzionati dall'uomo erano tutti atleti statunitensi e questo faceva supporre che si trattasse di un suo compatriota " Bah! Contento lei. Forse e' meglio parlare di lavoro" disse infine " Esatto, parliamo di lavoro. Prima pero' attendiamo una persona" Baines sussulto' " Cosa significa che attendiamo una persona? Io dovevo incontrare Sciarada e nessun altro" " Tranquillo. La persona in questione e' la mia collaboratrice, se cosi' vogliamo chiamarla. Noi agiamo in coppia. Ed essendo una donna sta al bagno a rifarsi il trucco. Niente di anomalo" I due agenti si guardarono nervosamente. Questa faccenda non era preventivata. Una collaboratrice? Perche' nessuno dell'agenzia sapeva che Sciarada aveva una donna che lavorava con lui? Baines guardo' l'uomo seduto di fronte a lui " Non erano questi i patti. Io dovevo incontrare un uomo e non mi piace chi non sta ai patti" " Non faccia il melodrammatico. Lei doveva incontrare Sciarada ma Sciarada non e' un uomo o una donna. E'un entita' che io e questa donna rappresentiamo. In ogni caso, le cose stanno cosi'. Se non le va bene, puo' andarsene da questa camera insieme al suo amico. Siete voi che avete chiesto il nostro aiuto e non l'inverso. Io posso sempre consolarmi pensando di aver fatto una bella gita a Barcellona e di aver guadagnato un bel po' di soldi senza la minima fatica" Gia', i soldi. La meta' della cifra pattuita era gia' stata versata nelle casse di quell'uomo e quindi Baines dovette fare buon viso a cattivo gioco " Ok, aspettiamo la sua collaboratrice, allora" sentenzio' infine l'agente. Un'attesa di pochi secondi e poi una figura statuaria fece il suo ingresso nella stanza " Vi presento Serena Williams, la mia collaboratrice" disse Simon Kolb con un largo sorriso. I due agenti osservarono attentamente quella giovane donna che avanzava verso di loro. Era bellissima. Pensarono entrambi che fosse la piu' bella ragazza che avessero mai potuto ammirare. Era molto alta e superava abbondantemente i 180 centimetri ed aveva un visetto delizioso con lunghi capelli neri ad adornarlo, occhi verdi che sembravano emanare una luce propria ed una bocca adornata di rossetto che sembrava essere fatta per essere baciata. Il corpo poi era stratosferico, con lunghissime gambe affusolate ma al contempo decisamente tornite ed altrettanto potevano definirsi le braccia che sembravano quelle di una sportiva praticante, senz'altro toniche ma che non le facevano perdere nulla in femminilita' e che anzi, contribuivano a fornirne in misura ancora maggiore. Ma era il seno la parte che quasi ipnotizzava i due uomini. Era decisamente abbondante ma stava dritto che era una meraviglia, rendendo gli studi di Newton sulla gravita' qualcosa che doveva essere assolutamente ricontrollato. Come se non bastasse, quel vestito nero di seta con trasparenze ammiccanti che indossava contribuiva a rendere quella ragazza di una sensualita' unica. Baines si alzo', subito imitato da Cassidy, perdendosi per qualche secondo ancora nella visione di quello splendore ma poi la sua professionalita' ebbe il sopravvento. Scruto' in viso la ragazza che gli era stata presentata come Serena Williams e non pote' non notare che, malgrado il trucco, non pesante ma abbastanza delineato, quel volto apparteneva ad una donna giovanissima, poco piu' di una bambina. Oh certo, il corpo era stupefacente e dovette faticare per non osservarla e non sbavare ma lui era qui' per conto della C.I.A. e non poteva affidare una missione pericolosissima ad un uomo che si portava appresso una ragazza che doveva aver terminato l'adolescenza da poco tempo. Volle pero' sincerarsi e si giro' verso l'uomo che diceva di chiamarsi Carl Lewis " In che senso lei partecipera' alla missione?" " In tutti i sensi. Lei sta con me e verra' con me. Potrei anche dire che saro' io ad andare con lei e cambierebbe poco. Io e lei siamo un tutt'uno. Non c'e' un capo tra di noi" Baines sorrise amaramente " No. Non mi sta bene. Gia' non mi stava bene affidare una situazione scabrosa come questa ad un assassino, figuriamoci se posso lasciarla nelle mani di una ragazzina. Ha appena smesso di giocare con le bambole e queste cose sono troppo grandi per lei" Simon Kolb sospiro' e si prese alcuni secondi per decidere quale dovesse essere la sua reazione. Aveva preventivato una situazione del genere e avrebbe potuto benissimo lasciar andare quei due senza intervenire. Forse Simon Kolb avrebbe potuto ma Sciarada non poteva permetterlo. Volto' il suo sguardo verso Hannah senza smettere di sorridere " Mia dolce Serena, questo tizio ci ha definiti assassini. Io la considero un'offesa grave che necessita delle scuse. Non trovi?" " Assolutamente d'accordo" " Ha sentito l'altra meta' di Sciarada? Credo che ci dobbiate delle scuse immediate" Baines sussulto' ed estrasse la pistola dalla sua giacca puntandola verso Simon, subito imitato da Cassidy " State fermi e nessuno si fara' del male. Ora noi ce ne andiamo da questa stanza e voi ve ne starete buoni ed immobili. Per quanto mi riguarda, Sciarada ha finito di esistere" Si, al diavolo i soldi. Qualcosa si sarebbe inventato col suo capo. Avrebbe detto di essere stato aggredito o forse che nessuno si era presentato all'appuntamento. Di sicuro, non aveva nessuna intenzione di proseguire quel discorso con quell'uomo e con quella ragazzina dalle fattezze di una top model. Simon rimase seduto ma i suoi occhi cercarono quelli di Hannah che accenno' un lieve sorriso ed avanzo' di un paio di metri. Lo sguardo dei due agenti era rivolto soprattutto verso Simon che era considerato il pericolo maggiore e poco considerarono la ragazza che ormai era quasi vicino a loro. Per Hannah fu quasi un gioco da ragazzi. La sua gamba destra scatto' improvvisamente, pur nella difficolta' del suo abbigliamento, cogliendo la mano di Baines che teneva la pistola e facendogliela cadere e poi, girando su se stessa con una velocita' impressionante, colpi' anche la mano di Cassidy ottenendo lo stesso risultato. I due uomini non ebbero nemmeno il tempo di rimanere sorpresi in quanto quello che stava per arrivare era ancora piu' inaudito. Hannah afferro' Cassidy con il suo possente braccio destro stringendo il suo collo come fa un serpente con la sua vittima mentre con la mano sinistra afferro' invece la gola di Baines. Erano trascorsi solo una manciata di secondi ed i due uomini erano completamente neutralizzati. Simon si alzo', raccolse le due pistole cadute dalle mani dei due agenti, tolse con movimenti veloci i proiettili dalle armi posandole poi sul tavolino " Vedete signori, voi ci avete offesi chiamandoci assassini, non e' vero Serena?" La ragazza non si scompose. Aumento' la sua potenza e Baines inizio' a sollevarsi dal terreno mentre Cassidy si dibatteva cercando inutilmente di allentare la presa della giovane. I due uomini cominciavano a capire in che guaio si fossero messi. I muscoli della ragazza si gonfiavano raggiungendo dimensioni ragguardevoli e loro erano ormai assolutamente inoffensivi. Senza contare che cominciavano ad avere grossi problemi di respirazione " Esatto, Carl" " Come preferiamo essere chiamati?" " Diciamo che giustizieri potrebbe essere la parola giusta" " Si, giustizieri. Noi facciamo giustizia, non uccidiamo innocenti ma solo coloro che meritano di morire. Lo facciamo per soldi ma sempre di giustizia si tratta. Quanto a Serena ... ..beh, penso che abbia smesso di giocare con le bambole da un pezzo. Che ne dite?" Un silenzio assurdo segui' le parole di Simon e fu colmato alcuni secondi piu' tardi dalla risata cristallina di Hannah " Oh, non credo che possano risponderti. Sto facendo pressione sulle loro corde vocali impedendo loro di urlare ma anche di parlare" " Gia' che sbadato" riprese Simon dandosi una leggera pacca sulla testa in modo ironico "Non possono rispondere. Forse dovresti alleggerire la tua presa e sentire le loro scuse. Quanto a voi, signori, sappiate che se lei volesse, potrebbe uccidervi in un secondo, semplicemente aumentando la sua potenza che, posso assicurarvelo, e' semplicemente spaventosa. Vi consiglio di non farvi ingannare dalla sua bellezza prosperosa e dal suo bellissimo visetto dolce e forse un po' bambinesco ma lei puo' essere considerata una vera e propria arma letale. A confronto, Mel Gibson diventa una nullita' assoluta" L'ironia dell'uomo non fu minimamente percepita. Troppa era ormai la paura che attanagliava i due agenti della C.I.A. Per altri interminabili secondi, Hannah rimase in quella posizione, con i due uomini saldamente nelle sue mani, uno ironicamente sollevato senza alcuna apparente fatica con una sola mano e l'altro che sembrava ormai quasi per venir meno dopo aver lottato inutilmente con tutte le sue forze per potersi liberare da quella spira che era il braccio della ragazza. Hannah pero' allento' un po' la sua presa nei confronti dei due e l'aria comincio' a circolare maggiormente nei loro polmoni ma soprattutto ed in modo scientifico, libero' loro le corde vocali. Quei secondi appena trascorsi avevano permesso a Baines di riflettere bene su quella situazione. Aveva ormai capito che tutto il suo ragionamento su quella ragazza era completamente sbagliato. Aveva assolutamente ragione Carl Lewis o comunque si chiamasse l'uomo. Quella giovane era tutto tranne che una ragazzina bisognosa di giocare con le bambole. Era una ragazza giovanissima ma possedeva delle doti incredibili, assurde e quasi inverosimili considerando il sesso e l'eta'. Baines aveva pero' soprattutto capito che avrebbe dovuto abbandonare del tutto la sua spocchia ed il suo orgoglio. La sua voce, ancora flebile e roca per la pressione che aveva ricevuto alle corde vocali, usci' timorosa ed impaurita dalla sua bocca " Vi chiedo scusa. Io ... .Io non immaginavo" Anche Cassidy imito' il suo collega e le sue scuse furono ancora piu' timorose " La prego, signora, ci lasci. Le chiediamo scusa" Hannah osservo' il suo compagno che le fece un cenno di assenso con la testa. Hannah sorrise. Era una sensazione splendida, di potere assoluto, quella che stava vivendo in quel momento. Per un attimo fu quasi tentata di non abbandonare la presa su quei due uomini per assaporare ancora un po' quella meravigliosa sensazione ma poi decise che sarebbe stato meglio tornare professionale " D'accordo. Scuse accettate" disse semplicemente la ragazza rilasciando i due agenti che per alcuni secondi barcollarono massaggiandosi il collo. Per lei era stato il suo battesimo ed era stato meraviglioso. Si, era stato meraviglioso sapere che quei due uomini erano completamente nelle sue mani, inoffensivi e che lei avrebbe potuto fare qualunque cosa con loro. La giovane sospiro' soddisfatta e si mise seduta accavallando le sue lunghissime gambe e guardo' i due uomini ancora in difficolta' " Sedetevi" ordino' e i due uomini si affrettarono ad obbedire. Erano agenti, spie, uomini abituati a vivere pericolosamente e a rischiare la vita ma mai avrebbero pensato di poter vivere un'avventura del genere che li aveva scossi psicologicamente, oltre che fisicamente. Si sentivano completamente in soggezione di fronte alla mostruosa prova di forza che quella ragazza aveva offerto, senza considerare che anche quell'uomo avrebbe potuto avere le stesse qualita'. Sapevano quindi di essere nelle loro mani " Ora statemi bene a sentire" rincaro' Hannah "Noi siamo ancora pronti e disponibili ad accettare l'incarico ma alla prima parola sbagliata che sentiamo potrei reagire in modo non ortodosso. Chiaro?" " Si signora" rispose Baines ormai completamente succube, guardandola e chiedendosi come era potuto accadere che quella ragazza lo avesse appena sollevato con una sola mano senza nemmeno provare una gran fatica nel farlo ed avendo un altro uomo robusto stretto ed immobilizzato nell'altro braccio " Perfetto. Sono sicura che da adesso in poi il vostro comportamento sara' senz'altro piu' docile. Non e' cosi'?" I due agenti respirarono profondamente. Non avevano voglia di sottomettersi ulteriormente ai voleri di quella straordinaria ragazza ma al contempo il terrore vissuto in quei pochi secondi era ancora troppo vivo in loro. Si guardarono cercando una via d'uscita ma Hannah non era ancora soddisfatta. Voleva annientarli psicologicamente. Si alzo' ed ando' di fronte a loro facendo segno di alzarsi. Baines e Cassidy le obbedirono tremanti. La ragazza afferro' il mento di entrambi " Vi ho fatto una domanda ed esigo una risposta. Non costringetemi a darvi un'altra dimostrazione delle mie capacita'" " La prego, non ce n'e' bisogno" farfuglio' Baines " Quindi?" " Il nostro comportamento sara' adeguato" " Ne ero sicura" concluse Hannah rimettendosi seduta e facendo cenno ai due che potevano farlo anche loro " Bene!" intervenne Simon. "Questa dimostrazione offerta dalla mia compagna, oltre a fugare i dubbi sulle sue capacita', servira' anche a farvi capire i motivi per cui siamo cosi' ambiti dalla vostra agenzia e da altri enti governativi e non. Di solito, evitiamo di dare spettacolo anche perche' i nostri referenti si sono sempre comportati nella giusta maniera, con rispetto, innanzi tutto, ma non tolleriamo comportamenti come quello che avete avuto. Ora credo che sia meglio parlare del motivo del nostro incontro. Voi volete morto Jim Block e la sua cricca per il massacro di Denver. Giusto?" " Si" rispose Baines " Perche' non fate intervenire la polizia spagnola o la loro intelligence?" " Perche' non possiamo dire loro che lo vogliamo morto. Non abbiamo prove certe ma sappiamo che e' stato lui. Voi sapete chi e' Jim Block?" Hannah e Simon si guardarono sorridendo e l'uomo prese la parola " Si, sappamo perfettamente chi e'. Americano, nativo di Philadelphia e convertito all'Islam. Quarantaquattro anni. E' stato per anni sotto osservazione perche' considerato un potenziale terrorista ed e'stato addirittura isolato dai suoi stessi correligionari. Fuggito nello Yemen si e' poi spostato in Sudan dove si e' addestrato con i miliziani di Al Qaeda. Ha preso poi il nome di battaglia di Abu' Bakri ed e' ritornato negli U.S.A. proprio in concomitanza dell'attentato di Denver ma poi di lui si sono perse le tracce ed e' stato ritrovato proprio qua' a Barcellona. Si vocifera che Block stia progettando qualcosa in Europa. E' tutto giusto?" " Si tutto giusto. E quindi capirete che non possiamo lasciarlo vivo in quanto un eventuale processo potrebbe non condannarlo. Ripeto, non abbiamo prove certe" " E quindi vi serve Sciarada per un lavoretto pulito" " Si, ci serve qualcuno che entri in quella casa e uccida Block e i suoi uomini senza che gli spagnoli si accorgano di niente" " Credo che il signor Block possa essere considerato un elemento che non merita di vivere, non credi, Serena?" " Perfettamente d'accordo. . Credo che rientri senz'altro nei parametri dei nostri potenziali clienti. Possiamo vedere le foto?" intervenne Hannah. Baines srotolo' alcune fotografie che i due giovani osservarono con attenzione. Erano le stesse che aveva gia' visionato Baustein in persona. Erano state scattate in giorni ed orari diversi e sembravano, ad un occhio poco attento, molto simili. In realta', era evidente come gli uomini che si alternavano sulla veranda fossero tre uomini differenti ed altrettanto chiaro era che si trattasse degli uomini di Block. Apparentemente non sembravano armati ma una delle foto, evidentemente lavorata al computer e piu' ravvicinata, mostrava un kalashnikov 47 impossibile da notare ad occhio nudo, poggiato su una poltroncina a fiori sul tipo delle sdraio che si usano al mare. Simon Kolb osservo' i due agenti " Queste le prendiamo noi, tanto immagino che siano solo delle copie. Non c'e' traccia di altre armi?" " E' inutile che vi dica che e' presumibile che ognuno di quegli uomini possieda un 'arma dello stesso tipo. Sappiamo pero' che Block era diventato un esperto della RPK durante la sua milizia in Sudan e non possiamo escludere che ne abbia una con se" La RPK era una mitragliatrice leggera, molto maneggevole, in grado di uccidere diversi uomini contemporaneamente. Simon pero' non batte' ciglio " Siete sicuri che siano soltanto tre gli uomini di Block?" " Purtroppo non possiamo averne la certezza. Di sicuro, sono tre quelli che si sono alternati sulla veranda" " Non e' mai uscito nessuno dalla villetta?" " No. Sono dieci giorni che li osserviamo e nessuno e' mai uscito. Debbono aver fatto scorta di cibo per settimane" Simon osservo' di nuovo le foto " Bene, signori. Per noi e' tutto" " Questo vuol dire che accettate il contratto?" " Si, accettiamo il contratto" " Quando agirete? Domani notte?" " Signori, vedo che non siete informati sulla situazione del Paese che vi ospita. Non e' professionale e mi meraviglia molto, considerando la vostra solita efficienza. Domani notte potrebbe essere impossibile. Agiremo domani sera intorno alle 9 di sera. Dalle 20.30 di domani non vogliamo piu' nessun tipo di controllo e se vediamo una vostra macchina nelle vicinanze, noi ci ritiriamo e non agiremo piu'" " Le nove della sera? Ma e' un orario in cui ci potrebbe essere ancora gente in giro" " Molta meno di quanto possiate immaginare. E comunque l'ora ed il modo lo decidiamo noi. E' tutto, signori" I due uomini della C.I.A. si alzarono senza riuscire a comprendere del tutto le parole di Sciarada " Ma perche' domani notte non e' possibile?" domando' un incredulo Cassidy " Perche' domani notte potrebbe esserci tutta Barcellona nelle strade. Anzi, tutta la Spagna" rispose divertito Simon che poi stoppo' l due uomini chiedendo loro di rimanere ancora alcuni secondi. Quando ritorno' aveva in mano un telefono cellulare che pose a Baines "Questo e' un telefonino usa e getta. Quando tutto sara' terminato, vi faremo una telefonata e solo allora potrete intervenire per ripulire la scena. Buon proseguimento di serata, signori" concluse Simon allargando il suo braccio destro per indicare la porta ai due uomini che salutarono ed uscirono a testa bassa. Appena fuori dalla suite i due si guardarono e poi Baines si rivolse al suo collega " Non una parola di quello che e' successo dentro quella stanza, Cassidy. Non una sola parola con nessuno" " Non ci penso nemmeno. Voglio dimenticare quella scena e la paura che ho avuto. Non mi era mai accaduto, in tanti anni di servizio" " Nemmeno a me. Ma ora basta, non voglio parlarne piu' nemmeno tra di noi" Cassidy scese un paio di gradini delle scale e poi si rivolse indietro a Baines " Pero' ... ... Che donna!" L'occhiata di Leonard Baines lo fece desistere. Era meglio dimenticare quello che avevano vissuto, compresa la bellezza maestosa della ragazza Fine quarto episodio Per suggerimenti e critiche inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it