La combattente slava by alex_ddp, alex_ddp@SoftHome.net L'avventura tra una straniera sensualissima e il suo ospite italiano Tra un bicchiere e l'altro cominciamo a parlare di donne, di donne e di sesso, di sesso. "Ti racconto la scopata più bella che ho mai avuto?" "Sì, perché no?" "Dunque, praticamente era venuta, ospite del mio agriturismo, una donna, con un corpo da urlo e un viso da favola. L'avevo conosciuta in aeroporto: ero stato in agenzia per portare i depliant, e stavo bevendo un drink al bar, quando mi apparve davanti questa donna sul tavolo di fronte, indaffarata a trasportare due valigie piuttosto pesanti e a ordinare qualcosa. Ne rimasi immediatamente colpito, perché aveva un espressione così particolare, e bella, quei due occhi chiari stanchi, quelle guance diventate rosee per lo sforzo. Si accorse di me appena si mise a sedere: incrociammo per un attimo gli sguardi, ma a prima vista non mi sembrava a disagio, anzi. Mi squadrò velocemente, e mi sembrò addirittura indugiare per un momento sul mio polso destro, qui, dove ho il tatuaggio. O magari poteva essere attratta dal mio avambraccio, visto che avevo le maniche rimboccate al gomito..." "Ho capito, al solito eri in modalità superego..." "La chiami così? Avevo anche la camicia scollata con bene in mostra parte dei miei pettorali... Che ne dici?" "Dico che che adesso mi vieni a dire che è caduta immediatamente ai tuoi piedi e te la sei scopata nel bagno retrostante..." "No, però ti dico che quando dieci minuti dopo vidi che si alzava dal tavolo chinandosi verso una delle valigie, mi alzai anch'io e andai immediatamente a chiederle se una signorina così debole e provata dal viaggio, non avesse per caso bisogno di una mano..." "Ma dai, non me l'aspettavo..." "No, eh? Comunque credo che anche lei avesse preso in considerazione questa possibilità, visto che quando alzò la testa mi sorrise come una stellina a mezzanotte... Parlava un italiano semplice ma scorrevole, e accettò volentieri la mia offerta d'aiuto; poi mi disse che avrebbe dovuto raggiungere il taxi che era in cerca di una camera di albergo, magari a poco... Tu capisci che questo è giusto quello che..." "Quello che stavi aspettando..." "Che ne dici? Comunque a questo punto presi dalla tasca uno dei depliant dell'agriturismo che mi erano avanzati, e le mostrai le foto, descrivendole più o meno i cavalli, la campagna, i boschi e tutto il resto. Lei sembrava interessata e al tempo stesso divertita per questa inaspettata coincidenza, così che mi chiese quanto avrei voluto per una camera." "E scommetto che tu le hai fatto un prezzo "da amico"..." "E io le feci un prezzo "da vero amico", che lei accettò entusiasta..." "Ho già capito tutto." "Taci, che il bello deve ancora venire! Praticamente a quel punto anziché andare al taxi raggiungiemmo la mia macchina; era già pomeriggio inoltrato e cominciava a fare un po' di frescolino, e visto che aveva il cappotto nel bagaglio le chiesi se non volesse la mia giacca, lei si domandò se così poi non avrei avuto freddo io, ma le risposi di non preoccuparsi, che stavo bene così." "Sì, in maniche di camicia e il petto in vista..." "Esatto... Allora si mise la mia giacca, ma devo dire che risultava enormemente sexy anche così..." "Ah già, non mi hai ancora detto com'era vestita." "Hai ragione. Beh, praticamente aveva sopra una camicetta bianca aderente che la copriva fino al collo e sotto una gonna con collant che le arrivava fino alle ginocchia..." "Uhm, castigata quindi" "Esatto, ma vedi, la cosa che di lei mi faceva impazzire non era ancora tanto il corpo quanto il viso, aveva un leggero velo di azzurro sulle palpebre che faceva risplendere i suoi occhi verdi a ogni ammiccamento; quella pelle chiara e fresca come una rosa, e quei capelli scuri e mossi fino alle spalle." "Sì, credo di aver capito più o meno... Una gran figa." "Di tipo slavo, in macchina mi disse che era di un paese vicino a Belgrado, che faceva la giornalista o qualcosa del genere, e che doveva incontrarsi con un suo collega corrispondente." "E quindi?" "E quindi non ti ho detto la parte fondamentale, ovvero che in quel momento ero da solo nel mio agriturismo, visto che ancora non era primavera e che in quel periodo non viene nessuno e non c'è nemmeno da fare la raccolta, così i camerieri non servono e io mi godo la mia tenuta badando soltanto ai cavalli." "Ahi." "Lei quando glielo dissi mi sembrò abbastanza sorpresa, ma non particolarmente contrariata. Praticamente fu come se fosse un'ospite della mia casa, più che una cliente del mio agriturismo, infatti non le chiesi nemmeno le generalità. Comunque le mostrai la camera e le dissi che sarei sceso giù a preparare la cena. Dopo qualche decina di minuti scese, ed era davvero meravigliosa: quando la rividi così quasi mi si fermò il respiro." "Addirittura..." "Non puoi capire, era bella, era sensuale, era... E pensa che si era struccata e vestiva una tuta blu scuro che la copriva completamente, ma forse era proprio quello che rendendomela così familiare, che io al solo pensiero che saremmo stati da soli per una notte o più impazzivo. Comunque lei adesso sembrava molto più seria e circospetta, forse per togliermi dalla mente qualsiasi pensiero... Mi disse che era molto stanca e che non avrebbe mangiato molto, infatti assaggiò solo un po' di carne alla griglia e non toccò vino. Mi disse che avrebbe dovuto incontrare quel tale corrispondente dall'Italia due giorni dopo, e che quindi l'indomani sarebbe stata libera da impegni. Le dissi che avremmo potuto fare un giro della campagna a cavallo, ma l'idea non mi sembrò entusiasmarla, visto che non sapesse andare a cavallo." "Quindi? Notte in bianco?" "Eeh, per me sì, a sapere l'ospite che avevo, comunque aspetta un attimo, prima di andare a dormire mi chiese cosa fossero quei trofei che tengo in bella mostra nella hall, quindi le descrissi del mio passato da pugile semi-professionista. Questo la incuriosì abbastanza, tanto che, squadrandomi nuovamente dall'alto in basso, mi chiese se praticavo ancora; le dissi la verità, cioé faccio solo ogni tanto qualche allenamento di boxe con i compagni di palestra; scherzando mi toccò un bicipite con fare scettico, ma mica potevo mettermi a fare le figure da culturista in quella situazione, comunque fece una faccia come di delusione scherzosa... Sta di fatto che il solo essere stato a contatto così ravvicinato fu qualcosa di estasiante, tanto che dopo esserci augurati buona notte rimasi immobile a guardare le scale per almeno un minuto." "Quindi notte in bianco..." "Sì, quindi andai a dormire cercando di prendere sonno, anche se non fu affatto semplice... Continuavo a pensare a lei, a fantasticare su cosa avremmo potuto fare il giorno dopo, ai cavalli, ste cose qui, oppure pensavo che non sarebbe successo niente, che magari il suo amico sarebbe venuto in anticipo, o che se ne sarebbe stata chiusa in camera con qualche mal di testa di circostanza... Fortunatamente, però, a poco a poco riuscii ad addormentarmi e ben presto fu mattina. Mi risvegliai quando il sole era già alto. Dovevo uscire per andare a portare la biada ai cavalli. Giù notai che lei non doveva essersi ancora alzata visto che il tavolo su cui la sera prima avevo messo le fette biscottate e la marmellata non era stato toccato; conclusi sorridendo che avremmo fatto colazione insieme e uscii fuori. Andai a prendere la biada che tenevo coperta nel cortile recintato dove ero solito fare sgranchire i cavalli, ne presi una razione e me la portai in spalla, quando sentii un polpastrello bussare alla mia spalla destra. Mi prese un colpo, non capivo chi poteva... Capii immediatamente che poteva essere soltanto... Ributtai giù la biada, mi girai, e cosa comparve?" "Ma lei, ovviamente?" "Non solo lei, non solo... Lei." "Con chi era?..." "No, beh, era, solo lei, però mi si era piazzata davanti tenendosi con i pugni nudi la guardia a difesa del viso e facendo un lento movimento rotatorio con le braccia. Aveva uno sguardo provocatorio e quasi di sfida, mi squadrò nuovamente, ma questa volta, essendo io in cannottiera e jeans, poteva vedere bene i miei bicipiti e immaginarsi ancora meglio il mio torace. Comunque la cosa che mi lasciò sbigottito è che lei aveva solo un reggiseno nero sopra e dei jeans aderenti sotto. Non feci in tempo a realizzare cosa stava succedendo che non appena fui in posizione verticale cominciò a colpirmi, prima con dei deboli dritti in volto, poi con dei ganci allo stomaco, ma sempre molto blandamente, tanto che pensai immediatamente che volesse solo scherzare un po'..." "..." "Poi, però, vedendo che non reagivo cominciò a colpire più forte sempre con dei pugni diretti al mio stomaco, lenti e molto cadenzati, ma ben assestati, con un'aria quasi sprezzante come per dire, allora, non reagisci? Io ero a dir poco attonito, ma visto che quei colpi cominciavano a danneggiarmi mi misi istintivamente sulla difensiva, in guardia, indietreggiando." "..." "Incredibile, vero? Indietreggiai fino ad arrivare al recinto, ma lei mi seguii senza remora, e finii per farmi chiudere in un angolo, cominciò nuovamente a colpire, questa volta da molto più vicino, allo stomaco, all'addome e all'inguine. Era così tremendamente sexy con quei seni ondeggianti davanti a me e quei movimenti così sinuosi e ritmici, che non riuscivo nemmeno a concepire di potere infliggere a quel fiore il minimo danno, ma peggio ancora ero come ipnotizzato da quei fremiti di rabbia a ogni contatto, che non riuscivo neppure a schivare i suoi colpi, sempre più violenti. Sentivo ormai i miei addominali quasi definitivamente danneggiati, e capii che dovevo fare qualcosa e subito. Finalmente realizzai di doverla allontanare, spinsi sul suo sterno, quindi indietreggiai lateralmente. Ero più lucido ora, cominciavo a immaginare quello che voleva, così mi tolsi la cannottiera, rimanendo in jeans e mostrandole così il mio torso allenato e i pettorali quasi lisci. La provocai, facendole cenno di avvicinarsi e abbassando la guardia, sebbene non sapessi ancora cosa fare con esattezza, e infatti lei non esitò a avvicinarsi fintanto che sentii il suo respiro sul mio petto, e riprese a colpirmi, questa volta con delle ginocchiate all'inguine. I miei muscoli cedettero: mi piegai proteggendomi con le braccia la parte danneggiata. Fu a quel punto che capii che quella donna così sensuale mi stava distruggendo. Ma non riuscii a rialzarmi, e mentre ero inginocchiato e piegato sul mio addome un calcio all'altezza della mascella mi mise temporaneamente fuori combattimento. Caddi su un fianco sul cortile infangato. Attese che mi rialzassi mantenendo la guardia alta e il suo sguardo provocante. Non avendo subito danni agli occhi potevo ancora vederla bene: era ancora più sensuale con quella patina di sudore che le inumidiva i seni e il ventre. Cercai di rimettermi in piedi, indietreggiai ancora, mentre lei si riavvicinava, incurante di tutto o forse conscia di poter finalmente scatenare una qualche reazione da parte mia; io sapevo che lo voleva, lo vedevo nel suo sguardo provocante, ma non volevo farle del male, in nessun modo. Le guardai quei seni trionfanti e frenati tra le curve dell'ultimo indumento. E guardai il suo viso, che così angelico mi stava infliggendo un danno così enorme, e mi fu tutto chiaro. Mi avventai improvvisamente su di lei e con una presa al suo morbido ventre la misi a terra con violenza, ma proteggendola dall'impatto con i gomiti e cingendole il petto, lei apparve sorpresa dalla mia mossa, ma capì subito che doveva tentare di uscire dalla mia presa divincolandosi. e mi sorpresa con un'ulteriore ginocchiata sul mio ventre devastato; allentai la presa tanto che riuscì a scivolare dalla mia presa sudata e infangata; con un ultimo slancio riuscii ad afferrarle a una gamba e a rimetterla sotto di me, ma questa volta era il suo petto a strisciare sulla terra. Le cinsi il collo con il braccio e le bloccai la schiena con un ginocchio. Cercando di infliggerle il minimo dolore possibile spinsi il suo collo verso di me, piegandole la spina dorsale. Lei cominciò a gridare di forza e di dolore e con un'orgogliosa gomitata riuscì a colpirmi in pieno volto, sulla mascella destra. Distratto dalla lotta con una donna non avevo previsto una mossa simile, che per questo fu ancora più dannosa, tanto che liberai la presa e caddi sul mio fianco sinistro, tenendomi la mascella destra e ansimando. Lei si rialzò affannosamente mentre io cercavo di rimettermi in piedi, quando mi colpì nuovamente con un calcio al fianco. Caddi ancora giù piegandomi e proteggendo l'addome con le braccia, sfinito dal dolore e dalla lotta... Ero allo stremo delle forze, e pensai che il prossimo colpo mi avrebbe messo definitivamente fuori combattimento, abbassai la testa per farmi credere finito, e facendomi guidare dall'odore del suo corpo che incombeva, balzai su di lei proprio mentre si accingeva al colpo definitivo, bloccandole le braccia a terra. Le strappai via con estrema violenza il reggiseno, finalmente, e lo gettai via, lei cercò di ribellarsi un'ultima volta, ma questa volta la finii con innocuo uno schiaffo su una guancia, lei distese i muscoli del collo in segno di resa. La dominai definitivamente assaporando il suo corpo e il suo sudore, i suoi seni e il suo ventre, e donandole il mio odore e il mio vigore residuo, stavamo diventando un tutt'uno con il fango su cui rotolavamo senza fine; era ancora l'angelo della sera prima? No, era di più. Era molto di più. Avvinghiati l'uno all'altra, con il nostro desiderio, ci conoscevamo da una vita ormai, con i nostri movimenti in equilibrio, così naturali e così caldi, fino a diventare fuoco, il fuoco più ardente."