L'ultima sfida By Dwagia 2002 E mail: giasla@libero.it La storia che vi racconterą² ha dell'inverosimile, ma č realmente accaduta. Si č svolta in una delle pią¹ belle palestre della mia cittą , dove, da molti anni, lavoro come uomo delle pulizie. Questa palestra č una vera fucina di body-builders, soprattutto, di sesso femminile. Ovviamente svolgo parte del mio lavoro in orari in cui la palestra č quasi vuota, e questo mi consente di assistere ad allenamenti per pochi intimi, specie in tarda serata. Inoltre, poiché sono poco pią¹ di un nano, le body-builders pią¹ esperte, che si allenano per lo pią¹ di mattina o a fine serata, e che ormai mi conoscono, non mi hanno mai considerato un "pericolo", e cosą¬ ho libero accesso non solo agli spogliatoi maschili, dove posso ammirare veri e propri colossi (ai quali, spesso, arrivo all'altezza dell'ombelico), ma anche e soprattutto, anche agli spogliatoi femminili, dove posso osservare possenti e muscolose amazzoni (molto pią¹ grandi e forti di me). Ma veniamo alla storia che volevo raccontarvi. E' la storia di come Anna, per molti anni la pią¹ bella, la pią¹ sexy, la pią¹ imponente, la pią¹ ammirata amazzone della palestra fu umiliata da una culturista molto pią¹ giovane, Erika. Quando Anna arrivą² per la prima volta al centro sportivo, io avevo iniziato a lavorare in palestra da poco tempo. Mi colpą¬ subito quella bella ventunenne. Si iscrisse al corso di body-building ed aveva una grande voglia di fare bene. Il suo allenatore, Guido, comprese assai presto le sue potenzialitą e non si lascią² scappare l'occasione; si impegną² molto per fare crescere quella ragazza che era geneticamente e naturalmente gią molto ben messa. Anna aveva la rispettabile altezza di 173 cm, e possedeva un corpo ben proporzionato. Gambe lunghe, vita stretta, culetto rotondo, spalle ampie. I suoi seni 4Ā° misura erano alti e sodi e facevano impazzire gli altri ragazzi della palestra, per non parlare dell'invidia che provavano le ragazze. E i suoi occhi blu, incastonati da un caschetto di capelli neri e lisci le davano uno sguardo a cui pochi potevano resistere. Ben presto mi accorsi che la osservavo con pią¹ di una semplice ammirazione, perchč vedere quell'amazzone gonfiare i propri muscoli e scolpire il proprio corpo, sempre pią¹ bello ed imponente giorno dopo giorno, mi eccitava moltissimo. Ma io ero un nanerottolo e lei, almeno all'inizio, non si accorgeva minimamente della mia presenza, né io mi sarei mai sognato di avvicinarla. Fu solo col tempo che inizią² a darmi un po' di confidenza. Intanto, di mese in mese, di anno in anno, il corpo di Anna si trasformą² in quello di una possente valchiria. Prima la si poteva considerare una body-builder soft o natural, se preferite; poi ci prese gusto e, grazie agli anabolizzanti ed agli allenamenti sempre pią¹ intensi che il bravissimo Guido le sapeva propinare, diventą² ancora pią¹ grossa e forte, una vera e propria body-builder hard. I fatti che sto per raccontarvi accaddero quando Anna aveva 41 anni. Erano passati quasi 20 anni da quando aveva iniziato ad allenarsi. Il suo metro e settantatre di altezza diventava facilmente un metro e ottantacinque o quasi uno e novanta quando montava su sandali da 12 cm di tacco o piattaforme da 15 cm, cioč un'altezza dalla quale guardava dall'alto verso il basso tutte le altre donne e la maggior parte degli uomini della palestra. Pesava 86 kg di muscoli, che le davano una potenza muscolare che le consentiva di umiliare con facilitą , alle prove di forza, tutte le altre donne della palestra e molti uomini, a meno che non fossero anche loro dei grossi culturisti. Aveva un torace di ben 98 cm ed un paio di spalle cosą¬ ben fatte che sembravano scolpite nel marmo. Il suo seno era ora una quinta abbondante e sembrava ancora pią¹ imponente sul vitino stretto e sugli addominali a tartaruga. Il suo punto di forza era il culetto; glie lo invidiavano anche alcune tra le body-builders pią¹ titolate, a livello nazionale. Le sue gambe, lunghe e muscolosissime, le consentivano di sollevare oltre 400 kg al leg press, senza alcun problema. Con gli anni aveva imparato a curare in modo perfetto il proprio aspetto fisico, ed ogni allenamento era come una sfilata per lei. Si aggirava in palestra con le unghia delle mani e dei piedi sempre perfettamente smaltate, i sandali dai tacchi vertiginosi, i bikini composti da microtriangolini e sottilissimi laccetti, sapientemente ricoperta dall'olio canforato. In palestra era diventata una vera e propria autoritą , ed era una regola non scritta, che a nessuna delle altre pur belle e possenti amazzoni che frequentavano la sala pesi era consentito stare in palestra con quel look da vera e propria regina. Quarantuno anni sono gią un po' per una culturista, ma molte atlete danno il meglio di sé intorno ai 35 anni; e poi Anna aveva un'esperienza ed un mestiere che le conferivano una capacitą di seduzione che nessuna lą¬ dentro poteva vantare. Era invidiatissima dalle donne e desideratissima dagli uomini. Era convinta che nulla sarebbe mai cambiato e che sarebbe rimasta per sempre cosą¬ bella e forte. Cią² fino a quando non arrivą² Erika. Non dimenticherą² mai quando entrą² in palestra per la prima volta. Era un pomeriggio di primavera. Io mi trovavo alla reception che stavo passando lo straccio vicino alla porta d'ingresso. La porta si aprą¬ alle mie spalle e mi girai istintivamente per vedere chi stesse venendo dentro. Mi trovai, a pochi cm di fronte ai miei occhi, a guardare l'ombelico di una donna incastonato in mezzo a degli splendidi addominali finemente cesellati. Come vi ho detto, sono un nano, e sebbene io sia armonicamente proporzionato, sono alto un metro e trentadue. Cosą¬ miei occhi guardavano appena al di sopra dell'ombelico della donna che, stimai, doveva essere alta cinquanta o sessanta cm in pią¹ di me. Per un lungo, interminabile attimo, la guardai, dai piedi al volto. Era veramente bellissima, statuaria. Montava su un paio di sandali di legno da 12 cm, che la rendevano ancora pią¹ slanciata di quanto non fosse naturalmente, indossava una minigonna di jeans ed un'attillatissima maglietta gialla che le lasciava ampiamente scoperto l'ombelico, esaltando un seno alto, turgido ed imponente. L'abbigliamento le dava un'aria molto semplice ma straordinariamente sexy. In viso era veramente molto bella, con lineamenti regolari, occhi azzurri di ghiaccio ed i capelli biondissimi, liscissimi, lucidissimi e lunghissimi sino ai glutei. Allora non aveva ancora sviluppato enormi masse muscolari, ma aveva gią spalle molto ampie, e gambe e braccia forti e ben definite. La si poteva definire una splendida fitness girl. Cosą¬, ritornando al momento in cui me la trovai di fronte, o meglio, mi trovai di fronte al suo ombelico, andai immediatamente in erezione. Ma la gigantessa mi guardą², dall'alto in basso, con uno sguardo glaciale che era un misto di disprezzo ed indifferenza. Per un attimo mi sentii come se mi avesse guardato con i raggi x, come se si fosse accorto della mia pur silenziosa eccitazione sessuale, e mi sentii umiliato. Mi feci immediatamente da parte e riuscii a stento a pronunciare un timido e sommesso "Prego, si accomodi". Subito dopo Guido, l'allenatore, le venne incontro e la presentą² ad Anna. Quel pomeriggio Anna non si stava allenando ed indossava un paio di scarpe nere chiuse e con tacchi a spillo da 10 cm che rendevano i suoi polpacci erculei, una minigonna nera che lasciava vedere buona parte dei suoi enormi quadricipiti, ed una canottiera, anch'essa nera, che scopriva le braccia possenti ed i deltoidi rotondeggianti, esaltando in bella mostra le spalle ampie e muscolose. Nel complesso dava un'impressione di donna molto massiccia, imponente e severa. Di fronte a lei, la bellissima Erika sembrava molto pią¹ esile, con circa 15 kg di muscoli in meno di Anna, ma appariva anche molto pią¹ fresca, pią¹ giovanile, pią¹ naturale e soprattutto molto pią¹ slanciata, anche perché sovrastava la pią¹ pesante Anna di diversi centimetri. Ormai conoscevo Anna molto bene e sapevo che si innervosiva molto quando doveva parlare con una donna pią¹ alta di lei; ed in quel caso, un po' per i tacchi pią¹ bassi, ma soprattutto per la notevole altezza di Erika, Anna era costretta a guardare la biondona dal basso verso l'alto. Si palpą² subito, tra le due donne, molta tensione. Insieme a Guido, si misero a parlare del pią¹ e del meno, anche se Erika parlava molto poco. Ma la vera conversazione fra le due donne fu quello che non si dissero. La pią¹ anziana squadrą² la pią¹ giovane con molta attenzione e con grande altezzositą , quasi con una punta di malcelato disprezzo. In realtą Anna cercava di mettere in imbarazzo la nuova arrivata, la quale, a sua volta continuava a fissarla negli occhi senza abbassare o deviare lo sguardo, neppure per un attimo, con quei suoi glaciali occhi azzurri. La pią¹ giovane, in un ambiente che non era il suo, di fronte ad una donna che era, evidentemente, molto pią¹ forte fisicamente, stava dimostrando una grande forza mentale. Capii subito che era un osso duro e dovette capirlo anche Anna, perché la vedevo sempre pią¹ nervosa, anche quando spiegą² ad Erika cią² che non doveva fare. "Ricordati, piccola, che devi obbedire a certe regole. In palestra non ti č consentito indossare scarpe col tacco, figuriamoci come quelle che hai messo oggi pomeriggio; nč smaltarti le unghia dei piedi o delle mani; né indossare cavigliere, bikini, nč peggio, mostrarti in topless; né spalmarti di olio canforato; l'unica che puą² farlo sono io e solo io. Ricordati anche che se starai facendo un esercizio ad una macchina che serve a me dovrai immediatamente farti da parte, senza neanche che io te lo chieda pią¹ d'una volta. Ricordati, qui dentro devi obbedire a queste regole". Erika non battč ciglio né rispose. La nostra palestra (dico "nostra", anche se io, ovviamente non ero proprietario, ma dopo tanti anni la consideravo anche un po' mia), come dicevo all'inizio, aveva un buon nome nel campo del b-b femminile. Guido ero considerato, nella nostra cittą , il migliore allenatore di b-b hard femminile, ed Anna ne era una delle migliori dimostrazioni. Erika aveva 24 anni, era alta 180 cm (senza tacchi) e pesava 72 kg. Aveva un torace di 95 cm, vita da 60 cm e fianchi da 90 cm; braccia da 36 cm. Veniva da un altro centro sportivo della cittą e, dopo alcune eccellenti prestazioni a gare di fitness regionale, aveva deciso di diventare una body-builder hard, cosą¬ aveva gią preso accordi con Guido. Guido, che di fiuto ne aveva, come ne aveva avuto con Anna, non se l'era fatto ripetere due volte, ed aveva accettato di allenarla. Erika parlava pochissimo, e non rivolgeva la parola quasi a nessuno; l'unico a cui dava confidenza, ma sempre con molta discrezione, era Guido, e quando lo faceva era soltanto per cose che riguardavano l'allenamento. Non sorrideva mai, era sempre molto seria e, spesso sembrava addirittura arrabbiata. D'altra parte, non trasgrediva le "regole" che le aveva imposto Anna. Mai truccata, mai le unghia dipinte; sempre in tuta e scarpe da ginnastica; al massimo metteva un body o una maglietta, ma comunque, si scopriva pochissimo. Tutto l'opposto di Anna, loquace, estroversa, sempre al centro dell'attenzione con la sua prorompente bellezza. Erika lavorava moltissimo, con una grinta ed una determinazione che avevo visto soltanto nella Anna di tanti anni prima. Due ore e mezzo la mattina, presto, e due ore e mezzo il pomeriggio. L'allenatore aveva pią¹ che un occhio di riguardo per Anna, per la sua etą , il suo passato e per la sua esperienza, e non poche volte si rivolgeva a lei per consigli sugli esercizi da fare compiere ad Erika. Ma Guido palpava la rivalitą e l'attrito che c'era tra le due donne e le teneva saggiamente separate negli allenamenti. Poco tempo dopo che Erika aveva iniziato il programma di allenamento, Anna non perse l'occasione per sfidarla. Fu un pomeriggio che Guido era andato ad un corso federale. Erika era vestita con una tuta poco aderente, bianca, composta da una canottiera ed un paio di pantaloni lunghi, ed indossava scarpe da ginnastica. Anna, invece, era un vero spettacolo di bellezza e seduzione. Indossava dei sandali neri, di gomma, con la zeppa, veri trampoli da 15 cm di tacco, che le consentivano di guardare la pią¹ giovane bionda dall'alto verso il basso; un bikini nero costituito da un paio di triangolini sopra i seni enormi, tenuti stretti da un complicato sistema di laccetti ed un quasi tanga per mutandina. Si era fatta massaggiare e canforare da una delle giovani segretarie, Luisa, e si era fatta dipingere le unghia delle mani e dei piedi con uno smalto rosso scuro dall'altra segretaria, Alessandra. Una sottile cavigliera obbligava a guardarle i piedi con ancora maggiore attenzione ed attrazione. Si avviciną² ad Erika, che si stava riscaldando. -"Oh, la nuova arrivata, si sta allenando ! Senti, piccolina, vediamo un po' quello che sai fare, mi hanno detto che sei molto forte, che prometti bene." Erika continuą² il riscaldamento, quasi ignorandola. -"Ehi, piccola, dico a te !"- -"Va bene ... se ci tieni"- rispose la giovane bionda a bassa voce, quasi come se non si volesse fare sentire. Sapeva di essere inferiore ad Anna, sapeva che alle prove di forza Anna l'avrebbe umiliata, ma non poteva certo rifiutare. Iniziarono con gli stacchi di potenza al leg press, dove Anna era veramente potente, e, ovviamente Anna straccią² Erika, con un massimale di 410 kg contro i 300 di Erika. Al bench press Anna arrivą² tranquillamente a 120 kg, mentre Erika non superą² gli 80 kg.. Fu una brutta lezione per Erika, che perą² diede ad Anna la pericolosa impressione che la sua rivale non avrebbe mai potuto superarla; a lungo termine, quella "vittoria" della pią¹ anziana valchiria si rivelą² controproducente proprio per la vincitrice. Infatti, nei mesi successivi notai che Anna si allenava poco e male. Non pią¹ di un'ora al giorno, e talvolta neanche tutti i giorni. E poi si allenava con svogliatezza. Forse si sentiva appagata; forse iniziava a sentire il peso degli anni. Anche nella dieta mi sembrava un po' troppo lasciva. Ed, in effetti, in pochi mesi perse definizione e massa muscolare. Erika, invece, continuava ad allenarsi con una grinta, una determinazione ed una costanza eccezionali. Diventava sempre pią¹ grossa, di giorno in giorno, e sempre pią¹ forte. I rapporti tra le due amazzoni peggiorarono ulteriormente. Infatti, una sera Guido, assistette ad una fantastica performance di Erika allo Squat, dove riuscą¬ ad eseguire delle ripetizioni da 100 kg ! Anna, che stava facendo un po' di stretching dall'altra parte della sala, aveva assistito di nascosto a quella performance, guardando la sua rivale con la coda dell'occhio. Fu proprio allora che Guido chiamą² Anna e le chiese di avvicinarsi. Erika era seduta sulla panca, sudata, un po' ansimante; come al solito appariva fredda ed inespressiva, ma si intuiva nei suoi occhi un'accenno di soddisfazione. Anna si avviciną². -"Che c'č, Guido ?"- -"Sai, vedo che Erika sta facendo grandi progressi. Oggi allo squat ha fatto ripetizioni da 100 kg, e fino a pochi mesi fa non arrivava a 70 kg. Mi chiedevo se non pensassi ad Erika come alla tua pią¹ probabile erede"- La risposta di Anna, accompagnata da un sorriso sarcastico, fu abbastanza gelida: -"Ohh, la biondina ? Beh, al massimo potrebbe fare la mia assistente ... ". E Anna si allontaną² con indifferenza. Lessi un lampo di odio feroce negli occhi di Erika, mentre Guido sorrideva per stemperare la tensione. Dopo 2 settimane Guido non andą² agli allenamenti per un dolore improvviso alla schiena che lo aveva bloccato sul letto. Le due donne si incontrarono negli spogliatoi e Anna riferą¬ ad Erika quanto accaduto a Guido. Tutte e due non vedevano l'ora di potersi misurare, approfittando della mancanza di Guido, che, fino ad allora, aveva fatto di tutto per tenerle separate. Erika era convinta di potere sfidare Anna, la quale a sua volta, non aveva dubbi sulla propria superioritą . E cosą¬ Erika ebbe un lampo negli occhi, era l'occasione che aspettava, quella sera i rapportitra le due dovevano drasticamente cambiare ed allora propose ad Anna: -"Alleniamoci insieme"- La campionessa accettą² di buon grado, dentro di lei aveva piacere di dare una lezione a quella giovane un pą² troppo superba. -"Va bene, biondina, ti concedo, ma solo per questa volta, di metterti in costume da gara"- Poco dopo si trovarono sole in palestra, e per l'occasione indossarono due succintissimi costumini. Anna, con il fisico abbronzato scelse un minuscolo perizoma color giallo, con un reggiseno altrettanto ridottissimo che le copriva appena i capezzoli e lasciava esplodere fuori il suo seno grande e perfetto. Erika indossava un costume color nero lucido, con un sottilissimo perizoma da cui partivano dei lacci che si incrociavano lungo il corpo ed andavano a coprire i capezzoli. Entrambe montavano su un paio di sandali alti; quelli di Anna erano neri, da 15 cm; quelli di Erika erano di legno, da 12 cm. Ma solo la bellissima Anna aveva le unghia perfettamente smaltate, d'un rosso scuro molto sexy e severo e indossava una splendida cavigliera che la rendeva irresistibile. Iniziarono con il riscaldamento; il circuito comprendeva sollevamenti di potenza sulla panca, bicipiti con manubri, e squat. Anna inizią² per prima a scaldarsi seguita da Erika che appena terminate le serie leggere propose ad Anna una gara. La campionessa fece un sorriso appena pronunciato e accettą². Il circuito proseguą¬ sino alla fine con Anna sempre in netto vantaggio su Erika, su ogni esercizio sollevava dai 10 ai 20 kg pią¹ della giovane; entrambe erano madide di sudore, ma Erika era ansimante e visibilmente pią¹ stanca della pią¹ anziana rivale. Finirono l'allenamento con la vittoria di Anna e tornarono negli spogliatoi. Erika era silenziosa ed arrabbiata; era stata l'ennesima umiliazione. Anna, con una punta di sadismo e con grande superbia le disse: -"Vedi, piccola, devi allenarti ancora molto per raggiungere i miei livelli"- Quella sera Erika pensą² e ripensą² molto ad Anna. Una sensazione strana inizią² a pervaderla. Sapeva di cosa si trattava. A lei piacevano anche le donne, non era la prima volta, ed Erika iniziava ad attrarla. La detestava, da una parte, perché sapeva che, in fondo, era una pericolosa rivale; dall'altra le piaceva, infatti era molto bella e sexy, e poi, con quel costumino succinto aveva iniziato a guardarla in maniera diversa. Pochi giorni dopo Erikapartą¬ per gli USA e, per molti mesi non si ebbero pią¹ notizie di lei. La vita in palestra torną² a scorrere tranquilla. Guido era molto dispiaciuto per avere perso quella giovane promettentissima atleta, ma, tutto sommato, si sentą¬ anche molto sollevato perché era diventato quasi impossibile, per lui, gestire quella situazione di accesa rivalitą tra le due valchirie. Anna, intanto, dovette sospendere gli anabolizzanti. Infatti alcuni esami di laboratorio riguardanti la funzione del fegato indicavano che sarebbe stato prudente non assumerli per un certo periodo di tempo. Guido era molto coscienzioso ed era particolarmente attento a questi problemi, per cui decise di sospenderli gradualmente. Cią², ovviamente, ebbe delle ripercussioni sul fisico di Anna. Passą² da 86 kg a 75 kg di peso, ed aumentą² considerevolmente la sua percentuale di massa grassa a tutto discapito della massa muscolare. I suoi bicipiti si ridussero da 41 cm di diametro a 36 cm; le sue cosce, da 70 a 60 cm. Adesso, al leg press non riusciva a sollevare pią¹ di 350 kg; al bench press arrivava, a stento, ad 80 kg. Era, comunque, pur sempre una bellissima donna ed in palestra nessuna delle pią¹ giovani o coetanee amazzoni aveva il coraggio di metterla in discussione. Lei, ovviamente, era un po' gią¹ di morale, e non vedeva l'ora di potere riprendere qualcosa che la facesse "pompare" di pią¹. Dopo anni ed anni, era la prima volta che si sentiva veramente fiacca e debole. Intanto, per cercare di rimettersi un po' su, aveva ripreso ad allenarsi pią¹ assiduamente. Cosą¬, tutte le mattine, alle sette era in palestra per una seduta di un'ora e mezza; lo stesso faceva la sera, verso le diciannove. Trascorsero altri sei mesi, senza grandi novitą e di Erika, in palestra, ce ne eravamo quasi dimenticati, quando accadde l'inverosimile. Erano le sei e trenta del mattino di un Lunedą¬. Come sempre, ero al centro sportivo per fare le pulizie, e, ovviamente, a quell'ora non c'era nessuno. Alle sette, puntale, sarebbe arrivata Anna per il suo solito allenamento. Poi alle nove, sarebbero arrivate le segretarie e la palestra sarebbe stata ufficialmente aperta. Mi trovavo nella reception, quando sentii bussare. Mi chiesi chi potesse essere a quell'ora. Forse Anna, ma lei aveva le chiavi, non avrebbe bussato. Aprii la porta, con molta circospezione e mi trovai davanti ... Erika. Indossava un larghissimo ed informe spolverino azzurro e sotto si intravedeva una altrettanto larghissima ed informe tuta dello stesso colore, scarpe da ginnastica bianche. In mano teneva un enorme borsone di plastica. Nell'insieme era molto sciatta e molto meno sexy della prima volta che l'avevo vista, sempre all'ingresso della palestra, ma aveva uno sguardo ben diverso da quello che ricordavo. Non l'avevo mai vista sorridere, fino ad allora, ed invece mi sorrise subito e con un'affabilitą che non le conoscevo. -"Ciao, piccoletto, ti ricordi di me ?"- -"Oh, certamente, Erika !"- -"Ti chiederai che ci faccio qui a quest'ora"- -"Veramente ... są¬, č cosą¬ presto ... e poi č da tanto tempo che non ti facevi vedere"- -"Hai ragione, sono tornata per qualche giorno e mi faceva piacere allenarmi. Sai, vengo dalla California e col cambio di fuso orario non ci capisco pią¹ niente. Non riuscivo a dormire, cosą¬ ho detto, vediamo se c'č qualcuno in palestra. Ti dispiace se entro e me ne vado un po' in sala pesi Non era mai stata cosą¬ loquace, cosą¬ gentile, cosą¬ affabile. Non mi aveva mai minimamente considerato. Invece adesso lei, cosą¬ alta, imponente, statuaria, mi chiedeva il permesso di entrare. A me, il nanetto delle pulizie ! -"Ma che domande mi fai, entra pure e fai con comodo"- Entrą² e si diresse verso gli spogliatoi. Mentre la osservavo ebbi l'impressione che il largo spolverino la facesse apparire molto pią¹ grossa. Io continuai le mie pulizie. Poco dopo arrivą² Anna. A me non era consentito rivolgermi a lei col tu. -"Buongiorno, Anna"- -"Ciao, piccoletto"- -"Volevo dirle, poco fa č venuta Erika, se lo ricorda ?"- Con finta indifferenza Anna rispose: -"Chi, la biondina ?"- -"Są¬, proprio lei. Mi ha detto che č tornata per qualche giorno e che voleva allenarsi qui da noi. Poi č andata verso gli spogliatoi" -"Ah, cosą¬ ora č in palestra"- -"Są¬, esattamente". Lessi sorpresa e preoccupazione nel volto di Anna. Sapeva che in quel momento, a causa della sua temporanea "defaillance", sarebbe potuta trovarsi in condizioni di inferioritą nei confronti della pią¹ giovane gigantessa. Poi si allontaną² verso gli spogliatoi. Non esitai a seguirla nel corridoio antistante agli spogliatoi, e pochi minuti dopo ne uscą¬, come al solito bellissima e sexyssima. Nonostante la mancanza di anabolizzanti le avesse fatto perdere un bel po' di massa muscolare, Anna restava pur sempre una superba amazzone. Era, come sempre, abbronzantissima ed indossava un perizoma viola, con un minireggiseno tenuto indosso da sottilissimi laccetti incrociati dietro le spalle; il tutto evidenziava il suo splendido seno con i capezzoli all'insą¹ che quasi sembravano una sfida alla forza di gravitą . Il suo culetto, privo anche di un solo filo di cellulite, perfettamente tornito da anni ed anni di esercizio, guardava verso l'alto e ancora di pią¹ grazie ai sabot dal tacco di 10 cm, di colore viola, su cui la splendida amazzone incedeva ancheggiando, seducente ed elegantissima. -"Vediamo un po', cosa c'č venuta a fare qui questa biondina ... "- disse quasi pensando ad alta voce. La seguii, silenzioso e discreto, nella sala pesi. Davanti agli specchi, a dieci metri di distanza, c'era Erika, la donna pią¹ muscolosa ed imponente, pią¹ sexy e gigantesca che io abbia mai visto. Lo spolverino che indossava all'ingresso della palestra aveva consentito ad Erika di nascondere la trasformazione del suo corpo. Infatti, seppi molto dopo che era stata in California, dove un famoso allenatore, l'aveva gonfiata con anabolizzanti di ogni genere e dove un mago della chirurgia plastica le aveva ingrossato il seno di due misure. Ora Erika era una vera muscologigantessa. Pesava 98 kg di solidi, flessuosi, allenatissimi muscoli. Grazie ad un paio di piattaforme di plastica trasparente, da 17 cm, sfiorava i due metri di altezza. Aveva i capelli raccolti sulla nuca, che mettevano in evidenza i suoi lineamenti perfetti ed il collo lungo e muscoloso. Le spalle erano enormi, ed ora doveva avere un torace da circa 115 cm. Indossava un costume color nero lucido, il reggiseno succintissimo da cui da cui partivanodei lacci che si incrociavano dietro il collo e dietro la schiena. I bicipiti erano molto pią¹ grossi di quelli di Anna, e stimai che dovevano essere di circa 45 cm. La mutanda sgambatissima metteva in evidenza i glutei muscolosi e slanciava le gambe chilometriche, la cui possente muscolatura pareva esplosiva. Quando Anna vide quel capolavoro di amazzone, si fermą², immobile, per un lunghissimo attimo. La ammirą² a bocca aperta, incredula, spaventata ed eccitata. Infatti non era soltanto visibilmente molto pią¹ grossa e muscolosa di lei, ma era anche straordinariamente sexy. -"Bene, Anna, come vedi ho trasgredito la regola. Bikini e tacchi alti ! Ed ora cosa succede, cosa mi fai, visto che ho trasgredito ?"- Sorrideva, guardando Anna con odio mascherato da finta tenerezza. Anna non ripose. Allora Erika fece alcuni passi avanti e si avviciną², a circa mezzo metro dalla pią¹ anziana rivale. La bionda sovrastava Anna, era molto pią¹ alta e pią¹ grossa. Per la prima volta in tanti anni vidi Anna in difficoltą di fronte ad un'altra donna. Sembrava un fuscello di fronte alla colossale Erika, la quale inspirą² profondamente e gonfią² ancora di pią¹ il suo torace da gigantessa. -"Che fai, stai zitta ? Su, fammi vedere un po' cosa mi puoi fare, piccoletta !"- Adesso era Erika che chiamava piccoletta la rivale, e poteva permetterselo. Per un attimo ebbi paura per Anna. Dopo tanti anni le volevo bene, ed oltre tutto era la mia ... donna preferita. Sapevo che Anna era troppo orgogliosa per piegarsi facilmente al volere di Erika, ma sapevo anche che Erika poteva, letteralmente, spezzarla in due. Anna si prese di coraggio. Sapeva che aveva ben poche speranze, ma non intendeva certamente arrendersi facilmente alla pią¹ giovane e prestante avversaria. -"Non penserai di spaventarmi solo perché ti sei fatta di anabolizzanti ! Ci vuole ben altro per essermi superiore, sei soltanto un pallone gonfiato !"- disse Anna, prendendo coraggio. "E allora, visto che dici che sono un pallone gonfiato, vediamo quello che sai fare. Scegli tu in cosa ci dobbiamo confrontare. Se vinci tu, rimani la Regina di questa palestra e farą² per te quello che vuoi, sono disposta ad andarmene se me lo chiedi, oppure a farti da valletta. Se vinco io, sei mia, io sarą la nuova Regina e tu o mi obbedirai oppure lascerai la palestra". Anna si sentą¬ punta nell'orgoglio. Non poteva rifiutare. Il rifiuto sarebbe automaticamente equivalso alla sconfitta. Sapeva di avere pochissime possibilitą contro quella statua vivente, ma doveva accettare. -"Va bene, accetto. Proviamo i nostri massimali."- Iniziarono a riscaldarsi. Poco dopo, si confrontarono e non ci fu sfida. Erika ci mise molto sadismo nell'umiliare la pią¹ piccola ed anziana rivale. Iniziarono col leg press, dopo essersi tolte le scarpe. Anna era ben lontana dal riuscire a sollevare i 410 kg di qualche mese prima. Inizią² con 300 kg. ed Erika rispose con 310 kg. Poi Anna aumentą² a 320 kg. Quindi Erika rispose con 330 kg. Continuarono cosą¬ per un pezzo, ma Anna era sempre pią¹ stanca, mentre, ogni volta, Erika sollevava con assoluta indifferenza 10 kg in pią¹ di Anna. Cosą¬ continuarono fino a 380 kg, quando Anna, stremata, restą² con le gambe piegate, incapace di sollevare quel peso, enorme, per lei. A quel punto Erika disse: -"Cosa ti succede, ti vedo un spompata, o forse sarą l'etą ... spostati, piccoletta !"- Anna, stremata e barcollante, si spostą². Allora Erika prese i suo posto al leg press, aumentą² il peso a 550 kg, e con urlo micidiale, distese le sue gambe enormi spostando il peso. Poi, senza neanche un po' di fiatone, e quasi priva di sudore, si alzą² dal leg press, si rimise i sandali a piattaforma ed invitą² la povera Erika a spostarsi al bench press. Continuarono cosą¬, al bench press e poi allo squat, ed ogni volta Erika portava Anna allo stremo delle sue possibilitą , la sfiancava, per poi sollevare, senza eccessiva difficoltą , un peso notevolmente pią¹ grande di quello sollevato da Anna. Ma Anna non si diede per vinta. -"Va bene, ai massimali hai vinto tu, ma non č detto che riuscirai a battermi facilmente all'armwrestling !"- -"Vedo che proprio non ti vuoi rassegnare, ormai sono molto pią¹ forte di te, non ti č bastata la lezione con i pesi ? Vuoi proprio un'umiliazione completa ? Va bene, ti darą² un'altra lezione"- le rispose la giovane amazzone, con uno sguardo quasi compassionevole ma carico di cinismo. Un apposito tavolo per l'armwrestling era piazzato al centro della sala pesi, lo stesso tavolo al quale Anna aveva umiliato, da circa 20 anni, tutte le sfidanti che si erano succedute, lo stesso tavolo che la aveva vista incontrastata dominatrice della palestra. E adesso, ecco per lei la sfida pią¹ dura e pią¹ difficile. Per un attimo le parse di rivedere le innumerevoli facce delle donne che aveva battuto ed umiliato, quasi sempre senza eccessive difficoltą . Qualcuna di loro era poi divenuta la sua amante, per qualche tempo, almeno fino a quando lei, la bellissima Anna, la Regina della palestra, non si era stancata. Anna si mise seduta davanti ad Erika e con una movimento brusco si strappą² il reggiseno rimanendo in topless; Erika la imitą² sfilandoselo del tutto. I seni di Anna, grandi e magnificamente torniti, erano quasi ridicolizzati da quelli enormi, ma sempre ben proporzionati della pią¹ giovane valchiria. Si misero in posizione e la sfida ebbe inizio. Le braccia, gią turgide per i sollevamenti precedenti, si gonfiarono ulteriormente come non mai; le vene quasi scoppiavano per la pressione elevatissima; le unghie affilate quasi entravano nella pelle della mano dell'altra. Ma il bicipite di Erika era di una categoria diversa da quelli di Anna. Era una lotta assolutamente impari. Erika, con quelle braccia da vero colosso, non sembrava sforzarsi minimamente mentre manteneva, con uno sguardo cinico ed indifferente, il braccio di Anna leggermente piegato verso il basso. La povera Anna doveva fare ricorso a tutte le sue forze mentre Erika sembrava stesse soltanto usando una minima parte della sua potenza muscolare. Sembrava il gatto che gioca con il topolino. Ogni tanto la giovane gigantessa dava l'illusione alla pią¹ anziana di potere recuperare e la lasciava tornare col braccio in posizione verticale, poi, con un minimo sforzo la piegava nuovamente senza mai, arrivare a farle toccare il tavolo. La povera Anna grondava di sudore, ed il suo braccio iniziava a tremare per lo sforzo. La sua espressione era carica di dolore, incredulitą e di disperazione. Erika, invece, le sorrideva cinicamente, guardandola dall'alto verso il basso. Dopo circa dieci minuti di questa impietosa prova di forza, il braccio di Anna inizią² a cedere lentamente ed inesorabilmente sotto la spinta della colossale Erika, ed alla fine cedette di colpo battendo forte contro il tavolo. Erika saltą² in piedi gonfiando il petto per la gioia. Anna era rimasta seduta e la guardava dal basso verso l'alto massaggiandosi il braccio che era quasi spezzato; guardava con incredulitą la rivale che la puntava con occhi da dominatrice. -"Avrei potuto batterti subito, piccoletta, ma ti ho voluto fare soffrire, cosą¬ ti ricorderai pią¹ a lungo di questa lezione. E adesso sei mia. Mi dovrai obbedire senza condizioni. Da ora in poi sarai la mia serva e la mia valletta, altrimenti ti spezzerą² le ossa e non ti consentirą² di entrare mai pią¹ in questa palestra. Ti ricordi delle regole che mi imponesti quando entrai qui dentro per la prima volta ?"- -"Si, certo che me le ricordo"- disse ansimante Anna. -"Bene, le mie sono ancora pią¹ stringenti. Non avrai uomini né donne all'infuori di me. Non ti č pią¹ consentito di assumere anabolizzanti: la mia forza e la mia potenza muscolare, la mia supremazia e la mia dominazione su di te dovranno essere incontrastabili. In palestra ti allenerai solo in mia presenza, e solo quando non c'č nessuno. Davanti a me dovrai camminare a piedi nudi, sia perché cosą¬ sarai sempre molto pią¹ bassa di me, sia perché mi eccita vedere i tuoi piedini cosą¬ sexy completamente nudi. Ti concedo di smaltarti le unghia e di indossare una cavigliera, ma soltanto perché cosą¬ sei pią¹ sexy, e quindi mi piaci di pią¹". Mentre Erika diceva queste cose, Anna era molto sorpresa del fatto che la giovane bionda era, evidentemente, lesbica, e la cosa la eccitava moltissimo, nonostante la stesse umiliando come mai nessuno l'aveva umiliata. Erika continuą². -"Dovrai servirmi in tutto. Ogni giorno, prima di ogni allenamento, mi dovrai aiutare a vestirmi e mi dovrai spalmare l'olio canforato; alla fine di ogni allenamento, mi dovrai aiutare a fare la doccia e mi dovrai fare la manicure e la pedicure. Non dovrai mai contraddirmi, per nessuna ragione. Sarai la mia serva, anche in casa. Potrai uscire solo insieme a me, e, quando ti concederą² di accompagnarmi a qualche festa o a qualche gara di body-building, mi farai da valletta. E ora ... ora incominciamo dalla doccia !" Anna era umiliata ma eccitatissima. Era una bisex, ma non era mai stata cosą¬ attratta -ed umiliata- da una donna dell'altro sesso. Praticamente la muscologigantessa le aveva appena detto che ne avrebbe fatto la sua schiava, ma la cosa, per quanto dolorosa, la rendeva ancora pią¹ eccitata. -"Va bene, sarai la mia padrona ... cosa debbo fare adesso ?"- disse Anna a bassa voce. -"Te l'ho gią detto, iniziamo dalla doccia"- Cosą¬ le due amazzoni si avviarono verso le docce. Erika, sui sandali da 17 cm; Anna, a piedi nudi, le arrivava all'ascella, sembrava una nanetta accanto a quella valchiria dalle proporzioni gigantesche. Poi, nella doccia, Anna tolse la mutanda ad Erika, e per sfilargliela fu costretta a piegarsi in ginocchio. -"Ecco, mi piaci in quella posizione, in ginocchio davanti a me, ma ora alzati perché mi devi lavare per bene"- Anna non se lo fece ripetere due volte ed inizią² a lavarla, mentre i capezzoli le si gonfiavano per l'eccitazione. Le spalmą² il sapone prima sulle spalle, poi sulle braccia e poi sull'addome, e si eccitava palpandole le enormi masse muscolari. Poi arrivą² al pube ed allora Erika le prese la testa fra le mani e le ordiną²: -"Leccami il clitoride; con delicatezza, con servilismo, con cortigianeria, mi raccomando. Vediamo di cosa sei capace"- Anna non se lo fece ripetere due volte, e mentre leccava si accorgeva che stava veramente bene in quella posizione da dominata. Erika le piaceva da impazzire. E fu cosą¬ che inizią² la nuova vita di Anna ... Fine