INFERNO O PARADISO Tredicesima puntata by Davidmuscolo Tutti i personaggi e le situazioni sono frutto della mia fantasia Ancora una volta, come quella volta, Filippo si ritrov� in volo, sbucato da chiss� dove, mentre un albero si faceva minacciosamente sempre pi� vicino. Stavolta per� il fogliame attut� l'urto ed il ragazzo, quasi accompagnato dai rami bassi che dondolarono un po' sotto il suo peso, scivol� per terra, ammaccato e dolorante ma sostanzialmente integro. Si rialz� da terra scrollandosi di dosso le foglie umide che si erano attaccate ai suoi abiti bagnati e si guard� intorno. Per prima cosa si rese conto che il vortice era scomparso, misteriosamente come era apparso, e poi che non pioveva. Anzi, riusciva a vedere degli sprazzi di cielo stellato tra gli alberi che si innalzavano maestosi ed imponenti. Poi volt� la testa ed il suo sguardo and� a posarsi su una strada scarsamente illuminata, distante solo pochi metri da dove si trovava, la cui visuale era per� contaminata dagli alberi che si frapponevano e che ne impedivano il riconoscimento. Il suo cuore inizi� a battere velocemente. Tutto lasciava presupporre che si trovasse nel suo mondo, ma ovviamente doveva accertarsene. Fece quei pochi passi lentamente e ad ogni passo il suo cuore aumentava i battiti. Finalmente ebbe la visuale completa della strada e strinse i pugni in segno di vittoria. Riconosceva ogni dettaglio, la strada che univa il centro di Roma al mare era proprio quella che lui conosceva bene, ma soprattutto riconosceva i rumori delle automobili, cos� differenti da quelli estremamente silenziosi del mondo che aveva appena lasciato. Sembrava quasi una musica per le sue orecchie. Ed anche i suoi occhi riconobbero immediatamente quelle figure familiari, quelle sagome delle auto che lui conosceva a memoria. Si, questo era proprio il suo mondo. La sua intuizione si era rivelata giusta ed ora doveva solo trovare un passaggio che lo riconducesse a casa, dai suoi parenti che dopo oltre due mesi avevano sicuramente perso ogni speranza di ritrovarlo. Farsela a piedi era un ipotesi da scartare a priori. I chilometri da fare erano tanti, oltre una quindicina, e lui era stanco e dolorante per l'impatto e non ce la faceva proprio a camminare ancora, considerando che la sua tenuta non era propriamente adatta al jogging. Dovette per� per prima cosa attraversare la strada per raggiungere il senso di marcia giusto, cosa che fece approfittando di un momento in cui non transitavano automobili, quindi messosi ai bordi della strada alz� il pollice destro nel classico gesto dell'autostop. Ora doveva solo sperare che qualcuno di buon cuore lo prendesse a bordo. Qualcuno di buon cuore, ma anche di grande coraggio. Dare un passaggio di sera ad un giovane poteva essere un gesto estremamente pericoloso per un automobilista. Ed infatti le vetture continuavano a sfrecciare senza degnare di un solo sguardo il ragazzo, anzi, accelerando appena i guidatori distinguevano la sua sagoma. Guard� il suo abbigliamento e si rese conto che vestito cos� stravagante difficilmente avrebbe trovato qualcuno disposto a farlo salire in macchina. Attese pazientemente diversi minuti e quando sembrava aver perso la speranza di racimolare un passaggio, una macchina rallent� per poi fermarsi pochi metri pi� avanti. Si trattava di un'utilitaria grigio metallizzato alla guida della quale si trovava una donna intenta a parlare al telefono con l'auricolare e che all'avvicinarsi di Filippo abbass� il finestrino con l'alzacristalli elettrico rivolgendosi poi al ragazzo - Dove sei diretto? - domand� Filippo scrut� la giovane donna al volante che nel frattempo aveva smesso di parlare al telefono. Doveva avere intorno ai trent'anni, con i capelli neri che le arrivavano all'altezza delle spalle ed una corporatura abbastanza snella. Aveva un abbigliamento molto informale con jeans e scarpe da ginnastica ed una felpa blu con il cappuccio sul quale c'era il nome di una famosa universit� americana. Seduta al volante Filippo non riusciva a rendersi conto di quanto potesse essere alta, ma sembrava di media statura. Non doveva superare il metro e 65 e questo stava a significare che non aveva incontrato una delle straordinarie amazzoni con le quali aveva avuto a che fare nell'altro universo e di conseguenza era ritornato davvero nel suo mondo. Ora ne era sicuro e sorrise pensando che poteva tornare a veder le donne dall'alto in basso. Si sentiva emozionato per questo ritorno ed esit� qualche istante prima di rispondere - Allora? Si pu� sapere dove devi andare o si tratta di un segreto di stato?- insistette la giovane donna e Filippo pot� constatare come anche il dialetto gli fosse familiare. La ragazza parlava infatti con la classica cadenza scanzonata insita nei romani, anche in coloro che cercavano di parlare un italiano perfetto come in quel caso - Mi basta che mi accompagni a Roma - rispose infine il ragazzo aprendo lo sportello - Ok, sali- rispose laconicamente la donna Filippo si sdrai� sul sedile del passeggero mentre la guidatrice inser� la prima per cominciare il breve viaggio che l'avrebbe portato a casa. Continuava ad essere abbastanza emozionato al pensiero che tra pochi minuti avrebbe riabbracciato i suoi e cerc� subito di rompere il ghiaccio per evitare di soffermarsi ulteriormente sul quel pensiero fisso - Ti ringrazio molto per questo passaggio. E' da oltre mezz'ora che sto con il pollice alzato a fare l'autostop. Avevo perso ogni speranza e gi� pensavo di dovermela fare a piedi- - Per fortuna che sono arrivata io allora- - Gi� ! Una vera fortuna. Io comunque mi chiamo Filippo, e tu?- chiese il ragazzo porgendole la mano che la ragazza strinse con decisione - Flaminia - rispose la giovane. Flaminia, un altro nome latino, come tutti quelli che aveva incontrato nel mondo delle femmine. Marzia, Silvia, Patrizia, Flavia, Fulvia, Claudio, e poi tutti gli altri. Ebbe un attimo di smarrimento che per� scacci� quasi immediatamente. Non era possibile. Flaminia era cos� diversa, o forse avrebbe dovuto dire cos� normale. Si trattava di una donna notevolmente carina, con un faccino lineare ed una bella bocca carnosa senza il minimo accenno di trucco e che tra l'altro sembrava in buona forma fisica anche se il suo abbigliamento non la metteva certo in risalto, ma comunque lontanissima dalla perfezione che avevano le donne dell'altra dimensione - Ora che abbiamo fatto la conoscenza mi � venuta voglia di una sigaretta. Ti da fastidio se fumo?- - Assolutamente no! E' la tua macchina e qui sei tu la padrona. Anzi potrei averne una anch'io?- - Certamente- rispose la ragazza prendendo da sopra il cruscotto il pacchetto porgendolo poi al ragazzo che si accese la sigaretta ed aspir� con gusto. Erano oltre due mesi che attendeva questo momento considerando che dall'altra parte ai maschi era proibito fumare, e questo era uno dei divieti che aveva trovato pi� difficili da sopportare. Ma la sua splendida Marzia valeva bene anche un sacrificio come questo. E poi smettere di fumare gli avrebbe fatto solo che bene. Ma intanto si godeva quella sigaretta mentre anche Flaminia nel frattempo aveva iniziato a fumare. Filippo intanto osservava la sua compagna di viaggio. Era strano che una ragazza, per di pi� abbastanza carina, desse un passaggio ad un ragazzo. E malgrado ostentasse una calma olimpica not� in lei alcuni segni di nervosismo nel mordicchiarsi il labbro inferiore o nel guardare in continuazione il suo orologio. Filippo glie lo fece notare - Sei per caso in ritardo per un appuntamento?- s'inform� - Oh no! Niente d'importante. La mia pi� che altro � un'abitudine- Filippo condivise. Non era certo la prima persona ad avere piccoli vizi come questi. Si sentiva paranoico. Cosa doveva temere? Non c'era nulla che lasciasse presagire qualcosa di anomalo, ma comunque volle togliersi ancora qualche piccola curiosit� - Senti Flaminia. Te le posso fare un paio di domande strane? Non mi prendere per pazzo per�- - Fai pure. Basta che non siano personali- - No, assolutamente. Ecco, io sono stato via per un po' di tempo e.....Insomma puoi dirmi in che anno siamo? - Mi stai prendendo in giro per caso? Guarda che ti faccio scendere immediatamente- - No, ti prego. E' molto importante per me saperlo- - Siamo nel 2011. Contento ora? Ma tu guarda che razza di gente s'incontra- - Grazie. E stiamo in Italia, vero? - Certo che stiamo in Italia. Parliamo italiano, sei diretto a Roma, ma dove pretenderesti di essere? Ma che mi stai facendo per caso un test? Guarda che sei strano forte- - Lo sono meno di quello che tu immagini. Il fatto � che ho vissuto gli ultimi due mesi in un posto molto lontano e molto strano ed ora quasi non credo ai miei occhi di essere ritornato a casa- rispose Filippo sospirando. Ora non c'erano proprio pi� dubbi. Si tranquillizz� completamente. - Ok, contento tu. Ora per� me le devi togliere tu alcune curiosit� - - E' il minimo che possa fare- - Che ci facevi da solo in quel posto deserto vestito in questa maniera e zuppo da capo a piedi?- Filippo scoppi� a ridere, aspir� un'altra boccata di fumo e gett� il mozzicone dal finestrino. Erano domande ovvie e scontate. Ma come glie lo spiegava ora a Flaminia? D'altronde aveva addosso un completo che definire strano era un eufemismo. Indossava un pantalone elasticizzato simile a quelli dei ballerini, di colore verde acido ed una maglia a mezzo collo dello stesso colore,di un tessuto simile a spandex. Ed erano le cose meno vistose e pi� comode che Marzia gli aveva comperato. Che razza di moda! Ed in pi� era completamente fradicio per la pioggia che aveva preso nell'altro mondo, mentre in questo la notte era stellata e non c'era neanche l'ombra di una nuvola - E' un po' complicato da spiegare- rispose infine il ragazzo- Diciamo che da dove vengo � consuetudine vestirsi in modo vistoso e bizzarro. Comunque non ti preoccupare, sono innocuo. Tu piuttosto sei una ragazza coraggiosa ed anche un po' incosciente. Dare un passaggio ad uno sconosciuto vestito in questa maniera a quest'ora di sera potrebbe essere veramente pericoloso- - Ma tu non sei pericoloso, vero?- - Ma certo che no! Te l'ho detto che sono innocuo. Non sono proprio il tipo che va in giro a violentare ed uccidere donne indifese. E poi ho una ragazza. Sono fidanzato con una magnifica donna. La pi� bella che si possa desiderare- Filippo tir� fuori dalla tasca le fotografie che lo ritraevano con Marzia e porgendole alla giovane donna prosegu� - Guarda! E' veramente uno splendore. E non � solo bella. E' intelligente e sensibile ed ha un lavoro di grande responsabilit� , una specie di donna in carriera. Per di pi� guadagna anche bene, il che non guasta- Flaminia afferr� le foto e pur continuando a guidare le osserv� rimanendo a bocca aperta per la meraviglia - E' bellissima! Non ho mai visto una ragazza cos� bella in vita mia. E quanto � alta. Tu non sei basso, ma accanto a lei sembri un nano- La ragazza riconsegn� a Filippo le fotografie. Era molto fiero della sua fidanzata e non faceva nulla per nasconderlo - Te l'avevo detto che � meravigliosa. Ed ha tanti altri pregi- - Si vede proprio che ne sei innamorato. Ne parli con enfasi. Ma come mai sei da solo e non con lei? Lo sa dove ti trovi ora?- - Ho fatto questo viaggio per riabbracciare la mia famiglia ma non le ho detto niente. Potr� sembrarti strano ma � molto possessiva e protettiva nei miei confronti e non mi avrebbe mai lasciato andare da solo. Per� le ho lasciato una lettera ed ora l'avr� sicuramente letta. Ma appena possibile ho intenzione di correre nuovamente da lei per sposarla- Flaminia sorrise al giovane e poi si concentr� sulla guida. Mancavano ormai pochi chilometri e Filippo sprofond� ancora di pi� sul sedile chiudendo gli occhi. Era stanco e quello era il momento di rilassarsi un pochino assaporando col pensiero il momento in cui, fra poco, avrebbe riabbracciato i suoi genitori. Ma un pensiero non poteva non andare a Marzia. Sicuramente in quel momento si stava angosciando immaginandolo solo ed indifeso. Malgrado le avesse raccontato un'infinit� di volte come funzionavano le cose nel suo mondo, per Marzia lui era solo un maschio, un essere debole ed indifeso, bisognoso di lei in ogni frangente. Sorrise mentre pensava a tutto questo. In effetti in quell'altro mondo Filippo sentiva veramente il bisogno di essere protetto dalla sua fidanzata, ma in questo no. Questo non era solo il suo mondo, era il suo regno, era casa sua, pensava quasi che tutto gli potesse essere concesso. Eppure malgrado queste sensazioni, malgrado tutto, appena ne avesse avuta la possibilit� , magari durante un altro acquazzone che gli avrebbe aperto la porta, non avrebbe esitato un attimo per correre nuovamente da Marzia, per vivere quella storia d'amore con lei. Era sicuro che solo accanto alla sua incantevole donna avrebbe potuto vivere il resto della sua vita come se si trovasse in Paradiso. Si distolse da quei pensieri osservando di nuovo la strada. Fra poche centinaia di metri sarebbero arrivati in citt� ed a quell'ora di sera il traffico era piuttosto scarso. Quante volte invece aveva maledetto se stesso per aver imboccato quella strada d'estate per andare al mare, con una delle sue fidanzate o con i suoi amici, ed essere rimasto imbottigliato nel traffico? Ma quella sera di fine inverno tutto era invece tranquillo e Flaminia guidava dolcemente, rallentando addirittura, fino ad arrestare completamente la vettura Filippo guard� la giovane donna ed ebbe un attimo di smarrimento - Ma che fai? Perch� ti fermi?- domand� inquieto il ragazzo. Non vedeva nessun ostacolo. Ormai erano praticamente arrivati in citt� . Le case illuminate erano proprio l� ad un passo. Forse Flaminia voleva che lui scendesse in quel punto pensando che fosse giunto a destinazione, ma la ragazza senza rispondergli apr� lo sportello e scese dalla vettura - Ma dove cavolo vai?- prosegu� Filippo sempre pi� inquieto e senza capire il motivo di questo strano comportamento. Si guard� intorno smarrito. Sulla sua sinistra le macchine continuavano a percorrere gli ultimi metri di quella strada, mentre alla sua destra si trovava una casupola disabitata da anni. La conosceva bene. Tanti anni prima c'era un canile che poi le autorit� avevano fatto chiudere riscontrando delle irregolarit� nel trattamento degli animali e Flaminia si era diretta proprio in quella direzione. Che diavolo stava succedendo? Decise che sarebbe stato meglio se fosse sceso anche lui. Ormai era quasi arrivato. La casa dei suoi genitori, la sua casa, non era nemmeno tanto lontana da quel punto. Non aveva soldi ne un telefono per chiamare, ma avrebbe potuto prendere un taxi e farlo poi pagare dai suoi. Sarebbero stati ben felici di spendere dei soldi questa volta. Stava per aprire lo sportello quando si blocc�. Quattro soldati armati di tutto punto e con un mitra spianato sbucarono dalla casupola. Tre di loro si fermarono dopo aver percorso pochi metri, mentre il quarto prosegu� verso di lui. Ora che era arrivato a pochi metri poteva osservare che non si trattava di un soldato bens� di una donna, una soldatessa. La donna gli intim� di scendere dalla macchina a braccia alzate, cosa che Filippo terrorizzato si apprest� a fare. Appena sceso il ragazzo fu obbligato a voltarsi - Ora divarica le gambe e metti le mani sulla macchina- gli ordin� il milite - Ma che � successo? Io non ho fatto niente?- si lament� il giovane. La soldatessa non ascolt� nemmeno le lamentele di Filippo e voltando la testa si rivolse ad una delle tre figure rimaste qualche metro pi� indietro - Fatto sergente. Ora � tutto suo- Fine tredicesimo episodio Per critiche e commenti inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it