INFERNO O PARADISO by Davidmuscolo Nono episodio Tutti i personaggi e le situazioni sono frutto della mia immaginazione Filippo guard� l'orologio mentre si stava vestendo. Era un regalo di Marzia e non era diverso dagli orologi che aveva avuto fino a quel momento. Almeno nella lettura dell'ora i due universi sembravano essere paritari. Termin� di vestirsi in fretta maledicendo quell'assurda moda che lo mandava in giro vestito in modo per lui ridicolo, mentre Marzia lo trovava maledettamente sensuale e di gran classe. Fra pochi minuti Claudio sarebbe sceso per fare la spesa ed altre faccende, e lui, ormai da un paio di giorni poteva accompagnarlo, avendo ricevuto sempre da Marzia, un permesso speciale da esibire in caso di controllo. Filippo chiamava quel momento dell'uscita da casa "la mia ora d'aria" paragonandosi cos� ad un carcerato. In effetti, se non era reclusione quella, poco ci mancava. Marzia gli aveva impedito categoricamente di uscire di casa senza il suo permesso, e questo permesso naturalmente non era mai arrivato tranne appunto quando poteva accompagnare Claudio a fare le compere. Doveva quindi accontentarsi di quel momento ed aspettare poi la sera, ovvero l'atteso rientro in casa di Marzia dal lavoro, che invece era l'unico periodo di tempo in cui sarebbe rimasto volentieri in casa. Naturalmente insieme a lei a fare l'amore. Era trascorsa una settimana da quando si era trovato catapultato in quel mondo di amazzoni e da quando aveva accettato le avances della poliziotta, ed ogni sera Marzia lo aveva trascinato in giro per Roma, citt� che a parte il Tevere ed alcuni monumenti antichi, di uguale alla sua citt� aveva solo il nome. Gli aveva fatto conoscere le sue amiche, tre stangone da infarto, le sue colleghe, la pi� brutta delle quali avrebbe vinto a spasso il titolo di miss universo, ed infine, la sera appena trascorsa, sua madre, una donna in carriera di oltre 55 anni, anche lei di una bellezza sconvolgente che dimostrava una ventina di anni in meno, con la sua "sorellina" di vent'anni, una ragazza alta quasi due metri. Insieme a loro aveva conosciuto anche il fratello, un ragazzo di 25 anni estroverso e simpatico ed il padre, un omuncolo tutto dedito ad ossequiare la moglie e le due figlie femmine e completamente inadatto secondo lui, a stare al fianco di una donna come Fulvia, la madre di Marzia, che invece era brillante, intelligente ed a quanto pareva, anche molto ricca ed influente. Farlo conoscere alla sua famiglia equivaleva all'ufficializzazione del loro fidanzamento e Filippo aveva provato molta tensione a confrontarsi con loro, ma per fortuna tutto era filato liscio e Marzia ne era stata molto felice. Malgrado lo avesse appurato fin dal primo giorno, Filippo continuava ad essere meravigliato dalla perfezione di queste creature, ed ogni volta che ne conosceva una rimaneva a bocca aperta ad ammirarla, magari di nascosto, considerando che la sua fidanzata si sarebbe arrabbiata molto se l'avesse scoperto a fissare un'altra femmina. E far arrabbiare una donna che era infinitamente pi� forte di lui, che poteva sollevarlo con due dita e che avrebbe potuto ucciderlo con estrema facilit� , senza neanche aver timore di essere arrestata, non era molto salutare. Ma malgrado quelle creature fossero cos� belle e perfette, per lui Marzia era al di sopra di una spanna rispetto a tutte le altre. E non solo per la sua bellezza. Possedeva una dote che probabilmente era sconosciuta alle donne della sua dimensione e che era la sua capacit� di essere dolce e tenera quando facevano l'amore, protettiva quando uscivano insieme e dura ed inflessibile quando doveva imporgli o rimproverargli qualcosa. Filippo era riuscito ad innamorarsi di quelle qualit� ed anche ad accettare il fatto che una donna fosse di gran lunga ed in ogni situazione superiore a lui, ma quello che non era ancora riuscito ad accettare era il lungo periodo tedioso che trascorreva quando Marzia era al lavoro. Del resto era una donna in carriera e passava gran parte della giornata fuori casa e lui non poteva, in tutto quel tempo, fare niente di niente. O meglio, poteva guardare alla televisione programmi ridicoli lontanissimi dal suo gusto, leggere i numerosi libri che facevano parte della biblioteca di Marzia, ma niente altro. Niente lavoro in quanto Marzia era benestante e non aveva bisogno di un entrata economica supplementare, niente sport che era riservato solo alle donne, niente partitina a carte con gli amici o nottate a pescare, niente calcio in televisione e di conseguenza niente squadra del cuore di cui parlare con gli altri uomini. C'erano molti avvenimenti sportivi trasmessi in video, ma erano tutti sport strani oppure prove di lotta e pugilato che sembravano essere molto gettonati dalle donne, ma alle quali Filippo non era ancora riuscito ad appassionarsi. La sua vita era quindi ridotta ad aiutare Claudio nelle faccende domestiche e ad aspettare che Marzia tornasse dal lavoro. Per tutti questi motivi, l'attesa della sua "ora d'aria" era diventata spasmodica. Claudio intanto buss� leggermente alla porta - Sei pronto Filippo?- - Prontissimo- rispose rapido il ragazzo ed insieme uscirono di casa non prima di aver tolto l'antifurto ed azionato l'apertura della massiccia porta d'acciaio rivestita in legno. Aprirla in maniera normale sarebbe stata un operazione impossibile da compiere anche per Marzia stessa considerando la sua pesantezza, o comunque avrebbe creato tanto caos e rumore,ed era naturalmente l'unico deterrente contro qualunque malintenzionata e assolutamente necessario per la sicurezza degli abitanti della dimora, soprattutto in assenza della padrona di casa. Era in ogni caso una zona tranquilla quella dove abitava insieme a Marzia, ma la mattina c'era comunque un vivace andirivieni di uomini con le sporte della spesa affaccendati anche in altre cose come la cura del giardino o le chiacchiere da comari. E lui era diventato in pochi giorni una dei principali bersagli di questi cicalecci. Tutti gli abitanti del quartiere si chiedevano chi fosse e da dove venisse quel ragazzo che abitava a casa della commissaria senza essere sposato. Ovviamente Filippo non aveva la certezza che stessero parlando di lui, ma gli sguardi dei residenti quando passava erano tutto un programma. Claudio e Filippo uscirono quindi da casa incamminandosi verso la piazzetta dove erano posti sia il bar che il supermercato. Per arrivarci dovevano percorrere circa cento metri di quella strada dove si affacciava la villetta di Marzia e che era la strada principale del quartiere, girare poi a destra e camminare per altri ottanta, lungo una via invece molto meno affollata, anzi, quasi sempre deserta, tranne appunto qualche uomo di ritorno dal supermercato. Infine un'altra svolta a destra dove, dopo una trentina di metri c'era la piazza con alcuni negozi di prima necessit� tra cui appunto il bar ed il supermercato. Gli unici esercizi commerciali di quel nuovo quartiere erano tutti compressi in quella piazzetta ed in una delle traverse che confluivano in essa, opposta alla via da dove provenivano Claudio e Filippo. Era appunto una zona nuova che, secondo le intenzioni delle costruttrici, sarebbe dovuta divenire una zona semi residenziale immersa nel verde, ed in effetti Filippo trovava molto gradevole l'aspetto di quel quartiere, la pace che si respirava, con poche vetture in circolazione e parcheggi sempre a disposizione, visto che quasi tutte le abitazioni possedevano un garage privato. Se c'era una cosa che mancava era l'aspetto ludico per i poveri maschi come lui. Le donne avevano a disposizioni anche vaste aree per fare dello sport, ma gli uomini cosa facevano per passare il tempo? Era un argomento che doveva affrontare assolutamente con Marzia un giorno di questi. Ormai si era messo l'anima in pace sulle possibilit� di far ritorno a casa e visto che quella sarebbe diventata la sua vita, voleva cercare di renderla meno noiosa possibile. Entrarono quindi dapprima nel bar dove Claudio per consuetudine consumava la colazione e si sedettero ad un tavolino ordinando caff�, latte e delle paste, al giovane garzone che si era avvicinato. Non esistevano i suoi amati cornetti che era abituato a mangiare la mattina, ma quelle pasta non erano davvero niente male ed il loro sapore era molto simile ai lieviti di rinomate pasticcerie. L'attenzione di Filippo era per� rivolta altrove e pi� specificatamente alla donna che stava alla cassa e che doveva trattarsi della padrona ed a quella seduta da sola ad un tavolino poco distante dal suo. La donna alla cassa era una signora che , secondo Claudio che la conosceva bene, doveva aver oltrepassato i sessanta anni, ma alla quale Filippo ne avrebbe dati almeno venti di meno considerando il suo aspetto giovanile. Due giorni prima lo aveva approcciato vedendolo per la prima volta, ma Claudio che si comportava con lui come un cane da guardia, aveva avvertito la donna, con tono rispettoso e mite ma comunque deciso, che quel ragazzo era il fidanzato della commissaria Marzia Adriani e che pertanto era di propriet� della poliziotta. L'altra invece, quella seduta al tavolino da sola, era, a parere di Filippo, una vera e propria meraviglia della natura. L'aveva vista in piedi ed era alta all'incirca un metro e novanta, con un corpo da atleta messo in evidenza dall'abbigliamento sensuale che era in uso in questo mondo. Le gambe lunghissime sembravano non aver mai fine ed il seno era prosperoso e comunque proporzionato al resto del corpo. Il viso poi era da incorniciare, perfetto in ogni dettaglio, dalla bocca al naso, con una massa di capelli biondi ondulati che le cadevano sulle spalle. Se Filippo avesse dovuto fare una classifica di bellezza delle donne conosciute fino a quel momento, l'avrebbe messa sicuramente al primo posto a parit� con la sua Marzia. Ma c'era una parte che l'aveva colpito maggiormente ed era il suo sguardo. Non solo perch� possedeva dei magnifici occhi azzurri, ma perch� ogni volta che incrociava quello sguardo sentiva un brivido percorrergli la schiena e lui non riusciva a dare una spiegazione a questa sensazione. Era il terzo giorno consecutivo che la trovava allo stesso tavolino del bar, ed era una cosa abbastanza insolita considerando che c'erano pochissime giovani donne in giro per il quartiere. Erano giorni lavorativi e le femmine erano tutte al proprio lavoro, lontano da quella zona periferica e quello splendido esemplare femminile non doveva superare di molto i trent'anni di et� . Cos� come aveva fatto gli altri due giorni, la donna si alz� dopo pochi minuti passando proprio davanti a Filippo senza per� curarlo di uno sguardo eclissandosi al di fuori del bar. Claudio osserv� il movimento degli occhi di Filippo che seguiva l'uscita della donna dal locale e sbott� - Di un po', ma sei impazzito?- lo rimprover� aspramente- Abbassa gli occhi. Non vorrai mica farti passare per un poco di buono? Sembra che ti diverta a provocare le donne- - No, scusa, � che ero distratto- si scus� il giovane- Per favore non dirlo alla signorina Marzia- - Ma certo che non glie lo dico, mica sono una spia io. Per� fai attenzione perch� un'altra donna, una come mia moglie, avrebbe gi� riempito di schiaffi la tua bella faccia. E secondo me tu necessiti proprio di una bella lezione. Nella signorina Marzia hai trovato veramente una donna comprensiva come ce ne sono poche. Sei proprio un tipo fortunato- Filippo fece cenno a Claudio di aver compreso e lo ringrazi� del fatto che avrebbe mantenuto il piccolo segreto, ma comunque non riusciva a non pensare a quella donna e di questo si sentiva un po' in colpa nei confronti di Marzia. Ma quella spettacolare bionda aveva qualcosa che lo attraeva particolarmente al di l� della bellezza statuaria che possedeva. Patrizia alz� il bavero del cappotto per ripararsi dal freddo pungente. Era una giornata luminosa, ma era inverno pieno e la tramontana sferzava con violenza il suo volto. Mise anche gli occhiali da sole per cercare di passare il pi� possibile inosservata anche se dopo tre giorni che frequentava quel bar dove il ragazzo andava a fare colazione, la possibilit� di essere riconosciuta cominciava ad essere piuttosto consistente. Purtroppo non sembrava avere altre possibilit� . Entrare a casa del ragazzo nel modo in cui aveva fatto finora era da escludere. La mattina c'era un via vai di persone piuttosto nutrito e quindi entrare con la forza nel momento in cui i due uomini rientravano sarebbe equivalso ad un suicidio. Il pomeriggio, quando soprattutto in quel periodo invernale, la gente cominciava a diradarsi, i due maschi non uscivano mai di casa e quella porta di acciaio massiccio era impossibile da aprire anche per lei. Quindi se voleva portare a termine il suo piano o doveva attendere chiss� quanto tempo aspettando il momento propizio con il rischio che prima o poi qualcuno chiamasse la polizia per fare un controllo su quella sconosciuta che gironzolava per il quartiere, o doveva sbrigarsi ed agire in un'altra maniera. Nei due giorni antecedenti aveva studiato scrupolosamente il tragitto che i due uomini percorrevano, ed aveva notato come fosse identico nel modo pi� assoluto. Fra qualche minuto sarebbero usciti dal bar e sarebbero entrati nel supermercato dove, dopo una mezz'ora abbondante, sarebbero usciti dopo aver fatto la spesa. Avrebbero dato un'occhiata alle vetrine degli altri negozi e poi si sarebbero diretti verso casa. Prima di arrivare nel vialone dove era situata la casa dovevano percorrere circa ottanta metri di una strada poco frequentata e se le Dee fossero state a suo favore, avrebbe potuto agire in quel punto, a met� esatta di quella strada, dove aveva gi� parcheggiato il suo furgoncino. Si accese una sigaretta e si infil� nel veicolo anche per ripararsi dal freddo che si stava intensificando, fissando il punto in cui fra un po' sarebbero dovuti comparire i due uomini. Ora doveva solo aspettare. Filippo e Claudio aspettarono il loro turno e poi misero i loro acquisti sul rullo. Il ragazzo alla cassa fece il conto e Claudio pag� dopo aver riempito tre sacchetti. Ne prese due lasciando il terzo a Filippo e, come aveva previsto Patrizia, prima di incamminarsi verso casa, diedero uno sguardo alle vetrine degli altri negozi. Claudio ormai conosceva quasi tutti in quel quartiere e scambi� quattro chiacchiere con coloro che incontrava, ma dopo una diecina di minuti decisero che era giunto il momento di rientrare. Le cose da fare erano tante in casa e Claudio non voleva certo farsi sgridare dalla sua padrona o peggio ancora, rischiare che la signorina Marzia si lamentasse del suo operato con sua moglie Silvia. Aveva paura di sua moglie, ed era sicuro che in un caso del genere, lo avrebbe punito duramente, e lui non voleva certo assaggiare gli schiaffi della signora Silvia. Sapeva quanto facessero male ed era sempre molto attento ad evitare di farla arrabbiare. Strada facendo Claudio raccont� a Filippo di come, quando era giovane, anche lui avesse lavorato proprio alla cassa di un supermercato e di come fossero sempre pi� numerose le famiglie in cui le donne facevano ricorso al lavoro maschile, sia del marito che dei figli. Un po' a causa della crisi economica, un po' per le sempre maggiori esigenze che c'erano nelle famiglie, ormai molti uomini contribuivano al fabbisogno familiare. E poi, giustamente, diversi lavori non erano adatti al sesso forte femminile, ed erano idonei proprio per i maschi. Ovviamente erano lavori umili e lo stipendio era basso, ma lui ad esempio, era comunque molto felice di aiutare sua moglie economicamente. Raccont� ancora della propria vita e di come, dopo sposato, si fosse dedicato ai suoi quattro figli Quando i due maschi avevano compiuto i tredici anni e avevano terminato le scuole dell'obbligo potendosi dedicare loro alla cura della casa ed a servire le due sorelle, lui aveva potuto trovare di nuovo un lavoro, naturalmente dopo il consenso di sua moglie. Si riteneva fortunato di aver trovato un lavoro come domestico tuttofare al servizio della signorina Marzia che reputava una donna generosa, onesta e poco severa. Una brava persona veramente. Patrizia accese l'ennesima sigaretta mentre l'attesa si faceva sempre pi� spasmodica. Aspir� profondamente mentre ripassava mentalmente il piano che aveva ideato. Non era complicato anzi, era di una semplicit� estrema, ma era la prima volta che agiva alla luce del sole e questo la rendeva particolarmente nervosa ed inquieta. Finalmente vide i due maschi che, appena girato l'angolo, si dirigevano verso di lei. Aspett� che facessero una ventina di metri guardandosi nervosamente intorno nel timore che qualcuno potesse osservarla, ma per sua fortuna il viale era deserto a parte lei e i due maschi che continuavano ad avvicinarsi. La sua paura non era dettata tanto dal fatto di poter essere riconosciuta. Quella possibilit� l'aveva messa in preventivo quando aveva deciso di agire a viso scoperto e di andare in giro per tre giorni per tutto il quartiere per rendersi conto del percorso che i due maschi avrebbero attuato. Si era dovuta fermare per parecchio tempo al bar della piazzetta e qualcuno sicuramente l'aveva notata considerando le pochissime donne presenti in quel posto in quel momento. Ma era sicura che anche se la polizia avesse avuto in mano un suo identikit non sarebbero mai potute risalire a lei. Il suo vero problema era che qualcuno aveva potuto notare il suo furgoncino ed in quel caso non avrebbe avuto scampo. Per questo l'aveva sempre parcheggiato lontano dalla piazzetta, e adesso doveva sperare che nessuno notasse niente. Ma il viale continuava ad essere deserto e quindi scese dal sua autocarro andando incontro ai due uomini. Filippo alla vista di quella splendida creatura che gli veniva incontro deglut�. " Mamma mia quant'� bella" sospir�. Si sarebbe mai abituato alla perfezione fisica delle donne di questo mondo? Dentro di se aveva capito che quella femmina aveva qualcosa di diverso che gli incuteva un certo disagio, ma, malgrado tutto quello che aveva visto durante quella settimana, le varie prove di forza da parte delle donne a cui aveva assistito, la sua natura gli impediva di provare paura alla vista di una femmina. Claudio invece, cap� subito che qualcosa non andava. Diede una spinta a Filippo intimandogli di attraversare la strada, ma il ragazzo non si muoveva inebetito dalla visione di quella statuaria figura che ormai era dinanzi a loro. Claudio gett� allora le sporte della spesa per terra cercando di fuggire, ma ormai era troppo tardi. La donna con un paio di passi lo raggiunse e lo prese per il collo con la sua mano sinistra alzandolo di diversi centimetri mentre il pover'uomo si dibatteva inutilmente con i piedi penzoloni, mentre con la destra stava per colpirlo con un pugno che gli sarebbe stato fatale. Solo allora Filippo si rese conto di quello che stava succedendo e si aggrapp� al braccio destro della donna che fece partire ugualmente il colpo nonostante portasse con se tutto il peso del ragazzo. Il pugno fu devastante ma non mortale, attutito dal gesto del giovane. Patrizia guard� il volto dell'uomo sfigurato e sanguinante ancora nella sua mano e lo gett� lontano di diversi metri. Non sapeva se l'avesse ucciso e quello non era il momento di appurarlo. Rivolse pertanto la sua attenzione a Filippo che era ancora attaccato al suo braccio destro. Con l'altra mano, quella che aveva appena colpito Claudio, stacc� il ragazzo che continuava ad abbarbicarsi al suo arto e poi colp� anche lui molto pi� lievemente. Non voleva naturalmente ucciderlo ne tanto meno sfigurare il suo bel volto, ma solo renderlo inoffensivo per alcune ore. Filippo osserv� l'altissima donna davanti a lui ma non vide pi� alcuna bellezza. Vide soltanto che aveva stretto il pugno e che stava per sferrare il colpo proprio a lui e pens� che con quella forza che possedeva, lo avrebbe ucciso all'istante rendendogli il viso irriconoscibile. Il pugno arriv�, puntuale come un orologio svizzero, senza che lui potesse farci niente, in balia com'era di quella donna. Patrizia raccolse il corpo di Filippo che giaceva svenuto a terra e corse verso il suo camioncino come una predatrice che ha in bocca l'animale sbranato. La differenza era solo nel fatto che lei lo avrebbe sbranato pi� tardi, dopo averlo violentato e terrorizzato. Scaric� il corpo del giovane e si mise al volante del mezzo. Erano le 11,15 di mattina. Aveva fatto tutto in meno di un minuto, ma ora doveva sbrigarsi ed allontanarsi senza dare troppo nell'occhio. Fra pochissimo qualcuno avrebbe scoperto il corpo dell'altro uomo e avrebbe dato l'allarme. Aveva poco tempo. Raggiunse in breve la strada principale e si diresse verso la sua casa di campagna. Se fosse stata fortunata e non avesse trovato intralci, in poco pi� di mezz'ora sarebbe stata al sicuro con la sua preziosa preda nel sacco. Da vera predatrice ed in barba ancora una volta alla polizia. Marzia era raggiante quando raggiunse il suo ufficio. Era appena tornata dalla gioielleria dove aveva comprato l'anello che aveva intenzione di regalare al suo Filippo. Lo sapeva perfettamente che era presto e che stavano insieme solo da una settimana, ma era stata comunque una settimana intensa, in cui avevano dormito e vissuto insieme ed in cui avevano soprattutto fatto l'amore insieme tante volte, ogni volta con un piacere sempre maggiore a quello precedente. Quindi, malgrado i pochi giorni trascorsi insieme, era gi� conscia di essere perdutamente innamorata di quel ragazzo e pertanto gli avrebbe chiesto se voleva diventare suo marito. Era un pro-forma, in quanto Filippo non avrebbe mai potuto dire di no. Se l'avesse fatto non avrebbe potuto esimersi dal cacciarlo di casa e mandarlo in un istituto. Era un ragazzo troppo sveglio per non capire che la sua convenienza era di accettare una simile proposta, fatta per di pi� da una donna con una posizione economica ragguardevole. Lei per� voleva vedere il suo sguardo, il modo in cui avrebbe accettato la sua richiesta di vivere con lei per il resto della sua vita. Da quello sguardo e dal suo comportamento avrebbe capito se il suo fidanzato stava con lei solo perch� non aveva altro posto decente in cui vivere, oppure perch� era veramente innamorato di lei. Ecco, forse quel suo gesto di chiederlo come marito era dovuto proprio alla paura di non essere contraccambiata del tutto e quindi alla voglia di capire fino a che punto Filippo l'amasse. Se era vero che lui proveniva da un universo parallelo, un universo in cui i maschi hanno il sopravvento, come avrebbe potuto mai amare una donna con le sue caratteristiche? Si definiva una donna molto tollerante, ma era e sarebbe rimasta per tutta la sua vita una donna dominante, ed il suo uomo, che fosse di un mondo o di un altro, avrebbe dovuto obbedirle e servirla. I suoi pensieri furono distolti da un lieve bussare alla porta del suo ufficio. Si trattava di una delle sue agenti che Marzia fece entrare - Cosa c'�?- domand� laconicamente - E' stato ritrovato un uomo gravemente ferito signora commissaria- esord� l'agente - Ora mando una pattuglia a verificare. Sai se si tratta di violenza domestica? Quelli non sono casi che ci interessano- - Veramente commissaria, dalle prime indiscrezioni sembrerebbe che l'uomo ferito sia la persona che lavora al suo servizio- - Claudio ? E....il mio fidanzato? Filippo � con lui?- url� preoccupata la poliziotta -Veramente non c'� nessuna traccia di lui, commissaria. Ho parlato proprio io con un tizio al telefono il quale mi ha riferito che aveva trovato un uomo privo di sensi e con il volto ridotto male, ma che l'ha riconosciuto come la persona che lavora appunto al suo servizio. Mi ha anche detto che qualche minuto prima l'aveva visto insieme ad un bel giovanotto. Mi scusi commissaria, ma � la frase che ha usato l'uomo al telefono. Hanno gi� avvertito l'ambulanza che arriver� a momenti- - Mettete dei posti di blocco in tutta la citt� - ordin� Marzia- Dobbiamo rintracciare chi ha rapito Filippo. Probabilmente � la stessa donna che ha ucciso anche gli altri maschi. Dobbiamo muoverci subito- L'agente usc� dall'ufficio di Marzia e la commissaria apr� la custodia guardando di nuovo l'anello appena comprato. Se veramente il suo fidanzato era nelle mani di quella donna, probabilmente non sarebbe mai riuscita a mettergli al dito quell'oggetto che aveva appena comprato con tanto amore. All'inizio lo sconforto s'impadron� di lei, ma pensandoci bene forse non tutte le speranze erano ancora perdute. Se quella donna l'aveva rapito significava che non voleva ucciderlo subito. Doveva comportarsi da poliziotta, ragionare lucidamente ed in fretta e forse poteva ancora ritrovare il suo ragazzo prima che quell'assassina lo riducesse nel modo in cui aveva ridotto gli altri poveri maschi. Ora forse la vita di Filippo dipendeva completamente dalla sua abilit� investigativa. Patrizia diede un'occhiata al ragazzo che giaceva ancora svenuto sul retro del furgoncino e poi guard� l'orologio che l'avvertiva che erano le 11.30. Il peggio non era ancora passato in quanto l'allarme ormai doveva essere gi� stato dato ed era ancora a met� strada. Un eventuale posto di blocco l'avrebbe consegnata praticamente nelle mani della polizia, ma il traffico sembrava scorrevole e senza i rallentamenti che ne sarebbero scaturiti. Secondo il suo piano originale avrebbe dovuto portare con se anche l'altro uomo per poi scaricarlo da qualche parte, in modo di avere tutto il tempo per allontanarsi, ma la tensione del momento e la frenesia di fare in fretta, le avevano fatto cambiare idea ed era stata costretta a lasciare il corpo sul marciapiede. Comunque era arrivata al punto in cui finalmente poteva abbandonare la strada principale immettendosi prima su una strada secondaria e dopo su quella dove era stata fermata dalla poliziotta Licia e che conduceva nella sua casetta di campagna. Attravers� il punto dove l'aveva aggredita e poi rapita insieme al marito e not� con soddisfazione che tutto era tranquillo. Evidentemente nessuno aveva scoperto la vettura che aveva nascosto con cura tra la vegetazione che, per sua fortuna, in quel punto era piuttosto fitta. Ancora un paio di chilometri di quella strada tortuosa ed un sorriso illumin� la sua faccia. Vedeva stagliarsi la sagoma della sua casa. Ormai era fatta. Filippo era sveglio gi� da un paio di minuti. Si massaggi� la parte colpita dal pugno della donna e not� che era ancora tutto integro. Dunque non l'aveva ucciso. Si trovava all'interno di uno strano mezzo che sembrava assomigliare ad un autocarro, molto meno futuristico rispetto alle vetture che aveva visto fino a quel momento considerando che faceva un rumore piuttosto consistente al contrario degli altri veicoli che erano invece di una silenziosit� estrema. Rimase fermo nella medesima posizione cercando di ragionare il pi� velocemente possibile. Che fosse stato rapito non c'erano dubbi. Ma rapito da chi? E se fosse stata quella donna, quell'assassina di cui si stava occupando Marzia? In quel caso non avrebbe avuto alcuna possibilit� di salvezza considerando che si trattava di una psicopatica che amava violentare ed uccidere i maschi. Una vera e propria vedova nera. Ma se essere violentati da una donna, bella come era la sua rapitrice, lo solleticava alquanto, non altrettanto si poteva dire della seconda parte. La morte che faceva fare agli uomini era atroce. Aveva letto che amava stritolare il maschio di turno rompendogli tutte le ossa e gli organi interni, e solo l'idea lo faceva ovviamente rabbrividire. Doveva cercare di fuggire da quella pazza. Ma come? Scart� subito l'idea di lottare con lei visto il divario di forza esistente tra lui e qualunque femmina che abitava in quest'inferno per gli uomini. Non restava che la fuga. Forse se la donna avesse creduto che fosse ancora svenuto lo poteva lasciare da solo per qualche istante, il tempo per dargli modo di mettere in moto quel veicolo e di allontanarsi il pi� velocemente possibile. Non era mai stato un vigliacco in vita sua, ma in quel momento sentiva veramente che la sua vita era appesa ad un filo sottile e la paura s'impadron� di lui. Ma poi il veicolo si ferm� ed ora non c'era pi� tempo per la paura. Doveva agire. La donna apr� lo sportello e scese dal mezzo. I sensi del ragazzo erano tesi allo spasimo e quando ud� distintamente dei passi sul selciato cap� che quello era il momento giusto. Scavalc� il sedile mettendosi al posto di guida notando quasi con felicit� che c'era la chiave ancora inserita. Gir� la chiave ed il motore inizi� a ruggire. C'era un solo pedale e non esistevano marce, ma aveva visto Marzia guidare e sapeva come far funzionare quello strano furgone. Patrizia ascolt� il rumore familiare del furgone ma non si rese conto immediatamente di cosa stesse accadendo. Aveva colpito il ragazzo in modo che restasse svenuto per almeno un paio d'ore e comunque non aveva mai visto un maschio guidare. Doveva essere un ragazzo considerevolmente forte per essersi svegliato cos� presto. Pazienza. Sorrise dentro di se scrollando le spalle per quel tentativo di fuga che defin� ridicolo. L'aspettavano momenti pi� divertenti di quelli che aveva pronosticato. Si avvent� sul suo furgoncino mentre Filippo cercava di fare marcia indietro e con una mano prima ferm� il veicolo poi ne sollev� il muso mentre Filippo osservava sgomento la donna di fronte a lui che prima gli impediva di far muovere il camioncino malgrado avesse mandato l'acceleratore a tutta, e poi sent� il mezzo alzarsi e lui scivolare indietro. Sempre con la sola forza di una mano. Si trov� cos� con la coda del furgone sulla terra ed il muso che invece guardava il cielo con le ruote anteriori che ancora giravano a vuoto. Patrizia lasci� il suo camioncino in quella posizione per poi aprire lo sportello e prendere per il braccio il terrorizzato Filippo. Spense il motore e sempre con una sola mano rimise il furgone in posizione orizzontale mentre con l'altra teneva per il braccio il giovane che si contorceva per il dolore. Trascin� Filippo dentro la casa ed appena entrati lo colp� con un paio di schiaffi che lo mandarono a sbattere contro un muro. Si avvicin� al ragazzo prendendolo per il mento e sollevandolo di diversi centimetri fino a portarlo alla sua altezza - Sappi che ogni tua ribellione mi far� solo divertire di pi� e portare pi� dolore per il tuo debole corpo. Capisci mio bellissimo ragazzo?- Patrizia non attese la risposta di Filippo, avvicin� la sua bocca al viso del giovane per poi leccarlo voluttuosamente pi� volte. - E' cominciato il divertimento, ragazzo- aggiunse poi l'assassina- e pi� tu mi farai divertire e pi� a lungo riuscirai a sopravvivere - concluse infine sempre tenendo saldamente Filippo sospeso con la sua mano. Finalmente aveva la preda che tanto aveva ambito e desiderato tra le sue mani. E non era solamente un modo di dire. Fine nono episodio Per commenti e suggerimenti inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it