INFERNO O PARADISO terza parte by Davidmuscolo La donna guard� attentamente che in strada non ci fosse nessuno e poi scese dalla sua macchina. Cammin� in modo disinvolto per non dare nell'occhio poi si nascose dietro ad una delle siepi che abbellivano il piccolo giardino della villetta. Guard� l'orologio con impazienza e si rese conto che erano quasi le 18. Fra pochi minuti il marito della padrona di casa sarebbe rientrato nella villetta dopo aver fatto come al solito la spesa al vicino supermercato. Era gi� completamente buio in quanto era inverno, ma la donna si era vestita comunque completamente di nero per celarsi ad occhi indiscreti. Aveva scelto con cura quel quartiere tranquillo situato alla periferia nord di Roma proprio per la scarsit� di persone che circolavano ed in quel quartiere aveva individuato proprio nei padroni di quella villetta dove ora si nascondeva, quello che faceva al caso suo. Si trattava di un quartiere abbastanza nuovo ed era un insieme di piccole villette a due piani abitate per lo pi� da famiglie non ricche ma comunque agiate. Commercianti, qualche piccola dirigente d'azienda, qualche impiegata di alto livello, piccole professioniste, era quella la tipologia degli abitanti di quel quartiere. La donna cominci� ad attendere pazientemente fino a quando riusc� a notare Lucio, in compagnia di un altro uomo, che si dirigeva verso casa. L'uomo aveva in mano due buste e chiacchierava amabilmente con l'altra persona. La donna nascosta dalla siepe conosceva bene le mosse di Lucio avendolo studiato a fondo e sapeva che la persona che accompagnava Lucio era il suo vicino di casa e che, al termine della breve chiacchierata si sarebbero separati. I due uomini nel frattempo continuavano il discorso che avevano iniziato ancor prima di entrare nel supermercato fermandosi brevemente davanti alla villetta adiacente quella di Lucio. I due uomini erano ambedue sui venticinque anni ed avevano un altro paio di cose in comune: erano venuti ad abitare da poco in quel quartiere ed erano entrambi sposati da qualche mese. Lucio, ad esempio, era diventato il marito di Valeria da poco meno di un anno ed appena sposati sua moglie aveva comprato quella villetta venendoci ad abitare poco dopo. Se lo poteva permettere sua moglie, essendo una ingegnera che lavorava per una ditta piuttosto nota e che guadagnava pi� che discretamente. Lucio aveva avuto dei problemi all'inizio a separarsi dalla sua famiglia, ma poi, grazie soprattutto all'amore di sua moglie, era riuscito ad abituarsi al nuovo tipo di vita. Ed ora non vedeva l'ora che Valeria arrivasse a casa, verso le venti, come faceva abitualmente, e le avrebbe fatto trovare una bella cena. Amava cucinare per sua moglie, amava lavare i suoi indumenti, occuparsi di lei e fare tutte quelle cose che un buon marito deve fare per la propria moglie, ma per Lucio tutto questo non era solo un obbligo dovuto al fatto di essere un maschio, ma un vero piacere. Del resto i maschi erano stati creati dalle dee proprio per essere al servizio delle donne, del sesso forte, e lui faceva del tutto per servire ed onorare la donna che lo aveva scelto e della quale si era innamorato immediatamente. E poi, dopo la cena, sicuramente Valeria gli avrebbe ordinato di fare l'amore. Si vergognava ad ammetterlo anche con se stesso ma sperava proprio che questo avvenisse, malgrado il timore che ancora provava a mostrarsi nudo di fronte a sua moglie dopo quasi un anno di matrimonio. Del resto Lucio proveniva da una famiglia molto severa e n� sua madre n� sua sorella gli avevano mai dato il permesso di uscire da solo quando era un ragazzo e quando conobbe Valeria a 22 anni era ancora vergine. Non era certo come la maggior parte dei ragazzi di oggi che hanno una libert� sessuale anomala e che si vestono per attirare l'attenzione delle femmine nella speranza di accalappiarne una e sposarla. Sua madre invece gli aveva insegnato i valori fondamentali: doveva diventare un maschio come quelli di una volta, incontrare una brava ragazza e farsi sposare ma senza concedersi a tutte la femmine che incontrava. E dopo essersi sposato diventare un buon marito, fare di tutto per far felice la propria moglie, rispettarla e temerne anche il solo sguardo, proprio come era stato per suo padre che aveva vissuto tutta la sua vita assecondando in tutto e per tutto sua madre. Aveva avuto la fortuna che anche sua sorella minore Prisca si era presa cura di lui quando sua madre era fuori per lavoro e ricordava ancora adesso lo schiaffo che gli diede solo perch� tard� di un quarto d'ora il rientro a casa. Schiaffo che lo fece piangere per il resto della giornata e al quale si aggiunse poi la relativa punizione, la proibizione di uscire con gli amici per un mese. Ma ora riconosceva che tutto questo gli era servito ed era divenuto un uomo di sani principi con in mente le giuste regole da applicare per far si che il suo matrimonio funzionasse alla perfezione. E poi era felice di essere arrivato a conoscere Valeria senza aver avuto mai altre donne. Voleva appartenere a lei per il resto della sua vita. Lucio termin� di chiacchierare con il suo amico e vicino di casa e poi si diresse verso la sua abitazione. Arrivato alla porta pos� in terra per un attimo una delle due buste che aveva in mano e prese dalla tasca del giaccone il congegno elettronico che serviva per aprire la porta. Come quasi tutte le porte moderne era di acciaio temperato all'interno foderata in legno all'esterno, e questo era necessario perch� una porta normale solo in legno non sarebbe potuta essere di nessuna utilit� visto che qualsiasi ladra avrebbe potuto frantumarla senza nessuna difficolt� . Lucio spinse il pulsante del congegno e la porta cominci� ad aprirsi lentamente isolando per pochi secondi l'antifurto collegato a tutta la casa, per dare il tempo all'uomo di entrare. Un'altra delle cose a cui Lucio aveva dovuto fare l'abitudine venendo ad abitare in quel quartiere era stato proprio il timore di rientrare a casa da solo. Sua moglie infatti gli aveva categoricamente proibito di rincasare oltre le diciotto, e lui, da buon marito le aveva naturalmente obbedito e si atteneva scrupolosamente alle regole dettate dalla padrona di casa. Attese quindi con impazienza che la porta si aprisse del tutto quindi riprese da terra la busta che aveva poggiato ed entr� verso casa. Era questo il momento che la donna nascosta dietro la siepe aspettava. Si mosse velocemente ed appena Lucio stava per entrare in casa lei era gi� dietro di lui. Da dietro gli mise una mano in bocca impedendogli di gridare poi con l'altra mano lo fece girare ed a quel punto lo colp� con un pugno leggero ma che bast� per mandare il pover'uomo nel mondo dei sogni. Raccolse poi il congegno che nel frattempo era caduto dalla mano di Lucio e lo us� per chiudere lei stessa la pesante porta e per inserire di nuovo l'antifurto. Un sorriso maligno si form� sul viso della giovane donna. Ora era lei la padrona di casa. E la padrona di Lucio. Filippo osserv� Marzia che si era inginocchiata davanti a lui e gli teneva le mani per rassicurarlo. Se quelle tre donne che volevano violentarlo erano le pi� belle donne che aveva mai visto, quella sconosciuta davanti a lui lo era ancora di pi�. Il ragazzo non sapeva pi� cosa pensare. La donna sembrava avere un vestiario futuristico, cos� come lo avevano le altre tre, le automobili che aveva visto sembravano uscite da un film di fantascienza e se si aggiunge che ognuna di quelle donne possedeva una forza smisurata port� Filippo ad avere un'idea folle: quello era il mondo del futuro, un mondo in cui gli esseri umani avevano sviluppato un corpo perfetto e dove le donne sembravano possedere il predominio, soprattutto sessuale. Questa era la sua visione della situazione, anche se finora non aveva visto nessun uomo per poterla avvalorare. La commissaria Marzia Adriani cerc� di non pensare che di fronte a lei ci fosse il pi� bel maschio che avesse mai visto e per di pi� seminudo e cerc� di assumere un'aria pi� professionale possibile. Era gi� inginocchiata di fronte a lui, gli accarezz� il viso e inizi� a fargli le domande di rito con voce calma - Allora ragazzo. Qual � il tuo nome?- - Mi chiamo Filippo - - Hai un bel nome. Sei ellenico? - - Come scusi? - - Ellenico. Nativo dell' Ellade. Una provincia dell'impero romano. Filippo � un nome proveniente da quella provincia. Tu da dove vieni?- - Da dove vengo? Io sono nato a Roma. Roma capitale dell'Italia. L'impero romano non esiste pi� da duemila anni- Marzia scoppi� a ridere. Non aveva mai sentito un'assurdit� simile - Ascoltami Filippo. Se c'� una cosa che non esiste � questa Italia di cui parli. Devi aver preso una bella botta in testa. O forse � lo choc causato da quelle tre malintenzionate. Stai tranquillo e fra un po' ricorderai tutto. Ora non devi aver paura. Ti lascio solo per alcuni secondi che debbo prendere una cosa dalla mia vettura- Filippo not� quella figura maestosa allontanarsi di pochi metri, prendere una cosa in quella strana macchina e poi riavvicinarsi verso di lui. Marzia prese il portasigarette che aveva appena raccolto dalla sua auto, cerc� una sigaretta e se l'accese. Filippo aveva una voglia pazzesca di fumare. Guard� Marzia - Puoi darmi una sigaretta per favore?- le chiese- ho lasciato il mio pacchetto dentro la macchina- Marzia guard� allibita quel ragazzo sfrontato di fronte a lei. Non aveva mai avuto a che fare con un maschio simile - Stammi bene a sentire Filippo o comunque tu ti chiami. Un'altra parola del genere ed invece dell'ambulanza faccio venire direttamente una vettura penitenziaria e ti spedisco in carcere. Chiaro?- Ormai non c'era pi� nulla che avrebbe potuto sorprendere Filippo, ma stavolta il ragazzo era veramente perplesso - Ma cosa ho detto di strano?- - Cosa hai detto di strano? Non so se da dove vieni tu ci sono usanze diverse, ma qui non si tollera un maschio che fuma. In pubblico poi. E non ti permettere pi� di darmi del tu. Sono una donna e tu non puoi permetterti di mancarmi di rispetto. Per di pi� sono anche una funzionaria di polizia. Questo basterebbe per farti fare un paio d'anni di carcere- Marzia smise di inveire contro Filippo ed osserv� il volto del ragazzo. Avrebbe voluto baciarlo, toccarlo con tenerezza ed invece era stata costretta a rimproverarlo per un atteggiamento certamente non consono ad un maschio per bene. Poi vide Filippo coprirsi il viso con le mani e cominciare a singhiozzare ed allora Marzia quasi si sent� in colpa per aver procurato quelle lacrime. Ma Filippo non aveva cominciato a piangere per il rimprovero della commissaria. Tanti erano i motivi che lo avevano indotto alle lacrime, lui che non piangeva davanti ad altre persone da quando aveva dieci anni, il giorno che gli era morta l'adorata nonna - Io non ci capisco pi� nulla- esclam� infine scuotendo ripetutamente il capo tenendoselo con le mani- Non so cosa sta succedendo. Tutto questo � impossibile. Questo non � il mio mondo- Si tolse le mani dalla faccia poi prosegu� - In che anno siamo?- - Nel 2764 ovviamente- rispose la commissaria sorridendo per le bizzarrie di quel ragazzo - Lo sapevo, lo sapevo!- ripet� Filippo quasi in preda ad una crisi isterica. - Non so come ma devo essere stato scaraventato nel futuro. Sono arrivato nel 2764 dopo Cristo - Dopo che?- domand� allibita Marzia - Dopo Cristo. Dalla nascita di Cristo- - Non conosco nessuno con questo nome. Siamo nell'anno 2764 dalla fondazione di Roma - Fine terzo episodio Per commenti e suggerimenti inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it