L�' ORGOGLIO DI UN MARITO Quinta ed ultima parte by Davidmuscolo Passarono oltre dieci giorni da quella sera ed io ero rimasto, per tutto questo tempo, in attesa che Miriam facesse la prima mossa mettendomi finalmente al corrente del suo problema. Inutilmente perch� dalla sua bocca non usc� niente. Io di mezze idee me ne ero fatte tantissime ma ancora non ero riuscito a farmene una intera, anche perch� nel frattempo mia moglie cercava di essere il pi� possibile normale. Per� il ricordo di quella sera era ancora tangibile nei nostri rapporti e se � vero che lei era ubriaca � altrettanto vero che in e cio� che quando si beve si dice la verit� , o come in quel caso, si fa quel che da sobri non si avrebbe mai il coraggio di fare. Ed aver voluto far sesso in quella maniera, in auto, dimostrava chiaramente che Miriam non era quella che avevo conosciuto io, bens� una donna a cui piacevano sensazioni estreme. Ma estreme fino a che punto? E perch� in alcune situazioni sembrava indiavolata mentre nella maggior parte dei casi non aveva assolutamente voglia di sesso? Tutto sembrava ruotare proprio intorno al sesso. In quei dieci giorni lo avevamo fatto tre volte e questo era gi� un miracolo considerando che avevo passato intere settimane in bianco. Io mi avvicinavo con tanta voglia ma Miriam malgrado la buona volont� sembrava farmi un favore ed il risultato era ovviamente scadente. Quella sera decisi di riprovarci e dopo cena,mentre guardavamo la televisione in salotto mi avvicinai a lei cominciando a baciarla sul collo Hai voglia tesoro?- mi chiese con la faccia di chi, invece di dover trascorrere una sera d'amore col marito, le avevano appena comunicato che le era morto l'adorato cane - Certo amore che ho voglia di te. Lo sai che ti desidero sempre- le risposi- per� se non vuoi ... - - No no, lo voglio anch'io- disse laconicamente cominciando a rispondere ai miei baci. La presi per mano e ci dirigemmo verso la camera da letto. Ci spogliammo continuando a baciarci anche se l'atmosfera tra di noi rimaneva piuttosto tiepida. Mi posizionai sopra di lei. Il calore della sua pelle liscia e morbida, il suo bel volto, la sua bocca invitante fecero il miracolo e malgrado la sua mediocre collaborazione riuscii ad avere una erezione decente. Penetrai mia moglie che per� sembrava pensare c tutt'altro che a far l'amore con gli occhi fissi sul soffitto. Ad un tratto Miriam tolse lo sguardo dal vuoto ed incroci� i miei occhi - Mi dispiace amore, non ce la faccio, perdonami- E cos� dicendo si tolse da sotto di me mentre i suoi occhi si facevano lucidi. Indoss� una vestaglia, si accese una sigaretta e scapp� via dalla camera da letto. Mi ritrovai nudo, sul letto, come un idiota senza capire ancora cosa stesse succedendo. Eppure ormai sembrava chiaro ma forse la verit� mi faceva star male e non volevo ammettere neanche a me stesso quello che avevo intuito. O forse volevo che fosse lei ad avere il coraggio di dirmi tutto. Indossai qualcosa poi la raggiunsi con l'intenzione di farmi dire il motivo che la affliggeva cos� tanto una volta per tutte. Era nel salone piangendo a dirotto con la sigaretta tra le mani - Vai via per favore- mi apostrof� appena mi vide. Io invece mi avvicinai e mi piantai dinanzi a lei - Ora basta Miriam! Ho avuto tanta pazienza, ho aspettato che tu trovassi le parole da dirmi, ma ora non ce la faccio pi�. Ora mi dici esattamente quello che hai e perch� ti comporti cos�. - Possibile che tu non abbia ancora capito?- - Non so se ho capito o no, ma voglio che me lo dica tu- Mi inginocchiai per guardarla negli occhi e mi feci pi� dolce- Ogni cosa pu� essere risolta se ci mettiamo la buona volont� - - Io ... .. non posso. Mi vergogno- - Sono tuo marito, ci conosciamo da quando eravamo ragazzini, non puoi vergognarti di me. Qualunque cosa sia la affronteremo insieme- Il pianto ora era finito anche se ancora qualche singhiozzo le faceva muovere tutto il corpo come se tremasse. Le asciugai le lacrime ancora rimaste sulla guancia poi guardandomi negli occhi mi disse - Ti dir� tutto domani, ti prego. Dammi il tempo di prepararmi e domani saprai tutto. Ora per favore vai a dormire e lasciami da sola. Ti raggiunger� a letto fra un po'- Non mi raggiunse e dopo circa un'ora la ritrovai sul divano addormentata. Presi una coperta e la coprii. Ora aveva il volto pi� disteso. La guardai a lungo prima di andarmene e ancora non riuscivo a credere a quello che mi frullava nella testa. Forse c'erano altri motivi e domani avrei scoperto quali fossero e come risolverli. Gi� ! Come risolverli. In quel momento mi sembrava tutto confuso e decisi che ci avrei pensato quando e se la mia ipotesi sarebbe stata confermata. Il giorno dopo mi presi la giornata libera non avendo assolutamente voglia di lavorare e bighellonai per la citt� in modo di arrivare a casa alla solita ora. Pensavo che Miriam stesse in palestra come tutti i giorni a quell'ora e mi meravigliai alquanto quando, mettendo le chiavi nella toppa, mi accorsi che c'era qualcuno in casa - Miriam, amore, sei in casa?- gridai mentre mi accingevo ad aprire la porta della camera da letto - Aspettami di l� in salone- rispose mia moglie dalla stanza. Mi recai nel salone aspettando con un po' di batticuore l'ingresso di mia moglie. Ormai eravamo alla stretta finale e fra poco tutti i nodi sarebbero venuti al pettine. L'ingresso di Miriam nel salone fu per� molto diverso da come mi sarei aspettato. Indossava gli stessi abiti di quella sera in discoteca, un pantalone nero di un tessuto lucido aderentissimi che facevano risplendere le sue forme statuarie ed un minuscolo top dello stesso tessuto che faticava a tenere il suo seno. Aveva cambiato per� le scarpe ed aveva messo degli stivali con il tacco ancora pi� alto di quelli che indossava abitualmente e che non le avevo mai visto ed in bocca teneva sensualmente una sigaretta accesa. Si era anche truccata vistosamente con un rossetto rosso fuoco che le delineava le labbra facendole apparire ancora pi� carnose di quanto gi� non fossero nella realt� . Sembrava di assistere alla scena finale di "Grease" con mia moglie al posto di Olivia Newton-John. Ed io che mi aspettavo un'entrata dimessa con Miriam che per la vergogna faticava a trovare le parole giuste da dirmi. Rimasi ovviamente a bocca aperta. Mia moglie mi fece cenno con il dito di avvicinarmi ed io, quasi come un automa, lo feci. Era bella da mozzare il fiato, tremendamente sensuale e faticavo a riconoscere in quella bomba sexi la ragazza acqua e sapone che mi aveva fatto innamorare tanti anni fa - Ora faremo un bel giochetto- mi disse appena le arrivai di fronte. Mi sentivo in difficolt� ad affrontare il suo sguardo. Tra di noi ora c'erano parecchi centimetri di differenza ed anche se c'ero abituato, quel suo abbigliamento cos� provocante mi faceva sentire a disagio. - Ma come ti sei conciata?- riuscii alla fine a dirle. Era la reazione normale di un uomo verso la propria moglie presentatasi in maniera diversa, fuori dalle righe, ma la reazione di Miriam fu completamente diversa da quella che mi sarei aspettato. Immaginavo che avrebbe potuto dire che si era vestita in quella maniera perch� voleva far colpo su di me, che voleva eccitarmi, ed invece prese con le sue mani entrambi i miei polsi e cominci� a stringerli - Non ti azzardare mai pi� a rivolgerti a me in questa maniera. Sono stata chiara?- - Ma che fai? Sei impazzita?- le gridai e per tutta risposta Miriam aument� la pressione sui miei polsi. Cominciavo a sentire un po' di dolore ma soprattutto mi resi conto che tutti i fantasmi che avevano popolato la mia mente in tutti quei giorni erano diventati reali. Avevo le lacrime agli occhi non per il dolore che era abbastanza sopportabile anche se la sua morsa era assolutamente rigida ed era impossibile per me liberarmi, ma per il fatto che capivo che in quel preciso momento il mio matrimonio era finito, era terminata soprattutto la mia storia d'amore che consideravo unica. Cominciavo anche ad avvertire brividi di paura e non sapevo minimamente come comportarmi. Sapevo benissimo che era molto pi� forte ed abile di me e che reagendo avrei potuto farla arrabbiare con conseguenze molto gravi per la mia incolumit� . L'unica cosa che era logica fare in quel frangente era di acconsentire ad ogni suo capriccio e appena possibile di scappare il pi� lontano possibile. Ed invece, malgrado questi propositi, forse inconsciamente cercando di liberarmi reagii e dopo averla inutilmente strattonata le tirai un calcio che la colp� lateralmente ma che a causa della mia vicinanza con lei fu portato in maniera goffa e senza la dovuta forza, senza procurarle danni. La reazione di Miriam fu immediata e sentii le sue mani stringere con pi� violenza i miei polsi fino a farmi inginocchiare davanti a lei - Questo non dovevi proprio farlo- mi redargu� pesantemente - Che cosa ti � preso Miriam? Sono tuo marito, non puoi comportarti cos� con me- le gridai. Miriam parve non sentirmi neanche continuando a stringermi mentre dai miei occhi ormai sgorgavano lacrime sempre pi� copiose. Non era un pianto di dolore ma di impotenza. Sentirsi completamente nelle mani di un'altra persona mi faceva sentire come una cosa non come un essere umano. Non so se dovuto ad un barlume di coscienza vedendomi piangere ma Miriam prima allent� la presa sui miei polsi e questo fece si che io potessi rialzarmi e poi mi liber� completamente. Ero libero, ma quanto sarebbe durata quella situazione? Cosa voleva dimostrarmi? Mi guardai intorno e pensai che quello era il momento adatto per attuare la mia fuga. Con uno scatto che non diede tempo a mia moglie di fermarmi, mi voltai e fuggii precipitosamente percorrendo in un attimo quei pochi metri che mi separavano dalla porta di casa ma appena provai ad aprirla, una grossa delusione mi attanagli�. La porta era chiusa a chiave e quando mi voltai mia moglie era davanti a me facendo dondolare il mazzo di chiavi tra il pollice e l'indice. - Cercavi queste? Mi disse ironizzando- Cercavi di scappare da me? Non � bello fuggire via dalla propria moglie- - Mi fai paura Miriam - sospirai con un filo di voce- lo so che sei forte, non hai bisogno di dimostrarmelo. Che cosa vuoi da me? Mi guard� dall'alto in basso facendosi improvvisamente seria - Voglio che tu faccia esattamente quello che ti ordino altrimenti saranno guai seri per te, maritino mio- Mi prese per un braccio conducendomi in camera da letto. Cominci� a sbottonarmi la camicia mentre sentivo le sue labbra vagare sul mio collo poi quando termin� di aprirmi la camicia mi diede una spinta mandandomi sul letto. Malgrado la situazione fosse irreale e lontano mille miglia dai miei desideri mi accorsi di essere eccitato sessualmente. Ancora una volta pensai che il motivo fosse esclusivamente per la vicinanza di Miriam, per i suoi baci sul collo e per il suo abbigliamento provocante. Ma ero un maschio, ero io che dovevo decidere come e quando fare sesso. Non riuscivo minimamente a sopportare quella situazione che si era creata con mia moglie. Ma che potevo fare? Ero un piccolo Davide di nome e di fatto di fronte allo strapotere fisico di Golia - Miriam. Ma non avevo fionde con me e nessun altro tipo di arma e decisi di fingere di accettare le sue avances. Lei slacci� il suo top gettandolo per terra poi si mise sopra di me ricominciando a baciarmi. Mi mordicchiava i lobi delle orecchie, mi toccava il pene ormai in erezione totale ed io che avrei pagato chiss� cosa per un suo comportamento cos� irruento nell'intimit� , per chiss� quali misteri della mia psiche, non avevo voglia di sottostare alle sue voglie a quelle condizioni. Mi guardai intorno. Avevo visto che Miriam aveva posato le chiavi di casa sul comodino, le cercai con la coda dell'occhio e poi agii. Feci partire una ginocchiata che la colp� in pieno stomaco poi con le mani la spinsi via da me e mi alzai impadronendomi delle chiavi e mi diressi ancora una volta verso la porta. Avevo le mani che tremavano e questo mi fece perdere alcuni secondi preziosi e quando riuscii ad infilare la chiave nella toppa era troppo tardi in quanto Miriam era di nuovo dietro a me. O non l'avevo colpita cos� forte come credevo o i suoi addominali dovevano essere d'acciaio puro. E adesso sembrava incazzata. Io cercai di coprirmi il volto con le mani ma temevo che stavolta sarei andato incontro ad una lezione molto pesante da parte di mia moglie che mi prese la testa con il suo braccio destro stringendomela e facendomi piegare in due. Se provi a scappare di nuovo io te la stacco la testa. Ok? Si!- riuscii a balbettare - non ci provo pi�- Lei mi lasci�, poi come fece quella volta davanti ai miei amici mi sollev� prendendomi in braccio. Neanche cercai di liberarmi tanto sapevo che sarebbe stato inutile. Ormai ero vinto, sconfitto da mia moglie troppo pi� forte di me per cercare una qualunque difesa e mi lasciai trasportare fino in camera da letto dove mi deposit� sul letto, Ero gi� a torso nudo e Miriam mi tolse scarpe e pantaloni, poi mi fece alzare e, mettendosi lei sul bordo del letto mi ordin� di sfilarle gli stivali ed i pantaloni, Quando si alz� ormai nuda era tornata ad un'altezza accettabile pur rimanendo sempre pi� alta di me. Mi spinse poi sul letto e si mise sopra di me. No Miriam, ti prego, non cos�- la implorai- cos� non mi piace Non me ne frega un cazzo se ti piace o meno, l'importante � che piace a me. E poi non mi sembra che a te dispiaccia tanto- rispose indicandomi il pene eretto al suo massimo livello. Non so quanto tempo fosse passato quando Miriam decise che ne aveva abbastanza. Avevamo fatto sesso in modo anomalo ma decisamente stupefacente. Avevo avuto tre eiaculazioni tutte incredibilmente meravigliose e mi chiedevo come avessi fatto ogni volta ad eccitarmi di nuovo se dentro di me sentivo repulsione per il suo comportamento. Si perch� mi ero sentito poco pi� di una cosa tra le sue mani, lei mi aveva manipolato e gestito dicendomi quando venire, aveva voluto sesso orale che io naturalmente le avevo dato ed aveva badato esclusivamente ai suoi bisogni e desideri. I miei erano venuti in secondo piano, anzi, erano stati solo una logica conseguenza. Eppure malgrado queste considerazioni non potevo fare a meno di pensare che il piacere sessuale provato quella sera non aveva avuto eguali nella mia vita. Comunque l'importante era che io nonostante tutto, ero ancora tutto integro. Avevo i polsi particolarmente indolenziti ed anche altre parti del corpo mi facevano lievemente male ma Miriam non aveva infierito su di me. Era il morale per� che stava a pezzi. Quali erano ora le mie prospettive? Mi avrebbe concesso di andarmene? O peggio. Sarei stato costretto a denunciarla? Mi alzai per andare al bagno e Miriam mi ferm� prendendomi per un braccio - Dove vai? Mi chiese - Vorrei andare al bagno- risposi- ti prego lasciami il braccio- Miriam lasci� la presa e mi lasci� andare. Del resto ero nudo, come diavolo sarei potuto scappare? Rimasi in bagno una mezz'ora con gli occhi gonfi di pianto che, finalmente da solo, lasciai scivolare copiosamente dai miei occhi. Pianto di rabbia, di impotenza, di delusione. Pianto di un uomo che vedeva disgregarsi tutti i sogni di una vita, una vita che fin da ragazzino aveva impostato su una persona, sulla sua dolce, intelligente e bellissima Miriam. Il bussare alla porta mi fece ritornare improvvisamente al presente - Apri Davide, ti devo parlare- - Che cosa vuoi?- feci sommessamente- per favore lasciami da solo- - Ho detto che voglio parlarti. Apri questa cazzo di porta altrimenti la butto gi�. E tu sai che posso farlo facilmente- Certo che lo sapevo. Non era certo una porta che poteva essere una barriera tale da farmi ritenere salvo. Le andai ad aprire, tanto se avesse voluto farmi veramente male lo avrebbe gi� fatto e comunque poteva farlo appena ne avesse avuto voglia. La prima cosa che notai in lei era che sembrava diversa dalla donna sicura e autoritaria che aveva appena voluto far sesso con me in maniera violenta. Era ancora completamente nuda ed aveva gli occhi gonfi e lo sguardo chino. Era evidente che aveva appena pianto anche lei. Si avvicin� a me con la mano tesa per farmi una carezza e si accorse dei miei occhi ancora lucidi - Hai pianto Davide? Ti ho fatto tanto male?- Ora parlava a voce bassa in tono sommesso e questo mi fece prendere un po' di coraggio - Che cosa pretendevi? Che saltassi di gioia? Ma ti rendi conto di quello che mi hai fatto? Mi hai picchiato, mi hai sollevato, mi hai soprattutto violentato. Si! Violentato! Hai voluto fare sesso senza la mia volont� . Ed ora che ti aspetti? - Non mi aspetto niente. O meglio mi aspetto che tu te ne vada e che non abbia pi� voglia di vedermi. Sapevo a cosa andavo incontro quando ho deciso di regalarmi questa serata- - Regalarti questa serata? Ma cosa sono io per te? Una cosa ? Una cosa da poter manovrare come e quando vuoi solo perch� sei pi� forte di me? - No, questo no! Non ho mai pensato di manovrarti. Tu mi hai chiesto quali fossero i motivi del mio comportamento strano ed io invece di dirtelo te l'ho dimostrato. Volevo farti capire quali sensazioni io ho scoperto dentro di me la sera del nostro anniversario- - Che provi piacere a picchiare un uomo- la interruppi- - Si � cos�! Mi eccito sessualmente- prosegu� Miriam ricominciando a piangere- Mi vergogno ma � cos�. L'ho scoperto quella sera ma ora capisco perch� mi sono allenata cos� duramente per tutta la mia vita. Ce l'ho sempre avuta dentro di me questa cosa evidentemente. Ho cercato di non pensarci, di creder che fosse solo una mia sensazione dovuta all'euforia di aver sconfitto quattro delinquenti. Poi per� quando hai invitato i nostri amici e li ho sconfitti a braccio di ferro mi sono arresa all'evidenza ed ho capito tutto, ho fatto luce dentro di me ed ho capito anche il perch� di strane sensazioni che avevo ogni volta che in palestra mi capitava di sconfiggere un uomo. - Ed ora che pretendi? Che io per far sesso con mia moglie ogni volta mi faccia picchiare oppure devo sperare che durante la giornata un paio di delinquenti cerchino di violentarti in modo che poi, dopo aver dato loro un sacco di botte, sei eccitata al punto giusto- -No, ti prego non dire cos�!- riprese Miriam - Ho combattuto tutto questo tempo dentro di me, per sconfiggere queste sensazioni che venivano fuori sempre pi� intense. E a te non avrei mai fatto veramente del male. Ti amo troppo per poter solo pensare di farti del male. - Rimasi di stucco - Mi ami? E allora tutto quello che � successo stasera? -Avevo voglia di fare l'amore almeno una volta in questo modo con l'uomo che amo e che amer� tutta la vita. Volevo togliermi questo desiderio che avevo di dominarti, di comandarti, di vederti mentre mi obbedivi e di costringerti a fare quello che io desideravo con la forza, ma malgrado questo io ti amo. Non so come sia possibile ma � la verit� . Lo so che adesso non mi vorrai pi� e ti capisco sai. Non posso certo pretendere che tu stia ai miei ordini e che ti faccia malmenare secondo le mie voglie. E' per questo che ho dovuto usare la forza stasera, Almeno una volta nella mia vita volevo concedermi questa cosa. Non cerco scuse.- Miriam si ferm� un attimo riprendendo fiato. Per tutto questo tempo aveva continuato a piangere mentre parlava e dopo qualche secondo di pausa fece un sospiro e prosegu� - E poi cos� riuscirai ad odiarmi e non avrai rimpianti quando deciderai di rifarti una vita con una donna normale- Era una situazione irreale tutto quanto. Stare li in bagno, io seduto sul coperchio del vater e mia moglie sul piccolo sgabello di fronte allo specchio, completamente nudi a parlare ed a fare il discorso pi� importante della nostra vita. Avevo pensato di odiarla in quei momenti in cui si approfittava di me, ed ora a vederla in quelle condizioni tutto mi sembrava confuso. Miriam si avvicin� a me e mi sfior� le labbra con un bacio Perdonami amore mio- disse infine uscendo dalla porta. Mi ritrovai da solo nel bagno. Uscii anch'io dopo pochi secondi e vidi Miriam ancora completamente nuda prendere un borsone ed infilarci alcuni capi di abbigliamento. Mi avvicinai a lei - Ed ora che intenzioni hai? - Me ne andr� a casa dai miei per un po' e poi decider� cosa fare- Se ne stava andando via. Era quello che avevo desiderato quando lei mi teneva stretti i polsi, quando faceva sesso contro la mia volont� e durante tutta quell'interminabile serata. Ma era davvero quello che desideravo? Fra pochi minuti sarebbe uscita dalla porta di casa e dalla mia vita ed io avevo quei pochi minuti per capire cosa volessi. E' vero, aveva scoperto dentro di se sensazioni che non immaginavo neanche lontanamente lei potesse avere, ma io ne ero realmente cos� scioccato? Ogni volta che Miriam aveva potuto tirar fuori da se stessa questo suo alter ego da dominatrice il risultato era stato semplicemente un sesso da favola. Mi era sempre piaciuto immensamente. E dentro di me avevo sempre saputo che lei aveva qualcosa in pi� di me e la cosa non mi aveva mai creato particolari scompensi. Io non volevo che lei se ne andasse. Ormai solo questo mi era chiaro. Non potevo neanche immaginare una vita senza di lei. Non avevo idea di come sarebbe potuto essere il mio futuro ma di certo dovevo rischiare, come le dissi il giorno del nostro primo bacio. Le fermai il braccio che continuava ad infilare vestiario dentro la sacca -Io non voglio che tu te ne vada Miriam - Mia moglie ferm� di riempire il borsone e si sedette sul letto Sei sicuro di quello che dici?- mi fece con voce tremante - No1 Non ne sono sicuro, ma quello che so � che non posso fare a meno di te. Spero solo che tu non mi mandi all'ospedale ogni volta che faremo l'amore. Miriam si alz� dal letto e prendendomi il viso tra le mani mi baci�. - Non ho nessuna intenzione di farti del male- rispose infine, poi cominciando a sorridere prosegu�- magari solo un pochino. Scoppiammo a ridere all'unisono poi quando ci fermammo mia moglie mi prese le mani guardandomi negli occhi - Allora sei proprio sicuro di volere che io rimanga? Sai a quello che vai incontro? Non potevo saperlo con certezza ma potevo immaginarlo, Le avrei dovuto obbedire e se non l'avessi fatto, con la sua forza nettamente superiore alla mia, avrebbe potuto punirmi. Ma non sarebbe stata una punizione molto pi� grossa per me vivere senza di lei? Non fare pi� l'amore con lei? Non poterla pi� toccare? Non potermi pi� addormentare e svegliarmi accanto a lei con le mie gambe incrociate con le sue? - Si!- infine risposi- Voglio che tu rimanga con me. Per sempre- E terminai la frase cercando le sue labbra che mi facevano impazzire come sempre. Miriam rispose al bacio dolcemente come sempre poi si distacc� e strinse con le sue mani d'acciaio le mie - Ed allora dimmelo in ginocchio che vuoi che rimanga- mi disse poi con la voce che era tornata dura ed autoritaria. Mi accovacciai ai suoi piedi e le richiesi di nuovo di restare con me. Non sentivo nessuna vergogna di restare in quella posizione, anzi mi sembrava quasi che stare ai piedi di mia moglie fosse la condizione giusta e necessaria per vivere insieme ad una donna del genere e dentro di me il sentimento predominante era solo uno : orgoglio. Orgoglio che ci fossi proprio io ai suoi piedi, orgoglio che una simile dea avesse scelto proprio me, orgoglio che per il prosieguo della mia vita sarei stato io e nessun altro a servirla come meritava. Si, orgoglio! Amore ed orgoglio. Nient'altro! Per tutti coloro che volessero comunicare le loro impressioni e sensazioni positive o negative su questo racconto inviare una e-mail a questo indirizzo di posta elettronica davidmuscolo@tiscali.it