L'ORGOGLIO DI UN MARITO by davidmuscolo Ero pronto gi� da diversi minuti attendendo che mia moglie terminasse di truccarsi davanti allo specchio, ma invece di innervosirmi nell'attesa, come tutti i mariti, ero intento ad osservarla, ad ammirare la sua bellezza. Dio quant'era bella Miriam! Ero orgoglioso della sua bellezza. Alta come una modella, sfiorava il metro e ottanta, un corpo atletico e provocante ed un viso angelico e bellissimo con incastonati due occhi grigi meravigliosi, una bocca carnosa che avrei baciato perennemente ed una cascata di capelli castano chiari che Miriam portava quasi sempre semplicemente con una coda di cavallo, lasciandoli sciolti solo nelle occasioni in cui uscivamo, da soli o con gli amici. Quella sera invece, per il nostro primo anniversario di matrimonio, aveva optato per una pettinata all'ins�' con due ciocche che le scendevano ai lati del viso ideale per l'abito che indossava, decisamente pi�' sexi rispetto a come vestiva abitualmente, un abito nero corto ed aderente che arrivava ben sopra il ginocchio mettendo in risalto le sue lunghe gambe da atleta e che la fasciava in maniera sensuale, indossato sopra un paio di decolt� con un tacco di una decina di centimetri che contribuiva a slanciarla ancora di pi�' semmai ce ne fosse stato bisogno.Termin� di truccarsi e si volt� sorridente verso di me chiedendomi come stava. Rimmel, rossetto ed orecchini pendenti avevano completato l'opera. La giovane donna che si ergeva di fronte a me, in tutta la sua statuaria bellezza era a mio parere il pi�' bell'essere vivente del pianeta Terra. Ovviamente le mie considerazioni erano dettate soprattutto dall'amore che nutrivo per lei, ma a parte questo, Miriam era decisamente uno splendore. Se avessi dovuto corteggiarla in quel momento non ne avrei avuto certamente il coraggio ritenendola decisamente superiore alle mie possibilit� . Ma per mia fortuna la incontrai quando era poco pi�' di una bambina, quando cio� Miriam era in primo liceo, mentre io, due anni pi�' grande, al terzo. Aspettavo insieme ai ragazzi della mia classe che le ragazze del primo terminassero la partita di basket per lasciarci la palestra e tutti noi maschietti non potemmo fare a meno di notare quella bella ragazzina alta quanto e pi�' di noi maschi che stava vincendo la partita praticamente da sola. Scherzavamo tra di noi dicendo che con quella ragazza ci avremmo provato volentieri ed io battei tutti sul tempo. Quando termin� la partita Miriam raccolse la borsa che aveva lasciato sulla panchina. Io mi avvicinai cercando di sfoderare il mio sorriso pi�' smagliante, ma quando ci trovammo a contatto non riuscii pi� ad articolare una frase di senso compiuto -Sei molto brava- riuscii alla fine a blaterare con tono da idiota -Grazie-mi rispose senza neanche guardarmi in faccia- - Posso sapere come ti chiami?- proseguii in maniera banale. Lei mi guard� stavolta Dall'alto in basso. -Miriam--rispose semplicemente. Poi afferr� il borsone e fece per andarsene- -Aspetta per favore! Di solito sono pi�' brillante- ripresi dopo essermi tolto dalla faccia quell'aria da ebete, e stavolta un lieve sorriso le abbell� ulteriormente il volto-Senti, lo so che mi dirai di no, ma se non te lo dico adesso non avr� pi�' il coraggio di farlo e so che me ne pentir� per tutta la vita- Il sorriso le si allarg� mentre il mio cuore sobbalzava dentro il petto . Addirittura per tutta la vita. Non ti pare di esagerare?- Ora per� devo andare, scusami- fece Miriam riprendendo il cammino verso le altre ragazze.La raggiunsi di corsa per poi affiancarla - Ti andrebbe di venire al cinema con me un giorno di questi, magari sabato?- le chiesi speranzoso-Credimi, sono simpatico ed affidabile- aggiunsi- Miriam non mi rispose neanche. Continu� a camminare con il borsone in mano ed io che fino a quel momento le stavo camminando a fianco, mi fermai deluso. D'altronde cosa mi aspettavo? Miriam era veramente molto carina e chiss� quanti ragazzi aveva che le giravano intorno. Poi per� dopo alcuni passi Miriam si ferm� e si volt� verso di me -E tu come ti chiami? - domand� infine -Davide- risposi -Ok- -Ok per cosa?- feci sbigottito -Ok per il cinema sabato. Per� il film lo scelgo io- Fu un sabato memorabile per me. Oltre che bella Miriam era brillante e simpatica. Dopo il cinema mangiammo una pizza e poco prima delle 22 la riaccompagnai a casa. Per lei che aveva poco pi�' di 14 anni era l'orario fissato dai suoi genitori per il rientro. Ci vediamo domani?- le chiesi speranzoso - Si, volentieri. Ho trascorso proprio una bella giornata con te- mi rispose Miriam. Mi avvicinai a lei che era appoggiata al muro. Con una mano le sfiorai i capelli e poi mi feci coraggio. Avvicinai ancora di piu' il mio viso al suo nel tentativo di baciarla ma lei mi ferm� mettendo una mano tra le nostre bocche. -Scusa, forse sono stato troppo precipitoso- dissi cercando di non far vedere la delusione che mi attanagliava -No, non � quello che pensi- rispose Miriam prendendo con le sue mani le mie - Vedi, tu mi piaci veramente ma prima devi sapere una cosa di me- prosegu�. Ebbe un attimo di esitazione. Io, un po' confuso le accarezzai le guance rimanendo in attesa di ci� che mi doveva dire. - Vedi, - disse infine Miriam- io ho una grossa passione. Non chiedermi perch� ce l'ho perch� non saprei cosa risponderti. Le mie passioni sono le arti marziali. Sono cintura nera di Karate e cintura nera 2° dan di judo di cui sono anche campionessa italiana juniores. Sono molto brava sai e posso battere anche un maschio robusto come te- tir� un sospiro di sollievo- Ecco! Ora te l'ho detto- Guardai Miriam con un'aria un po' strana. Chiss� perch� mi ero sempre immaginato che le femmine che praticavano tali sports dovessero essere molto mascoline ed invece davanti a me c'era l'immagine della femminilit� . - Ed allora? Pensi che quello che mi hai detto dovrebbe scoraggiarmi?- dissi- Dunque, se riprovo a baciarti corro un grosso rischio - ripresi prendendole il volto tra le mani. Miriam spalanc� il suo viso ad un sorriso dolce poi sussurr� In amore qualche rischio bisogna correrlo- Stavolta la baciai e lei rispose dolcemente ed appassionatamente, ed a distanza di undici anni eccoci qua, innamorati come allora, in procinto di festeggiare il nostro primo anniversario di matrimonio. Mi avvicinai e risposi alla sua domanda. -Sei uno schianto, amore. Che ne dici se lasciamo perdere la cena e festeggiamo il nostro anniversario a casa? Mia moglie mi mise un dito davanti alla bocca. - Non se ne parla nemmeno. Mi avevi promesso la cena nel nostro ristorante ed ora andiamo l� - disse in tono fintamente seccato proseguendo dopo ammiccando- Poi se ti sarai comportato bene vorr� dire che concluderemo la serata nella maniera che desideri- Uscimmo da casa e ci avviammo a prendere l'auto. Era imbarazzante talvolta per me camminare a fianco a mia moglie. Oltre ad essere pi� alta di me di almeno 5 centimetri amava anche le calzature con il tacco abbastanza alto. Quella sera ad esempio le arrivavo all'altezza della bocca e come detto ci� mi causava un leggero imbarazzo mitigato dal fatto che invece Miriam sembrava non curarsi affatto della faccenda. Anzi, pi� volte aveva detto che lei non amava affatto gli uomini alti robusti e muscolosi ma preferiva quelli normali come me. Chiss� se era vero ma ero io in fondo quello che aveva sposato. Alzai il viso per cercare i suoi occhi, poi mi alzai sulle punte e le sfiorai la bocca ancora umida di rossetto - Ti amo spilungona mia- -Anch'io ti amo piccolotto mio- Si| Ero orgoglioso della sua bellezza, ma lo ero anche della sua intelligenza. Si era laureata lo scorso anno col massimo dei voti e con lode in psicopedagogia e da pochi mesi aveva coronato il suo sogno che era quello di stare in mezzo ai bambini, ovvero di insegnare in una scuola elementare e gi� sapevo di un gran numero di maschietti innamorati della loro bella e dolce maestra. Ma non era solo per quello. Con Miriam potevo parlare di tutto, era informata su qualunque cosa, era brillante e disponibile con gli amici e con me poi sapeva sempre trovare la parola giusta al momento giusto. Ero soprattutto orgoglioso del suo amore nei miei confronti. Spere che una ragazza del genere si era innamorata di me aveva fatto levitare alle stelle la mia autostima e ci� mi aveva aiutato nei rapporti con le altre persone e soprattutto nel lavoro che avevo nella piccola azienda di mio padre e del suo socio. Ma ero anche orgoglioso della sua bravura. Era una sportiva nata, sapeva giocare a basket e pallavolo, aiutata dal suo fisico longilineo ma esplosivo. Ma era soprattutto nelle arti marziali dove eccelleva. Dopo il nostro primo incontro in cui mi disse che era cintura nera di judo e karate aveva continuato ad allenarsi intensamente anche se l'anno seguente decise di smettere con le competizioni perch� non aveva nessuna intenzione di girare il mondo e, come diceva , non voleva togliere tempo agli studi, ai suoi amici e soprattutto a me, pur continuando ad allenarsi come e piu' di prima. Non solo! Aveva aggiunto anche tae-kwon-do di cui in breve tempo era diventata una grossa esperta e negli ultimi anni aveva deciso anche di sollevare pesi per irrobustire la sua muscolatura pur non avendo nessuna intenzione di diventare troppo pompata. Tutto questo infatti non aveva inficiato minimamente la sua femminilit� ed io non mi ero mai interessato troppo. Quelle erano le sue passioni cos� come io avevo la passione per il calcio e per le moto. Sapevo che era molto brava perch� avevo colto alcuni commenti su di lei in alcune occasioni quando, cosa che facevo saltuariamente, ero andato a prenderla in palestra, ma Miriam non aveva mai messo in mostra pubblicamente la sua bravura al di fuori della palestra. Per la nostra cena avevo scelto il ristorante fuori citt� in riva al mare dove le avevo chiesto di sposarmi ed era per questo che lei lo chiamava . Per tutta la durata del piccolo viaggio avevo fatto fatica a concentrarmi sulla guida, preso com'ero dalle lunghe gambe di Miriam che il mini-abito copriva ben poco e pregustando gi� il sapore del dopocena al quale ero inevitabilmente desinato. Ordinammo tutto a base di pesce. Miriam che solitamente era molto attenta alla dieta, una volta ogni tanto era solita infrangere il rigore culinario al quale era dedita ed in quei casi era un piacere degli occhi vederla mangiare cos� con gusto come fece quella sera. Al termine della cena decidemmo di fare una passeggiata sulla spiaggia. Era una tiepida serata di met� maggio ed essendo un giorno feriale la spiaggia era praticamente deserta. Miriam si accese una sigaretta e cominciammo a camminare tenendoci per mano allontanandoci dal ristorante. Tutto era perfetto quella sera; il rumore del mare, la luna, le stelle e la donna che amavo. Eravamo ormai lontani centinaia di metri dal ristorante quando mi fermai a ridosso di una fila di cabine bianche, appoggiai Miriam su una di queste e cominciai a baciarla. Mi sentivo come un fidanzatino al primo appuntamento mentre ci baciavamo e continuammo a farlo per diversi minuti poi quando mia moglie riapr� gli occhi le vidi sul volto un'espressione strana che non riuscivo a capire. Lo feci qualche secondo pi� tardi quando mi voltai. Quattro uomini erano intenti a guardarci tranquillamente. Appena ci accorgemmo di loro cominciarono a ridere ed a scherzare ma si vedeva chiaramente che erano un po' alticci e soprattutto che non avevano buone intenzioni. Due di loro avevano ancora in mano una bottiglia di birra semivuota. La prima cosa che feci fu quella di capire se avevamo una via di fuga. Niente! Eravamo circondati dalle cabine disposte a semicerchio e l'unico spazio vuoto era occupato da quei quattro. Un brivido mi percorse per la schiena. Miriam. Di me non mi preoccupavo pi� di tanto. Mi avrebbero potuto picchiare ma poi sarei guarito, avrei dimenticato. Ma Miriam no! Non dovevano toccarla . Cosa volevano farle? La volevano violentare? Fu proprio mia moglie a distogliermi dai miei pensieri - Tranquillo amore, ce la possiamo fare- mi sussurr�. Erano distanti ancora qualche metro anche se continuavano lentamente ad avanzare e parlando sottovoce riuscivamo a non farci capire -Come ce la possiamo fare? Amore sono quattro ed hanno anche bottiglie di vetro in mano- - Lo so ma posso contare sul fattore sorpresa.Loro non si cureranno di me e mi baster� eliminarne un paio e poi tutto sar� pi� facile. Piuttosto fai attenzione tu, amore mio- prosegu� Miriam stringendomi forte la mano per infondermi coraggio. Era assurdo! Mia moglie che si preoccupava per me che cercava di tranquillizzarmi e soprattutto che aveva intenzione di difendermi. I quattro continuavano ad avanzare verso di noi tanto che ormai potevo vederli bene grazie anche alla luna che illuminava la scena. Due di loro avevano dei tatuaggi su entrambe la braccia, un terzo ne aveva uno sul collo mentre il quarto portava un giubbetto di jeans. Erano tutti e quattro ben strutturati fisicamente tranne uno che era piuttosto basso e grassoccio. Quello che sembrava essere il capo, o comunque quello pi� autorevole, venne dritto verso di me - Se io avessi una strafica come questa tra le mani me la starei scopando invece di sbaciucchiarmela. Non vi pare ragazzi?- mi disse voltandosi poi verso gli altri e scoppiando a ridere -Ragazzi, lasciateci andare- feci io con un filo di voce e piuttosto impaurito - Perch�, hai fretta?- riprese il teppista cominciando a spingermi sul petto fino ad inchiodarmi sulla cabina. Poi si rivolse a Miriam che era di fianco a me - E tu, straficona mi sa che hai bisogno di qualche uomo vero, non di un coniglio come questo- poi fece un cenno agli altri tre. Due di questi, quello con il giubbetto di jeans e quello basso posarono la bottiglia di birra e presero per un braccio Miriam trascinandola per alcuni metri mentre l'altro venne dietro di me prendendomi le braccia e stringendomele dietro - Lasciate stare mia moglie brutti bastardi- urlai con quanto fiato avevo in gola. Il capo mi prese il viso con una mano dicendomi - Hai trovato il coraggio, coniglio- e accompagn� la sua frase con un pugno nello stomaco che mi fece piegare in due. Mentre tornavo lentamente in posizione verticale incrociai lo sguardo con quello di mia moglie. Volevo comunicarle che mi dispiaceva, che non potevo fare nulla per difenderla e che avrei voluto morire piuttosto che vederla in balia di questi quattro teppisti. Ma non avevo fatto i conti con le sue passioni. Con un piccolo movimento dei piedi si tolse le scarpe poi con uno strattone si liber� le braccia e poi cominci� lo show. Piroettando su se stessa colp� con la gamba destra quello col giubbetto che stramazz� alcuni metri pi� in l� , sulla sabbia come colpito da un proiettile, poi senza far toccare terra alla gamba, la ritrasse e poi la fece scattare nuovamente colpendo l'uomo basso in pieno volto. Anche questi cadde come una marionetta sulla sabbia che per loro fortuna attut� il colpo. I due erano a terra con la faccia all'ins� e potei notare il danno che aveva fatto Miriam su di loro. I loro volti erano sporchi di sangue, evidentemente mia moglie li aveva colpiti sul naso rompendoglielo, e si muovevano appena. E tutto questo con un calcio solamente. I due che erano rimasti, il capo e quello che mi teneva le braccia a quel punto si dimenticarono completamente di me e scattarono verso Miriam. Uno di loro prese per terra una delle bottiglie di birra, la ruppe contro la cabina ed avanz� verso mia moglie mentre l'altro, il capo le gir� intorno cercando di prenderla alle spalle- -Ora ti faccio vedere io- url� l'uomo brandendo la bottiglia rotta- ti sfregio il tuo bel viso da troia- Miriam era gi� in posizione di attesa, Si era messa con le spalle ad una delle cabine per evitare che il capo la cogliesse alle spalle ed aspettando che i due teppisti facessero la prima mossa mi url� -Tu non ti muovere da l� , ci penso io a questi due coglioni- L'uomo con la bottiglia cerc� per un paio di volte di colpire Miriam ma lei muovendosi agilmente evit� i colpi, poi ancora una volta fece scattare la sua gamba destra colpendo la mano che teneva la bottiglia. L'uomo url� dal dolore e mia moglie avanz� verso di lui.Il primo pugno al volto gli fece perdere l'equilibrio, il secondo allo stomaco gli tolse il respiro e lo espose completamente alla merc� di mia moglie che lo colp� definitivamente con un terzo pugno al volto. Il colpo fu terrificante. Sentii distintamente il rumore delle ossa, probabilmente della mascella, rompersi e vidi il sangue schizzare dappertutto mentre il colpo ricevuto gli fece spiccare il volo mandandolo a cadere diversi metri pi� in l� . Il tutto era durato pochissimi secondi. L'ultimo rimasto, quello che a me era sembrato il capo e che mi aveva colpito rimase esterrefatto. -Oh cazzo!- esclam� poi prima che Miriam potesse rivolgergli le sue attenzioni si dette alla fuga. Mia moglie agilissima stava quasi per raggiungerlo quando l'uomo impaurito vide una cabina aperta e vi si rinchiuse tirando il chiavistello per sfuggirle. Mia moglie torn� allora indietro dove mi trovavo io. Si rimise le sue scarpe col tacco alto, si sistemo i capelli, poi mi prese il viso tra le mani. - Hai avuto paura, amore mio?- Io accennai di si con la testa.Ero talmente esterrefatto che non avevo neanche la forza di parlare. La scena a cui avevo assistito era durata solo pochi secondi ma era stata una meraviglia di tecnica e di potenza. Miriam mi baci� dolcemente poi prosegu� -Adesso scansati tesoro, che con loro non ho ancora finito- Le obbedii pronto ad assistere alla seconda parte del suo show. Uno dei tre, quello che l'aveva attaccata con la bottiglia di vetro, era completamente svenuto mentre i primi due si muovevano ancora, sia pure a fatica. Miriam prese per i capelli quello basso facendolo rialzare mentre l'uomo balbettava per la paura. -Per favore basta- supplicava. Mia moglie non si fece commuovere. Lo scaravent� contro una cabina poi anche per lui tre colpi in rapida successione aumentando la potenza ogni volta. Al termine del terzo colpo il viso dell'uomo era un ammasso sanguinolento che scivolava gi� esanime lasciando una scia di sangue sulla cabina. Miriam si guard� il suo vestito aderente e cortissimo. Alcune macchie di sangue erano schizzate su di esso macchiandolo. -Brutto stronzo- esclam�- mi hai sporcato l'abito a cui tenevo tanto- e piena di rabbia conficc� il tacco della sua scarpa nell'addome dell'uomo che ormai svenuto non pot� stavolta sentire nulla. L'ultimo rimasto, terrorizzato , cerc� di sgattaiolare carponi ma Miriam gli si pose davanti. -Alzati- gli ordin� seccamente. L'uomo obbed� tremante coprendosi il volto con le mani. Mia moglie gli prese un braccio e poi lo colp� violentemente con uno schiaffo quindi cominci� a torcergli il braccio. L'uomo url� dal dolore mentre Miriam continuava imperterrita a girargli il braccio finch� sentii distintamente il crack. L'uomo lanci� un grido ancora pi� forte per poi cadere in ginocchio mentre il braccio penzolava dalla spalla in maniera lugubremente incoerente come se fosse un burattino. -Oops, si � rotto il braccio- fece mia moglie ironizzando ferocemente poi alz� il braccio destro e colp� il teppista con taglio della mano ed anche il terzo and� nel mondo dei sogni. - Amore, sei fantastica! Sapevo che eri brava ma non potevo immaginare che fossi una ninja-girl. Li hai stesi tutti- le dissi correndole incontro e abbracciandola. Mi sorrise. - E ancora non hai visto niente, tesoro mio. Ora mettiti da una parte che debbo completare l'opera- Miriam fece alcuni passi e si diresse verso la cabina dove si era rifugiato il quarto teppista. Camminava sui suoi tacchi alti sopra la piattaforma che costeggiava tutte le cabine come se fosse una modella ad un defil� di alta moda. Percorse quei pochi metri quindi si ritolse le sue scarpe e si piazz� davanti alla cabina. Ogni cabina aveva delle feritoie dalle quali da dentro si poteva vedere ci� che accadeva al di fuori, pertanto l'uomo doveva aver visto ci� che mia moglie aveva appena fatto ai suoi compari, ed ora quella donna era davanti al suo rifugio. In quel momento non capivo ci� che Miriam volesse fare, poi capii. Fece un breve salto in avanti e contemporaneamente fece scattare, con la sua micidiale gamba destra un violento calcio alla cabina all'altezza del chiavistello. Con mia grande meraviglia vidi la porta della cabina disintegrarsi e udii un grido provenire dall'interno. Miriam si fece largo tra le macerie della cabina e prese per un braccio l'uomo intontito dal colpo ricevuto, trascinandolo per quei pochi metri che lo separavano da dove mi trovavo io facendolo mettere in ginocchio davanti a me. Allora stronzetto, chi � il coniglio?- domand� al teppista che per� non rispose. L'uomo aveva diversi tagli in volto frutto della distruzione della porta, aveva visto cosa era accaduto ai suoi amici ma aveva ancora un briciolo di orgoglio che gli impediva di sottomettersi ai voleri di mia moglie Lascia stare amore, non ha importanza- le dissi. Miriam alz� gli occhi su di me fulminandomi con lo sguardo Non ti intromettere Davide, questo � un problema mio. Era me che volevano violentare- Fece rialzare l'uomo poi gli mise una mano dietro la schiena e l'altra dietro le gambe all'altezza del ginocchio e lo sollev� mettendoselo praticamente in braccio. Rimasi con la bocca spalancata per lo stupore mentre mia moglie camminava tranquillamente portandosi in braccio un tipo di almeno 80 Kg che si dimenava come un ossesso gridandole di lasciarlo andare ma la morsa di Miriam era evidentemente ben al di l� delle sue forze. Arrivata all'altezza della cabina semi-distrutta la mia meraviglia divenne di dimensioni gigantesche. Mia moglie prese l'uomo che continuava a dimenarsi e se lo alz� al di sopra della testa. Notai chiaramente che le erano venuti sulle braccia tese due muscoli di evidenti dimensioni che evidentemente a riposo nascondeva completamente. Dopo averlo issato sulle sue braccia lo scaravent� addosso alla cabina che stavolta venne distrutta completamente Non credevo ai miei occhi! Possibile che quella forza della natura fosse proprio mia moglie? La mia bella e adorata mogliettina che tutte le mattine mi portava il caff� a letto e tutte le sere mi preparava la cena servendomi a tavola come se fossi il suo re? La stessa donna che si accoccolava vicino a me in cerca di tenerezze e che era cos� docile, cos� tenera? Continuavo a strabuzzare gli occhi ma Miriam non aveva ancora finito. Tra le rovine della cabina cerc� il corpo del teppista, lo prese per una gamba trascinandolo di nuovo di fronte a me mentre la testa dell'uomo sobbalzava ad ogni centimetro sulle lastre antistanti le cabine. Era coperto da ferite su tutto il volto, gli abiti erano lacerati e le lacrime scendevano copiose sul viso. Miriam gli ordin� di mettersi di nuovo in ginocchio di fronte a me e l'uomo obbed� tremante - Allora, ti ripeto. Chi � il coniglio? Sono io il coniglio- disse stavolta- per favore, basta. Chiedi perdono a mio marito Perdono, piet� - piagnucol� l'uomo. Mia moglie mi scans� lievemente e si mise lei davanti al malcapitato. Con il piede destro ormai nudo visto che le calze erano lacerate schiacci� violentemente la testa dell'uomo nel terreno quindi lo alz� tenendolo ironicamente per un orecchio, L'uomo barcollava e si appoggi� ad una delle cabine. Ma guardalo quello che mi voleva far vedere che era un vero maschio! Allora che c'�? Non ti piaccio pi�?- gli disse mettendosi le mani sui fianchi. Prese poi un braccio con la mano sinistra per tenerlo fermo e con la mano destra cominci� a schiaffeggiarlo violentemente. Schiaffi pesanti che facevano sobbalzare la faccia del teppista che singhiozzava miseramente. Ne contai 12 che ridussero la faccia dell'uomo ad una poltiglia sanguinolenta. Poi si ferm�, riport� in piedi il malcapitato che nel frattempo era caduto in ginocchio, gli prese quello che era rimasto del volto con le mani poi gli sussurr� all'orecchio Sai, mi sono divertita molto. Quando hai voglia di violentarmi di nuovo fammi un colpo di telefono- Miriam fece allora un passo indietro poi facendo una giravolta colp� con un calcio circolare il teppista. Il calcio lo fece volare addosso alla cabina rompendone la porta, ruppe la faccia dell'uomo e avrebbe rotto tutto ci� che poteva incontrare. Il teppista ora penzolava miseramente con la testa all'interno della cabina ed i piedi all'infuori. Miriam si rimise le sue scarpe, si spazzol� il vestito mentre io le andai incontro preoccupato Oddio amore, l'hai ammazzato!- Mia moglie prese il mio viso tra le sue mani Tranquillo piccolotto, non l'ho ucciso. Gli ho solo dato un biglietto per l'ospedale per qualche mese- disse sorridendo alla sua battuta. Poi mi spinse addosso ad un'altra cabina cominciando a baciarmi. Cominci� a sbottonarmi la camicia mentre continuava a baciarmi tutto il mio viso ed il collo Che fai Miriam?- obiettai prendendole le mani- dai andiamo a casa No! Voglio farlo qua. Sentimi, sono tutta bagnata, ti voglio adesso- disse conducendo la mia mano sulla sua fica. Era effettivamente super eccitata ed anch'io con i suoi baci e la sua vicinanza ero ormai eccitato oltre misura. Per� feci un'altra obiezione E se di dovessero svegliare questi? Non ti preoccupare di loro. Ne avranno per diverse ore. Dai amore non mi desideri? Si che ti desidero ma ... .- E allora zitto e scopami- fece Miriam con un tono che non ammetteva repliche. Prese quindi le mie mani, le mise addosso alla cabina portandole sopra la mia testa continuando a baciarmi. Era una stretta forte che non mi dava nessuna possibilit� di l�berarmi, che non mi lasciava scelta ed in fondo io non avevo voglia di scegliere. Mi abbandonai tra le sue braccia e mia moglie diminu� pian piano la sua presa su di me fino a lasciarmi libere le mani. Cerc� poi il mio cazzo sorridendo quando sent� che era duro come non mai, quindi si tolse il vestito, il minuscolo slip, poi tutti nudi sotto il cielo stellato di maggio, facemmo l'amore in maniera fantastica, come non avrei potuto neanche sognare si potesse fare. Guardai mia moglie accanto a me sulla sabbia cercare di nuovo la mia mano. Adesso era diventata di nuovo dolce e tenera ma avevo ancora in mente la donna che aveva picchiato quei quattro in maniera feroce e spietata e che aveva voluto poi fare sesso su una spiaggia in modo quasi estremo. Ma chi era realmente Miriam? Lo avrei mai scoperto? Dovevo solo aspettare FINE PRIMA PARTE Ogni commento � gradito all'indirizzo e-mail davidmuscolo@tiscali.it