SEGRETI DI FAMIGLIA Secondo episodio di DAVIDMUSCOLO La mattinata era quasi terminata. Avevamo praticamente terminato l'inventario e deciso quali oggetti sarebbero andati a me e quali a lei. Ci mancava solo la camera da letto. Quella che era stata la camera da letto dei nostri genitori e che era poi diventata purtroppo solo della mamma. A fianco del letto, i soliti comodini. Cercai di aprire quello vicino a dove dormiva la mamma ma lo trovai chiuso " Laura. Mi puoi aiutare ad aprire questo cassetto del comodino?" " Aspetta, sto ammirando il guardaroba della mamma" La raggiunsi. In effetti era un guardaroba smisurato. Per la maggior parte, si trattava di capi firmati, alcuni probabilmente di grande valore. Vestiti lunghi per soiree' capi da cocktail o semplicemente abiti e accessori per tutti i giorni. Che nostra madre avesse una passione per gli abiti firmati non era certo una novita', comunque. I suoi gusti erano raffinati ed il suo modo di indossare gli abiti era paragonabile soltanto alle modelle piu' famose. Poi c'era un altro mobile con tutte le sue borse ed infine un altro armadio dove erano messe tutte in fila le sue innumerevoli scarpe, tutte col tacco rigorosamente alto. Scarpe di tutti i tipi. Stivali, decolte', sandali, tutte quasi nuove. Non ero un feticista ma non potei negare che mi fece una certa impressione vedere tutte quelle scarpe in perfetto ordine e me le immaginai ai suoi piedi. Andai indietro coi ricordi e pensai di non avere mai visto mia madre senza scarpe coi tacchi altissimi, nemmeno in casa, nemmeno in salone a vedere la televisione, quasi a rimarcare la differenza di altezza esistente tra lei e papa'. Ed improvvisamente mi rividi bambino, di fronte a quella figura maestosa, senza mai un capello fuori posto e sempre impeccabilmente vestita e truccata. Mi tornavano in mente scene alle quali io e Laura avevamo assistito, come ad esempio quando la mamma insieme a nostro padre andava alle feste, nei suoi meravigliosi abiti lunghi, probabilmente ammirata e concupita da tutti gli uomini. Gia' mio padre. Ho sempre pensato che lui, Carlo Degli Innocenti, fosse l'uomo piu' fortunato del mondo. Ma se invece avesse avuto ragione mia sorella? Se lui fosse stato soltanto il ricco giocattolo nelle mani di una donna come mia madre, una donna dotata di bellezza, acume ed intelligenza fuori dalla norma che lo manovrava a suo piacimento? Me li ricordavo appunto prima che scendessero per andare a quelle feste. Mi ricordavo mio padre che odiava quelle feste alle quali avrebbero partecipato tutti i bei nomi della nostra citta', lui uomo schivo e dedito esclusivamente al lavoro e alla famiglia mentre invece la mamma non se ne perdeva una di quelle feste che erano un'occasione per stare, come al suo solito, al centro dell'attenzione. E naturalmente, i desideri della mamma contavano piu' di quelli di nostro padre. Me li stavo ricordando mentre ci davano il bacino della buona notte e ci lasciavano insieme alla tata. Strani ricordi e strana coppia. Papa' nel suo smoking impeccabile era da potersi considerare un bell'uomo o comunque un uomo discreto ma la mamma ... ... .Dall'alto del suo metro e ottanta che Madre Natura le aveva donato, gia' svettava sopra nostro padre ma poi, aggiungendoci quelle scarpe che in quel momento avevo di fronte a me, con quei tacchi che forse solo le modelle, come lei era stata in gioventu', potevano riuscire a portare con tanta classe, si elevava sopra di lui in modo netto e vistoso. Come in ogni altra cosa che facevano. Non mi veniva in mente una sola cosa che papa' fosse in grado di fare meglio di lei. Cercai di distogliermi dai ricordi del passato cercando con lo sguardo mia sorella che guardava ammirata il guardaroba della mamma. Sapeva che lei aveva talmente tanti abiti, borse e scarpe da poterci aprire una boutique di lusso ma mai avrebbe immaginato una cosa di questo genere. E si perche' la mamma era estremamente gelosa dei suoi capi di abbigliamento e non aveva mai permesso a Laura di poter sbirciare e magari di indossare quei capi di nascosto, come fanno tutte le ragazzine di questo mondo. Continuava ad osservare quasi rapita tutte quelle cose, come se fosse Alice nel paese delle meraviglie e poi mi chiamo' " Cos'e' questo, Federico?" Osservai attentamente. Dentro l'armadio, nascosto tra la moltitudine degli abiti, si trovava una specie di doppio fondo chiuso a chiave. Guardai meravigliato Laura " Non ho idea. Sembra una specie di passaggio segreto" risposi dubbioso " Direi che si tratta di un'anta segreta. Proviamo ad aprirla" aggiunse Laura. Tentai di forzarla con scarsi risultati e poi mi sedetti sul letto matrimoniale deluso " Non ci riesco, Laura" " Mi domando che cosa avesse di tanto segreto da dover addirittura costruire un'anta nascosta nell'armadio" Riguardai bene il mobile " Probabilmente si tratta di un armadio a muro coperto dal mobile, mobile che e' stato costruito su misura, forato proprio all'altezza dell'armadio a muro in modo da potervi accedere. Basta spostare gli abiti. Quindi, non si tratta di un anta segreta ma solamente di un armadio a muro" Laura osservo' meglio quell'entrata nascosta " Si, credo che tu abbia ragione. Dovrebbe essere un armadio a muro celato dal mobile. Cio' non toglie che ci tenevano qualcosa di molto importante per nasconderlo in quel modo. Sono proprio curiosa di sapere cosa c'e' dentro. Dobbiamo assolutamente aprirlo" Mi guardai intorno " Credo che dovremo farlo fare da un falegname. Io non ci riesco. Piuttosto. Aiutami ad aprire questo cassetto. Anche questo e' chiuso a chiave ma dovrebbe essere piu' facile" Andai in uno degli sgabuzzini dove papa' teneva alcuni oggetti di bricolage e tornai con una valigetta zeppa di chiavi inglesi, martelli e di tutti quegli attrezzi che servono per il . Cominciai a darmi da fare intorno al cassetto, chiedendomi come avesse fatto mia madre, che negli ultimi giorni era inchiodata al letto, a chiuderlo a chiave e soprattutto dove avesse messo le chiavi di quell'armadio a muro e del cassetto stesso. Forse, aveva chiesto l'aiuto dell'infermiera che le stava accanto durante la malattia. Ma questo contava poco e cio' che era importante fu che dopo qualche minuto di tentativi inutili riuscii ad aprire il cassetto forzandolo. Io e Laura guardammo avidamente all'interno. C'era il piccolo computer portatile che la mamma usava negli ultimi mesi della sua vita per giocare a carte on line e, sotto al computer, una chiave. L'afferrai e mi diressi verso l'armadio " Scommettiamo che abbiamo trovato il modo di aprire quell'armadio?" Laura mi segui' quasi in preda ad una strana emozione. Stavamo per scoprire uno dei tanti segreti di nostra madre e la cosa non e' che mi piacesse molto. Mi sembrava quasi di violare la sua intimita' ma ormai non potevo certo tirarmi indietro. La chiave, come avevo subito sospettato, era infatti quella giusta e penetro' nella serratura con facilita'. E poi ... .E poi qualcosa che forse nemmeno mi sconvolse piu' di tanto, come se dentro di me lo avessi sempre saputo. Laura invece, mi guardo' con un sorriso beffardo, uno di quei sorrisi che vengono elargiti da chi scopre di aver ragione. All'interno, tutti appesi e sistemati con ordine quasi maniacale, c'erano diversi abiti adatti a festini sadomaso, in lattice o in pelle e stivali e scarpe con tacchi da oltre venti centimetri, naturalmente a spillo. Sempre all'interno di quel piccolo sgabuzzino c'era anche un grosso cesto di vimini e lo tirai fuori dall'armadio. Quello che vi trovai era semplicemente il proseguimento di cio' che avevamo gia' scoperto. C'era un gatto a nove code, ovvero una di quelle tremende fruste per giochi sadomaso, e altri oggetti del genere tra cui corde e manette. Infine, proprio all'ultimo, una vecchia macchina fotografica ormai in disuso, sul tipo di quelle che effettuavano foto istantanee. Insieme a quella macchina fotografica anche diverse fotografie, meticolosamente raccolte in piccoli album e tutte riprendevano la mamma vestita in quel modo, con tute in lattice, abiti che non coprivano niente, top trasparenti che mettevano in risalto i suoi seni perfetti, lunghissimi guanti che le coprivano quasi interamente le braccia, con in mano la frusta, seduta mentre accavallava sensualmente le gambe oppure in piedi. Inoltre, c'erano inquadrature dettagliate degli stivali e delle scarpe, primi piani particolareggiati del suo corpo, in particolar modo dei seni e del sedere, e del suo viso. Fredda, glaciale, bellissima, truccata minuziosamente. Sfogliai quelle foto rapidamente. Tutte avevano come soggetto lei. Erano tantissime, diverse centinaia e coprivano praticamente la sua intera vita. Da quando era giovanissima a quando aveva raggiunto una certa eta'. Le ultime in ordine di tempo la ritraevano ultra sessantenne ma non per questo il suo fascino era diminuito e si era deteriorato col passare del tempo. Lasciai quelle foto con una sensazione inspiegabile e addirittura con le forze di stomaco. Mia madre, la donna che mi aveva messo al mondo, era una dominatrice che probabilmente sottometteva mio padre e forse altri uomini, basandosi sulla sua bellezza, sul suo fascino, sulla sua intelligenza e chissa', forse addirittura con la forza fisica. Era sempre stata sportiva e non c'era giorno che lei non trascorresse allenandosi meticolosamente. Possedeva addirittura una palestra all'interno della villa ma nessuno ci poteva entrare mentre lei si allenava. Come se nascondesse chissa' quale segreto. Me la ricordavo solo quando a volte la scorgevo tutta sudata mentre ne usciva, con quel suo fisico che col tempo era diventato sempre piu' prorompente e che me la facevano accostare a qualche dea mitologica o a qualche principessa guerriera. Nel frattempo, io e Laura fummo quasi costretti ad uscire da quella stanza. Mi girava la testa e mi sedetti all'aperto su uno dei due scalini che immettevano nella porta principale e fui raggiunto quasi subito dalla mia gemella che si sedette accanto a me, si accese una sigaretta e poi mi fece una dolce carezza " Io lo sapevo Federico, io me lo sentivo" La guardai. Mai come in quel momento avevo bisogno di lei, della sua forza d'animo. Mi lasciai andare e le posai la mia testa sulla sua spalla. I nostri rapporti erano sempre stati questi ed io quasi non potevo prescindere dall'appoggiarmi ad una donna. Lo avevo fatto con mia madre e con lei fin da quando eravamo bambini e mi stavo accorgendo che il mio piu' grosso desiderio sarebbe stato di incontrare una donna come la mia gemella. Forse Gaia. Non la Gaia che avevo sempre conosciuto ma quella che inspiegabilmente, stava diventando negli ultimi tempi. Diedi un bacio sulla guancia a Laura " Io non immaginavo una cosa del genere" " Questo nemmeno io ma sapevo che nostra madre trattava papa' come uno schiavo" " Forse ... .forse a lui andava bene" Laura scoppio' a ridere " Se lo faceva andar bene per la paura di perderla" " Poteva andarsene. Perche' non l'ha mai fatto, secondo te?" " Perche' probabilmente lei lo aveva talmente indottrinato e plagiato che non ne aveva la forza" " Perche' non un gioco di ruolo? Perche' lo escludi?" Laura si mise a ridere di nuovo. Una risata nervosa, quasi isterica " Un gioco di ruolo e' tale quando si limita all'intimita', quando c'e' sintonia di intenti, ma soprattutto quando si esaurisce davanti agli altri. Ed invece la mamma schiavizzava nostro padre in privato e continuava a farlo, sia pure in modi differenti e piu' soft, anche in pubblico, fregandosene di quello che poteva pensare la gente, approfittandosi del potere che deteneva su di lui" " Io ... .Io non so che dire" " Ecco, bravo, non dire nulla che e' meglio" " Pero' quando papa' e' stato male, lei gli e' stata vicina" provai ad obiettare " Vicina? Ti ricordi per caso in che modo? Ti ricordi quando papa' era in fin di vita? Lei te la ricordi o no, cazzo. Non una lacrima, non una parola. E quello non e' il comportamento di una donna che ama il proprio marito. Quello e' il comportamento di una persona che si e' liberata di un essere inutile e che gli sta vicino solo per dovere" " No, ti prego, non dire queste cose" " Se vuoi non le dico ma tanto lo sai anche tu che e' la verita'. Non dirmi che non hai mai pensato che non lo tradisse? Non dirmi che non ti sei mai reso conto che lo picchiava? Quei segni sul volto, i suoi occhiali scuri, quelle scuse banali che metteva. . Capisci ora perche' me ne sono andata appena compiuto diciotto anni? Perche' non ce la facevo piu' a vedere certe cose. Mi dispiaceva per te e per papa' ma per lei ... ..No per lei no. Andiamo Federico. Andiamo via da questa casa. Mandero' Mauro a prendere quello che mi spetta e poi metteremo subito in vendita questa casa" Laura termino' la sigaretta, si alzo' ed io la imitai. Ci rimettemmo i nostri soprabiti quando mi ricordai del computer che avevamo trovato dentro il cassetto di mamma " Aspetta Laura. Diamo un'occhiata al computer" " Non ti sono bastate le sorprese? Non mi va di averne altre. Dai andiamo via" " No, aspetta. Voglio sapere tutto, a questo punto" " Ma cosa speri di trovarci? Mamma lo usava solo per giocare a carte on line. Da quando era morto papa' quello era diventato uno dei suoi hobby preferiti. Forse non aveva piu' nessuno sotto le mani da frustare e da picchiare" Non risposi al suo sarcasmo. Mi avvicinai di nuovo al letto matrimoniale e accesi il portatile della mamma. Dopo qualche secondo lo schermo si accese. Non c'erano molti files e le icone erano pochissime. C'era quello appunto del burraco, il suo gioco di carte preferito, le immagini del matrimonio di Laura, le foto di Beatrice e alcune mie foto che le avevo scaricato durante alcuni viaggi. Cercai di capire se avesse qualche profilo su qualche social network ma non riuscii a trovare nulla a riguardo. C'era pero' un file che non riuscivo ad aprire. Ci voleva una password. Laura si era seduta intanto vicina a me " Quale potrebbe essere la password di mamma?" le chiesi " Non so. Prova con " " Non mi fai ridere" le risposi con una punta di acidita'. Tentai quindi con qualcuna delle frasi che la mamma diceva abitualmente ma nessuna di queste apriva quel file. Poi digitai < Federico e Laura>. Niente. Vidi mia sorella sorridere " Davvero pensavi che una donna con quell'egocentrismo potesse mettere una password col nome dei suoi figli?" Ancora una volta non le risposi ma invertii i nomi e digitai < Laura e Federico>. Ancora niente ma poi ci aggiunsi la nostra data di nascita ed il file si apri', tra la meraviglia di mia sorella. Rigettai l'intento di farle notare che aveva torto e guardai quel file. Si trattava di un racconto. Feci scorrere il cursore e mi accorsi che erano solo pagine e pagine scritte. Oltre una cinquantina. Sembrava una specie di diario. Tornai all'inizio e cominciai a leggere col batticuore Fine secondo episodio Per osservazioni e critiche su questo racconto, inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it