SEGRETI DI FAMIGLIA Terzo episodio di DAVIDMUSCOLO < E cosi' finalmente quell'imbecille dell'oncologo me l'ha detto. "Signora Serra, lei ha tre mesi di vita". Come se non me ne fossi accorta. Ma davvero pensavano che fossi cosi' cretina da non rendermi conto che avevo il cancro all'ultimo stadio? Eppure, se c'e' una cosa di cui posso essere sicura nella mia vita e' il fatto che tutti mi abbiano sempre considerata una donna scaltra e intelligente. Ed invece prima hanno cercato di tenermelo nascosto e poi hanno cominciato a dirmi che si, avevo il cancro ma anche che c'erano ottime probabilita' di salvezza. Idioti. Glie lo leggevo in faccia, lo intuivo dai loro discorsi interrotti a meta' appena io entravo in una stanza ma soprattutto lo sentivo dentro di me. Rimane comunque il fatto che mi sono rimasti solo tre mesi di vita. Tre mesi. Ci troviamo alla fine dell'estate e probabilmente non vedro' il prossimo Natale ed il prossimo capodanno. Non festeggero' nemmeno il mio prossimo compleanno e nemmeno faro' in tempo a festeggiare quello dei gemelli. Praticamente non mi resta niente. Poi mi sono domandata come trascorrero' questi tre mesi ed improvvisamente quel tempo che sembrava appena un soffio di vita mi e' sembrato enorme. Sono qua' nel letto, posso alzarmi appena per mangiare e per andare al bagno e come li trascorro questi novanta giorni? Potro' giocare a burraco, guardarmi qualche film, ma poi mi rincoglioniro' prima ancora che queste maledette metastasi mi entrino nel cervello. Non sono dispiaciuta. Non tanto almeno. Ho avuto una vita piena, sono stata amata e idolatrata, cos'altro potrei volere di piu' dalla vita? Oh, ma che ne sanno gli altri della mia vita? Che ne sanno gli altri di quelli che sono stati i miei sentimenti, le mie sensazioni? E allora mi e' venuta l'idea di scrivere qualcosa di questa mia vita ma mi debbo sbrigare perche' non e' detto che riesca a finire prima che la morte mi venga a prendere. Da dove comincio? Mi sembra logico iniziare questo breve diario personale da quando avevo sedici anni, quando i ragazzi avrebbero fatto qualsiasi cosa per uscire con me. Che tempi! Sono nata nel 48, subito dopo la fine della seconda guerra e la mia gioventu' l'ho trascorsa nei mitici anni sessanta. Mitici? All'inizio non tanto. Provenivo da una famiglia povera dove se mangiavamo a pranzo difficilmente riuscivamo a farlo per cena e dove mio padre era ubriaco gia' dalla mattina. Ma io ero bellissima, talmente bella che mi proposero di fare la modella. Trascorsi un paio d'anni sulle passerelle e immortalata dai giornali di moda. Peccato che a quell'epoca non si guadagnassero milioni di euro come le modelle che vennero dopo e che ci sono ancora adesso. Pero' guadagnavo bene e riuscii a tirar fuori la mia famiglia dalla miseria e di questo mi sentivo orgogliosa. Ebbi anche modo di conoscere alcuni tra i piu' bei ragazzi dell'epoca e alcuni di loro transitarono ovviamente nel mio letto> Mi fermai alcuni istanti. Vidi Laura alzarsi di scatto " Non mi va di stare a sentire le avventure amorose di quella" " Aspetta. Che mamma facesse la modella lo sapevamo ed era abbastanza ovvio che avesse avuto delle avventure prima di conoscere papa'" " Me le immagino quelle avventure. Lei vestita in lattice e quei poveri cretini, abbagliati dalla sua bellezza, in ginocchio a contemplarla" " Continuiamo a leggere. Questa e' un occasione unica per scoprire chi fosse veramente la mamma" Mi fermai un attimo. Mia sorella si era alzata gia' da alcuni secondi e stavo leggendo da solo mentre lei stava fumando una sigaretta sulla porta " Non t'interessa?" " Oh certo, e' proprio interessante sapere che la donna che ti ha messo al mondo era una cocainomane interessata solo al sesso e a dominare gli uomini" " Io la vedo diversamente. Era una donna moderna, che stava anticipando i tempi. La coca faceva sicuramente parte di quel periodo perche', da quando me la ricordo io, non l'ho mai vista fatta, mentre invece dedicava gran parte del suo tempo alla cura del suo corpo allenandosi ogni giorno meticolosamente. E non dirmi che non si capisce quando una persona si fa di coca. Quanto al sesso, non mi dire che tu non ci pensi e che sei come Santa Maria Goretti" I suoi occhi si spalancarono " Federico, come ti permetti" " Andiamo Laura, sii onesta con te stessa. Ti piace fare sesso?" " Cosa c'entra?" " Ti piace o no?" " Sono una persona normale. Si, mi piace e allora? Vuoi paragonarmi a lei per forza" " No, voglio soltanto dire che i tuoi giudizi sono offuscati da quanto abbiamo scoperto. Dai, vieni vicino a me, ti prego" le chiesi addolcendo il tono. Laura spense la sua sigaretta e si sedette di nuovo accanto a me sul letto di mamma. Ricominciammo a leggere Mi fermai di nuovo. Non era proprio quello che mi sarei immaginato. Mia madre che praticava arti marziali? Mi sembrava assurdo ed ebbi quasi un brivido. Sapevo perfettamente che era stata una persona fissata con il culto del proprio corpo e non c'era giorno che lei non dedicava almeno due o tre ore ai suoi allenamenti personali, spesso con un allenatore personale, ma per anni avevo immaginato che si trattasse di semplice aerobica, magari rinforzata da qualche peso leggero mentre queste righe appena lette mi dicevano che la mamma era diventata, nel breve volgere di un anno, una donna in grado di battere un uomo. Chissa' cos'era in grado di fare dopo diversi anni, allora. E questo spiegava i continui di mio padre. Mia madre era in grado di picchiare un uomo. Sapeva farlo. Ero veramente scosso da quella notizia. Che tra mia madre e mio padre non ci fosse un normale rapporto tra moglie e marito, era evidente a tutti ma avevo sempre pensato che fosse dovuto al carattere forte della mamma. Questa scoperta faceva invece pensare che lei lo tenesse sotto di se anche con la violenza pura e lasciava in disparte l'ipotesi che fosse solo un gioco accettato da entrambi. Mi immaginai che mio padre accettasse tutto per la vergogna di dire che sua moglie era piu' forte di lui e che lo picchiasse. Era l'unica possibilita' ma per esserne certo dovevo continuare nella lettura. Ripresi quindi a leggere. Fine terzo episodio Per osservazioni e critiche su questo racconto, inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it