SEGRETI DI FAMIGLIA Primo episodio di DAVIDMUSCOLO La pioggia scendeva incessantemente mescolandosi con le lacrime che scorrevano sul mio volto in modo altrettanto inesorabile e ben poco mi riparava l'ombrello che dovevo scansare ripetutamente per baciare e stringere la mano a tutti coloro che venivano a darmi le condoglianze per la morte di mia madre. Poco piu' in la', mia sorella gemella Laura faceva altrettanto ma il suo portamento era completamente diverso. Vestita con un impeccabile tailleur pantalone nero, il suo volto era altero come al solito. Non una lacrima scendeva dal suo bellissimo volto mentre ringraziava e stringeva le mani come se si trovasse ad una riunione d'affari e non al funerale di nostra madre. La maggior parte delle persone intervenute all'ultimo viaggio di mamma erano ormai quasi tutte andate via. Un vecchio amico di mio padre mi strinse anche lui la mano e poi mi diede una pacca sulle spalle " Gran donna, tua madre. Veramente una gran donna, Federico" Lo ringraziai. Non era una delle solite frasi che si usano in questi casi. Mia madre era stata veramente una donna eccezionale. Lo era stata per la sua bellezza, per il suo portamento, per la sua intelligenza e per tutto cio' che era riuscita a fare nella sua vita. Lo ringraziai di queste belle parole e dopo questo vecchio amico di famiglia, venne il turno di Gaia. Come definirla Gaia? Potevo considerarla la mia amica del cuore anche se era evidente che lei avrebbe voluto essere qualcosa in piu' per me. Era molto carina, intelligente, dolcissima e tenera ma non aveva mai fatto completamente breccia nel mio cuore. Anche se ... ..Anche se nell'ultimo mese il suo atteggiamento era un po' cambiato nei miei confronti ma non avevo avuto il tempo di approfondire quel suo cambiamento considerando la malattia di mamma ed il fatto che trascorressi ogni istante libero al suo capezzale. Pero' lei mi era stata vicino in quei momenti terribili e quel cambiamento mi dava qualche sensazione che non riuscivo a decifrare ma sicuramente erano sensazioni positive e stavo iniziando a guardarla con occhi diversi. Anche lei mi fece le condoglianze, inclusa una dolce carezza quasi protettiva che mi fece venire i brividi e si sposto' poi verso mia sorella. Prima di andarsene, si volto' verso di me " Ti telefono piu' tardi, Federico" Accennai un si con la testa e proseguii a stringere le mani. Finalmente, anche l'ultima persona convenuta ci aveva dato le sue condoglianze e rimanemmo io, mia sorella e suo marito Mauro con la piccola Beatrice di due anni in braccio. Mi avvicinai alla mia gemella " E' finita, Laura, possiamo tornarcene a casa" " Non adesso. Mi devi accompagnare a casa di mamma" " Per quale motivo?" " Perche' devo valutare alcune cose. Mi devi aiutare a stabilire quali oggetti prendere e quali lasciare nella casa all'eventuale compratore" " Hai intenzione di vendere casa di mamma?" " Si, ho intenzione di venderla" " Ma perche'?" " Perche'? Perche' non ci facciamo niente. Tu hai la tua ed io ho la mia. Non vedo perche' dovremmo pagare un sacco di soldi di tasse per una casa che non utilizzeremo mai" " Ma era la casa dei nostri genitori" obiettai " E allora? Che ci vuoi fare un museo? Basta Federico, ho deciso di venderla e cerca di non mettermi i bastoni tra le ruote" Chinai la testa come al solito. Con Laura non c'era dialogo. Era lei che decideva. Proprio come aveva sempre fatto nostra madre. Mi veniva in mente che, in tutta la mia vita, non avevo mai sentito mio padre decidere nulla senza l'approvazione della mamma. Anomalo ma comprensibile, considerando la forte personalita' di mia madre " Va bene Laura. Andiamo allora" le dissi. La mia gemella si avvicino' quindi al marito " Tu Mauro vai a casa con la piccola e aspettami li'" Mio cognato guardo' sua moglie con aria interrogativa " Ma perche' io non vengo?" " No, questa e' una questione che riguarda me e mio fratello" " Ma ... .Vista la situazione io pensavo di farti compagnia" " Non insistere Mauro. Ho detto che mi aspetterai a casa" Mio cognato strinse ancor di piu' sua figlia all'interno dell'ombrello per evitare che si bagnasse a causa della pioggia che non smetteva di scendere e chino' anche lui gli occhi " Va bene, cara. Ti aspetto a casa" Salutai mio cognato, diedi un bacino sulla guancia della piccola Beatrice e mi diressi verso la mia macchina insieme a Laura. Salimmo e la guardai. Inutile dire che l'ammiravo. Eravamo gemelli eppure non potevamo essere cosi' differenti. Lei era la sicurezza fatta persona mentre io ero l'indecisione, lei era l'arroganza ed io la timidezza. Sapevo che a modo suo mi voleva bene, cosi' come io ne volevo a lei, ovviamente, ma non aveva mai fatto molto per dimostrarmelo, almeno da un punto di vista meramente gestuale. Nei fatti, invece, la sua presenza nei miei confronti era stata notevole fin dall'infanzia. Nei nostri 35 anni di vita mi ero spesso appoggiato a lei, chiedendo i suoi consigli, cercandola quando mi mancava e lei era sempre stata disponibile, quasi proteggendomi. Senza una carezza ma con fermezza e decisione. Proprio come nostra madre. Avevo sempre avuto un certo timore reverenziale verso mia sorella ma quel giorno, il giorno del funerale di nostra madre, il suo comportamento non mi stava piacendo. Dovevo solo trovare il coraggio di trovare le parole e lei mi diede l'imput quando mi rimprovero' " Dai Federico, metti in moto questa benedetta macchina e andiamo a casa sua" " Casa sua? Non hai nemmeno il coraggio di dire ? " Non sottilizzare. Prima l'ho detto" " E invece stavolta sottilizzo. E non e' soltanto per quella frase. E per l'insieme del tuo comportamento. Era nostra madre, Laura. Mamma, capisci? Come fai ad essere cosi' fredda? E' la donna che ci ha donato la vita. Ma ti sei vista durante il funerale? Sembrava che fosse morto il gatto di casa" Mia sorella rovisto' nella sua borsa, prese una sigaretta, se l'accese e poi mi guardo' " Hai terminato la tua filippica? Non sono il tipo che si mette a piangere, nemmeno in situazioni come queste. Per quanto riguarda nostra madre, lo so bene chi era senza che tu me lo ricordi. Cosa vuoi che ti dica? Non la odiavo, ci mancherebbe. Non si puo' odiare una madre. Semplicemente, non andavamo d'accordo, ok?" " Questo e' sempre stato evidente" " E allora, qual'e' la novita? Certo, lei aveva tutte le qualita'. Come fare a non riconoscergliele? Era bellissima, intelligente ed aveva una grande personalita'. Ma per tante altre cose non la stimavo" " Non la stimavi?" " Ti meravigli? Non la stimavo e te lo ripeto. Con lei, nostro padre ha fatto una vita d'inferno, ridotto ad un essere di secondo piano, sempre timoroso di perdere la sua bellissima moglie che lo trattava come si tratta un cane al guinzaglio. Ma hai vissuto per caso con una benda agli occhi? Non vedevi come papa' tremava al suo cospetto? Ma non vedevi che doveva chiedere il suo permesso persino per comprarsi il giornale?" " Forse avro' avuto una benda agli occhi. Certo, mamma aveva un carattere non facile ma non mi sembra che papa' avesse il guinzaglio al collo. Semplicemente le riconosceva una certa supremazia all'interno del rapporto di coppia. Io invece lo vedevo felice, orgoglioso della bellezza della mamma, della sua intelligenza, della sua predisposizione sportiva, dei suoi atteggiamenti. Forse era succube di questa sua grande personalita', questo lo riconosco anch'io, ma non mi e' mai sembrato infelice" " Ci mancava solo l'analisi psicologica. Ma per favore. Io invece vedevo papa' come un uomo timoroso, indeciso, succube e chissa' cos'altro. Il problema di voi uomini e' che non riuscite a vedere ad un palmo dal vostro naso e se arriva una ragazza che ha la giusta dose di bellezza, vi rigira come vuole. E' quello che ha fatto la mamma con papa', che tu lo ammetta o meno" " Puo' darsi. Un po' come fai tu con Mauro" Mia sorella mi squadro' da capo a piedi. Uno sguardo che quasi mi mise i brividi " Co ... .Cosa stai insinuando?" Respirai profondamente. Non ero abituato a discutere animatamente con Laura. Di solito, le bastavano due parole per mettermi in riga e per prendersi la ragione nei miei confronti. Ma quella volta mi animai di tutto il mio coraggio " Sto dicendo che critichi tanto la mamma e poi ti comporti con tuo marito nella stessa maniera. Hai visto come l'hai trattato prima? Gli hai dato un vero e proprio ordine e lui ha chinato la testa perche' e' innamorato cotto della sua bellissima moglie. Di te. Si dice che poco lontano dall'albero il frutto cade e tu sei identica alla mamma, a quella donna che hai appena sostenuto di non stimare per la sua arroganza e per la sua freddezza" Laura mi guardo' sconvolta. Forse non era preparata ad una reazione del genere da parte mia o chissa' cos'altro. Di sicuro, sembrava per una volta aver perso tutta la sicurezza che aveva sempre mostrato nei miei confronti " Tu non sai cosa dici. Il comportamento di nostra madre era ben diverso. Mio marito Mauro e' semplicemente un indeciso che ha bisogno di me. Io lo devo stimolare come fa un allenatore con i suoi ragazzi, dandogli una pacca sulle spalle, elogiandolo ma anche rimproverandolo. Ma io amo mio marito e non ti permetto di intrometterti nelle mie faccende. Sono stata chiara, Federico?" Aveva voluto l'ultima parola, come al solito. Eppure entrambi sentivamo che non l'aveva avuta vinta lei. Malgrado Laura continuasse a sostenere di non assomigliare alla mamma, lei ne era la copia conforme e doveva capirlo. Se c'erano stati alcuni atteggiamenti da parte della mamma che Laura non sopportava, ne doveva fare tesoro per evitare di fare gli stessi errori. Rimanemmo per diversi minuti in silenzio mentre guidavo in direzione della casa che era stata dei nostri genitori. In effetti, il ragionamento di Laura sulla vendita di quella bella villetta era completamente giusto. Inutile spendere un sacco di soldi di tasse per mantenere una casa di notevoli dimensioni senza usufruire di nessun beneficio. C'erano pero' tanti oggetti che avevano un certo valore sia economico che affettivo che non era il caso di includere nell'eventuale vendita ed era giusto valutare quali fossero quegli oggetti e prenderceli. Parcheggiai proprio dinanzi la villetta dove, poche ore prima, era iniziato l'ultimo viaggio di nostra madre. Vidi Laura trafficare con la propria borsa per cercare le chiavi, trovarle ed inserirle nella serratura del cancello. Facemmo quei pochi metri di quel delizioso giardino che per anni era stato uno degli hobby di nostro padre e poi mia sorella sblocco' l'antifurto per aprire infine la porta di casa. Un odore malsano ci accolse appena entrati. Era puzzo di malattia. Strano, come se la malattia avesse un odore mentre probabilmente, si trattava soltanto della mia immaginazione. Laura intanto, spalanco' le finestre e quasi per magia la casa cambio' aspetto. Aveva anche smesso di piovere, come se il cielo avesse terminato di piangere le sue lacrime per la scomparsa della mamma e addirittura un timido raggio di sole fece capolino dentro l'abitazione. Mia sorella si diresse in cucina, apri' anche qui' tutte le finestre e poi mi guardo' " L'argenteria di cucina la prendo io" " D'accordo Laura" feci timidamente. Dopo quella timida sfuriata, di fronte a mia sorella ero tornato il Federico di sempre, quello al quale non si deve chiedere ma solo comandare. Girammo ancora un po' per la cucina e poi ci dirigemmo verso il salone. E qui' di cose ce ne erano in abbondanza. Fissai due quadri, soprattutto, risalenti a quasi quarant'anni prima. Erano stati dipinti da un pittore all'epoca sconosciuto ma che in seguito sarebbe divenuto celebre e che avevano nostra madre come modella. Era semplicemente bellissima, con i lunghi capelli neri sciolti, gli occhi azzurri che le donavano parte del suo fascino magnetico e con il corpo sinuoso appena coperto da un drappo bianco. Sullo sfondo forse la stanza dell'artista. Sotto, oltre alla firma, una dedica. . Guardai i due quadri, molto simili e che differivano solo in alcune pose della mamma e capivo perfettamente come papa' potesse essere pazzamente innamorato di una donna del genere. Poi guardai Laura. Considerando che all'epoca di quel ritratto la mamma doveva avere meno di trent'anni, la rassomiglianza con mia sorella era impressionante. Laura sembro' leggermi nel cervello " Ero sua figlia, e' ovvio che ci siano delle rassomiglianze. Comunque, se ti piacciono, te li puoi prendere tutti e due " Valgono un sacco di soldi. Hai visto chi e' il pittore?" " Non ti preoccupare, tienili te. Io prendero' il corredo della stanza da letto. Ci sono delle sovraccoperte di lino e dei piumoni che sarebbe un peccato regalare ad estranei. Li avra' pagati un occhio della testa" Feci cenno di si con la testa. Continuammo a cercare oggetti preziosi e ricordi, dividendoceli da bravi fratelli. Una telefonata improvvisa ci distolse da quella ricerca. Era Gaia " Ciao Federico. Come va?" " Va meglio, Gaia. In questo momento sono con Laura a casa di mamma per fare una specie di inventario e questo mi evita di soffermarmi troppo con la mente sul lutto" " Ne sono felice. Ah, comunque da domani saro' io ad aiutarti ad elaborare il lutto" " Non capisco, Gaia" " E' semplice. Prima del funerale mi dicesti che per una settimana non saresti andato al lavoro e che avevi bisogno di un po' di tempo prima di ricominciare la vita normale. Giusto?" " Si, credo di si" " Beh, questa settimana la trascorrerai in mia compagnia" " Ma ... .Io non credo che ... ." " Ho deciso, Federico. Domani mattina verro' a casa tua e poi vedro' cosa si puo' fare per farti trascorrere una settimana senza che tu ti faccia prendere dallo sconforto per la perdita di tua madre. So quanto eri legato a lei. E tu farai quello che io ti dico. E' chiaro?" Rimasi quasi spiazzato. Possibile che questa fosse Gaia? La dolce Gaia, la ragazza acqua e sapone, quella incapace di alzare il tono della voce? Sembrava un'altra. Sicura, determinata, consapevole delle proprie potenzialita'. E si, adesso riandavo indietro con la mente al mese trascorso, forse il periodo piu' brutto della mia vita insieme a quell'altro, altrettanto doloroso, del periodo che precedette la morte di mio padre. Eppure, in quei mesi appena trascorsi c'era stata Gaia vicino a me e avevo imparato ad apprezzarla anche per altre cose oltre che per la dolcezza. Anche il suo look sembrava avesse preso una piega diversa. Aveva cominciato ad ostentare la propria bellezza ed io non potevo negare a me stesso che ero in un certo modo attratto da quel tipo di donna piu' vistosa. Ed ora quel tono che quasi mi fece accelerare i battiti del cuore " D'accordo, Gaia. Ti aspetto domani mattina" accettai infine " Molto bene. E fammi trovare la colazione pronta" " Io ... .Si, con piacere Gaia" " Allora a domani Federico. Un bacio" " Un bacio anche da parte mia" conclusi riattaccando e trovandomi poi sotto lo sguardo di mia sorella " Non mi dire che era Gaia?" " Si, era lei" " Ultimamente l'ho trovata cambiata quella ragazza. Te ne sei accorto?" " Certo che me ne sono accorto. E' che lei e' ... .Non lo so, Laura. Si in effetti mi sembra cambiata. Lei e' sempre stata una ragazza timida ma se avessi ascoltato il suo tono l'avresti scambiata per una donna sicura di se stessa. Proprio come sei tu o come era la mamma" " E ti piace questo cambiamento?" Sorrisi " Non posso negarlo. Mi da delle piacevoli sensazioni. Sara' che ho sempre vissuto con donne forti psicologicamente come te e la mamma e forse inconsciamente sento il bisogno di avere una compagna che assomiglia a voi. Lo trovi strano?" Laura si avvicino' " Non so se e' strano ma di sicuro quella Gaia si deve sbrigare perche' il mio gemellone e' preda ambita da un sacco di ragazze che non vedono l'ora di accalappiarlo" " Ma dai ... " " Pensi che scherzo? Tu non te ne rendi conto ma ci sono un sacco di ragazze che farebbero i salti mortali pur di mettersi con te. Sei ricco, sei affascinante e dolce come il miele. E mi sa che questa signorina ha anche trovato il tuo punto debole" " Il mio punto debole?" " E gia, caro il mio Federico. Il tuo punto debole. Non mi sorprenderebbe se scoprissi che Gaia abbia una laurea in psicologia. Deve averti psicanalizzato e aver scoperto che a te le ragazze acqua e sapone e quelle accondiscendenti passano completamente inosservate, altrimenti non si spiega come una ragazza che si e' presentata timida e introversa, con un look minimalista, possa aver, tutt'ad un tratto, virato verso un look ed un comportamento decisamente piu' aggressivo. A meno che tu non le abbia confidato qualcosa" " Ma scherzi? Io che confido ad una ragazza quali sono i miei gusti in fatto di donne? Sei fuori strada anche con la sua professione. E' un architetto. Ti ricordi che te ne avevo parlato quando avevi intenzione di voler ristrutturare il tuo appartamento?" Laura corruccio' la fronte " Ah gia', ora mi ricordo. In questo periodo, con tutto quello che e' successo, sono un po' distratta" " Capita a tutti" " Di solito non a me. Comunque, il tema portante del mio discorso non cambia. Psicologa o no, quella ragazza sembra aver ben compreso come si deve comportare una donna per piacerti" Si allontano' da me non prima di avermi dato un buffetto. Forse, era il primo gesto di affetto che mi faceva da quando eravamo nati ed io quasi rabbrividii di piacere per quel contatto. Oh non perche' provassi qualcosa di anomalo nei confronti della mia gemella ma perche' era indubbio che io avevo sempre focalizzato la mia attenzione su determinati aspetti quando mi capitava una donna. La sola bellezza esteriore non mi bastava. In effetti, ne avrei potute avere a iosa di donne belle. Come aveva sostenuto Laura, ero quello che si dice un ottimo partito, con una solidissima base economica alle spalle ed un aspetto decisamente gradevole. Ma nessuna aveva saputo far battere il mio cuore. Io volevo una donna con le palle, una come mia sorella, capace di fulminarti con uno sguardo, di rispondere sempre a tono. Oppure, una come mia madre, una come Flavia Serra. E Gaia si era improvvisamente e misteriosamente avvicinata a questo prototipo di donna. Beh, questo era proprio un mistero ma inutile nascondere a me stesso che l'attrazione che provavo nei confronti di Gaia era incredibilmente aumentata. Fine primo episodio Per osservazioni e critiche su questo racconto, inviate una mail a davidmuscolo@tiscali.it