La segretaria bodyguard

 

 

Miriana, 28 anni, lavorava da 3 come segretaria in una mega azienda. In realtà, era lei la vera e propria manager dell’azienda, forte della sua esperienza in campo economico. In più era di bell’aspetto, elegante, alta 1,75, capelli neri lunghi e fisico slanciato.

Quella sera si era trattenuta in azienda più del solito, dovendo ricontrollare i documenti di alcune vendite. Verso le 20 qualcosa di strano attirò la sua attenzione: un insolito trambusto proveniva dal piano inferiore. Corse alla finestra, e vide il suo capo trascinato via da 3 uomini, che poi lo caricarono su un’auto. Un rapimento, non c’era dubbio. Miriana corse rapidamente verso il basso, e montò sulla Mercedes che usava di solito per accompagnare il capo in giro. Partì e prese ad inseguire i malviventi. Oltre ad essere una esperta economista, era anche una guidatrice d’eccezione. Ben presto vide l’auto dei rapitori, che si infilò in un viottolo sterrato per poi fermarsi davanti ad una vecchia abitazione. L’uomo fu portato dentro, ed uno dei rapitori rimase davanti all’ingresso. Miriana decise di entrare in azione. Anche se in azienda non lo sapevano, lei era esperta di vari tipi di arti marziali, e maneggiava la pistola come maneggiava la penna.

Con la scusa di essersi persa, si avvicinò all’uomo che stava alla porta, il quale notò subito l’avvenenza della donna, la sua camicetta trasparente e i pantaloni che fasciavano un formoso sedere piccolo ma sporgente. Miriana cominciò a chiedere informazioni sul luogo, e si accorse subito che l’uomo era interessato a ben altro. Così, quando questi tentò di toccarle i fianchi, Miriana partì con due tremendi calci alle costole dell’uomo, che lo piegarono in due. Una ginocchiata in faccia, due pugni terribili in pancia e l’uomo giaceva già a terra quasi privo di sensi.

Miriana lo rialzò per la camicia. “Avanti, fammi strada, portami dentro o ti ammazzo qui”. L’uomo, dolorante e spaventato, si incamminò davanti a lei, che, disarmata, lo seguiva a pochi passi. Entrarono. Gli altri due erano seduti ad un tavolo, e nemmeno fecero in tempo a capire che videro il terzo abbattersi al suolo. Miriana lo aveva steso con un pugno alla nuca, e ora si preparava ad affrontare gli altri due. Uno le si lanciò addosso, ma le lunghe gambe di Miriana lo tennero a distanza con un calcio all’addome che lo fece arretrare. Era un tipo magrolino come quello che Miriana aveva messo ko sulla porta, ma il terzo era un bestione di un metro e 90 per oltre un quintale, con indosso solo un paio di slip che mostravano un corpo grosso, dal torace largo e pelosissimo, che strideva con la testa quasi pelata, e delle braccia enormi. Si avventò su Miriana che, notevolmente più agile, schivò diversi pugni terrificanti, e colpì l’uomo con una scarica rapidissima di decine di pugni a torace e pancia. L’uomo tentò di resistere per qualche istante, poi un pugno più forte lo scaraventò contro una vecchia stufa. Intanto il magro, rialzatosi, approfittando del fatto che Miriana stava lottando con l’altro, prese un bastone e la bloccò da dietro, stringendole il collo. Miriana non si perse d’animo. Poggiò il piede su un tavolo e arretrò di colpo, stringendo l’uomo contro il muro. I 70 chili scarsi della donna si abbatterono sull’uomo come una montagna, e questi mollò il bastone. Miriana, sempre tenendolo compresso alla parete, gli scaricò sui fianchi una serie impressionante di gomitate, finché non avvertì il corpo dell’uomo afflosciarsi dietro di lei. Poi lo stese con un calcio laterale in faccia. Intanto il bestione si era rialzato, ma Miriana fece in tempo a girarsi per schivare un pugno tremendo, e partì al contrattacco. Una serie impressionante di pugni al torace del bestione, che non riusciva minimamente a reagire. Miriana provava una eccitazione tremenda nel massacrare quell’uomo enorme, dal petto muscoloso e coperto da una foresta di peluria. L’uomo, dopo che Miriana ebbe smesso la tortura si inginocchiò dolorante, tenendosi con le mani il petto devastato da decine e decine di pugni terribili. A questo punto avvenne qualcosa che lui non si sarebbe aspettato. Miriana, eccitata dal massacro che aveva compiuto, si era tirata giù pantaloni e slip, e si era girata di schiena, mostrando un sedere piccolo, ma turgido. “Avanti, bestia, baciami il culo” sentenziò Miriana con un tono che non ammetteva repliche. “Bacialo, o ti ammazzo in maniera dolorissima”. L’uomo, sopraffatto dal terrore ma anche egli eccitato al massimo, prese a baciare voluttuosamente il culo della donna, natica sinistra, natica destra, poi sotto e attorno alle chiappe. Quando poi immerse il viso nella piega tra le natiche, avvenne l’inaspettato. Miriana contrasse i glutei in maniera spaventosa, imprigionando il viso dell’uomo e impedendogli di respirare. L’uomo tentò di liberarsi, ma invano, e mugolava disperatamente. Allora Miriana, conscia che avrebbe potuto ucciderlo con quella stretta, decise di risparmiarlo. Rilasciò le natiche, e l’uomo si liberò, ma Miriana, girandosi, gli assestò un manrovescio pauroso sulla faccia che lo mise ko esanime. Poi liberò il capo e scapparono, lasciando i rapitori malridotti e vivi per miracolo.

 

GIOVANNI