Un giorno di ordinaria sottomissione di Davidmuscolo Secondo episodio Usciamo da casa quando sono passate da poco le nove, quando cioe' la nostra azienda ha gia' aperto i battenti da una mezz'ora almeno. Ma lei e' la proprietaria, la padrona assoluta e puo' permettersi di arrivare al lavoro con un po' di ritardo. L'importante e' rispettare gli orari degli appuntamenti e siamo addirittura in anticipo per queste incombenze. Con assoluta deferenza, la faccio entrare nella macchina aprendole lo sportello e poi le siedo accanto mentre il nostro autista si mette alla guida. Sa che e' un mio dovere, oltre che un piacere, aprire la porta alla padrona e lui deve soltanto guidare. Naturalmente, ci ha salutati con deferenza ed abbiamo contraccambiato. Lui non e' uno schiavo ma un dipendente ed e' giusto comportarsi con lui e con gli altri dipendenti in maniera consona, senza abusare del ruolo ed in questo la signora Benedetta e' semplicemente perfetta. Sono io ad essere il suo schiavo, oltre ad essere il suo devoto marito perdutamente innamorato e con me non si fa scrupolo di usare toni piu' adatti ai nostri ruoli. Il tragitto e' piuttosto breve e dura poco piu' di un quarto d'ora e lei ne approfitta per parlare al telefono con la sua segretaria Lorena, colei che fino ad un anno fa' era la mia segretaria, giovane donna di assoluta fiducia e comprovate capacita', per ragguagliarla su cio' che desidera nel momento in cui fara' il suo ingresso in ditta. Ed io? Beh, ho l'onore di essere il suo braccio destro ma comunque non posso prendere iniziative personali senza prima avere il suo consenso, anche se spesso ascolta la mia opinione prendendola seriamente in considerazione, a dimostrazione della sua intelligenza e perspicacia. D'altronde, in quest'ultimo anno l'azienda ha avuto un notevole incremento dovuto proprio alle sue eccelse qualita'. E pensare che se c'era una cosa di cui temevo era proprio il suo comportamento sul luogo di lavoro. Ed invece, mi sono dovuto ricredere. E' una eccellente manager e sarebbe stato davvero un peccato, oltre che uno spreco di qualita' eccezionali, se lei avesse continuato a non interessarsi dell'azienda come era accaduto nei primi tempi del nostro matrimonio. Arriviamo in azienda. L'autista sistema la vettura ovviamente nel parcheggio a noi riservato " Paolo, non ti allontanare perche' con molta probabilita' accompagnerai me ed un cliente a pranzo" ordina la mia padrona all'autista " Certamente, signora" risponde l'uomo mentre io mi affretto a scendere per aprire la portiera alla mia splendida padrona che scende con la sua classe innata avviandosi verso il suo ufficio. Io mi metto alla sua ruota, seguendola come un docile cagnolino che scodinzola dietro la sua padrona e mai paragone mi sembra piu' calzante. Entriamo all'interno dell'edificio e i due guardiani quasi scattano sull'attenti, salutando me e mia moglie e affrettandosi a farci entrare. Siamo gli unici che non hanno bisogno del badge per entrare mentre tutti gli altri devono invece inserirlo per aprire il tornello. Ci sono oltre quaranta impiegati di vario livello e lavorano tutti all'interno di questo edificio di proprieta' di mia moglie suddivisi in due piani. Al terzo, l'ultimo, ci sono soltanto gli uffici dei dirigenti compreso il mio e naturalmente quello piu' bello, quello piu' spazioso e lussuoso, quello della padrona assoluta, ovvero Benedetta. Ci sono tre ascensori, uno dei quali e' destinato soltanto a mia moglie, in modo che non debba attendere interminabili e noiosi secondi in attesa ma a quest'ora, con tutti gli impiegati al lavoro, sono liberi anche gli altri due. Entriamo nell'ascensore e spingo il piano della nostra destinazione dove Lorena ci sta attendendo trepidante " Buongiorno, signora Lotti, buongiorno signor Patrick" esordisce la giovane donna. E' una trentenne, coetanea quindi della mia padrona, che lavora con noi ormai da diversi anni. Brava e fidata, oltre che dotata di un aspetto molto gradevole, con i capelli lunghi e neri ed un bel visetto su un corpo niente male anche se scompare se paragonata alla perfezione di mia moglie. Comunque, tornando alla sua efficienza lavorativa, una dipendente di ottimo livello ed uno stipendio meritatissimo " Ciao Lorena. Hai notizie di Tirelli?" risponde mia moglie mentre io la saluto con un mezzo sorriso " L'ho appena sentito. Probabilmente tardera' di qualche minuto a causa del traffico. Appena viene lo faccio accomodare nel suo ufficio, signora. Intanto, le faccio portare su la solita colazione" " Bene Lorena. E tu seguimi nel mio ufficio" aggiunge rivolgendosi a me. Il fatto che siamo di fronte ad altre persone non le preclude di continuare a trattarmi come il suo schiavo personale " Solo un paio di minuti, la prego. Devo sistemare alcune cose nel mio ufficio" Lei si gira e mi guarda severa " Hai due minuti di tempo" La vedo scomparire nel suo ufficio e rimango da solo con Lorena. In realta', non devo sistemare alcunche' nel mio ufficio ma devo parlare con la segretaria di mia moglie " Hai avvertito Tirelli e Bazzoni della situazione?" " Certo, signor Patrick, come al solito. Tirelli mi ha detto che si comportera' come se nulla fosse mentre Bazzoni ha nicchiato. E' abituato a trattare con lei e non voleva farlo con sua moglie ed ho dovuto penare per spiegargli la situazione. Ascolti, la prego. Lei non puo' continuare in questo modo. Aveva detto che sarebbe stata una situazione transitoria ed invece e' trascorso un anno" " Non sono problemi tuoi, Lorena. E' passato un anno ma anche se ne passassero cinquanta non cambiero' di una virgola il mio comportamento" " Ci sta creando problemi sul lavoro" prosegue la bella segretaria. Sorrido di fronte a questo ennesimo ed amabile interessamento per gli interessi dell'azienda " E quando mai. Stai dicendo una sciocchezza. Siamo una delle poche aziende in crescita e questo e' dovuto anche alle doti di Benedetta" " E' vero, da un punto di vista lavorativo la signora Benedetta si e' rivelata molto piu' abile di quanto si potesse supporre. Io parlo di danno d'immagine. Spiegare sempre la stessa cosa alle persone con le quali sua moglie ha un appuntamento diventa una cosa estenuante. I loro sorrisi di scherno li odio. Signor Patrick, torni ad essere quello che comanda o al limite chieda alla signora di non trattarla come ... ... ." " Basta Lorena. I sorrisi di scherno sono eventualmente nei miei confronti e tu non hai motivo di giustificare il mio comportamento. Si mettono al corrente della situazione e basta. Non ti preoccupare. Ora va e fai venire la colazione per la signora Benedetta e aggiungi il solito caffe' per me" " Gia' provveduto, signor Patrick. Tempo due minuti ed il ragazzo del bar arrivera' " Accenno ad un lieve sorriso e mi volto per entrare nell'ufficio di mia moglie. Mi ha dato due minuti di tempo ed e' meglio evitare che possa arrabbiarsi. E soprattutto, intendo rispettare alla lettera i suoi ordini. Gia' il fatto di doverle nascondere certe cose mi pesa tantissimo. Vorrei che tutto fosse chiaro. E invece ... ... .. Quindi, e' meglio che mi affretti. Entro, chiudo la porta e mi avvicino a lei seduta sulla sua poltrona girevole al di la della scrivania di vetro. Dio, quanto e' bella. Faccio il giro della sua scrivania e poi mi inginocchio ai suoi piedi " Eccomi padrona" le dico chinando la testa fino a toccare il pavimento. Non mi muovero' da questa posizione fino a che lei non decida di farmi alzare o fino a quando non mi dara' degli ordini. Ed eccolo il primo ordine. Vedo la sua gamba muoversi ed incunearsi sotto il mio viso per poi spingerlo a guardarla in volto " Bacia i miei piedi, Patrick" " Con piacere, padrona" le rispondo iniziando a toglierle i tronchetti che indossa per poi accarezzarle dolcemente i suoi magnifici piedi e proseguire quindi baciandoglieli con devozione ed immenso amore fino a quando un lieve bussare sulla porta del suo ufficio ci fa capire che dovrebbe essere arrivata la colazione. La mia padrona ritrae i piedi dalla mia bocca e quindi mi ordina di rimetterle le scarpe e di andare ad aprire. Mi alzo e vado ad espletare il suo ordine. E' in effetti Lorena con il vassoio in mano " Ecco la colazione della signora ed il suo caffe', signor Patrick" " Grazie Lorena. Appena arriva Tirelli ci chiami, mi raccomando" " Certamente, signore" mi dice per poi dileguarsi chiudendo la porta, non prima di aver fatto un sorriso un po' forzato alla mia padrona. Porto il vassoio fin sopra la sua scrivania dove lo deposito. Sopra ci sono le solite cose che ordiniamo tutti i giorni. Per lei, abituata ad una seconda colazione dopo quella effettuata in casa, c'e' un decaffeinato ed una brioche integrale mentre per me, ovviamente con l'approvazione della mia padrona, un semplice caffe'. Verso una piccola dose di zucchero di canna nel suo decaffeinato e glie lo porgo deferente. Mi bevo anche il mio caffe' che assaporo con piacere dopodiche' mi rimetto nella posizione di prima, inginocchiato a testa china mentre con la coda dell'occhio vedo che sta iniziando ad addentare la sua brioche " E' innamorata di te" esordisce dopo aver masticato una piccola parte della sua brioche. Trasalgo " Chi e' innamorata di me, padrona?" domando allibito " Lorena. Pensa di nasconderlo ma non e' capace" " Ma non e' possibile, padrona" obietto, con il risultato di farmi arrivare un calcio sul volto. Oh, non e' particolarmente doloroso. Mi sta semplicemente rimettendo in riga " Come osi mettere in dubbio cio' che affermo?" mi dice infatti aumentando lievemente il suo tono di voce " Mi perdoni, padrona, non era quella la mia intenzione" Ho un brivido. Temo che pensando che questo sentimento di Lorena nei miei confronti sia vero, voglia licenziarla " Ripeto, e' innamorata di te ma la cosa non mi sconvolge piu' di tanto" riprende la signora Benedetta e quasi come se mi leggesse nella mente riprende dopo alcuni secondi "E stai tranquillo, non ho intenzione di licenziarla. E' brava ed efficiente ma soprattutto voglio che si renda conto di quanto tu mi appartenga, di quanto tu sia una cosa mia" Sospiro un po' sollevato " Lo sa benissimo che io le appartengo, signora. Lo sa che sono una sua proprieta' " " Certo che lo sa. Ma voglio che se ne renda conto in misura ancora maggiore" conclude alzandosi ed aprendo la finestra per uscire sulla terrazza. Rimango ovviamente inginocchiato. Non posso alzarmi senza un suo ordine che tarda stavolta ad arrivare e mi da il tempo di pensare a Lorena. E' davvero innamorata di me? Mah! Che mi stimi e' assodato ed infatti non riesce a sopportare questa situazione di assoluta obbedienza totale nei confronti di mia moglie e la motivazione che mi spinge a questo deve avermi reso ancor piu' degno di stima ai suoi occhi. E forse una donna riesce a comprendere un'altra donna molto meglio di quanto non riusciamo a fare noi uomini e questo ha probabilmente consentito alla mia bellissima padrona di capire realmente i sentimenti di Lorena che io avevo scambiato semplicemente per devozione al lavoro e per stima. La voce imperiosa della signora Benedetta mi distoglie dai miei pensieri. Mi alzo dalla mia posizione e corro da lei che sta contemplando sul terrazzo il panorama " Ai suoi ordini, mia padrona" " Prendimi una sigaretta, Patrick" " Subito, padrona" rispondo precipitandomi. Glie l'accendo ma mente mi sto di nuovo inginocchiando in sua presenza, come e' mia consuetudine, mi fa cenno di rimanere in piedi " Non sono cosi' perfida, Patrick. La mia dominazione e' solo nei tuoi confronti ma per gli altri, compresa Lorena, sono semplicemente la titolare della ditta. Tu mi devi obbedire in quanto mio schiavo, gli altri per la mia posizione, ne' piu' e ne' meno di come fanno normali dipendenti nei confronti del loro capo" " Non ho mai pensato che lei fosse perfida, padrona" " Lo so che non lo pensi ma vorrei che comprendessi anche il mio stato d'animo. Il mio comportamento e' quello di una normale donna che si rende conto che ha una rivale. Tu sei mio, Patrick. Mi appartieni come mi appartiene ogni cosa qui dentro e Lorena o qualunque altra donna mettesse gli occhi su di te, deve comprendere che non puo' competere con me" Faccio un respiro profondo e poi sorrido pieno di felicita' " Io sono felice di appartenerle, signora. Nessun'altra donna potrebbe essere la mia padrona assoluta. No, mi perdoni, non ho detto la cosa giusta. Nessun'altra donna potrebbe avere un pezzettino minuscolo del mio cuore. Lei non e' solo la padrona del mio corpo ma e' anche la padrona del mio cuore" La vedo sorridere compiaciuta " E della tua mente?" " Anche della mia mente, padrona. Non c'e' un solo istante della mia vita che il mio pensiero non sia rivolto a lei" Ancora un sorriso che mi riempie di gioia. Da un'ulteriore boccata alla sua sigaretta, la spegne e poi muove ritmicamente il suo dito indice " Avvicinati, Patrick" Lo faccio e mi ritrovo di fronte a lei, a pochi centimetri dal suo viso. Afferra la mia nuca spingendomi a contatto col suo meraviglioso volto. Mi bacia, prima quasi castamente poi sento la sua lingua esplorare la mia. E' un bacio dolce ma che denota possesso e mi regala, come ogni volta che ho il piacere di baciarla, una meravigliosa sensazione. Una sensazione che solo un uomo profondamente innamorato po' provare. Ci stacchiamo, o meglio, e' lei a lasciarmi. Si lecca sensualmente un dito e lo passa sulla mia bocca, forse per togliere residui del suo rossetto " Ricordalo sempre, Patrick. Tu mi appartieni" " Non potrei dimenticarlo nemmeno per un attimo, mia bellissima padrona" Il telefono che squilla interrompe questo momento magico. Vedo mia moglie andare a rispondere e sorridere " Bene, fallo accomodare" risponde per poi rivolgersi a me " E' arrivato Tirelli" Annuisco e attendo Lorena che introduca quello che potrebbe essere un potenziale nuovo cliente. E potrebbe essere un cliente molto importante. Non dobbiamo sbagliare nemmeno una mossa e in questa situazione non sara' una cosa semplicissima. Vado incontro a Trelli e ci presentiamo. E' un uomo di mezza eta', in effetti piuttosto bassino e rotondetto ma abbastanza cordiale, almeno all'apparenza. Mi scruta, cercando inutilmente di fingere indifferenza. Lorena gli ha spiegato che sono lo schiavo di mia moglie in quanto lei non si sogna nemmeno di evitare di mostrare il suo potere anche dinanzi agli altri ed un minimo di spiegazione e' doverosa, almeno nel lavoro. Ovviamente gli ha spiegato anche i motivi e pertanto il suo sguardo e' indagatore ma non particolarmente accusatore. Mia moglie gli fa cenno di accomodarsi e quindi si rivolge a me " Tu puoi andare, Patrick. Non ho piu' bisogno di te" " Certamente, signora" dico semplicemente uscendo dall'ufficio di mia moglie. Chissa' cosa pensera' di me. Che sono un povero coglione? Oppure che sono un uomo talmente innamorato che farebbe qualsiasi cosa per sua moglie? Alzo le spalle. La cosa mi preoccupa relativamente. Subito dopo l'incidente, faticavo nel prendere consuetudine con questo stile di vita ma poi ci ho fatto l'abitudine. No, ho detto una sciocchezza. Non ci ho solo fatto l'abitudine ma amo in modo totale questa mia nuova vita. E' assurdo ma e' cosi'. Mai avrei pensato di potermi sottomettere ad una donna, sia pure una donna dotata di doti non comuni e bellissima come la signora Benedetta, e provarci piacere ed invece e' successo. All'inizio non riuscivo a comprendere il perche' di questa mia assurda felicita'. Oh beh, se e' per questo il motivo continua ad essermi sconosciuto ma ho semplicemente accettato la situazione. Mi sono accettato. Mi dirigo pertanto nel mio ufficio. Ho delle cose da sbrigare. Lavori piu' banali, ormai. Le responsabilita' sono tutte della mia padrona e malgrado mi presenti come suo braccio destro, le decisioni importanti le prende lei. Sono le 11.30 quando sento un vociare ben distinto. La signora Benedetta deve aver concluso la sua chiacchierata con Tirelli ed infatti esco dal mio ufficio per vedere i due che si stringono la mano. Sono entrambi sorridenti e questo mi fa ben sperare sul buon esito della conversazione. E' proprio Tirelli ad iniziare " Sono molto contento di questo incontro. Abbiamo stipulato un contratto che sara' sicuramente vantaggioso per entrambi" " Ne sono sicura. Patrick, accompagna il signor Tirelli" conclude. Faccio strada al nostro nuovo cliente e gli chiedo se ha voglia di prendere qualcosa prima di andarsene e lui acconsente. Usciamo dall'azienda per fare un centinaio di metri dove possiamo entrare in un bar. Lui ordina un aperitivo ed io opto per un succo di frutta. Continua a scrutarmi. E' chiaro che vorrebbe dirmi qualcosa ma tentenna " Dunque, e' rimasto soddisfatto, a quanto vedo" esordisco cercando di metterlo a proprio agio " Certamente. Sua moglie e' davvero una donna eccezionale con delle capacita' straordinarie. Oltre ad essere una delle donne piu' belle che abbia mai avuto modo di vedere, se mi e' permesso" Sorrido compiaciuto mentre ci arrivano le ordinazioni " E' un fatto oggettivo. Non e' il primo e non sara' l'ultimo a fare i complimenti per le sue capacita' e per il suo aspetto fisico" " Gia'. E ... ... Ehm, la segretaria mi ha anche messo al corrente della sua situazione. Dell'incidente, insomma. Spero di essermi comportato nel modo giusto. Sa, non era facile" " Non si preoccupi. E' stato perfetto" " Ah, meno male. Avevo un po' di timori quando la signorina mi ha detto cosa e' successo. Pero' voglio farle i miei complimenti. Non dovrebbe essere facile per un uomo come lei abituato al comando, immergersi in una situazione del genere" Gli sorrido " Quando si ama veramente, tutto e' facile, signor Tirelli. Se mi fosse pesato, avrei resistito ben poco ed invece e' ormai un anno" " Davvero non le pesa?" mi chiede. Cavolo che impiccione " No, assolutamente no. Lo ha visto lei stesso che mia moglie e' una donna speciale. Con una come lei non mi pesa. Con un'altra forse non sarei riuscito a tollerarlo" Vedo che finisce il suo aperitivo posando poi il bicchiere sul bancone. Anch'io termino di bere il mio succo di frutta, pago il dovuto e gli faccio strada verso l'uscita. Lui mi guarda negli occhi, alzando la testa considerando la differenza di statura " E ... ... .. E mi dica. Puo' anche essere piacevole una situazione del genere?" Sbotto a ridere. Era li che voleva arrivare il nostro Tirelli. Impiccione di prima categoria. O forse semplicemente persona con delle tendenze sottomesse che sta cercando di farsi un'idea di una situazione anomala come la mia " Si rinuncia a qualcosa, e' inutile negarlo. Anzi, si rinuncia a molto ma ... ... .. Si, diciamo che ci sono situazioni che possono rendere il tutto molto piacevole. Ma deve essere fatto con la persona giusta e Benedetta e' l'unica donna che potrebbe farmi fare cose del genere" concludo dandogli la mano. Tirelli mi sorride e mi afferra la mano stringendomela ma non demorde " Ovviamente, c'e' sempre da aggiungere che lei lo fa soprattutto a causa dell'incidente" " Ovviamente" concludo. Ma non so quanto di vero ci sia in questa mio avverbio. Mi congedo dal nostro nuovo cliente e rientro in azienda sorridendo al pensiero di Tirelli. Le prime volte e' stato complicato, inutile non ammetterlo, ma adesso non me ne importa niente di cosa pensano gli altri. Anzi, posso dire tranquillamente di essere orgoglioso. Forse mi compatiscono ma sono sicuro anche che mi ammirano e che, in parte, mi invidiano. Si, mi invidiano perche' stare a fianco a una donna come Benedetta non e' da tutti. Anche in queste condizioni. Fine secondo episodio Se avete voglia di commentare questo racconto, scrivete davidmuscolo@tiscali.it