Un giorno di ordinaria sottomissione di Davidmuscolo Terzo episodio Fine terzo episodio Se avete voglia di commentare questo racconto, scrivete davidmuscolo@tiscali.it Lorena mi aspetta piuttosto impaziente " Signor Patrick ma dove e' stato fino ad ora?" La guardo corrucciando la fronte " Cos'e' successo?" " E' successo che Bazzoni col suo vice sono arrivati in anticipo e sua moglie e' furiosa. Pretendeva che fosse lei, considerando che lo conosceva, ad accoglierlo" Scuoto la testa. Non la passero' liscia " Oh cazzo! Ci ho messo solo pochi minuti, accidenti. Ho offerto qualcosa da bere a Tirelli" " Non mi dia spiegazione. Vada, vada. Sua moglie mi ha ordinato di farla entrare non appena lei fosse tornato" Vado di corsa. Busso alla porta dell'ufficio di mia moglie e poi entro. Il suo sguardo e' tutto un programma. Non vorrei che facesse qualcosa di eclatante dinanzi a Bazzoni. Anche lui e' stato messo al corrente della situazione ma dubito che possa comprendere se mia moglie dovesse picchiarmi duramente e lei e' assolutamente imprevedibile " Dove diavolo sei stato?" mi apostrofa appena faccio il mio ingresso. Chino la testa " Mi dispiace. Sono andato a prendere qualcosa con il cliente" rispondo un po' allarmato. Vedo Bazzoni ed il suo vice che stanno osservando silenziosi la scena. Vado da lui scrollandomi l'umiliazione appena ricevuta da mia moglie e li saluto affettuosamente. Conosco Bazzoni ormai da qualche anno e sono sempre stato io il referente con la nostra azienda. Ma adesso e' mia moglie a prendersi cura degli aspetti che prima erano di mia competenza e potrebbe risentirne. Non e' una persona facile da gestire e il timore di perdere quello che possiamo considerare il nostro miglior cliente e' piuttosto alto. Ovviamente, anche lui e' al corrente della situazione ma e' un tipo scorbutico e all'antica e potrebbe non tollerare che mi faccia trattare in questo modo da una donna. Gli faccio le solite domande di rito, ovvero come va in famiglia e se stanno tutti bene e poi osservo la signora Benedetta che invece e' rimasta intelligentemente in disparte dopo la sfuriata iniziale. " Bene signori, vi lascio in ottime mani. Io adesso ho da fare" Bazzoni mi guarda un po' contrariato mentre mi sembra di scorgere un sorriso di compassione nel volto del suo vice " Non puo' assistere anche lei, Lotti?" Guardo mia moglie in cerca di conferme e lei si avvicina al cliente " No, signor Bazzoni. Sono io che mi occupo di queste incombenze. Se per lei parlare di interessi con una donna e' una cosa fuori dalla sua mentalita', credo che il nostro incontro possa considerarsi concluso. Ma l'avverto, nessun'altra azienda puo' farle il trattamento di favore che posso farle io. Pertanto, se vogliamo parlare di lavoro, bene. Se invece le interessano altri aspetti e non quello economico, mi dispiace ma non posso accontentarla" Trasalgo. Oh cavolo! Trattare cos� il nostro miglior cliente. Stavolta credo che la mia padrona abbia esagerato. Bazzoni sembra essere titubante " Deve comprendermi, signora Lotti. Ho sempre trattato con suo marito e mi sono sempre trovato bene" " Ne sono felice. Ma sono io che comando e non mio marito. Cosa vuol fare Bazzoni? Ha fatto tanti chilometri per parlare di affari. La vuole sentire la mia proposta?" Vedo il nostro cliente offrire il suo consenso muovendo avanti e indietro la sua testa facendo un sorriso a meta' " Ha ragione lei, signora Lotti. Sono un uomo d'affari e sono venuto qui per vedere se possiamo proseguire il nostro discorso. Come ho detto, mi sono sempre trovato bene con voi" " Perfetto. Prego allora. Mettetevi comodi. E tu ... . " prosegue guardandomi "Puoi anche uscire. Se dovessi aver bisogno di te ti chiamero' " Faccio un mezzo inchino alla mia padrona ed un accenno con la testa a Bazzoni e quindi mi avvio verso l'uscita. Appena mi vede, Lorena sobbalza dalla sedia e si alza " Tutto a pasto, signor Patrick? Ho sentito il tono delle voci alzarsi" " Bazzoni sara' pure un buon cliente ma ha una sensibilita' pari a quella di un elefante. Sa quello che e' successo ma ha fatto ugualmente lo stronzo" " L'abbiamo perso?" Scoppio a ridere " Tranquilla. La signora Benedetta sa come trattarlo e sono convinto che uscira' da quella porta felice come una pasqua ma rimane il fatto che, pur conoscendo la situazione, avrebbe voluto trattare con me. Lorena tira un sospiro di sollievo. Chissa' se ha ragione la mia padrona ed e' davvero innamorata di me. Quel che e' certo e' che questa ragazza e' un bene prezioso per la nostra azienda e la signora Benedetta, da donna intelligente, se ne e' resa conto e, malgrado la sua presunta cotta nei miei confronti, si e' ben guardata dal licenziarla " Speriamo!" Conclude la segretaria che poi mi guarda con un sorriso dolcissimo " E lei signor Patrick? Tutto bene anche lei?" " Certo Lorena. Tutto bene" " Deve essere proprio difficile per un uomo con le sue capacita' abbassarsi ad un ruolo secondario" La guardo con un misto di irritazione e di comprensione " Dimmi Lorena" " Si, signor Patrick" " Secondo te, la signora Benedetta ha delle capacita' nel ruolo che avevo io?" " Oh beh, certo. La signora si e' rivelata davvero brava" " Meglio di me?" " Io ... ... Io non saprei" balbetta" " Cosa dicono le statistiche dell'azienda da quando e' arrivata lei a dirigerla?" " Dicono che ... ... . Che c'e' stato un incremento del 20%" " Questo significa che, incidente o meno, lei sta facendo meglio di quanto facessi io e che quindi il tuo timore e' completamente ingiustificato. Significa anche che mia moglie merita di essere a capo dell'azienda, non solo perche' ne e' la proprietaria ma anche perche' ne ha le capacita'. E tutto questo, ripeto, a prescindere dall'incidente. Per concludere Lorena, significa che, dati alla mano, il mio ruolo e' quello di essere suo subalterno. Non e' cosi'?" Lei scuote la testa avanti e indietro in segno di assenso " Si, forse ha ragione. E' il modo in cui lo fa che mi rattrista. Lei, signor Patrick, meriterebbe ben altra considerazione mentre la signora ... ... ." " La signora Benedetta fa quello che deve fare" la interrompo concludendo e lasciandola la' con le sue elucubrazioni in merito che si rinnovano praticamente ogni giorno. Mi ritiro nel mio ufficio in attesa degli eventi sull'incontro tra mia moglie e Bazzoni e ne approfitto per sistemare alcune pratiche e per sentire alcuni dipendenti riguardo certe cose e finalmente sento un lieve bussare alla porta ed una sorridente Lorena fare il suo ingresso " Signor Patrick, sua moglie la vuole" Ci vuole poco a capire che l'incontro d'affari deve essersi concluso positivamente ed i volti sorridenti di mia moglie e del cliente me ne danno l'ulteriore conferma. E' proprio Bazzoni a venirmi incontro ed a tendermi la mano " Credo proprio di dovermi ricredere. La signora Lotti ed io abbiamo concluso un affare veramente vantaggioso per entrambi" Gli stringo la mano che lui mi porgeva e gli sorrido " Ne ero convinto" rispondo poi mettendomi ad osservare la mia splendida padrona che contraccambia il mio sguardo con la consapevolezza di aver svolto il suo lavoro come meglio non sarebbe stato possibile " Spero che da adesso in poi non avra' remore nel rapportarsi con me" " Oh no di sicuro" conferma il nostro cliente " Ah Bazzoni, visto che e' quasi l'ora di pranzo, ho fatto prenotare un tavolo per noi tre in un ottimo ristorante. Spero che possiate entrambi essere miei ospiti" " Con piacere. Cominciavo giusto a sentire un certo languorino" " Bene. Vi prego di attendermi solo qualche minuto. Patrick, tu entra. Debbo parlarti" Seguo mia moglie nel suo ufficio e mi fa cenno di chiudere la porta quindi la seguo per un paio di metri fino a raggiungerla visto che si e' fermata ma appena arrivo al suo cospetto la mia padrona fa partire un sonoro e pesantissimo ceffone che mi fa indietreggiare di un paio di metri e mi intontisce quasi del tutto " Co ... .Cosa ho fatto padrona?" balbetto intimorito " Dovevi essere qui a ricevere Bazzoni. E non voglio sentire scuse. Sapevi che lui ha stima di te e saresti dovuto essere abbastanza sveglio da comprendere che la tua presenza era necessaria" " Ma padrona, io ... .." Non termino la frase. Un altro sonoro ceffone si abbatte come un maglio sulla mia guancia facendomi addirittura perdere per un attimo l'equilibrio. Vedo il suo dito indice che mi indica il pavimento e capisco quello che vuole da me. Mi inginocchio ai suoi piedi per mostrare tutta la mia sottomissione e sento poi il suo piede spingermi la testa contro il pavimento " Ora io e Bazzoni andiamo al ristorante. Io e te riprenderemo il discorso piu' avanti" " Si padrona" bisbiglio. Lo immaginavo che non me l'avrebbe fatta passare liscia ma non oso replicare. So gia' che appena saremo da soli, me la fara' scontare in modo ancora piu' pesante ma se mi azzardo a dire qualcosa la mia punizione sara' ancora maggiore. Mi toglie il suo piede dalla mia testa e la vedo uscire dalla porta del suo ufficio con il suo incedere sensuale. Sono dispiaciuto di averla fatta arrabbiare. Veramente dispiaciuto. Aspetto qualche minuto prima di uscire dall'ufficio di mia moglie ma mentre lo sto per fare mi soffermo dinanzi allo specchio. Gli schiaffi della mia padrona mi hanno lasciato l'impronta delle sue dita, oltre ad avermi fatto male davvero ma se lei lo ha fatto significa che me lo meritavo. Vado nel suo bagno privato e mi getto un po' d'acqua fredda per cercare di togliermi le impronte dei ceffoni e finalmente ci riesco. E' dura. E' difficile una vita vissuta in questa maniera eppure sono felice ed eccitato. Io, Patrick Lotti, il manager rampante, l'uomo abituato a dare ordini, e' incredibilmente su di giri per essere stato umiliato e schiaffeggiato dalla propria moglie. Pazzesco solo a pensarlo qualche tempo fa. Esco dal suo ufficio e Lorena mi guarda con la sua solita compassione e la cosa mi innervosisce " Signor Patrick, c'e' la pausa pranzo. Vado a prendermi qualcosa da mangiare. Vuole qualcosa anche per lei?" Tiro fuori una banconota da dieci euro " Grazie Lorena. Portami un paio di tramezzini ed un caffe'" " Sicuro che non vuole altro?" " Non sono un bambino che ha bisogno di continue attenzioni, Lorena. Vai pure" le dico congedandola. Ho ancora qualcosa da fare e poi non mi restera' che attendere il ritorno della mia meravigliosa padrona. E senza di lei, il tempo scorrera' lentissimo. Sono le 15.30 quando la mia padrona fa finalmente ritorno nel suo ufficio. E' Lorena che entra nel mio ufficio ad avvertirmi " Signor Patrick, sua moglie e' appena tornata e chiede di lei" Alzo i miei occhi dalle pratiche di cui mi stavo occupando per sorriderle " Com'e' il suo umore?" chiedo con un pizzico di preoccupazione " Sembra contenta" " Meno male. Speriamo che non mi dia altri incarichi perche' io sono gia' molto indaffarato" " Lei avrebbe bisogno di un aiuto, signore. Sbriga le mansioni come se fosse un normale impiegato ed inoltre deve anche fare il braccio destro della signora Benedetta" " Lo sai che la signora pretende che sia io ad occuparmi di queste cose. Ce la faro', non ti preoccupare" Lorena si avvicina alla mia scrivania. " Per quanto tempo durera' questa situazione, signor Patrick? Per quanto tempo ancora un uomo delle sue capacita' imprenditoriali e manageriali dovra' ridursi a fare ... ... A fare questo?" Mi alzo. Vorrei sgridarla per la sua ennesima introduzione nella mia vita ma le sorrido " Per il tempo che sara' necessario. Fino a domani, per un altro anno o per la vita intera. Non ha importanza. L'incidente e' stato per colpa mia e devo essere io a subirne le conseguenze. E' mia moglie, la amo e farei qualsiasi cosa per lei. Ti prego, e spero che sia l'ultima volta, non toccare piu' questo tasto" " Si signore" risponde la giovane segretaria per poi uscire dal mio ufficio. La seguo con gli occhi e poi mi alzo anch'io. Non devo far aspettare la mia padrona. Gia' so che il nostro rientro a casa non sara' indolore per me ed e' meglio non far aggiungere un'altra punizione visto che lei non sara' molto sensibile alle mie richieste di perdono. E mentre mi avvio, pensa anch'io a quanto durera' e mi scopro a pensare che vorrei durasse per l'eternita' e quasi temo quando arrivera' il momento in cui tutto tornera' normale. Semmai arriver� quel momento. Entro nel suo ufficio e la trovo sul balcone a fumare. Dio, quanto e' bella e sensuale. La raggiungo ed appena sono di fronte a lei chino la testa in segno ulteriore della mia sottomissione " Allora Patrick. Non mi chiedi com'e' andata?" " Presumo bene, dalla sua gioia, padrona" " Meglio di quanto avessi potuto immaginare dopo la descrizione che mi avevate fatto all'inizio di Bazzoni. All'inizio mi ha fatta arrabbiare di brutto" " Ho visto padrona. Ho temuto che se ne andasse" " Doveva capire che adesso sono io a comandare. E' stato un rischio che dovevo correre ma e' andato tutto bene. Sapevo che per un uomo d'affari alla fine conta piu' la sostanza che certe idee ed avevo ragione" " Come al solito, padrona" " Esatto. Come al solito" " Avete mangiato bene al ristorante, padrona?" " Perfettamente. Con quello che mi e' costato era il minimo. Ed anche Bazzoni ed il suo vice sembravano soddisfatti del pranzo. Hanno spazzolato i piatti" " Ne sono felice, signora. Avete ... ... .. ehm, parlato di me?" " No. Credo che abbia compreso qual e' adesso la situazione. E poi sai una cosa?" " Cosa, padrona?" " Questo e' un problema tra me e te. Gli altri non devono intromettersi. Io sono la tua padrona e non devo nascondere agli altri il mio potere nei tuoi confronti. Se accettano la situazione, bene, altrimenti andassero pure al diavolo, amici, parenti e clienti" " Per me non e' un problema, padrona. Non lo e' mai stato. Sono consapevole del mio ruolo e non mi interessano i sorrisini idioti degli altri. Per me e' semplicemente un privilegio essere il suo schiavo, signora. Una donna come lei, una dea come lei e' ai miei occhi e' semplicemente da adorare e riverire. Il fatto di essere ancora suo marito mi fa sperare che io non sia solo il suo schiavo, comunque" La vedo sorridere. Dio, quanto e' bella quando sorride " Si Patrick. Sei qualcosa di piu' rispetto ad uno schiavo normale. Molto di piu'. Ma questo non ti consente ugualmente di passarla liscia se fai degli errori. Devi obbedirmi e devi adorarmi. Questi sono i tuoi compiti" Sospiro soddisfatto e felice. Quelli sono i miei compiti e cerco di adempiere a quei compiti nel miglior modo possibile ma cio' che piu' conta e' sapere che, malgrado la sua severita' nei miei confronti, malgrado sia rigida e austera, malgrado non si faccia problemi nel picchiarmi con forza e decisione, io mi possa considerare qualcosa in piu' di un semplice schiavo. Oh beh, diciamo che me ne rendevo conto gia' da prima ma sentirlo dalla sua voce mi rende ancor piu' felice. Lo sapevo da certe accortezze che ha sempre usato nei miei confronti malgrado la sua severita' e soprattutto dal modo in cui facciamo l'amore. Si, certo, alla fine mi posso considerare il suo giocattolo sessuale privato e tutte le mie azioni in quegli splendidi momenti sono indirizzati al suo piacere. Del mio, francamente me ne infischio, come direbbe Rhett Butler, e se arriva bene mentre se decide che io non debba provare piacere e' per me la stessa cosa e non l'adorero' certo di meno per avermi privato del piacere sessuale. Alzo per un attimo lo sguardo e riesco a vedere la sua soddisfazione ma mi rimetto con la testa china. E' lei a sollevarmela ed a regalarmi un meraviglioso sorriso " Abbiamo oltre una mezz'ora prima di scendere ed andare dal dottore, non e' cosi' PatricK?" " Si padrona. Anche un po' di piu', se lei e' d'accordo. L'appuntamento e' alle 17 ma possiamo scendere anche intorno alle 16.30" " Bene perche' voglio che tu ti metta sotto la mia scrivania a massaggiare e a baciare i miei piedi nell'attesa. Da adesso" " Con immenso piacere, padrona" le dico Aspetto che esca dal balcone per dirigersi verso la sua scrivania e attendo che lei si metta seduta dopodiche' non debbo fare altro che inginocchiarmi ai suoi piedi. E' quello il mio posto e sono felice di trovarmi in questa posizione. Ora non devo fare altro che prendermi cura delle sue estremita' e adorarla come merita una dea. La mia dea. La voce della mia padrona mi riporta alla realta'. Sono praticamente in trance come ogni volta che devo espletare un suo ordine e l'unica cosa che conta in quei momenti per me e' quella di soddisfarla " Bene Patrick, credo che i miei piedi abbiano avuto la giusta attenzione da parte tua. Ora e' il momento di andare" Guardo l'ora. Sono le 16.20. Si, dobbiamo andare " Come vuole lei, padrona" faccio rialzandomi, non prima di averle rimesso i suoi tronchetti di Tom Ford. La vedo rialzarsi, bella e perfetta come sempre. Si sistema il suo caschetto e poi prende la mia mano per uscire dal suo ufficio. Lorena e', come al solito, intenta nel suo lavoro " Io e mio marito andiamo, Lorena. Ci vedremo domattina" " Certamente, signora Lotti. Arrivederla a domani. Buon pomeriggio, signor Patrick" " Ciao Lorena. A domani" la saluto. Scendiamo col nostro ascensore e ci dirigiamo al parcheggio. Il nostro autista e' intento a leggere il giornale che subito lascia appena ci vede. Si affretta ad uscire e stavolta e' lui ad aprire la porta della macchina alla mia padrona per farla entrare, cosa che lei fa con la solita grazia ed eleganza. Ogni suo gesto, persino quello piu' banale, denota fascino e al contempo autorita' ed a volte io mi soffermo a guardarla felice mentre compie questi gesti. E' sempre stata dotata di fascino ma non posso fare a meno di pensare che tutto e' notevolmente aumentato da quando lei e' diventata la mia padrona assoluta, come se quel ruolo le avesse donato la perfetta consapevolezza dei suoi mezzi e della sua superiorita' " A casa, signora?" le domanda intanto l'autista " No. Oggi ho questa benedetta visita medica. E quindi devi prendere la direzione del professor Mattei" " Certamente, signora" dice il nostro autista mettendo in moto" Conosce la direzione e parte sicuro mentre io mi sono seduto a fianco a lei, riflettendo un po' su questa situazione particolare e la voce di mia moglie mi riporta alla realta' " A cosa stai pensando, Patrick?" Le sorrido. Dio, quanto avrei voglia di baciare quella splendida bocca vermiglia " Oh, a niente di particolare, padrona" " Ascoltami bene, Patrick. Mi sono stancata di queste visite. Non servono a nulla. Sono sana come un pesce. Anzi, non mi sono mai sentita meglio. Sono in forma perfetta ed anche il mio personal trainer lo ha ribadito. Pertanto, ho deciso. Questa sara' l'ultima visita che faccio dal professor Mattei" La guardo sgranando gli occhi" " Ma ... .. Ma padrona, lei non deve ... ... ." Il ceffone mi arriva violento ed improvviso che quasi mi sembra mi abbia girato la testa. Mi massaggio la mia guancia colpita violentemente ma non mi azzardo ad aprire bocca " Io non devo? Tu dice a me che io non devo fare una cosa che ho deciso di fare?" Non ha urlato. La sua voce e' quasi un sussurro ma e' sicura e autoritaria come non mai. Scuoto la testa un po' impaurito mentre il suo sguardo sembra incenerirmi " Mi ... . Mi perdoni, padrona" riesco a balbettare. Il mio timore e' assolutamente reale. Anche se i suoi comportamenti, pur estremamente dominanti, sono improntati quasi alla normalita', resta comunque imprevedibile e potrebbe ridurmi ai minimi termini se la facessi arrabbiare " Non ti azzardare mai piu' a dirmi cosa io debba o non debba fare" mi dice afferrandomi il mento con la sua mano destra. Scuoto la testa e lei prosegue "Ho preso la mia decisione e nessuno mi fara' tornare indietro. Sono io che decido della mia vita e della tua. Niente in contrario, Patrick?" " No padrona. Naturalmente e' lei a decidere" rispondo. Sono comunque preoccupato anche se in effetti ha ragione lei per l'ennesima volta. Queste visite sembrano ormai perfettamente inutili. La situazione e' ormai stabile da quasi un anno, da una settimana dopo la sua uscita dall'ospedale, e niente lascia immaginare che possa cambiare. Fisicamente e' in effetti in perfetta forma, molto di piu' rispetto a quanto lo fosse prima dell'incidente grazie ai suoi continui allenamenti. Ma come potrebbe reagire se lei dovesse ... ... Oh mio Dio, non ci voglio nemmeno pensare. Io non voglio perdere la mia padrona. Ho scoperto questo stile di vita, questa sottomissione continua, e la trovo semplicemente meravigliosa. Oh, non che prima fossi infelice, tutt'altro. La signora Benedetta e' sempre stata al centro dei miei pensieri e l'ho amata dal primo momento che l'ho vista ma essere il suo schiavo, il suo devoto marito sottomesso, ha amplificato in modo enorme queste mie sensazioni e soprattutto i miei sentimenti. Guardo l'autista che non si e' nemmeno azzardato a voltarsi, malgrado abbia visto la scena del ceffone dal suo specchietto. Nessuno deve farlo, anche se Lorena e Maria ogni tanto ci provano, soprattutto per affetto nei miei confronti, senza comprendere che a me tutto questo non da fastidio ma mi eccita da morire. Anche lui e' naturalmente al corrente della situazione e, visto che il lavoro gli serve, rimane silenzioso come se nulla fosse. All'inizio, gli vedevo dei sorrisini stamparsi in faccia ma dopo una mia lavata di testa si e' ben guardato dal rifarli e adesso si occupa solamente del suo ruolo di autista senza manifestare il suo dissenso. Non che me ne importi piu' di tanto ma credo che sia giusto mantenere una certa linea di comportamento con la gente che ci circonda. E mi trovo a pensare, con sommo dispiacere, che ho detto a tutti quelli che mi conoscono della situazione quasi per discolparmi, per non apparire realmente per quello che inspiegabilmente sono diventato. All'inizio, quando nemmeno io ero convinto, l'ho trovato necessario ma adesso quella confessione mi sta stretta. Vorrei dire a tutti che la signora Benedetta e' la mia padrona e che sono felice di essere il suo schiavo e non solo che lo faccio per amore dopo l'incidente. Certo, invece che passare per un dolce e meraviglioso marito che fa tutto per amore della moglie, sembrerei un povero idiota che si fa trattare come una pezza da piedi dalla sua bellissima moglie. Ma che ne sanno gli altri? Che ne sanno del piacere che provo nel sottomettermi alla mia meravigliosa padrona? Ad obbedirle? Persino quando tremo di paura di fronte a lei, persino quando lei mi picchia, quando lei mi punisce, riesco a trovare delle strane e assurde ma meravigliose sensazioni che non hanno eguali.