due donne contro un’intera banda – due poliziotte fuori servizio stroncano una banda di rapinatori e stupratori.
Sandra e Rosaria, la prima (22 anni) da poco entrata a far parte del corpo di polizia, la seconda una veterana nonostante la giovane età (32 anni) stavano indagando su dei reiterati casi di rapine con stupri avvenute da qualche tempo in città, ma nonostante l’impegno nell’indagine, i continui appostamenti e i tentativi di intercettazioni, non erano venute a capo di niente, se non delle scarne testimonianze delle vittime: una banda di non meno di 4 elementi, viso coperto, corporatura robusta e predilezione, come vittime, per le donne. Le vittime venivano affrontate di sera, derubate e violentate, il tutto nel giro di pochi secondi. Una delle vittime aveva provato una reazione, praticando da poco le arti marziali, ma non era servita. In tre l’avevano bloccata e stuprata. Per il resto, nessuna altra informazione valida. Per di più, da due settimane la banda non colpiva, per cui si era pensato che tutto fosse terminato, e le indagini furono interrotte.
Una sera, verso le 22, Sandra e Rosaria percorrevano in auto la strada che conduceva a casa di quest’ultima, un viale che dopo le 20 era deserto del tutto. Sandra, 22 anni, alta 1,70 per 65 chili, capelli bruni corti, e Rosaria, più massiccia, alta 1,70 per 85 chili, con lunghi capelli neri ricciuti. Ad un tratto un’auto le sorpassa con un’accelerazione strana, inutile su quel vialone sgombro per chilometri. Le due poliziotte non ci fanno caso e proseguono. Ma dopo qualche minuto, un amara sorpresa. L’auto che le aveva sorpassate è di traverso sul viale, costringendole a fermarsi, e 5 uomini a viso coperto si avvicinano all’auto delle due donne. Sono loro, non è possibile sbagliare, pensa Rosaria, e con un violento colpo di sportello stende quello più vicino e poi scende dall’auto, intenzionata a regolare i conti. Sandra la segue, atterrando con un calcio in faccia quello che cercava di aprire dalla sua parte. Gli altri tre si bloccano stupiti dalla reazione delle due donne, che addirittura li attaccano! Rosaria colpisce con un calcio in pancia quello più vicino, e Sandra, schivati due pugni, assesta a sua volta un doppio pugno allo stomaco di uno dei due, che si inginocchia rantolando. I cinque cercano di riorganizzarsi ma le due poliziotte non gli danno tregua: un doppio pugno di Rosaria quasi distrugge il viso di uno dei tre, la cui testa proiettata paurosamente all’indietro colpisce in pieno il viso di un altro: due stesi con un sol colpo. Sandra dal canto suo fa uso di un grosso portachiavi per rendere più devastanti i suoi già pesanti pugni. Ne fa le spese uno dei 5, che prende due pugni in faccia che lasciano segni indelebili. Rosaria atterra uno con un calcio al basso ventre, e poi completa l’opera con un calcio in faccia che stende l’uomo su un lato, come una marionetta. Intanto uno blocca Sandra da dietro, e il contatto del pene con il culo duro e tondo della donna provoca in lui una erezione immediata e notevole, date le robuste dimensioni della nerchia dell’uomo. Altri due bloccano Rosaria per le robuste braccia da lanciatrice del peso, sport praticato dalla donna. I rimanenti due approfittano dell’immobilità delle donne per agire, ma entrambi, avvicinandosi, prendono calci tremendi alle palle. Intanto Rosaria si divincola dai due e ne stende uno con due pugni al torace e l’altro con un calcio in pancia. Sandra, facendo leva col piede sulla macchina, proietta sé stessa e quello che la tiene da dietro contro l’altra auto. L’impatto è duro, e l’uomo allenta la presa, abbastanza perché Sandra si liberi e, giratasi, lo colpisce ai genitali ancora supereccitati, con un pugno devastante. “Oooohhhhh…” fa il rapinatore, e si inginocchia a terra. Una ginocchiata di Sandra gli schiaccia la testa contro lo sportello dell’auto, abbattendolo al suolo. Intanto Rosaria conclude l’opera tempestandone uno di calci e pugni, mentre gli altri due già rantolano a terra, avendo subito lo stesso trattamento. Sandra intanto tira fuori dalla tasca distintivo e pistola d’ordinanza, e in due la guardano da terra con occhi sbarrati. Anche Rosaria fa la stessa cosa, e ne ammanetta uno sbattendolo rudemente contro l’auto. Le loro imprese sono finite, e Rosaria propone, al processo, di metterli per un po’ in un carcere femminile, dove le recluse possano divertirsi con loro. Tre finiscono in cella con altrettante donne, mediamente alte 1,90 per 150 chili, tutte in galera per aver ucciso a mani nude degli uomini. Altri due invece, fra cui quello col pene enorme, vengono messi nella cella di Laura e Betty, 350 chili in due, arrestate per aver demolito a mani nude un locale notturno e aver mandato in ospedale, con le ossa rotte, quella stessa notte, 24 uomini. Per una settimana i 5 diventano gli zerbini delle loro compagne di cella: le puliscono i piedi, le massaggiano, di notte dormono nelle brande con loro, spesso finendo sotto a mo’ di materassi e prendendo delle scoregge tremende, che poi sono costretti ad annusare con la faccia dietro ai mastodontici culi delle gigantesche carcerate, e se si rifiutano le donne li massacrano di botte. Al termine della settimana, i 5 sono ridotti a larve, coperti di ferite e lividi e del tutto svuotati della volontà e della virilità. Giustizia è fatta.
GIOVANNI