Prima difesa Di Bettino L'avversario era davanti a lei, sulla materassina, in attesa che l'arbitro desse il segnale d'inizio al combattimento. Ewa lo guardò negli occhi, con freddo disprezzo.. Era la sua prima difesa al titolo di campione dei pesi medi del club di lotta mista. La sua affermazione nel combattimento con l'ex campione Marco aveva fatto sensazione, anche se l'età dell'uomo, che aveva raggiunto omai i 45 anni, serviva da pretesto per minimizzare la sua vittoria. Scatenati, nella denigrazione della sua affermazione, era particolarmente un gruppo di liceali che frequentavano la palestra. Si trattava di tre ragazzi, uno solo dei quali praticava agonisticamente, mentre gli altri due fungevano da allenatori ed assistenti. Il loro campione, Rodolfo, aveva già combattuto con successo con tre donne, vincendo in tutte le occasioni e poi sottoponendo le malcapitate contendenti ad un vero e propria violenza sessuale di gruppo cui avevano partecipato anche i due assistenti. Ciò era consentito dalle regole del club: ma nessuno era mai avvalso in modo tanto degradante per la vittima di tale facoltà come quelli del branco. Nella prima occasione, in cui la battuta era stata una ragazza di 18 anni, una giocatrice di pallavolo altissima ma carente di muscolatura, per di più anch'essa debuttante. Dopo la resa la giovane donna era stata costretta ad ogni possibile gioco sessuale: fellatio, coiti normali e contro natura, penetrazioni contemporanee, finché, svenuta, era stata lasciata libera dal branco. Nella seconda sfida, contro una culturista molto muscolosa, ma di piccola statura, battuta dal maschio grazie alla superiore agilità, i componenti del banco l'avevano posseduta analmente a turno, bestiali e inesorabili come macchine. La terza sfida era stata più equilibrata: contro un'esperta e muscolosa lottatrice di 36 anni, Annie, che aveva vinto il primo round inchiodando a terra il giovane rivale e facendolo poi sottomettere pressandogli la testa tra il torace e un braccio poderoso. Annie aveva dominato anche il secondo round, ma l'avversario, schiacciato a terra, aveva trovato l'occasione per vibrarle una gomitata al volto, ed, approfittando del colpo e della sorpresa, era riuscito infine a sottrarsi alla sua stretta e ad estrarle una sottomissione con una chiave articolare al braccio. Il terzo e decisivo round sembrava facile preda della donna, più muscolosa ed esperta, ma il ragazzo le assestò una testata nello diaframma durante una fase concitata di lotta. L'arbitro non era intervenuto, forse per parzialità verso il maschio, e Rodolfo era riuscito ad immobilizzare a terra la donna che respirava a fatica ed a costringerla alla resa serrandole il collo tra le cosce. Poi l'aveva spogliata, strappandole gli slip, e le aveva praticato un violento "fist fuking" introducendole il pugno chiuso nella figa, facendola urlare per il dolore. L'umiliazione della donna era stata poi completata dall'assalto dei due assistenti, che avevano soddisfatto su di lei ogni gioco erotico. Vi era stata quindi una discussione, tra i membri del club, sull'opportunità di espellere il branco: ma, anche con il voto favorevole di Annie e di Ewa, si era optato per mantenerli soci, lasciando alla ferrea legge della lotta la punizione per Rodolfo ed i compagni. L'arbitro li chiamò al centro della materassina Ewa, alta oltre il 1.80, sopravanzava di quasi 10 centimetri il suo rivale, e la comparazione dei fisici appariva visivamente a suo vantaggio. dal fisico slanciato e potente, 70 kg di muscoli agili e scattanti. Le sue gambe, lunghe e scattanti come quelle di una saltatrice in alto, erano capaci di esercitare una pressione non comune quando afferravano in forbice l'avversario, ma anche le braccia, non ipertrofiche ma piene di nerbo, con i muscoli che si evidenziavano nettissimi quando le contraeva, mostravano una forza non comune. Rodolfo, per contro, appariva un ragazzo sportivo, ma niente di particolare. Persino le sue spalle erano più strette di quelle della donna. l giudice di gara, prese il microfono, e proclamò con voce stentorea, imitando gli annunciatori americani: "Per il campionato di lotta mista della categoria dei pesi medi, nell'angolo blu, la sfidante. Ewa l'amazzone: 28 anni, 1.84 di altezza, 69 kg. Il suo record: 16 incontri, tutti vinti. Eeewaa Nell'angolo rosso, lo sfidante.Rodolfo il conquistatore, tre incontri tutti vinti. Altezza 1,77, 66 kg, 18 anni. RrRodolfo. L'incontro si decide al meglio delle due sottomissioni" I due contendenti raggiunsero il centro della materassina e si strinsero la mano. "Ti pentirai di aver accettato la sfida, troia. Ti violenteremo come non hai mai immaginato. non vorrai più vedere un uomo in tutta la tua vita!" "Ragazzino, non ti aspetti neppure ciò che ti attende. Sei finito" rispose glaciale Ewa. Al gong, Rodolfo attaccò subito, tentando alle gambe di Ewa. Lei evitò la presa scansandosi, poi approfittando del suo sbilanciamento lo sgambettò a terra. Rodolfo si rialzò subito, e contrattaccò tentando di circondare con un braccio il collo della donna, ma le braccia di Ewa erano troppo lunghe per consentire il suo attacco. La femmina sfruttava la sua altezza ed il suo nerbo per tenerlo lontano, poi riuscì a sgambettarlo nuovamente facendolo cadere a terra, e gli si slanciò sopra. Il pubblico rumoreggiò di ammirato stupore. Il ragazzo provò a divincolarsi con tutte le sue forze, ma la donna lo immobilizzò a terra in una presa di judo, circondandogli il collo con un braccio e gravandogli sul torace con il fianco. Rodolfo tentò in ponte, ma a nulla valsero i suoi sforzi: Ewa perfezionò la presa con una chiave articolare al braccio, costringendolo alla resa. Si rialzarono. Ewa lo guardò con scherno, Rodolfo raggiunse rapido il suo angolo Ewa raggiunse i suoi secondi, il suo amante Alex e Annie, desiderosa di una rivincita per interposta persona contro quel piccolo bastardo che l'aveva scorrettamente battuta ed umiliata. I due la incoraggiarono entusiasti: "sei la più forte, proprio non esiste, Stai solo attenta alle sue tattiche sporche" le fece annie. Alex, il suo amante, la massaggiava eccitato: lo esaltava sempre vedere quella donna più forte di lui, che l'aveva battuto nell'incontro del suo debutto, lui già esperto, sottomettere ed umiliare un altro uomo. All'angolo di Rodolfo, per contro, apparivano nervosissimi. "Non puoi perdere, contro quella troia" lo spronavano i suoi assistenti, un ragazzo obeso dalla espressione sadica, Luca, ed uno magrolino ma piano di malizia, Ivan. "Gioca sporco, spaccagli la figa con una gomitata, provale tutte". "La puttana è forte, mi ha sorpreso, ma la batterò, costi quel che costi" si rinfrancò Rodolfo. Ewa cominciò confidente, quasi sfottente, il secondo round. Il ragazzo le girava attorno guardingo, e lei lo sfidò allargando le braccia e sorridendogli "Dove è la tua baldanza? Hai paura di una donna, mio eroe? Rodolfo girava alla larga, senza decidersi a tentare seriamente l'attacco. La donna allora, per rendere ancora più pesante la provocazione, si slacciò la parte superiore del suo bikini, gettandola verso la faccia del suo rivale: "Non ti piacciono le mie tette, non hai voglia di possedermi? O non ti senti abbastanza uomo per me?" lo provocava, facendo oscillare il suo seno non grande, ma solido e perfetto. Rodolfo ne ebbe quasi paura, poi decise di giocare il tutto per tutto e le si slanciò addosso come una furia. La donna non aveva difficoltà a controllarlo, grazie alla maggiore esperienza che si univa ad una maggiore forza. Ma il maschio, in un contatto ravvicinato, le vibrò una violentissima gomitata nel fegato, che lasciò Ewa praticamente senza fiato. Nessuno se ne accorse, tanto meno l'arbitro: solo i secondi della donna intuirono il colpo, e tentarono vanamente di protestare. Ewa era alla mercé del più giovane avversario, che non ebbe difficoltà ad atterrarla ed a cingerle il collo con il braccio, premendole scorrettamente la trachea. L'arbitro non vide nulla di male, malgrado i richiami dei tifosi di Ewa, coperti dalle grida dei fan di Rodolfo, e la donna fu costretta a battere la mano in segno di sottomissione per evitare di essere letteralmente strangolata. "Preparati alla giusta punizione, vacca!" le sibilò Rodolfo, mentre, confusa, Ewa riguadagnava l'angolo. Gli assistenti del maschio tripudiavano, pregustando il momento in cui si sarebbero slanciati contro quel corpo statuario di donna, umiliandola per farle pagare il fatto di essere così più forte e coraggiosa di loro, violandola nella sua intimità sino a farla sentire ferita e sminuita nel suo orgoglio, distruggendo ogni sua sicurezza. "Attenta, lui gioca sporco" si accalorò Annie. Ora viene il round decisivo: devi distruggerlo rapidamente, prima che possa tentare qualcosa di sporco, non devi avere pietà. Ne va del tuo onore, della tua dignità. Io non sono più la stessa, dopo tutto quello che mi hanno fatto passare, e così le altre donne:" Ewa si riprese, ma subito suonò la campana dell'ultimo, decisivo assalto. Si affrontarono freddi come belve, determinati e concentrati. Tutti e due sapevano che stavano giocandosi tutto: il futuro nel club, la dignità, il rispetto, forse anche la vita sessuale e l'autostima. Chi perdeva, non sarebbe stato più lo stesso, ma sarebbe sopravvissuto alla vergogna. Si afferrarono in presa: la donna era sempre la più forte, e riuscì a far piegare il ragazzo. Questo partì con una testata, ma ormai Ewa era pronta, e la schivò lasciandosi cadere a terra. Rodolfo le balzò sopra, i talloni indirizzati contro il ventre della donna, ma questa si schivò rotolando su un fianco. Ewa capì che doveva dare tutto: si rialzò, gli si avventò contro e, con una mossa di judo, lo atterrò facendoselo volare sopra una spalla. Lo seguì nella caduta, andandogli sopra con tutto il suo peso, mozzandogli il respiro. Rodolfo si divincolava con la forza della disperazione, e riuscì infine a ribaltare la situazione, prendendo il sopravvento. Le si piazzò sopra, a cavalcioni sul petto, e tentà di serrarle la gola con le mani. Ma la donna, inarcandosi in ponte, si sottrasse alla presa, quindi riuscì ad afferrare il suo collo tra le sue gambe, serrandolo in una morsa di ferro. Ewa continuò nella pressione, spietata e determinata .Il volto di Rodolfo si fece color rosso, poi viola, infine il ragazzo perse i sensi. Intervenne l'arbitro, interrompendo il combattimento e alzando il braccio di Ewa in segno di vittoria. "Ora è vostro per un'ora" disse indicando il ragazzo svenuto ad Ewa ed al suo team. Ewa si tolse le mutandine del costume, rimanendo nuda in tutto il suo splendore di donna atletica. Poi si accucciò sul volto dell'uomo, facendolo rinvenire con una pioggia dorata. Rodolfo si risvegliò allibito, come uno che uscisse da un incubo per trovarsi in una realtà ancora peggiore. "Sei un a latrina, solo una latrina" lo insultò Ewa. "Bevi la mia orina, apri la bocca," Rodolfo obbedì, accogliendo nel suo corpo il liquido di Ewa. La donna chiamò quindi il suo assistente, Alex: "Ora inculalo, fagli male, possiedilo per me." Gli spettatori guardavano rapiti il grosso cazzo dell'uomo in procinto di entrare nell'ano del ragazzo sconfitto. I suoi secondi erano esterrefatti Luca, il più grosso, tentò di reagire precipitandosi sulla materassina per difendere l'amico. Ma Ewa gli si parò davanti. "Vuoi provarci anche tu? Sono a tua disposizione," Luca era più pesante della donna, oltre 95 kg, ma meno alto e con un corpo floscio e obeso che non poteva rivaleggiare con quello della donna. Si girò con la coda tra le gambe, e si rimise al suo posto. Alex, intanto, massacrava il ragazzo sconfitto con il suo enorme cazzo, facendolo sanguinare dall'ano. Rodolfo urlava come un animale scannato, ma tutto il pubblico, eccitato, voleva la sua punizione. Fino in fondo, senza pietà. Alex lo prese più volte, eccitato nel possedere la vittima della sua donna, di quella donna tanto più forte di lui che lo dominava. Poi, infine, lo lasciò, sedendosi al lato della materassina e baciando Ewa, che aveva assistito eccitata alla penetrazione. Era il turno di Annie. La bionda si spogliò, ostentando il suo corpo giunonico e muscoloso da campionessa di lotta greco romana. Fece sdraiare supino il ragazzo, e gli si sedette sul petto. Poi, inaspettatamente, si chinò sul suo volto, baciandogli la bocca con passione. Gli si strofinò sopra, delicatamente, sfiorandogli il membro. Rodolfo non poté fare altro che eccitarsi, malgrado tutto quanto aveva subito fino a quel momento. Il membro gli crebbe, si fece duro. Un bel membro di ragazzo, grande e solido nella sua erezione. Anni gli si sedette sopra e se lo infilò dentro. Cominciò a muoversi, ritmica,mugolando di piacere. Rodolfo le presse i seni, torturandole delicatamente i capezzoli. La donna serrò i muscoli della sua vagina, quindi con uno strappo si spostò violentemente da un lato. Rodolfo emise un grido straziante, Annie continuò ad agitarsi sopra di lui ridendo Si rialzò, mentre Alex si prendeva disperato tra le mani il suo cazzo dolorante e deformato. Forse non avrebbe più potuto avere un'erezione. Ma non era finita: Ewa e Alex lo presero mettendolo a novanta gradi. Annie, come una dea della vendetta, gli andò dietro infilandogli a forza un pugno nell'ano. "Si chiama fist fuking. Me l'hai insegnato tu, la volta che mi sconfiggesti con la frode, Ora sei tu a provare quanto sia piacevole, anzi, sono io che godo." Lo lasciarono svenuto e sanguinante. Di Rodolfo e dei suoi compagni non si seppe più nulla.