MEMORIE DI UNA PORNO KILLER di lu35be@yahoo.it Capitolo 2 Storia di pura fantasia: ogni riferimento a persone o fatti reali è puramente casuale. Sono molto graditi i vostri commenti e anche suggerimenti sulle prossime missioni e sui metodi di uccidere di questa porno-killer sexy, sadica e spietata. Sarei felice se qualcuno volesse illustrare le mie storie con fumetti o animazioni 3D. Scrivete a: lu35be@yahoo.it Sono passate tre settimane da quando ho ucciso mio marito con la mia famosa sega coi piedi: l^Òho fatto godere troppo per un vecchio debole di cuore, causandogli un infarto letale. Volevo uccidere ancora per provare un orgasmo intenso come quello che ho avuto quando ho visto il mio inutile marito crepare in mezzo ai miei magnifici piedi. Io sono una dea del sesso: nessuno resiste alla mia sega con i piedi, alla ^Óspagnola^Ô che faccio con la mia sesta di seno (naturale e sodo) e al mio pompino con risucchio. Non ho difficoltà a rimorchiare gli uomini, perché sono realmente stupenda: 28 anni, alta 1.90, occhi blu, capelli neri, gambe slanciate e fisico scolpito in palestra. Non ho i muscoli esagerati di certe culturiste, ma le mie gambe sono puro acciaio: posso frantumare una noce di cocco stritolandola fra le mie cosce. In realtà, a me piacerebbe stritolare la testa di un uomo fra le cosce, ma ho sempre avuto paura di finire in galera, così ho sfogato la mia indole assassina creando su internet un harem di web-schiavi, sui quali sperimento virtualmente le tecniche di soffocamento con le gambe e con i piedi che ho affinato in palestra imparando tutte le arti marziali esistenti. Quando il mio vecchio marito ha goduto per la terza volta consecutiva e ravvicinata, il suo cuore non ha retto allo sforzo: dal suo cazzo è schizzato fuori sangue invece che sperma e lui è morto d^Òinfarto. Avevo realizzato il delitto perfetto. Voglio di più: voglio che la mia vittima sia consapevole che sta morendo e voglio leggere nei suoi occhi lo stupore nel vedere una donna dominare fisicamente un uomo apparentemente più forte. Mi eccita l^Òidea di vederlo strabuzzare gli occhi e tirare fuori la lingua alla disperata ricerca di un filo di aria mentre lo strangolo. Pur di non andare in galera, però, mi accontento del delitto perfetto a sfondo erotico. Una sera ho rimorchiato un bellimbusto in discoteca e ci siamo imboscati in un parco deserto. Avevo un abito lungo con un profondo spacco che metteva in risalto le mie cosce: mi sono seduta su una panchina, lui si è inginocchiato e ha iniziato a leccarmi la figa. Se avessi seguito il mio istinto, avrei intrappolato la testa dell^Òuomo incrociando le gambe nella posizione yoga del loto e avrei tenuto la sua faccia schiacciata contro la mia passera, con il naso e la bocca affondati nella vagina, fino a farlo morire asfissiato. Invece ho lasciato che finisse il suo lavoro di lingua, anche perché si era dimostrato un amante esperto, poi ho fatto scattare la trappola mortale: seduta davanti a lui, ho preso il suo cazzo contemporaneamente fra i piedi e in bocca, succhiando con grande voracità. Era un uomo più prestante del mio vecchio ex marito, così mi sono impegnata per sfinirlo: ho scappellato il pene con le dita dei piedi e solleticato il glande con movimenti sinuosi della lingua. Poi ho iniziato a succhiarlo: muovevo la bocca a stantuffo sul suo cazzo, facendo sbattere violentemente la cappella contro la mia gola. Mentre lo spompinavo, tenevo gli occhi aperti per godermi la scena. L^Òuomo ha goduto lanciando un urlo disumano: io ho ingoiato avidamente tutto il suo sperma e ho raggiunto l^Òorgasmo nel vederlo morire schiantato dal mio potente risucchio. Sapevo di poter uccidere qualunque uomo con la forza delle mie gambe, ma quella notte ho scoperto di possedere una arma altrettanto letale: il pompino mortale. Il cadavere fu trovato la mattina dopo da uno spazzino: la polizia ha archiviato il caso come morte accidentale per eccessivo sforzo sessuale e per questo motivo ha indagato in modo superficiale sull^Òidentità della donna che aveva causato l^Òinfarto, senza mai scoprire che ero stata io. Due giorni più tardi ho visto una ragazza bionda in palestra che leggeva la cronaca di questo fatto: i giornali hanno attribuito la morte dell^Òuomo a una misteriosa^Å vedova nera. Senza saperlo, avevano coniato il mio futuro nome in codice come porno-killer: Vedova Nera. È perfetto per me, che ero diventata vedova proprio uccidendo mio marito con il sesso. E che avevo ucciso ancora sempre con il sesso. In più, la mia eroina preferita al cinema è Xenia Onatopp, la spia russa che nel film 007 Goldeneye strangola i nemici fra le cosce durante l^Òamplesso. Inutile dire che quei pensieri mi avevano fatto eccitare. Tornai a fissare la ragazza che leggeva il giornale e vidi che i suoi occhi si illuminavano di uno sguardo sadico^Å La osservai meglio: era più bassa di me, ma con gambe molto più muscolose e un seno davvero esagerato, almeno una ottava. La faccia di un uomo sarebbe sprofondata fra quelle tette: erano perfette per asfissiare. Ho sempre avuto una mente perversa: per me tutte le donne dovrebbero essere delle assassine sadiche e spietate come sono diventata io. La ragazza era amica della padrona della palestra e quella sera toccava a lei chiudere: le dissi che avrei fatto un ultimo esercizio agli anelli (da giovane ho fatto ginnastica artistica e danza classica) e sarei andata a farmi la doccia. La palestra era deserta: solo io appesa agli anelli e lei seduta a leggere su una panca. All^Òimprovviso vedo entrare un uomo: lui non si accorge di me perché sono in alto rispetto a lui; ma allo stesso tempo la ragazza non si accorge di lui che le scivola alle spalle e improvvisamente la pugnala alla schiena. La ragazza cade a terra con il pugnale conficcato nella schiena. È viva, ma ferita gravemente. Capisco che l^Òuomo sta per darle il colpo di grazia e agisco fulmineamente: restando appesa agli anelli, mi dondolo in avanti fino a imprigionare il suo collo in mezzo alle mie gambe. L^Òuomo è intrappolato fra le mie cosce potenti: tenta di divincolarsi, ma è uno sforzo inutile. Stendo le gambe e incrocio le caviglie: per lui è impossibile uscire dalla morsa delle mie cosce. Stringo forte, sempre più forte: vorrei ucciderlo, ma so che mi fermerò come sempre per paura della prigione. Continuo a stringere: voglio farlo svenire. L^Òazione mi eccita e mi ricorda una scena simile in 007 Una cascata di diamanti, dove Bond è preso in headscissor da una ginnasta appesa alla sbarra, con una seconda ragazza di colore che lo prende a calci nei coglioni. Nel mio caso manca chi gli frantuma le palle: c^Òè una seconda ragazza, ma è per terra con un coltello nella schiena. Guarda l^Òuomo rantolare fra le mie cosce, poi mi fissa negli occhi e con una smorfia di grande sadismo mi sussurra: ^Óuccidilo^Ô. Non ho alcuna intenzione di ucciderlo. Non sarebbe il delitto perfetto. Lo faccio solo svenire. Altrimenti finisco in prigione. Penso a tutte queste cose senza distogliere i miei occhi da quelli della ragazza: sono soggiogata dal suo sadismo, che sta esasperando la mia indole assassina. Cerco disperatamente di resistere all^Òistinto di ucciderlo, ma il mio sguardo scivola sulla faccia dell^Òuomo riflessa nello specchio della palestra: ha gli occhi strabuzzati e la lingua disperatamente protesa alla ricerca di un filo d^Òaria. Proprio la situazione che ho sempre sognato. I nostri occhi diventano la chiave di tutto. In quelli dell^Òuomo leggo l^Òangoscia e la richiesta di pietà. In quelli della ragazza c^Òè il dolore per la ferita grave ma anche un lampo di piacere perverso per questa ennesima conferma del potere di vita e di morte che le donne hanno sugli uomini. A quel punto i miei occhi rollano all^Òindietro in preda all^Òeccitazione più sfrenata. Stringo sempre più forte le mie cosce attorno al collo dell^Òuomo. Più lui rantola, più io mi eccito e aumento la morsa letale delle cosce. La ragazza riesce a vedere il suo aggressore crepare strangolato da gambe femminili un attimo prima di svenire per la ferita; mentre io urlo di piacere in preda a un orgasmo indescrivibile. Ancora ansimante, rimango qualche secondo con le cosce strette attorno alla mia vittima: è morto, ma per sicurezza faccio un movimento brusco con le gambe e gli spezzo il collo. Ho realizzato il mio sogno più proibito: sono diventata una spietata e perversa assassina. Ora che ho finalmente scatenato la mia violenza sadica sono pronta a uccidere ancora, sempre di più e nei modi più fantasiosi: strangolare con i piedi, soffocare con le tette, sgozzare con il tacco a spillo d^Òacciaio delle mie scarpe fetish, rompere il collo con un singolo calcio alla carotide, garrotare con le mie calze a rete, asfissiare con la mia figa sbrodolante di umori per la grande eccitazione che provo mentre uccido. In questo diario vi racconterò tutti i miei omicidi passati. E anche le future missioni letali: continuerò a essere una perversa killer della setta femminile Amazzoni XXX (scoprirete anche come sono stata ingaggiata dal nostro boss Vipera Bionda) finché la scheggia di pallottola che ho conficcata nel cervello non si muoverà (e potrebbe accadere in qualsiasi istante a prescindere da quanto sono movimentati i miei combattimenti) mettendo fine alla mia carriera di assassina sexy, sadica e spietata. Fine secondo capitolo (continua)