Piccola ma grande 20 By Max, enjoy_4_u@hotmail.it Menti in subbuglio Rieccomi finalmente dopo tanto tempo a scrivere qualcosa di questa strana famiglia. Chiedo scusa a tutti per il grande ritardo con cui arriva questo seguito. A qualcuno piacer�, a qualcuno no, com'� giusto che sia. Ma spero che in generale sia di vostro gradimento. Ringrazio tutti coloro che mi hanno scritto in questi anni, senza dimenticarsi di Elena, Gio, Anna, Martina e tutti gli altri personaggi che sono apparsi nel corso della "saga". Ringrazio chi mi ha inviato critiche, suggerimenti, complimenti, supporto.. � bello vedere che anche queste storie cos� particolari sono molto seguite. Pi� di quanto immaginavo. Spero di non farvi aspettare tanto per il prossimo episodio! Le tre donne parlarono ancora un p� di ci� che si era appena concluso, complimentandosi con Angelica per il suo comportamento e continuando a spingerla ad accettare la situazione ed a goderne. In realt� Angelica era super-eccitata e contenta di tutto ci� che aveva vissuto, allo stupore iniziale era seguito un sempre maggior coinvolgimento nella cosa.. Era talmente eccitata che sarebbe tornata indietro di corsa per continuare a colpire quelle palle cos� belle esposte, le avrebbe volute torturare per bene, ed inconsciamente stava gi� studiando il modo di ripetere l'esperienza! Questa volta da sola, approfittando ancora di pi� della situazione, senza corde e bavagli! Desiderava gi� ardentemente che quel maschio mettesse volontariamente le proprie palle a disposizione per essere colpite a ripetizione, voleva vedere il suo sguardo mentre gli piantava il piede nei coglioni, sparandoglieli in gola... Il fatto poi che fosse costantemente eccitato, la incuriosiva e la spingeva a colpire con meno remore e meno paure.. Oh gli faceva male, i testicoli sono delicati, ma lui godeva... e questo la spingeva a goderne a sua volta! Era questo che le passava nella testa in quei momenti, ed anche nei giorni successivi... inizialmente non parl� della cosa con sua madre Sara, che di comune accordo con Anna, aveva lasciato la figlia e "cuocersi nel suo brodo", per assimilare appieno tutto quello che era successo. Aspettavano che fosse Angelica a muoversi, a dire qualcosa, a prendere delle decisioni. Decisioni che in realt� lei aveva gi� preso, e che presto avrebbe messo in pratica, doveva ancora decidere se confidarsi con la madre di queste sue voglie, in parte si vergognava tantissimo, ma alla fin fine, vergognarsi di cosa? Era stata proprio sua madre con la sua amica a farle scoprire quel gioco cos� insolito, particolare, affascinante e piacevole. Lo aveva capito benissimo, tutto era stato studiato e lei era stata la protagonista inconsapevole.. Le dava fastidio? No. Voleva rifarlo? Assolutamente s�! Passava le serate masturbandosi costantemente prima di dormire, almeno un paio di volte, ed in quei momenti i suoi pensieri erano molto specifici.. voleva colpire quelle palle, voleva fargli male perch� la faceva godere, e perch� faceva godere anche lui! E voleva scoparselo! Proprio lei.. cos� lontana fino ad allora da ragionamenti simili, voleva fare puro e semplice sesso per appagamento personale. Gio nel frattempo poteva riposare le sue povere intimit�, Anna infatti aveva deciso di lasciare a riposo i suoi gioielli, limitandosi a farlo godere ogni tanto, in un paio di situazioni lo aveva addirittura svegliato in piena notte con un pompino, per grande gioia del figlio, che si era destato in pieno orgasmo liberatorio! Lo adulava per come si era comportato l'ultima volta, sottolineando come dovesse restare un segreto tra di loro, un loro tesoro personale. Gio inizialmente era intenzionato a chiedere spiegazioni a sua madre, ribellarsi anche un po'.. Cavolo lo aveva messo volontariamente nelle mani (e nei piedi) di persone che non conosceva, lo avevano visto nudo come un verme e legato, lo avevano colpito ai genitali, lo avevano visto con il membro duro per il piacere di avere i testicoli colpiti a ripetizione! Ma quando aveva visto il suo viso, i suoi occhi, cos� colmi di piacere, di godimento puro, ed anche di amore verso di lui... tutto quello che voleva dirle gli mor� in gola ancora prima di averlo formulato.. perch� dirle qualcosa? Vederla cos� felice era "appagante", era sua madre... in qualche modo lui in fondo gli apparteneva.. ed alla fine, ne godeva anche lui. La sua eccitazione parlava chiaro, quando lui non ammetteva di essere contento di avere le proprie palle alla merc� dell'altro sesso in quel modo cos� particolare (ed a cui non avrebbe mai pensato di arrivare), il suo membro duro era eloquente.. Evit� quindi domande sulle due sconosciute, era sicuro che a tempo debito sua mamma gli avrebbe detto tutto, ed intanto si riprendeva dall'ultima esperienza.. che specialmente nella parte finale era stata piuttosto impegnativa. Era anche incuriosito dalla presenza di una ragazza, che aveva avuto quella reazione cos� "rabbiosa" inizialmente, lo aveva avvertito chiaramente, ma altrettanto chiaramente aveva capito che poi le piaceva, le piaceva davvero tanto! Nello stesso periodo anche Elena e Martina si trovavano di fronte ad un periodo di "astinenza" dal pestare le palle del ragazzo, e la cosa stava cominciando a farsi sentire, avevano entrambe molta voglia. Martina ormai si masturbava due o tre volte al giorno, come non faceva ormai da anni, pensando alle palle del nipote, pensando a tutti i giochini che potevano fare, sia tutti assieme, sia da sola con il nipotino adorato.. Ora che aveva riscoperto questa passione, ed oltretutto l'aveva amplificata cos� tanto, non credeva di poterne fare a meno. Era indecisa se limitarsi al nipote, o se allargare le sue esperienze ad altri ragazzi, ad altre "palle da pestare".. per esempio era sicura di poter combinare qualcosa di interessante con i dirimpettai che avevano ammirato l'esibizione della figlia, ma al momento era ancora molto proiettata sul nipote, quando chiudeva gli occhi vedeva le sue smorfie di dolore, ed anche il suo piacere, il suo godimento. Elena.. Elena aveva sempre pi� voglia di fare sesso con il cugino. Per dire la verit�, la parola che balenava sempre pi� spesso nella sua mente era "fare l'amore con Gio", il che la diceva lunga sui sentimenti che stavano crescendo dentro di lei. Alle volte si fermava nuda, davanti allo specchio, guardandosi e pensando a Gio cha la osservava, la toccava, la baciava... in quei momenti vedeva i capezzoli diventare turgidi, sentiva il calore crescere tra le sue gambe... non doveva nemmeno toccarsi, le bastava semplicemente stare l�, guardarsi e pensare a Gio.. a quello che le avrebbe fatto, al piacere che avrebbe provato.. si sorprendeva a pensare alla voglia che aveva... di essere presa... di sentirlo tutto in se... di sentirlo sprofondare fino in fondo.. si guardava ed arrossiva.. sentendo forti spasmi nel basso ventre.. sentendo il calore montare... "oh dio.. ma a cosa sto pensando.." eppure non poteva farne a meno.. a volte credeva di essere una "porca senza speranza", se gi� a quell'et� si ritrovava a pensare continuamente a quelle cose (per non dire poi di quello che aveva fatto fino a quel momento), altre volte per�, si diceva semplicemente "che male c'�? Io lo amo e lo desidero".. ed arrossiva ancora di pi�. Dopo quasi una settimana Anna per� si mise in movimento, sapeva che non poteva ritardare pi� di tanto i loro giochi con la sorella, altrimenti avrebbe sospettato che c'era qualcosa che non andava, sicuramente non avrebbe mai immaginato cosa avevano combinato senza di loro, per� poteva farsi idee sbagliate sullo stato dei gioielli del ragazzo, e voleva evitare inutili tormenti. Cos� una sera decise di tastare il recupero del figlio, per poi organizzare qualcosa di bello. Erano assieme dopo cena sul divano a guardare la tv, ed Anna inizio ad accarezzare le gambe del figlio "Come va?" fece con un tono sensuale... Gio cap� subito cosa intendeva, quel tono era inequivocabile, la mano sulle gambe poi stava gi� risvegliando in lui l'eccitazione e l'erezione, non potevano certo averlo "calmato" le occasionali situazioni di godimento che aveva vissuto.. in pi�, i pompini notturni, per quanto lo avessero eccitato e soddisfatto da un certo punto di vista, non potevano certo averlo placato, anzi.. il fatto di aver goduto "inconsciamente" della situazione perch� addormentato, lo aveva sempre lasciato pi� eccitato di prima. Era giovane e con gli ormoni galoppanti.. tutto per lui era come benzina su un fuoco molto vivo... "Devo essere sincero?" disse alla madre con finta noncuranza "Certo che devi! Che domande sono?" ribatt� un po' sul "chi vive" la donna, preoccupata dal fatto che magari il figlio avesse perso la voglia di mettere in gioco le sue palle, non certo di divertirsi, perch� gi� sentiva il suo pene indurirsi nei pantaloni grazie solo alle sue carezze sulle gambe "Beh..." fece lui con studiata lentezza, "a dirla tutta.." e dopo una pausa melodrammatica in cui Anna sud� freddo, ".. francamente mi sono stufato di aspettare.. quando vi decidere a ricominciare a prendermi a calci nelle palle?" e dopo un sorriso sincero, "mi mancano i nostri giochi, e poi mi manca mia cugina! Sai ho voglia di sentire come si sta dentro di lei" Ecco lo aveva detto, ci pensava da un po' in effetti, ed aveva voglia, se ne rendeva conto, di andare oltre con Elena.. di provare sensazioni nuove, di unirsi a lei molto pi� di prima, ora restava da vedere cosa ne avrebbe pensato sua mamma Anna rimase in silenzio per qualche secondo, la mano appoggiata sulla gamba del figlio, molto vicina alla sua erezione, indecisa su come proseguire la chiacchierata, aveva iniziato semplicemente con l'obiettivo di dargli un paio di strizzate ai gioielli e di divertirsi assieme, ma ora era stata presa in contropiede, non in negativo, anzi.. per� non se lo aspettava.. "Ma davvero... non essendo nata ieri, il fatto che tu dica 'dentro di lei' significa che la vuoi scopare giusto?" fece spostando la mano sul suo membro "Direi proprio di s�" "Interessante.." continu� la donna, "sai, sincerit� per sincerit�, me lo aspettavo, anzi mi domandavo quando avresti fatto il grande passo.." "E' piccola mamma, la cosa mi spaventa parecchio" disse Gio sorprendendo Anna con questo slancio di 'saggezza'. "Ci� non le ha impedito di fare ci� che abbiamo fatto" fu lesta a ribattere la donna, "anche se capisco molto bene il tuo punto di vista. Ciononostante" continu�, "nessuno l'ha mai costretta alla fine, come nessuno ha mai realmente costretto te, avresti sempre potuto dire 'basta', entrambi avreste potuto tirarsi fuori in ogni momento, e lo potreste fare ancora se lo voleste", continu� massaggiando piano il membro duro attraverso i pantaloni della tuta. "Tuttavia qualcosa mi dice che non vuoi smettere e secondo me nemmeno lei lo vuole.. anzi credo che anche lei cominci ad aver voglia di andare oltre con te" ed era realmente sincera in questa affermazione, aveva notato come Elena guardasse Gio.. "Anche questo � vero" disse il ragazzo dopo qualche istante di riflessione, "ci� non toglie che � giovane... vedremo cosa succeder�.. intanto penso sia ora di ricominciare a colpirmi le palle, mi piace.." concluse sorridente "Ah vedrai che rimedieremo presto, anch'io ho tantissima voglia e sono sicura che anche Elena ce l'ha..." ribatt� facendosi vicina al figlio, "intanto che ne dici" sussurr� al suo orecchio iniziando ad infilare la mano nei pantaloni del ragazzo "se andiamo di l� in bagno", raggiungendo gli slip ed iniziando ad infilarsi dentro, "e facciamo una bella doccia assieme.." continu� accarezzando l'asta ed arrivando alle palle del ragazzo, "e ti lavo per bene qui!" cominciando a dare una bella strizzata alle sue palle, che ormai si erano riprese, e sicuramente non le stava serrando forte, ma Gio avverti immediatamente quel formicolio familiare.. "Ah, non vedevo l'ora!" fece sospirando, "per� me le lavi anche con la bocca e con i piedi!" le disse afferrandole i bei seni "Sei sicuro? Secondo me intendi che vuoi che te le morda e che ti tiri qualche calcio nelle palle!" continu� lei decisa "Ah", fece lui fintamente pensieroso, "effettivamente hai ragione... per� dovremmo trattenerci, se no poi mi tocca aspettare ancora per farmi colpire le palle da Elena" concluse lui "Tranquillo cucciolo" disse lei dandogli un bacio sulle labbra, "vedrai che non ti spacco le palle, lo lascer� fare a lei" E sempre tenendolo stretto, inizi� ad alzarsi tirandolo per i gioielli verso il bagno.. "andiamo, che � ora di divertirsi" Anna trascin� il figlio in bagno, non fece certo fatica, anche se qualche volta dovette strattonarlo un po' perch� Gio rallentava volontariamente per indurre la madre a tirare e magari a strizzare di pi�, cosa che lei puntualmente faceva, anche se non andava mai nemmeno lontanamente vicino alle strizzate che aveva gi� dato al ragazzo. Appena giunsero in bagno, inizi� a spogliarlo con la mano libera, non senza una certa difficolt�, non era facile togliere una maglia con una mano. Al che stuzzic� il ragazzo "Allora mi vuoi aiutare o devo spremerti le palle a dovere?" fece aumentando appena la stretta.. Il ragazzo non rispose subito, prima si gust� la sensazione delle palle strette fermamente nella mano della madre, il che port� Anna a cambiare la frase "Senti se non mi aiuto giuro che smetto e me ne vado, lasciandoti qui con l'uccello duro ad aspettare per niente!" iniziando a lasciare andare le palle del ragazzo "No no che stai scherzando" si affrett� a rispondere allora Gio, "certo che ti aiuto! Ma per favore non lasciarmi le palle!" continu�, "non ne posso pi�, voglio che mi fai male ai gioielli" concluse, iniziando a togliersi la maglia. "Ahahahah" rise la madre aumentando la stretta tra le sue gambe, "ma pensa te, un figlio che chiede alla madre di fargli male ai gioielli! Ma che mondo strano, soprattutto perch� alla madre piace molto!!" concluse ridendo, e causando anche in Gio una risata divertita. In pochissimo Gio fu a torso nudo, e senza aspettare altro, inizi� a togliersi anche pantaloni e slip, Anna not� che faceva il possibile per prenderla in contropiede, impedendole di assecondarlo nei movimenti e quindi causando strattoni ai gioielli, sempre chiusi nel pugno della donna. Niente di particolarmente doloroso, se ne rendeva perfettamente conto, per� non finiva di stupirla il vedere come lui cercasse in tutti i modi di provare dolore a quei genitali cos� delicati. D'altronde il suo pene durissimo era una chiara indicazione di quanto stava godendo di quella situazione, di quanto la ricercasse. Persa in questi pensieri non si rese conto che ormai Gio era completamente nudo, e che si stava ora dedicando a spogliare lei, ci mise poco a lasciarla nuda, con il suo vestitino leggero arrotolato contro il pugno che serrava i testicoli, era senza reggiseno e senza slip, quindi Gio non dovette lavorare poi molto. "Adesso devo lasciartele andare tesoro" fece dispiaciuta lasciando quelle belle palle per togliere il vestitino del tutto, "ma adesso comincia il vero divertimento" fece entrando per prima dentro il box doccia... In quello stesso periodo c'era qualcun altro che ormai viveva una grandissima crisi di astinenza. Nonostante non avesse vissuto le stesse esperienze intense del gruppo, o forse proprio per provato solo un piccolo assaggio di questo nuovo strano mondo, Sonia era rimasta rapita dagli avvenimenti passati. Guardava e riguardava quel breve filmato girato con il cellulare in piscina, in cui si avvicinava a Gio, prono a quattro zampe come un cagnolino, i testicoli penzolanti. Vedeva e rivedeva il suo piede partire rapido e preciso a colpire il sacco scrotale del ragazzo, tutte le volte sentiva un calore esplodere nel suo basso ventre al momento dell'impatto, come se tutte le volte stesse davvero dando ancora un calcio al ragazzo. Sentiva i suoi umori montare dentro di lei, colare lungo la vagina, era una sensazione tremendamente bella, che raramente aveva provato in passato, spesso si domandava come mai potesse essere cos� eccitante colpire i genitali maschili, si domandava cos'avrebbe provato se qualcuno le avesse, per esempio, preso a schiaffi i seni, se li accarezzava pensierosa, per poi tornare con la mente ai genitali maschili. Ricordava con stupore come quel ragazzo, giovane certo, ma sicuramente non un ingenuo, l'avesse raggiunta dove si era rifugiata e le avesse offerto i suoi genitali, semplicemente per poter vedere il suo corpo nudo. Di come lo avesse duro dopo i suoi calci, di come l'avesse praticamente ringraziata per avergli fatto male. Anche se il pompino che gli aveva regalato alla fine, sicuramente aveva cambiato le cose anche per lui. Era pentita? E di cosa? Di aver preso a calci nelle palle un ragazzo sconosciuto, anzi due ragazzi.. no non lo era. Di aver fatto un pompino ad uno sconosciuto? Nemmeno. Di essersi comportata un po' come una ragazza facile(per usare un eufemismo)? Assolutamente no! Era stato tutto troppo bello. Le aveva aperto un mondo sconosciuto fatto di piacere, non solo limitato ai colpi bassi, ma anche ad altri comportamenti particolari. Essere stata scoperta a toccarsi (non che avesse fatto poi tanto per nascondersi) dai due ragazzi sotto la doccia, essere guardata di nascosto da Gio (anche se lei sapeva che lui vedeva) mentre si toccava le aveva dato un'adrenalina incredibile. Vivere quelle esperienze l'aveva cambiata. Aveva iniziato ad osare cose che non aveva mai nemmeno immaginato. Spesso quando usciva in gonna non metteva gli slip, oppure indossava camicette scollate o che lasciavano intravedere la curva del seno tra i bottoni, si era fatta pi� provocante, pi� spregiudicata. Anche quel giorno era cos�, in giro con un vestitino leggero, la gonna sopra al ginocchio, senza slip e senza collant, una bella scollatura. Pensava che tutti la guardassero, come se sapessero che era senza intimo, ma in realt� non la guardava nessuno, certo ogni tanto qualcuno la ammirava, era vestita in modo provocante, ed era anche una bella ragazza, ma non potevano certo immaginare che fosse "con la micia al vento". Era seduta sull'autobus diretta verso un centro commerciale che fantasticava, quando qualcuno si sedette accanto a lei, subito non lo guard� nemmeno, presa com'era dai suoi "pensieri pallosi", ma quando sent� la mano appoggiarsi sulla sua gamba, si gir� di scatto, pronta ad inveire allo sconosciuto. "Ciao, che bello rivederti" furono le parole che l'accolsero. Non colleg� immediatamente la voce ed il viso che aveva davanti, ma dopo un paio di secondi fece i dovuti collegamenti! Il giovincello della piscina! Quello che le aveva donato i gioielli!! "Ma ciao!" gli rispose allegra, "che bello rivederti!" disse sincera. "Anche per me � bello rivederti! Non faccio altro che sognarti!" fu la sua risposta "Ma dai, che dici", arross� Sonia, "e perch� poi!" concluse un po' ingenuamente "Devo proprio ricordartelo" ridacchi� il ragazzo, "eppure sono sicuro che ricordi molto bene tutto quanto!" Sonia arross� ancora un po', ma rise realmente divertita dall'ironia della cosa, "ahah hai ragione, hai diversi motivi per ricordare la situazione" ed aggiunse pi� sottovoce "anche se forse non tutti molto piacevoli" Il ragazzo ci pens� su un attimo e poi la sorprese per l'ennesima volta, "pi� che non molto piacevoli, direi piuttosto insoliti, perch� per il resto erano davvero mooolto piacevoli" e vista l'espressione un po' stupita sul viso della ragazza, aggiunse deciso e molto sottovoce, tanto che Sonia dovette farsi pi� vicina per sentire bene "Beh, credo che la mia erezione dopo i tuoi calci nelle palle abbia parlato chiaro non credi? Ed anche tu eri eccitata" Sonia fu stupita da tanta franchezza da parte del ragazzo, e glielo disse chiaramente "Per�" butt� fuori quasi come rilasciando il fiato dopo averlo trattenuto, "non mi sarei mai aspettata tanta schiettezza! E nemmeno tanto apprezzamento per una cosa cos�, come dire, dolorosa?" conclusa con anche una punta non tanto velata di ironia Entrambi si misero a ridere, passato il momento entrambi si accorsero di come la situazione si fosse rilassata con quella risata, una volta che entrambi si erano riconosciuti, entrambi erano stati piuttosto tesi, anche inconsciamente. Fino a quell'incontro sull'autobus ci� che era avvenuto in piscina rimaneva un episodio isolato, estremamente eccitante per entrambi, ma comunque isolato, qualcosa che potevano anche fingere non fosse mai accaduto, ma ora.. "Sai" riprese lui, "ti ho sempre cercata in giro" ammise sincero, "quando mi sono ripreso da ci� che avevamo fatto, mi sono reso conto che non sapevo nulla di te, chi eri, come contattarti" prosegu�, "poteva essere stato un sogno se non fosse stato per la prova tangibile che portavo con me" concluse indicando in basso i suoi genitali Sonia sorrise e si accorse anche che era eccitato, si vedeva il suo principio di erezione sotto i pantaloni, in pi� la sua mano stava salendo, scoprendole le gambe. "Addirittura" rimbecc� lei dopo qualche attimo in cui assimil� ci� che aveva sentito, "sai, � strana questa cosa.. cio�, capisco per l'ultima parte, quella dev'essere stata molto piacevole per te.. beh s� lo � stata anche per me in effetti" aggiunse ridacchiando, "per� la prima parte.. possibile che ti sia piaciuta cos� tanto? Dai � impossibile" concluse, sentendo la sua mano sempre pi� in alto sulla gamba. "No non � impossibile" fece lui con un sospiro, "sai, � da quando avevo undici/dodici anni che provo piacere in questa cosa" le confess� candidamente, "certo all'inizio non c'era nulla di sessuale, era forse pi� una sfida a resistere, ma cercavo sempre di stuzzicare le mie amiche a colpirmi, e quasi sempre lo facevano, ridendo, e non ci � voluto molto a rendermi conto che mi diventava duro in quelle situazioni" "Wow che confessione" fu l'altrettanto sincera reazione di Sonia, "e mi dici questa cosa cos�, all'improvviso, con la voglia che ho di ripetere l'esperienza! Cos'� vuoi farmi impazzire?" le disse mettendo a sua volta una mano su di lui, solo che lei la mise proprio sulla sua erezione. "Te lo dico perch� penso di potermi fidare di te, e poi scusa, lo hai gi� fatto, quindi" Sonia gli diede una piccola strizzata al pene duro, "s� ma ora ho voglia" "Ed allora fallo", fu la risposta di lui, "tanto l'autobus � quasi vuoti, e siamo coperti dai seggiolini" continu�, "� facile, infili una mano nei pantaloni, mi afferri le palle e stringi" "Oh mamma" espir� Sonia, "cos� mi fai bagnare" "Vorr� dire che dovrai cambiarti gli slip" ridacchi� lui, "ed ovviamente mi lasci guardare mentre lo fai" Al che fu il momento di Sonia di stupire il suo nuovo amico e compagno di giochi "Sar� difficile sai", gli disse candidamente, con fare innocente, "visto che non porto intimo oggi" Il ragazzo strabuzz� gli occhi e si blocc� incredulo, Sonia ne approfitt� per infilare rapida la mano nei pantaloni (per fortuna il ragazzo era in tuta) ed in un attimo era l�, con le sue palle in mano e sussurrandogli "e non mi far� certo scappare l'occasione di spremere un paio di palle" inizi� a stringere con veemenza, senza esagerare ovviamente, ma con una bella stretta dolora. In risposta lui involontariamente spinse la mano proprio in mezzo alle gambe di Sonia, trovando davvero la sua micia nuda.. nuda e.. bagnata "Oh s�" riusc� a sospirare, "s� ti prego"...