Piccola ma grande 17 By Max, enjoy_4_u@hotmail.it Una famiglia sempre piu' strana Poco per volta l'eccitazione scemo' dalle tre femmine del gruppo. Anna inizio' a guardare il figlio con aria preoccupata, la stessa preoccupazione avvolgeva Martina, che pero' cercava di rispondere agli sguardi che le lanciava la sorella con aria di sicurezza, temendo che l'essersi spinte cosi' in la' potesse spingere Anna a chiudere i giochi. Martina spedi' la figlia a prendere qualcosa di freddo dal freezer, e nel breve periodo in cui era assente, cerco' di rassicurare la sorella, a parole e gesti. Le palle di Gio erano in effetti molto gonfie e rosse, il segno dei denti di Anna spiccava visibile. Quando Elena fu di ritorno, Martina prese cio' che le porgeva (un pacchetto di qualcosa congelato), lo avvolse in un fazzoletto e lo appoggio' delicatamente alle palle del nipote. Anna era preoccupata, ma voleva evitare di parlare davanti ad Elena, in parte perche' lei era l'adulta, in parte perche', lo capiva, anche a lei era piaciuto cio' che era successo.. solo che non voleva che quel gioco si fosse spinto troppo oltre. Piano piano Gio inizio' a riprendersi, forse anche aiutato dal freddo che gli leniva il dolore alle parti basse. Quando apri' gli occhi gemendo, ci mise un po' a mettere a fuoco le tre donne che lo circondavano, vide che erano ancora nude, e una parte della sua mente apprezzo' la vista che offrivano dei loro corpi. Il dolore era ancora molto forte, la sua mente ripensava in automatico a cio' che era successo.. le tre femmine del gruppo lo avevano appena legato e preso a calci ripetuti nelle palle, molto forti, sua madre gli aveva morso le palle fino a farlo svenire, ed era convinto che le fosse piaciuto. E a lui era piaciuto? Non riusciva a pensare lucidamente, preso com'era dal dolore. "Come stai tesoro?" le chiese sua madre. "Tutto bene nipotino?" rimbecco' Martina. L'unica in silenzio era Elena, che non sapeva bene nemmeno lei cosa pensare. Si' ultimamente lo aveva colpito tantissime volte, ed alcune anche molto forte, spesso si era soffermata a pensare che forse esagerava, ma quella sera aveva assistito a qualcosa di piu' "pesante" di cio' a cui si era rapidamente abituata, e doveva ancora assimilarlo. Gio mugolo' qualcosa in risposta, sua madre lo accarezzava da una parte, sua zia dall'altro. Si rese conto di essere sdraiato per terra. Cerco di mettersi a sedere, all'inizio non ci riusci' da solo, ed allora Martina fu svelta ad aiutarlo. Quando fu in posizione le due donne continuarono ad accarezzarlo dolcemente. A Gio non spiacevano quelle attenzioni, cercava comunque con lo sguardo i loro corpi, sentiva il seno della zia che premeva sul suo braccio mentre lei lo teneva su, e le mani di sua madre accarezzargli la testa e l'altro braccio. Le palle facevano un bel po' male, mitigato dal freddo. "Allora, come stai?" chiese ancora sua madre con una punta di preoccupazione che traspariva. "Sto bene" riusci' a dire Gio. "Fanno molto male?" era la voce di Elena, che si era decisa a parlare, con un tono di voce molto sommesso. Gio non sapeva bene come rispondere, gli faceva un male cane, ma non sapeva se dirlo apertamente, anche lui in parte temeva che i giochi finissero, ed in fondo aveva scoperto che quei giochi gli piacevano, non gli piaceva solo il colpo nelle palle in se, ma come arrivava, la luce che vedeva negli occhi della femmina che lo colpiva in quel momento (quando le vedeva in faccia), la gioia ed il piacere che provavano, il divertimento che sentiva dai loro gesti. E poi, beh... poi gli piaceva il colpo, come le sue palle veniva schiacciate, colpite, torturate. Avrebbe desiderato non sentire il dolore a quel modo, per poter ricevere piu' e piu' colpi. Era svenuto per il dolore alle palle.. e forse gli sarebbe piaciuto rifarlo, anche se non lo avrebbe mai ammesso con nessuno, nemmeno con quelle tre femmine con cui condivideva quella cosa cosi' "perversa". Gio fece un bel respiro e finalmente rispose. "Fanno male il giusto! Dovevo essere punito no?" disse abbozzando un sorriso Quel poco che disse basto' ad Elena, cosi' giovane ed ingenua, per credergli appieno, fece un sorrisone e si getto' sul cugino abbracciandolo e dandogli un bacio sulla guancia. Solo quando fu tra le sue braccia ricordo' che non erano soli, e si allontano' rapida dal cugino. Le due donne sorridevano, anche se sapevano bene che il dolore del ragazzo era molto piu' di quello che traspariva, ma entrambe vedevano nella sua risposta la volonta' di non interrompere quel gioco.. si erano spinte molto in la' quel giorno, eppure Gio non si voleva fermare, nemmeno dopo aver provato quello che, lo sapevano entrambe, doveva essere un dolore tremendamente forte. Anna era comunque preoccupata che il figlio non avesse subito danni ai testicoli, ma voleva aspettare che fossero soli. "Beh sorellina" disse rivolta a Martina, "mi sa che per questa sera puo' bastare". Cercava di nascondere la preoccupazione che provava, mista ad eccitazione ed altri sentimenti. "Direi di si'", le fece eco Martina, "anche se non e' che abbiamo finito con te nipotino, e' solo l'inizio" fece ammiccando, "ma ora riprenditi!" Gio le guardo' cercando di capire se nascondessero qualcosa, poi indico' la cugina "E lei niente punizioni?" fece indicando Elena "Si e' fatto un po' tardi" fece sua madre, "ma rimedieremo la prossima volta tranquillo" "Questa me la paghi!" fece Elena al cugino ammiccando alle sue palle "Quando vuoi" gli ribatte' lui facendo un cenno con la mano come a dirgli 'accomodati pure'. La cosa fini' li' con una risata di gruppo, Elena e Martina si rivestirono per tornare a casa, anche se entrambe non misero l'intimo. Una volta rimasi soli Anna e Gio si concessero un bagno rilassante, assieme nella stessa ampia vasca. Anna propose al figlio di farsi lavare da lei, ne approfitto' per proponargli una serie di massaggi stimolanti da vera puttana "Mamma.. ma dove hai imparato a fare queste cose?" fece Gio ad un certo punto "Perche' non ti piace?" ribatte' lei. "Al contrario" le fece eco lui, "e' bellissimo, sembri una professionasta" Gio intendeva una massaggiatrice, Anna lo capi' benissimo, ma fece la finta tonta fraintendendo apposta "Intendi che sono come una prostituta?" fece scendendo con la mano tra le sue gambe e fingendo di volergli strizzar le palle "No no no, che dici" fece lesto Gio, tirandosi un po' indietro con il bacino, il dolore si era mitigato, ma non era sparito, anche se il suo uccello non era proprio a riposo visto il massaggio della madre. Ma ormai per quel giorno aveva dato troppo in tutti i sensi, ed anche l'eccitazione del suo cazzo gli provocava dolore "Sto scherzando" ribatte' sua madre, "lo so che le tua palline sono delicate". Lo disse con un tono un po' canzonatorio, vedendo come Gio avrebbe risposto alla provocazione. "Vorrei vedere te se ti avessero morso le palle come se fossero dentro una morsa" fece piccato lui, "ma lasciami riposare e poi vedrai quanti colpi nelle palle mi potrai dare!" Anna si senti' un po' in colpa a quelle parole, mise la mano sopra le palle del figlio delicatamente, massaggiandole "Scusami bimbo mio" disse sommessa Gio si senti' subito in colpa, si avvicino' alla madre e la abbraccio', "ma no mamma che dici", era cavalcioni sopra di lei, la abbracciava sentendo i suoi seni premere sul suo petto, ed il suo uccello non proprio a riposo appoggiato alla sua pancia. "E' vero" continuo' lei, "ho esagerato" Gio ci penso' su, "forse" ammise alla fine, ed in effetti era vero, "ma alla fine e' stato bello" disse sempre abbracciandola, "se la prossima volta non mi fai svenire, mordimele ancora quelle mie belle palle!" disse con enfasi Anna si stacco' da lui, e lo guardo' sorpresa "Sul serio figlio mio?" fece senza dover fingere di essere sorpresa. Va bene che la cosa piaceva anche a lui, ma lei era seriamente convinta di aver esagerato quella sera, rischiando di causargli dei danni seri "Certo mamma" rispose lui, "mi piace quando mi torturi le palle, non so perche'" continuo' arrossendo, "ma da quando e' iniziata.. beh, non desidero altro che sentire le palle soffrire sotto dei bei colpi" "Dici davvero cucciolino?" fece Anna accarezzandogli il viso "Si' mamma, davvero" annui' lui, "e se non fosse che ormai oggi non resisto piu', mi farei colpire ancora da te!" "Beh oggi in effetti non e' piu' il caso" riprese Anna osservando il figlio tra le gambe, "guarda che palle rosse e gonfie hai!" concluse ridacchiando "Eh gia'" ridacchio' anche Gio seguendo lo sguardo della madre, "e' bello vederle cosi' eh mamma? E ti piaceva mordermi le palle vero?" "Ohh si' che mi piaceva! Voglio davvero farti due palle cosi' figlio mio!" "E mi scoperai anche mamma?" fece Gio abbassando la voce "Che paroloni" rispose Anna appoggiando la mano sul suo cazzo, "altroche' ti scopero' figlio mio!" esclamo' poi, "ti scopero' talmente tanto che mi chiederai per favore di smettere!" "Sara' dura che ti chieda di smettere sai!" ribatte' Gio prendendole in mano i seni "Vedrai", fece Anna. E dopo un attimo di silenzio, in cui si godette il movimento delle sue mani sui suoi seni chiese, "e ti piacerebbe farti scopare da tua zia Martina? Venire dentro di lei piu' e piu' volte?" "Vuoi farmi eccitare ancora di piu'?" fece Gio in risposta, "ho il cazzo che mi esplode di dolore stasera per quanto e' stato in tiro!" "Vedo pero' che un po' di energia la ha ancora" ribatte' lei indicando il suo uccello semiduro "Si' ma fa male mamma" "E tu rispondimi" Gio sospiro' e poi annui'', "si' mi piacerebbe" "E tua cugina?" fece subito lei afferrando la sua asta nelle sue mani "Ma Elena e' piccola!" ribatte' sulla difensiva Gio, temeva che sua mamma avesse intuito qualcosa "Ma e' abbastanza grande per aver accettato di stare nuda con te, di colpirti nelle palle e di assistere al giochino di stasera" continuo' impreterrita Anna, nella sua mente vedeva loro tre scopare il ragazzo, scoparlo e riscoparlo. "Si' e' vero" condivise Gio, ed in fondo lui voleva scoparsela, "si' mi piacerebbe" ammise ad alta voce alla fine. "Diventa grande il mio bimbo" fece affettuosa Anna "Ed anche un po' matto" ribatte' lui ridendo "No dai perche'?" fece lei seguendo la sua risata "Beh, sono qui, nudo con mia mamma, che le chiedo di scoparmi, di farmi scopare con sua sorella, che e' poi mia zia, e non contento ammetto di voler far sesso con la mia cuginetta" parti' a razzo Gio, "e dulcis in fondo, sono qui che sostanzialmente ti prego di continuare a colpirmi nelle palle, di torturarmele, di farmi male alla fonte della virilita' maschile..." concluse senza prender fiato Anna lo guardo' sempre ridacchiando "e che male c'e'?" fece al figlio, "e' cosi' bello sparare le palle in gola ai maschietti a forza di calci". Entrambi risero di gusto, per poi continuare quel bagno rilassante. Gio non manco' di "lavare" la madre, aiutandosi spesso con la lingua, ma nulla di esagerato, entrambi per quel giorno avevano ne avuto abbastanza. Dall'altra parte Martina ed Elena non restarono in silenzio a lungo. Non appena furono in macchina Martina si rivolse decisa alla figlia "Allora ti sei divertita figliola?" Elena ci penso' su un attimo, indecisa su cosa dire di preciso, poi penso' che, dopo tutto quel che era successo, nessuna parola sarebbe stata di troppo "Tantissimo" fece decisa "Mi fa piacere, in effetti e' stato parecchio divertente" ribatte' ridacchiando la madre, "e come ti senti a stare in giro cosi', senza intimo?" Elena si guardo' tra le gambe, sollevo' del tutto il vestitino scoprendosi la giovane micia, "mah" fece pensierosa, poi allargo' le gambe piu' che pote' essendo seduta in macchina, e vi appoggio' una mano sopra, "sono ancora un po' bagnata" fece accarezzandosela, "e' una bella sensazione essere nude" Sua madre scoppio' a ridere e poi vedendola un po' seria la incoraggio'. "Avanti" fece allargando un po' anche lei le gambe, meno dato che stava guidando, "toccami la figa" "Cosa?" ribatte' Elena presa alla sprovvista "Andiamo, non mi dirai che ti vergogni dopo oggi, toccamela" Elena allungo' la mano sotto la gonnellina della madre, fino a toccarle la figa.. bagnata fradicia "mamma" fece la ragazza, "ma.." "Eh si'" la interruppe lei, "piace anche a me. E poi dopo quello che abbiamo fatto oggi, come potrebbe essere diversamente" concluse Elena la toccava, per sentire bene i suoi umori, la masturbava un po'. Per qualche attimo Martina si lascio' andare a quel tocco inesperto, ma poi dato che era alla guida di un veicolo, fu costretta a malincuore a fermare la figlia "Basta dai tesoro", fece mugolando, "se no finisce che finiamo fuori strada" "Uff" fece la ragazza allontanando la mano dalla figa della madre.. "Beh, che c'e'? Non fare la monella sai" le disse allora Martina, "hai ancora una punizione in sospeso, potrei decidere di duplicarla, e punirti anche se siamo sole" "Ah si' e come" fece la ragazza, che aveva colto la nota di malizia nella voce della donna "Per esempio" e Martina allungo' una mano tra le gambe ancora spalancate della figlia, e prese rapida il suo clitoride tra le dita, strizzandolo forte "Ahi" fece Elena cercando di sottrarsi alla stretta delle dita di sua madre, che pero' ridendo non mollo', anzi aumento' la pressione. "Ma pensa, mia figlia e' qui, senza mutande, le gambe aperte che si fa strizzare il clitoride da sua madre.." e dopo una risatina aggiunse, "sei proprio mia figlia" Elena gemette un po' per come Martina le torturava quella intima parte di lei, per poi tirare un sospiro di sollievo quando la lascio' andare. "Ma ora basta" concluse la donna, "continueremo un'altra volta" Il viaggio si concluse in fretta senza altri "incidenti", ma la mente di Martina aveva gia' ricominciato a correre.. la mano di sua figlia che la toccava, la sua che torturava il suo clitoride.. si stava rieccitando. Appena furono a casa Martina fece cenno alla figlia di seguirla in camera. Elena esegui' senza dire una parola, come furono entrate la madre la spoglio' sensualmente, carezzandole la morbida curva dei seni, saggiando la consistenza del suo sederino e passando un dito sulla sua micia. Non ci volle molto che Elena si ritrovo' per l'ennesima volta piuttosto eccitata, sua madre aveva un tocco abile, e non poteva lasciarla indifferente.. "Bene bene" fece quindi Martina, "ora vieni qui" e la guido' vicino alla spondina del letto. Era un letto dotato di due pomoli a punta allungata e arrotondata, Martina spinse la figlia a sedersi. D'istinto Elena fece per spostarsi, per sedersi sul letto, ma la madre la fermo' "no no mia cara" le disse seriamente, "voglio che ti ci siedi sopra" Elena quasi non credeva alle proprie orecchie "Ma mamma" comincio' a protestare "Non voglio sentire scuse figliola" la interruppe lei, "fa parte della tua punizione, ora faremo conoscere alla tua figa una sensazione nuova!" concluse seriamente. Elena senti' dal tono della voce di sua madre che non ammetteva replice, pero' non se la sentiva di farsi penetrare da quel "coso". "Ti prego mamma, sono vergine" provo' a dire. "E quindi? Prima o poi dovrai farlo" ribatte' lei continuando a metterla in posizione "Ma fara' male, e' grosso" provo' ancora lei. "Non dire sciocchezza" fece Martina, "ti ricordo che le donne partoriscono e che ci passano cose ben piu' grosse" continuo', poi con un sospiro sposto' la figlia e si mise lei in posizione "Guarda fifona" fece Martina calando velocemente sul pomolo del letto. Elena sgrano' gli occhi dallo stupore e dall'eccitazione nel vedere sua madre "scoparsi il letto", vide il pomolo sparire rapido nella figa della donna, vide le grandi labbra allargarsi per accoglierlo. Martina non si limito' a "farsi penetrare", inizio' a muoversi su e giu', flettendo le gambe e gemendo di piacere. Ben presto i suoi umori iniziarono a scendere lungo il pomolo del letto.. Martina si porto' vicino all'orgasmo prima di decidere di fermarsi.. "Vedi" disse ansante alla figlia, "andiamo tocca a me" Nonostante la scena, Elena era titubante "Ma, mamma, io veramente" "Che c'e'?" la interruppe Martina, "preferiresti scoparti tuo cugino?" "Che dici mamma?" esclamo' Elena, che pero' effettivamente lo avrebbe voluto con tutta se stessa "Beh, che sara' mai, lo so che vorresti scopartelo sai" disse Martina, tutt'altro che completamente convinta della cosa, pero' l'eccitazione parlava per lei, "e direi che sarebbe strano il contrario" Elena prese coraggio "beh piuttosto che farmi il letto.." fece la ragazza arrossendo un po', "preferirei farmi lui!" concluse "Ma guardala la mia bambina scopatrice" ribatte' ridendo la donna, "sei proprio come tua madre! Vorra' dire che ora ti faro' qualcos'altro" concluse. Martina la fece accomodare sul letto e poi spari' dalla stanza, per tornare poco dopo con alcune cinture di accappatoio, ed un'altra cosa che Elena non riusci' a vedere, perche' la madre fu lesta a nasconderla. "Bene bene" fece Martina sedendosi sul letto, "ora ti metto in posizione". Si mise a cavalcioni sul corpo della figlia e poi inizio' a legarle le caviglie con un'estremita' delle cinture. Lego' l'altra ai pomoli del letto, costringendo Elena a spalancare le gambe. Poi si giro' verso la figlia e con la cintura che avanzava, le lego' i polsi alla spalliera del letto. Una volta terminata l'opera, inginocchiata tra le sue gambe spalancate, osservandola e carezzandole le gambe. "Ho proprio una bella figlia" comincio' a dire salendo con le mani verso il bacino, "senti che belle gambe... senti che bella fighetta carnosa che hai" prosegui' carezzandole la figa umida con la mano, per poi improvvisamente afferrare saldamente le grandi labbra, spremendole e torcendole tra le dita della mano "l'ideale per fare questo!" concluse ridacchiando Elena gemette subito di dolore, cercando di sottrarsi alla presa della madre "Aaa mamma che fai" gemette muovendo il bacino. Martina era stata accorta nel legarla, ed Elena non aveva un gran spazio di manovra "Ti punisco" replico' la donna, "ti avevo avvisata no?" concluse continuando a torcere con forza le grandi labbra della figlia.. Il gioco ando' avanti per un tempo che ad Elena parve infinito, la madre le torceva le grandi labbra della micia senza remore, tirandole spremendole piu' che poteva. Quando Martina fu stanca di questa tortura, lascio' andare quella intima parte della figlia e rimase ad osservarla, cosi' rossa. "Come inizio non c'e' male che ne dici?" fece rivolta alla figlia Elena non rispose, riprendendosi da quella lunga tortura che le era stata inflitta, la madre allora, fingendo di perdere la pazienza, mollo' un forte ceffone al seno della ragazza, colpendola appieno sia sulla morbida carne del seno, che sul capezzolo "Ti ho fatto una domanda!" esclamo' colpendole il seno Elena squitti' di dolore.. "Ahi" e dopo una pausa "si' si', ma fa male" "Deve fare male" ribadi' Martina eccitata, "se no che punizione e'?" "Ma avevi detto che per oggi non mi avresti punita" piagnucolo' un po' lei "In quanto tua madre ho diritto di punirti quando lo meriti" ribatte' tranquilla la donna, ed afferrandole entrambi i capezzoli, torcendoli si avvicino' al viso della figlia sussurrandole "E poi sei tu che non hai voluto scopare come ho fatto io". Elena gemette, sentendo i capezzoli duri torcersi sotto le dita di Martina. Per sua fortuna stavolta la cosa non duro' tanto quanto la tortura alla sua micia, Martina la lascio' presto andare, ma solo per girarsi di spalle e mettersi a cavalcioni sul suo viso "Immagina cosa devi fare" fece alla figlia. Non ci fu bisogno di altre parole, ubbidiente Elena inizio' a leccare la figa bagnata di umori della madre, inizialmente Martina la lascio' fare, godendosi il tocco della sua lingua, poi, senza togliersi da quella posizione, si chino' in avanti per recuperare da vicino al letto l'altro oggetto che aveva preso su quando si era assentata. Elena aveva il viso immerso nella figa della madre, per cui non si accorse di nulla, fino a quando non senti' un forte rumore, seguito poco dopo da un dolore montante al suo basso ventre. Martina infatti, rimanendo a cavalcioni sul suo viso, aveva iniziato a colpirla con una paletta da spiaggia, di quelle in plastica dura, rideva mentre colpiva la figa della figlia in quel modo. Elena tento' di iniziare a protestare, ma Martina abbasso' il bacino, coprendole la bocca con la sua figa fradicia di umori e continuando a colpire la micia sempre piu' arrossata della figlia. Gli schiocchi erano forti e sonori, le giovani labbra della ragazza furono presto pervase da un forte rossore. Una mano di Martina si divertiva giocando con il proprio seno, i capezzoli turgidi, mentre l'altra colpiva tra le gambe la figlia.. Elena mugolava, sentendo il dolore degli schiaffi, ma avvertendo anche ondate di piacere. La presenza della figa della madre sulla sua bocca poi contribuiva alla cosa, quasi senza rendersene conto inizio' a leccare un po' quella micia cosi' bagnata, certo non era una leccata ne continua ne fatta particolarmente bene.. Elena si interrompeva quasi ad ogni colpo ricevuto, chiudendo la bocca contro quella micia.. cosa che causava comunque piacere a Martina, dato che le sue grandi labbra erano ben stimolate da quei movimenti. Il giochino continuo' per qualche minuto.. fino a che Martin non fu soddisfatta della "punizione" inferta alla figlia.. prima di rialzarsi fu tentata dall'infilare di forza il manico della paletta in quella fighetta giovane, ma poi si fermo', folgorata dall'immagine del nipote che scopava con la ragazza per la prima volta. "Bene bene" fece rialzandosi piano dal letto, "come punizione non e' stata male no?" Elena ansimava sul letto, la micia in fiamme per i colpi ricevuti "Insomma" balbetto' "Non dir balle a me" ribatte' sua madre, "li vedo i tuoi capezzoli, e poi hai la figa bagnata" concluse ridacchiando Elena stette in silenzio, rimuginando su quello che le aveva appena detto la madre.. le era davvero piaciuto.. beh in parte si'.. "E comunque non e' finita qui" continuo' Martina, "da oggi in casa starai sempre nuda, e difficilmente avremo le tende chiuse" "C-cosa?" esclamo' Elena strabuzzando gli occhi "ma mi vedranno tutti!" "E allora?" continuo' la donna, "non ti piace farti vedere bella nuda, le tette al vento? Sono sicura di si'" Elena non sapeva cosa e come ribattere, stava li', immobile legata nel letto.. ora della fine chiese alla madre se la liberava "Non lo so" fece pensierosa lei, "dipende".. "Da cosa?" chiese la figlia "Dalla risposta che mi darai alla mia prossima domanda..." Ed usci' dalla porta, lasciando Elena con al bocca spalancata in attesa del suo ritorno...