Piccola ma grande 15 By Max, enjoy_4_u@hotmail.it Un gruppo sempre pił unito ed un nuovo ingresso Come sempre, grazie. Grazie a tutti voi che mi scrivete sia per i complimenti che per le "critiche" ed i suggerimenti! Mi fa piacere che leggiate cio' che scrito, mi fa piacere che troviate nelle mie parole fonte di divertimento e perche' no, anche di piacere. E se le mie storie potessero essere fonte di ispirazione per qualcuna/o di voi, ne sono solo che felice! Alla prossima! E non esitate a continuare a scrivermi. Rispondo sempre a tutti, perdonate se magari tardo un po'! Gio si sentiva iper-eccitato ed anche preoccupato, era nudo, da solo, senza possibilita' di vedere se qualcuno, per errore, fosse entrato nella loro zona. Ragionava su cosa avrebbero potuto pensare vedendo un ragazzo, completamente nudo, praticamente a quattro zampe, con le palle penzoloni e l'uccello in tiro. Intanto le tre donne stavano andando in piscina, sogghignando di come lo avevano lasciato. Parlavano tranquille e non si accorsero che, mentre passavano davanti alla zona in cui si era "nascosta" Sonia per osservare la scena, la ragazza le stava ascoltando "Lasciamolo li' ad aspettare" stava dicendo Martina, "cosi' ogni minuto che passera' temera' il nostro ritorno!" concluse ridendo "Ci sta!" fece Anna, "in piu' sono sicuro che e' terrorizzato dall'idea che possa arrivare qualcuno e vederlo!" aggiunse sgomitando la sorella Elena ascoltava in silenzio, non sapendo bene cosa dire, ma sopratutto se dire qualcosa. "Hai voglia tu Elena" la interrogo' Anna, "di andare a dare un altro bel calcio nelle palle a Gio tra qualche minuto?" "Davvero zia?" fece la ragazzina "Certo!" "Ma perche'?" chiese Elena, che continuava ad essere comunque eccitata dalla cosa "Perche' se lo merita, ha perso!" fece Anna, "e poi non credere, tocchera' anche a te sai! Hai perso anche tu" "Inutile che me lo ricordi!" sbotto' sbuffando Elena "Ed allora intanto che puoi sfogati con tuo cugino" si intromise Martina, "e poi e' divertente!" "Hai ragione sorellina mia" concordo' Anna, "vedrai che ti divertirai!" aggiunse rivolta ad Elena Quest'ultima parte del discorso sfuggi' a Sonia, le tre donne del gruppo si erano ormai allontanate, ma non le importava, raccolse di corsa il suo costume, decisa a fare una cosa ora che ne aveva la possibilita'. Si rimise il due pezzi, non senza carezzarsi la micina bagnata, sentendo un brivido di piacere scorrerle lungo la schiena, partendo dal suo clitoride e lasciandole la pelle d'oca. Si mise gli occhiali da sole, prese su il cellulare e si diresse facendo la finta tonta verso la zona a fianco. Quando fu vicina all'ingresso si guardo' intorno, c'era casino, ma nessuno guardava da quella parte. Si affaccio' poco per volta, per verificare che Gio non potesse vederla. Non ci credeva, era fermo li', a cagnolino, la testa appoggiata a, sembrava, una delle loro borse per stare piu' comodo, ma le gambe erano larghe, le palle penzoloni, l'uccello duro. Resto' immobile ad osservarlo per qualche secondo, sempre piu' accaldata ed eccitata, poi si tiro' indietro, preparo' il cellulare inizio' a filmare ed entro'. Fece piano, pianissimo, non voleva farsi sentire, ammirava le sue palle, osservando come fossero rosse e gonfie, riprese meglio che poteva. Quando fu vicina fu tentata semplicemente di prenderle in mano e spremerle all'inverosimile. Ma sicuramente a quel punto si sarebbe girato.. allora si decise, carico' la gamba destra, prese la mira e lascio' partire un calcio forte, molto forte, piu' forte di quanto voleva fare, ma spinta dall'eccitazione non resistette, aspettava quel momento da quando aveva visto dalla finestra cio' che faceva la sua vicina! Impatto' contro le palle con forza, le senti' sul piede, le senti' chiaramente nell'impatto.. si schiacciarono con forza contro il pube del ragazzo, che preso totalmente alla sprovvista si lascio' sfuggire un grido strozzato dal dolore immediato. Le senti' schiacciata tra il suo piede ed il suo corpo, le senti' scivolare di lato, una per parte, distintamente. Le prese di collo pieno, cosa che amplifico' ancora di piu' la sensazione di piacere che le esplose tra le gambe, travolgendola, senti' un calore immenso accendersi nella sua micina, un calore che si propago' lungo il suo corpo, risalendole la schiena, i capezzoli gia' un po' turgidi, svettarono prepotenti contro il suo costume, i suoi umori bagnarono inevitabilmente il suo piccolo slip, sentiva brividi lungo il corpo. Le sembrava quasi di vivere un forte orgasmo, e tutto grazie solo ad un calcio nelle palle di quel ragazzo. Resistette alla sensazione di colpire ancora e ancora. Gio si era semi-accasciato in avanti sulla borsa a cui era appoggiato, respirando affannosamente. Non aveva nemmeno portato le mani tra le gambe, cercava solo di riprendersi dal forte colpo subito. Sonia si allontano' pian piano, sempre riprendendo tutto, temendo che il ragazzo si girasse. Usci' dall'area e si diresse dapprima nella sua, poi cambio' idea e devio' verso le docce coperte poco lontane. Incrocio' un paio di ragazzini che la osservarono, noto' chiaramente che le guardarono il seno, con i capezzoli cosi' ben visibili, ed il pube, era sicura che la macchia lasciata dai suoi umori stesse crescendo. Raggiunte le docce, ebbe quell'attimo di lucidita' per mettere il cellulare nella sua custodietta ed appenderlo al sicuro, dove non si sarebbe bagnato, e poi si tuffo' sotto il getto dell'acqua, ne caldo ne freddo, che sperava l'aiutasse a riprendersi un po'. Aveva una voglia tremenda di toccarsi, faceva scorrere le sua mani sul suo corpo, cercando di essere indifferente, ma capi' che non ci riusciva, per fortuna era sola in quel momento. A parte, e lo noto' poco dopo, quei due ragazzini incrociati poco prima che la osservavano. Li vide, penso' di smettere, ma poi sempre presa da quella sensazione, e prima ancora di rendersene conto, si scopri' i seni, lasciandoglieli ammirare. Lanciando verso di loro un "belle vero?" prima di ricoprirseli piano. I due ragazzini risero, uno addirittura le mostro' le sue intimita', vide un uccello di discrete dimensioni, saranno stati due sedicenni, in tiro, e si senti' ancora piu' eccitata. L'altro ragazzo le chiese di fargliela vedere, lei si mise una mano sulla micia ribattendo, "si ma prima vi do un calcio in quelle palline!", lo disse vogliosa, vide che uno dei due forse glielo avrebbe anche permesso, ma l'altro quello che non lo aveva tirato fuori, con un "no grazie ci tengo alle palle" trascino' via l'amico deluso. Restata sola riusci' pian piano a riprendersi, dovendo pero' sempre resistere all'impulso di masturbarsi. Gio stava cercando di riprendersi. Non aveva minimamente sentito arrivare la persona che lo aveva colpito, una parte di lui si chiedeva chi poteva essere stato, non le sembrava un calcio di Elena, quindi pensava alla madre od alla zia, ma in fin dei conti, non e' che da un calcio si possa capir tanto. Poteva pur essere stata Elena, lasciatasi andare ad un colpo piu' forte del solito, come gia' era successo. Fatto sta che quando senti' il piede colpirlo alle palle, schiacciargliele cosi' forte, per poco non grido' sia per la sorpresa che per il dolore. Per fortuna, si' era una fortuna probabilmente, il dolore esploso immediatamente tra le sue gambe, ed allargatosi immediatamente al suo stomaco prima ed a tutto il resto del suo corpo subito dopo, gli smorzo' l'urlo in gola. Provo' un dolore molto grande, sempre piu' provato quel giorno dai colpi ricevuti, ma anche dal continuo stato di eccitazione in cui lo costringevano, e che aveva lasciato i segni di dolore sia nel suo uccello che nelle sua palle. Senti' i gioielli cercare una via di fuga, senti' anche montare qualcosa di simile all'orgasmo, probabilmente se il colpo fosse stato meno forte e ripetuto, sarebbe venuto, ma quell'unico colpo cosi' forte lo eccito' portandolo vicino alla venuta, ma al tempo stesso blocco' quel piacere primordiale che era l'orgasmo. Non trovo' le forze di muoversi, si accascio' sulla borsa che conteneva la roba della zia, su cui aveva trovato appoggio. Aveva le palle in fiamme, ma era anche eccitato. Trovo' come sempre un attimo per riflettere su quanto fosse strano che si eccitasse nel subire delle torture ad una zona cosi' delicata del suo corpo, ma poi accantono' il pensiero, godendosi il momento. Per dirla tutta avrebbe preferito un colpo meno forte, si eccitava a subire piu' colpi, sentendo il dolore crescere, mentre stavolta era in pratica gia' fuori gioco. Dopo un po' inizio' a ritrovare le forze, giro' la testa ma, come gia' si aspettava, non video nessuno, erano gia' ri-andate, allungo' una mano alla borsa frigo li' vicino e prese una bottiglia di acqua fresca, se la mise tra le gambe, appoggiandovi le palle doloranti. Senti' subito un refrigerio benefico, che inizio' a placare il dolore, stette cosi' a lungo, fino a che il dolore, grazie al freddo, scemo'. Le tre donne intanto erano in acqua a godersi la giornata in altro modo, sia Anna che Martina stuzzicavano Elena, in qualita' di perdente del gioco, mettendole in testa chissa' quali penitenze le sarebbero toccate. Erano in un angolo della vasca, quando Anna, avvicinatavi alle spalle della nipote, le mise le mani sui fianchi "Ci divertiremo con te sai" le sussurro' ad un orecchio, ma abbastanza forte in modo che anche Martina sentisse, "ed anche tu ti divertirai stai sicura" continuo', "anche Gio ha perso, e scoprira' quante cose possiamo fargli, specie tra le gambe!" Anna si era fatta piu' vicina alla nipote. "Vedrai, sara' bello", prosegui', "ma intanto" le sussurro' ancora, "per ricordarti che comunque comandiamo noi..." e terminata la frase le prese lo slip del costume dai lati, e tiro' verso l'alto "Zia!" fece Elena sorpresa "Zitta" disse ridendo Martina, mentre Anna tirava verso l'alto ed il costume si infilava tra le natiche della ragazza, e sopratutto, iniziava a spingere sul mezzo della sua micina "Carina cosi' no?" fece Anna. "Molto" disse Martina, "pero' aspetta" e si fece vicina alla figlia, e sempre mentre Anna teneva alto il costume, Martina ne prese il cavallo e fece in modo che iniziasse a spingere ed entrare tra le grandi labbra della figlia. Elena si guardo' intorno spaventata, aveva sentito anche una carezza sulla sua micina. "Mamma ma che fai" fece in imbarazzo "Quello che voglio" fu la risposta, "non puoi opporti!" continuo' "Casomai ti sfoghi su Gio" fece Anna, "i calci nelle palle sono un ottimo antistress" concluse lasciandole andare il costume. "E guai se ti rimetti in ordine" concluse Martina. La micia di Elena era in bella mostra, con i suoi peli giovani bene in vista, Anna si porto' davanti ad ammirarla li' in acqua con le sue intimita' cosi' esposte. "Dovremo fare qualcosa", fece rivolta alla sorella, "i peli possono anche essere attraenti, ma e' piu' bella depilata" concluse accarezzando la figa di Elena. La ragazza si lascio' sfuggire un gemito di piacere, era gia' eccitata da tempo, e la situazione non contribuiva a calmarla, oltretutto le avevano detto, ancora una volta e molto chiaramente di prendere a calci nelle palle Gio. "Ma guarda le piace" fece Martina, accarezzando a sua volta la figa della ragazza e causandole un nuovo gemito di piacere, "dopo dovremo punirla per questo, non le abbiamo detto che deve essere piacevole questa cosa" concluse "Si' hai ragione", concordo' Anna, dopo questa piccola impudente avra' la punizione che merita, direttamente qui" concluse rimettendo la mano sulla sua micia. "E puniremo anche Gio ovviamente" continuo Martina, "e lo farai anche tu!" disse rivolta alla figlia "Dovro' colpirlo ancora?" fece Elena innocentemente, ma ben contenta "Tutte le volte che potrai" fece Anna di slancio, e dopo qualche secondo, ripresasi un po' dallo slancio emotivo, "ovviamente sotto la nostra autorizzazione, ti insegneremo come si trattano le palle di un maschietto per benino" "Ma ora" li interruppe Martina, "vatti a fare una nuotata" "Cosi'?" si stupi' Elena "Certo" fece la madre, "hai perso ricordi! E non lamentarti troppo, se no togliamo la parte sopra!" "Uffa" fece vergognosa lei, ma dopo uno spintone di Anna, parti' per la vasca a lasciare in mostra il suo corpo.. Le due donne rimasero a confabulare, Martina appoggiata di schiena al bordo vasca, Anna era appoggiata al contrario, con le braccia sul bordo vasca e la testa appoggiata sopra, rivolta verso la sorella "Mamma che eccitazione" stava dicendole Anna, "ho i capezzoli durissimi ed un calore laggiu'.. meno male che siamo in acqua" "Gia'" fu la replica di Martina, "non dirmelo che ho un fuoco.. in questo momento non so se preferirei piu' un paio di palle da torturare o scopare furiosamente!" concluse Anna si fece piu' vicina alla sorella "Tira giu' il braccio in acqua" le disse sforandole il braccio piu' vicino. Martina la guardo' con aria interrogativa, immergendo il braccio in acqua "perche'?" le chiese "Masturbami" le disse eccitata la donna "Ora qui? Ma non urlerai di piacere?" fece ridacchiando "Mi tratterro'" disse sempre piu' eccitata, "ma non resisto, masturbami porca!" Martina lascio' scivolare la mano tra il muro della piscina e la sorella, carezzandole la pancia, poi piu' giu' sempre piu' vicino al suo bassoventre. "Sei un maiala di prim'ordine" le sussurro' avvicinandosi un po' di piu' "Senti chi parla" ribatte' la donna con un mugolio, "chi e' che mi sta infilando le dita nella figa?" le disse mentre sentiva la mano farsi strada nel costume e le dita infilarsi subito dentro. Martina lavoro' con calma e perizia la micia della sorella, le carezzava le grandi labbra, stimolava il clitoride piano, per poi re-infilare due o tre dita nella micina della sorella. Anna stava con la testa appoggiata sulle braccia, gli occhi chiusi, godendosi quel tocco esperto. "Vorresti che fosse l'uccello di Gio vero?" le sussurro' Martina "Mmmm si'i'i'" fu la risposta, "e' cosi' bello!" "Lui o il suo cazzo?" ridacchio' la donna "Entrambi" Martina prosegui' a lavorare la micia di Anna, sentiva i fremiti del suo corpo farsi piu' evidenti, piu' forti. Anna stava godendo tantissimo, il calore che sentiva tra le gambe da quella mattina, amplificato dal lavorio esperto della sorella, la stava travolgendo, avrebbe voluto urlare di piacere, ma sapeva che doveva trattenersi. "Se non ci fossi stata io avresti perso l'ultima lo sai?" le disse Martina mentra infilava bene a fondo tre dita "Ahhh ma che dici?" sospiro' la sorella "Che sei in debito con me", Martina stava assaporando una situazione particolare, in cui si vedeva al comando degli altri tre elementi del gruppo "Mmmm e perche'?" "Perche' se perdevi come facevi a giustificare bene i soprusi alle palle di tuo figlio?" le disse la sorella, interrompendo il lavorio all'interno della sua figa, e prendendo tra due dita il clitoride della sorella. Inizio' sfregandolo piano, provocando un nuovo moto di intenso piacere in Anna, per poi iniziare a strizzarlo rudemente, prima piano, poi sempre piu' forte "Che fai" fece Anna aprendo gli occhi, "fa male", non poteva agitarsi troppo, rischiavano di essere scoperte "Faccio un po' quel che mi pare no?" fu la risposta, "te lo ripeto, sei in debito con me, ci divertiremo, ma io mi divertiro' un pochino di piu'!" concluse stringendo sempre piu' forte. Anna faticava a dissimulare il dolore che le stava causando, iniziava a muovere il bacino, ma senza poter liberare il suo clitoride dalla stretta decisa di Martina. "Non cambi mai", fece la donna ricordando alcuni episodi che vissero da ragazzine, "hai sempre avuto l'indole dominante" Martina ridacchio', sussurrandole "pero' ti piace!" Anna resto' in silenzio per un po', poi "va bene" Martina torse ancora il suo clitoride, prima di re-infilare le dita nella sua figa, riprendendo la masturbazione "Vedrai che sara' bello!" disse mentre la masturbava, "e non e' necessario che i ragazzi lo sappiano" Ci mise poco a farla venire, nonostante tutto, Anna era ancora piu' eccitata di prima, nel momento culminante quasi si mise davvero ad urlare di piacere, trattenendosi solo all'ultimo momento. Esauriti gli spasmi di piacere, Martina lascio' per un po' la mano tra le gambe della sorella, carezzandola dolcemente, poi quando vide tornare la figlia, la sfilo'. "Arriva la nostra altra allieva" disse alla sorella "Gia'" fece Anna girandosi ad osservare la nipote, "sai, vorrei vederla scoparsi Gio, e dopo riempirlo di calci nelle palle!" ormai ogni pudore, timore, era perso. Probabilmente, si rese conto Martina, Anna avrebbe fatto qualunque cosa le fosse stata suggerita, era in pratica in suo potere, spinta in parte dalle sue voglie estreme (era sempre stata porca come lei) ed in parte dalla "soggezione" verso la sorella. Anche se soggezione era una parola grossa, Anna amava essere spinta, lo aveva sempre amato. Un po' temeva i limiti, ma un po' amava superarli. Ed in Martina aveva sempre trovato la "leva" giusta per superare se stessa. Dominante o dominata in realta' in questo caso valeva poco, perche' entrambe usavano l'altra per i propri piaceri, e forse era questo consapevole gioco che le legava cosi' tanto. "Che vergogna" esordi' Elena come arrivo' dalle due donne "Stando ai tuoi capezzoli non si direbbe ti sia dispiaciuto" fece Martina Ed in effetti i capezzoli di Elena erano belli ritti, ben visibili sotto il costume che portava, la ragazza se li osservo' poi sospirando "beh pero' che imbarazzo, insomma" "Scommetto che se fossimo fuori dall'acqua il tuo costume sarebbe comunque fradicio tra le gambe!" insiste' Anna "Zia!" fece la ragazzina, "dai!" Le due donne risero, prendendo Elena in mezzo a loro ed abbracciandola "Ormai e' ora di tornare dal nostro ometto" fece Anna "Eh si', direi" concordo' Martina "Posso rimettermi a posto allora?" chiese Elena speranzosa "Non saprei" fece dubbiosa Anna, "mi piacerebbe vederti uscire dall'acqua cosi'" Elena strabuzzo' gli occhi, Martina rise dando man forte alla sorella "Si' si' si'" "Ma siete matte!" fece Elena, "io cosi' non esco! va bene tutto, ma e' gia' umiliante essere girata cosi' in vasca, fuori non ci vado!" "Beh" fece Anna seria, "se decidessimo cosi', dovresti farlo, senza se e senza ma!" e prima che Elena potesse ribattere qualcosa Martina aggiunse la sua. "Eh si', perche' tu devi fare quello che vogliamo noi! O preferisci mollare? In quel caso a casa faremmo i conti!" Elena abbasso' gli occhi, e stava gia' per issarsi su bordo vasca quando Anna la fermo' mettendole una mano sul seno. "Dove vai?" "Come dove vado? Ad umiliarmi" rispose rassegnata "Lascia stare, scherzavamo" e dopo qualche secondo, "per ora" Elena sospiro' di sollievo mentre sentiva le mani di sua madre che la toccavano per rimetterle a posto il costume. Gemette pero' quando senti' le dita toccarle la micina, quando senti' uscire il costume dalle sue grandi e giovani labbra, gemette di piacere, perche' era comunque costantemente stimolata dalla situazione ed anche dall'effetto che le faceva il costume tra le chiappe del sedere e tra le grandi labbra. "Ma sentila" fece Anna, "sta godendo" "Non mi sembrava le avessimo dato l'autorizzazione a provare piacere" ribatte' Martina. "S-Scusate" balbetto' Elena "Non basta", ribatte' Anna "Vero", concordo' Martina, "quando saremo tornate, ti spoglierai, e ti sdraierai di schiena a gambe aperte, e poi scoprirai cosa ti aspetta" "V-Va bene" fece accondiscendente Elena. Le tre donne si diressero verso la scaletta di bordo vasca, poi stettero li' un po', per far scemare l'eccitazione che era cosi' evidente in tutte e tre le donne, Intanto Sonia era tornata nel suo angolo di osservazione, si era pero' seduta normalmente, ancora presa dalla sua eccitazione doveva finire di riprendersi. Aveva messo gli occhiali da sole, e si stava godendo l'attimo, quando osservando verso la siepe ben nota che la separava da quelle belle palle, noto' che il ragazzo la osservava. Messo com'era Gio infatti era finito dopo il calcio piuttosto vicino alla siepe, e casualmente era riuscito ad intravedere Sonia rientrare nel suo angolo. La osservava semplicemente perche' aveva un bel fisico, reso ancora piu' accattivante dall'acqua che pian piano si asciugava sul suo corpo. Sonia sospiro' di sollievo dentro di se, era stata tentata di andare a spiare ancora, ma se cosi' avesse fatto, forse si sarebbe accorta troppo tardi del fatto di essere osservata. D'altro canto, lui non si era accorto di essere stato visto, in quanto la ragazza non guardava direttamente verso la siete, per cui Sonia decise di giocare un po' con lui, dandogli un piccolo premio per ringraziarlo di quello che aveva subito, anche se ovviamente Gio non poteva sapere nulla. Eccitata ancora com'era, inizio' languidamente e poco per volta ad accarezzarsi il corpo, partendo dal collo, dolcemente, scendendo ad accarezzarsi la curva dei seni, risvegliando subito i suoi capezzoli, che si erano appena appena "rilassati", continuo' accarezzandosi sempre piu' giu', sulla pancia, giocando un po' con il proprio ombelico e con il piercing che indossava in quel punto, accentuava il tutto leccandosi languidamente le labbra. Gio trattenne il fiato quando vide cosa stava iniziando a fare la ragazza dall'altra parte, non la conosceva ma era bella, un bel corpo, e si stava iniziando a toccare.. era sola, era evidente, e credeva probabilmente di essere in "intimita'" e non pensava che qualcuno la stesse osservando. Gio dimentico' quel po' di dolore che ancora sentiva tra le gambe, osservava rapito.. Sonia intanto era giunta ad accarezzarsi tra le gambe, una mano toccava la micina da sopra il costume, l'altra continuava a carezzarsi i seni, ogni tanto lanciava un occhiata a Gio, protetta dagli occhiali da sole, voleva che continuasse ad osservarla, ed infatti era li', che si godeva la "visione". Continuava ad accarezzarsi, pian piano infilo' la mano dentro al costume, sia sul seno che tra le gambe, prese a masturbarsi ed a gemere, non a voce alta per non farsi sentire fuori, ma sufficientemente udibile da Gio. Continuando il suo giochino, Sonia si sfilo' la parte alta del costume, lasciando liberi i seni, ed iniziando a giocare coi capezzoli, li carezzava, strizzava un po', scese quindi allo slip, e rapidamente se lo sfilo', posizionandosi poi in modo da essere a gambe aperte davanti al viso del ragazzo, che per poco non si lascio' sfuggire un gridolino di sorpresa e piacere nel vedere davanti ai suoi occhi quella micia depilata cosi' bella. Due grandi labbra belle carnose, umide dei suoi umori.. Sonia riprese a massaggiarsi abilmente, lasciava scorrere le dita lungo le grandi labbra, si stimolava il clitoride, fino a che non si decise ad inserire direttamente due dita nella figa bollente.. lo fece piano, con calma, per dar modo a Gio di godere ogni istante. Era eccitatissima, il fiato corto, il fatto che lui la stesse spiando, pensando che lei non sapesse nulla, il fatto che lei lo stesse facendo consapevolmente, il fatto di avergli finalmente tirato un bel calcio nelle palle, tutto questo la eccitava oltre misura. Ci mise poco a raggiungere l'apice dell'orgasmo, fremiti incontrollati cominciarono a travolgerla, con Gio che dall'altra parte era pianamente in tiro, eccitatissimo dalla visione che stava assaporando. Sonia continuo' a masturbarsi, furiosamente stavolta, travolta dagli spasmi, fino a che non si esaurirono, e lei non resto' ferma cosi', carezzandosi dolcemente la micia bagnata fradicia, restando ferma a gambe aperte davanti a Gio, che tanto avrebbe voluto penetrarla. Resto' cosi' fino a quando non senti' ripassare il gruppetto di donne che dominavano quel ragazzo, preparandosi poi ad eventuali altri sorprese dall'altra parte della siepe. Anche gio senti' tornare le sue tre "muse", parlavano a voce alta per cui ebbe il tempo di rimettersi in posizione, abbandonando la visione della ragazza nuda al di la' della siepe. "Oh ma che bravo!", senti' dire da sua madre, "ancora in posizione" "E con l'uccello duro mi pare" rintuzzo' sua zia. Elena non parlo', Gio sperava che non lo colpissero, o perlomeno che non lo facessero troppo forte, per quanto lo eccitasse in tutti i casi l'idea di avere le sue palline oggetto del loro divertimento (specialmente contando il fatto che ora erano tutt'e tre assieme a farlo), non pensava di poter resistere granche' dopo l'ultimo calcio ricevuto, ma non si sarebbe lamentato, non voleva che il gioco rischiasse di finire a causa sua. "Bene bene", fece sua zia avvicinandosi ed afferrandogli le palle come se stesse afferrandogli l'uccello, lasciandole libere fuori dal pugno della sua mano. Gio senti' immediatamente un piccolo dolorino sordo di sottofondo risvegliarsi. "Siamo ancora belli eccitati eh" continuo' sua zia "Mi sa che e' un giovane porcello" fece sua madre avvicinandosi. "Sai che non avevo notato che avesse dei testicoli cosi' grandi" continuo' ridacchiando sua madre, "non pensi?" rivolta alla sorella. "Si', sono belli grandi" concordo' Martina, sorvolando sul fatto che fossero rossi e gonfi anche grazie ai loro colpi, poi rivolgendosi verso Elena che osservava un po' in disparte eccitata anch'essa, "vieni qui tesoro" facendole cenno di avvicinarsi. Elena si fece vicina e si inginocchio' accanto alla madre. "Toccale dai", le disse Martina Elena la guardo' incuriosita ed allungo la mano iniziando a toccare le palle del cugino che sporgevano strizzate e costrette in un piccolo spazio dal pugno di sua madre. Anche Anna si avvicino', chinandosi dall'altra parte, osservo' la "palpata" particolare che stava facendo Elena, e poi senza dir nulla, fece cenno alla nipote di dare uno schiaffo a mano aperta e tesa alle palle del figlio. Elena sogghigno' all'invito di Anna, ma chiese conferma con la testa prima di colpire, ad un cenno affermativo di Anna, Elena sollevo' la mano e colpi' decisa, tenendola completamente aperta e tesa, schioccando il palmo contro le palle del cugino, che strette nella morsa di Martina non potevano certo scappare. Allo schiocco' Gio gemette sentendo il dolore riemergere immediatamente, cerco' di muoversi, ma sia sua madre che su azia lo tennero fermo. Elena senti' un nuovo moto di calore tra la gambe, e senza aspettare nessun invito, colpi' ancora le palle di Gio, e ancora e ancora. Sia Anna che Martina scoppiarono a ridere, mentre in Gio il dolore cresceva. Gli schiocchi erano secchi e decisi ed in poco Gio non resistette e nonostante fosse tenuto fermo dalle due donne, crollo'. "Ok ora basta tesoro" fece Martina rivolta alla figlia, "penso che per ora possa bastare" "Si' come inizio va bene" concordo' Anna, "ci hai preso gusto eh!" fece rivolta alla nipote. "E' divertente" disse semplicemente Elena, che si godeva la sensazione delle palle colpite dalla sua mano, quello schiocco che facevano, la sofferenza che, con poco sforzo, poteva provocare in Gio. Era eccitata, molto eccitata. "Si' hai ragione", concordo' Martina, "e' divertente! Ma dopo tocchera' a te mi sa!" concluse "Cosa intendi?" domando Elena, "cosa mi farete?" "Mistero" ridacchio' sua zia Anna, "ma cosa ci fai ancora in costume, nuda!" le disse afferrandole il costume e togliendolo. La ragazza non si oppose ed in poco fu nuda come il cugino. Gio inizio' subito a guardarla, tralasciando il dolore che provava, subito Anna lo punzecchio' "Ti attrae una ragazza nuda eh!" fece rivolta al figlio "Beh, meno male dai, pensa se lo attraessero gli uomini" fece sua zia ridendo "Hai ragione!" concordo' Anna, "In quel caso, penso proprio che dovrei.." e lasciando in sospeso la frase, lancio' un calcio alle palle di Gio, non forte, ma sufficiente da causargli un nuovo moto di dolore. Tutte quante ridacchiarono per quella situazione, fino a che Martina non si rivolse ad Elena. "Ormai e' quasi ora di andare" fece rivolta alla figlia, "ma prima dobbiamo fare una cosa" concluse "E cosa mamma" chiese Elena incuriosita. "Ora ti mostro, vieni qui" le disse prendendola per un braccio. La fece sdraiare a terra sulla schiena e poi le prese le gambe e le allargo' per bene. Anna gia' immaginava cosa voleva la sorella, e sorrideva pensando al momento. Dopo averla osservata un po', Martina prese le due borse mettendole ai piedi di Elena, non tanto per impedirle di muovere le gambe con il loro peso (erano leggere), ma per impacciarle i movimenti, infilandole le caviglie nelle cinghie delle borse, ed impedendole in sostanza di chiuderle in modo efficace. Conclusa quell'opera la osservo' ancora un po', poi le prese le braccia e gliele porto' sopra la testa, armeggio' un po' vicino alla borsa frigo (quella si' era un po' pesante) e poi le blocco' i polsi con la cinghia di quella borsa. "Beh" fece a quel punto la ragazza, "perche' questa posa?" "Vedrai", fece Martina, "Gio vieni qui" Elena penso' che volessero che Gio la toccasse, e la cosa le avrebbe fatto piacere, Anna si intromise e preso un asciugamano glielo butto' sul viso. "Ehi", fece Elena. "Ah no, non devi guardare!" ribatte' Anna, "sorpresa!" I capezzoli di Elena erano turgidi, Martina fece inginocchiare Gio all'altezza del bacino di Elena, e lei si posiziono' dall'altra parte. Anna si mise invece tra le gambe della nipote, per vedere bene. Parlando solo a gesti Martina comincio' a spiegare cosa doveva fare Gio. Che dopo qualche secondo dovette reprimere una risatina. Ad un cenno della zia, si posiziono' bene ed avvicino' la mano alla micia della cugina, prese bene le misure e dopo un ultima occhiata alla zia ed alla madre, parti'! Carico' il braccio e lascio' partire uno schiaffo alla micia di Elena. Fu un bello schiocco che colse di sorpresa la ragazza, che cerco' subito di muovere braccia e gambe, le braccia erano immobilizzate sopra la testa, le gambe erano piu' libere, ma come le vide muoversi Anna si piazzo' con le mani sopra le sue ginocchia per bloccarla "Ehi che fate?" protesto' Elena "Quello che ci pare" fu la pacata risposta di sua madre, "stai ferma e lascia fare!" Elena si agitava, Gio si era fermato ma Martina lo incito' ad andare avanti. "Muoviti se no riprendiamo con le tue palle!" gli fece decisa. Il nipote si scosse, si rimise in posizione e riprese a colpire con degli schiaffi la micia di sua cugina. Erano colpi abbastanza forti, che causavano un bello schiocco, Elena continuava a protestare, finche' sua madre non le tappo' la bocca con una mano sopra all'asciugamano. Gio sentiva distintamente la micina della cugina ad ogni schiaffo, la sentiva calda, umida, morbida. La desiderava. Incitato dalle due adulte, continuo' a colpirla arrossandole di molto la figa sempre piu' dolorante. Elena gemeva, Sonia dall'altra parte era stupefatta a spiare il quartetto. Non conto' gli schiaffi Gio, ma furono tanti. Quando sua zia lo fermo', osservava rapito la figa di Elena, rossa, umida. Avrebbe voluto leccarla. Sua madre lo richiamo' all'ordine e gli indico' i capezzoli di Elena. Erano ritti, duri. "le piace" mormoro' con la bocca sua madre. Gio guardo' prima lei e poi sua zia, e senza aspettare un invito, afferro' i capezzoli duri della cugina e li strinse e torse. Elena mugugno' di dolore, mentre Anna e Martina sorridevano soddisfatte. Dopo quella che ad Elena parve un eternita', Gio le lascio' i capezzoli, e le due adulte la liberarono. Sua madre le massaggio' la figa mentre Elena si sedeva tutta imbronciata. "Mi avete fatto male!" disse rivolta a tutti e tre "Ma ti e' piaciuto direi, sei fradicia" le disse sua madre lasciandola senza parole. In effetti Elena era bagnata fradicia tra le gambe, e non per la piscina. "Cio' non toglie che fa male!" ribatte' dopo un po'. "Non tutto cio' che fa male non piace" si intromise Anna, guardando di sottecchi Gio. "Andiamo a bere qualcosa" fece Anna rivolta alla sorella, "voi restate qui, nudi!" E senza aspettare risposta si allontano' con la sorella, come se fossero gia' d'accordo da tempo. Come furono uscite Gio abbraccio' Elena "Scusa" gli sussurro' ad un orecchio Lei gli mise una mano sull'uccello duro e inizio' a massaggiarlo. "Non preoccuparti" fece la ragazza "Invece si'" ribatte' lui "Invece no" continuo' decisa lei, "mi sono eccitata!" confesso' decisa Gio la guardo' stupito, "pensavo che la zia ti prendesse in giro!" sussurro'. "Beh, non lo volevo ammettere cosi', ma.." e gli prese una mano e se la porto' tra le gambe. Gio la trovo' calda, umida, anzi, bagnata, piu' bagnata di prima. "Wow" sussurro' "Che strana coppia siamo eh?" fece ridacchiando Elena, "tu che ti lasci prendere a calci nelle palle, io che mi scopro eccitata perche' mi hai schiaffeggiato la figa" "Gia'" rise concorde Gio, "ma mi diverto di piu' quando giochi con le mie palle" "Anch'io" fece lei, "pero' anche questa cosa puo' essere divertente.. potremo trovare dei bei giochi da fare assieme" gli disse osservandolo "Si'" fece lui, prima di chinarsi e baciarla profondamente sulla bocca. Si baciarono a lungo, con le mani ognuno sulle intimita' dell'altro. Quando si staccarono Gio le domando' se voleva dare una lezioncina a loro. Elena le accarezzo' dolcemente, "secondo me e' meglio se ti conservi" gli sussurro', "le vedo lanciate!" confesso'. "Si' anch'io" fece lui, "non mi sarei mai immaginato una giornata cosi'!" "Beh da qualcuno dobbiamo pur aver preso non credi?" disse Elena. "Vero" concordo', "ma a me va bene ed a te?" "Benissimo!" e dopo qualche secondo, "tu pensi che ci abbiamo scoperto?" Gio riflette' un attimo, in effetti tutto era cominciato poco dopo che loro due avevano iniziato a giocare, pero' lo imputava piu' al caso che ad altro, o almeno lo sperava. "No non credo", le disse, "ed anche se ci avessero scoperto" continuo', "non le vero molto preoccupate, anzi... sembrano incitarci in questo modo!" "Hai ragione" disse Elena, "pero' sai com'e', e' tutto cosi' strano" "Godiamoci il momento!" fece lui, avvicinando di nuovo il suo viso a lei. Si baciarono ancora un po' prima di lasciarsi e sdraiarsi uno accanto all'altro. Gio con l'uccello duro che svettava. "Ma come fai a resistere cosi' tanto?" fece lei stupita. "In effetti non ce la faccio piu'" confesso' lui, "essere eccitato a lungo fa male!" "Ah si'?" chiese Elena curiosa. "Si'" "Ma pensa..." "Davvero non lo sapevi?" chiese Gio incuriosito. "Onestamente no", fece Elena senza guardarlo, "per dirla tutta" prosegui' la ragazza, "ne so molto meno delle mie amiche, ma fino a poco tempo fa sinceramente non ci pensavo!" Lo disse con un tono strano, un po' tra il dispiaciuto e l'imbarazzato, un po' come se stesse confessando una mancanza inammissibile. "Sembra quasi che ti vergogni di saperne poco" le disse lui, "ed a parte il fatto che stai recuperando bene" continuo' coccolandola un po', "non ci trovo nulla di strano, anzi, mi sembra perfettamente normale!" "Dici?" fece lei sempre piu' coinvolta sentimentalmente dal cugino. "Certo, e comunque ora dubito che le tue amiche facciano cio' che facciamo noi, per cui, sarai sempre un passo avanti" le disse allegro. Intanto Sonia dall'altra parte era impegnata in altro. Quando le due donne si erano allontanate, si era seduta un attimo a riprendersi, si era avvolta un asciugamano attorno al corpo nudo, e stava riflettendo su tutto cio' che continuava a succedere di la', quando vide qualcuno entrare nella sua area. Alzando lo sguardo riconobbe uno dei due ragazzi che l'avevano osservata prima. Entro' senza dire nulla. "Ciao" fece lei incuriosita. Lui la guardava con gli occhi bassi, imbarazzato. Poi senza dire una parola si tolse il costume ed allargo' le gambe, fermandosi cosi', le palle penzoloni, l'uccello semi duro, ad osservarla rosso di imbarazzo. Sonia riconobbe che era quello dei due che sembrava piu' propenso a farla divertire con i suoi gioielli per vederla nuda. Sorridendo e senza parlare si alzo', e lascio' cadere l'asciugamano. Il ragazzo la guardo' stupito trovandola nuda, cercando di mangiarla da subito con gli occhi, lascio' correre lo sguardo lungo il suo corpo, dai seni belli sodi, con i capezzoli belli evidenti, al suo ventre, giu' alla sua micina. Lei non disse nulla, semplicemente si avvicino' al ragazzo e mentre lui la osservava, lascio' partire un calcio, era il secondo che dava quel giorno, colpi' quelle palle penzolanti solo con la punta del piede, nell'eccitazione aveva calciato male, ma la sensazione di piacere che provo' quando senti' il suo piede impattare le palle di quel ragazzo sconosciuto, quando le sua ditine colpirono i testicoli, comprimendoli e spingendoli contro il suo corpo, quando li senti' scivolare sotto le dita, fu comunque stupendo. Il ragazzo accuso' il colpo, con un mugolio soffocato si ritrasse, resistette in piedi per un po', ma poi il dolore lo costrinse a chinarsi, poggiando le mani sulle ginocchia boccheggiando. Vedendo che manteneva le gambe aperte, Sonia corse rapida alle sue spalle e senza se e ma, calcio' ancora, stavolta colpi' di collo pieno il sacco penzolante, ancora una volta la sensazione delle palle sotto il suo piede la eccito', il loro schiacciarsi senza via di fuga, il loro scivolare, ahh che piacere che era. Stavolta lui cadde a terra, semi-raggomitolato su un fianco. Sonia conscia di avergli provocato un bel dolore, e contenta ed eccitata per questo, si chino' vicino al suo viso ad osservarlo. Presto lui si accorse di cos'aveva davanti agli occhi, ovvero la figa aperta della ragazza che lo aveva appena calciato, chinatasi davanti al suo viso volontariamente a gambe aperte. Un po' dimentico' il dolore e si mise ad ammirare quella bella micia cosi' vicina. Sonia non ci penso' su molto, rapida spinse il ragazzo sulla schiena, si mise cavalcioni sul suo viso, e poggio' la sua patatina eccitata sulla sua bocca, dolcemente. Lui non si fece pregare, dimentico' tutto, e comincio' semplicemente a leccarla, lasciava scorrere la lingua lungo le sue grandi labbra, la spingeva contro il clitoride e la premeva cercando di penetrarla cosi'. Il livello di eccitazione di Sonia era tale che non ci mise molto a venire, con un gemito di piacere immenso. Mentre veniva sporse le mani dietro di se, trovando le sue palle, le strizzo' con violenza, causando nuovo dolore e un nuovo gemito di sofferenza, subito soffocato pero' dalla sua micia premuta sulla sua bocca. Lo strizzo' fino a che non si furono esauriti gli spasmi del suo piacere, e fu una cosa lunga, lunga e piacevole per lei, lunga e dolorosa per lui! Quando finalmente lo lascio' e si rialzo, il ragazzo resto' immobile, non aveva la forza di coprire le palle doloranti. Lei gliele massaggio' dolcemente, e vedendo che nonostante tutto il suo uccello era duro, si chino' a succhiarlo. Lo accolse in bocca di scatto, tutto quanto. Iniziando a succhiarlo avidamente. Lui la guardo' stupito da quello che stava facendo, in pochi secondi si lascio' andare, godendo appieno quel pompino inaspettato. Sentiva la sua lingua che lo avvolgeva, che stuzzicava il suo glande, sentiva il risucchio della sua bocca, succhiava forte ma non gli faceva male. Le mani di lei gli massaggiavano le palle doloranti, ma il dolore non lo sentiva piu'. Non ci volle molto per sentire montare l'apice del piacere. Quando Sonia si accorse che stava per venire, intensifico' ancora di piu' il suo lavoro di bocca, ed in poco senti' il piacere esplodere prepotente nella sua bocca! Sentiva il suo uccello pulsare mentre la riempiva di caldo seme. Inghiotti' tutto con un po' di fatica, fu una venuta abbondante, e lunga. Ci mise molto a smettere, a lei fece piacere una venuta cosi'.. gli piaceva quel cazzo bello grande. Continuo' a succhiare anche quando ebbe finito di venire, continuo' fino a che non fu molle nella sua bocca, per quel periodo di "riposo" che avviene dopo un grande piacere. Poi si rialzo' aiuto' il ragazzo ad issarsi in piedi e dandogli un piccolo bacio sulle labbra chiuse gli sussurro'. "Hai un bell'uccello, e due palle stupende" Lui finalmente parlo' "sei bellissima" gli disse semplicemente, "lo rifaremo" "Tutte le volte che vuoi" fece lei divertita, "sempre che le tue palle reggano!" aggiunse dandogli un buffetto al basso ventre. "Se mi fai ancora quello che mi hai fatto dopo, le mie palle sono tutte tue!" disse di slancio lui. "Bene, mi fa piacere, ma vedremo se, la prossima volta che le colpiro', sarai ancora d'accordo, ora vai dai, devo prepararmi per andare a casa" Lui la guardo' mentre si staccava da lui, poi riprese il costume, se lo rimise e stava per andarsene quando si fermo' e le disse "Non cambiero' idea" e poi ando'. Sonia rimase li', sempre piu' contenta e soddisfatta per quella lunga giornata cosi' positiva.