Piccola ma grande 13 By Max, enjoy_4_u@hotmail.it Una giornata in piscina. Prima parte. La giornata era stata molto intensa fin dal mattino, lasciando Gio gia' stanco, e sopratutto piuttosto dolorante alle parti basse. Non sapeva come sarebbe proseguita, ma confidava nel fatto che essendo tutti assieme ed in un luogo pubblico, non potessero capitare fatti troppo eclatanti. Certo, la loro ultima visita in piscina era stata intensa, ma sperava che per quel giorno Elena stesse piu' tranquilla, avrebbe evitato volentieri altri "pestaggi", seppur li gradisse intimamente in un modo che ancora lo stupiva ed anche un po' "spaventava". Per quanto lo trovasse straordinariamente eccitante, era consapevole che non sembrasse tanto "normale" che un maschietto si facesse pestare cosi' le palle. Il viaggio in macchine fu tranquillo, ogni tanto Elena allungava le mani tra le sue gambe, approfittando del fatto che erano entrambi seduti dietro ed abbastanza coperti dai sedili, cosi' da mantenere il suo uccellone abbastanza sveglio. Nessuno di loro si era cambiato a casa, cosi' quando arrivarono alla piscina, si diressero verso gli spogliatoi. Contrariamente alla maggior parte delle piscine, non esisteva una vera separazione tra spogliatoi riservati agli uomini e quelli per le donne, vi erano due zone effettivamente riservate, per chi non voleva cambiarsi nelle cabine chiuse, e per le doccie, ma per il resto le cabine erano in buona parte comuni. Sicuramente non si aspettavano di trovare tutta quella gente.. la piscina era piuttosto piena, e peggio ancora gli spogliatoi.. per evitare di dover aspettare una vita, Martina propose di beccare le prime due cabine libere e cambiarsi assieme, lei sarebbe andata con Elena, ed Anna con suo figlio Gio. La fortuna li aiuto' e riuscirono a trovare due cabine che si liberavano proprio in quel momento. Gio si ritrovo' quindi a cambiarsi con sua madre. Vedendo che non si spogliava Anna lo guardo' sorridendo. "Non ti spogli tesoro?" gli chiese accarezzandogli una spalla, "non dirmi che ti imbarazzi dopo quello che abbiamo fatto!" fini' sempre sorridendogli dolcemente "Beh, no certo" rispose arrossendo Gio, "pero'.." Anna non lo lascio' finire, in fretta si tolse il vestitino leggero che indossava, restando completamente nuda davanti al figlio un po' sorpreso "Ma non hai l'intimo" esclamo' Gio quando si fu ripreso dallo stupore iniziale. "E che me lo mettevo a fare, tanto dovevo cambiarmi no?" replico' Anna con un tono malizioso, "vedo che gradisci!" aggiunse indicando il suo uccello duro. "Lo sai che sei stupenda mamma" disse Gio. La donna sorrise al figlio e lo abbraccio', schiacciando i suoi seni contro al suo petto, premendo il bacino sul suo uccello duro. "Grazie tesoro, e quello che sento laggiu' e' un complimento ancora piu' bello!" ribatte' Anna. Dopo un po' si stacco' da Gio ed inizio' a spogliarlo. "Avanti, se no qui mi resti vestito fino a domani!" disse. Gio la lascio' fare, senza partecipare, si godeva il tocco delle sua mani sul suo corpo mentre gli sfilava la maglia, i pantaloncini, le mutande. Chissa' perche' le sue mani gli sfioravano sempre il pacco, causandogli scariche di eccitazione. Quando finalmente Anna libero' l'ucello dalle mutande, era chinata, il viso non lontano dal suo uccello che scatto' rapido. Il movimento di Anna fu istantaneo, immediatamente lo ingoio' completamente, iniziando a succhiarlo avida. Gio non realizzo' immediatamente quello che aveva visto, le scariche di adrenalina che arrivarono dal suo uccello avvolto dalla bocca della madre furono piu' rapide. Inizio' immediatamente a gemere di piacere sentendo la calda bocca avvolgerlo, la lingua guizzare lungo la sua asta e sulla sua cappella. Anna succhio' con foga l'uccello del figlio portandolo all'orgasmo in poco tempo. In un attimo di lucidita' Gio sentendo arrivare il culmine del piacere, si porto' una mano alla bocca, soffocando un urlo di piacere che non sarebbe di certo passato inosservato nonostante la confusione che regnava nello spogliatoio. Non fu una venuta abbondantissima, in fondo Gio quel giorno era venuto fin troppe volte, ma fu soddisfacente per Anna, che accolse il seme caldo e lo ingoio' senza mai interrompere la succhiata. Lascio' finalmente andare l'uccello di Gio solo quando fu diventato ormai molle e non piu' "gestibile", si rialzu' baciandogli il corpo, e dandogli un lungo bacio finale sulla bocca. "Sei sempre piu' uomo tesoro mio, non riesco a resisterti!" "Mamma.." fece Gio, con la voce ancora rotta dal piacere, "sei bravissima" Anna sorrise mentre si rialzava palpeggiando i genitali del figlio "Grazie caro" rispose sensuale, "ma ora metti il costume che andiamo, prima che si risvegli e mi costringa a punirlo". Lesto Gio si mi se il costume, mettendo a posto i pochio vestiti che si era tolto, lo stesso fece Anna ed in poco tempo furono pronti ed uscirono, per unirsi a Martina ed Elena che li aspettavano vicino all'uscita. Tutti insieme si avviarono verso il giardino, guidati dalle due donne, che ben conscie di voler far qualche bel gioco quel giorno, si dedicarono alla ricerca di un posticino appartato, posticini che non mancavano in quella piscina! Nessuno di loro noto' una ragazza che li seguiva poco lontano, per vedere dove si sarebbero messi e per tenerli sott'occhio. La ragazza in questione si chiamava Sonia, ed era su per gia' dell'eta' di Gio, si trovava nella cabina a fianco di Anna e Gio quando per caso, nell'atto di raccogliere gli slip che le erano caduti, intravide la donna chinata. Subito non credette ai propri occhi, pensando che fosse chinata per raccogliere qualcosa, come lei del resto, ma guardando bene, vide che era chinata per un motivo ben preciso, stava facendo un pompino a qualcuno.. non ci credeva.. si sporse il pia' possibile per vedere e sentire, cercando di non farsi scoprire, e vide la donna che muoveva esperta la testa tra le gambe del ragazzo, facendo sparire il suo uccello duro. Si bagno' subito a quella scena, ed ancora piu' si bagno' quando senti' "mamma". Madre e figlio... la madre che stava facendo un pompino al figlio.. non ci credeva eppure lo aveva davanti agli occhi... non fu un "lavoro" lungo, ma fu intenso e la eccito' tantissimo. Quando finirono e si prepararono ad uscire, fu rapida a mettere via cio' che restava ed a seguirli. Fu piacevolmente sorpresa quando vide con chi si incontravano. Conosceva Martina, di vista quantomeno, ed a quel punto le parve anche di riconoscere il ragazzo... li aveva visto giocare poco tempo addietro a casa di lei... le venne un sorriso a ripensare a quel "gioco". Martina infatti aveva passato buona parte del pomeriggio a colpirlo ai genitali mentre era legato. Aveva ripensato spesso a quello che aveva visto quel giorno, ed oggi eccoli li', tutti assieme, ed in piu' aveva appena assistito ad una scena "pornografica" tra madre e figlio, quel figlio che si era lasciato colpire dalla zia. Penso' che sotto ci fossero un sacco di cose e decise di seguirli. L'insolito quintetto si diresse verso le "zone appartate" della piscina, si tratta di piccole aree chiuse da siepi abbastanza alte che, per convenzione comune ormai assodata, erano usate da chi voleva stare un po' in disparte e godere di una discreta "privacy". In pratica venivano usate dalle coppiette per potersi sbacciucchiare (e spesso accadeva anche altro) senza timore di essere visti o disturbati. Bastava lasciare una borsa o comunque qualcosa di visibile vicino "all'ingresso" della piccola area verde per far capire che era occupata. Era pratica comune ed accettata ormai da tutti. Le due donne si diressero verso una di queste aree rimaste libere, c'era molta gente e presero proprio questa scusa per occuparne una. Sonia si diresse noncurante in quella confinante, sperando di poter spiare il gruppetto. Non era poi cosi' insolito che una di queste aree fosse occupata da una sola persona, che magari voleva prendere il sole in modo particolare, per cui nessuno fece caso alla situazione particolare. Sonia lascio' in bella vista la borsa con gli asiugamani e poi si piazzo' a ridosso della siepe di separazione, alla ricerca di un punto che le permettesse di vedere attraverso senza essere notata. Attraverso lo spiraglio osservava in trepida attesa, non sapendo bene cosa aspettarsi. Dall'altra parte Martina a sua volta aveva lasciato in posizione visibile le loro borse, ed aiutata da Anna aveva fatto in modo che Gio (e senza che Anna lo capisse anche Elena) fosse nel punto piu' appartato e comodamente fruibile dalle tre femmine del gruppo. Senza fretta si sdraiarono al sole. Elena vicino la siete, Gio alla sua sinestra, Martina vicino a Gio ed Anna tra Elena e Martina, ai piedi di Gio. Inizialmente non ci furono scambi di parole, fino a che Elena non annuncio' che andava in acqua, era piuttosto convinta che dopo poco Gio l'avrebbe seguita. Cosa che in effetti il ragazzo aveva intenzione di fare. Anna e Martina volevano pero' approfittare del momento, cosi' la zia si rivolse subito al nipote come la figlia usci' dalla piccola area riservata: "Gio lo faresti un favore a tua zia?" chiese noncurante. "Si' certo dimmi" rispose Gio incuriosito. "Mi spalmeresti la crema solare? Non vorrei scottarmi" fece lei girandosi di schiena. Gio accetto' di buon grado la possibilita' di palpeggiare il corpo della zia, anche se ovviamente non poteva certo lasciarsi andare. Prese la crema solare e si avvicino' alla zia. Ne mise un po' sulla schiena ed inizio' a spalmarla godendosi la sua bella pelle. Dopo poco Martina lo interruppe "Aspetta che slaccio il costume" disse, "anzi, fallo tu vuoi? Non voglio il segno" concluse la zia "Va bene" fece ubbidiente Gio, ben felice di slacciarle il costume, anche se i seni erano ben nascosti sotto al corpo della zia sdraiata in pancione. Gio riprese il suo lavoro spalmando per bene tutta la schiena. Arrivo' molto vicino al sedere, lasciando scivolare la mano il piu' possibile, cosi' come cerco' di avvicinarsi piu' che poteva ai seni della zia, facendo scorrere la mano sul suo fianco. Quando ebbe finito stava per rialzarsi quando Martina lo fermo' "Dove credi di andare?" fece sorridendo, "non hai finito, o pensi di lasciare indietro le gambe?" "Oh" fece Gio appena sorpreso, "si' certo zia" Il nipote riprese il lavoro, spalmando la crema sulle gambe. Ormai il suo uccello si stava riprendendo, e cominciava a sentire l'erezione prenderne possesso. Ad un certo punto le mani della zia si misero sul sedere e spostarono il costume tra le natiche, come fossero un perizoma, il gesto fu accompagnato da uno "spalma bene eh" di Martina. Gio guardo' di sottecchi sua madre, che pero' sembrava o assopita o comunque non interessata. E quindi con maggior lena il ragazzo prese a massaggiare il sedere della zia. Ormai l'uccello era pienamente in tiro e Gio non sapeva se cerca di nascondere la cosa o no, massaggiava le gambe ed il sedere dando le spalle alla zia in pratica. Ad un certo punto senti' una mano carezzarlo da dietro tra le gambe. Martina aveva allungato la sua a palpeggiarlo, saggiando il suo uccello duro e le sue palle. "Sei bravo nipotino mio" disse. Senza aggiungere altro e continuando a palpeggiarlo. Gio non disse nulla, prosegui' nel suo lavoro soffermandosi piu' che poteva sul suo sedere, fino a che non ebbe piu' scuse e dovette fermarsi. "Fatto zia" disse Gio cominciando ad allontanarsi. "Grazie tesoro" fece lei, "per il resto mi arrangio io". Aggiunse iniziando a voltarsi per spalmarsi la crema sul davanti, mostrando a Gio i seni in tutto il loro splendore, con i capezzoli belli duri. Gio si stava per riaccomodare ammirando i seni della zia, l'uccello durissimo, quando intervenne sua mamma. "Non e' che ti dedicheresti anche un po' a me vero figliolo?" fece Anna girandosi in pancioni per farsi spalmare la crema. Gio annui' avvicinandosi a sua madre, cercava nonostante tutto di nascondere come poteva l'erezione. Cosa assai difficile data la situazione. Si chino' di fianco alla madre ed inizio' a spalmarle la crema, lo sguardo correva pero' sempre verso la zia, che si stava spalmando la crema sul petto in modo molto provocatorio, facendo scorrere la mano sul seno, sul capezzolo, in maniera che poco aveva a che vedere con "spalmarsi di crema protettiva". Gio proseguiva nel suo "lavoro" di spalmata quando senti' la mano della madre arrivare tra le sue gambe e tastare la sua erezione. Senza che Gio potesse rendersi bene conto di tutto, Anna alzo' la testa chiamando Martina "Martina guarda qua questo screanzato!" fece la madre lasciando Gio stupito "mi mette la crema e guarda te che ti spalmi eccitandosi come un maialino!" concluse Anna indicando Gio tra le gambe, dove l'erezione era chiaramente visibile. Chiaramente le due donne erano d'accordo su cio' che stava avvenendo, e altrettanto chiaramente lui non ne era a conoscenza. Martina si tiro' su guardando Gio, i seni al vento, osservando la sua erezione "Eh hai ragione!" osservo' Martina, "guarda che erezione che ha sto ragazzo" Gio non riusciva a spiccicare parola, preso in contropiede da quella situazione. "Si comporta come se tu fossi una qualunque ragazzina!" fece Anna mentre Martina si alzava ed avvicinava a Gio girato verso di lei con le gambe un po' aperte, era arrossito e continuava a stare in silenzio. "Dici che merita una punizione?" fece Martina di rimando verso Anna fermandosi davanti al nipote a braccia conserte, i seni che spuntavano sodi e con i capezzoli duri. "Sicuramente!" ribatte' Anna immediatamente, "poi a casa faremo i conti per bene, ma merita qualcosa anche ora!" continuo' la donna "e siccome non e' piu' un bambino" prosegui', "non penso che una sculacciata o uno scappellotto siano adatti" e dopo un momento di pausa, come se stesse pensando alla soluzione migliore, Anna aggiunse "si' certo perche' no, dagli un calcio Martina!" Martina finse stupore, Gio guardo' la madre aprendo la bocca come per dire qualcosa, ma poi ripensandoci stette zitto "Come un calcio" fece Martina, "un calcio dove?" con falsa innocenza "Hai capito benissimo" disse Anna, "un calcio tra le gambe! E che sia un calcio vero!" concluse "Ma sei sicura?" le chiese Martina, "e poi perche' io?" "Perche' guardava te" disse decisa la donna, "e si' sono sicura!" "Va bene" acconsenti' Martina osservando Gio dall'alto. "bene bene, apri le gambe mio caro" fece a Gio accompagnando la frase con un gesto della mano. "Ma.." provo' a balbettare Gio, preso in contropiede da quella situazione. Con sua sopresa fu interrotto da un pugno della madre diretto alle sue palle. Non fu un pugno doloroso, ma mise subito a tacere il ragazzo. "Non ribattere!" disse semplicemente Anna, aggiungengo "avanti Martina, dagli quel che si merita!" Martina scalcio' le ginocchia di Gio, costringendolo ad aprire di piu' le gambe, la sua erezione era prepotente e ben visibile. Quando fu soddisfatta del grado di apertura delle gambe, lascio' partire immediato un primo calcio nelle palle. Un calcio non troppo forte, ma che la fece eccitare parecchio, si sentiva calda tra le gambe e sapeva che di li' a poco si sarebbe vista la macchia di umori sul suo costume. Gio accuso' un po' il colpo ma non troppo, il suo uccello duro aveva fatto un po' da "riparo" per le sue palle e seppur anche lui soffrisse dei colpi, non era la stessa cosa che esser colpito alle palle. Martina si accorse "dell'ostacolo" naturale "Non e' che sia molto efficace sai Anna" fece Martina verso la sorella "Come sarebbe?" chiese lei "Il nostro maialino e' eccitato e la sua eccitazione lo protegge un po'!" spiego' Martina indicando la sua erezione. Anna osservo' tra le gambe del figlio e mentre concordava a voce con la sorella "Hai ragione!" allungo' una mano a spostare il costume del figlio, liberando uccello e palle del figlio in modo piuttosto rude. Le sue unghie si piantarono nel sacco scrotale del ragazzo, tirandolo fuori e costringendolo ad un gemito di dolore. Martina diede in una risatina di godimento e senza porre tempo in mezzo, lascio' partire un secondo calcio, stavolta piu' deciso e preciso preciso sulle palle penzoloni di Gio, la sensazione delle sue palle contro il piede nudo era sempre eccitante per lei, sentirle schiacciarsi, cercare di scappare dalla pressione che le opprimeva... eccezionale.. si sentiva sempre piu' calda e bagnata, era sicura che ormai qualcosa si notasse. Gio era sempre li' a gambe aperte, le palle gia' un po' in fiamme rese sensibili dai forti colpi ricevuti quel giorno, non si era mosso, resistendo in quella posizione. "Ancora" fece Anna che, noto' Martina, si era portata una mano tra le gambe mentre si trovava lievemente alle spalle di Gio che non poteva vederle. Martina non si fece pregare, lascio' partire altri tre calci in successione, forti come il secondo, e tutti colpirono in pieno le palle del nipote, che al terzo non resistette e si porto' le mani a proteggersi le palle, chinandosi in avanti. Martina aveva ormai una macchia di eccitazione ben visibile sul davanti, i capezzoli duri, vedeva Anna masturbarsi mentre colpiva Gio. Con fatica parlo' mantenendo un tono di voce "normale". "Che ne dici, puo' bastare cosi'?" fece rivolta alla sorella Anche Anna fatico' a parlare in modo normale, senza farsi travolgere dall'eccitazione "Direi che per questa volta e' sufficente" rispose, "andiamo a farci un bagno" aggiunse alzandosi lentamente. Martina si rimise rapida la parte sopra del costume e raggiunse la sorella che gia' si incamminava. Dall'altra parte della siepe, Sonia si stava masturbando dopo aver visto e gustato la scena secondo per secondo, ammirando tutto quello che aveva visto. Gio si rimise giusto in tempo per l'arrivo di Elena, appena arrivo' la ragazzina si accuccio' vicino a lui "Ti aspettavo" gli disse sorniona "Lo so, ma mi hanno bloccato per farsi spalmare la crema solare" rispose Gio con voce calma, "e dopo ho preferito aspettarti, sicuro che saresti tornata" aggiunse abbracciando la cugina e dandole un bacio sulla guancia. L'erezione non se ne era ancora andata completamente, Elena la noto' e porto una mano ad accarezzargli l'uccello "Ti ha fatto effetto vedo spalmare la crema" fece masturbandolo da sopra il costume. "Si'.. si vede eh.." disse lui dopo un attimo di esitazione, "si erano messe in topless e vederle.." aggiunse "Sono meglio di me?" domando' la ragazza continuando il suo lavoro di eccitazione del cugino. Gio ci penso' su un attimo, godendosi intanto il tocco della sua mano, erano girati verso la siepe, cosi' che Sonia dall'altra parte poteva godere di una bellissima visuale della situazione. "Non si puo' paragonare, una e' mia mamma, l'altra mia zia", fece Gio sulla difensiva "Ed io sono tua cugina" ribatte' pronta Elena, "eppure sono qui che ti masturbo" continuo' la ragazza, "ed abitualmente ti prendo a calci nelle palle, che mi dici?" concluse. Sonia dall'altra parte ebbe un moto di eccitazione ancor maggiora nel sentire che anche quella ragazzina lo prendeva a calci nelle palle, desidero' quasi correre di la' a tirargli lei stessa un bel calcione.. si masturbava furiosamente, stimolandosi il clitoride ed infilandosi anche quattro dita nella figa bagnatissima. Gio ci penso' su un attimo, poi le rispose "E' comunque diverso, ed in ogni caso, se proprio devo fare un paragone, sei meglio tu" le disse. Elena ridacchio' felice e si allungo' a stampargli un bel bacio sulle labbra, la sua mano continuava a stazionare sul suo uccello duro. "Se continui cosi'" fece Gio, "mi farai venire tesoro". "E ti dispiacerebbe" fece lei con tono eccitato "Beh in effetti no" fece lui, "pero' sporcherei il costume, come facciamo?" le chiese "In effetti hai ragione" disse lei liberando il suo uccello duro dal costume, "ma a tutto c'e' rimedio" aggiunse chinando il suo viso tra le sue gambe. Diede un bacio alla punta del suo uccello, e poi lentamente lo accolse nella sua bocca. Comincio' a succhiarlo piano, facendo scorrere la lingua lungo l'asta, e leccando famelica il glande del cugino. Succhiava e leccava in modo anche piuttosto rumoroso, con Gio che godeva sempre piu' della situazione. Non ci mise molto a raggiungere l'orgasmo, e con un gemito venne nella bocca di Elena, che continuo' a succhiare fino a che non esauri' gli ultimi spasmi. Fu una venuta dolorosa per Gio, che ormai era venuto fin troppe volte quel giorno, comincio' a rendersene conto, e forse se ne accorse anche Elena, dato che quella volta la venuta fu di lieve entita', ma non disse nulla, si godette il suo uccello duro che le pulsava in bocca, e si godette gli spasmi che lo scuotevano, aveva una voglia tremenda di affondare i denti sul suo uccello prima che tornasse molle, ma si trattenne, lasciandolo andare appena inizio' ad afflosciarsi. Gio la guardo' affascinato, la sua cuginetta, porca come la madre.. porca come la zia.. le prese la testa e la chiamo' vicino a se, baciandole la bocca. Elena si alzo' e stava per tornare al suo posto, quando vide Gio che si sdraiava a gambe aperte, aveva rimesso l'uccello al suo posto, ma le palle no, penzolavano libere tra le sue gambe, Gio si era messo in pancioni a gambe aperte, sembrava un invito. Elena non disse nulla, si avvicino' veloce e tiro' un calcio di punta colpendo in pieno le palle esposte del cugino. Senti le dita del piede affondare il colpo nei dleicati gioiellini del ragazzo. Gio represse un grido e resto' a gambe aperte, anzi, le apri' di piu', era al limite della sopportazione. Elena dal canto suo vedendolo cosi', non si fece pregare, affondo' il piede, artigliandogli le palle e spingendole verso il basso, schiacciandole sul terreno. Gio resistette un po', ma quando lei aumento' la pressione, chiuse le gambe tirando il bacino verso l'alto. Elena senti' distintamente le sue palle tirare e scivolare sotto le dita del suo piedino, schiaccio' piu' forte quando le senti' passare, causando un gridolino in Gio. Poi torno' al suo asciugamano, e si sdraio' guardando il cugino cercare di ricomporsi. Dall'altra parte Sonia aveva raggiunto ormai tre orgasmi, nuda nel suo tratto nascosto di prato. E per la prima volta dall'arrivo in piscina, si sdraio' soddisfatta cercando di riprendere fiato. Quando le due donne tornarono dal bagno in vasca, la situazione era tranquilla, nulla lasciava intendere che cosa fosse successo. E per un po' tutto prosegui' normalmente... fino a che, avvicinatasi l'ora di pranzo, con una scusa Martina se ne ando' prendendosi su Elena per andare a prendere qualcosa da mangiare per tutti. Elena ando' di malavoglia dato che sperava di stare ancora sola con Gio, ma non pote' opporsi. Come furono rimasti soli, Anna si avvicino' al figlio, ancora in pancioni, e cominciando ad accarezzargli la testa gli sussurro' "Tesoro, ti ha fatto molto male la zia prima?" sempre accarezzandolo All'inizio Gio non parlo', ma quando sua mamma inizio' a dargli dei baci lievi si fece sentire "Si' un po'" le disse "Immaginavo" fece Anna, "non ero realmente arrabbiata sai" aggiunse passando ad accarezzargli la schiena, "avevo solo voglia di vederla giocare con te!" Gio giro' la testa verso la madre, "davvero mamma?" le chiese incuriosito "Si'" rispose lei, "non sai quanto mi ha eccitata vederla giocare cosi' con te, e lo sono ancora!" concluse prendendo una sua mano e mettendosela tra le gambe. Gio senti' l'umido della sua micia, non capendo pero' se era il residuo del bagno in piscina o se fosse davvero eccitata. "Ti e' piaciuto vero figlio mio?" le chiese con una domanda dalla risposta implicita. "Si'" disse semplicemente Gio. "Si' cosa?" fece ancora Anna. "Si' mi e' piaciuto farmi prendere a calci nelle palle dalla zia" rispose Gio che ormai conosceva bene quei giochini. Intanto Anna strusciava la sua mano sulla sua micia, e l'uccello di Gio cominciava a rispondere alla situazione, anche se lei non poteva vederlo. "Non ti spiace se la tua mamma ti condivide con la sua sorellina?" continuo' lei "Se a te fa piacere, potrete farlo tutt'e due tutte le volte che volete mamma" rispose lui "Che bravo figlio che ho" fece lei allungandogli un bacio sulla bocca e facendolo girare verso di lei. Il suo uccello si vedeva nel costume, la donna inizio' a palpeggiarlo per portarlo alla massima "durezza" "Mmmm che bel cazzo che hai figlio mio" gli diceva Anna "Sei l'orgoglio della dua mamma". Quando senti' che era alla massima erezione, lesta lo fece sdraiare sulla schiena, e tiratogli giu' il costume per liberare l'uccello, si mise a cavalcioni su di lui. "Meriti un premio per prima figlio mio" gli disse Anna. E senza aspettare risposta, si scosto' il costume dalla micia con una mano e con l'altra guido' il suo cazzo dentro di lei. Gio che non si aspettava questa cosa lancio' un gridolino di piacere nel sentire l'uccello entrare nella figa calda e bagnata della madre. Anna andava rapida su e giu', scopandosi il figlio senza nessuna punta di rimorso. Sonia dall'altra parte era tornata a gustarsi la scena, filmando tutto quello che accadeva con il suo cellulare, cosi' come aveva fatto in precedenza. Gio quella volta non riusci' a venire, e dopo un po', conscia che la sorella non sarebbe stata via in eterno, Anna si stacco' di malavoglia dal figlio e si ricompose. Gio stette un attimo in silenzio e poi la guardo' "non ti preoccupare, finiremo tesoro" gli disse Anna "Si' lo so" fece Gio, "e se questi sono i premi, puoi prendermi davvero a calci tutte le volte che vuoi, e farmi torturare alle palle da chi vuoi!" concluse. "Che amore sei!" fece Anna esultante. Quando Martina ed Elena tornarono, l'erezione di Gio si era un po' contenuta, e tutti si misero a mangiare tranquilli. Tutti tranne Sonia dall'altra parte, divorata dall'eccitazione e desiderosa di avere per le mani (e per i piedi) le palle di quel ragazzo!