Piccola ma grande 10 By Max, enjoy_4_u@hotmail.it Una mamma un po' speciale. Un ringraziamento speciale a tutti coloro che mi hanno scritto. Perdonate la lunga attesa!! E scrivetemi pure tutte le volte che volete! Quel mattino Martina si sveglio' eccitata, ci mise qualche secondo a capire che era perche' Anna era girata al contrario rispetto a lei, con il viso tra le sue gambe leccandole la figa. Martina vide alla sua destra la micia di Anna e dopo essersi goduta per un po' il lavorio della sua abile lingua, allungo' la mano ad infilare due dita nella figa della sorella. Anna sentendo entrare le sue dita, alzo' il viso e la osservo'. "Buongiorno sorellina" le disse, il viso bagnato dai suoi umori. "Buongiorno a te porcella" ribatte' Martina, "ci siamo svegliate vogliose vedo" aggiunse "Eri qui a gambe aperte, non ho resistito" fece Anna. Le due donne restarono cosi' nude, in quel pseudo 69, a coccolarsi la micia, ora con la lingua ora con le mani, prima di re-infilarsi la camicia da notte ed alzandosi per andare in cucina. Martina devio' per andare a spiare i due ragazzi, si era proposta per poter controllare se stavano giocando o se erano ancora a letto. Quando si avvicino' alla porta socchiusa, mise dentro piano la testa e li trovo' ancora a letto... assieme.. nudi e abbracciati, le palle di Gio legate, il lenzuolo si era spostato, lasciandoli li' in bella vista. Elena aveva una mano tra le sue gambe, l'uccello di Gio era semi duro. Era tentata di andare ad afferrare la corda, dare uno strattone, colpire quelle belle palle.. ma si trattenne. Si allontano' piano e poi inizio' a fare un po' di rumore. La sorella era in cucina, il suo obiettivo era svegliare i due ragazzi. Elena in effetti si sveglio', subito non si ricordava di essere a letto con il cugino, ma quando senti la sua verga in mano, ricordo' tutto. Rapida afferro' le sue palle e le strinse. Gio si sveglio' subito portandosi una mano tra le gambe "buongiorno cuginone" fece la ragazza, "ti piace questa sveglia?" Gio borbotto' qualcosa, ancora mezzo addormentato. Elena si tiro' su ed ando' a mettersi su qualcosa, poi torno' dal cugino, ora sdraiato di schiena, l'uccello svettante, e si chino' a succhiarglielo. Gio che si stava per riaddormentare, apri' subito gli occhi e la osservo' fargli quel pompino mattutino. Allungo' una mano ad accarezzarla e masturbarla sotto la gonnellina del pigiamino che si era messa su, trovandola senza mutande. Elena lo porto' sull'orlo dell'orgasmo, poi lo lascio' li' ed ando' giu' in cucina "E' un po' presto per venire non credi" gli disse prima di uscire dalla stanza, "ci vediamo a colazione" aggiunse, e prima di uscire del tutto, si rigiro' verso di lui ed indicandogli le palle concluse, "puoi slegarle caro, almeno ti riprendi un po' in vista di oggi!" ridacchiando se ne ando'. Gio si slego' le palle pian piano, erano ancora rosse e gonfie, oltretutto essendo state legate tutta notte erano doloranti. L'uccello era duro. Lascio' la corda li' in fianco e si ricopri', restando nudo a letto, a pensare alla cugina. Anna e Martina intanto erano in cucina, si erano gia' accordate su come comportarsi e quando Elena arrivo' iniziando a far colazione, Anna le chiese di Gio "Io l'ho chiamato" fece Elena, "ma penso sia ancora a letto" "Allora vado a chiamarlo" fece Anna, "ormai e' ora di alzarsi!" Anna ando' decisa in camera del figlio, era d'accordo con quanto pensava Martina, lo avrebbe quasi di sicuro trovato con l'uccello in tiro. Anna arrivo' alla camera in silenzio, e quando entro' Gio era sdraiato sul fianco, ma cio' non le impediva di vedere la sua erezione, un moto di eccitazione inizio' a salirle dalla micia. Aveva anche i capezzoli un po' duri, si avvicino' al viso del ragazzo e gli parlo' "andiamo e' ora di svegliarsi" fece al figlio, dandogli un bacio sulla bocca, e lasciando che la sua lingua sfiorasse le sue labbra. Gio apri' gli occhi, un po' sorpreso "Sono sveglio ma'" le fece Anna lo guardo' sorridendo e poi "bene, ma dovrai alzarti, non metterti a dormire come al solito!" Nel girarsi finse di scivolare, finendo seduta sul letto, la sua mano fini' dritta sull'uccello del ragazzo, ancora pienamente duro e vicino all'orgasmo. Gio arrossi' immediatamente al tocco della madre, Anna finse un po' di stupore e disse "Ma che carino il mio bimbo, ci siamo svegliati su di giri eh" fece dandogli un altro buffetto all'uccello. Gio balbetto' qualcosa di incomprensibile, rosso in viso, ma Anna che aveva studiato un po' la cosa prima di andare da lui lo tranquillizzo' "Dai dai, e' normale svegliarsi cosi' al mattino tesoro mio" disse carezzandogli un fianco affettuosa. E dopo un po' di silenzio pensieroso aggiunse, "sembra che tu sia cresciuto bene! E' tanto tempo che non vedo come sei diventato, posso scoprirti?" Gio non sapeva come fare, non se la sentiva di rifiutarsi, ma era nudo sotto e se lo avesse visto cosi' cos'avrebbe pensato? Non trovava pero' le parole, ed Anna prese l'iniziativa "Dai fammi vedere, chi tace acconsente" e scopri' rapida il figlio, trovandolo nudo, l'uccello in tiro, occhieggio' subito le sue palle, grandi, le vide un po' rosse, ma non glielo fece notare "Ehi non sapevo dormissi nudo" disse un po' stupita "Avevo caldo" balbetto' Gio "Ma Elena ti avra' visto" fece la donna pensierosa "No no", menti' Gio, "mi sono spogliato a letto al buio, e lei ora non e' qui" Anna accetto' la scusa, non pienamente convinta, ma non voleva correre il rischio di rovinare quel momento. "Beh ma come sei cresciuto" disse ammirando il corpo del ragazzo, fece scorrere la mano sul suo petto, fino al suo ventre, si era messa in modo che i suoi seni con i capezzoli turgidi fossero ben visibili a Gio, teneva anche le gambe abbastanza aperte e la sua figa era piuttosto visibile grazie a quella camicia da notte trasparente. Gio disse un grazie sottovoce, osservando il corpo della madre sotto una luce piu' erotica, stimolato dalla sua mano, dalla situazione. Anna prosegui' a carezzarlo, scendendo fino al suo uccello, lo prese in mano "E guarda qui che bello" fece, "chissa' come fai felici le ragazze", concluse muovendo la mano sopra l'asta dura. "Mamma che dici" fece Gio in imbarazzo. "Beh ma e' la verita'!" fece lei, "guarda qui che bell'uccello che hai" aggiunse e dopo una pausa riprese, "modestamente ti ho proprio fatto bene" e spostando la mano sulle sue palle e prendendole dolcemente continuo' "e guarda anche che bei gioielli che hai, gioia di ogni ragazza!" li titillo' un po', poi torno' ad afferrare il suo uccello duro, stavolta non c'erano dubbi, Gio capi' che lei lo stava masturbando, comincio' a dire "Mamma...", ma non fece in tempo ad aggiungere null'altro.. il suo uccello esplose, inondando il letto, la mano della madre ed il suo corpo, Anna rise dicendo "guarda qui il mio bel bimbo!" Gio era scosso dagli spasmi dell'orgasmo, Anna non smetteva di menarglielo, "guarda come viene copioso, che bello sei" continuava, "sei venuto subito, ti sei svegliato proprio eccitato!" Quando Gio fini' di venire, teneva gli occhi bassi, fissava la micia della madre, ma era imbarazzato, comincio' ancora a balbettare una scusa, ma Anna lo fermo' "Dai dai, sono tua madre su" "Appunto" disse lui "E va bene, vorra' dire che piu' tardi troveremo una punizione adatta visto che sei venuto mentre guardavo com'eri cresciuto" Gio annui', ma capi' che non era arrabbiata e trovandolo strano le disse, "non sei arrabbiata?" "Dovrei tesoro?" fece lei pulendosi la mano sulla camicia da notte e poi carezzandolo. "Sono venuto davanti a te.. ti ho sporcata" disse "E che sara' mai" le rispose, "sei il mio bimbo, non mi imbarazzo certo per queste cose, capirai" e dopo una pausa aggiunse, "con te mi sembra normale, noi possiamo fare tutto quello che vogliamo. Comunque, come ti ho detto, possiamo trovare una punizione adatta, cosi' ti sentirai meglio" concluse lei. "Si' va bene mamma" sussurro' Gio Lei gli porto' la mano tra le gambe, l'uccello semiduro, gli prese le palle nella mano, a coppa e gli disse "Se hai qualche idea di punizione adatta, dillo alla tua mamma ok?" Gio sentiva il suo tocco, il calore della sua mano, e ripensando a quello che era successo la sera prima, alla sua nuova passione, con l'uccello che gia' ricominciava a diventare duro, lo disse "Prendile a schiaffi" allargando le gambe in modo da darle un bel bersaglio Anna fu un po' stupita da questa proposta, non si aspettava che Gio fosse cosi' propenso a farsi colpire, sorrise e senza riuscire a nascondere una nota di eccitazione nella voce, "davvero vuoi che ti prenda a schiaffi nelle palle?" chiese stringendo appena la mano senza fargli male. "Si' mamma" rispose Gio, "e' una buona punizione, non credi?" "Perche' no" fece Anna, "quante?" aggiunse "Sono grande" disse Gio, "quindi tante" sussurro' piano in aggiunta. "Direi che dieci potrebbero andare allora, per la prima volta, poi vedremo" lo disse d'istinto, per far capire a Gio che aveva intenzione di colpirlo ancora in futuro. Gio elettrizzato dall'idea annui' "si' certo mamma, tutte le volte che vuoi". Anna non capiva se lui si rendeva realmente conto di cio' che le aveva detto, ma alzo' la mano sinistra, prese la mira ed inizio' a colpirlo con una serie di schiaffi precisi e forti nelle palle. Gli schiocchi della sua mano erano secchi e sonori, sciaff, sciaff, Gio mugolava e la mano destra di Anna che gli teneva il ginocchio sollevato sul letto gli impediva di chiudere le gambe, anche se lui faceva il possibile per non muoverle. Anna sentiva le sua palle contro la mano, le sentiva scappare quando le colpiva, come si eccitava. Quando arrivo' al decimo schiaffo, i suoi capezzoli erano di marmo, svettavano chiaramente duri dalla sua camicia da notte, Gio li vedeva. Anna respirava forte. "Bella punizione vero figlio mio" disse alla fine eccitata "Si' mamma, bella" disse Gio sottovoce "Ora devo andare a cambiarmi" fece lei, "perche' qualcuno mi ha un po' sporcata" aggiunse ridacchiando, Gio abbasso' lo sguardo arrossendo, e lei lo sorprese dandogli una forte strizzata di palle, lunga. "non rimetterti a dormire ora" disse mentre gli spremeva le palle, "altrimenti te le taglio!" aggiunse ridendo e mentre si allontanava dopo avergliele lasciate lo guardo' e lascio' che lui la vedesse mentre si portava una mano tra le gambe carezzandosi. "A dopo" disse lei "A dopo mamma" fece lui, ancora con le gambe aperte, l'uccello duro e le palle rosse belle in vista. Anna ando' in camera da letto ancora sbalordita per com'erano andate le cose, si cambio', infilandosi una vestaglia scollata e poi torno' in cucina. Quando Martina la vide arrivare le ando' vicino facendo finta di nulla, Anna le fece segno OK con la mano, ed al sorriso di Martina rispose con un gesto come per dire "sapessi". Lo scambio di battute sfuggi ad Elena, girata di spalle, che stava in pratica ancora dormendo ora che era da sola e senza il cugino in vista. Gio arrivo' dopo un po', con un paio di pantaloncini ed una maglietta. Sotto era senza slip, ed il suo uccello ancora un po' in tiro si notava, anche se nessuna delle donne presenti fece cenno di aver notato qualcosa. Tutt'e tre invece avevano visto bene il suo pacco. Quando si fu seduto, Martina gli porto' la sua colazione e poi usci' dalla stanza con Anna. Elena allungo' subito un piede tra le sue gambe, iniziando a giocare con lui. "Come sta?" chiese innocente "Bene" fece lui, "ha voglia di te lo senti?" le disse, in realta' era duro per diversi motivi, tra cui anche Elena stessa. Elena gioco' dolcemente con il suo uccello e le sue palle mentre faceva colazione, facendoglielo venire durissimo e portandolo quasi al limite di un nuovo orgasmo. Solo quando Gio le mise una mano sul piedino si fermo', capendo che non avrebbe potuto resistere ancora. Subito dopo Elena si alzo' per tornare in camera a lavarsi, uscendo diede un bacio veloce sulla bocca a Gio. Il ragazzo dopo un paio di minuti si alzo' a sua volta, ancora in tiro, portando la tazza della colazione nel lavandino, quando si giro' trovo' sua zia sulla porta che lo osservava. Lo sguardo di lei cadde subito tra le sue gambe. "Vedo che tua mamma ti ha lasciato iper eccitato" disse subito lei a bassa voce, ben sapendo che probabilmente merito di quell'uccellone duro era buona parte di sua figlia. "Co-come fai a.." inizio' a balbettare Gio. "Siamo sorelle tesoro" fece lei avvicinandosi, "ci diciamo tutto" aggiunse cominciando a toccargli il pacco. "Tranquillo" riprese osservandolo in viso, "non gli ho detto di noi due". Gio stava avvicinandosi all'orgasmo, ma cercava di trattenersi, "pero' non mi aspettavo che tu chiedessi a tua mamma di colpirti le palle". Gio era un po' paralizzato dalla situazione, Martina capi' che era in forte imbarazzo e cosi' decise di correre in suo aiuto, per evitare che il gioco rischiasse di finire li'. "Non preoccuparti nipotino mio" riprese la donna, sempre palpeggiandolo, "non c'e' nulla di male, e sopratutto, tua mamma e' stra felice di quello che le hai lasciato fare" "Da-davvero" disse Gio guardandola negli occhi "Altroche', era contentissima, non credevo avesse voglia anche lei di colpire i maschietti, ma evidentemente", prosegui' mentendo lei, "i geni non mentono, siamo sorelle dopotutto!" "Sto per venire zia" disse Gio. Martina si fermo', "cosa devo fare zia?" continuo' lui. "Beh tesoro, asseconda tua madre" disse lei, "fai cio' che vuole, incitala a farlo se vedi che lei tentenna. Ne ha una voglia matta, non lo dice chiaramente, ma la conosco troppo bene, siamo cresciute assieme lo sai, ma ha un po' di timore perche' ti vede come il suo bimbo, e teme tu possa arrabbiarti" "Ma come arrabbiarmi, impossibile, a me piace" disse lui deciso, "e poi non sono piu' un bambino!" aggiunse "Si' ma lei non sa che sei cosi' attratto" fece Martina, era felice, Gio era praticamente a disposizione delle "donne di casa", ed era ben felice di mettere le sue palle alla loro merce', ora mancava solo di riuscire ad unirsi tutte quante per divertirsi. "E poi" continuo', "io lo so che non sei piu' un bambino, ed in fondo lo sa anche lei, ma una mamma ci mette un po' a capire quanto crescono in fretta i figli". Quest'ultima parte la disse con molta sincerita', pensando a sua figlia Elena... "Sai cosa potresti fare?" disse Martina. "Cosa zia?", fece ansioso di sapere Gio. "Vai da lei, e' da sola! Abbracciala, falle sentire il tuo uccellone duro, dille che e' cosi' perche' pensavi a lei, e dille di colpirti con il ginocchio" concluse la donna "Dici che non si arrabbiera'?" fece lui "Cucciolone!" disse Martina, "ti ha appena in pratica masturbato, schiaffeggiato le palle" prosegui' decisa, "se vai la' e gli chiedi di farlo, sara' solo felice!" "Va bene" disse Gio, "Vieni con me zia?" chiese. "Tesoro e' meglio di no" rispose lei, gia' col cuore a mille per la proposta del nipote, "lei non sa che noi abbiamo giocato, e non sa che ti ho detto tutte queste cose, dovrai andare la' di tua iniziativa, ed essere bravo tu in futuro a riuscire a coinvolgermi con tua mamma" concluse. Gio annui' e si avvio', trovo' sua mamma nel locale lavanderia, un bagno secondario che avevano al piano basso, il suo uccello era ancora durissimo, pronto a venire. "Mamma.." disse entrando, Anna si giro', sapeva che Martina aveva in mente qualcosa, ne aveva accennato, ma non sapeva cos'aveva detto al nipote, ed oltretutto aveva parlato come se non avesse fatto nulla di che, visto che dovevano essere caute per non spaventarlo. Gio l'abbraccio' forte, Anna senti' il suo uccello duro "Amore mio" disse Anna, "ancora.. sei messo cosi'...", era eccitata, la sua voce vibrava di eccitazione "E' cosi' perche' pensavo a te" fece lui, e dopo averlo strusciato un po', allargo' le gambe e guardandola negli occhi aggiunse piano, "mamma, lo meritano" separandosi un po' da lei, in modo che avesse un bersaglio chiaro, "colpiscile con il ginocchio" fini' tentennando ed abbassando lo sguardo "Oh il mio tesoro" disse Anna felice, "hai ragione, lo meritano... quanto ti voglio bene" aggiunse, e sull'ultima parola, lascio' partire una forte ginocchiata nelle palle del figlio, le senti' schiacciarsi, senti' anche il suo uccello duro. Si bagno' a quel tocco, nel sentire le sua palle schiacciarsi, nel vedere l'espressione di dolore sul suo viso. Gio gemette di dolore e piacere. Restarono cosi' un po', poi Gio la guardo' e disse "mamma, sono tuo figlio, loro sono tutte tue, e' un tuo diritto" "Gio che dici..." fece Anna giuliva, era tutto cosi' facile. "Dico che puoi colpirmi nelle palle tutte le volte che vuoi" rispose lui. "Dico che puoi farmi tutto quello che vuoi!" aggiunse "Oh caro", fece lei dandogli un bacio profondo sulla bocca, entrando con la lingua nella sua bocca aperta. Fu un gran bacio e Gio rischio' di venire. Dopo quel bacio si lasciarono, Gio ando' in camera, Anna in cucina. Come Gio entro' trovo' ad attenderlo Elena, che lesta infilo' una mano nelle sue mutande, tiro' fuori tutto ed afferro' e strizzo' le palle. Immediatamente Gio venne, inondandole il viso di caldo sperma, venne per i colpi di Elena, venne per il tocco della zia, venne per i colpi della madre. Fu una venuta lunga e Gio desidero' ardentemente che tutte e tre fossero li' a farlo godere e soffrire alle palle.