Piccola ma grande By Max, enjoy_4_u@hotmail.it Elena e Gio, ancora insieme, un rapporto in evoluzione Grazie alle cure di sua zia, le palle di Gio restarono belle gonfie e rosse quasi per tutto il venerdi' successivo, e la sera stessa Gio si era chiuso in bagno, dando sfogo al suo piacere in tre seghe successive, senza per'altro placare la sua voglia. Continuava ad avere davanti agli occhi sua zia che lo colpiva, vedeva i suoi denti affondare nelle sue palle, il suo cazzo strofinare sul suo viso, si vedeva inondarla mentre veniva. Incredibilmente era persino arrivato al punto, alla terza sega, di darsi una strizzata di palle mentre veniva, bella forte, con il risultato che si era ritrovato con le ginocchia piegate dal dolore, riesploso prepotente visto che era stato molto provato quel giorno. Sua madre Anna noto' qualcosa di diverso quella sera, ma non ci fece caso poi piu' di tanto. Al sabato le palle di Gio stavano meglio e quando al pomeriggio Martina ed Elena arrivarono come spesso succede a casa di Anna e Gio, il ragazzo gia' pregustava un nuovo weekend di dolore e piacere. Elena dal canto sua non vedeva l'ora di riavere tra le mani (e i piedi) le palle del cugino. E perche' no, di risentire la sua lingua sulla sua micia e di assaporare quel liquido bianco che era uscito cosi' copioso dal cazzo di Gio, lasciandola profondamente "turbata" in senso positivo. Sapeva benissimo cos'era, ne aveva parlato a volte con le amiche, ed anche con sua mamma, che essendo abbastanza aperta di mentalita', non aveva mai negato una spiegazione alla figlia, quando questa le rivolgeva una domanda di qualunque tipo. A volte Elena si chiedeva come avrebbe reagito sua mamma se avesse saputo quello che lei faceva con Gio, era sicura che si sarebbe arrabbiata un sacco, e l'avrebbe punita, spifferando poi tutto a sua zia Anna (la madre di Gio) che a sua volta avrebbe sicuramente punito Gio. Pero' a volte si sorprendeva a fantasticare di lei e sua mamma che colpivano il cugino assieme!! Ed altre volte ancora, si immaginava sua zia Anna che si univa a lei, o a loro due, nel calciare le palle di Gio. Quel sabato arrivo' carica di voglia a casa di Gio, dopo i rapidi saluti del caso, lei ed il cugino si andarono a piazzare in camera di Gio come al solito, o meglio, come accadeva di rado fino a che non avevano iniziato questo nuovo gioco, ma nessuna delle due donne sembrava trovare la cosa strana. Anna sperava che finalmente i due ragazzi avessero iniziato ad andare piu' d'accordo, come dovrebbe essere fra cugini, Martina ben conoscendo la verita', era contenta e sperava, nonostante tutto, di poter vedere qualcosa di.. interessante. Come furono in camera, Elena che era entrata per prima, si giro' rapida piantando una ginocchiata dritta nelle palle di Gio, colpendolo come sempre con un'assoluta precisione, e sentendo che il suo uccello era duro ancora prima di iniziare. Gio non accuso' troppo il colpo, si appese allo stipite della porta ma non cadde. "Ehi cuginone" gli disse con un sorrisone Elena, "sei gia' bello duro eh! Al solo pensiero!" "Eh gia'" le rispose lui, "non vedevo l'ora Elena, mi sa che questa cosa mi piace sempre di piu'!" aggiunse "Dai davvero!", esclamo' lei un po' stupita, mettendogli una mano nei pantaloni, fin dentro le mutande ed afferrando le palle senza stringerle "Si' davvero!" fece lui deciso, "anzi perche' non mi dai una bella spremuta alle palle?" "Oh beh, se proprio insisti" disse lei con finta noncuranza, e come termino' la frase serro' forte le palle di Gio, trascinandolo al tempo stesso verso il letto, chiudendo la porta con la mano libera. Stringeva salda le palle del ragazzo, guardandolo dritto in faccia "Mmmm" fece maliziosa, "e' questo che volevi cugino?" Pur in preda al dolore, Gio le rispose "Ahhhh, si'i' Elena si'i', cosi', stringimele!" Elena stringeva contenta, e mentre stringeva, con l'altra mano si porto' quella di Gio sul sederino, sotto la gonna. "Ti piace il mio sedere?" gli chiese Elena "E' morbidissimo" fece Gio, toccando il suo sedere e godendo della sua morbidezza pur in preda al dolore, aveva portato anche l'altra mano sotto la gonna di Elena, e le stava palpando il culo come fosse la prima volta che lo faceva. Elena godeva di quel tocco, e mentre lo assaporava porto' anche l'altra mano nelle mutande di Gio, dividendosi le palle in una per mano, le strizzo' non fortissimo, voleva che lui continuasse a toccarla, ma la stretta era comunque bella forte. Gio gemeva ma non lasciava andare il culo di Elena, anzi riusci' a trovare la forza di infilare le mani negli slip della ragazza, arrivando a stimolarle il buchetto del sedere. Elena godeva del tocco, ma dopo un po' ebbe voglia di altro, cosi' diede una stretta molto forte alle palle di Gio, che lo fece accasciare sul letto, in preda al dolore, con un sordo lamento prolungato. Elena lo guardo' eccitata, e poi gli disse "Dai, togliti i pantaloni e le mutande!" Gio ansimando le rispose "ma non siamo soli in casa!" e guardando verso la porta socchiusa aggiunse "e se arrivano le nostre madri?" Nel guardare verso la porta, gli sembro' di scorgere un'ombra che si spostava, ma fu solo un attimo e non vi diede peso. "Dai cosa vuoi che vengano a fare qui?" rimbecco' lei, "staranno parlando in cucina, se hanno bisogno di noi lo sai che chiamano!" "Non sono convinto", fece lui, ma l'eccitazione ebbe la meglio e Gio con un sospiro aggiunse "ma va bene dai.. solo fai che ne valga le pena di rischiare!" Ridendo a quell'affermazione Elena ribatte', "tranquillo cugino, ti colpiro' cosi' tanto le palle che non ti pentirai del rischio!" Gio fini' di togliersi pantaloncini e mutande, restando in maglietta "questo no dai, almeno posso correre in bagno fingendo di essere li' e mettendo fuori la testa se serve" "Ok dai", gli disse lei, "ora siediti sulla sedia a gambe aperte" aggiunse indicandola con una mano. Gio si sedette ubbidiente, con le gambe aperte, il cazzo svettante verso di lei, la palle gia' un po' gonfie quasi appoggiate sulla sedia. Elena si mise seduta sulla scrivania, un piede sul ginocchio di Gio, l'altro appoggiato tra le sue gambe. "Sai", gli disse, "mi domandavo come potesse esserle schiacciarle con il piede" fece lei vogliosa muovendo il piede sulle sue palle "E perche' non provi" fece lui di getto, "dai, schiaccia le palle" aggiunse allungando le mani a carezzargli le gambe Elena attese un attimo, assaporando il tocco delle mani, poi inizio' a schiacciare le palle con la punta del piede, forzandole verso il basso contro la sedia, e cosi' artigliate, schiacciandole inesorabilmente. Il dolore esplose subito in Gio, che pero' tentava di resistere. Elena inoltre non schiacciava troppo forte, perche' voleva che lui la toccasse. Una volta stabilizzata la pressione, nonostante Elena muovesse il piede, sentendo le palle muoversi sotto le ditine, inesorabilmente schiacciate dal suo piedino (godendo come non mai per come le sentiva alla sua merce' sotto il suo piede), Gio prese a muovere le mani sulle gambe della cugina, salendo piano verso la sua micia. Vedeva sotto la gonna i suoi slip bianchi, un po' bagnati dai suoi umori. Raggiunse con una mano lo slip, e prese ad accarezzare la micia piano. Elena godeva a quel tocco, facendo piu' fatica a controllare la pressione del piede sulle sue palle, che ogni tanto aumentava notevolmente, causando in Gio gemiti di dolore sempre piu' forti. Ma nonostante questo, Gio non smetteva di toccarla, anzi ad un certo punto scosto' lo slip umido di sua sorella, infilando la mano sotto, a diretto contatto con la sua micia bagnata, al contatto con la fighetta di sua cugina, fu sul punto di venire, ma una schiacciata forte di Elena, gli tardo' la venuta. La ragazza stava godendo come una matta, sentiva la mano di suo cugino che le lavorava la figa bagnata, sentiva le sue palle schiacciate sempre piu' forte sotto il suo piedino, artigliate in una presa perfetta delle sua ditine, vedeva la sofferenza sul suo volto, sempre piu' alta. Era eccitata, la sua figa scottava di piacere, era sempre piu' vicina all'orgasmo e quando questo la travolse, facendola esplodere di piacere, calo' il piede con forza, quasi con tutto il peso del suo corpo premuto sulle palle del cugino, a lungo, fino a che l'orgasmo non si fu esaurito dentro di lei. Gio si accorse che stava per venire, e fece il possibile per farla godere al massimo, carezzandole con fare esperto il clitoride e le grandi labbra, non potendo penetrarla perche' vergine, faceva il possibile per farla godere con la mano. Quando lei venne, per lui fu l'inferno, senti' il piede calare con grande forza sulle palle gia' fortemente premute sulla sedia, la senti' puntellarsi con tutto il peso del suo corpo. Il dolore lo travolse, non potendo togliere la mano che la stava masturbando perche' Elena nell'orgasmo chiuse le gambe serrandola sulla sua micia, Gio si porto' istintivamente l'altra mano non tra le gambe, ma sulla bocca. Questo gli permise di soffocare un urlo di dolore acuto, sentendo le palle schiacciate all'inverosimile sulla sedia dura. Sembrava non finire mai, sentiva le ondate di orgasmo scuotere Elena, e sentiva il peso sulle palle sempre piu' forte. Ad un certo punto l'altro piedino di Elena sfioro' il suo cazzo duro. Fu la goccia che fece traboccare il vaso.. l'uccello di Gio esplose cominciando a venire a fiotti sui piedi e le gambe della cugina, schizzi di sperma la stavano riempiendo sulle gambe. Elena se ne accorse e cerco' di prenderne il piu' possibile sui piedini, ma senza diminuire la pressione sulle sue palle... quando l'orgasmo lascio' il ragazzo, Elena aveva allentato la pressione sulle sue palle, guardava estatica lo sperma che la ricopriva, e che in parte era finito sulla sedia, in parte per terra, ma in maggior parte sulle sue gambe. Sempre tenendo un piede sulle sue palle, ma senza premere tanto come prima, si porto' un piede vicino al viso e lecco' lo sperma di Gio, che alla vista di questa scena, quasi dimentico' il dolore che provava. Elena scese dalla scrivania, ma prima di andare a pulirsi in bagno, si inginocchio' davanti al cugino, e dolcemente accolse in bocca il suo cazzo che si stava afflosciando, succhiandolo per pulirlo per bene. Gio non fiato' per tutta l'operazione assaporando la sensazione della sua lingua che leccava l'asta e la cappella, la sua calda bocca che lo avvolgeva.. sentiva i suoi denti sul cazzo, non era esperta e mordeva anche se non era sua intenzione, ma a Gio non importava, avrebbe anche potuto serrare i denti sulla sua cappella e lui avrebbe apprezzato. Resto' li' immobile anche quando Elena si rialzo' ed ando' pian piano in bagno per finire di pulirsi. Quando ebbe finito assieme pulirono alla meglio la camera, dove Gio aveva sporcato. Erano li' che si guardavano itnensamente, Gio ancora nudo dalla vita in giu' quando sentirono le voci delle loro madri avvicinarsi, Gio si accorse che era ancora nudo, e rapido afferro' i pantaloni e le mutande e corse in bagno, lasciando Elena seduta alla scrivania. Martina entro' per prima, capendo immediatamente che i due avevano fatto qualcosa "Dov'e' Gio tesoro" chiese mentre anche Anna entrava "In bagno" rispose distrattamente Elena "Sai, con Anna pensavamo di andare a fare qualche spesa" disse Martina, "vi dispiace restare in casa o volete venire con noi?" fini' la donna ben sapendo quale sarebbe stata la risposta. Fu quasi con gioia che Elena disse "restiamo a casa mamma", e girando la testa verso la porta del bagno quasi urlo' "o vuoi uscire Gio?" La voce del ragazzo arrivo' soffocata dal bagno "restiamo" disse semplicemente. "Bene allora andiamo" disse Anna, "fate i bravi voi due!" e Martina tra se e se penso' 'si'.. i bravi.. chissa' come gli massacrera' le palle oltre a quello che le faceva prima'. Infatti l'ombra vista da Gio era nientemeno che Martina, che aveva approfittato di una scusa per avvicinarsi di soppiatto alla loro camera ed ammirare nascosta un po' di quello che la figlia aveva fatto al cugino. Quando fu sicuro che le due donne se ne fossero andate, Gio usci' dal bagno, Elena era seduta di spalle quindi non vide che era completamente nudo. Si avvicino' alle spalle della cugina, gli prese una mano e se la mise sulle palle "non sarai gia' stanca di giocare" disse provocatorio Gio, il cazzo gia' duro di nuovo. La risposta di Elena non si fece attendere, gli serro' le palle in una stretta micidiale e ridacchiando gli rispose "non mi stanco facilmente, anzi stai attento a quello che dici" e sempre stringendo forte le scrollo' con violenza "potrei decidere di strappartele!" aggiunse. Ovviamente non lo avrebbe mai fatto, ma faceva parte del gioco. Sempre tenendolo per le palle e con un po' di difficolta' (Gio faticava a stare in piedi in preda al dolore pulsante causato dalla mano di lei stretta a morsa a quel modo) Elena prese a trascinarlo per la casa, fuori dalla camera passando dalle varie stanze. Piu' di una volta finse di trasinarlo sul balcone, terrorizzandolo all'inizio con l'idea che qualcuno potesse vederli. Ad un certo punto, mentre giravano cosi' Elena vide nel salotto, vicino al divano, una corda. Non ricordava che ci fosse prima, ma non ci fece molto caso, anche perche' le venne in mente un nuovo giochino. Con un sorriso malizioso fece girare il cugino verso il divano, e mettendoglisi davanti, rapida lascio' andare le palle, per poi colpirle con due ginocchiate in rapida successione. Mentre Gio cadeva sul divano senza forze, lei si crogiolava nel piacere che sempre le dava sentire le sue palle schiacciarsi a quel modo.. quasi arrivava a venire con un brivido quando le sentiva sotto i piedi o contro il ginocchio. Stringerle con le mani le dava invece un brivido lungo la schiena che non riusciva a spiegarsi, si sentiva attraversare come da una scarica elettrica. Mentre Gio si riprendeva un po', Elena raccolse la corda, ed avvicinandosi al cugino gli disse "Ora ti metto un bel guinzaglio" facendogli dondolare la corda davanti agli occhi Istintivamente Gio si porto' una mano alla gola, ma Elena si mise a ridacchiare divertita "No no, non li'" gli fece giuliva, "ti leghero' le palle mio caro" fini' portando nuovamente le mani alle sue palle. Gio la guardo' un attimo con una luce di piacere negli occhi, "si' dai" gli fece, "legamele strette". Gio era sempre piu' in preda di questa nuova passione, provava sempre un moto di stupore quando pensava a quello che si faceva fare, a quello che se all'inizio era un subire qualcosa che avrebbe evitato volentieri, ora era quasi un bisogno fisico. Piu' di una volta in quegli ultimi giorni aveva pensato che, se messo di fronte ad una scelta, forse preferiva quasi farsi colpire le palle da una ragazza, che non farsela. E questo pensiero un po' lo preoccupava. Poi il pensiero di sua cugina che lo colpiva, che gliele strizzava, calciava, di sua zia che gliele torturava prendeva il sopravvento, il suo uccello si rizzava, e lui si trovava a desiderare di essere colpito. Pensava a tutte queste cose anche mentre Elena gli legava il sacco scrotale, glielo lego' piuttosto stretto, mentre lui teneva diligentemente le gambe aperte, quando ebbe finito Elena ammiro' con una gustosa anticipazione le sue palle rosse e gonfie legate strette. "Che ne dici cugino, ti piace?" gli fece "Stupendo" rispose lui, "e ora cosa ci fai?" aggiunse "Beh vediamo" comincio' lei, e senza dargli tanto tempo di pensare, comincio' a dare forti strattoni alla corda. Le palle di Gio esplosero subito di dolore sotto gli strattoni violenti dati da Elena, il ragazzo si torceva sul divano, impossibilitato dal sottrarsi da quel gioco, con Elena che tirava e tirava, alternando momenti di rilassamento (resi meno rilassanti dalla corda stretta alle palle) ad altri di puro dolore. Era rossa di piacere la ragazza.. ed in preda a questo divertimento, prese a tirare la corda proprio come un guinzaglio, costringendo Gio, quasi bordo' dal dolore, a seguirla aiutandosi a muoversi gia' dal divano prima e sul pavimento poi, con le mani, seguendola trascinandosi, le palle tirate allo spasimo verso Elena. Quando Elena finalmente si fermo', tirando di meno la corda, Gio inizio' a rilassarsi, era seduto sulla schiena per terra a gambe aperte, ma le richiuse con un grido di dolore quando Elena, rapida e precisa, fece partire un violento calcio alle palle legate. L'ondata di piacere che la pervase, partendo dal piedino, fin su alla testa fu qualcosa di ancora piu' esaltante di quello che aveva mai provato... quando il suo piedino impatto' con le palle legate, le senti' ancor piu' chiaramente schiacciarsi con violenza, impossibilitate a fuggire dalla corda che le avvolgeva strette, e gia' sotto pressione per la legatura che gli aveva fatto. Senti' il collo del piede schiacciarle, premute, vide l'espressione di immenso dolore che lo invase. Gio non ebbe nemmeno la forza di chiudere le gambe, e dopo qualche secondo un'Elena sull'orlo dell'orgasmo non resistette, tiro' con forza la corda e pianto' altri tre rapidi e violenti calci, concludendo con un pesante ultimo pestone che gli schiaccio' inesorabilmente le palle al limite della resistenza. Gio riusci' a raggomitolarsi su se stesso, le palle in fiamme, ed Elena che portatasi una mano nelle mutandine prese a masturbarsi cercando di muovere la sua mano come aveva fatto lui prima. Gio nonostante il dolore la osservava di sottecchi, non godendo appieno di quello che lei faceva, ma sull'orlo anche lui di un forte nuovo orgasmo. Quando si fu un po' ripreso Elena si spoglio' completamente e si mise a cavalcioni sul suo viso "Leccamela cugino" gli disse, "fammi godere dai" E Gio ubbidiente prese a leccargliela, succhiando e mordicchiando il clitoride e leccandogli avido le grandi labbra, infilando per quel che poteva la lingua dentro di lei.. Elena raggiunse l'orgasmo in poco tempo iniziando ad essere scossa da violenti brividi di piacere, era chinata a cavalcioni sul viso di Gio, che era sulla schiena sdraiato un po' di traverso. Le ondate di piacere che la pervasero furono cosi' violente che inarcando la schiena all'indietro Elena perse l'equilibrio, cadendo all'indietro. Nel cadere sporse le mani all'indietro e senza volerlo fini' pesantemente sulle sue palle ancora legate, il cazzo duro. Le afferro' nel cadere, stringendole e tirandole senza rendersene conto. Il dolore riesplose nelle palle di Gio, che con un grido cerco inutilmente di sottrarsi a quella stretta stremenda. Elena lascio' le palle appena si rese conto della cosa, anche se con un po' di riluttanza.. avrebbe voluto continuare se ne rese conto, ma lo lascio' andare, restando sdraiata su di lui, con la sua figa vicino al suo viso. Ci volle del tempo perche' Gio si riprendesse, quando fu in grado di sedersi, Elena si mise a cavalcioni su di lui, il suo cazzo duro premeva contro la sua micia fradicia dei suoi umori. Elena lo abbraccio'. "Lo sai cuginone" gli disse dolcemente, "sto cominciando a volerti bene" Gio la abbraccio' a sua volta, carezzandole la schiena e dandole un bacio sulla fronte "Anch'io ti voglio bene Elena" le rispose. I loro cuori battevano a mille, dopo una pausa lui aggiunse "sai.. bene non come ad una cugina, ma di piu'" Lei sorrideva, muoveva un po' il bacino, il suo uccello sfregava contro la sua micia. "Anch'io Gio" disse lei di rimando, "ma faremo bene?" aggiunse un po' titubante, "siamo cugini in fondo" "Hai ragione", disse lui, "ma che importa? Viviamola e basta Ele" fini' Elena fece un gran sorriso, e con un po' di incertezza, avvicino' le labbra alle sue per un lungo bacio appassionato. Era la prima volta che baciava un ragazzo, e mai avrebbe pensato di baciare suo cugino a quel modo, ma fu bello, Gio rispose con passione al suo bacio. Fu lungo, molto. Quando si staccarono Elena lo guardo' con stupore "Wow" sussurro' lei, "ma e' stupendo" "Si'", concordo' luo, "lo e'". Il suo uccello duro, ancora con le palle legate, continuava a sfregarsi sulla sua micia bagnata, Gio era ancora vicinissimo all'orgasmo, sentiva che sarebbe potuto esplodere da un momento all'altro. Gio baciava Elena sul collo, carezzandole il corpo, i seni, i capezzoli turgidi, scese a succhiarglieli avidamente. Elena gemeva di piacere, godendosi le attenzioni del cugino. Gio dopo averle leccato avidamente i seni, ed averla nuovamente baciata con passione, la guardo' negli occhi e sussurrando le disse "Ti va di farlo?" Elena lo guardo' con desiderio, poi arrossi' ed abbasso' lo sguardo "Ho paura" ammise con un sussurro talmente basso che Gio fatico' a capire quello che disse, "non l'ho mai fatto lo sai" "Faro' piano te lo prometto" le rispose Gio, "ma non voglio forzarti, possiamo aspettare" concluse "Davvero aspetteresti?" chiese lei alzando lo sguardo e fissando i suoi occhi "Certo cuginetta che aspetterei!" disse lui stampandole un bacio sulla bocca. Elena lo abbraccio', baciandolo sul viso, sul collo. Il suo uccello duro fregava sempre di piu' sulla sua figa, anche perche' Elena si muoveva il piu' possibile sul suo uccello, anche se non se la sentiva di avere un rapporto completo, gli piaceva la sensazione del suo pene sulla sua micia. Si muoveva rapida, Gio gemeva di piacere e quando il suo pene fece maggior forza sulla sua micia bagnata, quasi riuscendo ad iniziare la penetrazione, per poi schizzare verso l'alto sfregando a fondo la cappella, Gio raggiunse l'apice, iniziando a venire con un gemito di immenso piacere ed inondando se stesso e la cugina di un nuovo getto di sperma. Elena si scosto' appena quando lo senti' venire, ma continuo' il movimento a sfregargli l'uccello con la micia, osservando avida la sua copiosa venuta che le inondava il corpo. Continuo' anche dopo che lui ebbe esaurito i suoi spasmi, fino a quando il suo uccello perse un po' l'erezione che prepotentemente lo aggrediva. Stettero cosi' abbracciati per un po', poi Elena si preoccupo' di pulire per bene con la lingua il corpo e l'uccello di Gio, leccando avida tutto il suo sperma, raccolse anche quello che l'aveva bagnata con la mano, portandoselo alla bocca. Lecco tutto' avida e contenta. E quando furono entrambi belli puliti, anche se a lei restavano evidenti tracce di venuta sul suo corpo, si alzarono e tornarono in camere, abbracciati, con le sue palle legate. I loro genitori sarebbero sicuramente tornati di li' a poco, per cui una volta in camera iniziarono a rivestirsi. Gio fece per liberarsi le palle legate, ma Elena lo fermo' "No cugino" gli disse bloccandogli la mano ed afferrandogli le palle, "lasciale legate dai" e intanto gliele strizzava un po' "Legate? E se se ne accorgono?" fece lui "Perche' hai intenzione di metterti nudo davanti a mamma e zia?" ribatte' lei ridendo "In effetti" fece lui, ma la sua mente volo' ad un immagine in cui sua zia infilava una mano nei sui pantaloni trovando le sue palle legate, e sorpresa, iniziare a spremergliele e mordergliele. "E niente mutande" fece Elena alla fine, "guarda, sto senza anch'io" E cosi' si rivestirono, Elena bado' bene di fare in modo che la corda non spuntasse dai pantaloncini di Gio. Ed una volta che furono vestiti, scesero in sala ad aspettare i genitori. L'uccello di Gio semi-duro un po' si notava, ed Elena era sicura che sarebbe bastato guardarlo negli occhi per farglielo venire duro del tutto.