Piccola ma grande 7 By Max, enjoy_4_u@hotmail.it Martina e Gio, in un pomeriggio speciale I giorni seguenti Martina cercava l'occasione giusta per chiamare a casa sua Gio senza destare i sospetti di nessuno, specialmente di Elena, che se avesse immaginato l'arrivo del cugino, sicuramente sarebbe rimasta sempre allerta, pronta a colpirlo in ogni istante. Martina decise di aspettare quindi il giovedi', quando Elena sarebbe stata fuori fin quasi all'ora di cena, e poteva sbizzarrirsi con il suo bel nipotino. Gio dal canto suo ogni volta che ci pensava, a parte una prepotente erezione, era assalito dai pensieri... la maggior parte erano di stupore per com'erano andate le cose, una parte della sua mente credeva che alla base di cio' che gli aveva detto sua Zia, ci fosse una qualche sorta di punizione che lei volesse infliggergli per via dell'erezione che era svettata cosi' prepotente quando era stato nudo davanti a lei, da un'altra era quasi convinto che invece fosse tutto frutto del caso, che sua zia una volta colpitolo involontariamente, aveva provato qualcosa, ed ora voleva semplicemente approfondire quella sensazione.. in fondo tale madre tale figlia, ed Elena era una discreta calciatrice di palle! Da una parte era imbarazzato al pensiero di stare nudo davanti a sua zia a farsi colpire i gioielli, da un'altra invece, tutti gli aspetti della situazione che gli causavano imbarazzo, erano anche fonte di eccitazione. Nudo davanti a sua Zia, protagonista di molti suoi pensieri erotici, sua zia che sicuramente gli avrebbe toccato i genitali causandogli un grande piacere, i colpi che gli avrebbe dato alle palle (e piu' ci pensava, piu' questa pratica insolita gli piaceva).. insomma c'erano tutti gli ingredienti per scoppiare di piacere... Sicuramente Gio non immaginava tutto il retroscena che c'era, e dove sarebbero arrivati da li' a qualche tempo... Martina passava il tempo sognando... una parte di lei continuava a voler sgridare sua figlia per cio' che aveva fatto, ma un'altra parte invece ne era fiera, ed era contenta anche perche' Elena aveva risvegliato in lei i ricordi del passato, di quando da ragazze poco piu' grandi di Elena, lei e sua sorella Anna, la madre di Gio, si erano piu' di una volta divertite colpendo i maschietti nei loro gioielli.. Era strano come si fosse dimenticata questi fatti, ricordandoli solo la sera dopo aver colpito Gio. Ed onestamente, a dirla tutta, come poteva punire sua figlia per una cosa che, in fondo, approvava? Martina non era una madre capace di dare punizioni gratuite alla figlia, dovevano esserci motivi. E se l'avesse punita per questo, oltre a sentirsi in colpa, si sarebbe preclusa la possibilita' di giocare assieme a lei con le palle del suo bel nipotino. No no, doveva studiare qualcosa di adatto alla situazione. Intanto si sarebbe divertita all'insaputa della figlia, tanto dubitava che Gio andasse a dirle qualcosa, anzi! Fu che una certa emozione che quel giovedi', dopo pranzo, chiamo' Gio al telefono "Ciao Gio, sono la zia" "Ciao Zia, hai bisogno della mamma?" rispose Gio "No no, ho bisogno di te, abbiamo una cosa in programma ricordi?" gli disse Martina, "vieni ora?" Gio stette un attimo in silenzio, gia' eccitato "Si' certo zia, arrivo" rispose. Non c'era nulla di strano in Gio che andava da sua zia, non era la prima volta, capitava che Martina lo chiamasse per darle una mano in qualcosa in casa. Le due sorelle erano molto legate, e quindi quando Anna senti' Gio chiamarla per dirle che faceva un salto dalla zia, non disse nulla, e lo saluto' semplicemente. Gio si diresse quasi di corsa a casa di sua zia, che non distava molto, arrivo' con il fiato corto, gia' con l'uccello un po' in tiro, e siccome indossava abiti leggeri la cosa si notava. "Hai fatto presto Gio" lo accolse sua zia quando lui suono' il campanello, "non vedevi l'ora di dimostrarmi quanto sei forte vero?" lo punzecchio' lei "Si' certo zia", rispose lui, "vedrai!" aggiunse. Martina noto' subito il bozzo sui pantaloni e ridacchiando gli appoggio' la mano sul pacco "Beh, per ora vedo solo che sei eccitato caro il mio nipotino!" gli disse, e tirandolo verso il salotto aggiunse "beh non perdiamo tempo che dici, iniziamo subito!" "Va bene zia, come vuoi che mi metta?" Chiese il ragazzo Sua zia finse di pensarci un po' su, in realta' aveva gia' architettato un po' la cosa nei giorni precedenti. "Sopratutto direi che devi stare nudo" disse ad un certo punto. Lo vide arrossire un po', ma annui', ormai istruito e comunque eccitato all'idea di quello che avrebbero fatto. Inizio' a spogliarsi con calma, mentre sua zia si era seduta sulla poltrona. Per l'occasione Martina indossava una gonna corta un po' larga, una bella maglia scollata con un reggiseno a balconcino, ed ovviamente un bel perizoma essenziale. Hai piedi aveva dei sandali, ma non li avrebbe usati per colpirlo, voleva sentire le sue palle sul piede nudo. Quando Gio fu nudo, lo chiamo' li' vicino a se. Il ragazzo aveva gia' l'uccello in tiro. "Vediamo un po' come stanno i tuoi gioielli" disse prendendoli in mano ed iniziando a toccarli avidamente, e cercando di non guardare Gio negli occhi, per non fargli capire quanto era eccitata. Li tocco' con delicatezza per un po', facendoli scivolare dentro il sacco scrotale. Si vedeva chiaramente che si era ripreso, non erano piu' rossi e gonfi, ma Martina volette godersi il tocco dei suoi gioielli, sapendo che di li' a poco li avrebbe praticamente massacrati. Il cazzo di Gio era sempre piu' duro, la cappella rossa e gonfia di piacere.. una gocciolina di umori si era formata sulla punta dell'uccello, e Martina dovette fare un grande sforzo per non protendersi ad asciugarla con la lingua. Dopo un po' di questa palpazione, che porto' Gio vicino all'orgasmo seppure mai sua Zia gli tocco' l'uccello, Martina si rialzo' fremente di desiderio ed esclamo' "Direi che si sono riprese appieno, quindi sei pronto a farti prendere a calci nelle palle vero Gio!" "Certo zia" disse lui riprendendosi da quel momento di immenso piacere un po' a fatica, "tutti quelli che vuoi" aggiunse "E come voglio" ribatte' lei, "sei ancora d'accordo vero?" "Assolutamente zia" rispose pronto Gio "Bene" fece lei avvicinandosi a lui ed iniziando ad allargargli le gambe, "allora preparati, che ora ti faccio vedere io!" Martina si allontano' dal ragazzo e scalcio' via gli zoccoli che portava ai piedi, mettendosi davanti a lui, allungo' un piede tra le gambe di Gio, ed inizio' a titillargli le palle, prendendo la mira. "Allora sei pronto?" gli chiese "Certo zia, sono prontissimo" rispose lui. "Sicuro che lo sei?" fece lei maliziosamente "Ma certo zia, quante volte devo dirtelo!" esclamo' Gio, "vuoi iniziare a prendermi a calci nelle palle!". Ormai si era fatto prendere, e si lascio' sfuggire la frase che rese felice sua zia, che in pochissimo carico' la gamba e lascio' partire un bel calcio che colpi' di collo pieno le palle del ragazzo! Martina senti' le sue palle, le senti' schiacciarsi, scivolare di lato, e fu quasi travolta da un orgasmo! Senti' che si bagnava sempre di piu' tra le gambe Gio resistette il piu' possibile cercando di restare in piedi. Al limite della resistenza si chino' in avanti, poggiando le mani sulle ginocchia, lievemente piegate, per non crollare a terra. Sua zia rise di gusto a quella scena, ma non era una risata di scherno, bensi' di divertimento "Beh" stava dicendo lei, mentre girava intorno a Gio, "a regola hai resistito" Gio non ribatteva, cercando di tenere sotto controllo il dolore, ma quando Martina fu alle sue spalle, e vide le sue palle penzolanti, non ci penso' su un attimo e lascio' partire un altro calcio da dietro, che le colpi' forte di punta. Gio non riusci' a restare in piedi, cadde in ginocchio, sempre dando le spalle a sua zia, che ancora in vista delle sue palle, non gli diede tempo di coprirsi, e lascio' partire un altro calcio da dietro di collo pieno, che spiattello' le palle del nipote contro il suo pube! Mentre Gio cadeva definitivamente a terra, afferrandosi le palle, Martina senti' i suoi umori che iniziavano a colare lungo le sue gambe. Si sentiva travolta dall'eccitazione, dall'emozione del momento. Si chino' vicino al viso di Gio, badando di mettere la sua micia in bella mostra davanti al viso del nipote, tenendo le gambe un po' aperte. "Mi sa che non sei tanto resistente eh nipotino mio" fece lei divertita Gio giro' la testa verso di lei aprendo gli occhi, che aveva chiuso per il dolore, e si trovo' davanti la sua figa, ben visibile nonostante il perizoma bianco, dato che i suoi abbondanti umori l'avevano bagnata talmente tanto da renderlo trasparente. Vedeva la sua figa depilata, vedeva i suoi umori che l'avevano bagnata e ammaliato da quella visione, penso' che forse, cosi' come con Elena, se l'avesse fatta divertire ancora, avrebbe ottenuto altro.. di piu' spinto.. Gio fece un gran respiro e scegliendo con cura le parole, le disse "non e' tutta colpa mia, guarda", fece allargando le gambe con uno sforzo e togliendo le mani, "e' solo che mi mancano le forze a un certo punto, ma potresti colpirmi ancora tante volte!" concluse Martina era sempre piu' in estasi, ormai capiva che qualunque cosa avesse voluto fare, lui non si sarebbe tirato indietro "E come dovrei fare scusa?" disse lei con finta curiosita', "mica posso legarti!" E per sua somma gioia, Gio ribatte' rapido "e perche' no scusa? cosi' saresti libera di colpirmi finche' resisto!" Martina finse stupore, e sopratutto finse di pensarci su. "In effetti non ci avevo pensato" fece pensierosa, "potrebbe essere un'idea, aspettami qui" aggiunse andando verso la camera. Martina non era certo equipaggiata con delle corde o simili, pero' aveva una cosa che mai avrebbe pensato di usare in un'occasione diversa dal carnevale, ovvero due paia di manette colorate, rimasuglio di un costume di anni prima. Le trovo' in fondo ad un cassetto, e tutta felice torno' verso il salotto, dove Gio si era seduto appoggiato al divano. "Che ne pensi?" fece lei sventolandogliele davanti agli occhi Gli occhi di Gio si illuminarono, ed esclamo' contento "si' dai, che figata!" Sua zia lo guardo' un po' sorpresa, non aspettandosi una reazione del genere, poi scoppiarono a ridere insieme "Dai vieni qua porco che non sei altro!" disse lei ridendo e tirandolo per un braccio verso la finestra, dove si trovavano due sbarre verticali, ideali per agganciare le manette. Lo porto' davanti alla finestra, con la tenda tirata, e gli alzo' le braccia sopra la testa. Poteva mettersi in fianco a lui, invece gli stette davanti, in modo da sentire il suo uccello duro contro la micia. Gli blocco' prima un braccio in alto, poi si occupo' dell'altro. Quando fu ben legato lo squadro' e ammiccando alle sue gambe disse "che ne dici, devo trovare qualcosa per le gambe?". Fece la finta tonta, ma Gio non se ne accorse e ribatte' "beh penso di si' zia, se no le chiudo involontariamente". Martina ridacchio' divertita e corse a cercare qualcosa, ma non sapeva cosa usare, cosi' prese due strofinacci, li arrotolo' e tornata da Gio gli lego le caviglie, in modo da lasciarlo appeso li' ad X. Anche in questo caso si mise direttamente chinata davanti a lui, e facendo ovviamente apposta, ma simulando il caso, lascio' che il suo cazzo duro sbattesse piu' di una volta sulla sua testa, ed in un paio di occasioni vicino alla sua bocca. Quando ebbe completato la sua opera, si rialzo' ad ammirarlo, li' con il cazzo duro, legato, con le palle penzoloni. "E adesso?" fece lei "Adesso ti diverti Zia" disse lui, "e mi colpisci nelle palle finche' vuoi!" aggiunse. "E quando mi devo fermare?" fece lei curiosa, toccandogli le palle "Quando sei stanca" ribatte' lui deciso "Ne sei sicuro Gio? Potrei metterci molto a stancarmi!" gli disse lei ridendo. "Dici Zia? Con tutte le cose che potresti farmi non credo ti stancherai presto" "Davvero nipotino mio?" ammicco' maliziosa, "per esempio?" "Vuoi un elenco Zia?" "Perche' no..." "Vediamo" fece Gio pensieroso, "beh abbiamo i calci, di collo e di punta, le ginocchiate, le strizzate, gli schiaffi, i pugni" Gio parlava pensando seriamente a tutto quello che le poteva fare, e Martina era sempre piu' eccitata, "poi puoi sdraiarti sotto di me e tirarmi dei pestoni dal basso, me le puoi schiacciare con la pianta del piede, puoi darmi le tallonate come l'altra volta a casa mia. Poi vediamo.." si interruppe e la guardo', parve sul punto di parlare e si fermo'. Martina capi' che aveva pensato a qualcosa di speciale, che forse riteneva troppo, cosi' lo incito' "Avanti parla, e poi cosa?" gli diceva palpandogli i gioielli "Beh ecco" fece lui, "potresti, ma solo se vuoi ovviamente, non e' che devi per forza" "avanti parla" lo interruppe lei strizzandogli le palle nel palmo della mano "ahh... bhe potresti anche morderle se vuoi" disse arrossendo "Morderle..." fece lei pensierosa, sempre stringendogli le palle, in realta' dentro di se faceva i salti dalla gioia, "mah", disse infine, "potrebbe essere un'idea" E lasciando andare le sue palle, esclamo' "basta parlare, e' ora di iniziare a dare una lezioncina alle tue palle!" E Gio di rimando, quasi sporgendo il bacino verso di lei "si' zia avanti, fammi due palle cosi'!" Martina non gli lascio' molto tempo, prese la mira ed inizio' a calciare di buona lena, senza dare forza eccessiva ai suoi calci, ma sufficiente a scuotere Gio fino al midollo. Collo, punta, collo, ginocchiata, collo, punta.. I colpi si susseguivano veloci, e Gio gemeva sempre piu' apertamente, la figa di Martina ormai sbrodolava ed i suoi umori scendevano sempre di piu', si sentiva bagnata fin quasi al ginocchio, era in preda ad una pura eccitazione, e il sapere che Gio soffriva sempre di piu' sembrava alimentare i suoi colpi, non limitarli. Gio ormai giaceva appeso per i polsi alle manette, le gambe molli che tentavano inutilmente di serrarsi, gemeva apertamente con il cazzo duro e le palle rosse e gonfie. Martina smise di colpire e le afferro' brutalmente, iniziando a strizzarle "si'i'i', senti che bello!" diceva Martina, "che belle palle che hai! E come ce l'hai duro! Ti piace quello che ti faccio vero porcellone che non sei altro!" Chissa' come, nonostante fosse in preda al dolore, Gio riusci' a trovare la forza ed il fiato per dire "si' zia si', continua, fai che le mie palle ricordino a lungo questo giorno" Martina dopo un'ultima forte stretta, si getto' a terra, di schiena, proprio sotto Gio, si tiro' la gonna avvolta fino alla vita, e con la figa fradicia in vista sotto il perizoma, prese la mira e comincio' a tirare delle belle tallonate nelle palle di Gio. Le sentiva schiacciarsi ogni volta con violenza, cercare la fuga da quella pressione. Teneva la gamba non usata oscenamente aperta, in questo modo Gio le vedeva benissimo la figa, e nonostante il dolore, aveva gli occhi aperti. Nel susseguirsi di colpi che Martina sferrava, nel movimento suo e di Gio contro la finestra, la tenda prese a spostarsi un po'. Gio stesso che con una mano si teneva alla corda laterale contribui' ad aprirla senza che nessuno dei due ci facesse caso. Martina continuo' a lungo a piantare tallonate nelle palle del ragazzo, poi appagata momentaneamente da quel giochino, si inginocchio' tra le sue gambe, e diede dei bacetti delicati alle sue palle rosse e gonfie come mai aveva visto "Vuoi che mi fermi?" chiede alternando un bacio ad ogni parola Gio stette in silenzio un po' a raccogliere le forze, poi anche in lui l'eccitazione si fece largo nel dolore e sussurro' roco "No zia ti prego continua" Martina allungo' la mano piano tra le sue gambe, fece un anello con indice e pollice alla base del suo sacco scrotale e d'improvviso strinse con forza, causando un forte gemito in Gio. Con l'altra mano prese a colpire le palle ora con uno schiaffo, ora con un pugno, alternando i colpi, forti e precisi. Poi quando si senti' soddisfatta, si protese e strinse forte i denti sulle palle di Gio, che in un misto di estasi e dolore prese quasi ad urlare. Sentiva ogni muscolo del suo corpo tendersi. Il suo cazzo strofinava sul viso di Martina, Martina avvertiva chiaramente che era allo spasmo, pronto ad esplodere, il suo viso si stava bagnando del liquido che il suo nipotino emetteva involontariamente all'apice del piacere. E poi accadde.. il cazzo di Gio esplose in violenti spasmi di piacere, inondando il viso di Martina di sborra calda. La donna non si scompose, lo lascio' venire in "autonomia" senza toccargli il cazzo, con il seme che le bagnava il viso, le scendeva sul collo, nella scollatura. Si stava quasi facendo una doccia di sborra, e serrava i denti sempre piu' a fondo, con Gio che quasi urlava di piacere/dolore. Quando il ragazzo fini' di venire, la donna lascio' andare le sue palle, dove spiccava nel rossore e gonfiore il segno netto dei suoi denti. Era quasi svenuto dal dolore, gemeva quasi inerte appeso per i polsi. Martina si alzo' per liberare le manette, ma non seppe resistere, quando gli ebbe liberato entrambe le braccia e Gio scivolo' giu', lascio' partire una ginocchiata finale alle sue palle, e lo osservo' cadere con un'espressione stupita sul viso, il cazzo mezzo duro che si stava rilassando. Martina aspetto' che si riprendesse seduta per terra vicino a lui, la figa davanti al suo viso. Quando Gio si fu ripreso abbastanza per mettersi seduto di fronte a lei, quasi senza mai togliere gli occhi dal suo perizoma zuppo, lei disse "Beh nipotino mio, dopo tutto sei stato bravo" e guardandolo intensamente aggiunse "e da come mi hai conciata direi che la cosa ti e' anche piaciuta parecchio!" Solo allora Gio si accorse che i suoi capelli, il suo viso, il suo collo, il suo petto erano inondati di sperma, aveva goduto, si ricordo' come se fosse passato chissa' quanto tempo, mentre sue zia gli mordeva le palle, e non si era scostata, o pulita, aveva preso tutto addosso. Il suo cazzo ormai moscio, comincio' a riprendere vita "In effetti" comincio' a mormorare, "proprio dispiaciuto non mi e'" fini' "Si' lo vedo" ridacchio lei, e lo aiuto' a rialzarsi, "ma ora rivestiti che devi andare, e' tardi! Elena potrebbe tornare da un momento all'altro, e cosa le dico se ti trova nudo qui, con me sporca del tuo sperma!" ridacchiava, ma Gio era un po' spaventato, come avrebbe preso Elena la cosa se li avesse scoperti? Comincio' a rivestirsi e mentre lo faceva vide sua zia che si toglieva il perizoma, riusci' ad intravedere la sua figa, ma Martina era ben decisa a giocare in modo autoritario, concedendo poco per volta, per cui si copri' presto. Gli allungo' il perizoma dicendogli "magari ti fara' piacere averlo" e sorridendo aggiunse "cosi' vedi che anch'io mi sono divertita parecchio!" Gio prese il perizoma, lo annuso' e lo mise in tasca balbettando un "grazie zia" mentre si avviava alla porta. Aveva ancora il pacco gonfio quando si congedo' da sua zia. Martina era estatica, e corse in bagno non tanto per pulirsi, quanto per masturbarsi furiosamente. Nessuno dei due si accorse che qualcuno dalla casa di fronte, era riuscito a vedere gran parte dei loro giochi, una ragazza infatti aveva per caso intravisto che stava succedendo qualcosa dalla tenda semi scostata, e incuriosita era rimasta ad osservare fino a che la tenda non si era aperta per bene. E nonostante il ragazzo fosse di spalle, aveva visto e capito abbastanza di cio' che era successo. E stava gia' cercando di metabolizzare il piacere che sentiva tra le gambe, associato ai colpi ai genitali maschili!