Piccola ma grande 4 By Max, enjoy_4_u@hotmail.it Un piccolo sogno diventa realtà. Ringrazio tutti coloro che mi hanno scritto, sia per i complimenti (mi fa piacere che la storia vi piaccia) sia per i suggerimenti! Ne terrò conto nello sviluppo della storia. Come nelle altre parti del racconto, qualcosa di vero alla base c'e', non saprete mai di preciso cosa e come, i fatti sono molto romanzati volontariamente, ma diciamo che una certa piscina rappresenta un dolce ricordo per me e per una ragazza speciale! La settimana trascorse abbastanza tranquilla per tutti, con Gio che continuava a pensare agli accadimenti di quel lungo weekend, sperando in cuor suo di poterli replicare e magari amplificare, con Elena che si sentiva diversa dalle altre sue amiche, da un certo punto di vista piu' grande e piu' importante per quello che aveva fatto, oltre che tremendamente eccitata dall'idea di rifarlo e dalla voglia di provare cose nuove. Anche per Martina la settimana fu tranquilla, ma al tempo stesso agitata dalla voglia di provare anche lei quella cosa che la sua bambina aveva fatto al cugino grande, oltre che di rivederla all'opera. Solo che ancora non sapeva cosa avrebbe potuto fare, la eccitava tantissimo l'idea di spiare di nascosto i due ragazzi che giocavano cosi', senza che sapessero che lei sapeva, ma la eccitava anche l'idea di provare lei stessa la cosa. L'ideale, pensava, sarebbe stato coinvolgere Gio senza che la figlia lo venisse a sapere, ma nemmeno lei ne era poi tanto sicura, a volte invece si sorprendeva a pensare a lei assieme alla figlia che si "spartivano" i testicoli del nipote. Arrivo' cosi' il weekend successivo, Martina invito' la sorella ed il nipote a pranzo da loro il sabato, e decise di prendere la scusa di uscire lei e la sorella sole a fare compere, per lasciare i due giovani in casa soli. Sentiva dentro di lei che il loro "rapporto" particolare era ancora agli inizi, ma invece di volerlo bloccare, voleva che si spingessero oltre, sempre piu' in la', diventando sempre piu' intimi. Un po' si "vergognava" di questa cosa, ma da un altro punto di vista, era contenta. Il pranzo trascorse tranquillo, senza particolari "incidenti", anche se Elena piu' di una volta aveva intrufolato il suo piede tra le gambe di Gio, senza che le loro madri si accorgessero di nulla. Quando piu' tardi le due donne uscirono lasciandoli soli, per entrambi l'eccitazione aumento' immediatamente. I due ragazzi erano in sala a guardare la tv, quando come l'altra volta, Elena prese l'iniziativa. "Come stanno le tue palline cuginone?" chiese ridacchiando la giovane. "Perfettamente ristabilite grazie" ribatte' lui, che gia' immaginava dove voleva arrivare la cugina. "Davvero?" incalzo' lei, alzandosi e mettendosi vicino a lui. "Posso controllare quindi.." e cosi' dicendo allungo' una mano a sbottonare i jeans di Gio, ed intrufolo' una mano dentro le sue mutande. Immediatamente l'uccello del ragazzo inizio' ad indurirsi, Elena se ne accorse e ridacchiando afferro' saldamente le sue palle, iniziando a stringerle non molto forte, ed a tirarle un po' verso l'alto. Dopo qualche secondo le lascio' andare soddisfatta. "Si', vedo che sono guarite" disse ridendo, "pronte per una nuova cura" aggiunse massaggiando piano il pene di Gio, "sei d'accordo cugino?" Il ragazzo era gia' all'apice della sua erezione, non lo avrebbe ammesso con nessun altro, ma aveva aspettato quel momento tutta la settimana, un po' se ne vergognava, in fondo lui era grande, lei era molto giovane, e per di piu' era sua cugina. Inoltre quello che lei gli faceva non era propriamente "normale" a quanto pensava lui.. eppure gli piaceva, aveva scoperto che era eccitante sentire il suo piede colpirlo tra le gambe, la sua mano che gliele strizzava, era stranamente bello vedere una ragazzina quattordicenne comandarlo a quel modo. Fu per questo che rispose immediatamente "si' assolutamente". Elena un po' non credeva a quello che aveva sentito, e' vero gia' l'altra volta l'aveva incitata a non fermarsi, pero' lei si era resa conto che lui stava si soffrendo parecchio, ma era anche evidente quando stava godendo, ora invece dovevano in pratica ancora iniziare, eppure lui non la tratteneva. Fu cosi' che senza accorgersene, decise di spingersi oltre quel giorno, voleva vederlo pregarla di smettere di torturargli le palle, ed in una sorta di idea diabolica, voleva che fosse lui a dirle cosa fargli, per poi far si' che si pentisse di tutto. "Bene allora", disse lei, "spogliati dai, ti voglio nudo" disse dandogli una strizzatina con due dita alla punta dell'uccello in tiro e spostandosi. E mentre il ragazzo iniziava a spogliarsi, lei gli chiese "dimmi Gio, qual'e' la prima cosa che vorresti ti facessi? Dai oggi aiutami tu a farmi divertire..." Il ragazzo si fermo' un attimo con la maglia in mano, la guardo' dalla testa ai piedi. Elena era scalza, le ciabatte giacevano abbandonate sul tappeto, indossava un paio di pantaloncini corti, una maglietta bianca aderente, un po' trasparente noto' il ragazzo, e niente altro. Dopo averla guardata un po', prese a fissarle le gambe, scendendo verso i piedi. La ragazza lo noto' e cosi' mosse suadente il piede destro. "Beh, allora", disse lei, "non hai deciso ancora nulla?". Gio non smetteva di guardarle i piedi, specialmente quello che lei muoveva, "si', ho deciso", disse sottovoce senza guardarla, faticava a trovare il coraggio di dirlo, di dire quello che voleva che lei gli facesse. "E allora?" lo incalzo' lei, Gio prese fiato e le disse "usa i piedi Elena", la ragazza rise divertita, "va bene" gli rispose lei, "e per fare cosa?". Lui smise di guardarle i piedi e la fisso' in fiso, "beh lo sai" disse arrossendo, "forse" ribadi' lei, "ma voglio sentirtelo dire". Gio non parlo' per qualche secondo, poi disse d'un fiato "prendimi a calci nelle palle". Ad Elena non sembrava vero.. non credeva che fosse cosi' emozionante sentirsi chiedere una cosa cosi', e' vero lo aveva gia' fatto, ma non sapeva dire per quale motivo, quel giorno le sembrava.. diverso! Quasi senza pensarci, gli disse "e cosa si dice quando si domanda qualcosa?", Gio mostro' un po' di stupore, ma ormai aveva fatto il primo passo, e si sa, una volta partiti e' piu' facile proseguire "Per favore Elena, prendimi a calci nelle palle". La ragazza saltello' dalla gioia, e disse ridendo "si' va bene, ti accontento volentieri", e dopo aver fatto una specie di piroetta, aggiunse "ora finisci di spogliarti". Gio fini di denudarsi, appoggiando tutto su una poltrona li' vicino, quando ebbe finito si giro' verso Elena, la guardo' fisso per un po', l'uccello che puntava duro verso di lei, le palle che erano li' in bella vista, si era gia' messo con le gambe un po' divaricate. Vedendo che lei non faceva nulla, Gio le disse "dai Elena, inizia a calciare". Lei sorrise, poi guardo' dietro di lui, "prima raccogli la maglia che e' caduta e mettila bene". Il ragazzo si giro' un po' stupito, la sua maglietta era effettivamente caduta per terra, la prese e la rimise sulla poltrona, era ancora girato a gambe un po' aperte, chinato in avanti per mettere bene la maglia, quando senza alcun preavviso Elena gli diede il primo calcio della giornata, fu un bel colpo forte, anche se non eccessivo, dato da dietro che colpi' in pieno le palle di Gio. Il ragazzo le senti' schiacciarsi contro il suo pube, e pochissimo dopo il dolore esplodere nei suoi gioielli, caccio' un gemito sommesso e cadde con il viso sulla poltrona, le mani a tenersi le palle doloranti, inginocchiato per terra dando sempre le spalle ad Elena. Era il primo colpo della giornata, gli aveva sicuramente fatto male, ma si rese conto che non era eccessivo, lascio' andare le sue palle doloranti, continuando a riprendere fiato. Elena da dietro gli disse "ti e' piaciuto cugino?" lui subito non rispose, cosi' Elena passandogli una mano da dietro sul cazzo e trovandolo duro aggiunse "a sentire lui direi che non ti e' dispiaciuto, vero?". A quel punto Gio rispose "si' mi e' piaciuto", "e ne vorresti ancora o vorresti cambiare?" ribadi' lei, "Ti prego", disse lui, "dammene ancora, colpiscile, calciale" aggiunse allargando le gambe in quella posizione in ginocchio, dando le spalle alla cugina. Gio parlava sull'onda dell'eccitazione e dei mille pensieri che aveva fatto in quella settimana, Elena invece non aspettava che di sentirsi dire che a lui piaceva quello che lei faceva, che ne voleva ancora. Lascio' andare velocemente l'uccello del cugino, si rialzo', prese la mira e lascio' partire un secondo gran calcio nelle palle.. stavolta carico' di piu' il colpo, e Gio gemette piuttosto forte dal dolore, facendo un piccolo salto inginocchiato com'era e crollando definitivamente a terra in posizione fetale.. la micia di Elena era in fiamme dall'eccitazione, si sentiva un gran calore dentro, e si sentiva anche un po' bagnata.. anche quella volta il calcio era stato splendidamente perfetto, aveva sentito entrambe le palle venire schiacciate dal suo piede, le aveva avvertite scivolare di lato a causa della fortissima pressione che aveva esercitato, ed era stato bellissimo.. Gio era a terra gemente, questo colpo era stato molto forte. Elena era lanciata, chinandosi vicino al cugino lo giro' sulla schiena, gli allargo' le gambe e si sedette in mezzo ad esse. Gio si teneva le palle lasciando libero l'uccello, lei lo afferro' ed inizio' a menarlo piano con una mano, con l'altra allontano' piano le sue mani dalle palle. Non oppose resistenza, sembrava come senza forze. Elena gli osservo i genitali.. aveva gia' le palle rosse ed un po' gonfie, il cazzo era duro e caldo nella sua mano, lo menava piano, scoprendo pienamente la cappella rossa e ricoprendola del tutto, ad un certo punto con la mano sinistra inizio' a massaggiare le palle di Gio, con l'altra continuava la lenta sega al cugino, che ancora non si muoveva da quella posizione, poi senza preavviso, la sua mano sinistra afferro' la palla sinistra di Gio, la destra lascio' l'uccello del ragazzo e scese a prendere la palla libera, ed Elena inizio' a stringere forte le due palle, tirando al tempo stesso esternamente come a volerle allontanare. Gio' inizio' subito a gemere, le sue mani scesero ai genitali, ma la presa di Elena era molto salda. Stringeva forte, e le tirava, e le torceva. Rideva ogni tanto ai lamenti di Gio, ed ogni tanto piantava un dito nelle palle, causando un piccolo grido nel cugino che tentava di liberarsi torcendosi. Mentre faceva questo giochino con i suoi genitali, osservava il suo cazzo duro, che non accennava a perdere di erezione. Aveva la cappella completamente scoperta e lei si sentiva attratta. Dopo un po' di quel gioco, senza pensarci scese con il viso verso l'uccello, sempre senza mollare le palle, e velocemente prese tra i denti la cappella rossa e comincio' a morderla forte. Gio riprese a dimenarsi, lanciando gemiti molto forti, il movimento pero' ovviamente gli causava piu' dolore, e cosi' si fermo', sempre gemendo, con le palle tirate verso l'esterno dalle mani della cugina, ed il suo cazzo stretto nella morsa dei denti di Elena. Cercava di stare il piu' fermo possibile, per non aumentare il dolore che provava. Sembro' essere passata un'eternita' quando finalmente sua cugina lo lascio' andare.. aveva le palle in fiamme, il segno dei denti bello profondo sulla cappella. Si chiuse in posizione accucciata, tenendosi i genitali.. Elena rideva, rideva di gusto.. Quando Gio inizio' a riprendersi, Elena decise di dargli un premio. "bravo cugino" disse lei, "sei stato bravo.. ed io ho provato un piacere immenso" aggiunse, "non pensavo fosse cosi' bello giocare a questo modo con te sai!". Era sincera, non era un affermazione di "superiorita'", di "cattiveria", di "io sono piu' forte", Gio lo senti' chiaramente, era puramente divertita ed eccitata dal gioco, e questo lo fece ancora piu' partire di testa. "E' stato bello anche per me Elena, molto bello" Elena rise complice a quell'affermazione e senza dir nulla si denudo' completamente. Fu veloce, rapida, e Gio rimase imbambolato ad ammirare i suoi seni cosi' belli, e piu' giu', la sua micina con non tanti peli, chiusa, bella e bagnata.. Gio lo vide chiaramente.. era eccitatissima, le rimiro' ancora il seno, notando i capezzoli turgidi. "Sei proprio eccitata" le disse Gio "Come te cuginone" disse lei un po' arrossita indicandogli il cazzo duro ed avvicinandosi ancora a lui Si chino' a gambe aperte, spalancando la sua figa alla vista di un Gio che ogni volta che credeva di essere eccitato al massimo, si scopriva ancora piu' eccitato ad ogni suo gesto. "Che te ne pare" disse Lei. "Sei stupenda" ribatte' Gio, allungando una mano a toccarle la micia fradicia Lei lo lascio' fare un po', godendo di quel tocco, provando nuovi brividi sconosciuti di piacere. Dopo un po' lo fermo' delicatamente e gli disse "ti stai lasciando andare un po' eh" Lui capi' che voleva qualcosa di piu' per permettergli di continuare ed andare oltre. Senza pensarci esclamo' "legami Elena". La cugina non si aspettava una cosa del genere e rimase a bocca aperta quasi senza capire "Si' legami" ribatte' lui, "ci sono gli accappatoi di la', prendi le cinture e legami le gambe al letto" le disse eccitato, "poi per le mani.. le tue mutandine possono bastare!" Elena era fuori di testa, capi' che presto avrebbe avuto cio' che desiderava quel giorno, esclamo' un lungo "si'i'i'i'i'" eccitato e corse a prendere le due cinture in bagno, torno' e lego' le gambe di Gio ai piedi dei due letti vicini. Vicini si', ma abbastanza lontani per obbligarlo a tenere le gambe spalancate, specie con Elena che aveva legato al ginocchio le due cinture. Fece piu' fatica con le mutandine, ma riusci' ad imprigionargli i polsi saldamente, dietro la schiena. Finita l'opera si mise davanti a lui "wow... che bel bersaglio" disse con la voce rotta per l'emozione Vedeva le sue palle gonfie perfettamente scoperte ed impossibilitate a fuggire qualunque cosa facesse, il suo cazzo duro che la chiamava "ti piacciono eh cugina" le disse lui "da matti" ribatte' lei "ed allora perche' non le prendi a pugni?" le suggeri' lui, "si' dai, usale come un punching ball!" esclamo' Elena assaporo' per un secondo o due l'idea e poi rapida e veloce parti' a prendere a pugni le sue palle Destro, sinistro, destro, destro.. colpi forti e precisi, dati con violenza alle palle esposte. Gio gemeva sempre di piu', impossibilitato a coprirsi o sottrarsi ai colpi Elena accompagnava ogni colpo con un "la'" all'inizio, poi comincio' a variare le parole "prendi" sbam, "colpite" sbam, "soffri" sbam, "te le fracasso" sbam, colpi forti, sempre di piu', o almeno cosi' sembrava a Gio che soffriva sempre di piu'. Perse la cognizione del tempo, Elena andava avanti sempre cosi', rideva, godeva. Gio godeva anch'esso, non se ne rese conto, ma l'eccitazione crebbe sempre di piu', fino ad un certo punto che, dopo alcuni minuti e tantissimi colpi, Gio venne, cominciando a sparare giotti di sperma nell'aria, davanti ad una stupita Elena che non si aspettava di vedere il cugino venire a pugni nelle palle. "wowwwww" esclamo' lei, senza fermare i pugni, con solo una prima pausa stupita "sei un maiale" disse ridendo, colpita dalla cosa, aumentando ancora la forza, sbam, "sei un porco" sbam Continuo' cosi' fino all'ultima goccia di venuta, ed anche oltre, fino a quando uno stremato Gio la imploro' di dargli tregua "basta Elena ti prego" disse lui, lei subito non si fermo', "come??" sbam, "vuoi che mi fermi??" sbam "Si' ti prego Elena" ribatte' Gio gemendo (Sbam) "fermati ti prego" (sbam) "lasciami recuperare un po'" (sbam) Elena era al settimo cielo, si alzo' veloce, e diede un rapido e violento pestone alle palle del cugino, schiacciandole verso il pavimento, causando in Gio un grido di dolore, e poi si fermo', osservando Gio gemere inerme a terra. Stette un po' ad osservarlo, poi vide che era passato un bel po' di tempo, non sapeva quanto sarebbero state via sua mamma e la zia, e decise di non rischiare troppo, corse in bagno e prese un po' di carta igienica per pulire la venuta di Gio. Torno' e puli' tutto bene, compreso il cazzo di Gio, ormai molle (anche se ancora un po' grosso) e la sua pancia. Puli' tutto bene e poi lo getto nel wc. Tornata da Gio vide che si era ripreso. "Come stai cugino?" chiese seriamente lei, carezzandogli le palle "Ho le palle in fiamme" ribatte' lui, "ma quanto le hai colpite!" disse "non lo so" ribatte' lei un po' pentita "scusa se ho esagerato" Lui la guardo', e per un attimo non senti' piu' male, era ancora nuda, un po' arrossita, preoccupata, "No Elena" disse, "tranquilla, e' stato bello, non avevo mai goduto cosi'!" aggiunse "Wow.. davvero?" ribatte' stupita lei "Davvero Elena" e dopo una pausa, "vorrei far godere te cuginetta" disse dopo aver preso coraggio "Mentre sei messo cosi'?" disse lei ridendo "ce la fai?" Gio si guardo' ancora legato e disse in un impeto di voglia "si' cosi', vieni mettiti a cavalcioni sul mio viso, girata verso le mie palle Elena fece come gli aveva detto, aveva capito cosa voleva fare il cuginone, e ne era eccitata Gio aveva davanti agli occhi la figa bagnata e splendida della cugina "abbassati verso di me" le disse, "e se vuoi, beh, le hai li' davanti alla tua merce'" "Non te lo succhio oggi sai cugino" disse lei ridendo "Non intendevo quello Elena" ribatte' lui senza pensare, "intendevo le palle, sono li' alla tua merce', pronte a soffrire ancora" "Ohhh" disse lei abbassando il bacino verso la sua bocca e sentendo la lingua di lui che inziava a leccarle la figa bagnata. Fu un'immediata esplosione di emozione, di eccitazione, Elena provava cio' che non aveva mai provato e non pensava che fosse cosi' bello. Inarco' la schiena sentendo brividi di eccitazione correrle lungo la schiena ad ogni suo tocco di lingua, sentiva i capezzoli turgidi, se li toccava mentre lui la leccava, poi si chino' in avanti, sentendo la sua lingua che cercava il suo clitoride, che lo succhiava. Era sempre piu' eccitata, con il viso vicino al suo cazzo duro. Gio sentiva il suo respiro sul cazzo, sperava che lo accogliesse nella sua bocca, anche se aveva detto che non lo avrebbe fatto. Elena godeva, godeva come non avrebbe pensato fosse possibile, non immaginava che fosse cosi'.. quasi senza rendersene conto, inizio' a strizzare ancora una volta le palle di lui, provocandogli nuove sofferenze, ogni tanto il suo cazzo le sbatteva sul viso, dandole nuovi brividi... quando Elena stringeva piu' forte, sentiva la lingua di Gio esitare, ma non le importava, godeva come non mai, e si gustava ogni istante di quel piacere... quando fu vicina al suo primo vero orgasmo, in un impeto prese in bocca le palle di Gio, e quando senti' il piacere esplodere, sfogo' tutta la sua eccitazione in un morso lunghissimo, partendo con poca forza, per aumentare via via ad ogni ondata dell'orgasmo. Inizialmente Gio resistette all'affondo dei suoi denti nelle sue palle, ma poi la forza con cui lei le serrava fu troppa per lui, che smise di leccarle la figa, Elena ancora presa dalle ondata di piacere, abbasso' di piu' il bacino, bloccando la bocca di lui sulla sua micia sbrodolante, stringendo sempre di piu' i denti. Ormai Gio quasi urlava di dolore, anche se il suo cazzo sembrava tornato a piena vita, duro e svettante sempre di piu'. Finalmente l'ondata di orgasmo si esauri' in Elena, che si abbandono' sul corpo legato del cugino, lasciando andare le sue palle e restando entrambi cosi', uno sopra l'altro, con Gio che lentamente recuperava dal dolore lancinante ai testicoli, ed Elena che ancora cercava di capire bene cosa e come fosse successo... Quando entrambi si furono ripresi, Elena slego' il cugino, aiutandolo a rialzarsi e mettendo in ordine, stettero entrambi nudi, toccandosi ogni tanto, fino a che non sentirono la macchina delle mamme tornare, a quel punto si rivestirono e si misero in sala a vedere la tv, come se nulla fosse successo. Ma quando entrarono in casa le due donne, Martina vide subito nei loro occhi l'ombra di qualcosa che era successo, di un nuovo passo che avevano compiuto i due ragazzi, magari si sbagliava, magari vedeva solo cio' che avrebbe voluto vedere, ma ne era abbastanza sicura, e decise di cominciare a scendere "in campo" anche lei.