Piccola ma grande 4 By Max, enjoy_4_u@hotmail.it In piscina, luogo ideale per Elena! E non solo... Il pomeriggio in piscina trascorse in modo allegro un po' per tutti quanti, sia per i due ragazzi, che per le due donne che si rilassarono un po' al sole ed un po' nell'acqua. Elena non perdeva occasione per sfiorare le parti intime di Gio, ma ormai lui accettava il gioco e se lo godeva anche, se Anna ancora non si era accorta di nulla, Martina invece tentava di non perdere mai d'occhio i due ragazzi, aiutata in parte dagli occhiali da sole, che le permettevano di sbirciare senza farsi vedere ed in parte con noncuranza, facendo finta di guardarsi intorno, Aveva perso ben poche delle numerose palpate che la ragazzina riservava al pene del nipote e vedeva come spesso lui faticasse a nascondere l'erezione. L'unica cosa di cui non si accorse, fu quando Elena abbasso' di scatto i bermuda di Gio, esponendo tutto quello che c'era sotto. I due si trovavano in acqua in posizione tale da risultare nascosti alla vista delle donne, ed Elena, arrivando alle spalle del cugino, gli aveva afferrato i bermuda e glieli aveva abbassati di scatto, liberando il suo uccello semi-eretto in una piscina che, per fortuna loro, non era troppo affollata, ed a quanto sembrava, a parte l'imbarazzo del ragazzo, nessuno si era accorto di nulla. Ad un certo momento Martina vide i due ragazzi allontanarsi verso gli spogliatoi comuni, Anna, che si trovava sdraiata sulla schiena non aveva visto nulla, ma lei, che era sdraiata supina e non perdeva quasi mai d'occhio i due ragazzi, li aveva visti. Aspetto' che sparissero alla vista, e poi adducendo la scusa di andare in bagno, li segui'. Elena e Gio entrarono negli spogliatoi, che a quell'ora erano deserti, e si chiusero in una cabina un po' lontana da occhi, ma sopratutto orecchi indiscreti. Quando furono dentro, Elena guardo' negli occhi Gio e gli disse "Allora sei pronto?" "Si' certo" rispose il cugino, che la osservava da cima a fondo. La ragazza indossava un due pezzi molto carino, di quelli abbastanza ridotti da apparire sexy anche indossati da una giovanissima, in aggiunta il costume le stava diventando un po' strettino nel suo bel seno in crescita, e cio' aumentava l'attrazione che provava Gio per lei. "Bene" disse la ragazzina, "allora togliamo questi" e si mise velocemente a togliere i bermuda al cugino. Come ebbe tirato giu' l'uccello del ragazzo si presento' davanti al viso di lei, che lo osservo' per un attimo, si avvicino', e gli soffio' sopra lentamente prima di proseguire nello sfilare il costume al ragazzo. Mentre eseguiva questa operazione, sua madre Martina arrivo' negli spogliatoi, e dopo aver cercato un attimo, vide le gambe dei due ragazzi spuntare dalla cabina piu' lontana, e si porto' in quella comunicante, in modo da poter sbirciare da sotto il muretto separatore, che lasciava un buon spazio di osservazione sotto le cabine. Quando si chino' vide l'ultima parte dell'operazione di "spoglio" di sua figlia, e rimase non tanto sorpresa, si aspettava quello ed altro dopo lo spettacolino del pranzo, ma un po' spiazzata, perche' fino a quel momento, una parte di lei non credeva davvero che potesse succedere. Di certo non si aspettava quello che sarebbe successo di li' a poco. "Bene" disse Elena "ma come sei gia' abbastanza duro Gio" aggiunse osservando il pene in crescita del ragazzo, "allora, ti piacerebbe vedermi le tette?" gli chiese iniziando a carezzargli il pene Gio la guardava affascinato, sua cugina era in grado di rapirlo in un modo che fino al giorno prima non credeva possibile "Si' certo che le voglio vedere" disse il ragazzo osservando il seno non troppo piccolo della ragazzina "Lo sai vero che se vuoi vedermele devi lasciarmi giocare per bene.." ribatte' la ragazza, e dopo un secondo aggiunse "anzi, dovrai incitarmi a giocare" "Cosa intendi dire?" chiese il ragazzo "Secondo te, se io comincio a fare cosi'" disse lei, iniziando a strizzare piano le palle di Gio "cosa vorrei fare?" "Mi strizzerai le palle" ribatte lui con un sospiro "E quindi se ti dico che devi incitarmi a farlo, tu cosa faresti?" "Ti devo chiedere di strizzarmi le palle?" disse un po' sorpreso il ragazzo Molto piu' sorpresa era Martina, che non credeva ne a quel che vedeva, ne a quel che sentiva, nell'altra cabina c'era sua figlia, quattordicenne, un corpicino in via di sviluppo, anche se lei stessa ammetteva che era bello da vedere, con suo nipote, di diciotto anni, che gli stava strizzando le palle e gli chiedeva di incitarla a fargli male.. era al tempo stesso sbigottita e praticamente pietrificata, con l'immagine del pene duro del ragazzo (che era oltresi' di notevoli dimensioni notava) e sua figlia che lo teneva per le palle. Intanto nell'altro spogliatoio i due ragazzi andavano avanti nel loro "gioco". "bravo" disse la ragazzina "vedi che hai capito. Chiedimi di colpirti, ed anzi, facciamo una cosa, usa la tua fantasia e chiedimi di farti determinate cose senza che sia io a decidere, decidi tu, pero' sappi che non puoi imbrogliare, e se non mi soddisfi a dovere, non arriveremo fino in fondo, e sai cosa intendo vero?" aggiunse lei tirandogli vero il basso le palle e portando il suo bacino verso di lui Il ragazzo gemette appena appena e poi si arrese al nuovo gioco di lei, desideroso di arrivare a vederla completamente nuda ed a toccarla come si deve. "ok Elena, giochiamo come vuoi tu" E dopo un momento in cui prese fiato, visto che lei ancora gli teneva le palle in mano, disse "strizzami le palle Elena" "sei sicuro?" ribatte' lei.. "Si'" e mentre lui finiva di dire si', inconsapevole che sua madre stava vedendo tutto, Elena inizio' a stringere forte le palle del ragazzo,che gemette e si chino', ma sfuggire alla strizzata era impossibile, si lascio' cadere sulla panca dello spogliatoio provando a stringere le gambe, una mano che provava ad allontanare quella di Elena, e l'altra a chiudersi la bocca. Sebbene fosse in preda al dolore, non scordiamo che aveva nelle palle una belle serie di colpi che gli aveva rifilato Elena fin dal giorno prima, sapeva bene dove si trovavano e non voleva rischiare di farsi sentire. Elena sorrideva apertamente gustandosi la scena, mentre una sbigottita Martina non sapeva come, si stava trattenendo dall'intervenire. Dopo un tempo che a Gio parve un eternita', Elena mollo' la presa alle sue palle, cosicche' Gio pote' portare entrambe le mani al suo sacco scrotale e cercare di riprendere fiato, gemendo sottovoce. "Che bella sensazione" disse la ragazza tirando un grande sospiro, era davanti a Gio con le mani sui fianchi che lo guardava divertita, osservava il suo viso ed il suo pene bello duro "Ma guarda che cazzo duro che hai" affermo' Elena "io continuo a dire che ti piace quello che ti faccio, altrimenti non si spiega perche' sei sempre cosi'" A quelle parole il cuore di Martina ebbe un nuovo balzo "sei sempre cosi'" implicava che non era la prima volta che Elena torturava le palle di Gio. Ma allora da quanto andava avanti la cosa? "Smettila di dire cazzate" ribatte' con un filo di voce il ragazzo. Nonostante tutto pero' sapeva che qualcosa di vero in quel che lei diceva c'era. Intanto il dolore, per quanto presente iniziava a calare, Gio si tiro' su ad osservare la cugina. Lei vedendo che si stava riprendendo, lo incalzo' "Sara', allora adesso cosa vuoi che ti faccia?" chiese la ragazzina. Gio era un turbine di pensieri che nemmeno lui riusciva ad afferrare, era li' che pensava solo alle sue tette ed alla sua figa, e se per arrivarci doveva subire ancora, avrebbe subito. Si alzo' e si mise davanti alla ragazza "prendimi a calci nelle palle" gli disse deciso, lei lo guardo' felicissima "va bene, pero' girati" gli disse girandolo con le mani, "e mettiti cosi'" e lo inclino' in avanti con le mani sulla porta chiusa della cabina. Elena si tiro' indietro a rimirare Gio dalle spalle, le sue palle pendevano tra le gambe, un bersaglio bello chiaro, solo il cazzo non si vedeva, tanto era duro, in compenso Martina dall'altra cabina aveva una visuale splendida di tutta la scena, avrebbe ricordato quel giorno a lungo. Elena alzo' la gamba e porto' il piede alle palle di Gio iniziando a prendere la mira, come Gio senti' il tocco del suo piede, ebbe un piccolo sobbalzo, pensando fosse il calcio, ma poi si rilasso'. Dopo qualche secondo Elena tolse il piede, prese slancio e tiro' un bel calcio di collo pieno alle palle pendenti del ragazzo. Il colpo non fu molto violento, Elena pote' assaporare appieno l'effetto delle palle premute contro il pube di Gio, il loro cercare di sfuggire allo schiacciamento, si gusto' il ragazzo che si portava le mani alle palle inginocchiandosi a terra. Martina vedendo Gio portarsi a terra, si tiro' su, mettendosi praticamente sdraiata sulla panca, in modo da non far notare la sua presenza, e chinando la testa sotto, in questo modo aveva una visuale capovolta, ma si godeva lo stesso la scena, anche se perdeva parte dei dettagli come le espressioni di Gio e di Elena, pero' poteva vedere benissimo tutto quello che era piu' importante. Gio era senza fiato, Elena invece non riusciva a trattenersi, saltellava nella cabina, in preda ad una felicita' altissima, "Avanti alzati" diceva al cugino, ed ogni tanto gli dava un calcetto al sedere. Vedendo che Gio non si rialzava, anche se aveva rialzato la testa, Elena disse "se non ti alzi subito, puoi scordarti di vedermi nuda" Al che Gio si fece forza e si tiro' in piedi. "dai," disse Elena "rimettiti come prima, mi hai detto di prenderti a calci, ed io te ne ho tirato uno solo". Lo stava prendendo in giro, se ne rendeva conto Gio, pero' si sentiva strano, molto eccitato, e molto dolorante alle palle ed allo stomaco, ma voleva continuare. Si mise nella medesima posizione di prima. Martina noto' chiaramente come le palle di Gio fossero rosse ed iniziassero a gonfiarsi. Anche Elena vide il rossore che ormai era prepotente sul sacco di Gio, e noto' anche che sembravano piu' grosse le sue palle, ma non ci diede peso. Carico' ancora una volta la gamba, e via, fece partire un nuovo calcio nelle palle di Gio. La stessa sensazione la invase, in aggiunta al calore alla sua micia, lo stesso calore che senza che se ne rendesse conto, stava invadendo anche Martina, che aveva una mano tra le gambe senza che lo sapesse. Gio era piombato ancora una volta a terra, tenendosi le palle, chinato con il viso a terra. Dopo qualche minuto di grande sofferenza sua, e di gran godimento di Elena, si rialzo' sedendosi sulla panca. "Sei stato bravo", disse lei, "Ora meriti un premio" e cosi' dicendo si slaccio' il reggiseno mostrando a Gio (che era si con le palle doloranti e gonfie, ma con il cazzo duro, e Martina, che osservava era rapita da quel cazzo in tiro grazie ai calci di sua figlia) il suo seno acerbo, ma gia' piuttosto grandino, con i suoi capezzoli dritti e duri. Gio era come impalato ad osservare quel bel seno, i capezzoli grandi e rossi, belli duri. Elena aspetto' un po', poi gli prese le mani e se le porto' ai seni, iniziando a muoverle.. Gio continuo' a palparle il seno anche quando lei mollo' la presa, gli pizzicava i capezzoli, li tirava, palpava i seni, era estasiato. Martina aveva davanti agli occhi la scena, ed era sempre piu' eccitata, solo allora si accorse di essersi portata una mano dentro il costume sulla sua figa, la ritiro' trovandola bagnata, si lecco' le dita sorpresa di scoprirsi cosi' eccitata. Elena intanto si godeva quel tocco cosi' nuovo per lei, quelle mani che le facevano provare dei brividi di una natura che non aveva mai provato. Assaporo' quei momenti con gli occhi chiusi, ignara della madre che osservava e memorizzava ogni singolo istante di quello che stavano facendo. Dopo un po', Elena apri' gli occhi ed osservo' il cugino, il suo pene dritto che puntava verso di lei, le sue palle grosse e le venne voglia di vedere cosa succedeva quando i maschi "venivano". "Fermati", disse a Gio, che immediatamente lascio' andare i suoi seni, "alzati" Il ragazzo si alzo', Elena si mise al suo fianco e con la mano destra impugno' il suo bel pene che causo' in Gio un immediato sospiro di piacere, inizio' a muovere lentamente la mano su e giu', tenendo saldamente in mano l'uccello duro e caldo. "Va bene cosi'?" gli chiese lei "E' giusto?" "Sssi'" sussurro' il ragazzo, "e' splendido" Elena menava lentamente il pene del cugino, mentre osservava il glande rosso sparire in parte nella sua mano e poi riapparire, le venne voglia ancora di giocare con le sue palle. E cosi', mentre la sua mano destra masturbava il ragazzo, la sinistra passo' da dietro tra le sue gambe, e gli afferro' le palle. Inizio' a giocarci piano, ma dopo pochi istanti, inizio' a spremerle con forza alternando la stretta piu' o meno al ritmo della sega che stava facendo. Il ragazzo gemette immediatamente dal dolore, appoggio' le mani al muro di separazione delle cabine e si chino' lievemente con il busto in avanti. Ad un certo momento Elena calo' l'intensita' delle sue strette, e con un sussurro si rivolse al cugino "Ti piace quello che ti faccio?" "ahh, si' che bello" ribatte' lui, al limite del piacere "Davvero ti piace? Ti piace anche che ti sprema le palle?" E dopo un attimo di silenzio, e qualche altro movimento della mano di lei sul suo uccello, Gio asserti' "si', penso di si'." E dopo poco "non fermarti" Elena con un cinguettio rise e disse "come sono contenta" cominciando a menare piu' velocemente quel bel cazzo che aveva in mano, e ricominciando a stringere sempre piu' forte le palle di Gio. Intanto Martina era scesa dalla panca, tanto i due ragazzi erano in piedi, e si stava godendo la scena masturbandosi lentamente. Elena stava godendo anch'essa, nonostante non si stesse toccando, godeva di quella sega fatta al cugino, e delle strizzate sempre piu' forti che gli rifilava. All'ennesima forte strizzata, le gambe di Gio non ressero, ed il ragazzo, seguito dalla cugina, lentamente si inginocchio' a terra, la fronte appoggiata al muro, le gambe aperte, con Elena che continuava a segarlo e torturarlo. Cosi' facendo venne a trovarsi con il bacino proprio davanti al viso di Martina, che ora se avesse voluto, avrebbe potuto semplicemente allungare una mano e palpare quel cazzo cosi' invitante. Elena continuava la sua sega sempre piu' veloce, ad un certo momento, pur nella sua totale inesperienza, avverti' un cambiamento in Gio, improvvisamente lo senti' respirare piu' velocemente, lo senti' irrigidirsi e senti' il suo cazzo cominciare ad avere qualcosa di diverso, capi' che molto probabilmente stava per assistere a un maschio che "veniva" e senza fermare il suo movimento osservava rapita l'uccello nella sua mano, quasi inconsciamente inizio' a stringere le sue palle senza piu' mollarle, sempre piu' forte. All'improvviso Gio venne.. con un gemito che era un misto di grande sofferenza e di ancora maggiore piacere, l'uccello di Gio inizio' a contrarsi negli spasmi, la sua sborra schizzo' da tutte le parti sporcando il separe', il pavimento e.. il viso di Martina, con Elena che osservava rapita. La donna aveva avuto l'accortezza di mantenersi fuori visuale della ragazza, dopotutto da come era messo Gio, vedeva benissimo, ma quando lui venne non si aspettava di essere colpita in faccia dai suoi schizzi. Furono tre che le arrivarono dritti addosso, il primo la colpi' in fronte, tra gli occhi, il secondo sulla guancia, il terzo, ironia della sorte, le entro' diretto nella bocca che aveva inconsciamente spalancato quando Gio si era inginocchiato mostrandosi proprio davanti a lei. Trattenne a stento un gridolino di sorpresa, e si gusto' il suo seme in bocca, aveva un buon sapore. Resto' immobile ad osservare la fine di quella sega. Elena continuo' a masturbare Gio fino a che lui non smise di emettere liquido, dopodiche', mollo' sia il suo pene che le sue palle. Gio si alzo' in piedi tremante di piacere. Dopo qualche secondo pero' il dolore alle palle, che erano state enormemente torturate dalla ragazzina in quella sega, si fece sentire prepotentemente ed allora si sedette sulla panca, le mani sulle ginocchia, il respiro corto ed affannoso. Elena si guardo' le dita, e poi se le puli' nei bermuda del ragazzo, avendo l'accortezza di usare la parte interna. Si rimise il suo reggiseno, e dopo poco apri' la porta ed usci', senza dire una parola, lasciando Gio solo a smaltire il dolore. Il ragazzo non protesto' anzi non disse nulla. Assieme al dolore, stava rivivendo ogni istante di quello che era successo li' dentro, inconsapevole che Martina, dall'altra parte, si era pulita il viso della sua sborra con le dita, leccando tutto, e che, toltasi il costume, era seduta sulla panca, a gambe divaricate, i piedi puntati contro il muro davanti a lei, a masturbarsi in silenzio pensando a sua figlia che segava il cugino grande e che gli torturava le palle davanti ai suoi occhi. Gio fu il primo ad andarsene, mentre ancora Martina si stava stantuffando la micia fradicia di umori trattenendo a stento gemiti ed urla di piacere. Una volta che ebbe raggiunto un paio di orgasmi, si fece una doccia altrimenti tutti avrebbero notato il suo costume bagnato all'altezza dell'inguine e torno' all'aperto. Quel pazzo weekend fini' cosi', con Gio ed Elena che si salutarono con molti segreti che non immaginavano essere condivisi in gran parte da Martina, che a sua volta, senza far capire nulla a nessuno, pensava a come poter fare per rivivere ancora esperienze tipo quella di quella pazza giornata in piscina.