Piccola ma grande 3 By Max, enjoy_4_u@hotmail.it Preludio ad una grande evoluzione tra Elena e Gio! La colazione trascorse senza particolari "incidenti", Elena ogni tanto lanciava occhiate eloquenti a Gio, ma non fece nulla di pi—. Lo stesso ando' avanti uguale nel corso della mattinata, anche ogni tanto, quando capitava che i due si incrociassero per le stanze, capitava che Elena toccasse tra le gambe il cugino grande, causandogli una quasi immediata erezione. Arrivo' quindi l'ora di pranzo, che vide il rientro della madre di Elena che avrebbe cenato con la sorella, la figlia ed il nipote. Erano a tavola che mangiavano e chiaccheravano del pi— e del meno, Elena davanti a Gio, con a fianco la madre della giovane ragazza, e la madre di Gio a capotavola. Ad un certo punto, Gio senti' un piede solleticargli la gamba, capi' immediatamente che era la cugina, alzo' gli occhi ad incontrare quelli di lei, che lo guardava maliziosamente, continuo' a salire con il piede, e raggiunse decisa i genitali del ragazzo, lo toccava stuzzicandolo, massaggiando piano con il piede, provocando una prepotente erezione in Gio, che aveva un carico ormonale non indifferente fin dal giorno prima. Non aveva intenzione di torturarlo, non in cucina con la madre e la zia a tavola, pero' era un bel po' eccitata da tutta la situazione e si sentiva in estasti a stuzzicare il cugino in una situazione cosi' "a rischio". Gio era troppo eccitato, cerco' di allontanare il piede nudo della cugina, ma senza successo, allora penso' di cominciare a farle un po' di solletico sperando che desistesse. Elena si ritrasse immediatamente, ma non voleva smettere, dopo un paio di tentativi pero' vide che il cugino non mollava, ed allora decise di fargli uno scherzo un po' pericoloso, ma era molto su di giri, e si sa, l'eccitazione gioca strani scherzi. Facendo finta di nulla lascio' cadere la forchetta, facendo in modo che finisse sotto al tavolo. "Sei la solita pasticciona" gli disse sua madre. "Che cosa vuoi farci," ribatte' sua zia Anna, "avra' preso da te". Tutti e quattro scoppiarono a ridere, ed intanto Elena si infilo' sotto al tavolo per recuperare la forchetta. Solo che, mentre era li' sotto, velocemente allungo' le mani tra le gambe semi-aperte di Gio, ed aiutata anche dalla sua erezione, in pochissimo tiro' fuori lateralmente l'uccello e le palle del cugino, che ebbe' un piccolo moto di sopresa, ma riusci' a mantenere un autocontrollo non indifferente, Elena riaffioro' da sotto il tavolo, porto' la forchetta al lavello, la sciacquo' e torno' al suo posto, come si fu seduta, allungo' il piede di nuovo tra le gambe di Gio, e ricomincio' a stuzzicare di nuovo le palle e l'uccello del ragazzo, che era ora quasi rassegnato a lasciar fare la cugina, con la speranza che le due donne non si accorgessero della situazione. Elena giocava soddisfatta stuzzicando il ragazzo. Quello che entrambi ignorarono pero', era che la madre di Elena, Martina, aveva visto tutto. Quando la figlia si era infilata sotto il tavolo infatti, aveva avuto modo di vedere quello che faceva riflesso nello sportello del forno, aveva visto chiaramente (seppur per caso) la ragazza allungare le mani e fare qualcosa tra le gambe del cugino. Una volta che fu risalita, continuo' a guardare curiosa il riflesso sul forno, senza aspettarsi nulla, era solo pensierosa, e rimase sorpresa quando vide Elena allungare una gamba e fare un lavoretto a Gio. All'inizio penso' di sbagliarsi, il riflesso non era chiarissimo, ma poi capi' che stava proprio vedendo giusto. Si trattenne dal parlare, per un attimo penso' a Gio che aveva "circuito" la sua bambina in qualche modo, ma poi si accorse che l'espressione del ragazzo era tra lo stupito ed il rassegnato e capi' che, anche se era una cosa quasi impossibile, era lei che comandava la situazione. Resto' lievemente sconcertata da quello che vedeva, ma decise di non intervenire, quantomeno non li' a tavola con anche la sorella presente, non voleva causare inutili imbarazzi a Gio, che gia' doveva trovarsi in una situazione emotiva un po' turbolenta. Anzi, finito il pranzo distrasse in qualche modo Anna, permettendo a Gio di ricomporsi e di sgattaiolare via. Non pote' fare a meno di notare, stando bene attenta a non farsi scoprire, la forte erezione del ragazzo, e la veloce toccata che gli rifilo' Elena. Senza dar nulla a vedere ad Anna, Martina inizio' a pensare alla cosa, ma sopratutto inizio' a pensare a cosa poteva dire a sua figlia. Gio finito il pasto quasi corse in camera, con dietro Elena che sogghignava divertita, appena furono soli in camera, Gio mise vicina la porta e postosi davanti ad Elena con le mani sui fianchi sbotto'. "Ma cosa ti salta in mente! Sei matta?" disse alla cugina "Perche'? E' stato divertente no" ribatte' la ragazzina "Per te forse si'! E se se ne accorgevano?" "Ma non e' successo no? E poi e' piaciuto anche a te.." ribatte' lei guardandogli il pacco "Piantala stupida!" Al che Elena reagi' praticamente senza pensare, erano l'uno di fronte all'altra e Gio aveva le gambe non proprio chiuse, il ginocchio di ELena scatto' verso l'altro dopo una breve "corsa" all'indietro, impattando preciso tra le palle di Gio, Elena le senti' benissimo che venivano schiacciate dal ginocchio e provo' una forte sensazione di piacere. Gio si porto' immediatamente le mani tra le gambe e mentre si piegava con una smorfia per il gran dolore ed un lamento sordo, Elena lo spinse indietro. Pur in preda al dolore, la reazione istintiva del ragazzo fu quella di portare le mani dietro di se al fine di proteggersi da una caduta pesante, allo stesso tempo' allargo' le gambe tentando di bilanciare lo spintone della cuginetta, Elena con un gran sorriso sul viso fece partire un calcio con il piede nudo che colpi' di piena punta i gioielli del ragazzo, che erano in una posizione perfetta per un colpo del genere. Anche stavolta Elena li' senti' distintamente con le dita del piede, ed oltre al gran piacere provato nel dare il colpo, si senti' esplodere ancora una volta quel calore particolare tra le gambe, e si porto' istintivamente una mano sotto la gonnellina e dentro le mutandine, iniziando una lenta masturbazione del suo clitoride. Fece tutto in modo istintivo, guardando il cugino cadere a terra con le mani tra le palle, che mugolava per il dolore. Gio si muoveva pian piano sul tappeto della camera, tenendosi le palle, senza avere il fiato per dire nulla. Ripresasi un po' Elena di chino' vicino a lui guardandolo "Fa male vero?" gli domando' in un tono che era piuttosto divertito "la prossima volta pensaci prima di darmi della stupida!" aggiunse "e ricorda che hai un debito molto grande con me! E che posso fare tutto quello che mi pare." E tacque per un attimo, quando Gio alzo' gli occhi a guardarla aggiunse "questo vuol dire che posso darti piacere" e con una mano scosto' quelle di Gio ed inizio' ad accarezzargli l'uccello in tiro trattenuto a stento dai pantaloncini del ragazzo, "o farti soffrire" e cosi' dicendo afferro' saldamente le sue palle dandogli una forte strizzata, e provocando in Gio un nuovo dolore acuto, che lo fece gemere e contorcere dal dolore. Elena si sedette a fianco del cugino attendendo che si riprendesse, si aspettava che Gio iniziasse ancora una volta a sgridarla, ed un po' temeva la sua reazione, nonostante la sicurezza dimostrata quando lo aveva atterrato e gli aveva parlato, era piuttosto timorosa sulla sua reazione. Al tempo stesso pero' non voleva andar via per due motivi. Primo perche' credeva che stando li' dimostrasse una certa sicurezza, e secondo perche' voleva vedere per quanto tempo l'uccello di Gio sarebbe rimasto in tiro. Aveva notato come tutte le volte che lo colpiva nelle palle, il suo pene si rizzasse, e la credeva una cosa un po' insolita. Per quel poco che ne sapeva, ai ragazzi l'uccello si alzava quando provavano piacere, ed a pensarci bene, non si aspettava una reazione di quel tipo. Gio osservava la cugina che lo fissava, spesso osservava il suo inguine, il suo pene in tiro. Lui a sua volta la osservava tra le gambe, aveva le ginocchia piegate, e le gambe aperte che lasciavano vedere appieno le sue mutandine, Gio noto' come fossero bagnate dove c'era la sua micia. All'inizio penso' di sbagliarsi, ma poi vide che erano proprio bagnate di eccitazione. Intanto il dolore iniziava a scemare, il ragazzo si sedette di fronte alla cugina, a gambe chiuse, osservandola. Quando era corso in camera seguito da lei, pensava che l'avrebbe fatta pentire di quello che aveva fatto a pranzo, certo non aveva pensato che sarebbe finita cosi'. Su una cosa aveva ragione pero', quello che lei aveva fatto gli era piaciuto, piu' di una volta era stato vicino all'orgasmo, il fatto di lei che lo stimolava con il piede, che glielo aveva tirato fuori, il tutto li', in mezzo alla madre ed alla zia, lo aveva eccitato. Cosi' come si era accorto che il suo uccello si era rizzato ancora completamente quando lei lo aveva colpito alle palle. Non capiva il perche', ma anche quando era a terra dolorante, e lei lo aveva afferrato alle palle, si era, oddio, non poteva quasi credere a quello che aveva appena pensato, ma.. si', si era eccitato. E sapeva che lei aveva visto e sentito benissimo il suo uccello duro quando lo aveva colpito, il che lo preoccupava in parte, ma in parte gli dava una strana sensazione di aspettativa. Elena lo guardo', li' seduto davanti a lei, che gli osservava molto spesso tra le gambe. Si era messa apposta in quella posizione, cosicche' lui potesse vederle tra le gambe, aveva le mutandine e' vero, ma pensava che comunque lui avrebbe guardato, ed infatti cosi' era. "Fa ancora male?" chiese con fare noncurante al cugino "Si'", ribatte' lui, "ma sta passando" "Tiralo fuori" disse lei, "dai voglio vederlo" Lui la guardo' un attimo e poi si mise in ginocchio davanti a lei tirandosi giu' pantaloncini e mutande. Il suo uccello, ancora mezzo eretto era davanti al viso di Elena, che si era chinata in avanti per vedere bene, le palle di Gio erano rosse ed un po' gonfie, anche se la ragazzina noto' solo il rossore, non essendo abituata alla scena. Gio senti' il pene crescere nuovamente sotto lo sguardo di Elena, che vedendolo rizzarsi davanti a lei, si mise a ridacchiare, allungo' una mano e lo impugno', cominciando a muoversi e masturbando il ragazzo. Gio socchiuse gli occhi gustandosi appieno la cosa, era iper-eccitato e provava forti scariche di piacere. Elena continuo' cosi' per un po', osservando bene l'uccello del ragazzo, ed ogni tanto guardandolo in viso, con l'altra mano inizio' ad accarezzargli le palle, ancora molto sensibili per i colpi ricevuti. Gio non fece una piega, era immerso nella sega che lei gli stava facendo, preso dall'"acerbita'" della cugina in quelle pratica, ma preso anche da due giorni di stimoli che lo avevano riempito all'inverosimile. Si sentiva sempre piu' vicino all'orgasmo, quando sentirono Anna e Martina che si avvicinavano chiaccherando. Magari avrebbero tirato dritto, ma forse no, Gio si tiro' su in fretta alla meglio i pantaloncini e corse nel bagno della camera, ed Elena prese un fumetto che aveva li' vicino iniziando a leggerlo. Anna mise dentro la testa, e vedendo solo Elena, disse "E Gio?" "E' in bagno zia" ribatte' tranquilla la ragazza "Ah capisco, beh quando esce preparatevi che andiamo in piscina, vi va?" "Si' certo, a me va benissimo" disse la ragazzina, "Adesso lo dico a Gio", aggiunse "Bene, allora noi vi aspettiamo di sotto ok?" e cosi' dicendo si allontano' insieme alla sorella. Elena butto' sul letto la rivista e si avvicino' alla porta del bagno, era sicura che Gio non avesse chiuso, ed infatti apri' tranquillamente la porta. Troco' Gio che finiva di sistemarsi, il pene ancora mezzo in tiro "Era la zia, ha detto se ci va di andare in piscina" gli riferi' lei "Si' ho sentito, dai prepariamoci" disse lui "Senti, prima di andare, ho una domanda da farti" "Certo, dimmi" gli rispose il cugino guardandola, e trovandola molto bella per quanto di tanto piu' giovane di lui. Elena lo guardo' pensierosa, poi alzando le spalle disse "no nulla, un'altra volta" ed usci' dalla stanza.