LA DONNA PERFETTA di Roby La donna. Ah la donna. Cosa non faremmo noi maschi per lei. Cosa non faremmo pur di accarezzarle i capelli morbidi come la seta, di toccare la sua pelle vellutata, per assaggiare il dolce sapore delle sue labbra. Faremmo di tutto. Io almeno lo farei. Soprattutto se la donna in questione fosse il mio ideale femminile. E come dovrebbe essere il mio ideale? E qui' comincia la difficolta', amici miei, in quanto i miei gusti sono particolari. Devo dire che sono comunque in buona compagnia in quanto chi legge e chi scrive su questo sito di gusti normali non ne ha. A tal proposito mi piacerebbe fare una piccola disamina di cio' che ho letto in questi anni, cosi' per gioco e senza offendere nessuno, visto che poi, come vedrete piu' avanti, il primo ad avere desideri fuori dalla norma, sono proprio io. Prima di cominciare � giusto che mi presenti. Mi chiamo Roberto ed ho 38 anni e sono proprietario di un'agenzia di viaggi. Si insomma, quello che prenota le vostre vacanze e che fa di tutto per far si che siano memorabili e che rimangano impresse per sempre nella vostra mente. A dir la verita' le mie intenzioni erano altre. Mi piaceva scrivere, fare il giornalista, ma poi gli eventi mi hanno indirizzato verso questa attivita'. Mi poteva andar peggio e quindi non mi lamento. Ma, visto che il mio lavoro c'entra poco con quello che vorrei dirvi, vado avanti. Dunque si parlava dei vari racconti che vengono ospitati su questo sito e delle relative fissazioni che li accompagnano. Tralascio i vari incesti che sembrano essere gettonatissimi. Sorelline (perche' sempre la sorella piu' piccola e mai quella maggiore?), cuginette, zie e addirittura madri. Non c'e' qualcuno a cui piace la nonna? No, grazie, queste cose non fanno per me. C'e' poi ad esempio chi adora improbabili minorenni muscolose. Oh mio Dio no. A parte che non mi piacciono i muscoli in una donna, ma poi sopra una dodicenne ... ..E poi farle mettere in bocca frasi del tipo "Fai l'amore con i miei muscoli" oppure "Guarda i miei muscoli, hai mai visto qualcosa di simile?" Una ragazzina? Ma chi ha mai sentito parlare una ragazzina in questo modo? Qui' non si tratta piu' di fantasia ma di fantascienza e tanto varrebbe far venire quella bambina da Venere, almeno avrebbe un senso. C'e' poi chi ama donnoni alte due metri e mezzo con tanto di barba e sessualmente insaziabili. Se con le bambine eravamo nella fantascienza, rimanendo con le assonanze cinematografiche, qui' stiamo nell'horror puro, almeno sempre secondo il mio punto di vista. Con una del genere il mio povero uccello non si alzerebbe neanche con la gru. Dopo i mostri vado avanti. C'e' anche chi, appena vede un polpaccio muscoloso non capisce piu' niente e se ne viene una decina di volte. De gustibus. A me personalmente, oltre ad un senso di sgradevolezza, un polpaccio di quel livello non mi fa alcun effetto. Questo, sempre facendo dei paragoni col cinema, potremmo inserirlo nel filone del sexy comico all'italiana, quello con Edwige Fenech, per intenderci, quando un manciata di allupati se ne veniva vedendo di nascosto la bella ragazza intenta a fare la doccia. Invece della Fenech c'e' il polpaccio. A me non sembra proprio la stessa cosa. C'e' anche chi adora il ball busting, ovvero farsi prendere a calci nelle palle. Nooooooo Non ci siamo. Mi sento male solo al pensiero. Questo non so proprio in che genere inserirlo. Forse, considerando i brividi che mi da, potrei metterlo insieme ai gialli di quart'ordine, quelli dove l'assassino e' uno squartatore che si diverte a sezionare i cadaveri. Ora che mi sono fatto un sacco di nemici passo ad altri desideri nascosti, insiti nei frequentatori di questo sito. Ad esempio c'e' chi ama la dominazione femminile. E qui' la cosa comincia ad interessarmi. Se fino ad adesso ho riso io di voi, adesso e' il vostro turno di fare altrettanto. Ma non sono affatto interessato a tutto quello che concerne la dominazione, come vedremo piu' avanti, ma solo ad alcuni particolari. Perche', prima di concludere questa mia disamina, voglio metterci anche quelli che amano le donne esperte di arti marziali. E qui' la cosa, non solo mi interessa, ma mi fa sussultare, mi fa venire in mente cose gradevoli e piacevoli, mi entusiasma insomma. Si, adoro le donne che praticano arti marziali. Mi eccitano e mi creano addirittura scompensi, mi riempiono la mente di pensieri sessuali. Purche' siano molto brave naturalmente. Dunque, concludendo, come dovrebbe essere la mia donna ideale? La piu' grossa esperta di arti marziali che si conosca al mondo: judo, karate, savate, tae-kwon-do e chi piu' ne ha piu' ne metta. In piu' dovrebbe essere molto forte. Ma come se ho appena detto che non mi piacciono i muscoli? Be', qui' c'e' l'imbarazzo della scelta. Magari, considerando che la voglio intelligente, potrebbe essere un genio ed avere inventato un siero della super forza che le permetta di alzare con le mani una macchina senza sforzo. Oppure qualcosa tipo Spiderman, una puntura di un insetto che le faccia dono di una forza superiore. Su questo non ho particolari preferenze. E poi naturalmente, dovrebbe essere la mia donna dominante. Toglietevi dalla mente cose tipo bondage, pioggia dorata, strap-on, cagnolini al guinzaglio e cose similari. Nulla di tutto questo. La mia donna deve solo essermi superiore per forza ed intelligenza e comandarmi, magari in uno scambio dei ruoli portato all'esasperazione, deve proteggermi e soprattutto mi deve amare. Quindi non amo assolutamente essere picchiato a sangue ma semmai la sua forza enorme deve essere soltanto accennata nei miei confronti, come dimostrazione limpida e lampante della sua superiorita'. Se proprio devo scegliere una cosa del classico ruolo della dominatrice, non mi dispiacerebbe vederla in abiti molto sexy, aderentissimi e molto corti e naturalmente dei bei tacchi alti, possibilmente a spillo. Ed in questo credo di essere in buona compagnia. E fisicamente come dovrebbe essere questa super donna? Ma bellissima naturalmente. Grazie, direte voi, a tutti piacciono le donne belle. Si, ma a me piace la bellezza classica, tipo top model , magari con qualche chilo in piu'. Quindi alta, molto alta, possibilmente piu' di me che misuro un metro e ottanta, gambe lunghissime ed un culetto alla brasiliana, seno prosperoso ma non enorme ed un viso perfetto, magari con dei splendidi occhi azzurri. Bionda o bruna non ha importanza. Se posso aiutarvi facendo degli esempi viventi, direi che deve quindi assomigliare alla Charlize Theron del film Aeon flux dove compiva degli autentici prodigi atletici. Ma solo un piccolo gradino al di sotto potrei metterci la Milla Jovovich del film Ultraviolet, capace di combattere e naturalmente vincere contro decine di uomini contemporaneamente e la splendida Kate Beckinsale protagonista della saga di Underworld , inguainata in quella tutina aderentissima che ne metteva in risalto quelle sue forme prodigiose ed ovviamente Angelina Jolie e la sua Lara Croft. Ma non mi farebbero schifo neanche la Jessica Alba della serie tv Dark Angel dove interpretava un'eroina geneticamente modificata oppure la Scarlett Johansson interprete della Vedova Nera nel film The Avengers. Il suo ingresso nel film dove elimina con assoluta nonchalance una banda pur legata ad una sedia e' semplicemente da infarto, per uno come me. Queste ultime due magari con una decina di centimetri in piu'. Andando indietro nel passato potrei anche nominarvi di nuovo la meravigliosa Edvige Fenech protagonista delle varie poliziotte ed abilissima a menare le mani e la mitica Diana Rigg, la Emma Peel di Agente Speciale e capostipite delle eroine forti e manesche. Ma potrei andare avanti con tante altre. Tia Carrere ed il suo Relic Hunter, Uma Thurman, la sposa di Kill Bill, le tre Charlie's Angel dei films, in particolar modo Cameron Diaz, le eroine di D.O.A., Jennifer Garner col telefilm Alias ed il film Elektra, la Catwoman di Halle Berry, la Nikita di Peta Wilson, senza dimenticare la regina delle super eroine, la Wonder Woman di Lynda Carter ed altre che al momento mi sfuggono. Film molto spesso banali, ma con attrici bellissime che mi hanno fatto sognare. Forse un po' troppo cerebrali e problematiche e poco dominanti ed ironiche per i miei gusti, ma ad avercene di donne del genere. Evidentemente gli americani e gli anglosassoni in genere hanno una certa passione per le eroine belle e sensuali che all'occorrenza si trasformano in picchiatrici, pronte a difendere la legge o addirittura il mondo intero con la forza delle mani, mentre in Italia, a parte la su menzionata Fenech, tra l'altro in chiave comica, poco altro e fatto male. Ed ora le vostre risate saranno diventati sghignazzi. Ma ti pare che una come Charlize Theron o come la Jovovich, si viene a mettere con uno come te? A parte che sono innamorato dei personaggi e non certo delle attrici, io non sono considerato poi proprio malaccio dal gentil sesso. Anzi, alcune donne hanno avuto il coraggio di dirmi, bonta' loro, che sono un uomo con un certo fascino. Sono abbastanza proporzionato ed ho due belle spalle, anche se non sono ovviamente muscoloso, sono sportivo e gioco abitualmente a tennis, ho dei lineamenti regolari e, mi dicono, uno sguardo interessante. Insomma, con le donne ho avuto spesso fortuna, ma questo lo vedremo dopo. Avete quindi sghignazzato? Lo so benissimo che quei personaggi, oltre ad essere di fantasia, sono fuori dalla mia portata o meglio, lo sono le attrici che nel corso degli anni li hanno interpretati, pero' se devo sognare mi piace farlo in grande. Ed e' proprio nei sogni che spesso mi rifugio. Ogni volta che mi trovo da solo oppure che mi sto per addormentare, mi piace fantasticare ed ho creato una mia vita parallela a quella reale. Mi piace immaginarmi splendide avventure con la mia donna oppure anche semplici giornate di vita quotidiana e sono praticamente cresciuto insieme a questo mio alter ego. Lo faccio da sempre, da quando mi sono reso conto di questa mia ossessione. Ricordo che fin da piccolo sapevo che mi piacevano le ragazzine piu' forti di me senza capirne il significato, vergognandomi come un ladro per quei pensieri che mi venivano continuamente nel cervello e solo intorno ai 14 anni ho cominciato a far pace con me stesso, a capirmi e ad accettarmi. Ovviamente col tempo ho perfezionato queste idee fino ad arrivare a quello che vi ho appena raccontato. Ma cosa immagino, vi chiederete? Posso farvi un esempio tipo, per farvi comprendere meglio le mie ossessioni. Ecco, vi descrivo quello che e' un mio cult. Mi trovo in casa. Sono stanco, ho appena ripulito tutta la casa perch� ovviamente toccano a me tutte queste incombenze. Ho detto che adoro l'inversione dei ruoli e pertanto mia moglie e' andata a lavorare e poi in palestra ad allenarsi per diventare sempre piu' forte mentre io sono un perfetto casalingo. Le ho preparato la sua cena preferita con tanto amore perche' io la adoro. Lei e' il mio mondo, la mia vita ed anche lei mi ama naturalmente. Certo, devo stare attento a non farla arrabbiare altrimenti una giusta punizione non me la toglie nessuno, ma di solito lei e' dolcissima con me ed io mi reputo l'uomo piu' fortunato del mondo. Eccola che arriva a casa. Le corro incontro e lei mi solleva come se pesassi una piuma e poi mi bacia con passione - Amore mio, finalmente. Quanto mi sei mancata- le dico - Anche tu mi sei mancato amore. Ho avuto una giornata molto intensa e non vedevo l'ora di arrivare a casa. Vai immediatamente a prepararmi un bel bagno perch� dopo ho da fare alcune telefonate di lavoro molto importanti- - Il bagno naturalmente � gia' pronto. Sai che mi piace anticipare i tuoi desideri. E di quali telefonate si tratta?- - Niente che ti riguardi. Lo sai che non voglio che tu ti debba preoccupare degli affari. Un maschietto dolce e carino come te deve pensare ad altro, queste sono cose da donna- - Si certo amore, hai perfettamente ragione. Come sempre. Comunque dopo il bagno ti ho preparato un'ottima cena con le mie mani. E' il tuo piatto preferito e spero che ti piaccia. Ci ho messo l'intero pomeriggio solo per farti contenta- - Mi dispiace ma non ho proprio appetito. Sara' per la prossima volta- A questo punto, se si trattasse della realta', dovrei star zitto per timore, ma e' la mia fantasia e la manovro come voglio. Mi pianto davanti a lei ed iniziano a scendermi le lacrime - Ma come? Io sto dentro casa a faticare per prepararti una cena coi fiocchi e tu non l'assaggi nemmeno? Potevi almeno farmi una telefonata per avvertirmi- La vedo cambiare espressione ed il suo braccio partire verso la mia guancia. Lo schiaffo e' violento per me, anche se lei ha usato solo una minima parte della sua forza e mi fa volare di alcuni metri - Non azzardarti mai piu' a rivolgerti a me in questo modo. Ricordati chi comanda in casa. Io faccio quello che mi pare e se non ti ho telefonato sono fatti miei. Ora fila in camera e non uscirai fino a nuovo ordine- Mi sono pentito immediatamente di quello che ho detto, ma ormai e' troppo tardi. Le chiedo scusa, mi inginocchio ai suoi piedi ma lei e' irremovibile. Sono costretto ad andarmene in camera mia a piangere tutte le lacrime che ho. Ho la guancia in fiamme per lo schiaffo e sono dolorante per l'atterraggio violento, ma piango perche' l'ho delusa, ho deluso la mia dea, il mio amore e non le ho portato il rispetto che merita. Ma dopo circa una mezz'ora vedo la porta della camera aprirsi. E' lei, bellissima e sensuale come sempre - Come ti senti? Ti ho fatto male?- - E' colpa mia amore. Sono stato uno stupido a mancarti di rispetto. Perdonami- - A volte sei insopportabile e me li togli dalle mani i ceffoni, ma sai che ti adoro. Dai, mi e' venuta fame ed ho voglia di assaggiare quello che mi hai preparato- - Vuoi dire che posso uscire dalla stanza? Che mi hai tolto la punizione?- - Ma si certo. Sono sicura che la lezione ti e' bastata- Sono fuori di me dalla gioia. Le corro incontro, la abbraccio e la ringrazio. Lei mi accarezza dolcemente e poi mi prende per mano ed andiamo in camera da pranzo dove la servo con tutti gli onori. Che gioia per me, soprattutto quando al termine mi dice che sono stato bravo. Si alza e quindi mi solleva, come se fossi un fuscello. Cerco di divincolarmi. So che sta giocando ma cerco ugualmente di liberarmi. Inutilmente in quanto mi tiene fra le sue forti braccia. Mi bacia di nuovo mentre mi porta in giro con assoluta nonchalance e quindi mi deposita sul letto. Si spoglia lentamente facendomi ammirare le sue curve perfette e la sua bellezza straordinaria e quindi si posa sopra di me. Mi spoglia delicatamente e ... ... Volete che continui? Ma no, tanto avete capito come va a finire. Ecco, questo e' uno dei miei tanti sogni ad occhi aperti, ma ce ne sono tantissimi altri in cui lei, facendo sfoggio della sua maestria nelle arti marziali, sgomina i malviventi che mi avevano aggredito oppure una banda che mi aveva rapito e via discorrendo. E' una super eroina ed e' la mia donna. Chi e' piu' fortunato di me? Ma questa e' naturalmente la fantasia perche' nella realta' le cose non stanno proprio cosi'. Ma io non mi sono certo arreso. Volevo la mia super donna ed ho lottato per averla, facendo cose che possono sembrare incredibili ed avendo anche qualche successo, fino ad arrivare ... .. Ma andiamo per ordine. Come ho detto, intorno ai 14 anni mi resi conto di cio' che volevo. Sapendo benissimo che non potevo aspirare alla super ragazza, mi sono detto che potevo anche accontentarmi di un surrogato. Quindi, vista la difficolta' che avrei avuto nel cercarne una che fosse realmente piu' forte di me, avrei potuto trovarne una che almeno credesse di esserlo e, di conseguenza, fare in modo che lei si sentisse superiore e mi comandasse. Non fu facile ovviamente. Decisi quindi di accontentarmi. A quei tempi io ed i miei amici giocavamo a pallone, come tutti i nostri coetanei. Il campetto era il nostro Maracana'. Eravamo ovviamente tutti maschi, ma c'era anche una femmina. La chiamavamo l'uoma a causa di questa passione tipicamente maschile e non era proprio una bellezza, ma coi piedi ci sapeva fare, eccome. In realta' si chiamava Emma ed era alta e magra ed era velocissima. Insomma, a quei tempi c'era palla, porta e scarto e lei non era certo lo scarto. Sapevo anche che aveva una specie di cotta per me ed io decisi che lei sarebbe stata la mia iniziazione. Il problema era fare tutto di nascosto in quanto mi vergognavo di cio' che avrebbero detto i miei amici se avessero saputo che mi mettevo insieme all'uoma. Quindi, con una scusa l'attirai in un punto che sapevo essere fuori dalla portata visiva di tutti gli altri e subito dopo, fingendo una giocosa lotta, le feci credere che fosse piu' forte di me. Forse, oltre ad essere brutta, non doveva neanche essere una volpe perche' credette immediatamente alla mia messa in scena e si convinse di avere una forza smisurata - Ti prego Emma, non mi fare piu', male. Faro' tutto quello che vorrai- le dissi in preda all'emozione. Lei, stringendomi il braccio e credendo cosi' di farmi un male del diavolo, mi guardo' negli occhi - Allora voglio che tu diventi il mio ragazzo- - Si certo Emma. Saro' il tuo ragazzo e ti obbediro'. Ma per favore, lasciami il braccio- Malgrado la scarsa avvenenza di Emma mi ero eccitato da morire e scoprii, semmai avessi avuto ancora qualche dubbio, cosa mi piaceva nella vita. Ci baciammo ed io diventai il ragazzo di Emma. Il problema era la mia vergogna e mi inventavo un sacco di bugie per stare insieme a lei solo di nascosto. Il tutto duro' due mesi, al termine dei quali avevo terminato le scuse plausibili e fui costretto a ritornare per un momento il Roby che tutti conoscevano e quindi piantarla. Ma furono comunque due mesi che mi regalarono intense emozioni perche' Emma non era bella, ma sapeva comandare veramente. Mi dava un sacco di ordini e talvolta, quando io facevo finta di disobbedirle, lottava con me e mi sottometteva. O almeno era quello che lei credeva di fare. Scoprii quindi che l'importante non era proprio il fatto che la mia ragazza fosse piu' forte di me per eccitarmi, ma che lei credesse di esserlo. Certo, se lo fosse stata veramente sarebbe stato meglio, ma a quell'eta' io ero gia' alto e robusto e trovare una ragazzina piu' forte di me era molto difficile. Ma, come detto, io volevo la mia ragazza ideale. E dove trovarla? Ma in palestra ovviamente. Ma stavolta non mi sarei accontentato e l'avrei pretesa di bell'aspetto per poterci andare in giro davanti a tutti ed esserne orgoglioso, non per vergognarmi di lei. Ideai quindi il sistema ideale per abbordare la ragazza dei miei sogni. Per prima cosa chiedevo di assistere ad una lezione di judo o di karate per una mia eventuale iscrizione, cosa che mi fu quasi sempre concessa e poi avrei cercato quella che mi interessava. La cosa si rivelo' di una difficolta' enorme. Per prima cosa la diceria che le ragazze che fanno arti marziali siano poco attraenti corrispondeva purtroppo a verita'. La maggior parte di loro non era di bell'aspetto infatti. Non tutte ovviamente e generalizzare sarebbe uno sbaglio, ma era raro trovarne di veramente carine. E poi dovevano essere brave e quindi la mia attenzione si spostava su quelle che erano almeno cinture blu. Infine c'era il problema dell'eta'. A quel tempo avevo appunto poco piu' di 14 anni e, pur dimostrandone forse un paio di piu', la maggior parte delle ragazze papabili non mi avrebbe filato per niente. Ma a forza di girare per le palestre della mia citta', qualcuna che faceva al caso mio la riuscivo a trovare. E qui' la difficolt� aumentava. Pur essendo considerato un bel ragazzo, non era matematico che accettassero la mia corte. Il sistema era semplice. Cominciavo col fermarle all'uscita della palestra - Ciao. Senti scusa, ti ho visto mentre ti allenavi. Sai, piacerebbe anche a me fare questo sport ma ho la scoliosi. Pensi che potrebbe essere adatto per me?- Ovviamente la risposta era sempre quella e cioe' che dovevo andare dal mio medico. Ma intanto il ghiaccio era rotto, le avevo fermate e poi cominciavano gli elogi riguardo la sua bravura ed infine la richiesta di fare una passeggiata. Sinceramente debbo dire che la maggior parte di quelle ragazze, arrivato a quel punto, mi mandavano gentilmente a farmi fottere, ma trovai anche alcune che accettarono quello strano corteggiamento. Da quel momento in poi dovevo essere un normale ragazzo che cercava di mettersi insieme ad una graziosa ragazza. Quindi, prima un appuntamento, la richiesta del numero di telefono e poi cercare di sfruttare il momento giusto. Ero abbastanza disinvolto e simpatico e quindi le probabilita' che la tipa di turno ci stesse erano notevoli. Con questo trucchetto mi misi insieme ad una decina di ragazze in tre anni e mezzo, ma con nessuna di loro la mia strategia sulla dominazione funziono'. In alcuni di questi casi, come era avvenuto con Emma, iniziavo cercando una lotta per gioco oppure chiedevo loro di farmi vedere quanto fossero brave. Inutile dire che regolarmente perdevo con tutte. Ma, appena arrivato al momento della sottomissione, al momento cioe' in cui fingevo di provare paura per lei e che avrei fatto tutto quanto lei mi avesse ordinato, quella scappava regolarmente. Alcune addirittura si mettevano a ridere come matte, altre mi chiedevano di dimenticarmi di loro e di non farmi piu' vedere. Insomma, un disastro. Possibile che nessuna ragazza amasse farsi obbedire dal proprio ragazzo? Amasse vedere quanto lui tremasse di fronte a lei? A quanto pareva si. Ma tutto si puo' dire di me tranne che sia un tipo che si arrende alle prime difficolta' e proseguii con il mio piano. Ero arrivato a quasi 18 anni ormai. Malgrado tutte quelle ragazze che avevo avuto ero ancora vergine e mi dissi che con la prossima, prima avrei fatto l'amore con lei e solo dopo avrei cercato la sua dominazione. Era la meta' di giugno e mi trovavo come al solito in una palestra alla ricerca della mia ragazza ideale. Almeno tre volte alla settimana mi dedicavo a quell'ossessiva ricerca e quella volta me ne stavo andando prima del solito non avendo notato nessuna che mi interessasse. Ma proprio quando stavo per andarmene fui raggiunto da una ragazza che avevo di spalle e che quindi non avevo notato. Era il mio tipo. Alta circa un metro e settanta, bionda con i capelli corti ed uno splendido visetto. Era magra e con un bel seno che aveva evidenziato con una camicetta bianca allacciata con il nodo. Aveva dei pantaloncini corti di jeans che mettevano in risalto le sue belle gambe ben tornite ed un sorriso sicuro di se. Peccato che non stava in palestra ad allenarsi, pensai - Ti interessa il judo, per caso? - mi disse con un accento straniero. Le risposi dicendole che ero tentato di segnarmi a quel corso e che stavo osservando la lezione per rendermene conto - A me interessa tanto sai. Io sono cintura nera e siccome passero' l'estate da mia zia che abita in questa citta', volevo vedere se potevo continuare ad allenarmi. Sai, quando si raggiunge un certo livello, bisogna sempre rimanere in allenamento- Cintura nera? Oh mio Dio. Quella ragazza cosi' bella era una campionessa di judo? La osservai a bocca aperta, ma la tipa doveva essere molto scafata perche' non perse tempo e m'invito' lei stessa ad andare a prenderci un gelato. Seppi cosi' che era inglese, che si chiamava Jennifer, che aveva 17 anni e che era proprio una campionessa. Aveva vinto numerosi premi ed il suo obiettivo era addirittura di andare alle Olimpiadi. Naturalmente la faccio breve in quanto il suo italiano era piuttosto scarso ed il mio inglese scolastico, ma l'importante era comprendersi e con un po' di fatica e molte risate ci riuscimmo. Lei aveva fatto comunque il primo passo ed io feci il secondo. La invitai la sera stessa per prendere una pizza e lei accetto' con entusiasmo. Mi ricordo che quella sera ci misi un'ora per prepararmi. Era la mia occasione. Era la piu' bella judoka che avessi mai conosciuto e vi garantisco che ne avevo visionate un bel po' e pertanto volevo fare colpo. Il colpo me lo fece prendere lei quando la vidi. Vestito di maglina marrone lungo fino ai piedi aderentissimo. Era diventata della mia altezza e questo significava che, nascoste dall'abito, ci dovevano essere delle belle scarpe col tacco alto. Il solo vederla mi azzero' la salivazione. La portai in una pizzeria e poi a prenderci un paio di birre. Le chiesi quindi se voleva andare in discoteca e lei, forse un po' brilla per le birre trangugiate da perfetta inglese, mi guardo' esterrefatta - Perche' vuoi andare a ballare? Non sarebbe meglio andare a scopare?- Viva l'Inghilterra cantava Baglioni. E si, viva l'Inghilterra ribadisco io. Anche perche' la mia inglese ci stava e la sua no. Vi racconto in breve quella serata che fu pazzesca perche' non mi immaginavo certo che al primo appuntamento avrei potuto fare sesso e non avevo un posto dove portarla. Dovetti andare a casa mia, fregare le chiavi del magazzino dalle tasche di mio padre, magazzino dove lui teneva cianfrusaglie ed oggetti vari, comprare in una farmacia notturna i preservativi che al momento non disponevo e quindi cercare il magazzino di cui non ricordavo l'indirizzo avendolo visto al massimo un paio di volte. Alla fine tutto quanto fu ricompensato dal mio sverginamento. Era stato allucinante come nei film di American Pie, ma finalmente avevo scopato e l'avevo fatto con una bellissima ragazza straniera. Ma, come sapete bene ormai, a me interessava un'altra cosa. Dopo tre o quattro giorni di frequentazione assidua, potevo considerare Jenny la mia ragazza. Lei era lo stereotipo della classica disinibita ragazza inglese in vacanza in Italia, ma era anche una persona speciale. Era allegra, solare e sincera. Ma era soprattutto di una bravura portentosa nel judo. Aveva iniziato proprio il giorno dopo la nostra prima scopata a frequentare la palestra nella quale ci eravamo incontrati e aveva dimostrato coi fatti che quello che mi aveva raccontato non erano fandonie. Trascorrevo il tempo dei suoi allenamenti ad ammirarla, a vedere come riusciva a sconfiggere facilmente chiunque combattesse contro di lei, maschi o femmine in egual misura, eccitato come una bestia. Quanto avrei pagato per essere io al posto di uno di quei maschi sconfitti da Jenny. Ma stavolta, memore delle tante delusioni subite fino a quel momento, decisi che mi sarei giocato le mie carte con criterio. Era una domenica di quell'estate caldissima ed i miei erano andati al mare. Quale migliore occasione? Anche Jenny aveva voglia di trascorrere quella domenica al mare. Alle inglesi si sa, il mare italiano piace tantissimo. Ma quando le dissi che avremmo avuto casa dei miei per tutta la giornata, non si fece pregare e venne a casa mia. Facemmo prima l'amore e poi, mentre io stavo riflettendo su quale strategia adottare, fu proprio lei ad aprire il discorso. Prima mi chiese cosa avessi deciso sul fatto di segnarmi o meno al corso di judo ed io le risposi che ormai mi conveniva farlo a settembre, poi mi guardo e mi sorrise - Lo sai che non volevo dirti che ero una campionessa di judo?- - E perche' mai?- - Perche' pensavo che voi maschi italiani avreste avuto paura di una ragazza piu' forte di voi e che quindi tu saresti scappato. Sarebbe stato un peccato perche' mi piaci veramente tanto- - E chi te l'ha detta una cosa del genere?- chiesi sempre piu' interessato - Prima di conoscere te avevo conosciuto un altro ragazzo italiano ed appena gli ho detto che ero cintura nera di judo e' scappato via. Erano dieci minuti che ti stavo osservando e vedevo che guardavi con interesse la lezione e pensavo che anche tu potessi essere un atleta. Ecco perche' te l'ho detto, altrimenti mi sarei stata zitta- - Ed invece avresti sbagliato tutto. Anzi io credo una cosa. Io credo che in una coppia deve essere uno dei due a comandare se si vuole andare d'accordo. Altrimenti si litiga. Se tu mi dimostri che sei veramente piu' forte di me, fino a che staremo insieme io accettero' tutte le conseguenze di quello che ho appena detto e sarai tu a comandare tra di noi, altrimenti saro' io a farlo. Ci stai?- Jennifer mi guardo' con gli occhi spalancati. Evidentemente quella mia offerta non la convinceva del tutto - Ma sei sicuro? Guarda che contro di me non hai alcuna possibilita'. Hai visto in palestra? Sconfiggo anche maschi piu' grandi di me ed allenati molto piu' di te- - E tu sei sicura di battermi? Guarda che sono alto e robusto e potresti sbagliarti di grosso- - Ma veramente faresti qualunque cosa se io ti battessi? Mi faresti comandare? Tu, un maschio italiano?- - Si, te l'ho detto. Lo troverei giusto. Ma prima dovresti battermi. In un incontro di judo vinceresti sicuramente tu, ma io non voglio fare un incontro di judo, bensi' una lotta dove tutto e' lecito. Sei ancora dell'idea di accettare la mia sfida?- Dissi quell'ultima frase con una tensione spasmodica. Tutto stava andando come nei miei desideri. Jenny era di fronte a me, ancora completamente nuda dopo aver fatto l'amore ed il mio batticuore era quasi ascoltabile da lei per quanto era forte. Mi sorrise, dolce e spavalda - Adesso ancora piu' di prima. Ma guarda che poi dovrai mantenere la promessa. E ti giuro che ti faro' pentire di questa scommessa. Mi piace proprio l'idea di un ragazzo che faccia tutto quello che gli ordino- Eravamo gia' pronti e le dissi di dare il via. Malgrado avessi combattuto con decine di ragazze prima di lei, stavolta era diverso. Avevo visto Jenny all'opera e sapevo che lei era di gran lunga piu' brava di tutte le altre, ma io ero sempre un maschio e per di piu' robusto e quindi in una vera lotta senza esclusioni di colpi l'esito era piuttosto incerto. Almeno questo era quello che credevo. Non dovetti neanche fingere, tanto lei fu veloce e letale. Mi prese rapidamente le braccia e quindi, facendo leva con la sua spalla, mi piroetto' sopra di lei atterrandomi rapidamente e cadendo lei stessa sopra di me. La mia forza era certamente superiore, ma ero disabituato alla lotta mentre lei sapeva quello che faceva prima di farlo. Mi trovai con le sue braccia intorno al collo senza possibilita' di muovermi. Cercavo di fare ponte per scrollarmela di dosso, ma non c'era niente da fare. Mi soffocava sempre di piu' e notai quasi un sorriso sadico formarsi sulla sua bella bocca. Dovetti arrendermi, emozionatissimo perche' per la prima volta in vita mia, avevo trovato una ragazza che mi aveva battuto veramente. Inutile dire che questo mi provoco' un'eccitazione spasmodica che per fortuna Jenny scambio' per un'erezione dovuta alla sua figura nuda sopra di me. Quel che e' certo e' che Jenny nuda su di me che mi batteva facilmente e mi costringeva alla resa era assolutamente irresistibile. Mi alzai, con l'uccello dritto e con Jenny che sorrideva. Abbassai la testa in segno di resa di fronte a lei - Hai vinto e manterro' la mia promessa- - Oh si. Sicuramente te la faro' mantenere. Intanto il primo ordine che ti do e' quello di far l'amore di nuovo con me- mi disse mettendosi a ridere- mica vogliamo mandarlo sprecato- aggiunse indicando il mio uccello ancora tirato al massimo. Inizio' il periodo piu' bello della mia vita fino ad allora. Jennifer non si comportava proprio da padrona come nei miei desideri, ma sapeva essere l'elemento predominante della nostra coppia e soprattutto amava fare di continuo la lotta con me per ridicolizzare la mia inferiorita'. E giuro che pur mettendoci tutta la mia forza, non potevo nulla contro di lei. Ma una scena credo che la ricordero' come il simbolo del mio periodo sottomesso vissuto con lei. Come ho detto, Jennifer, pur comportandosi con me come capo, non faceva nulla di eclatante. I suoi ordini erano spesso dati per gioco, gioco al quale io stavo volentieri, divertendomi a dirle che non l'avrei mai fatto. A quel punto di solito, iniziava una lotta giocosa nella quale lei naturalmente vinceva ed al termine della quale ero costretto, con mia grande gioia ed eccitazione, a fare quello che mi aveva chiesto. Le possibilita' erano pero' poche. Avevo meno di 18 anni e non avevo certo una casa mia, ma comunque ogni momento trascorso insieme a lei risultava indimenticabile. Inutile dire che me ne ero innamorato pazzamente, anche se sapevo che agli inizi di settembre lei sarebbe ritornata in Inghilterra. A volte, se mi ci mettevo a pensare, mi venivano le lacrime agli occhi. La mia ragazza ideale, bella forte e dominante, sarebbe andata via. In quel momento pensavo che, a costo di seguirla nel suo paese, non l'avrei mai lasciata. Ma torniamo a cio' che accadde quella volta. Eravamo andati in piscina insieme ad un'altra coppia di amici. Era un giorno feriale e di gente ce n'era poca. Jenny in bikini era uno schianto e naturalmente ne ero orgoglioso e geloso contemporaneamente. Era la dimostrazione lampante e vivente dei miei desideri: una ragazza poteva essere piu' forte di me, essere autoritaria ed essere femminile nei modi e nel fisico allo stesso tempo. Ma c'erano anche altre due coppie quel giorno in piscina, oltre a noi quattro e ad altra gente. I due uomini erano sulla trentina e quindi notevolmente piu' grandi di noi ed erano anche piuttosto in forma. Uno soprattutto aveva le spalle da nuotatore e, malgrado abbia gusti diversi, non potevo non considerarlo un gran bell'uomo. Purtroppo anche Jenny doveva considerarlo tale perche' per quasi tutta la mattinata non fece altro che mettersi in mostra davanti a lui facendomi letteralmente morire di gelosia e facendo arrabbiare le due donne che si erano rese conto del comportamento di quella ragazza. Ma Jennifer era fatta cosi', si sentiva libera. Sapeva di piacere e non glie ne fregava niente di tutto il resto. Probabilmente con me ci stava bene, per lei dovevo essere un piacevole diversivo estivo, ma l'amore doveva essere un'altra cosa, era quello che provavo io per lei. Comunque, malgrado le provocazioni continue, non le dissi nulla. Era complicato per me muovermi in una situazione del genere. Da una parte mi sforzavo di pensare che, in fondo, lei poteva tutto. L'avevo voluta a tutti i costi una ragazza del genere e non potevo andare contro i miei principi, mentre dall'altra parte stavo letteralmente soffrendo tutte le pene di questo mondo. Fu il mio amico a darmi una smossa - O glie lo dici tu o glie lo dico io a Jenny. Guarda Roby che se la tua ragazza continua cosi', ci manda a fare una rissa con quei due. E hai visto quanto sono grossi? Le loro donne si sono gia' incazzate di brutto ed io non voglio farci trovare in mezzo la mia ragazza ad una cosa del genere. Quindi cerca di fare qualcosa- La feci. Presi per un braccio Jenny e, col dovuto tatto, le chiesi di smetterla perche' altrimenti ci avrebbe fatto trovare in mezzo ai guai. Ma feci uno sbaglio: glie lo dissi davanti alla coppia di miei amici. Per diverse ore non disse niente e si calmo'. Si mise sul bordo della piscina a prendere il sole tranquilla e beata, ma nel primo pomeriggio mi chiese di accompagnarla a fare una doccia. La doccia si trovava in uno stanzone aperto sia a uomini che a donne ed ovviamente la si poteva fare solo col costume indosso. Appena entrati mi salto' letteralmente addosso. Mi prese per un braccio e con una mossa di judo mi fece volare in terra e quindi si mise dietro di me stringendomi con un braccio il collo e con l'altro mi torse il mio braccio ed aveva il ginocchio puntato sulla mia schiena - Honey, con me hai chiuso. A me piace fare quello che mi pare e non devi essere tu a dirmelo. Ed ora mi chiedi scusa per la figura che mi hai fatto fare davanti ai tuoi amici- Dire che sentivo le stelle e' dire poco. Mi aveva immobilizzato ed il braccio mi faceva un male cane. Ma quella situazione l'avevo sognata per tanti anni. Mi eccitai e addirittura me ne venni senza ritegno nel preciso momento in cui le chiesi scusa. Per fortuna che Jenny era dietro a me e non si accorse di nulla. Mi lascio' per terra e si fece una doccia uscendo poi da quello stanzone. Mi rialzai dolorante ed ancora eccitato per quello che era accaduto. Ma intanto ero stato lasciato. Solo dopo alcuni giorni lei accolse le mie suppliche e mi perdono' del tutto. Le dissi che non mi sarei mai piu' azzardato a dirle una cosa del genere e questo non fece altro che accrescere la mia sottomissione nei suoi confronti. Ma per lei doveva essere solo che un gioco perche', malgrado quest'episodio, non si approfitto' mai del potere che aveva su di me. Ma intanto era arrivato il momento della sua partenza. Avevo trascorso tutto il mese d'agosto da solo in citta' per stare accanto a lei, ma settembre era arrivato. Ci lasciammo con tante promesse. Le dissi che a Natale sarei volato in Inghilterra e che comunque, al termine del liceo l'avrei raggiunta per vivere definitivamente insieme a lei. In effetti per almeno un mese ci scrivemmo tutti i giorni, poi mi arrivo' una telefonata che mi diceva di non provare nemmeno a raggiungerla perche' aveva trovato un altro ragazzo. Inutile dire che la mia sofferenza fu enorme. Per almeno un paio di mesi non riuscivo nemmeno ad uscire di casa, ma poi pian piano tornai alla vita normale. Mi dicevo che almeno avevo avuto la fortuna di trovare quello che avevo cercato, sia pure per soli due mesi e mezzo. Non avevo piu' neanche voglia di cercarmi la mia ragazza ideale in quanto pensavo che per trovarla sarei dovuto andare in un paese straniero. Le italiane non sembravano proprio portate per soddisfarmi sotto quel punto di vista. Ma quasi un anno dopo ricominciai invece a farlo. Mi ero posto un limite. Se l'avessi trovata prima della fine dell'universita', bene, altrimenti me ne sarei volato negli States a cercare la mia anima gemella bella, forte e dominante. Per alcuni mesi la mia ricerca fu infruttuosa, ma poi incontrai Simona. Ve la faccio molto breve. Tanto per cominciare era bella. Alta quasi come me, con un visetto dolce che la faceva assomigliare a Phoebe Cates, lunghi capelli castani che quasi sempre lasciava sciolti dietro le spalle, snella e flessuosa ma dotata di una forza fisica non indifferente e soprattutto cintura nera 2° dan di karate e nera di judo. Praticamente un'arma letale. Proveniva da un'altra citta', ma nella mia ci sarebbe rimasta per motivi di lavoro di suo padre. Io avevo ormai vent'anni e lei era praticamente mia coetanea. Facevamo addirittura anche gli stessi studi, sia pure in due universita' differenti. Con lei feci molta attenzione. Prima riuscii a mettermici insieme e solo dopo un mese cominciai a farle domande sulla sua passione per le arti marziali. Mi chiedevo quale sarebbe dovuto essere il mio comportamento in quanto avevo deciso che la scena madre, quella in cui le chiedevo di non farmi male e che avrei fatto tutto quello che lei voleva, era da evitare, visti anche gli scarsi risultati ottenuti fino a quel momento. Ma anche senza quella finzione, le cose andarono a meraviglia. Per prima cosa avevamo iniziato le nostre lotte, anche in questo caso giocose, lotte nelle quali Simona, cosi' come aveva fatto Jennifer, si divertiva a mettermi sotto e pian piano aveva preso un certo predominio anche psicologico su di me. Anzi, sembrava essere tagliata per comandare. Spesso non si faceva pregare di darmi ordini anche davanti agli amici. Erano tutte cose banali, non si poteva certo parlare di dominazione, ma intanto ero diventato, agli occhi di tutti, quello che veniva sgridato dalla sua fidanzata e che stava zitto perche' lei praticava judo e karate. Andassero al diavolo tutti quanti. Non m'importava di niente. Ero felice, ero innamorato di nuovo ed ero diventato realmente succube della mia Simona. Che meraviglia vederla quando mi diceva che si doveva fare una cosa invece che un'altra o quando mi guardava storto dicendomi frasi tipo "Non mi fare incazzare, Roby, poi lo sai come va a finire" Lo sapevo benissimo. Appena soli pretendeva le mie scuse su qualunque cosa avessi fatto. Una volta per essere andato a prenderla in ritardo mi obbligo' a ritornare a casa mentre lei se ne usciva tranquillamente con gli amici. La cosa bella era che non doveva usare la forza. Le lotte le facevamo quasi esclusivamente per gioco. Si divertiva a farmi soprattutto mosse di judo, leve e soffocamenti e mi diceva che se avesse usato il karate su di me avrebbe addirittura potuto uccidermi. Io naturalmente alimentavo tutto questo, dicendole che ero fiero di lei, che mi piaceva il suo carattere giustamente autoritario e che se io facevo quello che lei diceva era perche' avevo riconosciuto in lei una certa superiorita' che andava premiata appunto con l'obbedienza. Questa volta il sistema funziono' alla perfezione. Simona si sentiva realmente il capo tra noi due e dopo qualche mese aveva preso in mano completamente le redini del nostro rapporto. Io avevo solo facilitato l'evolversi di questo rapporto particolare senza ricorrere a finzioni o melodrammi. Avevo trovato la mia super ragazza, quella che mi faceva veramente tremare con uno sguardo, quella che sapevo essere piu' forte di me, quella che mi faceva sentire inferiore a lei. Naturalmente tutto questo mi portava una continua eccitazione, un desiderio continuo di lei che Simo naturalmente sembrava apprezzare tantissimo. Di episodi da raccontare ce ne sarebbero tantissimi, episodi che si concludevano tutti con la mia sottomissione ai suoi voleri, ma per raccontarli tutti dovrei scriverci un libro. Ma, proprio quando pensavo che saremmo rimasti insieme per sempre e che ci saremmo sposati, dopo quasi un anno che stavamo insieme, in un orrendo pomeriggio e mentre ero intento a studiare in vista di un esame, lei mi citofono' - Roby, sono Simona. Scendi che ti devo parlare- Si parla tanto di sesto senso e credo che esista davvero. Mentre scendevo le scale di corsa avevo gia' capito tutto. La mia Simona, la mia ragazza perfetta, stava per lasciarmi. Quello che non sopportai fu il motivo. Mi disse che aveva conosciuto un altro ragazzo, un vero uomo che non solo non si faceva comandare, ma che si imponeva su di lei e per questo lei se ne era innamorata. Lui la faceva sentire femmina e lei si sentiva protetta, non come me che mi comportavo esattamente al contrario. Obiettai dicendole che le era piaciuto quel mio modo di fare, la pregai di rimanere con me, piansi davanti a lei, ma fu tutto inutile. Tornato a casa, giurai a me stesso che non avrei piu' sofferto in quel modo per una donna e che avrei abbandonato la mia ricerca. Da quel momento in poi, per me le donne divennero solo un mezzo per fare sesso. Niente sentimenti, niente coinvolgimenti di nessun tipo. In tanti anni collezionai diverse avventure, alcune di una sola notte altre di un paio di anni, ma della coppia fui sempre io l'elemento predominante, per la felicita' delle donne che avevano quello che volevano e cioe' l'uomo forte e virile e con buona pace dei miei desideri. Quelli pero' non li abbandonai mai del tutto. Come vi ho detto mi rifugiai nella fantasia, visto che la realta' era stata cosi' cattiva con me, facendomi assaggiare il paradiso per poi togliermelo. Essendo da solo, con qualche soldo in tasca, frequentatore di un club dove gioco a tennis e simpatico ed atletico, non ho mai avuto grosse difficolta' a regalarmi l'avventura ogni qualvolta ne sentivo il bisogno, anche se non e' mai passato un giorno che io non abbia rimpianto il periodo trascorso con Simona. Tutto questo fino a pochi giorni fa'. Mi trovavo a mangiare una pizza con tre miei amici quando sentii una voce alle mie spalle. Non dovetti neanche voltarmi. Dopo tanti anni quella voce la conoscevo ancora perfettamente, mi ricordavo ancora come se fosse adesso gli ordini che mi dava e di conseguenza, il piacere che mi provocava - Roby, ma sei proprio tu. Dio quanto tempo e' passato. Era lei, la mia Simo, bella come me la ricordavo, anzi di piu'. Il tempo non era solo stato clemente con lei, ma l'aveva sensibilmente migliorata. I capelli erano ora piu' corti, ma il viso era sempre quello ed il suo corpo era ancora statuario come lo ricordavo. Indossava un mini abito beige con delle fantasie bianche aderentissimo con dei fuseaux bianchi sotto. Quanto mi piaceva! Ci abbracciammo e ricordammo per alcuni secondi i bei tempi andati - Senti Roby, io sto con delle amiche e devo raggiungerle. Sai, mi sono presa una libera uscita dagli impegni matrimoniali, ma ora che ci siamo incontrati di nuovo dobbiamo risentirci assolutamente- Ci scambiammo i numeri del telefonino e poi ci salutammo di nuovo amichevolmente quando io ed i miei amici, che avevamo terminato la cena prima di loro, uscimmo dalla pizzeria. Per tutta la serata e per i due giorni a venire sono andato completamente in tilt. Mi riguardavo il cellulare chiedendomi se fosse il caso di chiamarla. Cosa le avrei detto? Era sposata e quindi non avevo speranze. Per quasi 17 anni avevo creduto di poter fare a meno delle sensazioni che Simona mi provocava ed ora, dopo averla rivista per pochi minuti, ero fuori di testa. Ma proprio mentre mi rigiravo il telefonino tra le mani davanti ad un cliente indeciso, lo squillo. Avevo memorizzato il numero di Simona con la scritta e quando quella scritta mi e' apparsa sul display, mi e' presa una tachicardia come se fossi un ragazzino alle prime armi - Se aspettavo te stavo fresca Roby. Non ti andrebbe di trascorrere un pomeriggio con me?- - Ma che dici Simo. Certo che mi andrebbe. Pero' avevo timore di disturbarti. Sei sposata e non volevo telefonarti col rischio che tuo marito potesse ingelosirsi- mi scusai - Forse hai ragione. Senti Roby, io domani ho un pomeriggio libero. Ti va di vederci per parlare dei vecchi tempi?- La tachicardia aumentava in modo esponenziale - Ma si certo. Si potrebbe fare. Io sono rimasto in zona e tu ora dove abiti? Vuoi che ti venga a prendere io?- - Non se ne parla. Visto che sei rimasto in zona potremmo vederci nel bar dove prendevamo l'appuntamento. Ti ricordi?- - Si che mi ricordo. Solo che il bar non esiste piu' e c'e' una kebaberia adesso- - Non fa niente. Ci vedremo davanti a quella rivendita di kebab alle 16. Ti va bene?- Le dissi che mi andava benissimo. Forse avevo sbagliato a prendere quell'appuntamento. Sapevo che poteva farmi male rivederla e frequentarla di nuovo, ma non potevo rinunciare a passare alcune ore con lei. Il giorno seguente, infischiandomene del lavoro che avevo lasciato alla mia segretaria, mi preparai con cura. Mi misi al mio massimo e pochi minuti prima delle 16 ero davanti alla kebaberia. Non attesi molto. Simona amava essere puntuale, non come molte donne che avevo conosciuto nella mia vita, capaci di farmi attendere oltre un'ora. Era vestita in modo semplice ma era comunque meravigliosa. Un jeans in cotone blu aderente ed una casacchina bianca senza maniche. Dei sandali non molto alti ai piedi che la mettevano comunque alla mia altezza. Ci baciammo sulle guance e poi la portai ad un bar molto rinomato fuori zona. Per circa un'ora parlammo di tutto, di quello che avevamo fatto in tutti questi anni, dei miei sogni di fare il giornalista andati in frantumi e poi una breve pausa. Mi prese la mano che avevo sul tavolino e poi mi guardo' - Ho fatto una cazzata Roby, la piu' grossa cazzata della mia vita- - Ma di quale cazzata parli Simo?- chiesi, sperando in cuor mio che si riferisse a quello che pensavo - La cazzata che ho fatto e' stata quella di lasciarti e credere che con Alessandro sarebbe stato amore eterno. Ed invece non e' andata cosi'- Oh mio Dio. Anche se non era giusto ero felice di questa confessione - Ma tu sei ancora giovane e sei bellissima. Perche' non lo lasci? - - Perche' ho due figli e non voglio rischiare di perderli. Capisci? Se me ne vado io corro il rischio di non vederli piu'. Sarebbe troppo lungo raccontarti tutto, ma una volta me li sono portati via dopo averlo picchiato. Ti ricordi di come ero brava nelle arti marziali vero? Lui pero' mi ha denunciato ed ha ritirato la denuncia solo se tornavo a stare con lui senza mai piu' osare mettergli le mani addosso. Ma appena i ragazzi capiranno completamente io me ne andro'. E' questione di un paio d'anni e poi mi denunciasse pure. Non ce la faccio piu' a stare con lui- L'abbracciai teneramente prendendole il viso tra le mani. Avrei voluto baciarla e non so cosa mi abbia trattenuto - Perche' non e' andata con lui Simo? Sembravi cosi' innamorata- - Hai detto bene. Sembravo. Per anni mi sono sforzata di credere che il vero rapporto con un uomo fosse quello che io avevo con Alessandro e non come quello dominante che avevo con te. Quando stavamo insieme non capivo certe cose. Mi faceva piacere sapere che tu eri praticamente ai miei ordini, che facevi qualunque cosa io ti ordinassi e che se non mi obbedivi te lo avrei potuto costringere con la forza, ma poi ho desiderato di essere una qualunque donna normale. E come ti ho appena detto, non e' andata come volevo- Sentivo l'emozione che mi assaliva completamente. Era chiaro quello che mi stava dicendo. Le presi la mano dolcemente - Andiamo a casa mia Simo- Lei si alzo' senza far resistenza, lasciai una banconota sul tavolino e la condussi verso la mia auto. Non dicemmo una parola mentre ci stavamo avviando verso il mio appartamento ed appena arrivati le presi la mano spingendola dolcemente verso il muro. Volevo solo baciarla. La desideravo con tutto me stesso e desideravo anche che tutti quegli anni non fossero mai trascorsi. Ma non appena stavo per poggiare le mie labbra sulle sue, lei mi prese per un braccio facendomi una mossa di judo e facendomi cadere lungo per terra. Non ebbi neanche il tempo di pensare a quello che mi stava capitando perche' mi sollevo' di nuovo in piedi ma mettendomi un braccio intorno al collo mi fece praticamente piegare in due. Quante volta mi ero trovato in quella situazione, quante volte avevo goduto della mia netta inferiorita' nei suoi confronti. Simona strinse ancor di piu' il braccio intorno al mio collo - Come ti sei permesso di provare a baciarmi senza prima il mio consenso? O credi forse che in tutti questi anni io mi sia impoltronita e che sia diventata una signora con la pancia ed il doppio mento? Errore mio caro, perch� dopo la nascita dei ragazzi ho continuato ad andare in palestra ad allenarmi. E come vedi sono piu' forte di prima- Ero di nuovo nelle sue mani, come tanti anni fa - No, Simona, te lo giuro. Non ho mai pensato una cosa del genere- gemetti- E' proprio il contrario. Ti vedo talmente attraente che non ho potuto resistere alla tentazione di baciarti. Scusami Simo, ho sbagliato, ma ti prego lasciami. Mi sta mancando il respiro- Mi lascio' andare, ma quella dimostrazione di forza mi aveva eccitato come non mai. Stavolta fu lei a spingermi contro il muro venendomi vicino e mettendo la sua bocca a pochi centimetri dalla mia - Ricordati che sono io a decidere quando baciarti- Ci baciammo e lei non pote' non sorridere quando senti' la mia erezione a contatto col suo corpo. Chissa' cosa deve aver pensato. Forse che era tutto come prima e che lei poteva disporre di me come meglio voleva, anche sul lato sessuale. E' inutile raccontarvi di come abbiamo fatto l'amore, quella e' una cosa personale, ma l'importante e' dirvi che, dopo tanti anni, avevo riscoperto di nuovo quanto fosse meraviglioso per me fare sesso con una donna dominante. Si stava rivestendo ed io la guardai. Mi sentivo di nuovo innamorato di lei. Anzi, lo ero sempre stato ed il mio amore era andato semplicemente in letargo, pronto a risvegliarsi non appena lei si fosse ripresentata - Te ne vai Simo?- - Si. Devo tornare a casa- - Perche' non resti con me Simo. L'hai detto tu stessa che vorresti ritornare di nuovo a tanti anni fa. Ora ne hai l'occasione- Mi venne vicino e mi bacio' sulle labbra - Ti ho gia' spiegato che non posso. Per adesso devo rimanere con lui. Forse tra un paio d'anni o forse di piu'. Non posso programmare il futuro. Quello che conta di piu' sono i miei figli per il momento - - Ma io non ce la faccio ad aspettare due anni. Io ti voglio adesso. Ti amo Simo. Non ho mai smesso di amarti- Mi guardo' severamente. Oh mio Dio quello sguardo. Mi faceva impazzire - Non insistere Roby se no mi fai incazzare e poi lo sai come va a finire- La frase che mi diceva sempre e che aveva il potere di farmi sottomettere completamente ai suoi voleri. Anche quella volta non potei fare a meno di chinare la testa. Per me un ordine di Simona doveva essere rispettato ad ogni costo, anche in un caso come quello in cui avrei voluto invece insistere, tentare qualcosa per convincerla - Non ti vedro' piu' allora? Oppure dovro' aspettare almeno due anni per rivederti?- - Chissa? Mica ho detto che non ci vedremo piu'- mi disse con un sorriso che era tutto un programma- Ho detto che fino a quel periodo non potro' lasciare mio marito, ma non ho detto mica che fra qualche giorno non potro' di nuovo telefonarti- Se ne ando', mandandomi un bacio con le mani e lasciandomi sul letto, completamente frastornato. Sono ormai trascorsi un paio di giorni da quel nostro incontro ed ancora non mi ha telefonato. Ma sono felice ugualmente. Lo sono perche' so che prima o poi lo fara'. E prima o poi tornera' completamente da me per essere di nuovo la mia donna dominante. Ma sono felice soprattutto perche' so che la mia donna perfetta esiste. Non sara' bella come Charlize Theron o sensuale come Angelina Jolie, non ha i lineamenti perfetti di Milla Jovovich e non ha super poteri, ma e' vera, e' reale ed ha tutto quello che serve per farmi felice: bellezza, forza, intelligenza e dominanza. Quelle attrici, quei personaggi, fanno parte del mio immaginario, ma la realta' puo' essere altrettanto meravigliosa per i miei desideri. Quindi posso attendere tranquillamente in quanto la mia donna ideale non e' una bambina iper muscolosa irreale ne' una gigantessa pelosa che esiste forse solo in immaginari circhi dell'orrore, ma una donna normale, di bell'aspetto, atletica e femminile, che ha semplicemente capito in che modo alcuni uomini come me amino stare insieme ad una femmina. In fondo i miei gusti non sono poi cosi' strani e puo' bastare una donna normale per farmi felice. Una donna normale per tutti gli altri, ma per me Simona non puo' essere altro che la mia donna perfetta.