LA VITA DI PATTY Patty e la sensazione divina Questo e' il ventesimo episodio de . Nei precedenti spiego come sia riuscita ad arrivare a dominare totalmente mio marito, sia fisicamente che psicologicamente ed a trovare un enorme piacere nel cercare altri uomini da assoggettare a mio piacimento. Giorgio mi accompagno' a circa duecento metri dalla mia abitazione. Non mi andava di farmi vedere a bordo di una macchina con un altro uomo che non fosse mio marito e decisi di farmi lasciare in un punto dove avevo meno possibilita' di incontrare gente che conoscevo. Ero gia' al centro di diversi pettegolezzi da parte di gente che non si faceva gli affari propri e non avevo voglia di incentivare queste chiacchiere che dapprima erano basate sul nulla, ma che in quel momento potevano avere delle solide fondamenta. Prima di scendere lo guardai ancora una volta negli occhi " Io vado a cambiarmi. Tu non ti muovere da qui' per nessun motivo" Ero stata volutamente autoritaria per vedere la sua reazione, reazione che fu praticamente nulla in quanto Giorgio si limito' ad acconsentire con la testa, ma questo mi fece capire una volta di piu' che dovevo essere nel giusto a pensare che avesse gli stessi istinti di Marco. Arrivata a casa mi feci una veloce doccia e mi rivestii alla bisogna. Indossai quindi un jeans elasticizzato molto aderente ma anche molto pratico per i miei movimenti, una magliettina bianca a maniche lunghe perfettamente accostata, adatta a mettere in risalto il mio seno ed un giubbino di pelle striminzito. Ai piedi mi misi un paio di decolte' blu a punta, secondo i dettami della moda del momento, con tacchi di circa otto centimetri. Mi truccai con cura e sciolsi i capelli. L'immagine che di me rimandava lo specchio mi piaceva. Ero sensuale al punto giusto. Non sapendo ancora quali fossero i gusti di Giorgio in materia, avevo indossato una mise abbastanza tosta ma non eccessivamente aggressiva. Una via di mezzo adatta alla mia eta' e soprattutto al mio corpo, che delineava in modo sapiente le mie forme senza scendere nel provocatorio come avevo fatto invece in vacanza mesi addietro. Prima di scendere mi misi un trench adatto sia per la pioggia che ancora scendeva incessantemente sia per coprirmi dagli sguardi indiscreti dei miei vicini. Marco ancora doveva rientrare dal suo lavoro e lo avrebbe fatto da li a mezz'ora circa. Era abbastanza normale che non mi vedesse in casa, ma quello di metterlo al corrente dei miei spostamenti era un problema che ormai non mi apparteneva piu'. Non si sarebbe mai azzardato a chiedermi cosa facessi. Se volevo io, lo ragguagliavo riguardo a cio' che facevo, altrimenti doveva stare zitto se non voleva che io lo punissi duramente. Era accaduto anche un paio di settimane prima, quando ero uscita a mangiare una pizza con le altre ragazze della palestra. Mi ero fatta bella, avevo indossato un bell'abitino nero scollato al punto giusto ed ero uscita senza dargli spiegazioni. Anzi, fui io a provocarlo mentre mi trovavo sul punto di uscire " Non mi aspettare sveglio perche' non so a che ora rientrero'" " Si signora. Pulisco la casa e me ne vado a letto" furono le sue parole, senza minimamente chiedermi dove andassi. La sera con le altre ragazze poi fu quanto di piu' innocente si possa immaginare, a parte qualche commento sui maschi che frequentavano la nostra stessa palestra e quando tornai a casa verso mezzanotte, Marco era gia' a letto, fingendo di dormire per paura di qualche mia reazione. Credo che per lui contasse soprattutto il fatto che io fossi tornata e feci finta di credere che dormisse. Insomma, la mia era diventata una dominazione totale ed ero quindi libera di fare tutto quello che mi passava per la testa. Scesi quindi da casa e tornai in macchina da Giorgio, posai la borsa ai miei piedi, mi tolsi il trench bagnato e gli intimai di andarcene velocemente. Per tutto il tragitto che portava a casa sua parlammo di altro, soprattutto del tempo e del lavoro, ma ormai potevo notare che il cambiamento che aveva fatto era enorme. Aveva abbandonato tutta la sua sicurezza, quel sorriso sfrontato ed affascinante per indossare panni decisamente piu' umili. Ogni tanto non poteva fare a meno di gettare un'occhiata per valutare il mio abbigliamento, facendo attenzione a non farsi scoprire. Fatica sprecata. Se gli uomini sapessero quanto ci accorgiamo subito quando gli sguardi sono interessati, probabilmente starebbero molto piu' attenti. E comunque non mi turbava affatto. Anzi. Avevo sempre trovato piacevole quando gli sguardi maschili si posavano su di me in quel modo tra il timido e l'ammirato, figuriamoci poi se quegli sguardi provenivano da un uomo come Giorgio. Quello che odiavo semmai, erano le frasi volgari che ogni donna prima o poi si sente rivolgere dagli incivili beceri. Io intanto, pur limitando i discorsi a quegli argomenti banali, avevo da parte mia cambiato il mio tono di voce ed il mio comportamento era diventato decisamente piu' autoritario. Non potevo certo usare la severita' che usavo con mio marito, ma avevo abbandonato completamente il mio modo di fare che usavo con gli estranei, fatto di sicurezza ma anche di dolcezza. Avevo la fortuna di avere un visetto dolce ed un sorriso rassicurante che contrastavano con il mio essere dominante in modo perentorio e questo mi permetteva di poter essere l'una e l'altra senza dover cambiare troppo la mia personalita'. Mi trovavo a mio agio infatti sia nei panni della Patty zucchero e miele, sia in quelli della dominatrice ed il bello della mia vita era proprio quello di poter scindere le due cose oppure di mischiarle a seconda dei casi. Intanto mi domandavo se Giorgio si fosse accorto o meno del cambiamento che avevo effettuato o se era troppo preso dai suoi pensieri per rendersene conto e soprattutto mi chiedevo quale atteggiamento avrei dovuto avere con lui. Avrei dovuto aggredirlo, in senso metaforico, dicendogli che avevo capito tutto di lui e che volevo assoggettarlo, con il rischio che avrebbe negato tutto, oppure di vedere come si sarebbe evoluta la situazione? La mia propensione era per la seconda ipotesi, ma intanto eravamo finalmente arrivati nella sua abitazione. Non era la classica casa dello scapolo che mi sarei aspettata, ma una dimora che denotava un'attenta cura nei particolari quasi maniacale e che in fondo faceva pendant con l'abbigliamento che Giorgio usava giornalmente. Si trattava quindi di un uomo molto attento a cio' che lo circondava e con un gusto classicheggiante molto accentuato. Era veramente uno scapolo d'oro, quindi e mi venne da pensare in quel momento all'invidia che avrebbero provato per me tutte le commesse che avevano perso la testa per lui. Mi fece accomodare in salotto, si tolse la giacca e la cravatta e da perfetto padrone di casa prese il mio giubbetto posandolo su una gruccia appesa dietro una porta e mi offri' da bere. Accettai un limoncello mentre lui si verso' qualcosa di piu' alcoolico e quindi si sedette di fronte a me. Attesi che lui facesse la prima mossa ed infatti cominciarono di nuovo a fioccare le domande sui miei allenamenti. A casa sua, stava comunque ritrovando un po' della sua sicurezza, sicurezza che io provai a smontare subito. Mi alzai e lo invitai a fare altrettanto. Malgrado la sua stazza, con i miei tacchi ero piu' alta di lui e sapevo bene quanto fosse importante quell'aspetto per imprimere soggezione. Ma quello era solo il primo passo " Allora Giorgio, visto che sei cosi' interessato ai miei allenamenti, dimmi, cosa ti piacerebbe vedere?" gli chiesi cercando un tono che fosse una via di mezzo dal provocatorio al dominante " Io non so, non me ne intendo. In fondo la mia e' solo una curiosita'. Mi riesce strano pensare a te come una in grado di difendersi efficacemente da un uomo se questi volesse aggredirti" " Benissimo! Allora iniziamo proprio da questo. Fingiamo che tu mi voglia aggredire. Cosa faresti? In che modo cercheresti di prendermi se ad esempio volessi violentarmi?" " Be' vediamo. Sai, finora non ho mai violentato nessuna e non sono molto esperto" ironizzo' " Lo immagino. Semmai ho l'impressione che qualcuna abbia cercato di violentare te. Ad ogni modo prova ad usare un po' d'immaginazione. Non dovrebbe essere molto complicato" " Vediamo. Potrei prenderti alle spalle e cercare di immobilizzarti" si scherni'. Tolse un tavolinetto di vetro posto proprio nel bel mezzo del salone per fare maggiore spazio e mi venne alle spalle mettendo il suo braccio destro sul mio collo e prosegui' " Va bene cosi'?" " No, non va bene cosi'. Andiamo Giorgio, devi cercare di immobilizzarmi e quindi devi stringere il braccio con tutta la tua forza, non devi abbracciarmi come se fossi il mio innamorato. Non temere, se dovessi avere dei problemi ti direi di smettere immediatamente. D'accordo? Vai quindi" Giorgio cinse percio' il suo braccio intorno al mio collo e stavolta lo fece nel modo giusto. Cominciavo a sentire il mio respiro rompersi. Il suo braccio era forte e, malgrado percepissi che comunque che non stava stringendo con tutta la sua forza, non riuscivo a rompere la sua presa. Mi appigliavo con le mani per cercare di togliermi quel braccio intorno al collo ma Giorgio era veramente forte, sicuramente troppo per me. Calma Patty, mi dissi. Forse avevo preteso troppo dai miei mezzi e mi ero illusa di poter giocare con un maschio del genere come meglio avessi creduto. Ma non avevo ancora terminato le frecce nel mio arco. Tra le tante cose che mi aveva insegnato Daniele ce ne erano alcune che non avevo mai messo in pratica nella mia vita e riguardavano alcune mosse banali sulla difesa personale vera e propria. Se per qualunque motivo mi fossi trovata impossibilitata a mettere in pratica il judo o la kick-boxing, avrei dovuto ricorrere a questi mezzucci per salvarmi la pelle. Povero Daniele, sempre innamorato di me e preoccupato, qualunque cosa facessi. Probabilmente temeva che qualcuno potesse aggredirmi, farmi del male e non avrebbe mai immaginato che potessi mettere in pratica i suoi consigli per tutt'altro motivo. Ad ogni modo, quelli che io avevo chiamato mezzucci erano veri e propri colpi bassi e riguardavano appunto calci nelle parti intime maschili e gomitate. Mi diceva ad esempio che i gomiti possono essere utilissimi in caso appunto di aggressione alle spalle perche' difficilmente possono essere controllati dall'aggressore. Aveva perfettamente ragione Daniele. Giorgio mi teneva col suo braccio destro il collo e con la sua mano sinistra il mio braccio sinistro, lasciandomi completamente libero il braccio destro con relativo gomito. Mi attenni quindi ai consigli di Daniele e misi tutta la mia potenza su quel gomito e poi lo feci arrivare sullo stomaco di Giorgio. Sentii una specie di tonfo sordo ed un grido appena accennato ed il braccio che si apriva completamente lasciandomi libero il collo. Non mi girai neanche. Sapevo che in quel momento Giorgio era estremamente vulnerabile e ne approfittai. Gli afferrai il braccio, lo stesso che mi aveva cinto per lunghi secondi intorno al collo e lo tirai verso di me. Aiutandomi con il movimento del fianco me lo caricai sul dorso, lo feci ruotare sopra la mia spalla e lo feci atterrare di fronte a me. Avevo utilizzato un , tecnica tanto spettacolare quanto micidiale. Questa tecnica aveva anche il grande vantaggio di farmi rimanere in piedi con il braccio dell'avversario ancora tra le mie mani. Di solito, quando facevo normali combattimenti di judo, riuscire ad effettuare una mossa del genere voleva dire vittoria quasi automatica e pertanto gli avversari erano molto attenti a non concedere questa possibilita'. Ma da quando avevo scoperto il piacere dei combattimenti con mio marito e la gioia di batterlo e di sottometterlo poi, era una delle mosse che usavo con piu' frequenza contro di lui. Ma torniamo a Giorgio che, come ho detto, a quel punto era atterrato, anche abbastanza violentemente vista la sua mole, di fronte a me. Dovevo decidere il da farsi in pochi secondi e scelsi forse la soluzione giusta. Gli applicai una torsione del braccio, un genere di leva che tra l'altro non era riconosciuta dal regolamento sportivo del judo. Ma chi se ne importava, non stavo certo facendo un vero combattimento. L'importante era che quella leva fosse dolorosa e che lo immobilizzasse e quegli obiettivi mi sembrarono immediatamente raggiunti. Appena cercava di muoversi, tiravo e torcevo il braccio in modo da causargli piu' dolore. Ma io volevo qualcosa di piu'. Gli misi il mio piede, comprensivo di quella scarpa a punta che poteva considerarsi una vera e propria arma letale, sul volto, con il tacco sul collo " Allora Giorgio, che ne dici? Lo sai che se volessi potrei spezzarti il braccio? Senza contare che potrei infilzarti il collo col tacco" Giorgio ansimava in modo del tutto anormale. Col braccio libero avrebbe potuto cercare di togliere il mio piede da sopra la sua faccia ed infatti aveva avvicinato la sua mano sinistra sulla caviglia ma, benche' sembrava usare tutta la sua forza per ribaltare la situazione, mi dava l'impressione quasi di accarezzare il mio piede, pur facendo smorfie terribili con la faccia nel tentativo appunto di liberarsi. Cercavo anche di notare se aveva un'erezione, ma non riuscivo a rendermi conto di questo e continuavo quindi a torcergli il braccio in attesa di una sua reazione. Finalmente questa reazione arrivo'. Giorgio urlo' quasi in preda al terrore " Basta Patty, ti prego. Mi arrendo, hai vinto tu" Avrei avuto voglia di mettermi a ridere. Era falso come le frasi di una lapide, ma se non avessi avuto l'esperienza maturata con mio marito ci sarei anche potuta cadere. Gli lasciai il braccio e gli feci cenno con il dito di rialzarsi. Non avevo potuto batterlo con quella facilita'. Troppa differenza di stazza. Mi aveva fatto vincere. O almeno mi aveva facilitato la vittoria e questo stava a significare che lui era come Marco. Stava usando lo stesso sistema, ma stavolta, al contrario di quanto accadde con mio marito, non mi arrabbiai. Anzi, gli andai di fronte, sorridendo sfrontata " Hai perso Giorgio. Ti ho dimostrato che posso battere anche un uomo alto e grosso come te. Ora accompagnami a casa" " Di gia'? Speravo che tu rimanessi ancora un po'" " E perche' mai dovrei rimanere? Ti interesserebbe per caso vedere ancora qualche mossa del mio repertorio? Tanto per curiosita' intendo" Lo stavo stuzzicando ed ironizzavo sulle sue frasi di prima ma Giorgio sembrava non accorgersi affatto della mia ironia. Gli andai vicina, a pochi centimetri dalla sua bocca. Non mi sarebbe dispiaciuto affatto baciarlo in quel momento e dovetti resistere a quella tentazione. Ma anche a lui non sarebbe dovuta dispiacere troppo un'eventualita' del genere e me ne accorgevo dal movimento della sua lingua che umidificava le sue labbra " Allora?" proseguii quindi " vorresti vedere qualche altra mossa? Oppure la finiamo qua'?" " Si, mi piacerebbe" rispose infine dopo qualche secondo di esitazione. Non doveva essere stato semplice per lui ammettere una cosa del genere. Ma forse non sapeva e non poteva certo immaginare che io fossi un'esperta di quelle situazioni e che avevo compreso le sue intenzioni. Ad ogni modo, ora era il momento di andare allo scoperto " Facciamo allora una lotta vera, senza esclusione di colpi. Ci stai, vero?" " Una lotta con te? Ma non sara' pericoloso?" Gli diedi uno schiaffetto sulla guancia " Per te forse. Ma se hai paura non se ne fa niente" Era ovvio che lo stavo provocando. Dovevo portarlo a confessarmi le sua attitudini ed ormai cominciavo a sentirmi padrona della situazione ed a divertirmi molto " D'accordo, lottiamo" rispose infine flebilmente. Ero talmente vicina a lui che potevo sentire distintamente il suo respiro nervoso. Chissa' quante volte aveva fantasticato di trovarsi in una situazione simile. Ormai era evidente che lui fosse un uomo a cui piacevano certe situazioni. Un uomo non mi avrebbe portato in casa sua a lottare contro di lui ma avrebbe cercato di sedurmi, ci avrebbe provato in qualche modo. Quel jeans che avevo indosso mi faceva un sederino adorabile, la magliettina era trasparente al punto giusto ed i miei seni gli stavano quasi in faccia eppure, alla mia richiesta di lottare, lui aveva risposto di si, mentre qualunque altro uomo avrebbe provato a prendermi tra le braccia ed a cercare di baciarmi. Mi allontanai quindi di qualche metro da lui, sempre sorridendo sicura di me. Sapevo perfettamente che se avessi dovuto lottare sul serio contro uno come lui, avrei potuto passare dei brutti momenti o comunque avrei avuto notevoli difficolta', ma in una situazione come quella che si stava evolvendo, mi sembrava di non correre alcun rischio. Lo feci allontanar di alcuni metri e Giorgio sposto' alcuni oggetti che potevano essere d'intralcio ed infine mi disse che era pronto. Mi tolsi le scarpe e partii all'attacco senza remore. Duro' tutto una manciata di secondi. Non gli diedi neanche il tempo di riflettere e con un al fianco ed un al volto, tra l'altro dato con relativa cattiveria, lo avevo gia' sotto controllo. I colpi infatti lo fecero barcollare prima ed indietreggiare poi. Ero sempre molto vulnerabile, come donna, ai possibili colpi di un uomo e la prima regola, quando affrontavo combattimenti misti, era quella di fare attenzione a non subire colpi, ma quando avevo la possibilita' di attaccare, anche i miei facevano molti danni, soprattutto quando riuscivano a penetrare la difesa avversaria in modo limpido come in quel caso e Giorgio, al di la' del fatto che lo facesse apposta o meno, li aveva subiti nettamente " Vuoi che continui? Guarda che la prossima volta ti colpisco con tutta la forza e sarebbe un peccato ridurre la tua faccia a qualcosa d'inguardabile" Avanzavo verso di lui con la guardia ancora alta ed era per me un piacere pazzesco vederlo indietreggiare. Non potevo sapere se fingesse o meno, ma sapevo che se avessi voluto avrei potuto colpirlo con facilita' irrisoria. Ma ormai era il momento di gettare la maschera. Abbassai la guardia e mi avvicinai di nuovo a lui, stavolta con fare sensuale " Allora Giorgio. Ti piace tutto questo?" " Che cosa vuoi dire?" balbetto' " Voglio dire se ti piace trovarti di fronte una donna piu' forte di te" " Io non so cosa vuoi intendere. La mia era solo..." " Curiosita', certo. Me lo hai detto un sacco di volte. Allora non ti interessa che io potrei anche rifarlo la prossima volta, non t'interessa il fatto che io possa dimostrarti di nuovo quanto io sia brava" " Vuoi dire che tu... che tu saresti disposta..." Ormai era evidente la sua emozione che traspariva limpidamente da tutti i suoi gesti e dalle sua parole. Lo spinsi contro il muro afferrandogli le mani e mettendogliele sopra la testa " Voglio dire che ho capito che ti piacciono le donne come me, una che potrebbe riempirti di botte se solo lo volesse, anche perche' quello che ti ho fatto vedere adesso e' niente a confronto a quello che sono realmente capace di fare. Senza contare che sarei disposta a fare questo di nuovo, per tante altre volte" " Non e' come pensi. Io, io.....mi piacciono le donne che...." Giorgio abbasso' gli occhi, poi scosse la testa e prosegui' con un filo di voce "Si, e' inutile mentire, ormai te ne sei accorta. Ho una passione per le donne forti, soprattutto quelle che praticano arti marziali. Non so perche', ma so che ce l'ho sempre avuta" Sorrisi senza lasciargli la presa sulle sue mani " E cosa saresti disposto a fare per una come me?" " Tutto. Sei bellissima e ti avevo gia' messo gli occhi addosso ben prima che sapessi di questa tua predisposizione per questi sport ma mi avevano detto che tu non davi confidenza a nessuno. E poi sapevo anche che eri sposata. Ma adesso, oh mio Dio, potresti farmi fare qualunque cosa" Era fatta. Avvicinai la mia bocca alla sua e finalmente lo baciai. Aveva un sapore dolce e maschio allo stesso momento, ma ancora dovevo chiarire qualcosa con lui, dovevo dimostrargli che ero brava veramente e che potevo fargli qualsiasi cosa anche senza il suo tacito aiuto. Proprio come avevo fatto con Marco. Rapidamente, con la mia mano sinistra gli torsi il suo braccio destro, stavolta senza lesinare forza, facendolo girare di scatto e mettendogli poi il mio ginocchio sulla sua schiena. Stavolta lo feci urlare sul serio " Hai detto che saresti disposto a tutto. Sei sempre di quell'idea?" " Si Patty, tutto te lo giuro. Ma ti prego, lasciami il braccio" " Dopo. Prima voglio chiederti se saresti disposto ad obbedire a qualunque mio ordine?" " Si certo" urlo' Giorgio " Bene! Perche' io ho deciso che da questo momento saro' la tua padrona e tu il mio umile schiavo. Obiezioni?" " No, nessuna obiezione. Ne sarei felice" Oh si, ne ero felice anch'io. Era assurdo, tutto assurdo. Fino a pochi mesi prima non avevo idea di cosa fosse la dominazione ed ora ero li' ad assoggettare un altro uomo dopo averlo fatto con mio marito. Senza contare di come avevo ridotto Luca. Gli lasciai il braccio e lo girai di scatto e lo posizionai quasi a forza di nuovo di fronte a me " Allora? Ti ripeto la domanda. Saresti disposto a fare tutto quello che io ti ordinero' ed a diventare il mio schiavo? Guarda che non si torna indietro ed io posso essere molto severa con te. Piu' di quello che saresti disposto forse a sopportare, ma in cambio della tua devozione potro' essere tua. Anzi, sarai tu ad essere mio. Guardami Giorgio. Sono bella vero?" " Si moltissimo" " E sono anche molto forte, come hai appena potuto vedere. Pensa a quanto deve essere difficile per uno come te trovare una donna come me. Pensa a come ti potresti eccitare quando ti dimostrero' tutte le mie capacita' " " Si, lo ripeto, voglio che tu sia la mia padrona. Faro' tutto quello che vuoi. Solo il pensiero di quello che hai fatto mi fa impazzire. E' da una vita che desidero una donna come te e non mi sembra vero che adesso quella donna sia di fronte a me. Voglio che tu sia la mia padrona e non ho mai desiderato tanto una cosa come adesso" Stavolta lo baciai con trasporto mentre con le mani cominciai a slacciargli prima la cinta dei pantaloni e poi glie li feci scivolare giu'. La sua erezione era evidentissima anche negli slip, ma c'era tempo ancora prima di passare a fare sesso e parecchie cose da chiarire prima. Lo spinsi per le spalle invitandolo ad inginocchiarsi davanti a me " Tanto per cominciare chiedimelo in ginocchio che hai voglia che io diventi la tua padrona e fallo usando il massimo rispetto, a cominciare dal linguaggio. Nei miei confronti userai sempre il e mi chiamerai signora o padrona. Ricordati che prima contano i miei piaceri e poi eventualmente i tuoi e che il mio potere su di te e' illimitato. " Giorgio si inginocchio' e ripete' la formula di rito e quando termino' lo feci rialzare " Non prendere mai alcuna iniziativa con me. Da adesso in poi decidero' io qualunque cosa fare sia di te che tra di noi. Chiaro?" " Si mia signora. Chiaro. Tutto quello che voglio e' ammirare la sua bravura ed inginocchiarmi di fronte a lei per poterle baciare i suoi piedi tanto belli quanto letali" Lo guardai prima in faccia per poi scendere per tutto il corpo. La sua faccia maschia sembrava ormai un ricordo. Stava con la bocca aperta aspettando la mia reazione e sembrava anche lui un cucciolo impaurito come lo era Marco in quei momenti e come avevo fatto diventare Luca. Ma possibile che uomini grandi e grossi avessero quel bisogno? Possibile che una come me, interprete discreta ma certo non ancora eccelsa di arti marziali, bella sicuramente oltre la media ma non certo una top model, avesse in mano la possibilita' di fare qualunque cosa nei confronti dei maschi? O comunque di un certo tipo di uomini. Se fino ad oggi avevo creduto che mio marito fosse un eccezione e che Luca fosse stato soltanto una conquista dovuta alla mia spudorata esibizione di sensualita', forse in quel momento avrei dovuto ricredermi. Forse erano tanti i maschi con quel bisogno di farsi governare da donne che reputavano piu' forti di loro, donne belle ed attente al loro abbigliamento, donne capaci di dare sfoggio di sensualita' e femminilita'. Ed io ero diventata tutto quello ormai, ma soprattutto avevo scoperto quanto mi piacesse esserlo. Era tutto di una facilita' estrema. Un po' di palestra, un corpo armonioso ed un visetto gradevole ed agghindarsi un po' sexy. Era questa la ricetta base, alla quale c'erano da aggiungere poi le spezie, ovvero il lato psicologico. Ma, imparato qual'era il segreto, la cottura era semplicissima ed il risultato straordinariamente efficace. Era meraviglioso, al termine di tutto, vedere negli occhi di questi maschi la sensazione che loro avevano di trovarsi al cospetto di una dea, sapere di poter fare qualunque cosa, sia con la forza che con l'autorita', essere una padrona insomma. Ed ogni volta quella meravigliosa sensazione si accompagnava con un impellente bisogno di sesso, proprio come in quel momento. La prima avvisaglia era il caldo. Cominciavo a sentire un caldo anomalo anche in momenti come quelli in cui la temperatura non era certo elevatissima, poi il respiro. Il mio respiro diventava affannoso oltremisura, come se mi fossi fatta le scale di corsa. Ero una femmina in calore, quasi incapace di ragionare. Mi tirai giu' sensualmente i miei jeans " Mi trovi bella vero Giorgio?" Me lo aveva gia' detto ma volevo una conferma " Bellissima mia signora" " Ora la tua padrona vuole da te una cosa. In ginocchio!" Giorgio obbedi' al mio ordine. Dapprima bacio' con trasporto i miei piedi che erano rimasti scalzi, quindi gli afferrai la testa per i capelli e gli spinsi il viso contro la mia vagina. Dopo non dovetti fare piu' niente e lui mi fece scendere le mutandine e quindi me le tolse, baciandomi di nuovo ambedue i piedi mentre compiva questa operazione " E' meravigliosa" esclamo'. Mi allargo' delicatamente le gambe cominciando a baciarmi nell'interno coscia per poi salire verso la vagina e riallontanarsi in modo brusco. Ci sapeva fare. I miei brividi continui stavano li' a testimoniarlo. Mi tolsi nel frattempo anche la magliettina ed il reggiseno per toccarmi le tette voluttuosamente mentre Giorgio percorreva con la sua bocca e con la sua lingua tutte le zone esterne alla vagina per riscaldarmi. Ma ormai io ero un fuoco " Ora" gli ordinai e lui con la lingua mi separo' le labbra vaginali facendola scorrere avanti ed indietro poi nel suo interno. I miei primi umori cominciarono a scendere inevitabilmente ma Giorgio non si distacco'. Doveva essere un esperto amatore e quindi conoscere in che modo soddisfare una donna perche' immediatamente passo' sul mio clitoride che nel frattempo era uscito completamente e si era irrigidito. Inizio' quindi a leccarlo mentre le mie gambe erano scosse da fremiti continui e quindi lo succhio', provocandomi finalmente quell'orgasmo di cui avevo assoluto bisogno. Mi ci vollero diversi secondi per riprendermi. Sapevo anche che quello era stato solo l'inizio. Pur non conoscendo ancora le caratteristiche di Giorgio, sapevo che se volevo tenerlo completamente in mio potere dovevo sottometterlo anche da un punto di vista sessuale e quindi soddisfarlo. Doveva aver bisogno di me non solo come padrona, come donna forte esperta in arti marziali, ma anche e soprattutto come amante. Le due cose dovevano andare di pari passo e cosi' feci, con sua grande gioia e con mio sommo piacere " Che cosa succedera' ora, mia signora?" mi disse dopo aver fatto piu' volte l'amore, dopo che lo avevo posseduto come deve fare una padrona con il suo amante-sottomesso, dopo averlo ridotto ad un essere bisognoso della sua dea " Ora mi riaccompagnerai a casa. Quando avro' voglia saro' io a chiamarti ed a dirti di tenerti a disposizione. Inutile dire che da adesso in poi tu mi appartieni, sei di mia proprieta' e non tollerero' piu' nessuna stronzetta al tuo fianco. Alla prima occasione tu con me hai chiuso. E' chiaro?" " Certo mia signora. Sara' un piacere per me appartenerle totalmente. E' il sogno della mia vita che si realizza" " Molto bene" aggiunsi prendendolo per il mento mentre era ancora completamente nudo sul letto " E ricordati quello che ti ho appena detto. Quando avro' voglia tu sarai a mia disposizione per soddisfarmi. Intesi?" " Attendero' quel momento con gioia e trepidazione. Cos'altro potrei desiderare se non il piacere stesso della mia padrona?" Si alzo' dal letto e poi s'inginocchio' ai miei piedi per baciarmeli ancora" Grazie mia signora. Spero di non deluderla mai" " Ora basta!" lo interruppi con durezza "Vatti a vestire immediatamente perche' voglio andare a casa" Mi feci accendere una sigaretta da lui e poi ci vestimmo. Non lo degnai quasi di uno sguardo e lo trattai quasi con insofferenza per tutto il breve viaggio di ritorno che Giorgio impiego' quasi completamente invece per tessere le mie lodi, per dirmi di quanto fosse felice di aver incontrato una vera padrona, una padrona che per di piu' gli aveva dato l'immensa gioia di fare l'amore con lui " Ci vediamo domani mattina mia signora. Stasera non so se riusciro' a prendere sonno perche' tutti i miei pensieri saranno per lei, per la mia bellissima ed unica padrona" Non potei fare a meno di sorridergli e dargli appuntamento per il giorno dopo. Parlava come puo' parlare un dandy nell'Inghilterra vittoriana, ma stranamente non mi dava fastidio ed anzi, mi faceva estremamente piacere. Se qualche anno fa' avessi sentito un uomo corteggiarmi in quel modo, l'avrei preso per un folle ed invece mi stavo rendendo conto che era solamente amore. Un maschio sottomesso prova per la sua padrona un amore sconfinato, un amore che va ben al di la' dell'amore che prova un uomo verso una donna, quasi un amore divino, se mi e' permesso usare quest'aggettivo. Avete presente come puo' sentirsi una donna che riceve un cosi' grande amore? Come potevo sentirmi io ogni qualvolta assaporavo quella sensazione? Assolutamente superiore a tutto. Ecco come mi sentivo. Ma appena arrivata a casa ed appena incrociai lo sguardo di Marco, quella sensazione svani' completamente. Anche lui mi guardava come una dea, anche lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per me e quella volta, per la prima volta, mi sentii in colpa nei suoi confronti. Cenammo, misi a letto le bambine, ritornai ad essere per una serata una donna normale, ma appena mi sedetti sulla poltrona del salone, attendendo il caffe' che mio marito mi avrebbe portato entro pochi minuti, capii che, malgrado quel senso di colpa, io ormai non potevo fare piu' a meno di quel potere che mi ero accorta di possedere. Sapevo gia' da allora che avrei rivisto Giorgio e che avrei rifatto tutto quello che avevo fatto quel pomeriggio. Non era una questione di sesso, quello era eccezionale anche con mio marito, ma solo e soltanto potere. Marco nel frattempo mi porto' il caffe', poi come al solito mi accese la sigaretta e si mise ai miei piedi, massaggiandoli e baciandoli come io desideravo. Le mie estremita' inferiori non erano mai state trattate con cosi' grande devozione. A Giorgio sembrava dovessero eccitarlo particolarmente, mentre a mio marito dovevo obbligarlo io in quanto io adoravo quel trattamento mentre lui sembrava indifferente a quella parte del mio corpo. Gli accarezzai i capelli con tenerezza e lui guardo' verso di me " Domani e' mercoledi' padrona" " Si, domani resteremo soli. Sai quello che ti aspetta, vero?" " Si padrona, lo so. E sono felice di poter essere completamente a sua disposizione. Grazie mia padrona" Ero anch'io felice. Quel potere che possedevo era immenso, ma purtroppo non mi bastava dimostrarlo soltanto nei confronti di mio marito. Avevo bisogno di altri consensi, altri uomini che si sottomettessero ai miei voleri, altri uomini da manovrare come giocattoli, altri uomini ai quali dimostrare la mia forza, vera o presunta che fosse, per umiliarli e per sentirmi una dea. Si, avevo girato intorno a quella parola per diverso tempo ma quella era la realta'. Alcuni uomini avevano bisogno di una dea da adorare ed io ero quanto di piu' simile alla loro idea di donna, anzi di divinita'. Ero attraente quanto bastava ma sapevo anche essere sensuale, autoritaria, forte e decisa. Proprio quello di cui loro avevano bisogno. Ma soprattutto avevo imparato a saperli gestire ed a capire quello che volevano. O meglio, stavo imparando a fare tutto quello, visto che la mia esperienza era per il momento ancora molto limitata. Ma io ero una tipetta molto attenta e scrupolosa e con una gran voglia di imparare in quanto l'obiettivo che mi ero posta in quel momento era molto ambizioso: volevo dominare quanti piu' uomini possibile. Ancora non avevo idea di come, ma sapevo dentro di me che l'avrei fatto. Guardai di nuovo Marco intento a massaggiarmi con delicatezza i piedi come faceva tutte le sere mentre io terminavo la mia sigaretta. Se alcuni uomini volevano una dea, ebbene, io mi sentivo pronta per interpretare quel ruolo alla perfezione anche perche' ormai io cominciavo a sentirmi veramente una divinita' assoluta. Mi appoggiai alla poltrona, rilassata per quello stupendo trattamento che mio marito stava facendo ai miei piedi. Si, la vita a volte poteva essere veramente bella ed io avevo scoperto il modo per renderla addirittura meravigliosa. Se volete dialogare con me, inviate una mail a pattytrasgressiva@tiscali.it