LA VITA DI PATTY Patty e la prima sottomissione di un altro maschio Questo � il diciassettesimo episodio de Nei precedenti racconto di come prendo il potere nei confronti di mio marito, un uomo con tendenze sottomesse, fino al punto di umiliarlo, picchiarlo ed arrivare addirittura a tradirlo. La mattina seguente mio marito mi sveglio' per la prima colazione: caffe', latte, fette spalmate di miele ed uno yogurt magro. Feci colazione allegramente. Era bella la vita. Era bello avere un uomo da poter gestire a piacimento e questo mi freno' dal dichiarargli apertamente il mio tradimento. E se lui non avesse accettato che la mia dominazione prendesse una piega cosi' psicologicamente brutale? Malgrado fosse innamorato pazzo di me, quella era un ipotesi da tenere in considerazione ed io, malgrado tutto, non avevo intenzione di privarmi di mio marito. La mia intenzione era infatti di proseguire il mio rapporto con lui visto che mi piaceva troppo avere costantemente e quotidianamente un maschio ai miei piedi, ma nello stesso tempo non volevo privarmi assolutamente di nulla e pertanto dovevo valutare bene le cose. Anche perch� quel tradimento era stato ben poca cosa. Tanto per cominciare era stato sessualmente inappagante ed anche irritante, niente a che vedere con la virilita' sconfinata di Marco e questa era la cosa che piu' mi aveva fatto incazzare la sera prima, ovvero l'inutilita' assoluta di quel tradimento. Quella mattina pero' vedevo le cose sotto una luce diversa. La sera precedente, dopo esser tornata in camera, avevo le idee confuse e nebulose ed al risveglio invece mi sembrava tutto chiaro, compreso il comportamento che avrei dovuto tenere in seguito e forse la notte mi aveva veramente portato consiglio. Ora sapevo esattamente cosa dovevo fare. Avevo stranamente dormito bene, senza alcun tipo di pentimento. In fondo ero una donna dominante. Perche' mai mi sarei dovuta pentire di aver fatto una cosa che mi andava di fare? In quanto a Marco, mi faceva tenerezza, questo si. Vederlo poi cosi' indaffarato per soddisfarmi, cosi' pronto ad esaudire ogni mio desiderio, mi lasciava un po' d'amaro in bocca, ma lui avrebbe dovuto sapere quali erano i rischi che correva quando mi consacro' sua padrona assoluta. Avevo deciso percio' di non dirgli niente, per il momento e quella era ancora l'unica indecisione che avevo. Dopo colazione mi lavai, mi misi il costume, preparai la borsa con i miei soliti oggetti da portarmi appresso e lo lasciai ai suoi lavori. Prima di uscire mi venne vicino, timido ed impaurito, cosi' come lo avevo fatto diventare " Quando ho finito tutto posso raggiungerla al mare, mia signora?" " Perche' no! Ti do il permesso di venire al mare. Ma solo dopo che avrai fatto tutti i tuoi lavori" acconsentii prendendolo per il mento " Inutile dire che se dovessi vedere qualcosa fuori posto passerai anche stasera chiuso qua' dentro" aggiunsi prima di lasciarlo e di dirigermi verso il mare. Erano le 10.30 di mattina e la mia giornata stava per incominciare. Non mi soffermo su tutto cio' che accadde durante la giornata, a parte il momento in cui Luca mi coinvolse per uno stupido gioco da spiaggia. Aveva cercato ripetutamente di affrontare l'argomento della sera precedente, chiedendomi a piu' riprese se avremmo potuto rivederci anche quella sera, ma avevo volutamente sorvolato e grande fu il suo stupore quando Marco scese in spiaggia e si rese conto che esisteva veramente un marito e glie lo presentai. Credeva che stessi scherzando quando gli avevo detto di essere sposata e che la fede che portavo al dito mi servisse solo per allontanare i corteggiatori sgraditi. Del resto le altre due volte mi aveva vista da sola, vestita succintamente di sera e con un due pezzi tutt'altro che pudico il pomeriggio in piscina ed il fatto che fossi sposata poteva essere realmente una scusa. Il resto della giornata trascorse poi normalmente, almeno dal nostro punto di vista in quanto tutto quello che facevamo era tutt'altro che banale e scontato. Dopo la cena mi preparai per andare a vedere lo spettacolo all'anfiteatro. Mi vestii carina ma non eccessiva, con un abitino verde salvia che mi arrivava poco prima del ginocchio, abbellito con una cinta dello stesso colore, poco trucco e sandali bassi alla schiava. Molto ironico per una padrona come me. Non avevo intenzione di farmi notare troppo, almeno per il momento. Dopo lo spettacolo ci sedemmo per qualche minuto al bar. Alle 23 cominciava la discoteca all'aperto e la scorsa estate, avendo le bambine con noi, non avevo mai potuto usufruirne. Mi mancava un po' lo sballo. Diamine, avevo solo 29 anni. Ma quella sera avevo in mente qualcosa di particolare e, dopo aver bevuto qualcosa, decisi che era giunto il momento di dare inizio al mio show personale, ma per farlo dovevo cambiare personaggio. Pertanto dissi a mio marito di rimanere seduto e di aspettarmi e ritornai al residence per cambiarmi. Volevo essere una bomba sexy e cosa c'era di meglio dei pantaloni in lattice? Li calzai, come al solito lentamente e con grande attenzione, ci abbinai sopra semplicemente una fascia elastica al seno per poi rifinire tutto con i sandali della sera precedente. Lasciai i capelli sciolti, mi rifinii il trucco ed ero pronta. Uscii quindi avviandomi verso il bar dove avevo lasciato mio marito e stavolta, lungo il tragitto, feci il pieno di sguardi. Qualunque maschio che incontravo non poteva fare a meno di voltarsi, fare facce strane e seguirmi con gli occhi, come se io fossi una calamita e loro fatti di ferro, attratti dal mio incedere e dal mio corpo. Non avevo mai vissuto quella sensazione, mi sentivo irresistibile, come pu� sentirsi forse una diva quando viene assalita per gli autografi oppure una modella quando il fotografo la riempie di flash. Ma io ero una donna normale, addirittura una madre di famiglia e naturalmente molto del merito era dell'abbigliamento provocante che indossavo, ma anche madre natura era stata generosa nei miei confronti. Ero alta e con quei tacchi sfioravo il metro e novanta, ero ben proporzionata, il mio sedere era decisamente bello e con quei pantaloni che lo fasciavano in maniera straordinaria doveva essere praticamente irresistibile ed anche il seno, dopo tanto soffrire, era diventato rigoglioso e la fascia che indossavo invece che nasconderlo, lo amplificava alla vista degli altri. Le gambe lunghe e la pancia piatta completavano l'immagine. E poi c'era il mio viso. Ho sempre pensato che fosse carino ma non straordinario e mi vedevo sempre un milione di difetti. Per cominciare era rimasto paffutello, gentile ricordo del mio momento grasso, qualche lentiggine che per molti erano deliziose ma che io non amavo molto e mi davano spesso un immagine infantile ed occhi anonimi. Compensavo con bei denti, una bocca discreta che con un sapiente trucco riuscivo a far passare per bellissima e bei capelli che in quel periodo avevo tinti di biondo con i colpi di sole e di nuovo lunghi fin dietro la schiena, dopo aver abbandonato la pettinatura a caschetto che era stata il simbolo del mio cambiamento. Ma nell'insieme, amalgamando i tre elementi: corpo sicuramente statuario, visetto carino ed abbigliamento sexy, facevo veramente un'impressione straordinaria. Immaginai cosa avrebbero detto mia madre e le mie sorelle se mi avessero vista vestita cosi', per non parlare ovviamente delle mie . Ma in quel posto, dove nessuno mi conosceva, mi sentivo libera di essere quella che ormai ero. Avevo fatto quella vacanza per provocare, per mettermi alla prova su tante cose ed ero piu' che mai decisa a proseguire su quella linea. Quella ormai ero io: una donna forte e non solo fisicamente, consapevole e libera. Si, libera. Il mio matrimonio non esisteva piu'. C'era un uomo accanto a me, il padre delle mie figlie, ma era un uomo che era al mio servizio. Doveva fare quello che io gli obbligavo, doveva accudire la casa, cucinare, lavare e stirare e se non l'avesse fatto ero in grado di punirlo, di picchiarlo e di fare qualunque cosa con lui, anche scoparlo quando ne avevo voglia, naturalmente, senza amore e tenerezza, ma solo per sesso. E come facevo a considerare come marito un uomo cosi'? Come potevo amarlo nel modo tradizionale, come una donna deve amare un uomo? Finalmente arrivai al bar dove avevo lasciato Marco. C'era molta gente in quel punto e sono fermamente convinta che, al mio arrivo, tutti indistintamente si fossero voltati per osservarmi. Sorridevo pensando ai commenti. Per tutti ero una puttana, una donna normale non andava in giro conciata cos�. Eppure, stranamente, la cosa non mi infastidiva piu' di tanto. Lo pensavano sicuramente le donne e le persone di una certa eta' mentre per gli uomini piu' giovani ero certamente una preda da conquistare, una donna in cerca di avventure. Errore. Non ero una preda, bensi' una cacciatrice. Era da quella mattina che stavo pensando a come mi sarei dovuta comportare durante la sera. Avevo riflettuto a lungo su quello che era avvenuto con Luca la sera precedente ed avevo tratto delle considerazioni che dovevo assolutamente verificare. Mi avvicinai intanto a mio marito, rimasto a bocca aperta anche lui. Non si sarebbe mai aspettato che io indossassi gli abiti che tanto lo facevano eccitare in un contesto differente da quello casalingo " Alzati da quel tavolo e vai in camera" gli ordinai con tono calmo ma deciso e senza preoccuparmi se ci fosse qualcuno che potesse ascoltare " Ma signora, la prego. Vorrei restare con lei" mi supplico'. Era distrutto, angosciato, ma non mi obbedi' istantaneamente. Lo presi per un braccio e lo alzai dalla sedia. Non potevo fare molto in quel posto ed anche se lo stringevo con tutta la forza che possedevo, Marco era abbastanza robusto da poter sopportare il dolore e soprattutto era in grado di resistere. Non potevo certo trascinarlo. Ben diversa la cosa sarebbe stata se avessi potuto usare il judo o la kick-boxing che erano le mie armi letali, ma davanti a tanta gente non ne potevo certo fare uso. Ma avevo altre armi. Avvicinai la mia bocca al suo orecchio " Se non te ne vai immediatamente in camera, questa e' l'ultima volta che mi vedi. Vuoi vivere il resto della tua vita senza piu' avere il privilegio di guardarmi e di toccarmi?" Mi guardo' con occhi supplichevoli. Credo che in quel momento avesse capito tutto. Aveva capito che aveva creato un mostro. Sapevo anche il motivo che lo spinse a non ribellarsi. Ero tutto cio' che per anni aveva desiderato: una bella moglie vestita provocante ed esperta in arti marziali tanto da batterlo fisicamente. Dove l'avrebbe mai trovata un'altra cosi'? Rappresentavo il suo ideale e di conseguenza mi amava in modo sproporzionato. Non avrebbe mai potuto fare a meno di me, aveva bisogno della mia presenza, dei miei ordini e della mia severit� , anche se per avere questo era costretto ad accettare tutto il resto, ad esempio le percosse che gli davo, sempre piu' violente e che lui non gradiva affatto e soprattutto il mio comportamento, ormai completamente diverso da quello che lui si sarebbe aspettato. Lui non aveva paura che io potessi picchiarlo, o meglio, aveva paura anche di quello, ma il suo timore maggiore era quello di perdermi. Era questa la vera grandezza di quella situazione. Se tutto fosse dipeso solo dalla mia superiorita' a livello fisico, probabilmente la nostra unione sarebbe gia' terminata. Io non lo tenevo certo prigioniero e qualunque altro uomo se ne sarebbe andato a gambe levate. Ma non lui. Per Marco ero necessaria come l'aria che respirava e gran parte di quello che stavo facendo mi serviva per metterlo alla prova, capire quali fossero i suoi limiti. Ma ero sicura che limiti non ce n'erano quasi piu'. Naturalmente dovevo anche capire quali fossero i miei limiti ed i miei veri desideri e quella era la sera giusta per mettermi alla prova su tutto. Intanto gli occhi di Marco si erano riempiti di lacrime, malgrado facesse uno sforzo enorme per trattenersi dal piangere davanti a tutta quella gente " No signora. Faro' quello che lei mi ordina" mi disse infine con mia piena soddisfazione, a testimonianza che avevo visto giusto. Perdermi sarebbe stato per lui peggio di qualsiasi punizione gli avessi dato ed ormai potevo manovrarlo come volevo. Lo tenevo ancora per il braccio e lo accompagnai in quel modo per un centinaio di metri, fino ad un punto completamente privo di occhi indiscreti. Appena soli, gli mollai un ceffone talmente violento che gli fece perdere l'equilibrio. Mio marito fece qualche passo indietro e poi cadde in modo buffo col sedere per terra " Ora vai di corsa in camera ed al mio ritorno avrai il resto per aver osato disobbedirmi" sentenziai mentre ormai Marco piangeva a dirotto. Si rialzo' ed a testa china si diresse verso il residence mentre io lo osservavo provando una sensazione di potere straordinaria. Ero ubriaca di quel potere e ne volevo sempre di piu' e non mi sarei fermata fino a quando non mi sarei sentita pienamente soddisfatta. Mi diressi quindi verso la discoteca all'aperto. Non era affollatissima, ma gli sguardi erano di nuovo tutti per me. Mi gettai in pista. Quanto tempo era che non ballavo. Oh si, qualche volta l'avevo fatto con mio marito, ma era un'altra cosa. Rimasi quasi mezz'ora a ballare, circondata da un nugolo di giovani con gli occhi di fuori che mi rivolgevano centinaia di domande, migliaia di complimenti e che provavano in tutti i modi di rimorchiarmi e poi, mentre il dj aveva messo un pezzo degli Eiffel 65 molto in voga allora , vidi finalmente Luca fare il suo ingresso insieme ad altri componenti dello staff. Mi tolsi dalla pista, con grande disappunto dei miei corteggiatori e, continuando a canticchiare ed a muovermi, naturalmente in modo piu' soft, avanzai verso di lui " Ciao Luca, come va?" gli dissi mettendomi di fronte a lui. Malgrado fosse alto circa 1 metro e ottanta, io con i miei sandali lo superavo di parecchio. Negli ultimi tempi avevo imparato come la mia altezza fosse un mezzo per mettere in difficolta' gli uomini. Non ero una stangona, ma i miei 177 centimetri, quando erano supportati da tacchi considerevoli, creavano imbarazzo nei maschi che incontravo. Non l'avevo mai sperimentato con la seduzione, ma me ne ero accorta in tante altre occasioni, anche piuttosto banali ed ogni volta mi piaceva constatare quali sensazioni di inferiorita' creavo in quel modo negli uomini ed avevo imparato ad apprezzare quei momenti ed a desiderarli sempre di pi� e quindi, alla prima occasione, non mi facevo pregare di indossare calzature che mi rendessero ancora piu' alta di quanto gia' non lo fossi. Il ragazzo mi guardava intanto mezzo imbambolato " Oh mi Dio! Sei cosi', cosi' ....." Sorrisi mentre notavo i suoi occhi perdersi nelle mie forme strizzate nel lattice " Bella? " " No, molto di piu'. Sei stratosferica" Sorrisi di nuovo. Si, mi sentivo proprio stratosferica. Lo presi per la mano trascinandolo al bancone del bar. Ordinai un cocktail e mi misi seduta, invitandolo a fare altrettanto " Ora andremo in camera tua a fare il bis" gli dissi mentre sorseggiavo il drink, rimanendo quasi meravigliata io stessa dalla facilita' con la quale mi uscivano certe frasi che fino a poco tempo prima non avrei detto neanche sotto tortura " Si, certo, andiamo quando vuoi. Sei stupenda" mi disse. Era un ragazzo, non sapeva certo corteggiare, almeno non una donna come me. Magari con una ragazzina di diciotto, vent'anni, sarebbe potuto anche andar bene ed invece sembrava che gli si fosse incantato il disco. Continuava a dirmi quanto fossi bella e quanto gli piacessi, ma cio' che invece piaceva a me era proprio la sua goffaggine di fronte a me e comunque lui era la mia preda, l'avevo adocchiato e sarebbe stato mio, anche se il mio obiettivo non era rimediare semplicemente una notte di sesso. Se avessi voluto mi sarei potuta portare a letto tutta la discoteca. Ma questo l'avrebbe potuto fare qualunque ragazza abbastanza carina e spregiudicata. Ero arrivata in quel villaggio con il preciso intento di farmi guardare e di provocare ed ero gia' riuscita nel mio intento. Non era mia intenzione originaria invece tradire mio marito, ma il desiderio che avevo visto negli occhi di Luca mi aveva invece coinvolto a tal punto da farmi desiderare l'adulterio. Il risultato era stato uno schifo, ma ora dovevo verificare una mia idea. Dopo aver bevuto il cocktail mi accesi una sigaretta, terminata la quale mi alzai e presi per mano Luca " Andiamo" gli dissi semplicemente. Mentre ci allontanavamo notavo gli sguardi degli altri nei nostri confronti. Credo che da quel momento Luca sarebbe diventato un mito per tutti i suoi amici, se gia' non si era vantato con loro di avermi portato a letto. Era su di giri, il ragazzo, ma non poteva lontanamente immaginare cosa avevo in serbo per lui. Arrivammo al suo bungalow ed all'ingresso cerco' di baciarmi. Voltai la testa di scatto, con sua grande sorpresa " Perche? " disse semplicemente " Entriamo che te lo spiego " " Ho fatto qualcosa?" chiese teneramente Luca mentre armeggiava con le chiavi nella serratura della porta " No, non hai fatto niente, ma stasera si fa a modo mio" " Ok, faremo a modo tuo. Farei qualunque cosa per stare con te stasera. Sei cosi' eccitante. Ma adesso fatti baciare" mi disse avanzando verso di me. Gli bloccai i polsi con le mie mani. Sapevo di essere forte per essere una donna, ma quello era un ragazzo in forma e, probabilmente, la sua forza fisica era ancora superiore alla mia. Ma tutti quei mesi di allenamento con i pesi erano serviti a qualcosa. Luca rimase meravigliato dalla forza delle mie braccia che lo ingiunsero ad indietreggiare sotto la mia spinta " Cazzo, ma che hai al posto delle mani? " Probabilmente non stava usando tutta la sua forza. In fondo ero una donna e lui il maschio e quasi sicuramente aveva paura di farmi male. Lo spinsi intanto contro il muro, sempre tenendolo bloccato con le mie mani ed iniziai ad avvicinare la mia bocca verso le sue zone sensibili. Lo sfioravo solamente, prima sul collo, poi intorno alle orecchie ed infine sulla bocca " Mi desideri, vero?" gli feci maliziosamente. Era una domanda retorica. Sentivo perfettamente e con estrema soddisfazione il suo pene eretto compresso sulla mia gamba " Ti desidero? Mi stai facendo impazzire, altro che. Ho una voglia tremenda. Dai facciamolo" Aveva la voce roca, lo stavo veramente eccitando di brutto. Cerco' di liberarsi della mia presa ma, con sua grande meraviglia, le mie mani rimasero saldamente sui suoi polsi. Notai l'incredulit� sul suo volto e decisi di andare sul concreto " Sono forte vero? E non hai visto niente. Ti ho detto che sono disponibile a fare l'amore con te ma voglio farlo a modo mio. Lotteremo. Se vincerai tu potrai disporre di me come meglio credi, ma se dovessi vincere io le cose si invertiranno e tu sarai il mio schiavo per tutta la durata della mia vacanza" " Ma che stronzata e' questa? Non mi metto a fare la lotta con una donna" " Ed allora ciao mio caro. Fatti una bella sega perche' ne hai bisogno" gli lasciai i polsi e mi girai per andarmene. Mi voltai mandandogli un bacio con la mano e sorrisi. Stavo pero' mascherando la mia delusione. Avevo programmato tutto ma non avevo fatto i conti che non mi sarei trovata di fronte ad uno come mio marito che non chiedeva altro, ma ad un ragazzo che quella richiesta l'avrebbe trovata perlomeno strana. Avevo cercato di sedurlo per invogliarlo ad accettare, ma avevo evidentemente fallito. Ma proprio quando stavo facendo i conti con il mio fallimento, sentii la voce di Luca " Aspetta Patty. Cazzo, mi hai mandato il cervello in tilt. Sarei disposto a fare qualunque cosa pur di fare l'amore con te. Sei talmente eccitante vestita cosi'. Torna indietro, ti prego e faremo come vuoi" " Bene!" feci soddisfatta ritornando sui miei passi " ma ti avverto che non sara' per nulla facile per te. Ti premetto che pratico judo e kick-boxing e la mia forza l'hai gia' assaggiata " " Mamma mia!" esclamo' facendo la faccia impressionata " Certo che sei proprio strana tu eh? Comunque ok, facciamo come vuoi tu. Quando iniziamo?" " Subito! Io sono gia' pronta" risposi mettendomi in guardia. Non avevo certo intenzione di fargli male e quindi dovevo solo cercare il varco giusto per afferrarlo ed immobilizzarlo. Ma Luca era un ragazzo sportivo ed aitante e forse prima aveva solo fatto finta di impressionarsi perche' scatto' repentino verso di me prendendomi per le gambe, sollevandomi e gettandomi sul letto. Stava per gettarsi su di me, forse per immobilizzarmi, quando lo afferrai con le mie gambe per il collo. Avevo ancora i sandali ai piedi che mi limitavano alcuni movimenti, ma per fortuna i pantaloni di lattice, pur essendo aderentissimi, erano elasticizzati e mi davano ampia liberta' di manovra. Lo strinsi pertanto fortemente e poi lo girai di scatto facendolo piombare sul letto, sempre con le mie gambe strette sul suo collo. Cercava con le sue mani di togliere le mie gambe ma inutilmente e, quando mi resi conto che iniziava ad annaspare con il respiro, fui io ad interrompere la mia presa, alzandomi sorridente " Questa e' stata una prova, per farti capire con chi hai a che fare" Luca si alzo' dal letto respirando affannosamente e borbottando frasi che riguardavano la sua incredulita' di fronte a quello che era appena successo, mentre io avanzavo verso di lui. Ora qualche timore cominciava ad averlo mentre, al contrario, io ostentavo sicurezza, anche se dentro di me avevo ancora qualche incertezza, ma proprio quella mia sicurezza, aggiunta al fatto che pochi secondi prima i miei piedi avrebbero potuto soffocarlo, doveva aver ridotto ai minimi termini il suo ego maschile. Mi tolsi i sandali ed appena lo ebbi a portata di braccia scattai senza dargli il tempo di abbozzare una minima resistenza. Gli presi il suo braccio destro e, voltandomi improvvisamente ed inginocchiandomi poi, lo feci ruotare sopra la mia spalla utilizzando la mossa chiamata . Luca cadde proprio di fronte a me, con il suo braccio ancora saldamente nella mia mano. Era stato facile. Frequentavo la palestra da soli due anni e mezzo ma sembrava che non avessi fatto altro nella mia vita. Ero veloce e mi piaceva lottare. Soprattutto mi piaceva battere i maschi e sentirmi superiore a loro. Ma non era finita. Luca cercava di rialzarsi e dovetti tirare il suo braccio verso di me e per aiutarmi misi il mio piede destro sulla sua faccia, in una variante personalizzata della mossa Ora era bloccato e non dovevo usare nemmeno tutta la mia forza. Il ragazzo cerco' di liberarsi per diversi secondi, ma piu' tentava di togliersi dalla mia morsa, piu' io gli procuravo dolore tirando e torcendogli il braccio in una leva e spingendo il piede verso la sua faccia e quindi, vista l'inutilita dei suoi sforzi, si arrese alla mia superiorita' " Ok, basta! Hai vinto" ammise " Oh no tesoro. Non cosi'. Troppo facile. Ti ricordi il patto? Da adesso in poi sei il mio schiavo. Comincia a baciare il mio piedino, proprio quello che ti sta sulla faccia. Avanti!" Luca tentenno' per alcuni secondi. Poteva muovere le gambe e poco altro. Sicuramente non poteva in alcun modo sfuggire alla mia presa e pertanto inizio' a baciarmi il piede che tenevo schiacciato sulla sua faccia, prima con riluttanza, poi, a mio parere, anche con un po' di trasporto " L'ho fatto. Ora lasciami per favore" " Devi chiedere la mia pieta'" gli ordinai rincarando la dose " Pieta'" " Devi dire e devi dirlo convinto dandomi del lei, altrimenti rimango in questa posizione tutta la notte" " Pieta' padrona! Mi lasci" " Bravo piccolo. Lo vedi che con le buone maniere si ottiene tutto" gli dissi sarcasticamente lasciando la presa su di lui. Mi rialzai e lui fece altrettanto. Lo spinsi addosso al muro e poi lo osservai. Era stravolto ed ancora paonazzo per la fatica, tra l'altro completamente inutile per cercare di liberarsi, indeciso su cosa fare e forse anche impaurito. Non doveva essere stato piacevole per lui scoprire che una giovane donna lo aveva sconfitto ed umiliato. Invece io sapevo perfettamente come comportarmi. Battere Luca mi aveva mandato su di giri, proprio come quando picchiavo mio marito. Che mi eccitassi nell'imporre a Marco la mia volonta' ne ero sicura gia' da un bel pezzo, ma adesso avevo la certezza che la stessa cosa mi capitava anche con altri uomini. Luca era ormai ridosso al muro ed io di fronte a lui. Gli presi di nuovo i polsi e glie li alzai sopra la sua testa e lui mi lascio' fare. Quindi avvicinai la mia bocca alla sua e lo baciai lascivamente " Non fare niente. Non ti devi muovere e soprattutto non prendere nessuna iniziativa. Penso io a tutto. Tu mi vuoi vero?" gli dissi mettendo in mostra tutta la sensualita' che possedevo " Si" " Si cosa? Ti ho detto che mi devi chiamare padrona" " Si padrona. Voglio fare l'amore con lei. Non desidero altro" " Ed allora dimmelo in ginocchio. Inginocchiati schiavo, al cospetto della tua padrona" Ero stata melodrammatica ma Luca era veramente cotto. Quel comportamento stava dando risultati che andavano al di la delle mie speranze. Avevo molti dubbi sulla riuscita del mio piano. Non avevo idea di come un ragazzo potesse reagire di fronte al mio modo di fare, ma quando vidi il ragazzo inginocchiarsi ai miei piedi e chiedermi di fare l'amore con lui, ebbi la certezza che quello era il comportamento vincente. Lo feci rialzare e poi spogliare del tutto, mentre io ero ancora vestita di tutto punto, anche se scalza e quindi tornai a baciarlo. Con una mano iniziai ad armeggiare anche sul suo pene che era dritto al punto giusto " Padrona" balbetto' ormai preso dalla situazione " cosi' me ne vengo" " E' quello che voglio. Altrimenti fai come ieri sera e duri pochi secondi. Oggi voglio essere soddisfatta anch'io e non intendo scopare come fanno i conigli. E non mi sporcare altrimenti ti pesto sul serio. E ormai avrai capito che non scherzo" Luca resistette solo pochi secondi e poi lancio' un getto di sperma che sporco' il pavimento e la sua pancia mentre io assistevo divertita aiutandolo con la mia mano " Ora tocca a me" gli dissi facendolo nuovamente inginocchiare e mettendogli la testa a ridosso della mia vagina. Mi sfilai il pantalone e le mutandine e lo obbligai a leccare la mia figa. Obbligo relativo in quanto Luca sembrava ben disposto ad accontentarmi. Non era abile come lo era Marco, ma io avevo un'eccitazione enorme e mi accontentai. Ci misi un po' ad arrivare all'orgasmo che fu comunque molto piacevole. Dopo esserci lavati entrambi, ricominciammo da dove eravamo rimasti. Sapevo che non era come Marco. A mio marito mi bastava dare un ordine che la sua indole sottomessa lo faceva di nuovo eccitare, ma sapevo che con Luca avrei dovuto agire in modo differente. Differente ma sempre dominante. Mi tolsi la fascia elastica che portavo al seno. Non avevo altro ed i miei seni erano proprio a ridosso del suo corpo " Ti piacciono? " " Sono splendide" " Ed allora toccale!" gli ordinai mettendogli una mano sopra al mio seno "Senti come sono dure" Lo erano davvero. Come ho gia' detto i miei allenamenti con i pesi avevano fatto il miracolo. Luca si perse nei miei seni ed io potei notare un flebile accenno di erezione che divenne definitiva quando, senza proferire parola, gli abbassai la testa e lo invitai cosi' a leccarmi i capezzoli che, dopo pochi attimi, divennero turgidi. Ora sentivo di nuovo desiderio anch'io. Lo tenevo ormai sotto controllo e sapevo che era disposto a tutto pur di avermi. Lo presi per un braccio e lo spinsi a letto. Gli ordinai di mettersi un profilattico e poi mi misi sopra di lui. Ero gia' bagnata dai miei umori e non ebbi difficolta' ad inserire il pene di Luca dentro di me " Non azzardartene a venire senza chiedere il mio permesso" gli ricordai prima di iniziare a muovermi. Lo cavalcai con padronanza. Non era un mero atto sessuale, ma una vera e propria dominazione con sesso incorporato. Era tutta un'altra cosa rispetto al giorno precedente. Era diversa l'atmosfera. Sapevo di aver bisogno di quello, l'avevo capito proprio quando mi ero resa conto che fare l'amore nel modo tradizionale era stata una delusione per me. Questa volta, avendo gia' avuto un'eiaculazione, duro' naturalmente molto piu' a lungo rispetto alla sera precedente, per mia fortuna, ma dopo una ventina di minuti di pausa riuscii a farlo addirittura eccitare di nuovo. Quando venne per l'ennesima volta, naturalmente dopo aver chiesto il mio permesso, si lascio' cadere sul letto esausto. Anch'io potevo comunque ritenermi soddisfatta sessualmente. Luca intanto mi osservava mentre io mi alzai per andarmi a dare un'occhiata allo specchio del bagno e sistemarmi i capelli. Quando entrai di nuovo nello stanzone mi sedetti sul bordo del letto a fianco a lui " Sei stata fantastica. Oh mio Dio che donna eccezionale che sei. Io non ho mai provato niente del genere. E tu? Sei soddisfatta vero? E' stata proprio un'altra cosa rispetto a ieri, avevi ragione quando mi hai detto di voler fare a modo tuo" Mi stava dando del tu. Feci finta di niente, mi misi cavalcioni su di lui e poi, repentinamente, con una mano gli presi il mento facendogli sbattere la testa contro il bordo del letto e con l'altra gli presi il braccio facendogli una dolorosa torsione " Ma che stai facendo? Mi fai male" si lamento' " Ti avevo avvertito. Se avessi vinto io saresti diventato il mio schiavo per l'intera settimana. E quando ti rivolgi a me devi chiamarmi padrona oppure il braccio te lo spezzo. Intesi?" " Si padrona" gemette "credevo che il gioco fosse terminato" " Il gioco termina quando lo dico io. Chiaro?" " Si, chiarissimo. Ma come fai, cioe' scusi, come fa ad essere cosi' forte? Io sono un maschio e sono anche un tipo sportivo eppure quando mi prende non riesco a muovermi" Sorrisi, lo lasciai libero e lo baciai, senza pero' rispondergli su quell'argomento " Ho i miei segreti. Ora voglio dormire un po'. Ricordati che per tutta la settimana mi appartieni e farai quello che io ti ordino di fare" " Si padrona. Non ho mai fatto una cosa del genere ma sembra veramente piacevole. Non mi sarei immaginato di provare una sensazione simile facendo il masochista" " Non stai facendo il masochista, semmai il maschio sottomesso. Forse domani ti spieghero' la differenza, ragazzino. Ora togliti dalle palle che voglio dormire" " Ma perche'? Non dormo anch'io qua' sul letto?" " No! Tu dormi dove ti pare ma non sul letto con me" gli dissi con fare autoritario. Poi pero' mi ammorbidii. Se volevo avere davvero un maschio sottomesso che non fosse mio marito e che non avesse quelle tendenze dovevo agire in modo diverso. Mi avvicinai a lui e lo baciai dolcemente ma con passione " Se ti comporterai bene e mi obbedirai come io desidero, domani sera potremmo anche trascorrere un'altra serata come questa. E tu lo vuoi vero? " " Si certo che lo voglio" " Ed allora obbedisci alla tua padrona e la ricompensa sara' straordinaria" Luca si alzo' dal letto facendomi un cenno con la testa che voleva dire che accettava e si sdraio' ai piedi del letto dopo aver messo un asciugamano per terra " Non credevo di poter fare una cosa del genere per una donna. Ma lei ha il potere di non farmi capire niente, di confondermi. Se ripenso a come � stata questa serata, non posso non desiderarne tante altre cosi'. Si, padrona, le obbediro' per tutta la settimana" Si accuccio' sul pavimento ed io avevo finalmente tutto il letto per me. Avevo soddisfatto il mio ego ed ero riuscita a far fare ad un ragazzo che non aveva indole sottomessa quello che io volevo. Avevo dovuto cambiare leggermente tattica ed usare piu' la sensualita' che la forza, ma ero riuscita a farlo. Era un modo diverso di detenere il potere ma ugualmente molto soddisfacente. Avevo capito che gli uomini potevano essere manovrabili e che forse quella tattica che avevo usato con Luca poteva risultare vincente anche con prede piu' complicate di quel ragazzino. Si, avevo il potere e mi rendevo conto che non riuscivo a fare a meno di usarlo. Mi addormentai immediatamente e mi svegliai che erano da poco passare le 7 e Luca ancora dormiva. Mi vestii ed uscii dal suo bungalow senza svegliarlo. Avevo dormito poche ore ma non mi sentivo affatto stanca. Ero anzi euforica. In quel momento Marco era un pensiero distante, quasi inesistente, ma man mano che mi avvicinavo al mio residence quel pensiero si faceva sempre piu' consistente. Ma non erano pensieri di pentimento. Quel sentimento non riusciva neanche a lambire il mio cervello. Stavo solo pensando a come comportarmi con lui e quando mi trovai di fronte la porta del residence avevo preso la mia decisione. Si, quella mattina sarebbe stata una giornata campale nella messa a fuoco definitiva del mio rapporto con lui e mi stavo avviando o verso la consacrazione della mia dominazione o verso la definitiva rottura del mio matrimonio. E questa volta la scelta la lasciavo a lui. Se volete dialogare con me, inviate una mail a pattytrasgressiva@tiscali.it