LA VITA DI PATTY Patty e la supremazia confermata Questo � il dodicesimo capitolo de . Nei precedenti, dopo varie vicissitudini, dimostro di saper godere della condizione di padrona di mio marito. Quando salimmo in casa avevo gia' le idee chiare su tutto quello che avrei fatto nel prosieguo della serata. Marco apri' infatti la porta lasciandomi entrare per prima e poi, dopo averla richiusa dietro di se, gli imposi di prendere una sedia e di sedersi all'ingresso. Avevamo un ingresso abbastanza ampio e soprattutto non particolarmente denso di mobilia ed era il luogo predestinato per le nostre lotte. Io andai in bagno e mi rifeci il trucco che nel frattempo era leggermente scemato. Mi rimisi quindi il rossetto e prima di uscire mi riguardai soddisfatta allo specchio, respirai profondamente e quindi uscii " Adesso alzati Marco" gli ordinai gelidamente. Mio marito obbed� silenziosamente ed in palese imbarazzo. Poteva sembrare strano, ma fino a tre giorni prima aveva condotto lui il gioco, malgrado fossi io poi a dare gli ordini, ma adesso doveva sottostare alla mia volonta' senza sapere quali potessero essere i miei piani ed infatti era insicuro, stranamente silenzioso e, come ho detto prima, in grosso imbarazzo "Avvicinati a me" insistetti stavolta sfoderando un bel sorriso " Sono tua moglie, mica ti vergognerai di me? Che cosa c'�? Ti metto in imbarazzo per caso?" Marco si avvicino' infatti ed io ripresi il gioco provocante che stavo facendo prima di andare a cena. Ero sicura di me stessa, sapevo di piacergli oltre l'immaginazione, di essere vestita nel modo che lui amava e quindi proseguii " Allora che ne dici della tua mogliettina? Dopo tanti anni ti piaccio come una volta?" " Di piu' molto di piu'. Sto impazzendo di desiderio, amore mio" rispose stavolta, cercando di baciare la mia bocca che stava ormai a pochi centimetri dalla sua. Non mi feci scappare l'occasione e, allontanandomi per allungare meglio il braccio, lo colpii con un potente manrovescio che gli fece sussultare la testa " Ma perche'? Cosa ho fatto? Volevo solo darti un bacio" piagnucolo' Marco senza pero' avere il coraggio di reagire. Mi avventai su di lui prendendolo per i polsi e riavvicinando in tal modo, la mia bocca alla sua, anche se per farlo ero costretta a chinare il capo a causa della differenza di altezza creata soprattutto dai miei tacchi " Tu mi bacerai solo quando io ti daro' il permesso di farlo. E' chiaro? Ed ora vediamo se davvero mi desideri come dici. Comincia a spogliarti" Marco mi obbedi' e comincio' il suo personale stip tease fino a rimanere in boxer. Anche con quelli si vedeva chiaramente la sua eccitazione, ma gli ordinai di togliersi anche quelli ed ora il suo pene era visibile ai miei occhi, eretto quasi come quando facevamo la lotta. Inutile dire che quella visione mi soddisfaceva pienamente, dandomi ancora maggior sicurezza e padronanza. Mi appiattii contro di lui, sempre tenendogli i polsi con le mie mani e stavolta la mia lingua scivolo' sensualmente sulla sua bocca prima e sul collo dopo, mentre il mio rossetto cominciava a sporcargli le parti che le mie labbra toccavano sensualmente. Sentivo vibrare mio marito di desiderio, ma non rispondeva ai miei baci per l'ordine che gli avevo impartito, anche se apriva voglioso la bocca in attesa che la mia lingua tornasse a toccargli le labbra " Allora � vero, mi vuoi" gli feci lasciandogli un polso e sfiorando con la mia mano il suo pene " Cosa saresti disposto a fare pur di avermi? " " Tutto, te lo giuro. Ordinami qualunque cosa ed io la faro'. Mi stai facendo impazzire. Non capisco piu' nulla" " Tu non devi capire piu' niente quando sei di fronte a me. E' questo che io voglio da te. Mi piace quando sento che sei disposto a tutto pur di fare l'amore con me. Proprio come avrebbero fatto tutti quegli uomini al ristorante. Hai visto come mi guardavano? Ti eccitava la cosa?" " Ti prego, amore, mi fa star male solo il pensiero" " Non mentire con me. Lo so che ti eri eccitato e voglio che tu me lo dica" " Non ci riesco, non posso dirlo" " Oh si che me lo dirai, se vuoi fare l'amore con me. Avanti, tanto lo so che e' cosi'" Ero andata d'istinto su quell'argomento, ma mi stavo accorgendo che avevo toccato un tasto giusto. Marco tentennava, ma era evidente che avevo indovinato completamente. Ma aveva bisogno di essere forzato e, con la mano che avevo ancora sul suo polso, gli feci una dolorosa torsione, facendolo urlare. Lo avevo preso all'improvviso, non se lo aspettava in quel momento e questo lo rese praticamente inoffensivo, impossibilitato a muovere anche il piu' piccolo muscolo " Se non mi dici quello che voglio sentirmi dire, ti giuro che ti spezzo il braccio ed ormai dovresti aver capito che le cose non vanno piu' come avevi pianificato. Dimmelo!" " Non mi giudicare, ti prego" inizio', mentre alcune lacrime gli scendevano dagli occhi, non so se per il dolore che gli stavo procurando oppure per quello che stava per dirmi " E' vero, mi piace che mia moglie sia guardata. Te l'avevo gia' detta una cosa del genere. E mi eccito per questo. Si, mi eccito da morire, ma se penso a te a letto con un altro impazzisco. Io voglio che tu sia solo mia, sempre mia, mia mia mia. Ora ti prego, lasciami il braccio, mi sta facendo un male cane" Non mi lascio' affatto sorpresa una dichiarazione del genere. Me ne ero accorta ormai da tantissime cose. Solo qualche tempo fa avrei dato fuori di matta, ma i tempi erano cambiati. Ero cambiata io soprattutto e vedevo le cose in maniera differente. Decisi di lasciargli il braccio, ancora non era il momento di passare a vie di fatto. Ripresi invece a strusciarmi addosso a lui, ad accarezzargli il pene che ormai sembrava stesse per esplodere, ma senza dargli la possibilit� di toccarmi, anche se ormai ne sentivo un bisogno fortissimo. Decisi quindi di prendere le sue due mani con le mie e glie le misi all'altezza dei miei seni e quindi gli dissi di contraccambiare i miei baci. Avevamo entrambi una grossa voglia di fare sesso, erano diverse ore ormai che stavamo giocando con la sensualita'. Avevo iniziato prima di andare a cena ed avevo proseguito per tutto il tempo, sia in macchina sia al ristorante ed eravamo ormai quasi al limite ma, invece di proseguire, io mi staccai da lui " Allora, vediamo se � vero che faresti qualsiasi cosa pur di fare l'amore con me" gli dissi " Mettimi alla prova, amore mio" Non risposi immediatamente. Mi tolsi la gonnellina e la gettai per terra, quindi mi slacciai il body e me lo tolsi, gli ordinai di inginocchiarsi per togliermi le scarpe ed infine di riporre il tutto in camera da letto. Ero rimasta in reggiseno e perizoma ed a piedi nudi e quando Marco ritorno' in mia presenza, lo accolsi con un sorriso " Tu lo sai quello che devi fare prima di scopare con me vero?" " No, amore, non capisco" " Non capisci? Eppure � semplice. In tutti questi mesi non hai fatto altro che provocarmi per farmi lottare con te. Ora devi semplicemente fare quello che hai fatto finora. Devi combattere. Dobbiamo fare un'altra delle nostre lotte, ma stavolta la devi fare usando tutta la tua forza. Se mi accorgo che mi stai facendo vincere ti caccio da casa oppure me ne vado io stessa. Definitivamente e senza ripensamenti" " Ma amore, cosi' corriamo il rischio di farci male" " Io scommetto che quello che rischia di farsi male sei solo tu. Comunque sono pronta a correre il rischio. Voglio saggiare la mia bravura e la mia forza e posso farlo solo contro di te. Nessuna regola. Ricorda che se mi accorgo di una tua mancanza di applicazione, con me hai chiuso. Sei pronto a correre questo rischio?" " No, assolutamente no. Non voglio neanche pensare di essere lasciato da te e ti giuro che ci metter� tutta la mia buona volonta'. Ma che succeder� se dovessi vincere io?" " Io diventer� la tua padrona solo quando avr� la matematica certezza di essere in grado di batterti facilmente. Se non accadra' oggi, accadra' fra poco perche' io nel frattempo mi sto allenando come una matta. Ma non voglio che tu faccia quello che io ti ordino solo perch� tu ci provi piacere, voglio che tu mi obbedisca perche' sai che io sono realmente piu' forte di te. Prendere o lasciare. Sai qual'e' l'alternativa e credo che quella sia ancor meno piacevole per te se � vero quello che dici di provare nei miei confronti. Nel caso tu dovessi vincere, per una settimana torneremo ad essere quelli di una volta ed il prossimo sabato ci riproveremo, in caso contrario tu dovrai fare per tutta la tua vita quello che io ti ordino e sarai finalmente quello che hai sempre sognato di essere: il mio schiavo" Marco non disse nulla e si allontano' di qualche metro da me. Sapevamo entrambi che non aveva alternative e che avrebbe dovuto lottare seriamente. Anche se avevamo lottato numerose volte, per me era come se fosse la prima. Le volte precedenti mi bastava prendergli le mani ed imporre quella che ingenuamente credevo fosse la mia forza superiore e quindi bloccarlo in qualche presa di judo. A parte l'ultima volta naturalmente, dove avevo fatto uso di calci e di pugni. Per quella sera invece decisi semplicemente di attendere gli eventi. Avevo molte frecce nel mio arco. Sapevo lottare a distanza grazie agli allenamenti della kick-boxing, ma sapevo anche far bene nel corpo a corpo con il judo ed anche nella forza fisica non ero affatto male. Erano mesi che mi allenavo con Daniele ed oltre a togliere alcuni inestetismi come la pancia, avevo tonificato gambe e braccia ed avevo acquistato una forza fisica ben superiore a quella di una donna normale, riuscendo a sollevare pesi notevoli, probabilmente dello stesso livello o di poco inferiori a quelli che avrebbe potuto sollevare un uomo medio non allenato. Marco pero' aveva un fisico forse superiore alla media e quindi sul piano della forza bruta probabilmente non potevo ancora competere contro di lui, anche se per mesi avevo creduto ingenuamente di essergli superiore anche sotto quel punto di vista, ma per il resto non poteva essere considerato un uomo avvezzo alla lotta. Forse quando era un ragazzino o un adolescente aveva potuto lottare o prendersi a pugni, come quasi tutti i maschi di quell'eta' ma, da quando lo conoscevo io, questo non era mai accaduto e nelle poche discussioni che aveva avuto, aveva sempre privilegiato la parola ed il buon senso. Io mi misi in posizione, mentre Marco inizialmente rimase con le braccia attaccate al corpo, incapace probabilmente di scegliere in che modo comportarsi: attaccare? Difendersi? Dopo qualche secondo pero' lo vidi stringere i pugni ed avvicinarsi a me. Io ero pronta. Assaggiai la sua guardia sferrando un paio di , cioe' dei pugni portati con la mano sinistra, quella che tenevo a guardia del viso e mi resi immediatamente conto che mio marito era decisamente penetrabile e dopo pochi secondi fintai di nuovo col sinistro ed invece partii con il destro, ovvero con un caricando bene il colpo per prenderlo con potenza sul torace. Marco si accorse troppo tardi che il mio era soltanto uno specchietto per le allodole ed il mio diretto lo prese in pieno. Erano trascorsi solo pochi secondi e Marco era gia' piegato in due, con il mio pugno che gli aveva tolto il fiato ed io mi avvicinai velocemente a lui. Erano tre giorni che pensavo a questo momento, avevo trascorso l'intera giornata di quel sabato pensando se mi potessi considerare veramente piu' forte di mio marito, pensando se meritassi che lui mi obbedisse. Dovevo dimostrarlo a me stessa e poi a lui. Arrivata davanti a lui, gli presi il collo da dietro con la mia mano destra e contemporaneamente alzai il ginocchio destro spingendogli la testa mentre lo colpivo violentemente, questa volta all'altezza dello stomaco. Marco urlo' senza ritegno e cadde in ginocchio tenendosi lo stomaco con tutte e due le mani. In quel momento, se avessi voluto, avrei potuto fare di lui qualunque cosa, ma decisi di non infierire, non tanto per pieta' nei suoi confronti, quanto per la voglia che avevo di cercare il corpo a corpo. Se la kick-boxing era letale e molto utile per il combattimento a distanza, io prediligevo il contatto corpo a corpo ed il judo era molto piu' utile e soprattutto mi dava delle sensazioni di potenza uniche. Rapidamente mi misi dietro di lui inginocchiandomi alla sua altezza e lo presi per il collo con il mio braccio destro, mentre con il sinistro, per dare ancor piu' forza, prendevo il mio gomito tirandolo. Era una delle tecniche di strangolamento a mani nude dette ed esattamente un Era difficilissimo sottrarsi da quella presa, figuriamoci per uno come Marco non esperto nella lotta e nel judo in particolare. Ormai sapevo di averlo in pugno, ma mio marito, cosi' come gli avevo ordinato, cercava in tutti i modi di liberarsi, afferrando le mie mani, le mie braccia che invece non solo non cedevano di un millimetro, ma proseguivano inesorabilmente a chiudersi sulla sua trachea. Sapevo di avere il pieno controllo, mentre Marco iniziava a tossire, ma non mi fermai. Mio marito continuava a contorcersi, cercando di alzarsi per sfuggire al mio strangolamento, ma ogni volta lo riportavo giu', all'inizio con qualche difficolta', poi sempre piu' facilmente in quanto le forze gli cominciavano a mancare " Basta Patty, non ce la faccio piu'. Mi sto sentendo soffocare. Hai vinto" " Certo che ho vinto" risposi tronfia " come vedi non ho bisogno del tuo aiuto. Io sono piu' forte di te" " Si Patty, me ne sono accorto. Ora pero' basta, per amor del cielo. Ho fatto come mi hai ordinato, ho lottato con tutte le mie forze. Mi sto sentendo mancare" Ormai non poteva fare niente. Avevo vinto ancora una volta, forse piu' facilmente delle altre volte, ma rimasi ancora alcuni secondi in quella posizione, volevo assaporare il piacere che mi dava sapere che potevo controllarlo a mio piacimento. Non era piu' solo la voglia di sesso, come avevo sempre pensato in quel momento. C'era eccome, anche quella sensazione, ma c'era tanto altro. La volonta' di sentire la mia superiorita' nei confronti di mio marito, la possibilita' di poterlo costringere a fare qualunque cosa, ma anche la voglia sadica di farlo soffrire. In fondo, viste le sue attitudini da sottomesso, non c'era neanche bisogno di mettergli le mani addosso per dominarlo ed invece io sentivo che non potevo rinunciare a quella sensazione per tutto l'oro del mondo. C'era anche il rancore per quello che mi aveva fatto e quello che gli stavo procurando potevo considerarlo come l'inizio della mia vendetta. Poi pero', fui costretta a lasciarlo. Non avevo certo intenzione di ucciderlo e, se avessi proseguito, ci sarebbe stato il rischio reale di soffocarlo e mi alzai quindi, respirando profondamente. Non avevo terminato con lui e gli feci cenno con la mano di alzarsi. Notai che aveva il pene completamente eretto. Evidentemente, malgrado il dolore che gli avevo procurato, la sensazione di piacere dovuta alla sconfitta con me, doveva essere stata, per la sua particolare mentalita', estremamente eccitante. Intanto Marco obbedi' al mio ordine ma lo fece con molta fatica. Barcollava come un ubriaco a causa dell'aria che ricominciava a circolare nei suoi polmoni a pieno regime, dopo aver trascorso diversi secondi in cui, a causa dello strangolamento, ne era circolata ben poca. Ma non gli diedi neanche il tempo di capire dove si trovasse perche' lo colpii ancora una volta con uno schiaffo molto forte. Talmente forte che, gia' barcollante, fece una mezza piroetta su se stesso e poi si lascio' scivolare di nuovo per terra " Alzati stronzetto che ancora non ho terminato con te" gli dissi con apparente calma mentre in realta' mi sentivo piena di adrenalina. Marco si rialzo' di nuovo, a fatica ed aiutandosi con le mani, mani che poi, quando fu di nuovo in piedi, mise davanti alla faccia in un patetico tentativo di ripararsi da me. Scoppiai a ridere e gli presi le mani con le mie, togliendogliele dalla faccia " Idiota! Pensi che possa servire a qualcosa coprirti il viso? " Mi stavo accorgendo che mi piaceva anche insultarlo, cosa che non avevo mai fatto prima in vita mia, un po' perche' non mi piaceva essere volgare, neanche quando litigavamo, ma anche perche', prima che iniziasse questo nostro rapporto particolare, dirgli cose del genere sarebbe stato contro la mia natura di mogliettina premurosa che vedeva il marito come una specie di invincibile dio greco. Ed invece ora mio marito era davanti a me, tremante ed impaurito, nudo e completamente inerme ed io godevo ogni istante di quella situazione. Scosse intanto la testa, a dirmi che sapeva benissimo che quell'espediente di coprirsi non valeva nulla ed io presi lo spunto per proseguire " Allora se vuoi che io mi fermi qua', devi dirmelo in un altro modo, magari in ginocchio. Avanti fallo e chiedi la mia piet� , altrimenti ricomincio, tesoro mio. Non so quali siano i tuoi limiti di sopportazione del dolore, non so neanche se ti piaccia o meno quello che sto facendo, ma so che ho vinto ed ho dimostrato a te ed a me stessa che merito di comandare su di te. Hai avuto quello che volevi da sempre, Marco, una moglie che facesse la padrona e da adesso in poi ti giuro che l'avrai. Ma non sarai tu a muovere i fili su di me come hai fatto per questi due anni. Da questo momento decidero' io, secondo i miei piaceri e se questi collimeranno con i tuoi potrai ritenerti fortunato, altrimenti posso anticiparti che hai fatto il piu' grande sbaglio della tua vita a farmi diventare quella che sono. Ora in ginocchio, chiedi la mia pieta' e non far uscire neanche una parola di piu' dalla tua bocca" Marco si inginocchio' chiedendo la mia pieta', come gli avevo obbligato a fare, quindi gli misi un piede in testa, senza fargli male ma costringendolo a mettersi completamente supino. In quel momento era la mia suprema dominazione su di lui, completamente nudo ai miei piedi. Non avevo dimestichezza con quelle situazioni, avevo letto un po', e' vero, ma sapevo che, nell'immaginario collettivo di un maschio sottomesso, baciare i piedi della sua padrona era considerato quasi un dovere e glie lo feci fare. Mio marito che mi baciava i piedi. Era pazzesco ma era anche eccitante per me, come se non fossero bastate tutte le altre cose che avevo vissuto quella sera. Mi tolsi il perizoma e gli presi letteralmente la testa e la misi all'altezza della mia vagina " Ora leccala bene mio caro e non provare a toglierti come hai fatto l'altra volta perche' altrimenti sono cazzi tuoi. La tua mogliettina vuole essere soddisfatta, muovi quella lingua e fallo bene. Non mi costringere a rimetterti le mani addosso" Mio marito fece quello che gli avevo ordinato e finalmente io potevo assaporare di nuovo il piacere della sua lingua sul mio clitoride. Non era certo lo stesso piacere che mi dava il sesso, ma avevo imparato ad apprezzarlo ed a desiderarlo quasi allo stesso modo. Fu di breve durata. La mia eccitazione era alle stelle e raggiunsi molto presto un orgasmo intenso e bellissimo. Marco stavolta non si azzard� a togliersi e prosegui' imperterrito fino a che i miei umori non scesero del tutto. Dovetti appoggiarmi al muro, tale fu l'impeto che mi diede quel piacere intenso e mi ci vollero diversi secondi, prima di togliere il viso di mio marito dalla mia figa. Ero soddisfatta, Marco era diventato veramente bravo a darmi piacere con il sesso orale ed ora, come usavamo fare, avremmo dovuto fare sesso tra di noi. Malgrado avessi goduto molto, non mi sarebbe affatto dispiaciuto, considerando l'erezione di mio marito probabilmente al suo massimo. Lo guardai, prima in faccia e poi sulle sue parti intime e sorrisi. Tremava di desiderio, si aspettava che ora gli ordinassi di fare l'amore ed invece gli dissi di rimanere in quella posizione. Mi andai a lavare, mi rimisi le mutandine e gli ordinai di accendermi una sigaretta mentre me ne andavo in cucina. Lui obbedi', poi gli ordinai anche di farmi un massaggio ai piedi e quindi di farlo alla schiena e, visto che stavo ancora con il reggiseno indosso, me lo tolsi, con il risultato di eccitarlo ancora di piu'. Quindi mi alzai ed andai di fronte a lui, con le mie tette quasi sul suo viso e lo presi per il mento " Bravo Marco, mi piace quando sei obbediente. Ed ora fila a letto!" Mi guardo' esterrefatto. Non se l'aspettava proprio. Credeva che dopo tutto quello che gli stavo facendo fare lo avrei ricompensato regalandogli una nottata di sesso ed invece lo stavo mandando a dormire " Ed io? " si lascio' sfuggire. Lo guardai sorridendo poi, con nonchalance, lo presi per la gola, stringendo quel tanto da fargli capire che non scherzavo. Certo, non potevo e non volevo mica strozzarlo, ma credevo che potessi comunque impaurirlo. Ed infatti, gli occhi sbarrati di mio marito mi fecero capire che ci stavo riuscendo " Tu? Forse ancora non hai capito che tu non conti un cazzo. E soprattutto non hai capito chi comanda. Se io ti ordino di andare a letto, tu lo fai. Se ti ordino di buttarti dalla finestra fai anche quello. E non provare a toccarti. E' chiaro o debbo proseguire?" " Si, ho capito" balbetto' " Scusami, sei tu che comandi. E' solo che pensavo che noi....." " Tu non devi pensare. Sono io che penso per te" gli dissi ironicamente allentando la mia presa fino a lasciarlo libero "Quindi per te niente scopata oggi. Quando avro' voglia di farlo, tu ti metterai a mia disposizione. Ed ora vai" conclusi prendendolo per un braccio e spingendolo verso l'uscita della cucina. Rimasi cosi' da sola. Per un momento pensai di essere stata una stupida a rinunciare a fare sesso con lui solo per la soddisfazione di non dargliela, ma poi pensai che in fondo io ero gia' stata accontentata ed avevo avuto il mio orgasmo. La soddisfazione di mandarlo in bianco, dopo una serata in cui ce l'aveva avuto sempre dritto, la ritenevo maggiore rispetto al piacere che avrei avuto facendo l'amore con lui. Mi misi seduta su una sedia, le tette ancora al vento e mi appoggiai con la testa sul muro. Ero un miscuglio di sensazioni, alcune addirittura contrastanti tra di loro. Ero felice per quella sensazione di potenza che stavo provando, ma ero anche impaurita per il piacere che provavo nel punire e picchiare mio marito. Dove mi avrebbe potuto portare questo desiderio che si ingigantiva ogni giorno di piu'? Quella sera mi ero fermata e non gli avevo causato grossi danni, ma avevo appena scoperto che non avevo difficolta' nel batterlo e che pertanto, non c'era piu' nessun bisogno che lui fingesse di perdere. Ma sapevo anche che sarebbe stato sempre piu' difficile per me continuare come se tutto fosse un gioco e quindi fermarmi in tempo. Avevo letto che molte coppie usavano una parola d'ordine, ma Marco finora non me l'aveva chiesta e comunque io non glie l'avrei mai concessa. Io avrei smesso solo quando lo avrei ritenuto opportuno, anche se, continuando su quel livello, avrei potuto prima o poi, correre il rischio di causargli dei danni seri. Come ho detto, Marco aveva una notevole struttura fisica e questo gli aveva impedito di avere contusioni o rotture, a parte i due occhi neri ed il labbro rotto dell'altra volta, ma stavolta avrei potuto strangolarlo. Era completamente nelle mie mani e mi sarebbe bastata una pressione piu' forte sulla trachea per farlo svenire, correndo anche il rischio di ucciderlo. Continuavo a pensare che erano pazzeschi quei pensieri e che mio marito era veramente riuscito a tirar fuori un'altra Patty. Non mi riconoscevo piu' in nessuna cosa facessi. Mi divertivo a provocare gli uomini, amavo dominare mio marito, adoravo metterlo sotto a suon di botte, vederlo chiedermi pieta', tutte cose per me impensabili solo fino a qualche tempo fa. E stavo solo all'inizio. Pian piano pero' mi rilassai. Erano tutte sensazioni eccitanti e comunque positive per me e non riuscivo a capire quali fossero in fondo le mie preoccupazioni. Me ne andai in camera. Marco era gia' sotto il lenzuolo, cosi' come gli avevo obbligato, ed io feci altrettanto, senza neanche mettermi la camicia da notte. Mi guardava estasiato. Appoggio' lui la testa vicino al mio seno nudo " Posso? " mi domando' sottovoce ed io gli feci cenno che poteva farlo " Grazie, amore mio" prosegui' dopo " non sono mai stato cosi' felice in vita mia. Non m'importa che tu non mi abbia concesso di fare l'amore. L'importante � che tu sia soddisfatta. Se tu hai deciso cosi' vuol dire che cosi' si deve fare. E' vero, io non posso permettermi di pensare e ti chiedo perdono per averlo fatto. I tuoi giudizi saranno legge in questa casa ed io ti chiedero' umilmente il permesso di fare qualunque cosa. Hai dimostrato di essere piu' forte di me, hai dimostrato che sei in grado di farmi a pezzi, se solo tu volessi ed � quindi giusta la mia obbedienza, la mia devozione e la mia sottomissione a tutti i tuoi voleri. Sei, a tutti i diritti, la mia padrona, la mia bellissima ed indiscussa padrona" " Esatto, sono la tua padrona" acconsentii e gli tolsi la testa per capovolgermi e sdraiarmi supina, come mia abitudine prima di addormentarmi. Marco si scanso', ma continuava ad osservarmi con gli occhi pieni di ammirazione, di adorazione e d'amore " Buonanotte amore mio. Domani mattina, quando ti sveglierai, il tuo umile servo ti fara' trovare la colazione. Grazie ancora per farmi vivere questo sogno" Si, era felice mio marito. Immensamente felice. Ma, stranamente, quel suo sguardo sognante, quell'espressione di gioia che aveva stampata in faccia, mi diede quasi fastidio e chiusi gli occhi pensando che mi sarebbe piaciuto molto togliergli quell'aria dalla faccia. Si, mi sarebbe piaciuto molto. Se volete dialogare con me inviate una mail a pattytrasgressiva@tiscali.it