LA VITA DI PATTY Patty e the day after Questo e' il decimo episodio de Nei precedenti episodi dopo essere andata in palestra per dimagrirmi, scopro di essere diventata molto forte, tanto da poter battere ripetutamente mio marito e di provare un enorme piacere nel farlo. In realta' era lui stesso a facilitarmi le cose in quanto aveva sempre desiderato una moglie dominante. La mattina seguente Marco mi sveglio' con una bella tazza fumante di caffe' allungato con il latte " Amore, ti ho preparato anche le fette biscottate. Vuoi che te le porti a letto o preferisci alzarti tu stessa?" Non era una novita' assoluta che mi portasse la colazione a letto e negli ultimi tempi era anzi diventata una costante che trovavo estremamente piacevole. Decisi comunque di alzarmi e proseguii la colazione in cucina. Sembrava una mattina come tutte le altre. Gli diedi le direttive per la giornata, dicendogli cosa avrei preferito per cena, di andare a prendere le bambine dai miei per portarle a scuola, di andarle a riprenderle e di assicurarsi che facessero i compiti e quindi andai a farmi una doccia, quindi mi truccai accuratamente e mi vestii per andare a lavorare. La mattina usavo un abbigliamento in linea con le esigenze del mio lavoro. Quindi, dovevo essere sempre carina, vestita alla moda, sexi ma senza essere troppo provocante. Era un trucco che mi aveva insegnato mia cugina Alessandra. La cliente deve sapere che pu� fidarsi del gusto della persona che ha di fronte e quindi bisognava essere sempre molto carine ma non troppo provocanti, cosa che avrebbe messo in difficolta' ed in imbarazzo la cliente. Pertanto indossavo quasi sempre pantaloni aderenti, che esaltavano i miei lati forti che erano le gambe ed il sedere. C'era anche un altro motivo per il quale i pantaloni erano il mio capo preferito al lavoro ed era il fatto che, a causa delle difficolta' di parcheggio, mi recavo al negozio esclusivamente in moto ed i pantaloni, oltre a starmi molto bene, avevano il pregio di essere molto comodi. Il mio look lavorativo era poi completato abitualmente da maglioncini. Ne avevo veramente di tutti i tipi e di tutti i colori, anche se durante l'inverno io privilegiavo quasi sempre quelli a collo alto, soprattutto perche' ero sempre stata piuttosto freddolosa. Portavo anche questi alquanto accostati per delineare bene il mio seno. Ero piuttosto orgogliosa del mio seno. Dopo anni trascorsi a maledire la mia seconda scarsa, grazie alle gravidanze ed all'allattamento avevo acquistato oltre una misura ed ora avevo una bella terza piena. Per di piu' mi stava su che era una meraviglia e, grazie agli allenamenti con i pesi che facevo con Daniele, era ancora della stessa durezza di quando ero adolescente. Abitualmente, specie in inverno e primavera, usavo poi mettere una giacca oppure un bolerino che mi donavano un'aria molto professionale. Ai piedi quasi sempre stivali o stivaletti piuttosto comodi, con il tacco abbastanza alto ma mai a spillo. Portarli al lavoro sarebbe stato un suicidio ed uno stillicidio per i miei poveri piedi. D'estate invece usavo molti jeans dal taglio prettamente femminile accompagnandoli con magliettine elasticizzate o camicette, mai top o canotte scollate, sempre per il discorso di prima. Qualche volta azzardavo qualche gonnellone alla zingara, ma non mettevo mai ne vestiti ne gonne troppo corte. E poi sandali di tutte le fogge. Anche il trucco era adeguato alle esigenze di lavoro e quindi usavo sempre mettermi il rossetto che sceglievo sempre nei toni delicati senza mai per� delinearlo con la matita. Un leggero fondotinta e del mascara per gli occhi completavano il mio trucco mattutino. Naturalmente una delle mie passioni erano gli accessori da abbinare ai vestiti e quelli di uso personale. La borsa era una necessita' primaria ed io la volevo rigorosamente molto grande. Non ne possedevo molte, anche perch� le desideravo di gran marca ed una sola borsa mi costava mezzo stipendio, ma erano una passione alla quale non riuscivo a rinunciare. Gli occhiali da sole era un altro accessorio che non mancava quasi mai, tranne ovviamente quando mi trovavo dentro il negozio e ne avevo di tutti i tipi. Amavo poi la bigiotteria di classe. Braccialetti di metallo, qualche bella collana ed alcuni anelli, oltre quello con il brillante, vecchio regalo di Marco e per finire un'altra delle mie passioni: gli orecchini pendenti che si sposavano perfettamente con il mio collo lungo. Ne avevo alcuni che pesavano diversi grammi, anche piuttosto complicati da portare, ma non riuscivo ad uscire senza metterli, mi sembrava di essere nuda. Questo per quanto riguardava il lavoro. Quando dovevo uscire invece, a parte gli accessori che erano ovviamente gli stessi, facevo sbizzarrire la mia fantasia e soprattutto la mia sensualita'. Il trucco era pi� sofisticato e quindi delineavo bene gli occhi con matita ed ombretto ed usando l'eye-liner. Raramente usavo mettermi del fard ed esibivo un rossetto piu' aggressivo improntato sui toni del rosso. Nel mio vestiario invece, spinta anche da mio marito, non lesinavo tutte quelle cosine molto provocanti che non potevo indossare al lavoro. Spazio quindi a mini piuttosto audaci e maglie con scollatura abissale. Ovviamente anche le scarpe avevano la loro importanza e negli ultimi tempi non disdegnavo di portare calzature molto sensuali. Un po' mi controllavo, a dir la verita'. Gia' nel mio quartiere cominciavano a circolare delle voci affatto carine su di me e la cosa mi dava naturalmente un enorme fastidio. Pur vivendo in una grande citta', il quartiere nel quale abitavo poteva considerarsi come un piccolo paese, una specie di microcosmo, con gente che si conosceva e soprattutto con persone che sapevano tutto di tutti. Io non avevo mai dato confidenza a nessuno, persino con i miei vicini di pianerottolo esisteva solo il buongiorno ed il buonasera, ma evidentemente dovevo essere stata considerata come la persona adatta sulla quale fare un po' di chiacchiericcio. Naturalmente era solo una mia supposizione, ma ero abbastanza certa di questo. Me ne rendevo conto da come mi guardavano quando entravo ed uscivo dalla palestra che stava praticamente sotto casa mia o dal bar accanto ad essa oppure anche addirittura quando uscivo con mio marito. Sembrava come se immaginassero che c'era qualcosa che non andava nella mia famiglia, ma naturalmente nessuno aveva la piu' pallida idea di cosa si trattasse. Per ovviare a questa situazione, anche quando uscivo di casa vestita in maniera sexi, mi mettevo delle cose che, almeno per il tempo di salire in macchina, mi coprissero da quegli sguardi indagatori. Mi ripetevo spesso che erano fatti miei, che non dovevo rendere conto a nessuno, ma poi pensavo a Marco. Non mi era mai piaciuto il fatto che potessero solo pensare che potesse essere un cornuto. Alle soglie del duemila mi facevo ancora carico di questi pregiudizi, forse a causa di un'educazione ricevuta, non certo repressiva, in quanto i miei comunque erano stati genitori abbastanza moderni, ma certo non trasgressiva. Ecco, quello era l'aggettivo giusto. Non ero mai stata trasgressiva fino a quel momento. Moderna, attuale, un tantino fuori da certi schemi, ma non fino ad arrivare di fregarsene completamente del giudizio di certa gente, soprattutto se questo giudizio avrebbe potuto infangare le persone che amavo di piu' al mondo: mio marito e mie figlie. Quello era stato fino al giorno prima il mio stile di vita, quella parte cioe' che era venuta fuori solo in parte dal mio racconto. Ma la serata di ieri poteva essere considerata uno spartiacque nella mia vita. Da allora ci sara' un prima ed un dopo e quello che stavo vivendo in quel momento era , il giorno dopo. Marco mi saluto' come al solito con un bacio sulle labbra e scese di casa ben prima di me per svolgere i compiti che gli avevo assegnato e per poter andare quindi al lavoro, mentre io finivo di vestirmi. Era su di giri, felice come una pasqua ed ogni ordine che gli davo, ogni cosa che gli dicevo di fare, accresceva questa felicit� . Io intanto, visto che faceva ancora un freddo intenso, optai ancora per un maglioncino a collo alto e ne indossai uno di cachemire rosa antico, che misi sopra un jeans in cotone pesante marrone bruciato molto stretto sia alle gambe che alle caviglie. Ai piedi indossai dei tronchetti in camoscio marroni e quindi ero pronta per uscire e recarmi al lavoro. Il mio orario iniziava alle 8.30, ma arrivavo sempre qualche minuto prima per prendere un caffe' con le due commesse del negozio. Malgrado di fatto dovevo essere considerata la direttrice, c'era un tono cameratesco con quelle due ragazze, anche perch� avevano piu' o meno la mia stessa eta'. Anzi, una era di qualche mese piu' grande di me. Quindi evitavo di dare loro ordini perentori e quando lo facevo mi giustificavo col fatto di essere costretta a questo comportamento per gli ordini della proprietaria. Anche quella mattina presi quindi il caffe' insieme alle due ragazze ma poi, entrate nel negozio, mentre loro si dedicavano alle prime pulizie e poi a servire le poche clienti che entrarono, io accesi il computer e mi dedicai alla ricerca delle informazioni che mi occorrevano. Rimasi tutta la durata della mia giornata di lavoro con gli occhi sullo schermo, tra la meraviglia delle due commesse che mi avevano sempre vista come una piuttosto attiva e pronta a dare l'esempio, ma alla fine potevo dire di conoscere qualcosa di piu' di quel mondo al quale sembrava appartenere mio marito. Per prima cosa mi sentivo ormai di escludere che potesse essere un masochista, mentre potevo ormai, sulla base di quello che mi aveva detto e su quello che avevo letto, affermare che fosse un amante della dominazione femminile. Avevo quindi un marito che desiderava avere una donna che gli desse degli ordini, anzi che voleva me come padrona, proprio come se fosse un animale domestico. Lessi anche che c'erano tantissimi tipi di uomini sottomessi, ma se Marco mi aveva detto tutta la verita', lui poteva far parte di quella schiera di maschi che si sottomettono ad una donna piu' volentieri se questa � superiore da un punto di vista fisico. Insomma, "ti obbedisco ciecamente perche' sei piu' forte di me e quindi lo meriti", questo poteva considerarsi il motto di Marco. Ce ne erano tanti altri tipi, ma mi sentivo di escludere che lui potesse amare essere legato, ovvero il bondage, oppure che desiderasse essere frustato o altre pratiche che mi sembravano alquanto disgustose. Ma su quello avrei avuto bisogno di alcune conferme. Lessi anche che c'erano parecchi modi per instaurare una dominazione su un uomo, quasi tutte di ordine psicologico. Intanto bisognava essere molto realiste. Bisognava dare un comando col tono giusto, senza forzarlo troppo e senza troppa enfasi, bisognava poi essere sempre curate nell'aspetto in quanto un uomo tende ad obbedire di piu' ad una donna molto bella e quindi vestirsi in modo molto provocante, con scarpe con i tacchi molto alti. In questi particolari notavo molte somiglianze con il comportamento ed i gusti di Marco, soprattutto nella sua insistenza a farmi vestire in una determinata maniera e questo non faceva altro che accrescere la mia rabbia nei suoi confronti. Aveva capito che mi piaceva tutto di quella situazione, perche' non si era confessato con me? Voleva che mi mettessi i tacchi alti? Ebbene me li sarei messi, mi erano sempre piaciuti e se fino ad un certo punto della mia vita non li avevo messi era perch� credevo di fargli un favore considerando la mia gia' notevole altezza. Voleva che indossassi certi abiti?. Li avrei indossati, magari alcuni li avrei messi solo nei nostri momenti intimi, ma lo avrei fatto volentieri. Il semplice fatto di vederlo fremere di desiderio dinanzi a me mi avrebbe dato una notevole spinta per far si che lo accontentassi. Avrei accettato pero' anche una dominazione vera e propria? Avrei accettato di andare in palestra e poi dargliele di santa ragione? Continuavo a ripetermi che forse avrei fatto anche quello. Mi sarebbe bastato farlo una volta per finta, provare tutte quelle sensazioni esaltanti, la voglia di fare sesso in quella maniera cosi' anomala ma altamente sensuale che mi prendeva in quei momenti e probabilmente sarei diventata quella che lui voleva che diventassi anche senza tutta quella messa in scena che si era inventato. Un'idea eccezionale la sua, da un certo punto di vista, cosi' come erano stati eccezionali i risultati, ma la mia opinione? Si stava parlando della mia vita, delle mie scelte ed io continuavo a non sopportare l'idea di essere stata manovrata. Mentre leggevo e m'informavo, ogni tanto ero presa da questi momenti d'ira che mi facevano quasi annebbiare la vista e mi costringevano ad uscire dal negozio per andarmi a prendere qualcosa al bar e per fumare una sigaretta. Ad ogni modo scoprii anche tante altre cose su mio marito, ad esempio sulla sua fissazione di farsi battere da una donna. Pare che molti uomini abbinassero la voglia di essere dominati a quella di avere a che fare con donne fortissime dotate di muscoli enormi. Non mi aveva mai proposto una cosa del genere e se anche l'avesse fatto non avrei mai accettato. Se c'era una cosa alla quale tenevo particolarmente era la mia linea, la mia flessuosita' tipicamente femminile e le mie curve. Non avrei mai potuto diventare un ammasso di muscoli solo per essere piu' forte di un uomo. Ora piu' che mai volevo diventarlo, se gia' non lo ero, ma solo con i miei sani allenamenti nei pesi, nel judo e nella kick-boxing che tanto avevano migliorato la tonicita' del mio corpo. Quindi immaginai che Marco non volesse una body builder ma una donna proprio come me, abile nelle arti marziali come gli avevo appena dimostrato ieri sera rompendogli naso e bocca. C'erano quindi una montagna di cose che riguardavano gli uomini sottomessi ma ben poche cose che riguardavano le donne dominanti. Sicuramente poche almeno che mi rappresentassero. Intanto ormai potevo e dovevo considerarmi una dominatrice, una padrona, una moglie dominante visto che questa pratica la stavo svolgendo di fatto con mio marito, ma a parte i consigli su come vestire e con che tono dare gli ordini, sembrava che io fossi una mosca bianca. Non riuscivo a trovare nulla che parlasse delle sensazioni avute nei momenti topici delle mie lotte con Marco. Intanto non si parlava per niente di una dominazione fisica, ovvero di una superiorita' femminile proprio dal punto di vista della forza fisica, come se quella fosse un'ipotesi da escludere a priori e poi si parlava solo dell'aspetto sessuale inerente al maschio. Quindi il maschio sottomesso si eccitava facendo una certa cosa o dicendone un'altra, ma non riuscivo a trovare siti dove si affrontava quest'argomento sotto un'ottica tipicamente femminile. Avevo letto che molte padrone rifuggivano addirittura il sesso con il loro schiavo (brutta parola, ma era quello il termine in uso per definire un uomo sottomesso), mentre io venivo quasi posseduta dal diavolo. Nei momenti di lotta con mio marito o anche semplicemente quando gli davo un ordine, il desiderio di fare sesso diventava spasmodico e probabilmente non sarei mai riuscita a scindere le due cose. Per me sesso e dominazione dovevano andare di pari passo e una era strettamente collegata all'altro. Piu' che di sesso vero e proprio veniva privilegiato l'aspetto sensuale della situazione di dominanza, ovvero la sensazione che prova una donna di fronte ad un uomo che farebbe qualsiasi cosa per lei. Era infatti,una sensazione meravigliosa che avevo provato spesso anch'io negli ultimi tempi e che mi faceva sentire la donna piu' bella del mondo. Ma quando questa situazione era accompagnata anche dalla paura che riscontravo in mio marito, vera o presunta che fosse in quel momento, quella bellissima sensazione cresceva a dismisura e mi donava quello che io chiamavo . Quello che non ero riuscita a comprendere infatti, era l'aspetto ludico con cui molte coppie, stando sempre a quello che leggevo, affrontavano l'argomento. Non mi sarebbe piaciuto fare un gioco del genere, magari infliggere a mio marito pene corporali e subito dopo ritornare ad essere la mogliettina devota che prepara il pranzo e stira la camicia al marito. E non credo che lo volesse neanche Marco. Se proprio dovevo diventare una padrona, io volevo esserlo in modo totale, nella vita di tutti i giorni e non solo in determinati momenti. In quanto a mio marito, forse anche lui aveva delle remore a mostrare il suo vero volto e lo dimostrava quando uscivamo con gli amici, momento in cui si riappropriava in parte dell'identit� di maschio forte, ma ero sicura che nei momenti in cui rimanevamo da soli il suo unico desiderio era quello di obbedirmi e di essere al mio servizio. Forse non aveva neanche il bisogno di essere picchiato, come aveva sostenuto lui proprio ieri sera prima di addormentarci. Quella era in realta' una delle cose che avevo compreso meno. Lui mi voleva forte, si eccitava sessualmente ad esempio se io gli facevo delle prese di judo come leve e strangolamenti per poi dirmi che non amava particolarmente essere picchiato. Immaginai che forse amava quella sensazione di superiorita' che gli offrivo rendendolo inoffensivo. Si forse era questa la giusta visione. Vedere sua moglie, la sua padrona, che lo dominava anche da un punto di vista fisico, magari senza infliggergli inutili torture, doveva essere il massimo per lui. Ma continuavo a ripetermi che, nella situazione che si stava creando tra me e lui, non era importante quello che Marco avrebbe gradito, quanto quello di cui avevo bisogno io e che sarebbe piaciuto a me e fare la lotta, batterlo, anche umiliarlo fisicamente se fosse stato necessario. Quella era ormai una cosa irrinunciabile per me. Insomma, un bel guazzabuglio di situazioni apparentemente simili tra di loro, ma in realta' piuttosto distanti. Se mio marito poi pareva rientrare in un certo senso in uno spazio ben definito, la mia situazione sembrava essere piuttosto anomala. Questo perche' ormai dovevo anch'io sentirmi parte integrante di quel mondo che solo fino a poco tempo prima mi era completamente sconosciuto. Una delle cose che piu' mi davano da pensare in quel momento era fino a dove mi sarei potuta spingere con mio marito, fino a che punto cioe' lui avrebbe accettato la mia dominazione e fino a che punto io avrei avuto il coraggio di effettuarla. Questo pero' lo avrei potuto scoprire solo in seguito. Finito il lavoro feci quello che facevo tutti gli altri giorni. Andai in palestra e subito dopo mi recai a casa. Marco mi venne ad aprire mettendo in evidenza quella sua solita aria adorante che usava in quei momenti Aveva ancora la faccia gonfia per le percosse ricevute il giorno precedente. Il naso sembrava essersi ristabilito ma il labbro era piu' gonfio di prima ed anche l'occhio sinistro aveva un colorito bluastro, forse a causa degli schiaffi ricevuti " Amore mio, quanto mi sei mancata! E' tutto il giorno che sto pensando a questo momento, al momento in cui ti avrei rivista. Fra mezz'ora e' pronta la cena, tesoro. Ti ho preparato il pollo proprio come piace a te, vuoi che nel frattempo ti faccia un messaggino?" Gli risposi di no perche' volevo andare dalle bambine. Un'accoglienza del genere avrebbe sciolto anche un ghiacciolo, ma in quel momento la trovai piuttosto melensa e fastidiosa. Forse dovevo abituarmi alla nuova realta' o forse ero ancora scossa e piena di rancore, fatto sta che me ne andai in camera delle bambine intente a vedere la televisione. Erano due giorni che non le vedevo ed avevo il bisogno fisico di toccarle, di baciarle, di giocare con loro e di sentirmele strette a me. Giocai con loro, facendomi raccontare in che modo avevano trascorso la giornata, la scuola, i compiti e poi mio marito mi venne a chiamare avvertendomi che la cena era pronta. Le bambine avevano gia' cenato e le lasciai di nuovo da sole a vedere la televisione, facendomi promettere pero' che l'avrebbero spenta entro mezz'ora per andare a dormire ed io mi ritrovai da sola con Marco. Il pollo che mi aveva preparato era in effetti uno dei miei piatti preferiti, ma lo lasciai raffreddare per alcuni istanti " Ti hanno chiesto qualcosa al lavoro su come ti sei fatto le ferite in faccia?" esordii " Si certo! Io ho glissato ed ho detto che mi sono alzato durante la notte per andare in bagno e che sono andato a sbattere addosso ad una porta. Non so se ci hanno creduto e non m'importa niente, ma se tu vuoi che io racconti la verita' lo faro'" " No, non e' quello che voglio, va bene cosi'. Ma adesso ho ancora alcune domande da porti. Inutile dire che se dovessi scoprire anche una sola menzogna tu con me hai chiuso per sempre. Sono stata abbastanza chiara?" " Si amore, dimmi pure. Pero' quello che avevo da dirti te l'ho detto ieri sera. Non ho piu' alcun segreto" " Quindi, ricapitolando, tu ami avere al tuo fianco una moglie dominante. E' giusto?" " Si! Il mio desiderio e' quello di poter fare tutto quello che tu vuoi. Tu per me sei una dea ed e' per questo che voglio dedicarmi io anche a tutte le faccende domestiche. Una dea non si deve abbassare a questo" " D'accordo. Quindi tu non ami alcun altro tipo di vessazioni. Che so, essere legato, torturato oppure farsi fare la pip� addosso, cose di questo genere" " Assolutamente no! E' chiaro che io dovro' rimettermi ai tuoi desideri. Sei tu quella che deciderai cosa io debba fare e cosa invece non posso. Io vorrei poterti chiedere il permesso per fare qualunque cosa. Se tu me lo dovessi concedere, bene, altrimenti saro' comunque felice per averti obbedito. Al di la dei miei stessi desideri" " Bene, perche' questo e' proprio quello che ho intenzione di fare. Ma toglimi un'ultima curiosita'. Tu mi vedi veramente bella?" " Oh mio Dio, si che ti vedo bella" " Quello che intendevo dire e' un'altra cosa. Se io fossi soltanto tua moglie e non la tua padrona, mi vedresti bella allo stesso modo?" " Io credo di si. Cioe' tu sei bella, ma forse quando facciamo le lotte, quando mi dai degli ordini, quando ti trasformi nella mia padrona, diventi in effetti ai miei occh qualcosa di straordinario. Io non so spiegarmelo, cosi' come non mi spiego tante altre cose. So che e' cosi' ma non so il perche'" " Quindi non mi vedresti piu' bella ancora se io mettessi su un bel po' di muscoli, tipo quelle che fanno i concorsi di body building" " No, veramente. Per me sei perfetta cosi' come sei. Io non ho la passione per le donne muscolose, ma per quelle forti, ho la passione per te, per quello che sei diventata e per quello che potresti diventare se solo tu lo volessi. Ma perche' mi fai una domanda del genere? Avresti voglia per caso di diventare come loro?" Sorrisi senza rispondergli ed iniziai a mangiare. Ero soddisfatta delle sue risposte. Era incredibile come i suoi gusti collimavano perfettamente con quello che ero disposta a fare. Terminata la cena mi gustai la scena di Marco che riassettava la casa mentre io mi leggevo un libro. Non era male in fondo la vita della moglie dominante, anzi la potevo considerare il massimo per una donna. Al termine dei suoi lavori domestici mi alzai per controllare che avesse fatto tutto nel modo giusto. Sembravo uno di quei sergenti che vanno a sincerarsi che i soldati abbiano pulito la caserma seguendo i suoi ordini. Controllai per bene. La casa era in effetti pulita ed io stessa, quando ero una casalinga perfetta, non avrei saputo fare di meglio e passai ai piatti ed ai bicchieri e quando vidi una teglia che era stata pulita frettolosamente esultai dentro di me, cercando di pensare immediatamente a come avrei potuto punirlo. Marco non aveva molti vizi. Non beveva e non fumava, ma amava molto il calcio e gli sport motoristici ed era capace di alzarsi la notte solo per vedere le prove di un Gran Premio. Avevo quindi trovato la sua punizione " Questo secondo te e' il modo di pulire?" feci a Marco prendendolo per il collo e mettendogli la teglia mal pulita sotto gli occhi " Mi dispiace. Non so come sia potuto accadere. Ti giuro che non l'ho fatto apposta. Ora la pulisco di nuovo, amore" rispose mio marito abbassando gli occhi. Non potevo fare nulla di eclatante, le bambine si erano appena addormentate nella loro camera e parlavamo a voce piuttosto bassa. Lo presi comunque per il braccio " Quando ci sara' il prossimo Gran Premio? Non dirmi stronzate perche' tanto verrei a scoprire la verita'" lo interrogai in modo perentorio " Di automobilismo o di motociclismo?" Rimasi un tantino titubante. Non erano sport che seguivo e che mi appassionavano. Io amavo naturalmente la pallavolo, il basket ed ovviamente negli ultimi due anni quelli che facevo con cosi' grande profitto, anche se non disdegnavo di vedere in televisione le partite di calcio piu' importanti della Nazionale " Il primo che capita, non ha importanza" risposi infine " Ci sara' domenica prossima all'ora di pranzo il Gran Premio di motociclismo e sabato invece le prove" " Bene! Tu non potrai vedere ne uno ne l'altro. Questa sara' la mia punizione per non aver svolto i tuoi lavori in modo perfetto. E' inutile dire che se dovessi accorgermi che avrai disatteso i miei ordini appena saremo da soli ti daro' una lezione che non dimenticherai. E stavolta non mi fermero'. Sono stata abbastanza chiara?" Mio marito abbasso' nuovamente la testa. Era di fronte a me ed io tenevo ancora saldamente il suo braccio con la mia mano " Si Patty, faro' quello che mi hai ordinato. E' colpa mia, ho meritato la punizione ed io ti obbediro'" Lasciai il suo braccio. Sentivo di nuovo quella sensazione di potere assalirmi completamente e la voglia di sesso pervadermi. Era incredibile quello che mi accadeva in quei frangenti. Lasciai Marco a pulire di nuovo la teglia e mi recai in camera da letto. Mi spogliai e nel farlo le mie mani indugiavano sul mio corpo, mi toccavo i seni, i fianchi, fino ad indugiare sulle mie parti piu' intime. Rimasi solo in reggiseno e mutandine e mi guardai allo specchio. Mi piacevo, il mio corpo sembrava non avere difetti e la pancia che tanto mi aveva fatto soffrire era diventata incredibilmente piatta. Le spalle erano un po' piu' larghe grazie ai pesi ma niente di particolarmente eclatante e potevo tranquillamente affermare che il mio volto aveva ancora la stessa freschezza di un'adolescente. Dovevo compiere ancora 29 anni ed ero nel momento migliore forse della mia vita. Ero ancora giovanissima ma avevo anche il fascino di una donna matura e pensai che avrei voluto fermare il tempo in quel preciso istante. Sorrisi compiaciuta e, senza mettermi la camicia da notte, mi misi sotto le coperte attendendo che Marco tornasse. Appena lo fece, pochi minuti dopo, gli feci cenno di chiudere la porta e gli ordinai di venire immediatamente vicino a me. Non potevamo fare l'amore come le altre volte, rimanemmo quasi in silenzio per non svegliare le bambine, ma la voglia che avevamo entrambi era incredibile. Avevo scoperto il farmaco ideale per far aumentare la voglia nelle donne. Signore mie, prendete un uomo, costringetelo a fare quello che voi volete ed il vostro desiderio aumentera' a dismisura. Ovviamente non potevo sapere se una cosa del genere avrebbe funzionato anche su altre donne, ma in me aveva un effetto pazzesco. Quando terminammo mi alzai ed andai in cucina per fumare la mia solita sigaretta del dopo sesso. Non era stato, per ovvi motivi, come l'ultima volta, quando facemmo l'amore in cucina, ci eravamo dovuti controllare molto, ma era stato comunque molto soddisfacente. Ma altrettanto soddisfacente era stato rendermi conto che ormai potevo qualsiasi cosa su mio marito. Non sapevo se lui, accettando il mio ordine, lo avesse fatto a malincuore, visto il suo amore per il motociclismo oppure ne avesse goduto a causa della sua condizione di sottomesso, ma sicuramente io avevo avuto un fremito nel dargli quella punizione. Si, era una sciocchezza, ma avevo goduto nel punirlo e questo mi faceva pensare che, quella appena data, fosse soltanto la prima di una lunga serie di costrizioni alle quali lo avrei obbligato. Dopo essere andata in bagno a pulirmi tornai in camera. Dovevo dargli la notizia che avevo prenotato alcuni giorni da soli a Londra per Pasqua. Avrei dovuto dirglielo ieri, ma tutti quegli avvenimenti me lo avevano fatto passare di testa. Avevo anche pensato di buttarli al secchio quei biglietti, ma poi avevo pensato che qualunque cosa facessi, la facevo per me e non per lui. Il fatto che anche Marco godesse della stessa situazione nel quale godevo io, potevo definirlo un danno collaterale " Dopo la punizione, credo che sto per darti un premio. Non te lo meriti affatto, considerando quello che mi hai fatto e se pensi che questo significa che io ti abbia completamente perdonato, sei fuori strada. Il fatto e' che ho gia' pagato il viaggio e non mi va di buttare i soldi. Passeremo Pasqua a Londra, io e te da soli, ma dammi solo un motivo e partiro' da sola. E non credere che lo dica tanto per dire. Intesi?" Marco esulto' ebbro di gioia " Intesi amore mio. Non mi sembra vero. Ti prometto che cerchero' di meritarmi questo viaggio con te. Io e te da soli a Londra, sara' indimenticabile" Si, quel viaggio rimarr� indimenticabile per una cosa. Ma intanto stava per terminare il . In quel giorno avevo imparato molte cose, avevo dato la mia prima punizione a mio marito che l'aveva accettata come se fosse un prezioso regalo da parte mia, ma della mia vendetta neanche l'ombra. Sembrava in effetti che lo stessi premiando, dandogli ordini, punizioni e, dulcis in fundo, facendogli fare l'amore con me. Per il momento pensai che poteva anche andar bene cos�. Ma solo per il momento. Se volete dialogare con me, inviate una mail a pattytrasgressiva@tiscali.it