LA VITA DI PATTY Patty e la serata speciale Questo � il settimo episodio de . Fino ad ora ho raccontato la mia vita partendo dal momento che conobbi Marco. In seguito lo sposai e dopo essermi resa conto di essere enormemente ingrassata iniziai a dimagrirmi aiutandomi con la frequentazione della palestra. Mi allenai talmente intensamente da essere in grado di battere mio marito in vari incontri di lotta e di provarci parecchio piacere nel farlo. C'� un detto che dice che si fa l'abitudine a tutto. Non so se una frase del genere possa adattarsi a qualunque situazione. Di sicuro posso aggiungere che ci si abitua ben presto alle cose che ci piacciono. Io, ad esempio, sentivo che non sarei pi� potuta tornare indietro, a quando ero una moglie tutta dedita al marito, alle figlie ed alla casa. Il mio lato oscuro era venuto prepotentemente fuori e mi piaceva essere quella che ero diventata. Avevo fatto anche l'abitudine ad essere il capo in famiglia e a non fare praticamente nulla, se non lavorare la mattina. Tra l'altro non lo trovavo neanche un grosso sacrificio perch� mi entusiasmava parecchio andare a lavorare in un negozio di abbigliamento femminile. Mi vestivo sempre bene, in modo curato ed anche un tantino provocante, mi truccavo ogni mattina, anche se non pesantemente in quanto il mio bel visetto non lo richiedeva affatto. Ma non uscivo da casa se non mettevo un bel rossetto ed un trucco adeguato agli occhi. Il pomeriggio poi andavo in palestra dove ormai trascorrevo tre o anche quattro ore al giorno tranne il sabato. Ero instancabile, anche se un po' perplessa. Avevo battuto Marco con una facilit� irrisoria ma, almeno nel judo, trovavo ancora grandi difficolt� quando mi capitava di combattere contro un uomo. Avevo vita facile quando dovevo affrontare cinture bianche o gialle, io che ero cintura verde, ma gi� contro le arancioni spesso arrancavo. Ma anche quando vincevo, mi rendevo conto che lo facevo non perch� fossi pi� forte di loro, ma perch� ero agile, determinata e molto ben concentrata. Contro le altre donne invece era tutto facile, e vincevo anche contro cinture blu. In fondo mio marito potevo paragonarlo ad una cintura bianca e quindi ci stava che contro di me soccombesse, ma era perlomeno strano che riuscissi a sopraffarlo con quella facilit� . Avevo scoperto quindi cosa fosse il potere nei confronti di Marco. Il problema era che non avevo voglia di dargli degli ordini davanti alle bambine, soprattutto dopo quello che era accaduto in vacanza. Ormai erano abbastanza grandicelle e capivano bene quello che accadeva nella nostra casa. Gi� non era normale che avessero un pap� che pensava a tutto quello che concerneva le faccende domestiche, figuriamoci come avrebbero reagito se mi avessero visto comandare a bacchetta il loro adorato padre o, peggio ancora, mettergli le mani addosso. Alle bambine mettemmo una scusa. Una sera che la pi� grande ci chiese perch� io non cucinassi pi�, Marco se le mise in braccio tutte e due " Perch� il pap� � pi� bravo della mamma a cucinare e fa un sacco di cose che piacciono tanto alle sue principesse, non � vero bambine?" " Siiii" urlarono all'unisono " E poi la mamma � molto stanca quando torna a casa e quindi il vostro pap� fa anche altre cose. Ma vostra mamma vi ama ugualmente tanto" Le bambine sembrarono accettare la cosa, ma mi chiedevo per quanto tempo sarebbe potuta andare avanti una situazione del genere. Ad ogni modo quello che m'importava maggiormente in quel momento era il presente. Il problema delle bambine lo avrei affrontato quando si sarebbe posto nuovamente, mentre quello che si proponeva nel presente era di cercare qualche nuovo spazio solo per me e Marco. Ormai il sabato sera non mi bastava pi�. Decisi perci� che fosse necessario ritagliarci un altro giorno in mezzo alla settimana. Il luned� ed il gioved� era da escludere in quanto Marco, dopo aver ovviamente preparato la cena e ripulito la cucina, andava a giocare a calcetto con gli amici. D'accordo che faceva quello che io gli ordinavo, ma non mi sembrava il caso di negargli quelle due uscite che tanto gli piacevano. Optai quindi per il mercoled�. Avrei fatto portare le bambine dai miei ed avremmo avuto quindi tutto il resto della serata per noi. Che poi significava fare sesso dopo aver fatto la lotta. Il primo mercoled� ad esempio, tornai a casa dopo la palestra come facevo abitualmente. Devo dire che, quando suonai il campanello, ero abbastanza emozionata. Sapevo quello che sarebbe accaduto ed ero eccitata al pensiero. Avevo pensato per tutto il pomeriggio a quello che avrei potuto fare, a quali scuse inventarmi per potermi togliere, per un'altra volta ancora, la soddisfazione di poter fare la lotta con mio marito e poterlo quindi battere, senza essere riuscita a trovare qualcosa di credibile, ma un'altra volta mi venne in aiuto Marco. Quando mi venne ad aprire lo trovai con l'accappatoio addosso ed un lago che sembrava si fosse formato nel nostro bagno con impronte di piedi dappertutto " Che � questo casino?" Dissi appena entrai a casa ed essermi resa conto del disordine che regnava nella casa " Tranquilla amore, ora sistemo tutto io" " Vorrei ben vedere" risposi in modo sprezzante " E per cena cos'hai preparato?" proseguii " Veramente ancora dovrei preparare" mi rispose quasi balbettando " Cosa? Non ci credo. Non posso pensare che tu ancora non abbia preparato la cena" urlai e mi diressi in cucina dove effettivamente ancora non c'era nulla di pronto ne tantomeno c'erano cibi a cucinare. Avevo trovato la scusa adatta. Ora mi avrebbe sentito. Tornai da lui e lo presi per l'accappatoio " Che cazzo hai fatto tutto il pomeriggio? Non credi che quando torno a casa abbia il diritto di trovare la cena pronta?" " Si certo, tesoro. Non succeder� mai pi�. Purtroppo oggi ho perso un sacco di tempo per accompagnare le bambine dai tuoi. Si sono messi a chiacchierare e non potevo andarmene senza passare per un ignorante" Non mi guardava neanche in faccia. Sembrava impaurito e sospirava ad ogni frase " Non me ne frega niente quello che fai, basta che quando ritorno a casa sia tutto a posto ed in ordine" insistetti. Ancora una volta ce l'avevo di fronte a me, tremante di paura a donarmi quella splendida sensazione che ormai cominciavo a riconoscere. Avevo le mani ancora sul suo accappatoio, quasi come se fosse una presa sul kimono e l'occasione era troppo ghiotta. Alzai il piede sinistro e poi, aiutandomi proprio con la presa sull'accappatoio, gli feci perdere l'equilibrio toccandolo sul suo ginocchio destro, attuando cos� una delle mosse che meglio mi riuscivano, ovvero la . Marco fece un capitombolo cadendo di schiena. A quel punto avrei dovuto gettarmi su di lui per proseguire la lotta immobilizzandolo, ma ero impossibilitata a causa del mio abbigliamento. Portavo un jeans in cotone nero talmente aderente che se avessi fatto una mossa del genere l'avrei strappato sicuramente, senza contare le mie scarpette con un bel tacco 10. Lo feci quindi rialzare e Marco si appiatt� addosso al muro, dall'altro lato rispetto a dove mi trovavo io " Ti prego, far� quello che vuoi tu Patty. Lo so che sei pi� forte di me e ti sto dimostrando da tempo ormai che faccio esattamente quello che mi chiedi. Ma per favore, basta" " Vieni qua" gli ordinai seccamente " Per favore amore" " Ti ho detto di venire qua e se non lo fai immediatamente allora si che mi vedrai incazzata. Oppure preferisci che venga io a prenderti?" Marco si avvicin�. Non poteva fare altrimenti. Lo afferrai per il mento sbattendolo contro il muro " Vediamo se la lezione di oggi ti sar� servita a qualcosa. Le cose fra noi due sono cambiate, mio caro. Le parti si sono invertite. Io comando e tu obbedisci. E' semplice no?" " Si amore mio. Ti giuro che non volevo mancarti di rispetto. Cercher� di fare tutto quello che mi chiedi. Dammi solo un po' di tempo per abituarmi. Io voglio solo che tu sia soddisfatta di me" " Bene Marco. Vedrai che andremo d'accordo allora. Perch� in caso contrario tu potresti rischiare di perdermi. E tu non vuoi che questo accada, non � vero?" " No che non lo voglio. Non potrei neanche immaginare la mia vita senza di te. Tu per me sei la donna pi� bella che esista al mondo ed io, malgrado le botte che ogni tanto mi dai, mi ritengo l'uomo pi� fortunato del mondo" " Quelle non sono botte Marco, sono semplici avvertimenti per farti capire cosa ti potrebbe succedere se tu non facessi quello che io ti ordino. Tu non hai la minima idea di cosa potrei farti davvero" " Me lo immagino. Mi sento cos� indifeso di fronte a te. Io non sono debole, ma tu sei troppo superiore a me. Sei eccezionale e lo sei in tutto quello che fai" "Bravo, cos� mi piaci. Dunque, mi trovi anche bellissima" " Da impazzire. Starei ore solo a guardarti" " Ed allora guardami! " feci togliendomi la magliettina che avevo indosso. Ero stata spietata ed un po' mi dispiaceva, ma era tutto cos� eccitante. Non pensavo neanche quello che gli avevo detto. Mi ero voluta spingere oltre per capire fin dove sarei potuta arrivare e sembrava che non avessi limiti. Qualunque cosa gli avessi detto di fare, lui l'avrebbe fatta. L'avrebbe fatta per paura, visto che ero talmente pi� forte di lui da poterlo, se avessi voluto, riempirlo di botte e l'avrebbe fatta perch� era talmente innamorato di me che il solo pensiero di perdermi lo avrebbe fatto morire. Invece, io avevo detto quelle frasi perch� per ogni parola che mi usciva dalla bocca raddoppiava la mia eccitazione e la mia voglia, gi� al culmine per averlo di nuovo battuto" " Oh mio Dio, quanto sei bella" esclam� intanto Marco " Avanti, toglimi il reggiseno" gli ordinai. Mio marito fece muovere le sue mani slacciandomi il reggiseno che cadde per terra. Gli misi poi le sue mani sul mio seno ed iniziai a baciarlo. Mi appiattii a lui sentendo la sua erezione palpitare e gli slacciai l'accappatoio. Aveva ancora un fisico niente male. Non era palestrato, credo che non ci avesse mai messo piede in palestra, ma era comunque in forma. Mi chiesi come era stato possibile che avessi sconfitto un uomo con due spalle del genere e mi vennero in mente i dubbi espressi da Daniele. Ma, del resto, parlavano i fatti. Io ero pi� forte di mio marito e lui tremava di paura davanti a me. Quel pensiero per�, mi dur� solo una frazione di secondo. Tutti i miei sensi, tutta la mia mente, erano indirizzati alla voglia di fare sesso con Marco. Fu ancora una volta splendido, cos� come furono meravigliosi i nostri incontri in seguito. Per due volte alla settimana diventavamo amanti focosi ed ogni volta sempre dopo aver fatto la lotta. Non potendo trovare ogni volta delle scuse diverse e banali, lo obbligavo a lottare con me dicendogli che volevo allenarmi. Stranamente Marco non si tirava mai indietro del tutto. Nicchiava, ma poi accettava. Inutile dire che pi� passava il tempo e pi� lo battevo con facilit� . Evitavo accuratamente i colpi e le mosse della kick-boxing che gli avrebbero potuto far molto male, per concentrarmi solo sul judo. In tal modo c'era anche il contatto fisico che mi piaceva senz'altro di pi� e che aiutava Marco ad avere un'eccezionale erezione fin da subito. Ogni volta si terminava infatti per terra ed io mi abbarbicavo sopra di lui immobilizzandolo o facendogli una dolorosa leva articolare. In entrambi i casi aspettavo che mio marito si arrendesse per smettere. Quello era il segnale che era tutto terminato e potevamo iniziare a fare sesso. In quel periodo non so come considerassi esattamente quei momenti. Se si trattasse di un gioco o della pura e semplice realt� , ma non mi andava di andare a fondo alla questione. Quelle situazioni c'erano, erano reali e mi piacevano. Punto. Negli altri giorni della settimana le cose cambiavano relativamente. Non c'era la lotta e non facevamo sesso, ma lui era completamente succube di me, devoto ed innamoratissimo, talvolta patetico ma comunque sempre pronto a soddisfarmi. Ormai mi chiedeva il permesso per fare qualunque cosa: giocare a calcetto, vedere la sua squadra del cuore in televisione ed anche scegliere il programma da vedere la sera. Gli concedevo tutto, del resto non mi interessava negargli una cosa. Perch� mai avrei dovuto farlo? Ma il semplice fatto che lui chiedesse il mio permesso era straordinario. Naturalmente se la cosa m'interessava allora non c'era dialogo. Quindi, se volevo andare a vedere un certo film, si andava a vedere quello, se volevo sentire la mia musica in macchina, invece del suo rock spacca timpani, si ascoltava quello che io preferivo. Diverso era invece il caso quando si stava insieme ad altri, in particolar modo ai nostri amici. Marco in quei casi diventava di nuovo il ragazzo che avevo conosciuto, sicuro di se anche se non pi� autoritario come lo era stato in precedenza. Immaginai che avesse timore di comparire davanti ai suoi amici come l'uomo timoroso che era diventato e lo lasciavo fare. Non m'interessava. Anzi, non mi dispiaceva tornare ad essere, per brevi periodi, la ragazza di un tempo. Appena tornavamo ad essere soli per�, il piacere di dargli degli ordini si instaurava dentro di me. Era pi� forte di me, non riuscivo a rinunciarci. Mi piaceva vederlo docile come un agnellino, mi piaceva vedere in che modo mi osservava e come, senza mai chiedere spiegazioni, mi obbedisse ciecamente. Una volta per� accadde una cosa che avrebbe dovuto farmi aprire gli occhi, occhi che invece, rimasero maledettamente chiusi. Era un'allegra domenica a cavallo tra Natale e capodanno che stavamo trascorrendo a casa di una coppia di nostri amici. Noi ragazze avevamo giocato a carte insieme ai nostri uomini fino ad una mezz'ora prima. Ci giocavamo ben poco ed alcune delle donne lo facevano malvolentieri non amando affatto il gioco delle carte. Io, al contrario, ero pi� predisposta e non mi facevo pregare, in quei giorni, di mettermi seduta al tavolino. Quando per�, alcune donne si alzarono dal tavolo per sopravvenuta noia, fui costretta a farlo anch'io per solidariet� femminile. Anche gli uomini fecero una pausa in modo che potessimo fare un break con bevande calde e panettone e torrone a volont� . Mentre stavamo preparando un buon cioccolato caldo, non ricordo come, il discorso di noi donne and� sulla sera di capodanno e di cosa avremmo avuto il piacere di indossare. Avevamo prenotato in un locale molto in, che ci era costato un occhio della testa ed io volevo essere bellissima. Nel negozio dove lavoravo non c'era niente che mi piacesse per quella sera, ma avevo visto un abitino delizioso in un altro negozio a pochi metri dal mio. Era tutto nero, ovviamente, con delle spalline strette, scollato da morire e corto da infarto. Marco sarebbe impazzito a vedermelo indosso. Lo volevo ed avevo gi� deciso che il giorno seguente sarei andata a comperarlo. Anche perch�, da collega, la proprietaria mi avrebbe fatto un maxi sconto. Quando tocc� a me descrivere l'abito, le altre donne rimasero un po' perplesse. Intendiamoci, nessuna di loro era una santa, ma sembrava che solo quello che facevo io era da ritenersi sconsiderato. Rosa, sempre lei, mi guard� con aria schifata " Scusa Patty, non per farmi gli affari tuoi, ma non ti sembra di esagerare? D'accordo che adesso ti rimuovi come una diva, ma sembra che tu lo faccia apposta per mettere tutte noi in difficolt� " Stavo per risponderle di brutto. Volevo dirle che erano state tutte loro a trattarmi per anni come se fossi un'appestata e che adesso mi prendevo una rivincita. Si, forse lo facevo anche per loro, oltre che per me e per Marco. Ma quando stavo per aprire bocca per cantargliele come avrei voluto, un'altra delle ragazze s'inser� nel dialogo " Ma tuo marito � d'accordo che ti presenterai a capodanno conciata in quella maniera?" Era troppo e risposi di getto " A parte che io non mi concio, ma mi vesto. E poi non sta a Marco decidere quale vestito dovr� indossare. Sono abbastanza grande per decidere da sola. Non sono come tutte voi che fate finta di pendere dalle labbra dei vostri mariti e poi di nascosto fate quello che vi pare. Io lo affronto faccia a faccia" Anche gli uomini, che all'inizio non avevano partecipato alla discussione, si inserirono per evitare che il bisticcio degenerasse. Ma uno di loro, Massimo, uno dei pi� vecchi amici di mio marito, per gettare acqua sul fuoco e per prenderla sullo scherzo si rivolse a tutte noi " Piantatela! Sembrate delle oche che starnazzano. E poi ragazze, non vi conviene litigare con Patty. Questa fa karate" " Non faccio karate" risposi piccata " faccio judo e kick-boxing. Sono due cose diverse. L'unica cosa che hai detto giusta � che non conviene litigare con me" Massimo e gli altri uomini mi guardarono perplessi. Avevano pensato che avrei risposto in maniera diplomatica ed invece ero stata brusca " B�, immagino che grazie ai tuoi allenamenti sarai pi� forte di qualunque altra ragazza. Mi sembra abbastanza scontato. Per� non mi sembra il caso di farlo pesare in questo modo" riprese ancora il solito Massimo cercando di placare gli animi " Non solo delle ragazze, ma anche di tutti voi" Ancora una volta l'amico di mio marito rimase perplesso, molto pi� di prima, ma io ero talmente sicura di me stessa che avevo abbandonato ogni forma di diplomazia. D'altronde Massimo era notevolmente meno robusto di Marco, anche se leggermente pi� alto e, considerando la facilit� con la quale mettevo sotto mio marito, pensavo che sarebbe stato un gioco da ragazzi dimostrargli che stavo dicendo la verit� " Non ti sembra di esagerare, Patty? Sono sempre un uomo e mi sembra assai improbabile che tu....." " Non tollero essere considerata come una bugiarda." Lo interruppi "Vuoi mettermi alla prova?" Gli animi si erano ormai surriscaldati. Io mi ero alzata ed ero pronta a qualunque evenienza. Certo, non avevo intenzione di scatenare un parapiglia, ma soltanto dimostrare a tutti quanti quanto valessi veramente. Anche Massimo sembrava disposto ormai ad accettare la sfida per darmi una lezione, cos� come tutti gli altri sembravano curiosi di vedermi all'opera. Ma fu Marco che interruppe tutto " Ma siete impazziti tutti quanti? Non permetter� mai che mia moglie ed uno dei miei pi� cari amici si sfidino. Mica stiamo all'Ok Corral. Piantatela e torniamo a fare quello che facevamo prima" Come per incanto la tensione si sciolse. Ho gi� avuto modo di dire quanto le parole di mio marito contassero all'interno del gruppo ed anche questa volta furono recepite immediatamente e la tensione si stemper�. Io per� non ero soddisfatta. Ero perfino indecisa se fargliela pagare o meno, una volta rimasti da soli. Quello che non riuscivo a capire era perch� si fosse intromesso. Non avremmo mica dovuto fare una rissa, mi sarebbe bastato far capire a tutti quanti ci� che ero in grado di fare. Mi riusciva strano capire il comportamento di Marco anche perch� lui era sempre cos� orgoglioso di me che una mia vittoria nei confronti di Massimo, che consideravo del tutto scontata, lo avrebbe reso ancora pi� orgoglioso. Ad ogni modo quel pomeriggio termin� senza altri incidenti ed il giorno seguente andai a comprare il vestitino che avevo adocchiato e, quando arriv� finalmente capodanno, ci misi sotto un bel paio di decolt� e sopra un grazioso cappottino nero che mi presi invece dal mio negozio. Avevo fatto i colpi di sole dal parrucchiere e mi ero fatta truccare. Quando mi guardai allo specchio pensai che non mi ero mai vista cos� bella. Anche Marco rimase senza fiato. Dio quanto mi piaceva quello sguardo, tutte quelle frasi che mi ripeteva in continuazione, tutte cose che avrebbero dato la felicit� ad ogni donna, ad ogni moglie. Io per� volevo anche qualcosa in pi�. Volevo stroncare tutte le altre donne del gruppo. Non sto qui a dilungarmi su quella notte. Mi isolarono completamente, ma sapevo che stavano schiattando d'invidia. Ormai la mia rivincita nei loro confronti era completa. Da allora, di comune accordo con mio marito, decidemmo di limitare molto le nostre uscite con loro. La cosa strana fu che proprio Marco mi chiese di dedicare pi� tempo a noi due, senza avere l'obbligo di uscire con gli amici. Avrei potuto anche obbligarglielo, ma non me l'ero mai sentita di fare una cosa del genere, fino ad allora. Erano i suoi amici d'infanzia, con loro aveva diviso tutto, mi sarebbe sembrata pura cattiveria. A me invece, non sembrava vero. Per prima cosa mi sarei tolta dalle scatole gente che in fondo non mi aveva mai tollerata del tutto, per secondo motivo avrei avuto invece la possibilit� di trascorrere pi� tempo con lui. E questo significava soprattutto pi� tempo per me per manovrare mio marito come meglio avessi creduto. Ma adesso dobbiamo fare un salto temporale di oltre due mesi fino ad arrivare ad un giorno d'inizio marzo, uno di quei giorni ancora talmente freddi che pensi che sia ancora pieno inverno, e non l'inizio della tanto agognata primavera. Tutto stava andando a gonfie vele per me. Fra poco avrei dato l'esame per diventare cintura blu nel judo, mentre nella kick-boxing avevo iniziato a fare degli incontri piuttosto seri, vincendoli nettamente tutti. Il problema vero di questo sport era che per fare cose eclatanti bisognava girare l'Italia per partecipare ai vari tornei ed io, sinceramente, non ne avevo proprio voglia. Non m'interessava diventare una campionessa, anche se Daniele continuava a ripetermi che ce l'avevo nel sangue. Quindi, se ci fosse stato qualche torneo che si fosse svolto nella mia citt� , avrei anche potuto parteciparci, sempre che non avessi di meglio da fare, altrimenti le coppette se le portassero a casa le altre, non me ne importava un fico secco. L'importante per me era diventare forte e brava. Ma ritorniamo a quella sera di marzo. Le mie due sorelle mi avevano chiesto se mi andava di fare un'uscita serale tutte donne. Oltre a noi tre ci sarebbero state anche alcune nostre cugine, tra le quali anche Alessandra, la proprietaria del negozio in cui lavoravo. Niente di particolare: una cena e poi casa. Accettai senza particolare entusiasmo. Malgrado ormai potessi permettermi di fare qualunque cosa io volessi, non ero mai stata felice di muovermi la sera. Quello per me era l'unico momento in cui potevo vedere le bambine e mio marito, leggermi magari un buon libro oppure stravaccarmi sul divano a vedere la televisione. E poi per me era impagabile vedere mio marito portarmi il caff�, farmi il massaggino alla schiena e vivere esclusivamente per me. Non ero mai stata neanche una fautrice di queste uscite per sole femmine. Forse perch� non avevo bisogno di allontanarmi da mio marito per fare quello che mi pareva. Comunque, mi sarei fatta un po' di sane chiacchiere femminili. Quindi, perch� no? Quando ritornai a casa non credevo che quella sera sarebbe stata la sera in cui tutto sarebbe cambiato. Alcuni giorni prima avevo prenotato per il mese a venire un viaggio di quattro giorni in una grande capitale europea approfittando del ponte di Pasqua ed al mio ritorno dalla cena avrei fatto una grossa sorpresa a mio marito. Mi elettrizzava l'idea. Quattro giorni solo per noi: monumenti, passeggiate e....sesso. Magari dopo avergli dato una bella lezione. Marco intanto mi accolse come al solito con devozione. Lo avevo messo al corrente della mia decisione di uscire la sera e naturalmente lui non aveva osato dire nulla al riguardo. Anzi, lo avevo visto piuttosto contento e partecipe. Immaginai che lo fosse per me e forse anche un po' per lui, visto che avrebbe avuto una serata tranquilla. La prima cosa che notai e che mi meravigli� alquanto fu l'assenza delle bambine. Alla mia domanda del perch� non fossero a casa, Marco mi rispose che in questo modo sarebbe stato tutto solo in casa e si sarebbe visto una partita di calcio in santa pace. Lo rimproverai avvertendogli che non volevo che le nostre figlie fossero recapitate come un pacco postale per sciocchezze del genere. Un conto era lasciarle dai nonni per farci stare da soli, un altro per fargli vedere una stupida partita. Comunque non feci una tragedia anche perch�, se mi fossi sbrigata a cenare, la serata avrebbe potuto prendere una piega ancora pi� piacevole una volta rientrata in casa. Un'altra cosa che notai e che mi dette un po' fastidio fu la trasandatezza di Marco. Era in ciabatte, pantalone della tuta e magliettina a mezze maniche. Non era da lui. Di solito mi aspettava che io tornassi a casa sempre vestito. Non pretendevo mica che si mettesse giacca e cravatta in casa, ma volevo che vestisse in modo decente per rispetto nei miei confronti, cos� come del resto facevo io per rispetto a lui. Forse sar� perch� avevo trascorso troppi anni della mia vita senza minimamente tenere al mio abbigliamento, oltre che alla linea naturalmente, che adesso lo consideravo quasi un obbligo presentarmi sempre al massimo. Questo anche perch� mi piaceva l'effetto che facevo su mio marito. Ma anche noi donne siamo sensibili al richiamo visivo e Marco, soprattutto quando era vestito decentemente, era ancora da considerare un bel bocconcino. Ad ogni modo, dopo la piccola discussione sulle bambine, andai in bagno a truccarmi. Mi ero gi� fatta la doccia in palestra e dovevo solo cambiarmi d'abito. Uscii dal bagno in reggiseno e mutandine e, per andare nella mia camera da letto, dovetti passare per il corridoio. Marco era ancora dove l'avevo lasciato, su una sedia con le braccia incrociate. Era strano. Sembrava quasi che sudasse, malgrado facesse tutt'altro che caldo " Ma che stai facendo qua tutto solo? Perch� non ti vai a vedere la partita?" " Comincia pi� tardi" fu la secca risposta. Continuava ad essere strano. Il tono della voce, che era sempre molto dolce nei miei confronti, era piuttosto freddo, quasi brusco. E poi non mi guardava. Negli ultimi tempi sbavava per me in qualunque occasione ed ora ero mezza nuda di fronte a lui ed i suoi occhi vagavano in chiss� quale direzione senza posarsi su di me. Mi avvicinai a lui e quasi m'inginocchiai per poterlo baciare " C'� qualcosa che non va? Ti sento distante" Era tanto tempo che non mi comportavo con mio marito in maniera cos� dolce. Ultimamente ero stata talmente presa con la mia fissazione di imporgli il mio potere che avevo tralasciato questo aspetto " Non c'� niente che non va" mi rispose sempre freddamente. Decisi che non era il caso di proseguire in quel momento " Va bene amore, non mi va di parlarne adesso. Lo faremo al mio ritorno. Tu comunque aspettami alzato" ammiccai mandandogli un altro bacio con la mano. Non mi rispose nemmeno e, mentre mi vestivo, pensai a quello che era potuto accadere. Pensai che forse avevo tirato troppo la corda. Ripensandoci bene non lo stavo trattando come una moglie dovrebbe trattare un marito, anzi, diciamo pure che lo stavo trattando da cosa anzich� da persona. Me ne stavo approfittando perch� ero pi� forte di lui, perch� ero bella e per un milione di altre cose ancora. Fino a quel momento lui aveva accettato ogni mia decisione, ma forse la corda si stava spezzando e non avevo voglia di correre questo rischio. Al mio rientro a casa avrei dovuto affrontare quest'argomento e cercare di trovare un punto d'accordo. Mi piaceva Marco, gli volevo bene e non avevo nessuna intenzione di perderlo. Naturalmente avrebbe potuto essere anche qualcos'altro, dei problemi al lavoro di cui non voleva mettermi al corrente per non farmi preoccupare, per esempio. Pensai che comunque avrei dovuto rimandare le spiegazioni a quando sarei rientrata e terminai di vestirmi. Avevo indossato un abito di maglia color sabbia con il collo ad anello, abbastanza corto ed aderente, in linea con il mio stile degli ultimi tempi. Potevo proprio permettermelo, non avevo un filo di pancia e mi evidenziava il sedere ed il seno in modo strepitoso. Ci avevo abbinato un paio di stivali di camoscio beige col tacco piuttosto pronunciato che mi erano costati mezzo stipendio e che facevano impazzire mio marito quando li mettevo. Mi guardai allo specchio, mi rigirai un paio di volte e poi trassi la conclusione. Si, ero perfetta. Uscii dalla mia camera da letto e Marco non si era spostato di un millimetro, ancora seduto sulla sedia con le braccia conserte. Negli ultimi due anni la mia vita era cambiata in modo enorme, ma quella serata che stava per iniziare l'avrebbe completamente stravolta, stavolta non da un punto di vista fisico ma da quello psicologico. Stavo per diventare veramente un'altra donna. Se volete dialogare con me, scrivete una mail a pattytrasgressiva@tiscali.it