LA VITA DI PATTY Patty ed il potere assoluto Questo � il sesto episodio de . Nei primi ho raccontato di come conobbi e sposai Marco, di come iniziai ad andare in palestra e di come, su strana insistenza proprio di mio marito, combattei con lui ed incredibilmente riuscii a vincere. La vacanza aveva preso una piega decisamente inaspettata. Il giorno seguente continuavo a ripetere che avevo battuto mio marito e che l'avevo fatto con una facilit� incredibile, soprattutto considerando la sua stazza. Mi era capitato di combattere con dei maschi nel judo, ma quelle poche volte che avevo vinto, avevo dovuto sputare sangue. Invece Marco era capitolato immediatamente. Forse ero pi� forte di quello che pensassi. Quello che invece mi dava da pensare era il rapporto che avrei dovuto instaurare con lui. Se fino a quel momento aveva avuto paura che io lo potessi picchiare, chiss� cosa avrebbe combinato ora che sapeva che io potevo farlo davvero. Ma soprattutto, come avrei dovuto relazionarmi io con un marito che se la faceva sotto? Che aveva paura di me? Dovevo cercare di metterlo alla prova per capire in che modo mi sarei dovuta comportare ed iniziai subito la mattina durante la colazione che si svolgeva a buffet nel salone grande dell'albergo " Marco, preparamela te la colazione. Non ho voglia di mettermi a fare la fila per prendere un goccio di caff�" " Subito amore" mi rispose mio marito senza neanche farmi fiatare. Si alz� immediatamente e prepar� su un piatto le cose che di solito io prendevo per la colazione " Ecco amore, ora ti vado a prendere anche il caff�" Lo fermai prendendolo per un braccio " Lo sai che per prima cosa io bevo il caff� e solo dopo mangio qualcosa. Possibile che tu non ti renda conto di niente? Vai e sbrigati" Avevo usato un tono brusco, antipatico. Se avessi fatto una cosa del genere due anni prima, quando ero una cicciona inguardabile, mio marito come minimo mi avrebbe guardato dall'alto in basso ed appena saremmo stati da soli mi avrebbe rimproverato di brutto fino a costringermi a chiedergli scusa. Quella volta invece abbass� gli occhi " Scusami amore. E' vero, sono imperdonabile. Vado immediatamente" Roba da pazzi. Sembrava che potessi permettermi tutto con lui e non nascondo che era tremendamente piacevole ed anche eccitante. Immaginavo che non si trattasse solo di paura perch� io l'avevo battuto ed avevo dimostrato di essere pi� forte, ma anche del suo modo di farmi capire che mi adorava, che era innamorato di me, che gli piacevo tantissimo e di chiss� cos'altro. Ma mentre Marco ritornava col caff�, mia figlia grande mi guard� con tono interrogativo " Mamma, ma tu e pap� avete litigato? " " No tesoro. Non abbiamo litigato. Mamma e pap� si vogliono tanto bene" " Ed allora perch� lo hai sgridato cos�?" " Ma, no, non l'ho sgridato. Stavamo giocando, non ti preoccupare" Mia figlia sembr� accettare la risposta che le diedi, ma questo mi insegn� che forse non era il caso di fare certe cose davanti alle bambine. Ma comunque di tempo per stare da soli ne avevamo in abbondanza durante quella vacanza e proseguii su quella linea appena le bambine andarono a giocare al mini club. Chiedevo a Marco di prendermi una sigaretta e lui subito smetteva qualsiasi cosa stesse facendo per precipitarsi a farlo, gli chiedevo una bibita e lui volava a prendermela e se lo rimproveravo per averci messo troppo tempo si scusava, chiedeva addirittura perdono promettendo che la prossima volta non si sarebbe attardato cos� tanto. Ma possibile che fosse diventato cos� succube di me? Non potevo credere che dipendesse dalla lotta che avevamo fatto. C'era qualcosa che mi sfuggiva e che non riuscivo a comprendere. Ma la verit� era semplicemente che ero troppo ingenua ed ignorante su un determinato argomento, oppure mi piaceva credere a quello che vedevo e sentivo. Quindi adoravo i complimenti che arrivavano addirittura ad essere imbarazzanti quando me li faceva davanti ad altri e mi piaceva enormemente che si prodigasse in tutti i modi per esaudire i miei desideri. Ma c'era un'altra cosa importante da mettere in rilievo. Avevamo cominciato a fare sesso tutti i pomeriggi. Avevamo sprecato una settimana ma avevamo deciso di recuperare. Quindi, dopo il pranzo, accompagnavamo le bambine al mini club ed andavamo in camera a fare l'amore. Pur essendo per� molto soddisfacente, non avevo per� pi� raggiunto il picco dell'altra volta. Quella volta c'era stato qualcosa di magico, qualcosa che mi aveva preso interamente, corpo ed anima. Riuscii a capire di cosa si trattasse l'ultimo giorno prima di ritornare a casa. Quel pomeriggio infatti, come era diventata ormai un'abitudine, ci crogiolammo una mezz'ora in piscina e poi, dopo uno sguardo d'intesa, ci dirigemmo verso la nostra stanza. Appena arrivati gli tolsi la magliettina che aveva indossato e lo spinsi contro il muro per baciarlo. Ormai ero io a prendere l'iniziativa e la cosa mi piaceva non poco. Sapevo che mi desiderava praticamente sempre e questa consapevolezza mi aveva fatto cambiare certi miei atteggiamenti passivi. Ma questa volta Marco rimase immobile, anche se mentre lo baciavo riuscivo a sentire distintamente la sua erezione " Allora che c'� Marco? Mi sembra che ti vada " " Si certo, Patty. Lo sai che io ti desidero sempre. Per� prima voglio fare una cosa" " E cosa vorresti fare di tanto importante? Pi� importante addirittura di fare l'amore con me" " Vorrei la rivincita. So che pu� sembrarti assurdo quello che ti sto chiedendo, ma ho bisogno di capire. Voglio sapere con che tipo di donna dormo la notte. Ti rendi conto che io ho paura di te? Non � normale questo" " Ancora? Certo che non � normale, ma la tua ormai � diventata una fissazione. Senti, amore, non me ne frega niente chi � il pi� forte di noi due. Credimi. Quello che abbiamo fatto l'altra volta consideriamolo un gioco. Mi piace tantissimo come ti stai comportando con me, tutte le attenzioni che hai nei miei confronti, ma io voglio che tu le abbia perch� mi ami, non perch� tu hai paura di me" " Ti prego, Patty. Che cosa ti costa?" Sorrisi tra me. Ormai era una fissazione vera e propria la sua. Avrei potuto accettare e farlo vincere. In questo modo il suo ego maschile avrebbe avuto la sua rivalsa. In fondo a me non costava nulla. Proprio nulla? Dentro di me una vocina mi diceva che non era giusto ingannarlo, che se proprio dovevo accettare la sua stranissima richiesta avrei dovuto fare del mio meglio ed essere quella che io ero realmente, senza fingere. D'altro canto non ero io quella che aveva iniziato. Ma, a prescindere dal mio , volevo farlo vincere veramente oppure avrei voluto invece rivincere io? Sempre ammesso che ci sarei riuscita naturalmente. Pensavo infatti a tutti quei privilegi che avevo in quel momento, a tutte quelle piacevoli sensazioni che mi avevano accompagnato in quegli ultimi mesi e quando Marco, senza attendere che io gli dessi il consenso di cominciare quella lotta, mi prese le mani, intrecciandole con le mie ed inizi� a spingermi contro il muro, decisi che avrei venduta cara la pelle " Difenditi Patty, perch� stavolta non sar� cos� facile per te" mi disse mentre proseguiva a spingermi. Io non replicai, ma iniziai a controbattere e dopo pochi secondi, come era avvenuto la volta scorsa, riuscii ad interrompere la sua pressione cominciando a prendere il sopravvento. Era incredibile ma ero pi� forte di lui ed ora era mio marito che indietreggiava sotto la mia spinta, senza riuscire ad opporre una resistenza valida. Le mie braccia non erano certo muscolose, ma erano diventate di una tonicit� ragguardevole e Marco era sempre pi� in difficolt� . Credo che sul mio volto si dipinse perfino un sorriso di compassione nei confronti di mio marito per la facilit� con la quale lo stavo mettendo sotto. Marco intanto alz� la gamba sinistra per cercare di contrastarmi con il ginocchio ed io colsi l'occasione che mi stava offrendo. Con la mia gamba destra spazzai la sua in una mossa di judo, il e contemporaneamente lasciai la presa sulle sue mani con il risultato di farlo rovinare a terra. Non mi avventai su di lui. Ormai stavo prendendo coscienza della mia superiorit� ed aspettai che Marco si rialzasse. Mi sembrava di giocare al gatto contro il topo e naturalmente il gatto, anzi la gatta, ero io e mio marito un povero topolino che non aveva alcuna speranza di cavarsela. Se avessimo combattuto a distanza, come avevamo fatto la volta scorsa, avrei potuto centrarlo a ripetizione con gli insegnamenti della kick-boxing, nel corpo a corpo gli ero superiore grazie al judo ed anche nella forza fisica vera e propria sembravo essere nettamente superiore a lui, forse grazie ai duri allenamenti con i pesi fatti nell'ultimo anno. Marco intanto si era rialzato ed era di nuovo di fronte a me. Non mi ero neanche messa in posizione di difesa, mi sembrava perfettamente inutile. Agitai le braccia per cercare un appiglio che infine trovai di nuovo nelle sue mani. Ci trascinammo per la stanza per alcuni secondi in quella posizione ed io percepivo la mia superiorit� fisica nei suoi confronti. Rimanemmo cos�, con le nostre mani intrecciate, poi iniziai a piegare i miei polsi e Marco si abbass� sempre di pi�, incapace di contrastarmi, fino a scendere in ginocchio dinanzi a me. Sentivo di nuovo la stessa strana eccitazione dell'altra volta, stavo vivendo le medesime sensazioni. La superiorit� nei confronti di mio marito, che ormai era evidentissima, mi stava facendo un effetto incredibile che non riuscivo a definire ma che era strepitoso " Arrenditi Marco." gli dissi comunque in tono materno " Non hai nessuna speranza" Era in ginocchio davanti a me e non solo metaforicamente, la sua faccia era stravolta per lo sforzo, ma sembr� comunque essere in possesso di quell'orgoglio che gli imped� di cedere le armi " Non posso. Non posso arrendermi cos�" mi disse digrignando i denti e respirando a fatica " Come vuoi tu" risposi quasi indifferentemente. Proseguii nella mia opera abbassandomi per dare ancora pi� forza alla mia presa, fino al momento in cui Marco scivol� completamente per terra. Con il mio braccio destro avvolsi il collo ed il braccio destro di mio marito in un , una tecnica di immobilizzazione. Ancora una volta l'avevo bloccato senza difficolt� " Allora Marco? Arrenditi e non costringermi a farti ancora del male" Non rispose ed io intensificai ancora di pi� la presa " Basta, ti prego. Non ce la faccio pi�. Mi arrendo" Lasciai la presa ma rimasi sopra di lui. Mi sentivo una dea onnipotente mentre mio marito era di nuovo tremante di fronte a me " Te ne dovrai fare una ragione Marco, sono pi� forte di te e non puoi farci nulla" " Si lo so, me ne sono accorto ormai." Mi rispose senza avere il coraggio di guardarmi negli occhi "Ed ora? Accetterai un marito che non vale un'unghia della propria moglie? Ti prego non lasciarmi. Io sono disposto a fare tutto pur di soddisfarti. Sono pronto ad obbedirti come meriti, ma fammi rimanere con te. E' tutto quello che chiedo dalla mia vita" Continuavo ad osservarlo, sempre pi� in preda a quella strana agitazione, poi lo accarezzai senza rispondergli. Le parole non servivano in quel momento. Sapevo che avrebbe fatto qualunque cosa per me, sapevo che sarebbe diventato ancora pi� docile e che avrebbe avuto sempre pi� una giustificata paura nei miei confronti e non mi dispiaceva affatto, mi dava una sensazione di potere incredibile. Non sapevo certo come sarebbe stato il mio comportamento futuro, ma non potevo nascondere a me stessa che, in quei giorni, era stato terribilmente eccitante dargli degli ordini e vedere che venivano eseguiti alla lettera. La sua paura di perdermi gli avrebbe fatto fare qualunque cosa pur di compiacermi. In fondo non era lui ad essere inadeguato a me, ero io ad avere doti non comuni difficilmente riscontrabili in altre donne e con ben pochi uomini capaci di confrontarsi con una come me. Avvicinai il mio volto al suo per baciarlo, per dimostrargli che lo avrei accettato per quello che era e mi sdraiai sopra di lui. Appena mi trovai completamente sopra il suo corpo sentii la sua erezione palpitare proprio all'altezza del mio inguine ed un'ondata di calore avvamparmi l'intero corpo. Cosa mi stava succedendo? E cosa stava succedendo a mio marito? Eravamo di nuovo eccitati al massimo. Immaginai che io, mezza nuda con solo il costume addosso, potessi aver contribuito alla sua eccitazione rimanendo sopra di lui anche dopo la lotta, ma io? Perch� continuavo a sentire una voglia pazzesca di fare sesso, voglia che cresceva a dismisura quando facevo la lotta con mio marito? Non lo sapevo e comunque in quel momento non avrei saputo trovare una risposta in quanto la mia mente era completamente avulsa da ogni tipo di ragionamento. Mi tirai su fino a mettere la mia vagina all'altezza della sua bocca " Toglimi gli slip" gli ordinai. Marco esegu� e spinsi la mia vagina contro la sua faccia " Ora leccala" Ancora una volta stavo facendo e dicendo cose che erano sempre state contro la mia educazione. Non mi ero mai sentita una santarellina, ma non ero stata mai neanche una porca sessualmente. Eppure non potevo fare a meno di usare quel linguaggio. Mi faceva sentire femmina totalmente. Marco cominci� a muovere la sua lingua dentro di me. Il sesso orale non era stata una pratica alla quale ricorrevamo spesso nei nostri momenti amatori, ma ne sentivo un bisogno spasmodico in quel momento " Non dentro la figa, lecca il clitoride" lo rimproverai. Era quello il punto esatto sul quale volevo sentire la sua lingua e Marco obbed� docilmente. Ora il piacere cominciava ad essere di un'intensit� pazzesca e dopo alcuni minuti raggiunsi un orgasmo stupendo. Era diverso da un orgasmo che si ottiene facendo sesso in modo tradizionale, ma l'orgasmo clitorideo aveva qualcosa di brutale, di animalesco. Mi era piaciuto in modo esagerato ma non ero sazia anche perch� Marco era ancora eccitato a dismisura. Gli strappai quasi il pantaloncino che indossava e mi resi immediatamente conto che il suo pene era al massimo del suo splendore. Mi misi in posizione sopra di lui e poi lo aiutai ad inserirlo dentro di me. Faceva difficolt� quasi ad entrare e questo faceva aumentare ancora la mia voglia. Finalmente riusc� a penetrare tutto dentro di me. Ancora una volta lo obbligai a rimanere passivo per poter gestire come meglio credevo quel momento. Stavolta, avendo avuto gi� un orgasmo precedentemente, fui pi� lenta ad arrivare, con grandi difficolt� di Marco che invece, dopo pochi minuti, era gi� sul punto di venirsene. Lo obbligai per� a non farlo " Se te ne vieni adesso giuro che ti riprendo a botte" " No amore mio, non farlo, ti scongiuro. Ne ho gi� avuto abbastanza. Per� fa che sia io a muovermi, altrimenti non resister� un secondo di pi�" A malincuore gli cedetti lo scettro del comando ma non me ne pentii perch� mio marito, sapientemente, inizi� a muoversi pi� lentamente di quanto avevo fatto io fino ad allora, ritardando cos� notevolmente la sua eiaculazione e facendomi giungere ad un nuovo orgasmo. Ora si che ero soddisfatta. Marco ancora non era venuto, ma era allo sfinimento " Ti prego amore mio, posso venirmene? Non ce la faccio pi�" m'implor� ed io acconsentii. Mi ringrazi� addirittura per avergli concesso di godere, ad aumentare a dismisura la sensazione di potere che ormai sentivo di avere su di lui " Vammi a prendere una sigaretta dentro la mia borsa" gli ordinai e mio marito obbed� immediatamente, me l'accese e rimase a guardarmi mentre io fumavo. Sembrava in adorazione totale, completamente sottomesso ad ogni mio volere e decisi in quel momento che non avrei cercato pi� di cambiare la situazione. Mi piaceva troppo avere la supremazia totale su di lui. L'istinto di una donna non � fatto per avere un dominio totale su un uomo, tantomeno sul proprio marito e quel potere nuovo m'inebriava e mi drogava e come ogni droga mi spingeva ad averne di pi�. Anche perch� avevo scoperto una cosa in me che mi inquietava terribilmente. Ancora non ne ero sicura matematicamente ma ormai avevo pochi dubbi: mi eccitavo nel fare la lotta con mio marito. Forse sarebbe pi� esatto dire che mi eccitavo sessualmente quando riuscivo a sconfiggerlo. Era capitato due volte ed in ambedue le circostanze la mia voglia sessuale si era ingigantita a dismisura. Forse avevo qualche tendenza sadica nascosta dentro di me che stava emergendo pian piano o forse stavo semplicemente scoprendo qualche trasgressione nell'ambito del rapporto matrimoniale. Non lo sapevo, ma sapevo che mi piaceva enormemente. Quello fu l'ultimo giorno di vacanza. La mattina dopo partimmo per ritornare nella nostra citt� . Non parlammo dei nostri due incontri di lotta e della dura lezione che gli avevo inflitto, ma qualcosa di diverso aleggiava naturalmente nell'aria. Due giorni dopo ritornai al lavoro la mattina, mentre per ritornare in palestra dovetti attendere una settimana. Mi ero allenata comunque tutti i pomeriggi andando a correre. Ci andavo da sola in quanto Marco non ce la faceva minimamente a starmi dietro e comunque lui preferiva trascorrere il pomeriggio a fare le faccende domestiche per togliermi un peso. Ormai era diventata una piacevole abitudine rientrare a casa e farmi una doccia dopo aver corso per pi� di un'ora, senza aver l'assillo di dover preparare la cena o badare alle bambine. Dopo la doccia uscivo tranquillamente, senza dover dare spiegazioni a mio marito su quello che facevo. Non � che facessi niente di male comunque. Andavo a trovare i miei oppure mia sorella maggiore che abitavano a poche centinaia di metri da casa mia e quindi rientravo a casa. La tavola era apparecchiata e la cena pronta. Cos'altro avrei potuto volere? Ma non solo. Marco puliva i piatti e rifaceva la cucina. Le prime volte mi offrii di aiutarlo, come avevo fatto del resto fino a prima di partire, ma lui declin� l'offerta " Ci penso io amore. Tu non devi preoccuparti pi� di queste cose. Vorrei che la mia bellissima moglie si dedicasse ad altre cose, a tutto quello che lei vuole. E poi mi piace tantissimo servirti in tutto. E' il mio modo per dirti che ti amo tantissimo e che sei la mia vita" Accettai naturalmente. Mi stavo adeguando completamente a quel nuovo tipo di vita. Ero ancora giovanissima, avevo da poco compiuto 28 anni, ero considerata notevolmente attraente, da mio marito addirittura meravigliosa, non avevo grossi problemi economici, pur non essendo ricca, avevo due figlie meravigliose e mio marito mi aveva tolto ogni preoccupazione riguardante la casa e le bambine. Chi era pi� fortunata di me? Venne anche finalmente il giorno di tornare in palestra e per prima cosa raccontai a Daniele di come avessi sconfitto Marco, tralasciando ovviamente le sue paure ed il fatto che lui mi obbediva ormai come se fosse un cagnolino " Strano. Ho visto alcune volte tuo marito ed ho notato che ha un fisico niente male. Per carit� Patty, tu sei sicuramente molto forte e penso che sia difficile trovare un'altra donna come te, ma battere un uomo di quella stazza, nel modo in cui hai raccontato tu, ha dell'incredibile" " Ma che incredibile" replicai "Sono in forma smagliante, Daniele e tu devi aiutarmi perch� voglio diventare ancora pi� forte e brava. Mi metto a tua disposizione, tanto ho tutti i pomeriggi liberi" Daniele mi guard� un po' preoccupato " Sinceramente non ti capisco. Da come parli sembra quasi che non ti interessi tanto rimanere in forma quanto surclassare quel poveretto di tuo marito" Mi avvicinai a lui e lo baciai sulla guancia " Tu non ti preoccupare di cosa mi interessa. E comunque mi interessa tanto anche rimanere in forma. Lo farai per me vero? " conclusi poi con fare malizioso " Tu lo sai che io farei qualunque cosa per te e che non sarei capace di negarti nulla. Accidenti Patty, ti far� diventare quello che vuoi" Era l'inizio della mia nuova vita in palestra. Intensificai ogni tipo di allenamento per essere ancora pi� forte, senza badare ai dubbi che aveva espresso Daniele. Erano trascorse quindi due settimane da quando eravamo ritornati in citt� ed eravamo arrivati a met� settembre. Il primo sabato eravamo riusciti con gli amici, raccontandoci le nostre vacanze. Io avevo enfatizzato le mie due vittorie ed il viaggio gratis vinto per non partecipare ai tornei. Al ritorno a casa avevamo fatto l'amore, come era prassi ormai il sabato sera, ma senza raggiungere l'apice che avevamo toccato le due volte che avevamo fatto la lotta. Pensavo che dipendesse da me. Pur trovandolo tutto sommato molto piacevole, non riuscivo ad essere animalesca come lo ero stata in quelle situazioni e quindi mi trinceravo dietro le classiche inibizioni che hanno le mogli . Pertanto il secondo sabato dopo le vacanze, pensavo a come era possibile far cadere queste mie inibizioni. Se la mia teoria si fosse rilevata giusta, avrei dovuto sfidare Marco, batterlo e poi inebriarmi del potere che la vittoria mi dava. Gi� , ma come fare? Non me la sentivo di andare da lui e dirglielo in faccia. Dovevo trovare qualche scusa, ma non mi veniva niente in mente di cos� eclatante, tale da essere costretta ad alzare le mani. In fondo non gli avrei fatto del male, poverino. Ero diventata talmente sicura di me stessa che neanche prendevo in considerazione l'ipotesi di un'eventuale sconfitta. Ma quel sabato, appena rientrammo in casa fu proprio Marco a mettermi su un piatto d'argento la scusa. Eravamo andati a mangiare una pizza con il nostro gruppo. Eravamo sei o sette coppie, adesso non ricordo e Marco, prima di uscire dalla pizzeria, mi aveva chiesto se volessi che fosse lui a tenermi le sigarette, in quanto io, ogni volta che dovevo cercarle nella mia borsa, ci mettevo un sacco di tempo. La mia borsa, come quella di tutte le donne era infatti piena di cose utili ma spesso inutili. C'erano le chiavi, i trucchi, i documenti, insomma tutto ci� che una donna si porta abitualmente in giro. Naturalmente accettai la sua offerta in quanto effettivamente m'innervosiva ogni volta dover cercare sia le sigarette che l'accendino in mezzo a quel bailamme. Quindi, arrivati a casa, mentre io cercavo una scusa proprio per poter lottare con lui gli chiesi una sigaretta " Oddio amore, l'ho dimenticate nella macchina" " Bene! Allora scendi e vai a prendermele" Ormai gli ordini mi venivano spontanei " Dai Patty. Non puoi farne a meno per stasera? Non mi va di riscendere" Era strano che mi disobbedisse. Era sempre cos� pronto a fare tutto quello che gli chiedevo che mi meravigliai notevolmente. Ma, come ho detto, mi sembr� l'occasione giusta. Mi avvicinai a lui con fare minaccioso " Ti ho detto di scendere ed andarmi a prendere le sigarette. Non farmelo ripetere di nuovo" Marco indietreggi�. Aveva paura e metteva le mani avanti per difendersi " Per favore amore, non mi sembra il caso....." blater� Gli afferrai con la mano destra il suo polso sinistro. Mi sentivo cos� forte e superiore che non ritenevo neanche opportuno affidarmi al judo o alla kick-boxing. Gli torsi il polso. Non gli avrei fatto molto male, mi bastava incutergli timore e gi� sentivo infatti salirmi l'eccitazione. In quel momento ebbi la certezza di quello che paventavo. Mi stavo eccitando sessualmente. Cominciai a sentirmi addirittura le mutandine leggermente bagnate mentre, in preda a questa sensazione, continuavo a fare una leva al polso di Marco che ormai era in ginocchio di fronte a me " Allora? Devo continuare? Guarda che te lo spezzo il braccio" lo minacciai " Si Patty, lo far�. Scender� a prenderti le sigarette, ma lasciami andare. Ti scongiuro" Oh mio Dio che meraviglia! Che sensazione sublime! Avere ai propri piedi un uomo pronto a fare qualunque cosa, ad obbedirmi, tremante di paura. Ed io non avevo neanche pi� la voglia di fumare, ma avevo solo voglia di fare l'amore. Lo aiutai a rialzarsi. Ero gi� pi� alta di lui e con i tacchi lo sovrastavo notevolmente e questo dislivello faceva aumentare ancor di pi� la sensazione di superiorit� assoluta che avevo nei suoi confronti " Ci vai dopo. Ora ho voglia di qualcos'altro" gli dissi chiudendogli la bocca con un bacio. Gli sbottonai la camicia e mi tolsi la mia magliettina. Cominciai a baciarlo anche sul collo, scendendo sempre pi�, prima sul petto e poi sull'ombelico. Gli sbottonai anche i pantaloni. Il suo pene era turgido come non mai, glie lo baciai vogliosa, pensando a come era impossibile per lui resistermi e poi fummo divorati da una passione indescrivibile. Facemmo l'amore intensamente. Anzi, facemmo sesso. L'amore era un'altra cosa. Lo facemmo pi� volte dando sfogo alla nostra creativit� . Creativit� che non sapevo neanche di possedere in questo campo. Ma fu meraviglioso. Marco era un ottimo amante, anche se su questo campo non avevo termini di paragone essendo stato lui l'unico uomo della mia vita. Insomma, a letto mio marito era un maschio vero, in contrasto invece con il suo atteggiamento subordinato e remissivo " Ora � il momento di scendere e di andarmi a prendere queste benedette sigarette. E fallo di corsa" gli ordinai. Mentre Marco si rivestiva e si apprestava ad espletare il mio ordine, pensavo a cosa ero diventata. Mi facevo paura. Ormai non riuscivo neanche pi� a considerare Marco come un marito, ma solo come un uomo che doveva scattare al mio comando e soprattutto come un oggetto sessuale. Era il potere, il potere assoluto ed io non ne potevo fare pi� a meno. Se volete dialogare con me inviate una mail a pattytrasgressiva@tiscali.it