LA VITA DI PATTY Patty ed il primo incontro Questo � il quinto episodio de "La vita di Patty" Nei precedenti capitoli racconto come io, ovvero Patty, per dimagrirmi e per compiacere mio marito, iniziai a dedicare tutti i pomeriggi alla palestra. Prima un corso di kick-boxing, poi judo ed infine pesi. Devo dire che mi avvicinai al primo giorno di allenamento con Daniele con un po' di timore. All'inizio, presa dall'euforia, non pensai bene a ci� che, allenandomi con i pesi, sarebbe potuto accadere al mio corpo. Ero diventata nuovamente magra ed in forma e non volevo certo diventare un ammasso di muscoli solo per eliminare un leggero accenno di pancia. Ne parlai naturalmente proprio con Daniele, prima di cominciare - Non ti preoccupare Patty " mi tranquillizz� il mio allenatore " gli allenamenti che ti far� fare non ti faranno cambiare di troppo la tua linea. Cercheremo di toccare solo i punti che necessitano di un po' di assestamento. Devi sapere che fare pesi in maniera misurata non irrobustisce in modo esagerato. A parte il fatto che voi donne non potrete mai diventare un ammasso di muscoli in modo naturale perch� non producete molto testosterone, pertanto senza fare uso di steroidi non ti accadr� niente di irreparabile. Perci� qualche piccolo accenno di muscoli probabilmente te lo far� venire, ma non si vedr� niente. Diventerai sicuramente un po' pi� forte, la pancia diverr� piatta come desideri, ma niente altro. Sarebbe un vero peccato rivoluzionare il tuo corpo perch� tu stai gi� molto bene cos�. Cercheremo solo di perfezionare ci� che � gi� ad alto livello" Quelle frasi, oltre a tranquillizzarmi completamente sul fatto che non sarei diventata troppo muscolosa, mi dettero la conferma di ci� che gi� immaginavo e cio� che Daniele era preso da me. Ma non lo ero io di lui. Possedeva, � vero, un fisico notevole che guardavo con ammirazione, ma il tradimento non faceva parte della mia mentalit� . Non avevo mai guardato un altro uomo con il desiderio di portarmelo a letto. Ero stata fino a quel momento di un solo uomo e mi bastava ed avanzava. Anche perch�, soprattutto in quel periodo, non soffrivo certo di mancanza di attenzioni. Anzi. Marco mi continuava a guardare come se fossi l'unica donna sulla terra, facendomi sempre un sacco di complimenti e facendomi sentire bellissima, forse molto di pi� di quanto lo fossi realmente. Ma il cambiamento di Marco fu molto intenso e addirittura incredibile nei giorni che seguirono. Spiegare cosa avvenne in quell'anno, cio� da settembre fino all'agosto dell'anno seguente � veramente complicato, ma prover� a farlo ugualmente aiutandomi con degli esempi in quanto il comportamento di mio marito � fondamentale per riuscire a capire cosa avvenne in seguito. Il succo di tutto � in questa frase: mio marito cominciava ad avere timore di me. Aveva paura e malgrado tutte le mie rassicurazioni continuava ad averne sempre di pi�. Inizi� un giorno, poche settimane dopo aver iniziato gli allenamenti con Daniele come mio allenatore personale. Tornai a casa mentre Marco stava, com'era ormai suo solito, preparando la cena. Mi ero meravigliata di come avesse imparato, in breve tempo, ad essere un cuoco, se non provetto, quantomeno decente. Le bambine erano nella loro camera a giocare e, dopo averle affettuosamente salutate, andai in cucina per aiutarlo come facevo abitualmente ma lui mi stopp� " No, amore, non ti preoccupare. Sarai stanchissima. Siediti che penso a tutto io" Mi sedetti infatti, ma guardai comunque tra le cose che aveva comprato per vedere se aveva seguito alla lettera i miei dettami e, quando mi accorsi che invece mancavano alcune cose, lo rimproverai bonariamente " Tesoro, io ti ringrazio per tutto quello che fai. Per�, visto che ti sei offerto di fare la spesa, cerca di farla almeno nella maniera giusta" Era un rimprovero fatto da una moglie al marito, una moglie che non si fidava ciecamente di come lui si muovesse tra i fornelli ed al supermercato, nient'altro. La reazione di Marco fu invece stupefacente " Oh mio Dio, � vero! Mi sono dimenticato. Ti prego Patty, non ti arrabbiare. Vedrai che la prossima volta star� pi� attento " Rimasi ovviamente a bocca aperta " Marco, ma che fai? Hai paura di me? " " No, cio� un po'. Insomma, ti alleni tanto che probabilmente sarai pi� forte di me ed io non voglio che tu....." " Sei per caso uscito fuori di senno? Ma ti pare che se anche io fossi pi� forte di te, ti metterei le mani addosso? Sei mio marito ed io nutro il massimo rispetto per te" La cosa fin� li, ma mi lasci� dei notevoli strascichi psicologici. Marco che aveva paura di me. Sembrava impossibile, eppure era cos�. Un altro episodio infatti, accadde un paio di settimane dopo. Anche questo, come quello passato e come quasi tutti quelli che verranno, si svolse in ambito domestico. Questo anche perch� io e Marco ci vedevamo soltanto la sera, oltre alla domenica, giorno per� che dedicavamo quasi esclusivamente alle nostre figlie, portandole, insieme ai figli dei nostri amici, nei posti adatti per trascorrere un sano pomeriggio tutto dedicato alla famiglia. Ma tornando a quell'episodio, anche in quel caso si svolse in cucina ed anche allora per una lieve mancanza di mio marito che aveva dimenticato di comprare il caff�. Non che senza caff� non potessi vivere, ma dopo pranzo e dopo cena era per me una piacevolissima abitudine alla quale mi dava fastidio rinunciare " Oh no! " mi lamentai infatti " Il caff� no. Accidenti Marco, ma dove hai la testa. Lo sai che mi piace il caff� dopo cena " Lui fece una faccia strana, dispiaciuta al massimo e quindi alz� le braccia come per difendersi da un mio eventuale attacco " Perdonami, amore mio. Sono un idiota. Ti prego non te la prendere con me. Ora scendo immediatamente a comprartelo" Io stavolta mi arrabbiai sul serio, ma non per quello che aveva dimenticato lui, del caff� in fondo, potevo farne tranquillamente a meno, ma per quello strano modo che aveva che iniziava a rendermi nervosa " Ma insomma Marco. Ma ti sei rincoglionito? Ma che ti sta succedendo? Sembri..... Si, insomma, sembri una femminuccia. Non � da te un comportamento del genere " Lui chin� il capo. Aveva quasi le lacrime agli occhi " Lo so, Patty, lo so. Il fatto � che non capisco pi� niente. Ho una terribile paura di perderti e non vorrei deluderti. Vorrei fare tutto quello che posso per renderti felice. Ti amo talmente tanto e poi sei cos� bella che non posso fare a meno di pensarti ogni istante della mia vita. Sei anche cos� in forma che � facile immaginare che tu possa essere in grado di darmele sonoramente, se solo tu volessi" Lo abbracciai teneramente. Che fosse ormai perdutamente innamorato di me si vedeva. Il problema era che io non ero abituata ad un comportamento del genere. Non dimentichiamoci che mi ero innamorata di lui proprio in virt� del suo carattere molto maschile, mi ero innamorata di un ragazzo che aveva saputo domare una ragazzina boriosa e piena di se. Ora invece mi ritrovavo un uomo piagnucoloso che mi adorava e che aveva addirittura paura di me solo perch� andavo in palestra. Pazzesco! Eppure, se da una parte mi dava fastidio quel suo modo di fare, dall'altro non potevo che gioire per quelle strane sensazioni che mi dava. Mi piaceva il suo sguardo adorante che posava su di me, il suo continuo sostenere quanto fossi meravigliosa ed unica ed infine, ma non certo per ultimo in ordine d'importanza, mi piaceva enormemente il sesso che facevamo nell'ultimo periodo. Si dedicava innanzitutto completamente a me, mettendo in primo piano le mie esigenze ed in ultimo le sue. In quei momenti adoravo sentirmi dire quanto io fossi bella e Marco non lesinava elogi, mi riscaldava per bene con modi sapienti e studiati e mi penetrava solo quando io cominciavo a sentire il bisogno impellente di avere il suo sesso. In quei momenti Marco ritornava ad essere il maschio che conoscevo, che avevo imparato ad amare e di cui avevo bisogno. Purtroppo non � che fossero tantissimi quei momenti, le bambine stavano spesso tra i piedi, ma forse proprio per questo, quando avevamo del tempo solo per noi era doppiamente prezioso e stavamo bene attenti a non sprecarne neanche un minuto. Ad ogni modo le situazioni in cui mio marito aveva paura che io lo potessi picchiare aumentavano a dismisura ed io ero veramente combattuta sul da farsi. Decisi anche di parlarne con mia sorella pi� grande, alla ricerca di un consiglio e quando le raccontai tutto quello che era accaduto in quegli ultimi tempi, mi scoppi� a ridere in faccia " E ti lamenti pure? Magari ce l'avessi io un marito carino come il tuo che mi prepara la cena, mi ripulisce la cucina e poi mi scopa da Dio. Quanto alla paura che prova non so che dirti. Magari immagina che tu, andando cos� spesso in palestra, sia diventata una sorta di campionessa. Ma scusa, Patty, ma che te ne importa? Fa quello che dici tu, ti adora, ti considera pi� bella di miss universo e tu trovi pure il coraggio di lamentarti? Secondo me la strana sei proprio tu" Accettai il consiglio di mia sorella anche se non � che ne fossi pienamente convinta. Ero sempre stata dell'idea che un uomo deve essere uomo e quindi comandare, ovviamente entro certi limiti, ed una donna invece, non dico assoggettarsi a lui ed esserne succube, ma comunque cercare in un uomo una certa sicurezza, sicurezza che ora cominciava a mancarmi. Ero insomma la classica donna che aspettava che il principe azzurro la prendesse al volo, la caricasse sul suo destriero bianco e corresse verso la felicit� e non una virago pronta a menare le mani. Gli episodi intanto si susseguivano sempre pi� frequentemente ed ogni volta Marco dava l'impressione di essere terrorizzato solo all'idea che io potessi replicare ed andare a vie di fatto. Con cadenza ormai quasi matematica, mio marito si dimenticava o sbagliava qualcosa nelle sue faccende domestiche. Qualche volta me ne accorgevo io, altre volte invece era proprio lui a farmelo presente, sempre scusandosi e pregandomi di non arrabbiarmi tanto. Mi imposi di pensare che in fondo chi ci guadagnava ero proprio io, anche se ogni tanto quel comportamento mi infastidiva non poco. Dopo qualche mese cominciai persino a trovare la cosa piacevole e mi capitava sempre pi� spesso di approfittarmene. Lievemente, pian piano, ma sempre di pi�. Non di rado lo facevo riscendere da casa per cose che, fino a poco tempo prima, avrei magari fatto con comodo il giorno dopo, come comprare la mia rivista preferita, oppure per comprarmi le sigarette. Il bello era che Marco, non solo non si lamentava, ma lo faceva di corsa e di buon grado, solo per rendermi felice. Sembrava diventata questa la priorit� assoluta della sua vita: rendere me, sua moglie, felice e soddisfatta. Questo comportamento dur� appunto quasi un anno, nel quale io ero sempre pi� combattuta tra il fastidio di avere a fianco un marito donnicciola, pauroso e piagnucoloso e la sensazione unica di sentirsi onnipotente, ammirata, desiderata e amata al di l� di ogni possibile immaginazione. Pensavo che dipendesse comunque molto dalla mia bellezza. E si, perch� ormai mi sentivo veramente una donna perfetta. Dopo qualche mese di allenamento con i pesi e facendo una miriade di addominali, sotto la sapiente guida di Daniele, avevo eliminato quello che rappresentava l'ultimo inestetismo che mi perseguitava: la pancia. Ora era piatta veramente, forte e tonica ed io ero diventata vanitosa come non mai. Lo specchio era per me diventato di primaria importanza, sempre pronta a rimirarmi, gongolando come una ragazzina per quello che vedevo, dimenticandomi quasi di essere una madre di due bambine. Questo port� di nuovo un certo attrito con le altre ragazze del gruppo che mal digerivano la mia ingombrante presenza e soprattutto il mio modo di fare indisponente e se non fui cacciata in malo modo dipendeva esclusivamente dall'affetto che riversavano tutti nei confronti di mio marito. Quindi credevo che in fondo, la paura di Marco fosse soprattutto paura di perdermi. Quanto al timore che invece nutriva per me, e parlo di quello fisico, forse anche in quel caso avrebbe avuto i suoi giusti motivi per averlo. A gennaio ero diventata cintura arancione mentre a giugno divenni cintura verde di judo. Erano frequenti anche i combattimenti con alcuni maschi ed io non partivo mai battuta. Certo, a parit� di cintura, difficilmente riuscivo a vincere con un uomo o anche con un ragazzo, mentre ero praticamente imbattibile quando mi capitava per le mani una rappresentante del mio sesso. Prima delle vacanze riuscii addirittura a vincere con una ragazza che era cintura marrone. D'altronde ero molto forte per essere una donna, grazie un po' alla mia costituzione fisica ed un po' per i duri allenamenti a cui mi sottoponeva Daniele. Anche nella kick-boxing infatti ero diventata veramente brava. Tra le donne che frequentavano la palestra ce n'era solo una che mi batteva con una certa regolarit� , ma lei aveva iniziato ben due anni prima di me, mentre quelle che avevano il mio stesso livello tecnico soccombevano regolarmente. Non avevo raffronti con gli uomini in quanto Daniele non voleva assolutamente che facessimo combattimenti misti ed al massimo ci permetteva di scambiare qualche colpo solo per allenamento. Fu proprio qualche giorno prima che la palestra chiudesse per le ferie estive che Daniele si dichiar�. Eravamo soli come sempre ed io ero come al solito stanca ma soddisfatta per il lavoro svolto. Daniele mi venne di fronte e mi accarezz� il viso sudato " Sei contenta ora, Patty? Io credo di aver fatto un ottimo lavoro con te. Ma sono stato facilitato perch� tu sei incredibile. Hai una forza di volont� pazzesca. Sei forte, sei brava e sei anche molto bella. Mi sei piaciuta subito, anche quando avevi un sacco di chili in pi�. Ora per� togli letteralmente il fiato" Avvicin� la sua bocca verso la mia ma io mi ritrassi " No Daniele. Ti prego no. Io amo mio marito. Anche tu sei fantastico, ma io non me la sento. Se pensi che io ti possa creare disturbo forse � meglio non vederci pi�. Penso che sia meglio che mi vada ad allenare in un'altra palestra" Daniele si stacc� pian piano. Era ovviamente molto deluso. Forse io lo avevo incentivato con il mio modo di fare e ne ero dispiaciuta. Lui per� mi sorrise " No, Patty, questo non te lo concedo. Sei la migliore allieva che abbia mai avuto e non ti lascio andare via. Ora hai un corpo fantastico ma dovrai faticare per tenertelo ed io sono il pi� bravo allenatore che tu possa avere. Sono stato uno stupido io a credere che tu potessi avere un debole per me e mi scuso per questo. Ma se non posso averti come donna voglio averti come amica e come allieva" Uscii dalla palestra e, pur dispiaciuta per Daniele che consideravo una brava persona, ero tronfia come non mai. Stavolta le lodi non erano partite da mio marito. Anche gli altri ormai mi vedevano come una donna bellissima e ne ero felice. Questo particolare che non avr� ripercussioni sulla mia storia, serve solo a far capire quale fosse il mio stato d'animo alla vigilia delle vacanze. Ero diventata una donna che dedicava gran parte della propria giornata alla cura di se stessa, con un irrefrenabile desiderio di apparire, aiutata in questo da un marito che non perdeva occasione di elogiarmi e che mi invogliava a vestirmi in modo sempre pi� appariscente, con pantaloni sempre pi� aderenti, gonne sempre pi� corte, magliette sempre pi� scollate e tacchi sempre pi� alti. Fino a poco tempo prima avevo evitato accuratamente di indossare scarpe col tacco alto per non creare un dislivello enorme tra me e lui, ma avevo scoperto che a Marco questo, non solo non interessava, ma gli piaceva enormemente che io andassi in giro con i trampoli. Perci� davo sfogo a tutta la mia vanit� repressa in tanti anni di grassezza e di desideri che non avevo potuto sfogare. Ovviamente c'era anche l'altro aspetto psicologico, ovvero quello che riguardava il timore di Marco nei miei confronti. Dopo tanti mesi di inquietudini, ne avevo preso atto tranquillamente. Se quello era ci� che mio marito sentiva nei miei confronti, tanto peggio per lui. Se, dopo tante parole, ancora non ero riuscita a convincerlo che non aveva nulla da temere da me, non sapevo proprio pi� cosa fare. Ma c'era anche un'altra cosa. Ancora non me ne rendevo conto, ma stava anche cambiando il mio modo di amarlo. Ma questo lo avrei scoperto chiaramente solo qualche tempo dopo. Ma veniamo finalmente al momento delle vacanze. Avevamo deciso, ma pi� esattamente dovrei dire che io avevo deciso, in quanto Marco ormai neanche si azzardava a mettere in discussione una mia idea e una mia proposta, di prenderci due settimane con le bambine in un villaggio vacanze. D'altronde non � che avessimo molte scelte. Fare una vacanza per tutta la famiglia non era facile, cos� come non era facile conciliare le nostre esigenze di adulti con quelle delle bambine ed un villaggio vacanze poteva essere l'ideale. Il fatto che insieme a noi non si aggregasse nessuno del gruppo di amici, che avevano scelto altre mete, non mi aveva certo spaventata ed anzi, mi faceva quasi piacere. Ho sempre pensato che l'avessero fatto di proposito per non trascorrere le vacanze insieme a me e quando Marco aveva naturalmente accolto con entusiasmo la mia idea, si scusarono dicendo che quel tipo di vacanza a tutti loro non piaceva. E si che l'avevano fatta diverse volte in passato. Poco male, restavamo io, mio marito, le mie figlie. Nessun altro. Il villaggio era veramente molto grande e si divideva praticamente in due settori distinti. Da una parte c'era un grosso edificio dove si trovavano le camere d'albergo per chi, come noi, aveva scelto la pensione completa, dall'altro c'erano dei graziosi villini per chi invece aveva optato per la formula residence, cio� cucinarsi e pulire la stanza da soli. L'animazione era dignitosa, il mare bello, ma soprattutto c'era un mini club molto ben strutturato dove lasciavamo le bambine per poter essere liberi di fare ci� che volevamo. Per me fare quello che volevo per buona parte della giornata era semplicemente rosolarmi al sole per prendere un po' di abbronzatura e per dare l'ultimo tocco di bellezza al mio corpo e per leggermi qualche libro in santa pace senza che nessuno mi chiamasse in continuazione. Naturalmente, anche in questo primo scorcio di vacanze Marco prosegu� sulla falsariga di quanto aveva fatto prima di partire. Quindi, tanti complimenti, anche se niente sesso in quanto le bambine dormivano nella nostra stessa stanza. Il fatto pi� eclatante della prima settimana fu per� la mia vittoria nel torneo di beach volley in coppia con Marco ed in quello di pallavolo. Ero stata un'ottima pallavolista e non avevo certo dimenticato come si giocasse. La mia superiorit� , anche nei confronti dei maschi, era stata davvero enorme. Marco, ad esempio, era appena un discreto giocatore, eppure vincemmo a mani basse. Altrettanto avvenne nel torneo di pallavolo. Mi bastava che qualcuno mi alzasse una palla in maniera decente e le mie schiacciate non le prendeva nessuno. Anche in fase di ricezione non ero affatto male e se la palla andava nella mia zona non facevo certo una gran fatica a salvare il punto. I miei avversari erano per� ben poca cosa, erano solo ragazzi e ragazze che al massimo avevano giocato a scuola nell'ora di ginnastica oppure adulti che lo avevano fatto tanti anni prima, mentre io avevo giocato in serie B ed ero stata ad un passo dalla serie A2. Come se non bastasse, mi sentivo in forma perfetta, tanto che avevo pensato per un momento che, al ritorno in citt� , avrei potuto cercarmi una squadra decente per fare un campionato di un certo livello. In fondo la pallavolo era stato il mio vero amore sportivo, anche se ero riconoscente alla kick-boxing in primis, ma anche al judo, per avermi restituito di nuovo un corpo forse addirittura pi� tonico e sicuramente pi� forte di quando ero ragazza. L'importanza di queste vittorie comunque, non fu nelle due medagliette che a fine settimana mi dettero, quanto al fatto che uno degli animatori, il ragazzo che era a capo dei tornei sportivi, mi chiese espressamente di non partecipare ai tornei nella settimana seguente per fare in modo che tutti gli altri ospiti del villaggio potessero partecipare con la speranza di vincere. In cambio mi avrebbero regalato una settimana gratis, da spendere per� in bassa stagione, in uno dei residence dello stesso comprensorio turistico. Al di l� del reale valore di quel regalo, che sarebbe potuto valere poche centinaia di mila lire (ancora non aveva fatto il suo ingresso l'euro) era una grande soddisfazione personale, in quanto si trattava infatti di un'esclusione per manifesta superiorit� . Ovviamente mi entusiasmava anche il modo in cui mio marito continuava ad elogiarmi per due vittorie di nessuna importanza che avevano avuto comunque il pregio di farmi mettere in mostra davanti ad una numerosa platea. E mettermi in mostra, sembrava ormai per me una necessit� che aveva la priorit� su tutto. Ma il lato negativo era che, trascorsa una settimana, non avevo ancora fatto l'amore con Marco. Come ho gi� avuto modo di spiegare, per me il sesso non aveva avuto mai una grande importanza tranne che per l'aspetto propriamente fisiologico. Per spiegarmi meglio, lo facevo, mi piaceva farlo, ma non ne ero certo dipendente. Nell'ultimo anno per� avevo cominciato ad apprezzarlo in maniera diversa. Il sesso non era pi� un semplice rapporto con mio marito, ma una vera e propria seduzione che operavo nei suoi confronti. Mi faceva sentire tremendamente irresistibile e quindi mi ero accorta di trovarmi a pensare che non vedevo l'ora che arrivasse il sabato, il giorno che ci eravamo lasciati solo per noi, per poter fare finalmente l'amore con lui. Lasciavamo le bambine dai nonni ed uscivamo con gli amici, ma al ritorno a casa eravamo soli. Io ero, come tutte le volte che si usciva, particolarmente in tiro, Marco mi sembrava completamente succube della mia bellezza ed eccitato ogni giorno pi� del precedente e di conseguenza il nostro rapporto sessuale era veramente appagante. Certo, capitava anche di farlo nei giorni normali, qualche sera dopo che le bambine si erano addormentate, ma non era certo la stessa cosa ed assomigliava pi� ad un sesso conigliesco che ad una notte d'amore. Pertanto, iniziata la seconda settimana di vacanze, il sesso iniziava a mancarmi. Anche perch� nel frattempo, vedevo come mio marito mi desiderasse. Me ne accorgevo soprattutto a letto, prima di addormentarci, quando lui si strofinava a me facendomi sentire la sua erezione, ma con le bambine a pochi metri, cosa potevamo mai fare? Ma quel pomeriggio tutto cambi�. Eravamo in piscina come d'abitudine, dopo aver trascorso la mattinata invece al mare, quando, accaldata, decisi di farmi un bagno, trascinando mio marito, che invece se ne stava sul lettino a leggersi un libro in santa pace. Non avevo secondi fini in quel momento, solo farmi un bagno con Marco, anche se in realt� mi sentivo strana senza saperne il motivo. Ci facemmo un paio di vasche a nuoto e poi ci appoggiammo al bordo della piscina. Lo baciai innocentemente sulla bocca, ma lui contraccambi� invece con un bacio vero " Piantala Marco, non mi va di dare spettacolo " lo redarguii " Scusami amore, ma lo sai che io faccio fatica a resistere alla mia bellissima moglie" Sorrisi, ovviamente. Mi faceva piacere eccome " Questo perch� voi uomini ragionate solo con questo" risposi toccandogli, senza farmi vedere dalla gente, maliziosamente il pene. Mi accorsi che stranamente era gi� considerevolmente turgido e ne rimasi turbata. " Povero caro" pensai " gli piaccio cos� tanto che si eccita anche dentro una piscina" Ma ormai anch'io ero su di giri " Dai tesoro, andiamo in camera. Manca circa un'ora che le bambine finiscano al mini club. Abbiamo tutto il tempo possibile" aggiunsi quindi in preda a quella strana eccitazione. Marco non si fece ripetere due volte la mia offerta. Uscimmo dalla piscina e, dopo esserci asciugati, gli sorrisi e lo presi per mano. Dovevamo camminare un centinaio di metri per raggiungere la nostra camera e ci avviammo, ancora mano nella mano. Era per� stranamente nervoso mio marito e non ne capivo certo il motivo. Gli chiesi cos'avesse ma lui rispose semplicemente con un "Niente" ed ovviamente, non ci badai pi� di tanto. Del resto andava a fare l'amore con sua moglie, mica con un'estranea. Arrivati in camera lo baciai di nuovo e gli ordinai di mettersi seduto sul letto e di non muoversi mentre io andavo in bagno. Mi pulii accuratamente come facevo ogni volta, mi profumai ed addirittura mi truccai mettendomi il rossetto. Per me non era solo fare sesso con mio marito, era qualcosa di pi�, era vedere nei suoi occhi il desiderio per me. Uscii dal bagno e mi misi in posa, come se mi dovessero scattare una fotografia. Mi sentivo perfetta. Il mio corpo abbronzato, senza il pi� piccolo accenno di pancia, il mio seno che, dopo le gravidanze, era diventato una bella terza misura piena, il piccolo bikini nero, semplice ma che mi stava d'incanto, tutto andava bene. Mi arrotolai una ciocca di capelli con fare sensuale " Allora Marco, che ne dici della tua mogliettina? " " Sei bellissima, come sempre" " Ed allora cosa aspetti? Alzati da quel letto e vieni a prendermi" Marco per� rimase sul letto. Adesso era ancora pi� strano. Sembrava sudasse freddo " Amore, senti, io veramente....." " Cosa ti prende? Dai amore, non abbiamo tutto il pomeriggio" " Patty, io veramente vorrei parlare con te di una certa cosa" Rimasi esterrefatta. Ma come? Io ero pronta, calda e lui voleva parlare. Non capivo " Ma che significa che vuoi parlare. Io credevo che tu volessi fare l'amore con me. Eri eccitato in piscina. Ce l'avevi dritto ed ora mi dici che vuoi parlare" Ero stizzita. Non mi era mai capitato di essere rifiutata " Scusami amore mio, ma se non te lo dico adesso non trover� pi� il coraggio di dirtelo" " Sentiamo allora cos'hai da dirmi di tanto importante" risposi mettendomi seduta ed accendendomi una sigaretta. Mi era passata completamente la voglia " Io vedi, ecco...." " Taglia corto Marco. Ci conosciamo e stiamo insieme da una vita. Mi sembra che non sia il caso di essere nervoso con me. Quindi vieni direttamente al sodo" " Ok amore, come vuoi tu. Il fatto � che negli ultimi tempi ti vedo in maniera diversa. Sei cos� bella e sensuale, ma sei anche una donna nuova per me. E poi il fatto che tu vada cos� assiduamente in palestra mi ha un po' sconvolto" " Di questo me ne sono accorta e non riesco a capire il motivo. In fondo sei tu che mi hai spinto a fare kick-boxing prima e judo poi. Il fatto che io mi ci sia appassionata dovrebbe renderti felice. O no? " " Si certo. Ma poi hai cominciato anche a fare pesi ed io ho bisogno di capire" " Di capire cosa? " ribattei " Di capire se il mio timore nei tuoi confronti � giustificato" " Ma se te l'ho detto un milione di volte che non hai niente da temere da me. E poi ti sei visto? Hai due spalle enormi, un braccio che � il doppio del mio. D'accordo che io, per essere una donna, sono molto forte, ma sinceramente mi sembri ridicolo quando affermi di aver paura di me" " Avrai senz'altro ragione, ma io ho ugualmente bisogno di mettermi alla prova" Mi venne da ridere " E come vorresti metterti alla prova? Facendo a botte con tua moglie? Ma dai piantala " Ti prego, Patty. Per me � importante sapere" Mi alzai dal letto e spensi la sigaretta " Non vale neanche la pena di restare qua a parlare di queste scemenze. Scendiamo e ritorniamocene in piscina. Almeno prendo un altro po' di tintarella" Patty, amore " insistette Marco " lo so che tu la reputi una scemenza. Ma mettiti nei miei panni, almeno psicologicamente. Io sono tuo marito, sono un uomo e questa cosa mi sta facendo impazzire" " E se per caso tu dovessi scoprire che io sono veramente pi� forte di te cosa faresti? Mi lasceresti? Guarda che l'eventualit� che ti possa battere non � poi cos� remota" Era la prima volta che dicevo a Marco che effettivamente c'erano delle possibilit� che in un incontro di lotta avrei potuto vincere io. Fino a quel momento lo avevo tranquillizzato, ma ora mi ero stancata. Ero senz'altro sicura che lui fosse ancora pi� forte di me, ma io ero pi� agile e molto pi� in forma e le corse che avevamo fatto, in cui non riusciva a starmi dietro, lo dimostravano ampiamente " No, questo no." rispose infine "Non ti lascerei neanche per tutto l'oro del mondo. Anzi, ho il terrore che tu possa lasciare me" " D'accordo" conclusi "Togliamoci questo pensiero. Se questo ti pu� togliere quelle stupide preoccupazioni che hai, facciamolo. Io sono pronta. Non mi colpire in faccia o al seno perche altrimenti te la faccio pagare. E non mi riferisco alla lotta. Intesi?" " Intesi" rispose brevemente mio marito. Mi tolsi le mie graziose ciabattine da mare e ci mettemmo in posizione. Io mi misi nella classica posa della kick-boxing, con il braccio sinistro a ripararmi il volto ed il destro pronto a punzecchiarlo e con la gamba sinistra leggermente piegata in avanti pronta per� a far scattare la destra, la mia gamba forte. Cominciammo e non nascondo di aver provato un certo timore inizialmente. Marco era abbastanza robusto anche se non massiccio ed un eventuale suo colpo mi avrebbe potuto provocare danni seri, perci� rimasi piuttosto guardinga. Per�, dopo pochi secondi, mi resi conto che appariva piuttosto sconclusionato. Cercava di colpirmi lasciando completamente libero il suo volto tanto che, se avessi voluto, lo avrei potuto facilmente prendere in faccia con uno dei miei calci. Ma non era certo al volto che volevo prenderlo. Attesi perci� il momento buono e poi feci partire un calcio circolare per colpirlo su un fianco con il collo del piede. Un colpo portato con media forza ma che incredibilmente fece piegare Marco completamente da un lato. " Oddio che male " si lament� " Ma dai ti ho appena sfiorato" Mio marito mi sembrava in quel momento un gigante d'argilla. Quel colpo per� mi aveva intanto fatto capire che potevo osare ed iniziai ad essere pi� aggressiva. La mia gamba sinistra ora lo sfiorava in continuazione ma poi fu ancora la mia gamba destra a penetrare la sua guardia approssimativa. Un calcio frontale all'altezza del petto e mio marito stramazz� al suolo come un sacco di patate. Stava col sedere per terra e con la schiena appoggiata al letto della nostra camera d'albergo, lamentandosi per il dolore e massaggiandosi il petto nel punto dove l'avevo colpito. Mi faceva tenerezza, forse avrei dovuto lasciarlo vincere, ma era stato tutto cos� facile, cos� incredibilmente facile. Mi avvicinai a lui per consolarlo ma Marco si alz� di colpo prendendomi le mani con le sue " Sei forte, ma ancora non mi hai battuto" Ora era lui a spingermi e pensai che per me era finita. Sul piano della forza bruta non potevo avere possibilit� . Ed invece indietreggiai solo di un paio di metri e poi mi accorsi che riuscivo a contrastarlo in maniera molto efficace. La sua faccia era stravolta, digrignava i denti quasi con ferocia, eppure non riusciva a spostarmi di un centimetro. Ero io che invece lo stavo mettendo in difficolt� obbligandolo a fare qualche passo indietro. Riuscii facilmente anche a liberarmi il braccio destro. A quel punto avrei potuto colpirlo con una gomitata, ma gli avrei fracassato la faccia e decisi perci� di mettere in pratica quello che avevo imparato nel judo. Era a torso nudo e non potevo prendergli la manica del kimono come se fosse un normale combattimento ovviamente, ma misi il mio braccio destro, quello che si era appena liberato, sotto la sua ascella e poi, ruotando le spalle e facendo forza anche col mio braccio sinistro, lo atterrai con un perfetto . Marco url� mentre io lo guardai esterrefatta. Avevo ancora il suo braccio nella mia mano, io in piedi e lui sdraiato per terra con la testa vicino ai miei piedi. Mi sentivo strana, senza sapere cosa fare. Stringevo il braccio di Marco in una leva in modo quasi automatico. Da una parte volevo lasciargli quel braccio e non umiliarlo ulteriormente, dall'altra l'adrenalina per quello che stavo vivendo s'impadroniva di me in modo sempre pi� massiccio. Ma fu mio marito ad aiutarmi nella scelta " Non mi arrendo, Patty, non posso perdere cos� con una donna" mi grid�. Era quasi il segnale che aspettavo. Non poteva perdere con una donna? Ora vedremo. Proseguii a fargli la leva ma cambiai mano. Con la mia sinistra presi a torcergli il braccio e con il mio braccio destro, dopo essermi seduta accanto a lui, gli presi la testa tirandola verso di me in una classica presa di strangolamento. Ora era intrappolato. Non aveva vie di scampo. Per alcuni secondi si dimen�, ma pi� lo faceva pi� la leva gli infliggeva dolore " Basta Patty, mi arrendo" piagnucol� " Ti prego non farmi altro male" Malgrado si fosse arreso io non lasciai subito le mie prese. Ero quasi in stato confusionale " Allora ti arrendi, vero? " gli digrignai " Si mi arrendo, far� tutto quello che vuoi, ma lasciami, ti scongiuro" Lo lasciai e lo guardai in faccia. Mi sembrava uno sconosciuto, non l'uomo che avevo sposato. Era tremante davanti a me, mentre eravamo ambedue seduti per terra " Sei troppo forte per me, amore mio, non posso competere con te" Mi disse mentre avvicinava il suo volto verso il mio. Io respiravo forte, non per stanchezza ma per inquietudine, una strana inquietudine che si era impossessata completamente di me e di cui non riuscivo a capirne le origini. Mi baci� ed io ricambiai il suo bacio, poi notai casualmente il suo pene che usciva in maniera portentosa dal suo pantaloncino. Mi sembrava di non averlo mai visto cos� grosso ed eretto. Vedevo solo la parte superiore, ma tutto il resto era facilmente intuibile, anche se nascosto dentro il suo costume. Marco si rese conto di dove era andato a finire il mio sguardo e quasi si scus� "Ci siamo baciati, amore, � normale" " Non lo so se � normale o no, ma togliti i pantaloncini " gli ordinai " Hai detto che farai quello che voglio e quello che voglio adesso � scopare" Non avrei mai immaginato che dalla mia bocca potessero uscire parole del genere, ma mi sembrava di essere posseduta dal diavolo. Ora capivo il significato di quell'inquietudine: volevo fare sesso. Ero bagnata senza essere stata toccata, senza aver fatto alcun tipo di preliminare a parte un solo bacio ed una cosa del genere non mi era mai accaduta. Spinsi quasi con forza mio marito invitandolo a sdraiarsi e, dopo essermi tolta il costume, mi poggiai sopra di lui pronta a farmi penetrare e, quando lo fece, la mia sensazione divenne certezza. Non lo avevo mai sentito duro in quella maniera dentro di me. Gli ordinai di non muoversi perch� avevo intenzione di farlo io, volevo assaporare quel momento in tutta la sua grandiosit� , gestire io il pieno controllo della situazione e cos� feci. Mi toccavo i capezzoli con le mani mentre davo possenti colpi d'anca per sentire ancor di pi� il sesso di mio marito. Volevo sentirlo in tutto il mio corpo, quasi a voler raggiungere la perfezione nell'atto sessuale. Arrivai in tal modo all'orgasmo in brevissimo tempo " Adesso amore mio."gridai" Vieni adesso insieme a me, voglio che te ne vieni ora" Non so se quello fosse un ordine o un'implorazione, ma mio marito non si fece affatto pregare. Cos�, oltre al mio orgasmo, sublime, meraviglioso, che mi stava facendo sussultare ritmicamente, sentivo anche la sua eiaculazione, potente come non era mai stata prima ed infine quasi un tremore che lo accompagn� per diversi secondi. Rimanemmo cos� in silenzio, io sopra di lui, con il suo pene affievolito ma ancora abbastanza turgido da non scivolare fuori di me. Non mi rendevo bene conto di ci� che era appena accaduto. Quello che di certo sapevo era che non mi era mai capitato di provare una sensazione simile. Era stato tutto breve ma di un'intensit� unica che non trovava paragoni in nessun altro momento intimo trascorso insieme, neanche quando Marco, come da sua abitudine del resto, era durato enormemente di pi�. Tutto questo aveva fatto passare in secondo piano il fatto che avevo appena battuto mio marito nella lotta. Mi dispiaceva enormemente per lui anche perch� ora avrebbe trovato riscontro con i fatti alle sue paure nei miei confronti ma, allo stesso tempo, ero enormemente soddisfatta. Anche la sensazione di avere mio marito completamente in mio potere, inducendolo ad arrendersi di fronte alla mia superiorit� , era stato infatti paragonabile ad un vero e proprio orgasmo. Ma in quel momento tutto era molto confuso dentro di me. Mi alzai per andare a farmi una doccia, felice per quel pomeriggio vissuto cos� intensamente e lanciai un bacio a Marco. Anche lui era felice e si vedeva chiaramente, i suoi occhi emanavano una luce diversa seguendomi mentre, nuda, mi avviavo in bagno, ma allora non sapevo che le motivazioni della sua felicit� erano in gran parte differenti dalle mie. Lo avrei scoperto soltanto molto tempo dopo. Se volete dialogare con me, scrivete una mail a Pattytrasgressiva@tiscali.it