LA VITA DI PATTY Patty e la palestra Questo � il quarto episodio che narra della mia vita. Nei primi tre ho raccontato di come conobbi Marco, di come lui divenne mio marito e di come, dopo essermi resa conto di essere notevolmente ingrassata, avevo iniziato una drastica dieta aiutandomi anche con la palestra, cominciando a frequentare un corso di kick-boxing. Era dunque trascorso pi� di un mese da quando avevo iniziato ad andare in palestra e circa quindici giorni da quando avevo iniziato a lavorare. Era ormai quasi primavera, le giornate si erano notevolmente allungate e la mia vita era diventata molto pi� frenetica. Il lavoro mi piaceva molto ed avevo notato in me una certa predisposizione per la moda e per il commercio, impegnandomi molto per raggiungere gli obiettivi di vendita prefissati da mia cugina. Tra l'altro, trattandosi di un punto vendita situato nel cuore della citt� e frequentato da molti turisti di tutte le nazionalit� , stavo dando una bella spolverata al mio inglese scolastico e stavo imparando due lingue nuove: il francese e lo spagnolo. Non che sapessi dialogare con qualcuno che veniva da Parigi o da Madrid, ma almeno riuscivo a dire quelle poche cose che servivano per vender loro una maglia o una camicetta. Continuavo anche con passione il corso di kick-boxing e nelle ultime due lezioni avevo cominciato a scambiare qualche colpo con le mie compagne di allenamento. Poca roba, ma Daniele, il mio allenatore, mi aveva garantito che io possedevo la stoffa, ma soprattutto la struttura fisica, per fare belle cose in questo sport. Ed a proposito di struttura fisica, la dieta e lo sport combinati insieme avevano quasi compiuto il miracolo. Ero ritornata praticamente quella di prima. Il mio viso si era completamente sgonfiato ed il mio corpo, dopo soli due mesi di dieta ed uno di palestra, aveva ripreso una certa tonicit� ed elasticit� . Ero ancora lontana dalla ragazza che ero stata, magra come una modella ed in forma come una sportiva professionista, ma ero sulla buona strada ed anche il mio dietologo lo conferm� dicendomi che ormai mi mancavano solo una decina di chili da smaltire. Mi disse che quelli sarebbero stati i pi� duri da eliminare e mi cambi� anche la dieta. Considerando che facevo sport, dovevo integrare in maniera differente i vari cibi. Quindi spazio a carboidrati in misura maggiore, soprattutto riso, ed a proteine. Il vero problema era che stavo molto attenta e scrupolosa nel seguire questi dettami sia a colazione che a merenda e naturalmente a cena, ma non potevo farlo a pranzo, quando ero costretta ad arrangiarmi trovandomi ancora nel negozio. Comunque, poco male. La mia linea era gi� pi� che decente e Marco sembrava apprezzare molto, malgrado per vari motivi non avevamo pi� potuto replicare la sera di tre settimane prima. Un po' dipendeva dalla mia stanchezza. Facevo tutto di corsa, lavoro, casa, palestra, bambine ed ancora casa. Fare la spesa, preparare la cena, pulire la cucina, ero diventata una specie di robot, con la conseguenza che la sera crollavo per la stanchezza. Il sabato sera invece, si usciva con gli amici. Niente di particolare: una pizza, il cinema, la cornettata prima di ritornare a casa. Ma comunque spazio per noi due da soli ce n'era veramente poco e non me la sentivo di lasciare le bambine dai nonni come se fossero un pacco postale. Per� gli apprezzamenti di mio marito erano veramente piacevoli. Mi diceva che ero ritornata bellissima, anche se io ancora non mi consideravo tale, e che quando uscivamo, facevo sfigurare tutte le altre ragazze. A dir la verit� un po' tutti mi facevano i complimenti, anche le mie amiche, anche se, secondo me, lo facevano molto a malincuore. In fondo non erano, e non erano mai state, mie amiche, ma mogli o fidanzate degli amici di Marco. Una gran bella differenza. Ma comunque, a parte un paio di loro, non � che fossero streghe e, tutto sommato, la convivenza con loro poteva anche definirsi piacevole. Ad ogni modo la mia vita prosegu� per una ventina di giorni su questi livelli. Stavo cominciando anche ad abituarmi alla stanchezza e riuscivo a gestire meglio le tantissime cose che avevo da fare, ma poi avvenne una cosa che forse solo io, con la mia ingenuit� di allora, non seppi cogliere nella maniera giusta. Avevamo appena fatto l'amore. Le bambine nella loro camera dormivano beatamente ed io mi alzai per andare in cucina a fumare una sigaretta, avendo l'abitudine di non farlo in camera da letto. Marco mi raggiunse e si sedette vicino a me " Ma lo sai che sei diventata pi� bella di quello che eri quando ti ho conosciuta? " Sorrisi appena, ma dentro di me sentivo una felicit� pazzesca. Eppure, come ho detto, mi vedevo ancora un sacco di difetti. Forse era il mio nuovo look ad attirare Marco. Comunque sia, mi faceva piacere, eccome. " Grazie, tesoro " gli risposi semplicemente, baciandolo sulla bocca " Hai visto che avevo ragione? Fare kick-boxing ti sta facendo veramente bene" Annuii. In effetti mi sentivo molto meglio. Ma poi Marco prosegu� " Secondo me dovresti dedicare anche qualche altra ora allo sport" " Ma come faccio, amore? Gi� fatico per riuscire a fare tutto quello che faccio. Non ce la farei mai a fare anche altre cose. Magari, mi piacerebbe, ma � proprio da escludere" " Se � solo per questo io ti posso dare una mano" " Una mano? E in che senso? " " B�, ad esempio potrei dedicarmi io un po' di pi� alle bambine. Ormai sono grandi. Le potrei andare a prendere a scuola io e far fare loro i compiti, potrei dar loro la merenda. Insomma, non mi sembra un grosso sacrificio. E poi potrei anche aiutarti con la cena. Ormai lavori anche tu e sarebbe giusto che io ti dia una mano in casa. Posso apparecchiare la tavola e magari andare anche al supermercato. Basta che tu mi dia la lista della spesa" " Al supermercato no. Mi compreresti un sacco di cose inutili " dissi ridendo. Ma era cos� tenero e dolce che quasi mi vennero le lacrime agli occhi. Spensi la sigaretta e mi avvicinai a lui proseguendo, stavolta in maniera seria " Ma veramente faresti tutte queste cose per me? " " Se non le faccio per te che sei mia moglie, per chi dovrei farle? " Mi misi seduta sopra di lui e lo baciai " Sei veramente un tesoro. E dimmi, che altro sport potrei fare? " " Non so, tu hai qualche idea? " " Veramente no. Forse dell'acquagym, o forse l'aerobica dell'altra volta" " Ma no. Secondo me dovresti insistere con qualcosa di simile al kick-boxing per non diversificare troppo il tipo di allenamento. Che so, judo o karate, ad esempio" " Un'altra arte marziale? Ma mi vuoi far diventare la sorella di Bruce Lee? Non lo so amore, ci voglio pensare un po'" " Come vuoi. Per� pensaci davvero" Ci pensai, infatti. Non riuscivo a capire l'entusiasmo di mio marito e la sua volont� di farmi fare degli sport del genere, sport che tra l'altro avevo sempre considerato poco femminili. E se c'era una cosa che nessuno aveva mai potuto mettere in dubbio era la mia femminilit� , nemmeno quando pesavo quasi un quintale. E' vero che sulla kick-boxing mi ero dovuta ricredere, ma non mi sembrava il caso di fare anche judo o karate. Per� Marco insistette per un altro paio di giorni, glorificando al massimo le doti di questi sport ed alla fine cedetti. Sapevo che mio marito era un oratore eccezionale, non per niente il suo sogno, purtroppo vanificato, era quello di fare l'avvocato, ma non credevo che la sua opera di convincimento fosse cos� micidiale. Pensai che sarebbe potuto diventare un avvocato coi fiocchi. Che peccato. E poi in fondo dovevo piacere a mio marito e se a lui piaceva che io facessi una certa cosa, l'avrei fatta. Ad ogni modo la mia scelta, ma forse sarebbe pi� giusto dire la scelta di Marco, cadde sul judo. Proprio nei tre giorni che io facevo kick-boxing c'era, esattamente un'ora dopo il termine della lezione, il corso di judo per principianti in un'altra sala della stessa palestra. Mi dovetti comprare stavolta il kimono e pochi giorni dopo feci il mio esordio al corso di judo. Una decina di ragazzini dai dodici ai quindici anni, un'altra donna, l'unica insieme a me, ed una mezza dozzina di uomini di varie et� . Al contrario della kick-boxing, dove si entra subito in azione, dove si suda e si fatica, il judo all'inizio non mi lasci� una buona impressione. Una decina di minuti di lieve corsa intorno al tatami, ovvero il tappeto e poi il resto della lezione era imperniata sul modo di cadere senza farsi male. Un po' noioso. Il bello sarebbe arrivato solo dopo una decina di lezioni. Mio marito fu comunque di parola. In quei tre giorni io ritornavo a casa verso le sette e trenta di sera, molto stanca dopo una giornata di lavoro e due ore di allenamento intenso, ma trovavo per� la tavola apparecchiata e spesso addirittura i cibi che si stavano gi� cuocendo. Senza contare le bambine gi� pronte con il pigiama e con la grande che aveva terminato i suoi compiti. Era, � vero, solo in prima elementare, ma le sue maestre le davano dei compiti in casa assolutamente impossibili per una ragazzina di sei anni, obbligando noi genitori a seguire attentamente i nostri figli pi� di quanto non fosse normale. E per fortuna che la piccola andava ancora all'asilo. Per diversi mesi non accadde nulla di particolare, ma in realt� le cose erano cambiate impercettibilmente giorno dopo giorno, ed alla vigilia delle vacanze estive io potevo considerarmi un'altra donna. Tanto per cominciare il mio peso forma era ormai stato riacquistato completamente. A parte lievi inestetismi sulla pancia che neanche lo sport aveva eliminato, mi sentivo alla grande. Ora camminavo sicura di me, mi sentivo bella ed automaticamente avevo ricominciato a tirarmela un po'. Sapevo che quello era stato un mio difetto quando ero una ragazzina, cercavo quindi di non ricadere negli stessi errori, ma ogni tanto veniva alla luce questo lato della mia personalit� . Naturalmente il primo artefice del mio cambiamento fu proprio Marco, che a forza di coprirmi di elogi e di dirmi quanto io fossi meravigliosa, un po' mi ci faceva credere veramente. D'altronde quale donna non crederebbe a lodi sperticate del proprio marito? Questo si ripercuoteva naturalmente anche sul sesso che era molto pi� piacevole di prima e mi rendevo conto di piacere veramente a mio marito. In quei frangenti noi donne possiamo fingere, ma un uomo no. Ed io vedevo negli occhi di mio marito che il desiderio era aumentato in modo esponenziale. E non solo negli occhi. Ma poi, ovviamente, era tutto il resto che mi dava la certezza di essere, se non proprio una bella donna, almeno attraente. Se quei due frequentatori del bar, mesi addietro, erano stati i primi dopo tanti anni a guardarmi con desiderio, dopo di loro erano stati tanti altri a posare su di me lo stesso tipo di sguardo, facendo crescere a dismisura il mio ego. Ma prima di andare avanti credo che sia il caso di aprire una piccola parentesi. Non � che tutta la mia vita fosse improntata sulla mia bellezza e che passassi tutto il giorno a guardarmi allo specchio per farmi sentir dire chi fosse la pi� bella del reame. In realt� avevo anche un sacco di interessi molto pi� nobili, ma sono costretta a soffermarmi su questo aspetto perch� avr� una ripercussione fondamentale nel prosieguo della mia storia. Ho parlato dunque del mio aspetto fisico ed ora vi parlo degli sport che ormai praticavo da diversi mesi. Nella kick-boxing avevo iniziato a fare i miei primi combattimenti con le altre mie compagne di corso. Niente di eclatante, ma mi rendevo conto di sentirmi abbastanza portata in questo sport e, malgrado le mie contendenti avessero mesi di allenamento e quindi di esperienza in pi� di me, riuscivo in alcuni casi anche a vincere contro di loro. Ero anche aiutata dalla mia altezza, superiore a quella di tutte le altre donne e di conseguenza dalle mie gambe, decisamente pi� lunghe della media, che mi facilitavano soprattutto nei calci. Nel judo invece, ero diventata cintura gialla. Poca cosa lo so, ma bisogna pur cominciare. Ed anche in quello sport cominciavo a prenderci gusto. Nel frattempo era finita la scuola ed ero stata costretta a chiedere aiuto ai miei genitori per tenermi le bambine. Mia madre veniva a casa mia prima che scendessi a guardarmi le bambine, dandomi l'opportunit� di andare a lavorare. E non era cosa da poco. Quello stipendio in pi� ci aveva facilitato molto, dal punto di vista economico, oltre che a farmi sentire pi� viva. Probabilmente, uno dei motivi del mio cambiamento dopo il matrimonio, era dovuto proprio al fatto che mi ero trincerata dietro il ruolo di mamma e di moglie, senza pensare pi� alla donna che c'era in me. Ed invece, con il nuovo lavoro, ero costretta, ed era una costrizione molto piacevole, a stare sempre in tiro. Quindi mi vestivo alla moda, con gli abiti che mi prendevo dal negozio e che pagavo al prezzo di costo, mi truccavo ogni giorno ed ero sempre attenta a tutto il resto: parrucchiere ogni settimana, unghia curate, anche se ogni tanto se ne spezzava una durante i miei allenamenti, e via discorrendo. Potevo permettermelo perch� lo stipendio lo gestivo completamente io, anche se, essendo tutt'altro che tirchia, spendevo anche per gli altri componenti della mia famiglia. Per prime, ovviamente, le mie figlie che facevo vestire come due piccole principesse, ma non lesinavo regali neanche a mio marito e non mancava mese che non gli portassi una camicia nuova oppure una bella maglia. Quasi tutto il resto me lo spendevo per me, riuscendo a mettermi da parte veramente poco. Se non altro facevo risparmiare un bel po' di soldi a mio marito che aveva in tal modo meno spese di quante ne avesse prima. Ma ritorniamo al momento della nostra partenza, o meglio a qualche giorno prima. Era ormai una settimana che la mia palestra era chiusa per ferie. Era rimasta aperta solo la prima settimana d'agosto ed io, per continuare a tenermi in forma e per cercare di togliermi quella maledetta pancetta che mi stava facendo impazzire, avevo deciso di fare un po' di corsa, coinvolgendo mio marito a fare altrettanto. Anche lui stava in buona forma e per me sarebbe stato un test probante sulle mie condizioni fisiche. Ed il primo giorno che corremmo, accadde qualcosa che per me fu veramente incredibile. Avevamo deciso di fare una mezz'ora di corsa sostenuta ma non velocissima. Ero convinta che Marco mi avrebbe stracciata. Lo avevo visto tante volta giocare a calcio prima ed a calcetto poi e sapevo che era uno che correva dal primo all'ultimo minuto, sempre l'ultimo ad arrendersi, quasi che avesse sette polmoni invece di due. Invece, con mia grande meraviglia, a poche decine di metri dal traguardo che ci eravamo prefissati, ammain� bandiera bianca " Basta tesoro, non ce la faccio proprio a starti dietro. Sei troppo allenata per me " mi disse. Io rimasi ovviamente un po' smarrita. Riuscivo solo a dirmi che era incredibile. Pensavo che si sarebbe messo ad accampare scuse banali ed invece mi copriva di elogi " Sei veramente in gamba, amore mio. Non sei solo la pi� bella moglie che un uomo possa desiderare, ma sei anche un'atleta nata. Sono orgoglioso di te e sono soprattutto orgoglioso di essere tuo marito " Roba da non credere. La felicit� per quelle parole mi fuorvi� da quello che era poi la mia sorpresa per quella prestazione. Avevo battuto mio marito, sia pure in una stupida corsa ed ero felice. Stupefatta ma felice. Il bello fu che la stessa cosa si ripet� nei giorni successivi, cio� a quelli antecedenti la nostra partenza. Correvamo ed immancabilmente lo staccavo, sempre con maggiore facilit� . Ma anche in quell'occasione mi dimostrai particolarmente ingenua. Pensavo solo che in fondo ero pi� brava. Ci poteva pure stare un'eventualit� del genere. Del resto negli ultimi mesi mi ero allenata in modo talmente intenso che non era poi una cosa cos� assurda il fatto che io lo potessi battere. Non dimentichiamoci che ero stata un'ottima atleta solo pochi anni prima. Ma le sorprese sul comportamento di mio marito non erano ancora terminate. Mancavano un paio di giorni alla nostra partenza ed ero in fibrillazione perch� per la prima volta nella mia vita stavo per salpare. Eh si, stavo per partire in crociera. Quale migliore occasione per rinsaldare il ritrovato feeling tra me e mio marito? Ovviamente non ci andavamo da soli perch� noi eravamo una famiglia e le bambine sarebbero partite con noi, approfittando anche del fatto che la loro presenza a bordo era praticamente gratis. Spesso le nostre vacanze erano state motivo di discussione e questo perch� i genitori di Marco possedevano una graziosa casetta al mare, a pochi chilometri dalla mia citt� , che era un ottimo punto di riferimento per le nostre estati. Il problema era che mio marito non voleva fossilizzarsi tutte le estati in quella casa, mentre io la trovavo molto comoda, soprattutto per le bambine che potevano fare quasi due mesi di mare. Marco poteva invece liberarsi dal lavoro al massimo per due settimane, di solito le ultime due d'agosto ed aveva voglia di fare qualcosa di diverso dal solito tran tran che avevamo quando rimanevamo appunto nella sua casa al mare. Quell'anno per�, anch'io non potevo prendermi tanti giorni di ferie a causa del mio nuovo lavoro ed accolsi con gioia la notizia che tutto il nostro gruppo stava organizzando una crociera di dieci giorni nel Mediterraneo. Gli ultimi giorni prima della partenza furono appunto febbrili e caddi quasi nella disperazione quando venni a sapere che, almeno per un paio di serate, bisognava vestirsi in lungo, come in una serata di gala. Nessuno me l'aveva accennato ed io non avevo nulla del genere nel mio guardaroba a causa del mio dimagrimento degli ultimi mesi, mentre tutte le mie invece, avevano messo in valigia qualcosa di molto elegante. Nel mio negozio non c'era nulla del genere; noi vendevamo soprattutto vestiario adatto per tutti i giorni, e cos� mi ritrovai a due giorni dalla partenza, senza gli abiti da indossare in quelle serate. Decidemmo di fare una passeggiata per il centro alla ricerca di ci� di cui avevo bisogno. Non era facile. Si era ormai a fine stagione e le vetrine erano povere di cose decenti. Dopo un paio d'ore di inutili tentativi, trovai un negozio nel quale avevano fatto apparizione le prime cose della nuova stagione autunnale. Per chi non lo sa, e mi riferisco soprattutto agli uomini, non c'� grande differenza tra un abito elegante autunnale o estivo ed io me ne provai qualcuno, sotto lo sguardo attento di mio marito che non mancava mai di apprezzare il modo in cui mi stavano indosso. Ad onor del vero mi stavano quasi tutti effettivamente molto bene e ce n'era uno che mi piaceva particolarmente, ma non l'avevo neanche fatto vedere a Marco in quanto lo consideravo troppo scollato ed appariscente. Non mi dimenticavo certo che ero una donna sposata e soprattutto una mamma. Marco invece insistette nel voler vedere come mi stava ed io lo accontentai " Vedi tesoro, � bello ma non me la sento di mettere una cosa del genere" gli dissi " E perch�? Sei cos� bella che puoi metterti qualunque cosa " mi rispose invece con mio pieno stupore " Ma non trovi che sia esageratamente stretto e scollato? " " Io trovo che sia delizioso e che ti sta a pennello. Pensa a quanto rosicheranno tutte le altre, quando ti vedranno vestita cos� " Era la parolina magica e lo comprai. Questa rivalit� con le altre donne del nostro gruppo mi stava prendendo troppo la mano, ma in quel momento non ero troppo ragionevole. Negli anni della mia grassezza avevo sofferto che le altre ragazze potessero permettersi delle cose che io, con la mia mole, potevo solo sognare. Avevo sofferto anche di molte altre cose. Della paura di non poter essere in grado di tenermi mio marito, ad esempio. E questo anche se lui non me ne aveva mai dato atto, poverino. E mi venivano in mente tante altre cose accadute in quel periodo. Gli apprezzamenti poco generosi, le risatine, i loro discorsi ed i loro sguardi di compatimento. Ma malgrado tutto questo, non ero mai stata in grado di reagire, bloccata da chiss� quale misteriosa forza. Ma ora mi sentivo diversa, forse anche un pizzico pi� cattiva ed ero pronta a prendermi tutte le mie rivincite. E poi, naturalmente, ero felice che, una volta di pi�, mio marito mi apprezzasse molto, forse al di l� dei miei effettivi meriti. In realt� parecchie idee, ma molto confuse, stavano facendo capolino nella mia testa riguardo il comportamento di Marco. Ero molto contenta, come ho appena detto, di come lui mi decantasse e pensavo che, per incredibile che potesse essere, mio marito si fosse perdutamente innamorato di me soltanto adesso, dopo sette anni di matrimonio. Del resto tutto lasciava immaginare una cosa simile. Non che prima mi odiasse, tutt'altro. Ma non lo avevo mai visto comportarsi cos� nei miei confronti, nemmeno nei primi tempi del nostro fidanzamento. Era cos� strano, sempre attento ad accontentarmi in tutto, forse addirittura troppo premuroso per i miei gusti. Per�, malgrado tutte le dimostrazioni d'amore che mi dava, mancava quella che io ritenevo la pi� importante di tutte, ovvero la gelosia. Sar� perch�, come ho ribadito pi� volte, la gelosia per me era un fattore fondamentale per dimostrare il mio amore. Secondo me amare equivaleva a possedere e non riuscivo a comprendere come Marco non solo non fosse geloso, ma mi spingesse anche a vestirmi in modo provocante. Glie lo feci presente quella sera stessa quando misi quel vestito in valigia. La sua risposta per� mi spiazzo completamente " Se tu mi tradissi credo che impazzirei. Non tutti dimostriamo la nostra gelosia nello stesso modo. La verit� � che sono geloso da morire, ma pi� ancora sono orgoglioso di te, della moglie che tutti mi invidiano. E' come se arrivassi al bar della piazza con un bel Ferrari sotto il sedere, facendolo vedere a tutti quelli che mi guardano invidiosi. Facendolo solo vedere per�, perch� a toccarlo nessuno si deve azzardare " Rimasi senza parole. Credo che una dichiarazione d'amore di quel genere fosse davvero unica, meravigliosa, talmente bella che ricordo che dopo tanti anni sentivo di nuovo battermi il cuore forte nel petto " Ed io sarei la Ferrari? " chiesi infine con un filo di voce " Si amore mio, tu sei la mia Ferrari. Tutti possono guardarti e non faranno altro che rendermi felice, ma nessuno deve toccarti" Con questo mio stato d'animo, assolutamente fantastico, due giorni dopo partimmo. Vi risparmio i dettagli di quella che fu comunque una vacanza stupenda e nella quale feci del tutto per rendere orgoglioso mio marito, proprio come a lui piaceva e mi riferisco in modo particolare alle due serate in cui indossai quell'abito. Al ritorno in citt� ricominci� subito la vita di tutti i giorni e quindi per me questo voleva dire ritornare al lavoro e soprattutto in palestra, cosa che mi era mancata moltissimo, malgrado non mi fossi quasi mai fermata, proseguendo infatti a correre tutti i pomeriggi con Marco, battendolo tra l'altro regolarmente e sempre con maggiore facilit� . C'era per� anche un altro motivo per cui non vedevo l'ora di ritornare in palestra. Malgrado mi rendessi conto che la mia forma fisica era quasi ottimale, c'era un particolare del mio corpo che continuava a mandarmi in paranoia: la pancia. Non che ce l'avessi particolarmente grossa, anzi. Addirittura quando ero vestita mi sentivo perfetta e la pancia sembrava totalmente piatta, soprattutto quando mi mettevo pantaloni aderenti. In realt� , al mare prima ed in crociera dopo, mi ero resa conto che invece quell'inestetismo era veramente brutto. Almeno tale mi sembrava nonostante le rassicurazioni di Marco che mi diceva invece che non si vedeva praticamente nulla. Ma non � che mi fidassi molto del giudizio di mio marito. Lui mi vedeva ormai come un'icona di bellezza e pur essendone ovviamente felice, sapevo che le cose non stavano proprio cos�. Non ancora almeno. Ma per diventarci veramente dovevo assolutamente eliminare quella pancia, l'ultimo ricordo di ci� che ero solo sette mesi prima. Forse chi mi poteva aiutare era proprio Daniele, il mio allenatore. Era in forma smagliante, con un fisico pressoch� perfetto ed era anche un personal trainer. Chi, pi� di lui, poteva consigliarmi nella maniera giusta? Tra l'altro avevo anche percepito come, secondo me, avesse una debolezza nei miei confronti, sia come allieva, inondandomi di elogi soprattutto per la mia caparbiet� , sia come donna, anche se fino a quel momento si era sempre comportato in modo ineccepibile e molto professionale " Daniele, ascolta, mi devi aiutare " esordii appena terminata la lezione e dopo averlo preso in disparte. Mi alzai la maglietta e gli feci vedere quello che a me sembrava un oscenit� . Lui aggrott� la fronte mentre io gli indicavo la mia pancia " La vedi? Fa schifo" " Ma che cosa fa schifo? " " La pancia. Ma non vedi che � enorme? Mi sono dimagrita tantissimo, ma questa maledetta pancia non se ne vuole andare. Aiutami, fammi fare degli allenamenti pi� intensi, pi� specifici, qualcosa che mi faccia andar via questa mostruosit� " Daniele si mise a ridere. " Patty, ma quale pancia. Sei praticamente piatta. Secondo me hai un'ossessione. Quella che avevi quando sei arrivata qui, era una pancia, adesso non hai bisogno di fare niente di pi� di quello che gi� fai" " E questa cos'� secondo te? " gli chiesi continuando ad indicargliela " Quello � il ricordo del tuo dimagrimento. Sono i tessuti adiposi che si erano dilatati durante la tua gravidanza e durante il periodo in cui eri grassa. E' difficile mandarli via completamente, ti dovresti massacrare di addominali. Qui gi� ne facciamo tanti di esercizi del genere, forse, continuando ad allenarti, col tempo spariranno" " Ma io non voglio aspettare troppo tempo. Non c'� niente che io possa fare? " " Se escludiamo interventi chirurgici tipo liposuzione, che personalmente non consiglio mai, potresti fare un po' di pesi e molti addominali. Il marted� ed il gioved� potrei anche seguirti io. Sono giorni che durante il pomeriggio sono libero perch� insegno la sera e pertanto ne approfitto per allenarmi un paio d'ore. Se tu vieni qua verso le 16 ci alleniamo insieme. Ti premetto che faticherai tantissimo, ma credo che se ci metterai lo stesso impegno con cui ti alleni nella kick-boxing entro qualche mese questo accenno di pancia sar� solo un ricordo" Tornai a casa con quella frase che mi ronzava nella mente. Ma come dirglielo a Marco? Stavo in palestra tre volte a settimana fino a sera e se avessi accettato l'offerta di Daniele, ci avrei trascorso tutti i pomeriggi tranne il sabato. Finora mio marito era stato molto comprensivo ed anzi, mi aveva spinto proprio lui ad andare in palestra. Tra l'altro sapevo di aver acquistato un certo ascendente su di lui, ma non me la sentivo di esagerare. Gi� faceva tante cose in casa, lui che non aveva mai alzato neanche un piatto da tavola e se gli avessi chiesto altro tempo da dedicare solo a me stessa, avrei tirato troppo la corda. Ma ormai ero entrata nell'idea di dover togliere assolutamente quello che era diventato non solo un ossessione, ma l'ultimo ostacolo per arrivare alla perfezione. Marco mi accolse come era ormai diventata un'abitudine negli ultimi tempi: con grande amore " Patty, tesoro. Mi sei mancata da morire" " Anche tu, amore" risposi forse mentendo un po'. Lo osservai per una manciata di secondi dopo esserci scambiati il solito bacio. Mi guardava non come si guarda una moglie, ma come si guarda una dea. Sembrava dipendere completamente da me. Decisi di approfittarmene. In fondo era stato proprio lui a dirmi che amava essere orgoglioso di me, pertanto lo avrei reso ancora pi� orgoglioso. Mi avvicinai tirando fuori tutto il mio sex appeal, lo abbracciai, lo baciai sul collo sporcandolo di rossetto e quindi gli sussurrai " Tesoro, avrei una richiesta da farti. So che sto per chiederti troppo e non me la prender� se tu mi dirai di no" " Tutto quello che vuoi. Far� qualunque cosa per la mia bellissima moglie" " Il fatto � che non mi sento affatto cos� bella come dici. Ma voglio diventarlo, per te. Voglio eliminare questa maledetta pancia e per farlo vorrei andare in palestra anche il marted� ed il gioved�. Il mio allenatore mi ha detto che mi seguir� lui e che mi aiuter� facendomi fare degli appositi esercizi con i pesi. So che tu gi� fai tanto in casa e mi costa chiederti un ulteriore sacrificio ma....." " Nessun ma, amore mio. Vai pure tranquilla a fare quello che vuoi. Penser� a tutto io e tu non devi preoccuparti di niente" Ringraziai Marco con un bacio appassionato e con una carezza, quindi me ne andai in camera mia a fare un paio di telefonate, lasciandolo mentre stava apparecchiando la tavola e mentre era intento a preparare la cena per noi e per le bambine. Sorrisi tra me. Era tutto molto strano, ma cominciava a piacermi quel tipo di vita. Si, cominciava a piacermi molto. Chi ha intenzione di dialogare con me sui contenuti di questa storia, pu� inviare una mail a pattytrasgressiva@tiscali.it