LA VITA DI PATTY Patty e la dieta Questo � il terzo episodio che narra la mia storia. Nei primi due vi ho raccontato di come, dopo aver conosciuto e sposato Marco, mi ero resa conto che ero diventata, dalla bellissima ragazza che ero stata, una grassona obesa. Quel giorno, appena rientrata a casa dopo aver preso le bambine a scuola, feci un giro di telefonate tra molte delle mie conoscenze, per sapere se qualcuna di loro conosceva un dietologo affidabile. La cosa che mi meravigli� di pi� fu che la quasi totalit� delle persone contattate mi disse che finalmente mi ero decisa a fare una dieta. Nessuna per� me lo aveva mai detto prima in faccia e la cosa mi sugger� che la sincerit� non era una dote molto in voga tra le persone del mio giro. Comunque tutte, pi� o meno, erano state almeno per un certo periodo, a dieta, anche chi forse non ne aveva assolutamente bisogno e pertanto, alla fine mi ritrovai con una decina di nominativi senza sapere chi contattare. Ne scelsi poi uno che avevo potuto notare come avesse fatto un bel lavoro su una mia delle mie amiche. Telefonai immediatamente, prendendo un appuntamento per due giorni dopo, ma gi� da quella sera stessa iniziai a limitare molto il mio fabbisogno di calorie. Due giorni dopo, come detto, mi presentai nello studio del medico dietologo accompagnata da mia madre. Il professionista mi fece da subito una buona impressione. Dopo avergli dato le mie generalit� mi fece spogliare, ovviamente, mi pes�, mi misur� l'altezza, i fianchi e la vita, il giro coscia ed anche le braccia. Il risultato fu sconfortante " Signora, lei pesa 95 chili e sono decisamente troppi, anche per una donna come lei, abbastanza alta e con una struttura ossea non indifferente. Per prima cosa le far� fare delle analisi per vedere che non ci sia una disfunzione tiroidea, nel qual caso dovremmo agire da un punto di vista medico. In secondo luogo dovremo subito iniziare una bella dieta. Vede signora, lei, considerando la sua altezza, dovrebbe pesare intorno ai 65 chili, sicuramente non oltre i 68, pertanto i chili che dovr� smaltire sono veramente tanti e quindi le consiglio di attenersi il pi� possibile alla dieta che ora le dar�. Se poi un giorno a settimana lei vorr� andarsi a mangiare una pizza con gli amici, potr� anche farlo. L'importante � per� che lei si rimetta subito in carreggiata. Non sar� facile, questo glie lo dico da subito, ma se lei ha forza di volont� ce la pu� fare. Naturalmente questa dieta le deve servire non solo per una questione estetica ma anche per una questione di salute. Lei ha la minima idea dei danni che pu� provocare un eccesso di grassi? " Accennai con la testa che si, qualche idea ce l'avevo, ma il medico prosegu� imperterrito ricordandomi a cosa andavo incontro: ipertensione, colesterolo alto, e naturalmente affaticamento del cuore che avrebbe potuto portare ad un rischio infarto. Sembrava quasi che fossi giunta ad un bivio; da una parte la dieta e la salute e dall'altra malattie e morte prematura. Toccai ferro. A me interessava soltanto ritornare magra e bella e delle malattie non me ne fregava niente. A 26 anni non si ha la percezione esatta della morte. Per fortuna. In fondo io mi sentivo bene e non avevo nessun problema, o almeno mi sembrava di non averne. Ad ogni modo il medico mi prescrisse l'alimentazione corretta che avrei dovuto seguire scrupolosamente, le analisi che avrei dovuto svolgere e ci demmo l'appuntamento per il mese seguente. Quando ebbi tra le mani il foglio della dieta, per poco non mi sentii male. Tutti i cibi che mi piacevano erano stati banditi. Sembrava quasi che il dietologo conoscesse i miei gusti e poi per dispetto me li avesse tolti. Ma se quella era la strada da percorrere per ritornare quella di prima, ebbene, l'avrei percorsa. I primi giorni furono da incubo. Per me, mettermi a tavola, era un piacere ed invece ora mi ritrovavo a fare scorpacciate d'insalata, cosa che mi lasciava la brutta sensazione della fame che non riuscivano certo a lenire i pochi grammi di carne bianca che abbinavo all'insalata. Comunque, proseguii imperterrita, anche se ero diventata molto nervosa ed irascibile. Purtroppo, proprio a causa del mio stato nervoso, ripresi anche a fumare, vizio che avevo lasciato quando rimasi incinta per la prima volta. In compenso i primi effetti iniziavano ad essere visibili; dopo due settimane avevo perso ben otto chili e molti degli abiti che avevo, cominciavano a starmi larghi, tanto che fui costretta a comprarmi dei vestiti nuovi. Termin� il primo mese e mi ripresentai dal dietologo con le analisi che nel frattempo avevo effettuato e stavolta il responso fu molto pi� confortante. Dopo avermi ripreso di nuovo tutte le misure, e soprattutto dopo aver scongiurato il pericolo di danni alla tiroide, il dietologo mi comunic� la sua diagnosi " Bene signora. Vedo che ci si � messa d'impegno e questo mi fa piacere. In un mese lei ha perso dodici chili che non sono affatto pochi. Il problema � che lei non potr� perdere ogni mese cos� tanto. I primi chili son i pi� facili da eliminare, ma da ora in poi dovr� aiutarsi con un po' di moto. Ha mai fatto sport, signora? " Gli risposi che ero stata una sportiva praticante e che ero stata ad un passo dall'entrare nell'Olimpo della pallavolo nazionale. Lui mi guard� e sorridendo prosegu� " Questa � una cosa molto positiva. Probabilmente uno dei motivi del suo notevole aumento di peso � dovuto, oltre che alle gravidanze, proprio a questa improvvisa sedentariet� . Si rimetta in moto allora. Abbini alla dieta due o tre ore a settimana di palestra e vedr� che ne trarr� giovamento" All'inizio di questo mio racconto, avevo detto di come la telefonata di mia cugina fosse stata la scintilla che aveva dato l'inizio a tutto quanto, ma questa scintilla, nel prosieguo degli avvenimenti, avrebbe dovuto essere alimentata da diverse altre fiammelle. Una di queste fiammelle fu proprio l'ultima frase del dietologo: l'invito ad andare in palestra. Naturalmente allora pensavo che si sarebbe trattato solo di un piacevole diversivo e di un aiuto al mio processo di dimagrimento e non avevo certo idea dello sviluppo che poi avrebbe preso. Ma andiamo per ordine. La sera stessa parlai con Marco dei miei progressi, d'altronde ben visibili e lui mi ascolt� pazientemente ma quasi annoiato. Quando poi gli accennai la possibilit� di andare in palestra, mio marito sembr� quasi destarsi dal torpore " E che cosa avresti intenzione di fare in palestra? " " Mah, non so. Forse un po' d'aerobica. So che � molto adatta per una come me che vuole dimagrire" Marco rimase per alcuni secondi in silenzio poi mi chiese una cosa che trovai al momento sconcertante " Ma perch� invece non ti segni nella palestra che abbiamo sotto casa? " " La palestra sotto casa? Ma quella � una palestra di arti marziali. Io ho bisogno di fare un po' di ginnastica " " Ma guarda che fare arti marziali non significa mica chiss� cosa. E' un'ottima ginnastica tonificante e rassodante. Proprio quello di cui tu hai bisogno. Per esempio ho notato un gruppo di belle ragazze al corso di kick-boxing...." Mi alzai di scatto dalla poltrona sulla quale ero seduta. La mia gelosia non � che fosse defunta ma si era semplicemente sopita anche perch� Marco non mi dava modo di esserlo. Non usciva mai di sera da solo, tranne che per andare a giocare a calcetto con gli amici, avendo anche lui abbandonato nel frattempo il calcio vero per mancanza di tempo e forse anche di stimoli. Ma spesso, d'estate soprattutto, andavo anch'io a vederlo giocare, mettendomi d'accordo con le altre mogli e fidanzate. Ne approfittavo insomma per fare una chiacchierata con le altre donne, mentre i nostri uomini giocavano e litigavano sul campo. Ma appena gli sentii dire che aveva visto un gruppo di belle ragazze, saltai come una molla " E tu come fai a sapere che nella palestra qui sotto casa ci sono delle ragazze e per di pi� anche belle? Che fai? Vai in palestra a spiare come i guardoni? Guarda che io non ho bisogno di andare in palestra per picchiarti. Se non ci arrivo con le mani ti prendo a bastonate. Tu non devi guardare altre donne. Devi guardare me e basta. Intesi? " " Ma no, ma che dici. Ero andato semplicemente a vedere che tipo di palestra era. Avevo intenzione di iscrivermi ma poi ci avevo ripensato. Tanto gi� vado due volte a settimana a calcetto, non mi sembra di aver bisogno di fare altro sport. O no? " Annuii, ma c'era qualcosa nella spiegazione di mio marito che, pur plausibile, non mi convinceva affatto. Per� decisi di non insistere e di non fare polemiche inutili " E va bene, andiamo a vedere questo kick-boxing. Anche se ti dico da subito che non sono d'accordo. Ma mi ci vedi veramente col kimono a fare arti marziali?" " Ma perch� no. A parte che la kick-boxing non si fa col kimono ma in pantaloncini e canottiera. E poi se non dovesse piacerti potrai sempre passare ad un'altra palestra" " D'accordo signor marito. Attenzione gente, sta arrivando la Patty in versione campionessa di arti marziali " scherzai scimmiottando improbabili mosse di karate. Il pomeriggio seguente Marco, appena arriv� dal lavoro, mi ricord� che la sera prima avevamo deciso di fare quella ricognizione in palestra. Non dovevamo allontanarci tanto. Appena scesi di casa dovevamo percorrere una decina di metri e poi c'era appunto la palestra dove si insegnavano varie arti marziali. Oltre al kick-boxing c'erano naturalmente judo e karate ed un altro sport che allora non sapevo neanche cosa fosse: il tae-kwon-do. Parlammo con una persona che c'invit� a seguire uno scorcio dell'allenamento ed in effetti, come aveva detto Marco, c'era un nutrito gruppo di giovani donne intente ad allenarsi. Tre o quattro sembravano avere la mia et� ed erano effettivamente molto in forma. Altrettanto si poteva dire anche di un paio di quarantenni. Alcune stavano picchiando con ferocia un sacco, identico a quello che avevo visto numerose volte nei film di boxe, un paio di coppie invece, si stavano affrontando con guantoni e caschetto, ma tutte erano comunque molto concentrate. E poi ovviamente, c'erano una decina di maschi, un paio dei quali veramente ben strutturati e che faticai a non guardare avendo mio marito accanto. Ad ogni modo Marco chiam� la persona con cui avevamo parlato poco prima ed indicandomi gli disse " Ecco, guardi, � lei, mia moglie, che si vuole iscrivere. Non � vero tesoro? " Io rimasi di stucco. Ero venuta solo ad osservare e non avevo certo deciso di iscrivermi. Ma mi trovai di fronte quasi al fatto compiuto " Io veramente....Non so se questo � lo sport giusto. Io devo fare solo un po' di moto per dimagrire.... " balbettai. L'uomo, come aveva fatto del resto mio marito, mi disse che quello era invece proprio il metodo giusto per buttare gi� i chili di troppo e per avvalorare le sue parole mi indic� il gruppetto delle donne, tutte molto in forma. Mi diede poi il foglio per scrivere i miei dati e mi trovai iscritta ad un corso di kick-boxing senza quasi rendermene conto. Ma la cosa pi� strana di tutte fu che, malgrado avessi trovato il comportamento di mio marito piuttosto invadente, non ci trovai nulla di anomalo. Ma col senno del poi tutto appare semplice. In quel momento invece, la mia idea era che anche Marco ci tenesse molto a vedermi in forma e credeva che fare quello sport mi avrebbe giovato molto. Era in fondo una parte della verit� . E cos�, per tre giorni alla settimana, iniziai a fare kick-boxing, ignorando quasi completamente di cosa si trattasse, avendo, come unico metro di giudizio, quei pochi minuti trascorsi ad osservare quelle che sarebbero diventate poi le mie compagne di allenamento. Con mia grande sorpresa mi appassionai rapidamente a questo sport. Mi ero accorta che, in effetti, mio marito aveva ragione, ed al termine dei primi allenamenti, ero bagnata fradicia di sudore. Era un tipo di allenamento completo, forse pi� della mia amata pallavolo. Il mio allenatore, Daniele, che era stato fino a qualche anno prima un ottima atleta a livello nazionale, ci diceva che quello che facevamo era molto utile per tutto il corpo, a cominciare dal tronco per passare poi agli arti inferiori e superiori, ma toccava anche i muscoli pettorali ed addominali, proprio nel punto in cui ne avevo pi� bisogno a causa di una pancetta veramente antiestetica che avevo messo in quegli anni e che la cura dimagrante aveva a malapena scalfito. Un altro motivo per cui la kick-boxing era molto utile per noi donne era, secondo lui, per il rassodamento dei glutei. Ed ogni femmina � particolarmente sensibile quando si tocca la bellezza del proprio sedere, anche se, sotto quel punto di vista, non avevo subito particolari deterioramenti ed il sedere rimaneva senza dubbio il mio pezzo forte. Pochi giorni dopo aver iniziato ad allenarmi, un'altra telefonata di mia cugina Alessandra risuon� in casa mia. Voleva vedermi il giorno seguente perch� i lavori del suo nuovo negozio erano praticamente terminati e la prossima settimana ci sarebbe stata l'inaugurazione. Era ovvio che voleva studiarmi, capire se le mie promesse erano state mantenute e se ero degna di far parte del suo staff. Presi un giorno di tempo. Volevo quel lavoro per un milione di motivi e quindi volevo presentarmi a lei cercando di fare un'ottima figura, soprattutto dal punto di vista estetico. Chiesi quindi a mio marito un bel po' di soldi. Questo era uno dei tanti motivi per cui volevo un lavoro. Marco non mi aveva mai fatto mancare niente, ma odiavo dover chiedere a lui il denaro per ogni cosa di cui avevo bisogno. Del resto lui era un ottimo amministratore e sicuramente era pi� bravo di me nel gestire i soldi, mentre io spesso mi lasciavo prendere dall'euforia spendendo spesso pi� del necessario. Ma se � vero che talvolta mi lasciavo prendere la mano nelle compere, � altrettanto vero che sapevo vivere tranquillamente con i soldi che quotidianamente mi dava mio marito, senza lamentarmi eccessivamente, sapendo benissimo che le priorit� per le spese erano sempre e comunque per le bambine. Insomma, se avevo dei soldi li spendevo, se non li avevo in tasca ne facevo a meno. E comunque, ogni volta che chiedevo del denaro a Marco, ovviamente nei limiti consentiti dal nostro tenore di vita, lui non si tirava mai indietro. Era un uomo molto generoso con le tre donne della sua famiglia e non avrei mai potuto rimproverarlo di niente sotto quel punto di vista. Ed anche quella volta, quando gli dissi che volevo qualcosa di molto carino per far bella figura nei confronti di mia cugina, non si tir� indietro e sbors� una cifra addirittura superiore a quella richiesta " Fai vedere a tua cugina di che pasta sei fatta. Fatti bella e poi festeggiamo insieme il tuo nuovo lavoro" mi disse. Naturalmente il mio primo pensiero in quel momento fu che ero stata veramente fortunata a sposare un uomo simile e che non dovevo sentirmi appagata per i progressi che avevo fatto fisicamente, ma dovevo impegnarmi ancora di pi� per meritarmi il mio uomo. Il giorno dopo andai a comperarmi l'abito che avrei indossato, un cappotto, un bel paio di scarpe con il tacco piuttosto alto, cosa che evitavo di indossare quando uscivo con Marco per non evidenziare la mia altezza superiore alla sua, un paio di calze nuove ed infine presi appuntamento con il mio parrucchiere per il giorno seguente. L'indomani infatti, mi svegliai molto presto. Feci le solite cose poi aspettai che Marco scendesse per andare a lavorare, per vestirmi. Non volevo che mi vedesse. Se tutto fosse andato bene, mi avrebbe visto la sera. Indossai l'abito che avevo comprato il giorno precedente. Era delizioso e mi stava veramente bene. Si trattava di un vestito che mi arrivava al ginocchio, leggermente arricciato in vita, rosso come il fuoco, a cui avevo abbinato un foulard di seta di gran marca che mi aveva regalato mia madre l'anno precedente e che aveva delle chiazze dello stesso colore del vestito. Le scarpe erano ovviamente rosse anch'esse, mentre il cappottino era nero, con una cinta in vita. Si, mi piacevo. Dopo diversi anni passati a non guardarmi neanche allo specchio, per timore di quello che avrei visto, rivedevo quasi la Patty di un tempo. Certo, i chili di troppo erano ancora tanti e quindi le mie forme erano ancora troppo generose, ma, vestita cos�, potevo considerarmi senz'altro pi� che passabile. Ma l'abito e gli accessori non mi bastavano ancora. Accompagnai le bambine a scuola e poi andai dal mio parrucchiere di fiducia. Non avevo idea di come volessi farmi i capelli, ma volevo cambiare. Li avevo portato fino ad allora in modo troppo fanciullesco: lunghi e sciolti, oppure fermati con un semplice elastico e sempre del mio colore originale, cosa che mi faceva addirittura qualche anno di meno malgrado il mio grasso in eccesso. Era abbastanza strano il fatto che dimostrassi meno dei miei anni. Quando ero pi� giovane, quando cio� avevo 15 o 16 anni, ne dimostravo pi� di venti e mi piaceva truccarmi come una donna matura, adesso che invece ne avevo quasi 27 non mi truccavo quasi mai e non dimostravo appunto la mia vera et� . Ad ogni modo entrai nel locale e, vista l'ora, ero l'unica cliente " Come te li faccio Patty? " mi disse Mario, il parrucchiere, gay e simpaticissimo, dopo avermi fatto sedere sulla poltrona " Non lo so. Pensaci tu. Dai vita al tuo estro e cambiami. Mi fido di te" Mario si mise all'opera ed inizi� a tagliare i miei lunghissimi capelli. Quasi mi veniva da piangere. Erano anni che non li tagliavo, dandogli soltanto regolari spuntate. Ma mi fidavo e non dissi niente. Poi pass� al colore. Alla fine quasi non mi riconoscevo. Mi aveva fatto un caschetto lungo fino alle spalle, biondo. Dovevo abituarmici, ma non era niente male. Era senz'altro un look pi� aggressivo, meno da bambinona, praticamente da donna in carriera. Mi feci anche truccare, neanche dovessi andare a qualche festa, ma alla fine ero soddisfatta, quasi presagendo ci� che poi sarebbe accaduto. La nuova Patty era pronta a scendere in campo. Alessandra, a noi due. L'appuntamento era presso il bar dell'altra volta e stavolta fui io ad entrare in anticipo. Dopo neanche cinque minuti arriv� mia cugina che si guard� intorno senza accorgersi della mia presenza. Possibile che fossi cambiata cos� tanto? Dovetti alzarmi e farmi notare e quando Alessandra lo fece, scorsi subito sulla sua faccia la meraviglia. Ora dovevo scoprire se si trattava di meraviglia positiva o negativa. Lei si avvicin�, mi scrut� attentamente e poi esclam� " Patty, ma che hai fatto? Dio come sei cambiata " " In bene o in male? " chiesi speranzosa " Ma in bene, anzi in benissimo. Stai un incanto" Sorrisi e strinsi i pugni, come quando facevo un punto a pallavolo. Era fatta, ma feci la modesta " Grazie, ma sto solo all'inizio. Devo dimagrire ancora parecchio" " Probabilmente si, ma hai fatto dei passi da gigante. Rispetto a quando ci siamo viste l'ultima volta sembri un'altra persona" " Insomma, lo merito o no il lavoro? " " E dopo quello che hai fatto, come farei a negartelo? " Avevo dunque un nuovo lavoro, anzi, il mio primo lavoro, e la cosa mi caus� una gioia irrefrenabile. Ordinammo due caff� e parlammo anche dello stipendio. Considerando che avrei lavorato solo sei ore al giorno era veramente buono, pi� di quanto mi sarei aspettata. Alessandra mi diede appuntamento per la prossima settimana, per il giorno dell'inaugurazione, e se ne and�, attesa dai suoi impegni. Io rimasi alcuni minuti a crogiolarmi all'idea del nuovo lavoro ed a tutto quello che ci avrei potuto fare con quei soldi in pi�, quindi mi alzai per andarmene anch'io. Mentre camminavo per uscire dal bar, un paio di uomini seguirono con lo sguardo il mio passaggio. Quanto tempo era che non provavo una sensazione simile? Avevo dimenticato quanto fosse piacevole ed accentuai maggiormente il mio ancheggiamento. Mi voltai ed i due erano ancora intenti a guardarmi il sedere. Sorrisi e poi mi dileguai, felice e soddisfatta. Quando dopo salii in macchina per�, provai quasi un senso di colpa per il piacere provato quando quei due mi ammiravano. Ma in fondo, che c'era di male? Ero una moglie, � vero, ma ero anche una giovane donna, sensibile, come tutte le femmine, all'adulazione ed ai complimenti. E quello sguardo altro non era che un complimento silenzioso e ammiccante. Ma qualcosa mi aveva smosso dentro e decisi che dovevo preparare una serata speciale per mio marito. Per prima cosa gli telefonai e lo avvertii che ero riuscita ad ottenere il mio primo impiego, ma anche di farsi una passeggiata dopo il lavoro e di non tornare a casa prima delle venti perch� volevo fargli una sorpresa. Pi� che una sorpresa volevo sedurlo. Sentivo il bisogno di trascorrere una serata diversa con lui. Ero stanca, ma lo era probabilmente anche lui, di fare l'amore nei ritagli di tempo, dopo che le bambine si erano addormentate, dopo il film o la partita in televisione, quando eravamo pronti pi� per dormire che per fare sesso. Dovevamo riappropriarci della nostra sensualit� , e siccome non ce lo vedevo proprio mio marito con i boxer tigrati pronto a fare Tarzan, dovevo essere io a smuovere le acque. La cosa strana era che in dieci anni che stavamo insieme io non avevo mai preso l'iniziativa con lui. Al limite potevo fargli capire che ero disponibile, facendogli il classico piedino dentro il letto, ma in realt� non avevo mai un vero e proprio desiderio sessuale, prima di iniziare. Il desiderio mi veniva semmai dopo, appena si cominciava con i preliminari, con il contatto, baciandoci o vedendo e sentendo la sua eccitazione. E naturalmente pi� forte era la sua eccitazione e maggiore era la mia. Quindi, si ritornava al punto di partenza, al motivo perch� io avevo voluto questo cambiamento che era ancora in corso, al di l� del lavoro. Perch� Marco, come probabilmente molti altri uomini, aveva bisogno di stimoli, visivi e non, ed io non glie ne davo di decenti. Con il risultato che lui non si eccitava o si eccitava poco, e di conseguenza il desiderio crollava anche in me. Con questa ammissione di colpa, preparai la serata. Dopo aver preso le bambine a scuola le portai di nuovo dai miei, con loro grande felicit� visto che adoravano le loro nipotine, quindi mi diedi da fare per preparare una cena super. Comprai i cibi che piacevano a Marco e mi misi ai fornelli. Avevo imparato ad essere una buona cuoca e non mi faceva difetto la fantasia e forse proprio per questo mi ero ingrassata in quella maniera. Poco prima delle venti era tutto pronto. Mi rimisi il mio abitino rosso, che naturalmente per cucinare avevo tolto per non sporcarlo e per non impregnarlo di odori, mi truccai di nuovo ed infine dovetti attendere solo qualche minuto, fino a quando non sentii la chiave girare nella serratura " Amore, sono in camera da pranzo" urlai a mio marito. Mi ero seduta con fare malizioso sulla poltrona, accavallando le gambe e la faccia che fece quando mi vide fu veramente buffa e capii immediatamente di aver raggiunto il mio scopo. Mi alzai dalla poltrona e mi misi di fronte a lui. Con i tacchi alti la differenza di statura tra di noi era veramente notevole " Allora tesoro, che ne dici? Ti piace il mio cambiamento? " " Eccome! " fece, accompagnando la parola con movimenti della bocca molto significativi " Stai veramente bene con i capelli tagliati in questo modo. Ed anche questo vestitino ti sta un amore. E sei cos� alta. Mi metti quasi soggezione" " Le scarpe me le posso anche togliere" " No, no, ti prego. Mi piacciono da morire le donne alte. Lasciatele per favore" Ci baciammo. Non so da quanto tempo non ci baciavamo cos� con passione, e mi staccai malvolentieri da lui " Ora mangiamo, altrimenti si raffredda tutto. Poi, vedremo.... " dissi in tono malizioso. Cominciammo a mangiare, in effetti, ma con un'atmosfera surreale. Ogni tanto ci imboccavamo a vicenda, ricopiando stupidamente ma sensualmente scene viste al cinema e quando le portate terminarono mi misi a cavalcioni sopra di lui " Ora ti va il dolce? " gli chiesi, cercando in me tutta la femminilit� e sensualit� di cui ero capace " E che cosa hai preparato come dolce? " " Me stessa" risposi poggiando le mie labbra su di lui. Cominciai a sentire la sua erezione e di conseguenza il mio desiderio che cresceva. Si, mio marito voleva il dolce che gli avevo preparato. Mi fece alzare e poi sparecchi� il tavolo facendomi mettere sul bordo dello stesso, quindi si tolse i pantaloni ed alzandomi il vestito, tolse le mie mutandine, prendendomi proprio in quella maniera, io sul tavolo e lui in piedi. Non ci fermammo l�. Volevo una serata di fuoco, non tanto per il sesso in se stesso, ma per la soddisfazione di piacere a mio marito. Ovvio poi che trovavo il sesso, soprattutto se fatto in quel modo, molto soddisfacente, ma lo consideravo solo la giusta ed inevitabile conclusione del mio processo di seduzione. Quando terminammo di fare l'amore restammo per un bel po' una tra le braccia dell'altro e quando mi alzai dal letto, prima di lavarmi, mi guardai allo specchio della nostra camera. Ero veramente soddisfatta dei progressi ottenuti in cos� poco tempo. Solo in quel giorno, grazie alla dieta, avevo ottenuto un lavoro, mi ero risentita, se non bella, almeno piacente ed avevo fatto l'amore con mio marito come non facevo da tanto tempo. Non male. Ma io volevo che fosse solo l'inizio. Potevo forse considerarmi solo una stupida romantica, ma io ero sicura che, se ci avessi messo impegno e buona volont� proprio come avevo fatto quella sera, avrei potuto avere una vita matrimoniale perfetta, come ci si immagina che debba essere prima di sposarsi e prima di fare i conti con la dura realt� del matrimonio. Io per� ero certa di averlo capito in tempo e di essere corsa ai ripari. Non sapevo allora che il mio futuro mi avrebbe riservato una vita di gran lunga diversa da quella che agognavo in quel preciso momento, mentre mi infilavo di nuovo sotto le coperte abbracciandomi a Marco ed addormentandomi sul suo petto, proprio come ogni donna innamorata desidera. Se volete dialogare con me, inviate una mail a pattytrasgressiva@tiscali.it