LA VITA DI PATTY Patty e la telefonata Questo � il secondo episodio della storia di Patty, ovvero la mia storia. Nel primo, avevo raccontato di come conobbi Marco, di cosa feci per mettermi insieme a lui e dei preparativi delle mie nozze. Il matrimonio fu veramente bello e grandioso. Le nostre erano due famiglie numerose ed avevamo tantissimi amici. La nostra vita matrimoniale inizi� la sera stessa, nella camera del grande albergo dove si era svolto il rinfresco e che ci era stata gentilmente concessa in regalo dalla direzione. Facemmo l'amore per quasi tutta la notte. Marco si dimostr� instancabile ed io naturalmente ero al settimo cielo. Altrettanto meraviglioso fu il nostro viaggio di nozze negli Stati Uniti. Purtroppo avevamo dovuto rinunciare a mete esotiche a causa della mia gravidanza e quindi all'impossibilit� di vaccinarmi, ma non fu affatto un viaggio di ripiego e furono due settimane indimenticabili. Al ritorno in Italia per�, cominciammo a fare i conti con la nuova vita. Il matrimonio infatti, ci aveva portato anche alcune rinunce che non furono affatto indolori. Io, ad esempio, dovetti rinunciare all'universit� , riproponendomi per� di riprenderla appena ne avessi avuto il tempo, ma soprattutto dovetti abbandonare la pallavolo, proprio quando una grossa squadra di serie A2 si era interessata a me. Anche Marco rinunci� a tanto. Prosegu� negli studi e si laure� in giurisprudenza, ma non pot� mai esercitare perch� il lavoro lo assorbiva dalla mattina fino alle 15 di pomeriggio. Il guadagno per� non era male e riuscivamo sia a pagare il mutuo, che a vivere togliendoci qualche piccola soddisfazione. E poi nacque la bambina. Inutile dirvi la mia gioia. Marco sembrava addirittura impazzito. Era un pap� meraviglioso, adorava la sua piccola principessa, le cambiava i pannolini e talvolta di notte si alzava solo per vederla dormire. Ma la nostra vita, gi� stravolta per l'arrivo della bambina, era destinata a cambiare ancora. Pochi mesi dopo la nascita della primogenita, infatti, rimasi di nuovo incinta. Tanto il primo parto fu doloroso e complicato, quanto fu semplice invece il secondo. Arrivai in clinica con il parto aperto di sei centimetri senza sentire nessun dolore. Se avessi tardato pochi minuti, avrei rischiato di perdermi il bambino per strada. Pi� esattamente la bambina, perch� la nostra casa fu allietata dalla venuta di una nuova femminuccia. Ancora una volta il pi� felice di tutti risult� essere mio marito che si autodefin� il sultano della casa, beato fra le tre donne della sua vita. Ma ora � giunto il momento di ritornare finalmente al momento di quella famigerata telefonata, quattro anni e mezzo dopo la nascita della mia secondogenita. Quella sera che squill� il telefono era una sera come tutte le altre, ed io ero impegnata a fare le cose che facevo tutte le sere: preparare la cena per mio marito dopo che avevo gi� cucinato per le bambine. Mentre i cibi si cuocevano io ne approfittavo per dar da mangiare alla piccola, mentre Marco era intento a giocare con la grande, che invece aveva gi� terminato. Quando sentii lo squillo imprecai tra me. Chi mi conosceva, sapeva che a quell'ora non volevo essere disturbata, essendo indaffaratissima, pertanto doveva trattarsi di qualcuno che voleva Marco ed infatti lo rimproverai " Tesoro, vuoi rispondere? Deve essere per te" " Che hai per caso sviluppato poteri divinatori? Sar� tua madre" " Non � possibile. Mia madre non mi telefona mai a quest'ora. Rispondi per favore. Sto cucinando ed ho la piccola in braccio" Marco brontol� qualcosa, ma alla fine si degn� di rispondere. Lo sentii parlottare e poi me lo ritrovai in cucina con il ghigno sardonico di chi ha appena scoperto di aver ragione e mi pass� il cordless " E' tua cugina Alessandra" Alessandra? E che diavolo voleva da me? Mi preoccupai pensando che fosse accaduto qualcosa ai miei zii " Ale " risposi infatti " Che � successo? Gli zii tutto bene? " " Tutto bene tranquilla. Tu piuttosto... Come ti va la vita matrimoniale? " " Splendidamente. Le bambine sono diventate due signorine ormai. Pensa che la grande va gi� in prima elementare ed � bravissima. Ma noi � una vita che non ci vediamo. Quando � stata l'ultima volta? " " Se non ricordo male ci siamo viste quando ti � nata la piccola. Alla sua festa, te la ricordi? " " Certo che me la ricordo. Vuoi che non rammenti le feste delle mie figlie? Ma dimmi tu piuttosto. Sempre alla ricerca di un maschio da accalappiare oppure hai messo la testa a posto e ti sei trovata finalmente un bel ragazzo?" " Guarda Patty che io sono single per scelta mia. Sai quanti ne potrei avere di uomini? Certo, non sono bella come te. Tu sembravi una top model, per� anch'io faccio la mia figura" " Addirittura una top. Magari. E poi sono un po' cambiata. Con l'ultima gravidanza ho messo su qualche chilo. Per� stiamo divagando, non credo che tu mi abbia telefonato solo per chiedermi come stavo, non � vero? " " In effetti � proprio cos�. Per� senti, non ne parliamo al telefono. Ti va se ci vediamo domani mattina? Ci prendiamo un bel caff� e ne approfittiamo per rivederci e scambiare quattro chiacchiere. Che ne dici? " " Per me va bene. Per� dai, accennami qualcosa. Mica mi vorrai far morire dalla curiosit� fino a domani. Almeno dimmi se � una cosa bella oppure brutta " " E' una cosa bella, tranquilla. Allora ci vediamo domani, diciamo alle dieci di mattina, Ok? " Prendemmo l'appuntamento in un rinomato bar del centro, a poche centinaia di metri dal suo negozio. Si, perch� mia cugina Alessandra possedeva un importante negozio di abbigliamento femminile. Tutte cose molto carine e giovanili ed io stessa, prima di sposarmi, lo avevo pi� volte saccheggiato, sia per la qualit� degli articoli, sia per il mega sconto che lei mi faceva. Chiss� cosa mai poteva volere Alessandra da me. Non ci eravamo mai frequentate tanto, anche perch� lei aveva una decina di anni pi� di me, ed infatti erano ben quattro anni e mezzo che non ci vedevamo. Ad ogni modo dovevo solo attendere poche ore e poi avrei saputo. Non nascondo che il giorno dopo mi alzai dal letto in preda ad una strana euforia. Mi svegliai addirittura prima del solito, portai come d'abitudine il caff� a letto a Marco e poi preparai le bambine per la scuola. Era una piacevole consuetudine per me, alzarmi prima di mio marito e svegliarlo col caff�. Mi piaceva viziarlo, preparargli belle cenette ed essere una moglie geisha, sempre pronta a soddisfare le sue richieste, a stirare le sue camicie per far si che uscisse di casa sempre perfetto ed immacolato. Era il mio modo per ricordargli sempre che lo amavo come il primo giorno. E pensare che prima di sposarmi potevo essere considerata una ribelle egoista e mai avrei immaginato di dover passare tutta la mia vita in funzione di un uomo e delle proprie figlie. Eppure non mi lamentavo mai ed ero, se non felice e appagata, sicuramente tranquilla. Imbottii le bambine per bene, visto che eravamo a met� Gennaio e faceva un freddo cane, e poi uscii. Le accompagnai a scuola, mi fermai a chiacchierare con un altro paio di mamme per fare l'orario e quindi mi diressi verso il luogo dell'appuntamento. Era, come ho detto, un bar molto rinomato e frequentato ed a quell'ora era pieno di gente. Molte belle donne in carriera o anche semplicemente impiegate che devono stare tutto il giorno in tiro, truccate come se andassero ad una serata di gala, tacchetto alto e tailleur d'ordinanza. Anche gli uomini erano per lo pi� in giacca e cravatta ed io quasi stridevo, intabarrata con sciarpa, cappello e guanti di lana e con un giaccone impermeabilizzato molto comodo ma sicuramente non all'altezza degli abiti indossati dalla maggior parte delle donne. Mi guardai intorno e sorrisi quando vidi, seduta ad un tavolino, mia cugina. Mi avvicinai verso di lei con le braccia tese per abbracciarla " Ale, mamma mia come stai bene. Sei in formissima " le dissi, ed era quello che sentivo veramente. Alessandra era infatti come l'avevo sempre vista: impeccabile nel trucco e nell'abbigliamento. Forse un po' troppo giovanile per la sua et� , ma sicuramente in linea con il tipo di vestiario che vendeva nel suo negozio. Mi ricordo che lei non chiamava moda ci� che esponeva, bens� "tendenza", ma comunque si fossero chiamati, io trovavo quei capi deliziosi. Indosso a lei, stavano poi un incanto. Era magrolina e non particolarmente alta, ma molto ben proporzionata e con due belle tette. Rifatte, ma rifatte bene. Io l' abbracciai dunque entusiasta, mentre lei invece fu molto fredda, ben diversa da quella cordiale che avevo sentito al telefono la sera precedente. Mi dissi che probabilmente avr� avuto alcuni problemi. Non era molto facile il suo lavoro ed insieme alle soddisfazioni ci saranno stati sicuramente diverse difficolt� . Mi misi seduta e chiamai un cameriere " Sono proprio curiosa di sapere cosa mi vuoi dire " proseguii dopo qualche istante " ma adesso facciamo colazione. Ho una fame che non ti dico" Ordinai al cameriere un cioccolato caldo con panna, versione gigante, e due brioche ripiene, una con la cioccolata e l'altra con la crema, mentre Alessandra si prese solo un caff�. Dopo qualche minuto il cameriere torn� ed io mi tuffai nel cioccolato caldo inzuppandoci ogni tanto una delle brioche. Mia cugina invece sorseggi� il caff� con cura ed aspett� in silenzio che io terminassi di fare colazione. Era decisamente strana. Non riuscivo a comprendere il motivo, ovviamente, ma avevo l'impressione che qualcosa in me l'aveva turbata " Allora, Ale, sono tutta orecchi. Dimmi pure" " Senti Patty, ci ho pensato sopra, e non mi sembra il caso di proseguire il discorso di ieri. Diciamo che � stato piacevole incontrarci dopo tanto tempo e finiamola qui. D'accordo?" " Ma d'accordo di che? " mi risentii " Mi hai fatto venire qui e adesso voglio sapere cosa avevi intenzione di dirmi " " Lasciamo stare Patty. E' meglio " " Ma non lasciamo stare proprio niente. Hai detto che avevi una cosa bella da dirmi e adesso non ti alzi da questo tavolo se non mi dici in faccia quello che ti ha fatto cambiare idea" Adesso ero arrabbiata sul serio. Alessandra mi guard� in faccia; era evidente che cercava le parole giuste, poi mise le mani sul tavolo e sbott� " D'accordo Patty. Come vuoi tu. Non avercela con me per� per quello che ti dir�. Io il prossimo mese devo aprire un altro punto vendita, una specie di succursale. Siccome non mi posso sdoppiare, avevo pensato ad una direttrice. C'� una mia cara amica, una donna in gamba, che era disponibile solo per il pomeriggio ed io avevo pensato a te per la mattina. In pratica mi serviva una direttrice part-time per il mio nuovo negozio, una giovane donna fidata e tu mi sembravi l'ideale" " Ma � meraviglioso. Io credo di poter essere disponibile. Certo, ne devo parlare a mio marito, ma la mattina le bimbe vanno a scuola ed io stavo giusto pensando di cercarmi un lavoro" " No, non � meraviglioso " ribatt� invece mia cugina " A me occorreva una donna che fosse in linea con lo stile del negozio, una donna che fosse in grado di indossare i miei capi che sono fatti per la donna moderna. Tu invece... Io mi ti ricordavo come una ragazza bellissima ed invece sei diventata.... Non so neanche io come definirti. Patty, ma quanto tempo � che non ti guardi allo specchio? Ma ti rendi conto di quanto ti sei ingrassata? Scusa la mia franchezza. Probabilmente ora mi odierai ed invece io te lo dico per il tuo bene. Sei ancora giovane, hai dei lineamenti meravigliosi, sei altissima, ma cosa aspetti a metterti a dieta? Hai ingoiato pi� calorie a colazione tu di quante ne prendo io in un'intera giornata. Aspetti per caso che qualcuna ti venga a rubare tuo marito? Me lo ricordo sai, � un ragazzo con un certo fascino e qualcuna che gli si butta addosso la pu� trovare con una certa facilit� . Mi dispiace per quello che ti ho detto, e per quanto riguarda il lavoro, capisci benissimo che dovr� rivolgermi altrove " Alessandra si alz�, mettendo una banconota sul tavolino per pagare il conto, lasciandomi da sola, con il capo chino, senza neanche avere la forza di guardarla in faccia e di ribattere. Dopo qualche minuto mi alzai anch'io e me ne andai dal bar. Guidavo la macchina con gli occhi che man mano mi si riempivano di lacrime fino a che iniziai a singhiozzare. Non ero mai stata trattata in questo modo in tutta la mia vita. Ero stata insultata in un modo inaudito. Quella stronza mi aveva umiliato per qualche chilo in pi�. Non sapevo neanche io come avevo fatto a trattenermi dal rovesciarle il tavolino addosso. Dovevo dimenticare questo spiacevole episodio e proseguii la giornata facendo quello che facevo abitualmente. Feci la spesa al mercato, altri piccoli giri e poi tornai a casa in attesa che arrivasse l'ora di pranzo e soprattutto che ritornasse Marco dal lavoro intorno alle 16 per poi andare a prendere le bambine a scuola subito dopo. Ma le parole di mia cugina continuavano a ronzarmi in testa. Mi spogliai rimanendo solo in mutandine e reggiseno e mi misi davanti allo specchio. Ero ingrassata veramente tanto, altro che qualche chilo in pi�. Il punto vita era solo un pallido ricordo e la pancia era qualcosa di disgustoso ed anche il mio bel visetto sembrava sformato. Oh mio Dio, aveva ragione Alessandra, ero diventata obesa. Ma che fine aveva fatto la Patty di qualche anno prima? L'avevo inglobata dentro di me, l'avevo duplicata o forse addirittura triplicata. E come avevo fatto a non rendermene conto? Possibile che avessi completamente messo da parte me stessa per dedicarmi esclusivamente alla mia famiglia? Ma perch� nessuno mi aveva mai detto niente? Non parlo delle mie amiche. Qualcuna di loro certamente avr� goduto nel vedermi in queste condizioni ed ogni riferimento a Rosa era puramente voluto. Si perch� col passare degli anni i rapporti tra me e Rosa erano diventati molto pi� cordiali, ma questo non significava certo che eravamo diventate grandi amiche. Ma perch� mia madre e le mie due sorelle non mi hanno mai avvertito che stavo diventando una grassona? Ma perch� soprattutto non mi aveva detto niente Marco? Mi venivano in quel momento in mente alcuni particolari che mi erano sfuggiti. Ad esempio, quanto tempo era che non facevamo pi� l'amore? Tre, forse quattro settimane, quasi un mese. Addirittura l'ultima volta non era riuscito ad eccitarsi. " Sar� la stanchezza, tesoro, non ti preoccupare" Ma quale stanchezza. Non mi desiderava pi�, questa era ormai l'ovvia verit� . Ed anche quando riuscivamo a farlo sembrava distante, coi pensieri rivolti altrove. Ed io? Non � che fossi molto diversa da Marco. Da quanto tempo era che non provavo un orgasmo vero e proprio? E' inutile mentire a me stessa, spesso accettavo di fare l'amore per dovere coniugale ma non perch� lo desiderassi particolarmente. Mi rivestii ma attesi con impazienza che tornasse dal lavoro ed appena lo fece quasi lo aggredii " Perch� non mi hai mai detto niente? " " Mai detto cosa? Ma di che stai parlando? " " Non fare il finto tonto. Perch� non mi hai mai detto che ero diventata orrenda, una cicciona obesa inguardabile? " " Ma chi ti ha detto queste cose? Sei ingrassata un po' ma...." " Non mentire con me. Me lo ha detto Alessandra. E sai che ti dico? Che ha avuto coraggio e mi ha aperto gli occhi. Tu invece, mio marito, non mi ha mai detto niente e voglio proprio capire perch�" Marco si tolse la giacca poggiandola sopra il divano e quindi si avvicin� a me " Perch� se te lo avessi detto chiaro e tondo avresti dato fuori di matta, proprio come stai facendo adesso. Per� ho fatto di tutto per fartelo capire. O ti sei dimenticata di quando ti dicevo che sarebbe stato bello se un giorno ti fossi potuta rimettere quei jeans aderenti che ti stavano un amore, oppure quando cercavo di toglierti il cibo dicendoti che forse era meglio smettere perch� avevi gi� mangiato abbastanza? Potevo dirti che avrei pagato chiss� cosa per riavere la mia Patty? Quella ragazza che mi faceva sentire orgoglioso di stare al suo fianco? E poi vuoi sapere proprio perch� non te l'ho detto apertamente? Perch�, malgrado tutto, grassa o magra, io ti amo e non potevo rischiare di perderti" Mi gettai addosso a lui e lo abbracciai " Amore mio, come ho fatto a ridurmi in questo stato? Tu mi vuoi bene, lo so, l'ho sempre saputo, ma forse non mi ami pi�, non come io vorrei essere amata. Perch� amare significa anche desiderare, e tu non mi desideri pi�" " Non dire sciocchezze. Forse sar� successo qualche volta, non dico di no. Del resto il lavoro, il mutuo da pagare, lo stress, per� addirittura sostenere che non ti desidero pi� mi sembra esagerato. In fondo anche tu non mi dai l'impressione di desiderarmi sempre" " No, sempre no. Sarei bugiarda se ti dicessi questo. Talvolta sono stanca anch'io e non ho voglia, ma altre volte sento proprio il bisogno di stringermi a te e di essere tua" Lo guardai negli occhi. Quello infatti era uno di quei momenti in cui sarei voluta essere tra le sue braccia a fare l'amore con lui. Passato il primo momento di rabbia nei suoi confronti, non avevo potuto far altro che dargli ragione. Marco aveva pi� volte cercato di avvisarmi, ma non ero mai riuscita a cogliere i suoi segnali. Ed ora? Mi staccai leggermente da lui e poi gli sorrisi. Quel momento che stavamo vivendo poteva essere la prima avvisaglia che la nostra unione stava scricchiolando. Se mio marito non mi desiderava pi� dopo sei anni di matrimonio, figuriamoci dopo dieci o quindici. Non poteva e non doveva finire cos� tra di noi. Dovevo assolutamente ritornare quella di prima, quella che faceva rigirare la testa ai ragazzi e poi sorrideva felice solo per aver provocato quella reazione, ma dovevo soprattutto ritornare ad essere quella ragazza che faceva impazzire di desiderio Marco, perch� io, mio marito, volevo tenermelo a tutti i costi. In fondo avevo poco pi� di 26 anni, ero ancora una ragazza, e quello era il momento migliore per mettermi a dieta " Ti piacerebbe che io ritornassi quella di una volta? " " E a quale uomo non piacerebbe? Io non so se tu te ne rendevi conto ma eri semplicemente stupenda. Ti ricordi che ti dissi il giorno in cui ci siamo baciati per la prima volta?" " Oh certo che me lo ricordo. Mi dicesti che ero la ragazza pi� bella che tu avessi mai incontrato. Bene Marco, dammi un paio di mesi e ti giuro che riavrai di nuovo quella ragazza. Andrai di nuovo in giro con me, orgoglioso di tua moglie, come e pi� di quanto lo sei stato in passato. Questa � una promessa e al tempo stesso una minaccia. Capisci che intendo?" " Certo che capisco. Ma non credere che mi spaventi. E poi sono pronto a correre il rischio. So che significa sentire sulla propria donna il peso degli sguardi degli altri uomini. Pensi che non me ne sia mai accorto di come ti guardavano tutti gli altri? Ti avrebbero spogliata e poi mangiata con gli occhi. Ma non me ne importava niente, che guardassero pure. Tanto eri mia e mia saresti rimasta" Gli chiusi la bocca con un bacio e poi lo accarezzai. Mi vennero in mente tanti episodi in quel momento. Rivedevo il suo sguardo orgoglioso, ad esempio. Anche quando qualcuno mi guardava, e capitava veramente spesso, Marco non aveva mai dato grossi segnali di gelosia ed io un po' me l'ero sempre presa per questo. Per strano che possa essere, avrei voluto un ragazzo che mi dimostrasse, tramite un pizzico di gelosia, il suo amore per me. Che scema che ero stata. Non mi ero resa conto che lui invece me lo dimostrava, oltre che con i classici gesti d'amore, con un senso di orgoglio che io, in quei momenti, non avevo saputo recepire perfettamente. Era orgoglioso di me. Ed io in quel momento avevo in mente una cosa sola. Dovevo assolutamente rivedere quello sguardo nei suoi occhi. Mi staccai da lui a malincuore. Che peccato che dovevo scendere per andare a prendere le bambine, avrei voluto rimanere ancora tra le sue braccia. Ma avremmo avuto tempo, tanto tempo per stare insieme, a costo d'inventarmelo. Ma prima di scendere da casa dovevo fare ancora una telefonata. Cercai sulla rubrica il numero di mia cugina e quindi lo digitai sul telefono " Alessandra, ciao sono io, Patty. Ascoltami, hai gi� trovato qualcuno per quel posto di direttrice?" " Certo che no. Ci siamo viste solo poche ore fa. Non ho avuto il tempo" " Quel posto � mio, Ale, non lo dare a nessuna" " Ascoltami Patty, ne abbiamo gi� parlato. Mi dispiace essere stata brutale ma purtroppo ho bisogno di un tipo di donna che tu non sei pi�" " Mi hai detto che devi aprire il nuovo punto vendita fra circa un mese, non � vero? Ebbene, io fra un mese sar� presentabile. Te lo prometto e ti garantisco anche che in breve tempo ritorner� quella che conoscevi prima. Ma voglio quel posto. La mia nuova vita inizier� proprio da questo nuovo lavoro e mi serve proprio come stimolo. Ti garantisco che indosso a me, alla Patty di sei anni fa, le tue cose risalteranno ancora di pi� che indosso ad una modella vera. L'hai detto tu che assomigliavo ad una top, non � vero?" " Si, � vero ma....Ok Patty, voglio fidarmi. Ti tengo il posto in caldo. Ci risentiremo quando il negozio sar� pronto e ci vorr� poco pi� di un mese. Ma tu fatti trovare pronta. Un mese non ti baster� certo, ma diversi chili dovresti buttarli gi�. E ricordati che non � solo una questione estetica, ma anche di salute" " Mi far� trovare pronta Ale e.... grazie per la tua sincerit� " Attaccai il telefono e poi guardai Marco che a sua volta mi stava osservando a bocca aperta " Ma di che posto stavi parlando con tua cugina? Non mi avevi detto che ti aveva trattata male? " " Ti spiegher� dopo. Adesso devo andare a prendere le bambine a scuola. Comunque ti anticipo che tua moglie ha trovato un lavoro" Scesi lasciando Marco ancora pi� inebetito che mai e mi diressi verso la scuola. Sapevo che quello che stava per iniziare sarebbe stato molto complicato e difficile. Non sapevo ancora quanti, ma erano certamente tanti i chili che dovevo eliminare, ma ci sarei riuscita, a costo di mettermi un tappo in bocca. Dovevo assolutamente prendermi quel posto di lavoro. Non avevamo parlato di soldi, ma comunque uno stipendio in pi� ci faceva molto comodo, ma soprattutto dovevo riconquistare completamente mio marito. Se forse affettivamente non l'avevo mai perso, era abbastanza evidente, ora che avevo aperto completamente gli occhi, che sessualmente, qualcosa fra di noi non andava. E me ne prendevo completamente la responsabilit� . Avevo voluto essere soprattutto una mamma ed una donna di casa, dimenticando che una moglie deve essere ben altro: amante, amica, confidente e chi pi� ne ha pi� ne metta. Non sapevo ancora che, il passo che stavo per compiere, ovvero mettermi a dieta, altro non era che il primo passo verso la mia nuova vita. La telefonata, la famigerata telefonata di Alessandra, come il mitico vaso di Pandora, la cui apertura scatena eventi incontrollabili, stava dando il via ad una catena di episodi assolutamente inimmaginabili in quel momento, momento in cui stavo semplicemente andando a prendere le mie due bambine a scuola. Se volete dialogare con me, il mio indirizzo mail � pattytrasgressiva@tiscali.it