L'ORGOGLIO DI UN MARITO terza parte by davidmuscolo La giornata lavorativa fu decisamente proficua. Il buon umore con cui mi ero svegliato quella mattina mi aveva accompagnato per tutta la durata del mio lavoro e mi aveva aiutato a concludere un paio di contratti che avevano avuto il pregio, al di l� dell'aspetto economico, di farmi riempire di elogi da mio padre che era anche il mio datore di lavoro, persona di solito non incline a certe manifestazioni. Mi avviai quindi verso casa al termine del lavoro ed immediatamente la mia mente and� di nuovo su mia moglie. Mi sentii improvvisamente in colpa per aver pensato tutte quelle cose su di lei: che potesse cambiare, che potesse addirittura far valere su di me la sua forza decisamente fuori dal normale e la scena di quella mattina mentre mi portava il caff� a letto aveva smontato del tutto le mie congetture fantastiche. Pertanto per farmi perdonare, anche solo per questi pensieri, decisi che sarei passato da un fioraio e le avrei comprato un bel mazzo di rose rosse. Era il minimo che potessi fare per stare in pace con me stesso e poi ad una donna, si sa, i fiori piacciono sempre, e mia moglie era una superdonna, femmina a tutti gli effetti e, nelle ultime due occasioni, una femmina sessualmente piena di fuoco, fuoco che avrei spento ogni volta con piacere e con desiderio come avevo sempre fatto. Si, mi sentivo sessualmente fiero di me stesso per il modo in cui avevo soddisfatto mia moglie. Tornai a casa con il mio bel mazzo di rose in mano e la prima sorpresa fu quella di trovare Miriam a casa. Abitualmente mia moglie terminava di allenarsi circa un'ora dopo il mio rientro a casa ed invece quella sera era nel salone, seduta sulla poltrona, al buio completo. - Amore, che hai fatto? Ti senti male?- mi preoccupai vedendola in quello stato. Aveva i capelli sciolti ma spettinati, fatto assolutamente insolito per lei che curava la sua persona in ogni particolare, la mano destra che reggeva il mento e con la sinistra una sigaretta. I suoi begli occhi grigi sembravano vagare in chiss� quali mari tormentati ed il piede destro batteva ritmicamente sul pavimento evidenziando pensieri negativi. Miriam alz� lo sguardo su di me poi si alz� gettando la sigaretta ancora a met� sul posacenere. - Che ore sono Davide? Devo aver fatto tardi, ora ti preparo la cena- - No, aspetta, � presto per cenare. Ma come mai sei a casa a quest'ora? Non sei andata in palestra? - Non mi andava di andarci, Davide, devo essere un po' stanca- disse Miriam rimettendosi seduta in poltrona. Poi not� i fiori che avevo ancora in mano e aggiunse- Quelli sono per me?- - No! Sono per la mia amante- ironizzai, ma mia moglie neanche not� l'ironia e cominci� a piangere dapprima facendo sospironi poi singhiozzando sempre di pi� - Stavo scherzando, amore mio, non c'� nessun'altra donna, ci sei solo tu nella mia vita- le dissi inginocchiandomi vicino alla poltrona e accarezzandole i capelli e tutto il viso chiedendole pi� volte cosa fosse successo senza per� riuscire ad ottenere risposta - Lo so che non hai nessuna- concluse infine- piango perch� non mi sento tanto bene. Vedrai che mi passer� , domani sar� tutto diverso- Io non riuscivo a capirci niente. Ma che diavolo era successo? Avevo pensato a tutto, a qualche rimprovero nella scuola dove insegnava, a discussioni con i suoi familiari. Per� me l'avrebbe detto. Tra noi c'era dialogo e quando altre volte si era trovata con il morale a terra si era sempre confidata con me. Perch� quella sua ostinazione a tacere? E come mai non era andata in palestra? Non era mai accaduto in tanti anni che la conoscevo. Ed infine il modo in cui mi aveva chiamato; con il nome di battesimo. Lo faceva solo quando litigavamo perch� per il resto il nostro modo di chiamarci era assolutamente smielato: amore, tesoro e tutti i diminuitivi immaginabili, tesorino, amoretto ecc. Ridicolo per chi ascolta ma assolutamente indispensabile per chi vive una storia d'amore come quella che avevamo vissuto fino ad allora io e Miriam - La sera prosegu� nel modo in cui era cominciata; mia moglie che non riusciva a dire niente ed io che non riuscivo a cavarle una parola da bocca tanto che persi l'appetito e non riuscii a mangiare niente per cena e almeno in questo feci pendant con Miriam che non mise in bocca assolutamente nulla. A letto poi non potei fare a meno di vedere quanto soffrisse, quante difficolt� avesse nel prendere sonno. < Povero amore mio! Che diavolo ti sta succedendo? Quali tormenti hai che non puoi nemmeno confidarti con me? > pensavo vedendola in quello stato. Faticai a lungo anch'io prima di addormentarmi abituato com'ero a mettere le mie gambe tra le sue e ad accarezzare il suo corpo ma lei si era rannicchiata in posizione fetale ad un angolo del letto lontano da me. Poi finalmente il sonno mi avvolse le membra e caddi addormentato. La mattina dopo mi alzai sperando che tutto fosse stato un sogno, un brutto sogno che scompare quando ti svegli e vedi il mondo in maniera migliore ed invece Miriam era ancora nella stessa posizione in cui l'avevo lasciata prima di addormentarmi. Le portai io il caff� con il latte a letto e lei lo bevve a piccoli sorsi. Aveva gli occhi cerchiati, i capelli scomposti, ma suo malgrado era ancora bella. Non poteva fare a meno di esserlo neanche volendo - Hai dormito un po' almeno?- le chiesi dopo che ebbe finito di bere il caffellatte - Si, un po' ho dormito, non ti preoccupare- rispose Miriam alzando un po' il tono della voce. Era visibilmente infastidita delle mie attenzioni- Ora vai a lavorare che se no fai tardi- prosegu�- Te l'ho detto, dammi un po' di tempo e mi passer� , � solo un brutto momento- Andai a lavorare con il chiodo fisso del < brutto momento> come l'aveva chiamato lei. Fino al giorno precedente era stata felice e soddisfatta ed ora, in meno di 24 ore, sembrava tutto cambiato. Dovevo capire cosa le era successo in quella maledetta giornata che l'aveva ridotta in quello stato, e dovevo farlo senza farmi scoprire da mia moglie e fare in modo che tutto tornasse come prima. Ma quella sera e le sere a seguire le cose non cambiarono affatto. Ogni volta che tornavo a casa sembrava il copione di un film gi� visto. Un brutto film. Anzi qualcosa cambiava. Miriam diventava sempre pi� irritabile e sfuggente. Di sesso poi neanche a parlarne. Ogni volta che mi avvicinavo all'inizio sembrava quasi sul punto di capitolare poi si ritraeva. Una sera si mise le mani in faccia dicendo < Non ce la faccio! Non ce la faccio! Scusami > senza rispondere poi alle mie domande che mi sembravano pi� che legittime. Comincia ad informarmi nei luoghi e con le persone che frequentavano Miriam ma con tutti feci un buco nell'acqua. In palestra si meravigliavano del fatto che da qualche giorno mia moglie non frequentasse il luogo, lei che era sempre la prima ad entrare e l'ultima ad uscire e nella scuola dove insegnava mi dissero che aveva chiesto qualche giorno di ferie per malattia ma che non era accaduto nulla ne con i colleghi ne con i genitori dei bambini. Con molto tatto chiesi anche ai genitori di Miriam se avevano avuto screzi con lei, ma anche in questo caso tutto sembrava tranquillo. Insomma mi ritrovai nel buio pi� totale, con mia moglie sull'orlo della depressione che non voleva fare pi� niente: ne sport, ne lavoro, ne sesso e neanche uscire con gli amici come le avevo pi� volte chiesto. Dopo una settimana riprese a lavorare proprio perch� non ne poteva fare a meno ed io decisi che era giunto il momento di fare qualcosa per aiutarla ed invitai i nostro amici a cena a casa nostra. Erano le solite tre coppie che frequentavo ormai da tanti anni e speravo che la loro vicinanza potesse aiutare Miriam a ritrovare il brio e l'allegria che ormai sembravano irrimediabilmente perduti. All'inizio non la prese bene per niente. Url�, mi disse che non avevo rispetto per lei che si sentiva male, ma poi, dovendo accettare la cosa per forza in quanto l'invito era ormai partito, sembr� non essere poi del tutto dispiaciuta. Forse- disse- vedere gente pu� farmi trascorrere un paio d'ore serenamente- E cos� dopo tanti giorni la vidi finalmente curare di nuovo il suo aspetto. Indoss� un bel jeans aderente che le fasciavano il sedere e le gambe ed un top elasticizzato azzurro con su disegnato il logo di una famosa marca. Un po' di trucco e voil� : Miriam era tornata, almeno apparentemente, la bella ragazza che tutti mi avevano sempre invidiato. Sembrava serena ed aspettando che i nostri amici venissero, pregavo il cielo che il peggio fosse definitivamente passato e che i miei amici potessero compiere il miracolo di farla di nuovo sorridere. Al cibo per la serata avevo pensato io. Non sapendo cucinare molto bene e non volendo che Miriam faticasse, ammesso che ne avesse la voglia, per preparare per tutti, avevo organizzato un self-service con tutti cibi gi� pronti: salumi, formaggi, vari antipasti e per finire un bel po' di dolci che avrebbero messo a rischio sicuramente le diete che tutte le amiche di mia moglie facevano fin da quando le conoscevo. Non che ne avessero particolare bisogno, erano tutte giovani donne abbastanza attraenti, ma comunque stavano attente a ci� che mangiavano per buona parte della settimana salvo poi rifarsi con gli interessi il sabato sera quando abitualmente si andava tutti a cena fuori. Finalmente cominciarono ad arrivare i nostri amici. Per primi fecero il loro ingresso Gianni e sua moglie Marzia, poi Massimo, il mio amico del cuore, con Laura ed infine Gianluca con Micol. Facevamo spesso queste serate insieme, del resto eravamo molto uniti, e come tutte le altre volte, la serata trascorse in modo lieve e rilassante con qualche battuta scherzosa soprattutto su Massimo e la sua voracit� ed anche Miriam, pur con qualche pausa dove sembrava assentarsi quasi completamente, partecip� ogni tanto ai vari discorsi che si intavolavano. Ma quando ormai i miei amici avevano spazzolato quasi del tutto la tavola imbandita lasciandoci sopra soltanto qualche briciola, il discorso scivol� inevitabilmente sull'impresa che mia moglie aveva compiuto contro quei quattro delinquenti. Nei giorni passati tutte e tre le nostre amiche, che avevano saputo della faccenda tramite Massimo al quale avevo raccontato tutto, avevano telefonato a Miriam per farsi raccontare di persona quello che era realmente accaduto e mia moglie pur con riluttanza, aveva narrato tutta la storia ed anche Gianni e Gianluca avevano voluto sapere da me se i fatti corrispondevano a realt� . Quella sera per� Miriam sembrava decisamente pi� ispirata e mentre raccontava per l'ennesima volta ci� che era accaduto nel giorno del nostro anniversario, farciva la storia con le sue impressioni, le sue sensazioni ed anche le sue paure per me, condendo il tutto con nomi giapponesi, impronunciabili per me, di mosse di Karate con cui aveva dato sfoggio quella sera in riva al mare. Insomma, mi sembrava di rivedere in Miriam la sua estemporaneit� che aveva completamente smarrito negli ultimi giorni. Ero seduto sul divano accanto a Massimo e quando mia moglie termin� di raccontare la storia dopo essere stata interrotta pi� volte per le domande e le curiosit� che i miei amici le ponevano ed anche dai loro commenti di meraviglia, mi rivolsi io a Miriam - Amore , credo che tu lo possa raccontare questa storia mille volte ma � difficile credere a tutto quello che hai detto. Io stesso se non avessi vissuto quell'esperienza difficilmente avrei creduto a tutto. Massimo ad esempio quando glie l'ho raccontato, mica era del tutto convinto- - Davvero non ci credi, Massimo?- domand� Miriam al mio amico mettendo un po' il broncio - Ma si che ti credo invece- obiett� Massimo- Solo che quando Davide mi ha raccontato tutto ho avuto qualche dubbio. E' normale no?- Miriam sorrise e si avvicin� al mio amico prendendolo per un braccio e invitandolo ad alzarsi - Vieni qua che ti tolgo tutti i dubbi- fece poi mia moglie facendo alzare Massimo che con un po' di ritrosia alla fine cedette e segu� mia moglie. Lo invit� a sedersi vicino al tavolo e dopo aver tolto quel poco di cibo che vi era rimasto si sedette anche lei. - Che cosa vuoi fare Miriam ? - chiese un po' ansioso il mio amico - Fare a braccio di ferro con te- rispose mia moglie sempre continuando a sorridere tranquillamente. Era tanto che non la vedevo sorridere ed il piacere di vederla di nuovo contenta mi fece per un attimo perdere l'attenzione su quello che stava accadendo. Stavo per obiettare in quanto non � che gradissi molto il fatto che Miriam si mettesse palesemente in mostra davanti ai nostri amici, ma poi vedendola cos� eccitata cos� vogliosa di dimostrare la sua bravura alla fine tacqui. E poi Massimo si meritava una bella lezione per non avermi creduto subito, e, ero sicuro, ne avrebbe ricevuta una fra pochi secondi da mia moglie. Il mio amico intanto si guardava intorno smarrito senza sapere cosa fare ma poi, spinto anche da Gianni e Gianluca mise il braccio sul tavolo come gi� da qualche secondo aveva fatto mia moglie. Massimo non era molto alto, arrivava a malapena ad un metro e settanta, ma era piuttosto robusto, tozzo direi, ed era dotato di una discreta forza, pi� o meno sul mio livello, ed io sapevo che Miriam era notevolmente pi� forte di me pertanto sapevo anche che non aveva nessuna chance contro di lei. I due contendenti unirono le loro mani ed allora comparve sul braccio di mia moglie un bel muscolo grande come una palla da tennis come le avevo visto quando aveva sollevato il bilanciere con 120 chili. Gianluca si autoproclam� arbitro e poi dette il via. Massimo aspett� qualche secondo prima di cominciare a sforzarsi mentre Miriam fin dall'inizio sembrava serena e sicura di se. Notai il mio amico metterci sempre pi� potenza ma il braccio di mia moglie non si spostava di un centimetro, poi fu la volta di Miriam a cominciare a spingere, anche se in tutta naturalezza e dopo aver piegato il braccio di Massimo per un po' si rivolse a tutti noi - Ora basta ragazzi, il gioco si sta per concludere- e cos� dicendo spinse il braccio di Massimo sempre pi� vicino al tavolo dandogli infine il colpo di grazia ed il dorso della mano destra del mio amico piomb� sul tavolo mentre la sua faccia si alter� in una smorfia di dolore e di sofferenza. Io mi avvicinai a Miriam orgoglioso ancora una volta dandole un bacio sulla bocca e poi alzandole il braccio destro in segno di vittoria, quindi mi avvicinai a Massimo che sembrava ancora sofferente. - Tutto a posto?- gli chiesi - Spero di si- rispose il mio amico facendo buon viso a cattivo gioco- devo solo prendere il numero di targa del tir che mi ha investito. Cazzo quant'� forte- Gli diedi una pacca sulla spalla mentre tutti gli altri facevano i complimenti a Miriam e si sinceravano delle condizioni di Massimo che comunque sembrava avere ancora il braccio attaccato alla spalla e quindi in condizioni accettabili. Forse erano le sue condizioni psicologiche ad aver bisogno d'aiuto. Miriam era ora su di giri, scherzava con tutti e dopo un po' guard� Gianni e Gianluca - Volete provare anche voi?- chiese loro . Io non posso proprio- si schern� Gianni - anche perch� sono mancino e contro di me saresti facilitata - Sei mancino? - riprese Miriam - Bene! Allora facciamo cos�. Venite tutti e due insieme. Con la destra affronter� Gianluca mentre con te user� la sinistra. Non ho mai affrontato due uomini e voglio proprio vedere se riesco a farcela - I miei due amici si guardarono increduli - Tutti e due insieme? - balbett� Gianni - Esatto! Mica avrete paura?- Ancora una volta non riuscii a spiccicare parola. Da una parte avrei voluto far finire quell'esposizione di bravura che non sopportavo molto, dall'altra non potevo fare a meno di essere curioso di vedere fino a che punto poteva spingersi Miriam, quali fossero i suoi limiti, ma soprattutto, anche se facevo fatica ad ammetterlo con me stesso, mi piaceva far vedere anche agli altri quanto fosse brava la donna che mi aveva scelto come compagno nel lungo percorso della vita. I miei due amici intanto avevano scelto di accettare la sfida e del resto non potevano fare altrimenti. Se avessero rifiutato sarebbero passati per vigliacchi davanti alle loro donne e questo un uomo non pu� proprio accettarlo. E poi erano in due. Due uomini contro una giovane e bellissima donna che non sembrava affatto incarnare una muscolosa e imbattibile virago. Gianluca poi era anche un tipo piuttosto atletico, alto circa come Miriam, un metro e ottanta, doveva pesare sui novanta chili ben distribuiti su tutto il corpo mentre Gianni, leggermente pi� basso era decisamente pi� esile ma comunque non magrissimo. Si sedettero al tavolo e dopo qualche secondo trovarono la posizione giusta, Gianluca sulla destra di Miriam mentre il mancino Gianni alla sua sinistra con mia moglie nella posizione che di solito assume il capofamiglia leggermente spostata di lato per fare in modo che tutti e tre potessero esercitare la leva nella maniera ottimale. Massimo diede il via mentre i miei occhi erano posati sui tre contendenti. Il volto di Miriam si apri ad una smorfia per via dello sforzo iniziale poi per� ritorn� allo stato normale mentre i miei amici da subito diventarono paonazzi. Probabilmente ambedue avevano osato il tutto per tutto proprio all'inizio per stroncare immediatamente la resistenza di mia moglie che invece resistette benissimo e poi lentamente cominci� ad esercitare pressione sui loro polsi. Ancora una volta non potevo fare a meno di rimanere estasiato di fronte a tanta potenza e mi chiedevo da dove tirasse fuori questa forza e contemporaneamente non potevo non essere felice ed orgoglioso, come tutte le altre volte, anzi, come ogni volta, qualunque cosa facesse quella splendida donna; mia moglie. Miriam intanto spinse ancora un po' le sue braccia e simultaneamente i miei amici dovettero inchinarsi allo strapotere di mia moglie. Con stupore indicibile tutti gli altri avevano osservato l'intera scena ed anche se conoscevano la passione di mia mogli per lo sport, non avevano mai assistito di persona ad una delle sue performance e non poterono fare a meno di rimanere esterrefatti di fronte a quella dimostrazione. Anch'io del resto, pur cominciando ad abituarmi nel vedere certe scene, ogni volta riuscivo a meravigliarmi di nuovo. Per qualche minuto tutti si complimentarono nuovamente con Miriam, e lo facevano soprattutto i tre maschi che sembravano aver preso la sconfitta in maniera piuttosto sportiva anche se io avrei scommesso che dentro di loro non potevano sopportare l'idea di essere stati sconfitti in maniera cos� perentoria da una donna. Per un uomo perdere in una dimostrazione di forza contro una femmina equivale ad una delle peggiori umiliazioni a cui si pu� andare incontro ed il fatto che quella donna era un'amica, non avrebbe lenito certo queste sensazioni. Miriam intanto si divincol� dal gruppetto intorno a lei e venne proprio di fronte a me - E tu amore non ti complimenti con me? - Mi disse prendendo le mia mani tra le sue - Sei forse arrabbiato con me per quello che ho fatto? Era solo un gioco, lo hanno capito anche loro- - Ma no che non sono arrabbiato. Il fatto � che mi hai lasciato senza fiato, non ho pi� parole da dirti. Sei cos� forte e brava che ogni parola diventa inutile- Mi baci� sulla bocca poi quando ci staccammo le vidi mettere il suo braccio destro sulla mia schiena ed il sinistro sul retro delle mie ginocchia. Avevo gi� visto questo movimento quando sollev� in braccio il quarto teppista sulla spiaggia e capii che aveva intenzione di farlo anche con me - No amore, non farlo! Ti prego Miriam non farlo- la implorai. Ma mia moglie non ascolt� le mie lamentele e mi sentii sollevare come se fossi senza peso. Sentivo i miei piedi lasciare il pavimento e poi mi sentii avvolgere tra le forti braccia di Miriam mentre tutti i miei amici lanciavano grida di meraviglia. All'inizio cercai di divincolarmi ma senza nessun risultato. Le braccia di mia moglie mi stringevano come se fossero tenaglie dalla quale � impossibile uscire, poi per� mi rilassai e cominciai a godere di quella sensazione unica. Mi sembrava di essere in un'altra dimensione tanto che cominciavo a sentire i discorsi dei miei amici ovattati come se fossero distanti da me diversi metri mentre invece erano nella stessa stanza e quando mia moglie si rese conto che ormai non facevo pi� resistenza chin� la sua testa per baciarmi di nuovo ed io risposi al suo bacio che mi trascin� dolcemente nell'oblio pi� totale. Per me il mondo in quel momento si era fermato, mi sentivo bene come mai mi era accaduto prima, mi sentivo protetto, come se niente potesse accadermi, come pu� esserlo un bambino tra le braccia della mamma e mi abbandonai completamente. Sentii in lontananza una delle ragazze dire agli altri < E' meglio che ce ne andiamo altrimenti questi fanno sesso davanti a noi > ma non riuscii a capire da chi provenisse questa frase, perso com'ero tra le braccia di mia moglie, intenti ancora a baciarci, in quella posizione inusuale eppure a suo modo estremamente sensuale. Non so quanto tempo fosse passato, forse pochi secondi oppure qualche minuto in quanto, in quel frangente avevo perso completamente la cognizione del tempo, quando Miriam delicatamente mi riport� a terra. Mi sentii barcollare come se mi girasse la testa poi dopo qualche secondo tornai pienamente in me e salutai i miei amici che avevano dipinto in volto la meraviglia per quello che avevano appena visto e che nel frattempo avevano preso le loro cose e se ne stavano andando. Appena usciti ci guardammo negli occhi senza proferire parola quindi lei avanz� verso di me e cominci� a baciarmi sul collo. Mi volt� come per prendermi alle spalle poi mi sussurr� - Finalmente se ne sono andati. Non vedevo l'ora di rimanere io e te da soli- proseguendo a riempirmi di baci il collo. Io rimasi in quella posizione, dandole le spalle, mentre lei continuava a sussurrarmi all'orecchio facendomi venire brividi di piacere su tutto il corpo- Ti � piaciuto quando ti ho preso in braccio?- - Si! - ammisi - Vuoi che te lo rifaccia?- - Si- risposi e Miriam senza nessuno sforzo mi fece ritornare di nuovo tra le sue braccia senza che io stavolta facessi nulla per liberarmi. Riprovai di nuovo tutte le sensazioni di prima e mi sentivo come se fossi in paradiso. Ecco! Se esisteva un posto per me in paradiso doveva essere tra le braccia di mia moglie - Da quanto tempo non facciamo pi� l'amore?- prosegu� Miriam - Non lo so, ho perso il conto- le risposi- forse sono dieci giorni. E' stato il giorno dopo il nostro anniversario- - Ora ci rifaremo di tutto il tempo perduto- incalz� cominciando a camminare sempre tenendomi in braccio come se fossi fatto d'aria e dirigendosi verso la nostra camera da letto. Mi depose sul nostro talamo e poi si mise sopra di me - Toglimi i jeans- ordin� mentre lei invece spogliava me, quindi si pose sopra al mio corpo ormai nudo come le ultime volte che avevamo fatto l'amore. Sembrava amare in modo particolare quella posizione ed anch'io la trovavo piuttosto eccitante soprattutto perch� le dava modo di condurre il gioco e di potersi muovere a suo piacimento. < Finalmente > pensai quando si fece penetrare, poi per� non ebbi pi� modo di pensare a nulla travolto come fui dall'esuberanza sessuale di Miriam. Solo dopo aver finito di fare l'amore mi ritrovai a pensare di come mia moglie negli ultimi tempi avesse cambiato il suo approccio al sesso. Ora era pi� aggressiva, pi� eccitata e, di conseguenza, anche pi� eccitante e questo aveva fatto si che le mie prestazioni erano cresciute notevolmente. Non potevo certo lamentarmi. Oltre che una bella e deliziosa ragazza avevo sposato una sensualissima bomba sexi e questi pensieri mi fecero dimenticare completamente il malessere che aveva avuto mia moglie fino ad allora. Sembrava tutto risolto, in quel momento eravamo sul letto soddisfatti sessualmente ed emotivamente e tutto il resto sembrava distante anni luce tanto che non potevo immaginare lontanamente quello che sarebbe accaduto in seguito. FINE TERZA PARTE Per i commenti scrivete a davidmuscolo@tiscali.it