Ordalia 2012 By Bettino Roma, studi televisivi "La 80", autunno 2012. Terza puntata di "Ordalia 2012, trasmissione nella quale due contendenti decidono di risolvere fisicamente e di fronte a milioni di telespettatori le loro controversie. Continua il successo di pubblico, la critica si adegua magnificando i pregi del format. "Sbaglia chi lo considera un reality show" scrive sul quotidiano più autorevole il professor Paolo Grosso "con ‘Ordalia’ la televisione ha aperto una nuova fase. Ci troviamo di fronte ad un fenomeno nuovo: la televisione che non registra, ma crea la realtà, trasformandosi in un demiurgo sociologico. Da totem a creatore, da specchio ad origine dell’immagine e, quindi, della storia." Il giornale concorrente metteva invece in risalto la liberazione della libido e la gestione dell’aggressività, che si trasforma in sessualità per divenire quindi perdono ed amicizia. Ordalia, quindi, veniva certificata come una trasmissione progressista e di sinistra a pieno titolo. La presentatrice fece l’ingresso trionfante nella sala stracolma. "I sfidanti di oggi non sono due, ma tre. La loro è la tipica controversia stradale: un sorpasso, l’inseguimento, quindi le due macchine si fermano e scoppia una lite tra i conducenti. Arriva la milizia del traffico, prima che lo scambio di opinioni non diventi una vera rissa e, nell’impossibilità di ricostruire i fatti e di determinare torti e ragioni, consiglia ai litiganti di dirimere la questione ad "Ordalia". Pensateci, è importantissimo: con il loro invito i militi hanno ufficializzato il ruolo positivo della nostra trasmissione. Un applauso a tutti i Militi d’Italia!" E applauso fu, scrosciante. "Ma ora diamo la parola ai contendenti... avvisandovi sin d’ora che lo scontro che presenteremo oggi non sarà a due, ma a tre! Accogliamo con un applauso Maria, che si batterà da sola contro due avversari!" Entrò nello studio, accompagnata da un culturista che indossava solo un piccolissimo perizoma, una donna sui 30 anni dal fisico giunonico ed imponente. "Io sono una rappresentante di commercio. Percorro ogni giorno decine, talvolta centinaia di chilometri. Ovviamente, possiedo una vettura sicura e potente, che guido veloce ma rispettando i limiti, e non ho mai avuto incidenti né problemi di qualsiasi tipo. Circa un mese fa, percorrendo la statale della Val Brembana, ero preceduta da un furgone che non voleva assolutamente lasciarmi superare. Finché, in una retta, ho accelerato decisa e sono riuscita a passare, malgrado il guidatore dell’altra macchina abbia anche tentato di allargare. Gli ho fatto un gesto di protesta, quindi me ne sono andata per la mia strada, perdendolo di vista, malgrado abbia provato di starmi dietro. Poco più tardi, ferma ad un semaforo, sono stata raggiunta dal veicolo che avevo superato, e ne sono usciti due figuri che hanno iniziato ad insultarmi. Me ne sono rimasta tranquilla ma, quando uno ha cominciato a dare manate sulla carrozzeria, sono uscita. In quel momento, sono arrivati i militi. Il resto, lo sapete. "Bene, Maria, ora sentiamo la versione dei due altri automobilisti, Max e Roberto." Fecero il loro ingresso due uomini, entrambi non molto alti, uno sulla cinquantina, l’altro di circa vent’anni. "Raccontateci la vostra versione." Il più anziano cominciò: "Siamo due addetti alla manutenzione di fotocopiatrici, e viaggiamo anche noi molto con il nostro furgone. Procedevamo ad una velocità moderata sulla strada della Val Brembana che, come sapete, è stretta e tortuosa. D’un tratto, una BMW nera ci si è incollata dietro, suonando e pretendendo che dessimo strada. Cosa impossibile, visto che le curve si susseguono senza soluzione di continuità. Dopo alcuni minuti ci ha superato in una curva cieca, e ci ha fatto le corna. Abbiamo proseguito tranquillamente finché, al semaforo del paese successivo, non ce la siamo trovata davanti. Noi avremmo fatto finta di nulla, ma quella donna è uscita, ha cominciato ad insultarci e ci ha sputato sul vetro. Quando ha preso in mano una spazzola del tergicristallo per spezzarla, siamo usciti. Proprio in quel momento sono arrivati i carabinieri." "Bene, avete spiegato chiaramente la vostra posizione. In realtà siete d’accordo con Maria solo quando affermate che è nato tutto da un sorpasso, poi le due ricostruzioni dei fati sono opposte. Ma ora vedremo...CHI HA RAGIONE. Lo dirà, infallibilmente, l’ORDALIA!" I contendenti furono portati alla materassina che era posta al centro dello studio. Un arbitro ricordò le regole: "Ogni colpo è valido, tranne infilare le dita negli occhi o nel naso, i morsi, lo strappo delle orecchie. Il combattimento finirà con la sottomissione di uno dei contendenti. Il vincitore potrà disporre del corpo dell’altro per 30 minuti, libero di farne tutto ciò che preferisce, tranne che colpirlo o infliggergli chiavi articolari o strangolamenti o, comunque, mettere in atto altre azioni che causino danni anche non permanenti. Io interverrà solo quando uno di voi risultasse fuori combattimento o quando vedessi colpi proibiti." La presentatrice li invitò a prepararsi ed a raggiungere il centro della materassina per la rituale stretta di mano. Maria si liberò dell’accapatoio e rimase con un costume nero ad un pezzo Alta circa 1,74, ex nuotatrice e pallanotista, già campionessa provinciale di lancio del disco, pesava 94 Kg. Non era bella, Maria: il volto rincagnato ed il naso piccolo, i neri capelli ricci tagliati corti, le sopracciglia troppo folte. Panciuta, spalle larghe, torace possente dal grande seno pesante, braccia sviluppate, dimostrava tutta la sua forza di ex atleta un po’appesantita. Le gambe, dalle cosce enormi ed i polpacci rotondi, apparivano particolarmente potenti. Sembrava una strong woman di quelle che venivano un tempo raffigurate sui manifesti del circo, metà atleta, metà donna cannone, o una campionessa di sumo. Max e Roberto si spogliarono a loro volta, restando in slip da bagno. Max, quello vocino alla cinquantina, raggiungeva a stento il metro e sessantacinque, ed avrà pesato circa 60 Kg. Magro, un po’curvo, disse che il suo sport preferito era la bicicletta, ma che era solido ed abituato a battersi, alla bisogna, anche con uomini grossi il doppio di lui. Roberto, alto circa 1.78, era anch’esso molto magro, non superando di molto i 63 chili, giocava a calcio come mezz’ala tra i dilettanti. Affermò con orgoglio che non gli facevano paura i terzini più massicci, figurarsi quella donna grassa! La presentatrice introdusse il combattimento: "Alla mai destra... Maria, 32 anni, un metro e 74 per 94 chilogrammi. Alla mia sinistra, Max, 52 anni, 1.65 per 60 kg. e Roberto, 19 anni, 1.78 per 63 kg. Il fatto che siano due contro una ha portato ad una modifica delle regole... che vi illustrerà l’arbitro." "Il combattimento avrà la durata di tre round. Nel primo, Maria affronterà Max, nel secondo Roberto. Le regole del terzo round..." "No, non diciamole adesso, costituiranno una sorpresa!" lo interruppe la conduttrice. Suonò il gong, e Maria si trovò ad affrontare il più anziano ed il più piccolo dei due avversari. Fu un incontro a senso unico, nel quale la donna giocò come il gatto con il topo, provocando l’avversario: "Vieni sotto, piccoletto, attacca! Hai paura di una donna? Dai, tirami un pugno." provocò, abbassando la guardia. Max partì con un diretto al volto, che Maria schivò sorridendo. Pi la donna attaccò con una serie di pugni al corpo, che lo lasciarono senza respiro. Quindi lo afferrò con una presa di lotta, gettandolo al tappeto. Lo lasciò rialzare, lo afferrò nuovamente per poi alzarlo letteralmente da terra prendendolo per la vita con le mani . Lo gettò lontano, facendolo cadere. Prima che si alzasse, gli fu sopra, sedendogli cavalcioni sullo scarno petto. Fece per colpirlo con un pugno al volto, ma l’uomo battè disperatamente la mano a terra in segno di resa. "Vince il primo round, per sottomissione dopo un minuto e venti secondi... Maria!" proclamò l’arbitro alzando il robusto braccio alla donna trionfante. Nell’intervallo dopo il primo combattimento, un giornalista intervistò i contendenti. "Hai avuto un avversario molto facile: pensi che vincerai altrettanto facilmente con il secondo?" "Sarà certamente più forte, ma non mi spaventa: mi è ancora capitato di battermi con uomini più grossi e di metterli al loro posto. Ma ora lasciatemi riprendere fiato." rispose Maria. "Come è stato il combattimento, Max? Praticamente, non hai mai vibrato neppure un colpo?" "Quella puttana è forte, ma mi ha battuto prima di tutto psicologicamente... non ero pronto a combattere con una donna! Avevo paura di farle del male..." "Pensi che Roberto vincerà?" "Sicuramente, è alto ed atletico. Deve solo evitare che quella colossa gli si sieda sopra... altro che 94 chili, peserà un quintale, anche di più!" L’intervistatore si avvicinò a Roberto, che appariva molto teso. "Allora, sei fiducioso per l’esito dell’incontro?" "Non c’è dubbio: vinco io. Di certo non mi farò mettere sotto da quella palla di lardo: io sono più giovane di Max, e anche di lei, sono allenato, e più alto di quella troia. Vittoria facile! Poi ci divertiremo" concluse facendo la V con le dita. "L’intervallo riservato a Maria è scaduto! che si dia inizio al secondo round!" trillò enfatica la presentatrice. I due contendenti iniziarono guardinghi il confronto, girandosi attorno. Maria provocava l’avversario: "Dopo un vecchio, un bambino! Hai un’aria così impaurito, così smarrita, che fai quasi tenerezza..." "Tenerezza un cazzo, vecchia troia cicciona. Pagherai tutto, ti dovranno fare una plastica, dopo che t’avrò rotto quella faccia dal bull-dog." Maria rise, abbassando le mani in segno di provocazione. Roberto ne approfittò per vibrarle un calcio al volto, che la donna schivò con un movimento del collo. Approfittando del fatto che era momentaneamente sbilanciato, lo attaccò con un violento pugno alla mascella e, afferatolo al collo, gli vibrò alcune potenti ginocchiate alle cosce ed al basso ventre. Il giovane maschio ora sanguinava da un labbro, ed era piegato dal dolore. Maria non perse tempo, e lo attaccò spietata proiettandolo al suolo. Max fece per rialzarsi, carponi, ma la donna lo colpì con due potenti calci al ventre che lo fecero cadere nuovamente supino al suolo. La femmina gli saltò addosso ponendosi cavalcioni sulla schiena, quindi lo afferrò al mento con le mani incrociate ed incurvò all’indietro il corpo, minacciando di spezzargli la schiena. Roberto batté disperatamente la mani al suolo, in segno di resa. "Vince questo secondo round... dopo un minuto e 5 secondi... Maria!" proclamò l’arbitro alzandole il braccio e mettendo in risalto le ascelle pelose. "Bene, Maria" intervenne al presentatrice "hai vinto due round. Ma tu sai, ne è previsto un terzo... decisivo. Infatti, tu non hai avuto due controversie con due persone distinte in tempi diversi... ma sei venuta ad Ordalia per una controversia che hai avuto con una coppia di persone. Pertanto, per affermare la tua ragione, dovrai combattere affrontando i tuoi due avversari nel medesimo tempo!" Vi fu un momento di silenzio, che dalla sala ove aveva luogo la trasmissione si comunicò nei soggiorni e nelle camere degli italiani che stavano assistendo alla trasmissione. Dopo alcuni attimi Maria rispose, sicura: "Certo che accetto. E sono più certa che mai di vincere!" Un boato accolse le sue parole, frammisto di scroscianti applausi. La telecamera inquadrò gli sfidanti: tentavano di sorridere, ma apparivano lividi. L’arbitro richiamò i tre sulla materassina e diede inizio al terzo, decisivo round. I due uomini avevano studiato una rudimentale tattica, tentando di prendere in mezzo la donna, in modo da poterla sorprendere dopo averla fiaccata. Maria non sembrava subire la situazione: stava in allerta, concentrata e pronta, aspettando il momento opportuno per partire a sua volta all’attacco. Max finse un calcio, senza molta convinzione, ma la donna non abboccò e capì che sarebbe stato Roberto ad attaccare. Schivò il destro al volto che quest’ultimo le aveva vibrato, e ricambiò con un montante al mento che lo fece vacillare, doppiato da una spazzata alle caviglie che lo fece cadere. Nel contempo, Max le era saltato sulla schiena, abbarbicandolesi addosso, le braccia attorno al collo, le gambe a circondarele la vita. Maria si scrollò, poi lo colpì al fianco con una gomitata, facendogli perdere la presa per il dolore. Ma, appena libera, fu Roberto che le saltò addosso, gettandola a sua volta per terra e tentando di colpirla con calci prima che si rialzasse. Maria fece come una capriola indietro, e si rialzò rapida. Ora i suoi due avversari erano entrambi nuovamente in piedi, ma già segnati. Maria finse di attaccare Roberto, ma invece afferrò per un braccio Max, strattonandolo a terra e colpendolo con un calcio al basso ventre che lo fece rotolare dal dolore. Capì che aveva a disposizione qualche secondo per affrontare Roberto su un piede di parità numerica. Ma il giovane continuava a sfuggire, attendendo che il suo compagno si riprendesse. Allora Maria decise di attaccare in modo risolutivo Max, che tentava di rialzarsi: gli vibrò una serie di colpi scomposti, ma pesantissimi, al capo e sulla schiena, intervallati con dei potenti calci, finché l’uomo non stramazzò svenuto. "Ora siamo di nuovo di fronte, uno contro uno, ragazzino. Fammi vedere quanto vali." Roberto continuava a sfuggire, fin quando Maria non lo raggiunse con un potente balzo afferrandolo in una cintura al collo. Lo proiettò al suolo, sedendogli sul petto, quindi schiacciandogli il volto sotto i suoi possenti glutei. Dopo averlo torturato con una serie di balzi, si rimise sul suo petto, colpendolo con i suoi pesanti pugni. Il giovane tentò di ripararsi, poi si convinse alla resa. "Vince il terzo e decisivo round, dopo due minuti e trentacinque secondi... Maria!" decretò l’arbitro. "Ed ora, dopo aver dimostrato che avevi ragione tu, hai a disposizione 30 minuti di submission... ma ricordati che allo scadere del tempo dovrete esservi riconciliati." proclamò la conduttrice. "Avanti, spogliatevi" ordinò Maria. I due uomini si levarono gli slip. Entrambi non apparivano particolarmente dotati neppure sessualmente. "Siete scarsi anche lì!" esclamò Maria con riprovazione. Ma vi conviene fare presto ad eccitarvi, altrimenti penso di non piacervi e m’offendo." concluse levandosi il costume da bagno e mostrando nude le sue forme opulente, ove i solidi muscoli erano coperti da starti d’adipe. "Cominciamo a vedere se almeno riuscite a farmi eccitare. Tu, Roberto, stenditi. Così... io ti vengo sopra, come quando lottavamo, e tu mi lecchi la figa. Max, invece, che voleva prendermi a tradimento nella lotta, mi lecca il buco del culo. Si, così..." Maria era chiaramente eccitata e, loro malgrado, cominciavano ad eccitarsi anche i due sconfitti. Maria prese l’iniziativa, infilandosi il cazzo di Roberto e cominciando a cavalcarlo. "Tu, vecchietto, intanto leccami le tette..." Alfine, la donna venne, con un urlo. Si sdraiò a sua volta, facendo segno a Roberto di assumere il ruolo attivo, mentre Max continuava a succhiarle i capezzoli ed a baciarla sulla bocca. Roberto venne, e Maria lo staccò da sé sostituendolo con Max. L’omino la scopava con colpi rapidi, come un coniglio, quasi sparendo all’interno di quel possente corpo di donna. Maria, intanto, aveva preso in bocca il membro di Roberto, riportandolo in vita. Poi, quando Max ebbe eiaculato, la donna si mise alla pecorina, significando al più giovane delle sue due prede che voleva essere presa in tale guisa. Nel contempo, lei tentava di rianimare a colpi di lingua il piccolo sesso di Max. Alla fine, lei si ridistese a terra, mentre i due uomini sconfitti leccavano ognuno una delle due voluminose tette della loro vincitrice. Alla scadenza dei trenta minuti, furono interrotti dalla conduttrice. "Bene, vedo che dalla fase di lotta siete passati a quella di riconciliazione e di amicizia. Congratulazioni, siete davvero delle persone perbene, dei cittadini modello. Come, del resto, tutti quelli che si sono presentati ad Ordalia e come tutti i nostri telespettatori!" I tre si rialzarono, un po’confusi. "Maria, hai dimostrato di avere ragione. Ora li perdoni?" "Sì, sono convinta che si siano ravveduti. Io li perdono." Scoppiò uno scrosciante applauso. "E voi ammettete la vostra colpa e chiedete scusa a Maria?" "Certo" rispose arrossendo Max. "L’Ordalia non mente... e noi chiediamo volentieri scusa, nevvero, Roberto?" Il giovane annuì con un cenno, ed i tre si strinsero le mani. "Bello, pace è fatta. Ma dimmi, Maria, quest’esperienza ti ha cambiata? Reagirai ancora alle provocazioni?" "Questo sì, se ho ragione, sono disposta a battermi. Con chiunque, uomo o donna che sia. Mi sono abituata così da piccola... anche se, in verità, fisicamente sono sempre stata più grande della media." "E voi" fece la presentatrice rivolta ai due uomini. "Anche noi... possiamo perdere, possiamo venire sconfitti, ma siamo sempre pronti a difenderci... noi non scappiamo" rispose per i due Roberto, fra gli applausi dello sportivissimo pubblico. "Ed ora... un’uscita speciale!" esclamò la conduttrice. Maria prese in braccio i due uomini, uno a destra, l’altro a sinistra, come la madre di una coppia di gemelli ancora infanti, ed uscì di sala a passi sicuri.